CORSO DI LIS Linguaggio Italiano dei Segni

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1 CORSO DI LIS Linguaggio Italiano dei Segni La grammatica Aspetti teorici di riferimento

2 ELENCO DEI SIMBOLI IMPIEGATI 3

3 4

4 ASPETTI TEORICI DI RIFERIMENTO 1. La teoria dei principi e dei parametri Nel 1957 Noam Chomsky, con il libro Le strutture della sintassi, dà origine ad un nuovo corso nella ricerca linguistica che passava da speculazioni meramente filosofiche ad indagini di tipo logico, biologico e scientifico. La riflessione linguistica, con la ricerca sulla grammatica, si sposta sull osservazione della lingua come oggetto biologico e si occupa della sua rappresentazione così come si ipotizza che avvenga nella mente del parlante. Dalla pubblicazione del libro Le strutture della sintassi ad oggi, la teoria della grammatica ha subito diverse rielaborazioni che, pur cambiandone l aspetto formale, si sono mantenute fedeli agli originari principi filosofici. La linguistica moderna quindi, parte dall assunto che gli uomini sono biologicamente dotati di un insieme di principi che 5

5 costituiscono la Grammatica Universale (GU). Di essa fanno parte le categorie concettuali che vengono attivate in seguito all esposizione ad una lingua. Le lingue sono il risultato dell interazione dei principi, che sono determinati geneticamente, e dei parametri1, che costituiscono una sorta di opzioni aperte all interno dei principi, che devono essere fissati. La fissazione dei parametri determina la varietà delle grammatiche tra le lingue; in sostanza, ciò che fa variare le lingue nel mondo è un insieme finito di parametri. L osservazione di una lingua ha lo scopo di scoprire i principi della GU e individuare i suoi parametri. A tal fine il linguista deve ripercorrere, artificialmente, tutte le fasi che l individuo mette in atto nel momento in cui acquisisce la propria lingua allo scopo di stabilire quali siano le regole della GU e quali invece siano le opzioni di quella determinata lingua. In questo modo si arriva alla conoscenza sia delle proprietà della grammatica di una lingua particolare sia delle proprietà della GU. I parlanti nativi di una lingua non sono coscienti delle strategie che mettono in atto 6

6 per acquisire la loro competenza linguistica. Per questo motivo i principi possono essere dedotti indirettamente sulla base del giudizio di grammaticalità dei parlanti nativi, tale osservazione necessita di un adeguata teoria della grammatica in grado di spiegare il motivo per il quale la grammatica delle lingue naturali ha determinate proprietà. L esigenza di organizzare un modello della grammatica che si basasse su poche norme, condusse negli anni ottanta alla riduzione ad una sola regola: muovi ; il movimento però deve sottostare a restrizioni imposte da specifici principi astratti dettati dai principi della reggenza e del legamento (Chomsky, 1981). I principi e i parametri sono organizzati in un sistema modulare in cui ogni modulo interagisce con gli altri. Il modello relativo alla teoria della reggenza e del legamento viene rappresentato nella maniera seguente: 7

7 In questo modello vediamo come i vari moduli della grammatica interagiscono tra loro: abbiamo un primo livello costituito dal lessico che, attraverso i principi della teoria X-barra, genera la struttura profonda. Le strutture di questo livello sono interessate all applicazione dalla regola Muovi che produce il livello successivo: la struttura superficiale. La realizzazione fonetica dei due livelli di struttura superficiale e struttura profonda avviene in forma fonetica (Phonological Form, PF) mentre l interpretazione semantica avviene nel componente indipendente della forma logica (Locical Form, LF). 8

8 La rappresentazione delle frasi a vari livelli, illustrati nella figura 1, è regolata da diversi principi che impongono delle restrizioni; vale a dire che la grammatica è regolata da un insieme di teorie che regolano e limitano l ambito di applicazione delle norme che proiettano la rappresentazione di una frase ai vari livelli; ad esempio gli elementi lessicali hanno delle relazioni tematiche, la codifica delle informazioni provenienti dalle relazioni tematiche viene regolata dalla teoria tematica. L organizzazione di un modello univoco delle relazioni tematiche è regolato dalla teoria X-barra. La struttura profonda, nel modello della figura 1, assume le relazioni tematiche, la struttura superficiale è costituita dall organizzazione della frase con la sequenza di elementi collocati nella maniera in cui vengono pronunciati. Tra i due livelli intervengono delle operazioni di movimento degli elementi il cui scopo è la legittimazione dei sintagmi. 9

9 Gli unici tipi di rappresentazione sintattica che vengono riconosciuti nella teoria dei PeP sono i sintagmi. Essi sono costituiti da teste e da categorie sintattiche. in accordo con i principi della teoria X-barra (X ). Secondo questa teoria ogni sintagma è rappresentato in una gerarchia strutturata, vale a dire che, attraverso la costruzione di un grafo ad albero (figura 3), in un sintagma è possibile identificare la testa che costituisce il nodo terminale X che domina le parole; la testa è dominata da due ulteriori livelli di proiezione: la proiezione intermedia ovvero il nodo X che domina la testa e i complementi (YP) con cui la testa si combina e il nodo della proiezione massimale XP. Quest ultimo costituisce l ultimo livello e che domina il nodo X con il quale si combinano sia gli aggiunti, per formare altri livelli X (per questo motivo il livello X è detto ricorsivo), sia lo specificatore. Lo specificatore si combina con X per formare la proiezione massimale XP. La formula generale della struttura dei sintagmi è data in 2, in essa ogni nodo è il risultato della combinazione di due items: 10

10 Le regole della teoria X hanno lo scopo di codificare le relazioni di dominio che si stabiliscono tra le differenti categorie. In questa maniera è possibile spiegare i diversi ordini lineari delle varie lingue. Attraverso la teoria X vengono definite le relazioni strutturali tra gli elementi per cui le funzioni grammaticali degli elementi lessicali sono derivabili dalla configurazione. Le relazioni del legamento vengono stabilite dalle regole del mcomando di costitituente (c-comando) la cui definizione data da Chomsky (1986) è la seguente: 11

11 ! c-comands " iff! does not dominates " nor vice versa, and every node that dominates! dominates ". [Chomsky 1986: 8] Il c-comando, che regola la reggenza tra categorie, stabilisce che i nodi XP e X sono simmetrici tra loro. La proposta di c- comando data da Kayne (1994), esposta nel paragrafo 2, rende più restrittive le relazioni di legamento e di reggenza tra le categorie. I sintagmi appartenenti alle categorie lessicali sono il sintagma nominale (NP), sintagma verbale (VP), sintagma aggettivale (AP) e sintagma preposizionale (PP). In LIS vedremo come la distinzione tra NP e VP avviene sulla base di specifici tratti sovrasegmentali (capitolo 2, paragrafo 7) e non è stabilita da elementi morfologici. Vale a dire che in una frase come Gianni costruisce la casa è resa con gli stessi segni e la stessa costruzione del sintagma la costruzione di Gianni della casa. Ciò che rende diverse le costruzioni sono le espressioni del volto, la posizione della testa e delle spalle. Il fatto che le due 12

12 costruzioni in LIS non differiscono se non nei tratti sovrasegmentali, dimostra l identica struttura argomentale del costituente nominale e del costituente verbale. Chomsky (1986) propone che oltre alle posizioni lessicali, alle quali corrisponde una testa lessicale, ci siano le proiezioni funzionali che nella testa hanno un elemento funzionale, come il complementatore (CP) e gli ausiliari (IP). CP e IP, hanno una natura funzionale, vale a dire che non hanno una struttura lessicosemantica né una struttura argomentale; esse contribuiscono alla costituzione della proiezione estesa della testa lessicale del verbo. Studi successivi (Pollock (1989), Belletti (1990), tra gli altri) hanno individuato altre proiezioni funzionali che riguardano principalmente le proiezioni di accordo (Agr(ement)P) e di tempo (T(ense)P). Inoltre Abney (1987) propone il DP come proiezione estesa e massimale della testa lessicale del nome. Nell ultimo paragrafo di questo capitolo vedremo che il nome, come il verbo, proietta delle categorie funzionali. 13

13 Come si può osservare nella figura 1, i diversi livelli di rappresentazione sintattica sono correlati ad operazioni di movimento. Il movimento può aver luogo in sintassi o, come vedremo con la teoria minimalista, in Forma Logica. In entrambi i componenti, il movimento è regolato dalle medesime condizioni che definiscono dei limiti. Ad esempio un principio che limita l applicazione della regola del movimento è il principio di conservazione della struttura 2 che ispira le osservazioni di Chomsky (1986). Secondo questo principio un elemento può essere spostato solo in una posizione del medesimo tipo di quella di partenza per cui una testa sarà spostata in un'altra testa, una posizione massimale in un altra posizione massimale. I sintagmi possono essere interessati a tre tipi di movimento: i) il movimento di tipo argomentale (movimento A) che consiste nel muovere una proiezione massimale da una posizione argomentale ad un altra posizione argomentale; ii) il movimento di tipo non argomentale (movimento A-barra) che consiste nel muovere una 14

14 proiezione massimale ad una posizione di specificatore di un nodo in cui non ci sono teste che assegnano ruolo semantico come CP, DP, ecc.; iii) il movimento di testa da una posizione di testa ad un altra che si trova in una posizione superiore nella struttura. 2. Un evoluzione della teoria X : la teoria antisimmetrica Un importante passo in avanti nella ricerca è stato fatto con la teoria antisimmetrica di Kayne (1994). Rispetto alla teoria X che indica che l ordine degli elementi è dovuto a scelte di tipo parametrico, Kayne propone delle regole più restrittive sull ordine lineare degli elementi all interno di una frase: egli formula l assioma della corrispondenza lineare, (LCA), dal quale fa derivare una nuova definizione di c-comando attraverso la quale dimostra che esiste un solo tipo di struttura x-barra. Questa struttura non è una proprietà primitiva della Grammatica Universale ma deriva dall LCA. 15

15 Un sintagma è costituito da simboli terminali e simboli non terminali. L ordine dei simboli terminali, vale a dire quelli visibili nella forma fonetica, segue la proprietà degli ordini lineari secondo la quale l ordine è transitivo, totale e antisimmetrico. A differenza della definizione di Chomsky (1986) che aveva le proprietà di transitività, non totalità e non antisimmetria, quella di Kayne possiede le proprietà della transitività, della non totalità e dell antisimmetria. X asymmetrically c-commands Y iff X C-commands Y and Y does not ccommand X [Kayne 1994: 4] Lo LCA vuole che l insieme di tutte le coppie ordinate di nodi non terminali, tale che per ogni i, Xi c-comanda asimmetricamente Yi, costituisca l ordine lineare dell insieme dei simboli terminali della struttura sintagmatica. 16

16 Il C-comando asimmetrico e l assioma di corrispondenza lineare (LCA) danno luogo ad una serie di conseguenze. Tra queste quelle più significative ai fini di questa tesi sono le seguenti: In primo luogo un sintagma non può avere più di una testa perché si produrrebbero risultati contraddittori sull ordine degli elementi, allo stesso modo una testa non può avere più di un complemento; in secondo luogo un sintagma deve avere l ordine specificatoretesta-complemento che traccerò a grandi linee qui di seguito. Nell ambito dell assioma della corrispondenza lineare e del c- comando asimmetrico, la coppia ordinata di simboli terminali <x, y> può essere letta come x precede y, (in tal caso l ordine universale sarà specificatore testa complemento) oppure come x segue y ( in questo caso l ordine universale sarà complemento testa specificatore). A tal fine Kayne postula che l ordine lineare debba essere diretto e uniforme. Poiché in un sintagma non possono esserci relazioni di precedenza o di successione ma solo relazioni esclusivamente di successione, la coppia <x, y> va letta solo come x precede y. L unico ordine disponibile nella GU sarà 17

17 l ordine specificatore-testa-complemento. Da ciò segue che le differenze tra lingue SVO e SOV non sono di tipo parametrico ma sono la conseguenza di operazioni di movimento. Il movimento, poiché deve soddisfare le condizioni imposte dal legamento proprio, deve svolgersi necessariamente verso sinistra e verso l alto. Lo spostamento riguarderà teste o proiezioni massimali che si sollevano da posizioni più basse a posizioni più alte. Un complemento, che dopo la pronuncia occupa una posizione a sinistra della sua testa, deve necessariamente sollevarsi dalla sua posizione ad una posizione di specificatore/aggiunto più alta lasciando una traccia coindicizzata. La traccia deve essere c-comandata dalla posizione più alta nella struttura. Le condizioni imposte dalla regola del legamento proprio, impongono che il movimento avvenga verso sinistra spostando teste o proiezioni massimali da posizioni più basse a posizioni più alte della configurazione strutturale. 18

18 Negli sviluppi della teoria grammaticale successiva possiamo osservare due indirizzi: il programma minimalista e il progetto cartografico. Il progetto cartografico è stato sviluppato parallelamente al programma minimalista; mentre il primo ha semplificato la struttura sintattica per certi aspetti, l ultimo l ha arricchita per altri aspetti. 3. Il programma minimalista Nel programma minimalista (Chomsky, 1995), i livelli di rappresentazione vengono ridotti a due interfacce: la forma fonetica (PF) e la forma logica (LF). Il lessico rimane il punto di partenza dal quale hanno luogo le operazioni di movimento (merge e move). L informazione può divenire manifesta nel componente PF, atttraverso lo spell-out, a qualsiasi punto dell operazione di derivazione. Le operazioni di movimento possono continuare dopo lo spell-out, in tal caso l informazione è affidata al componente non manifesto costituito 19

19 dall interpretazione: il componente LF. La rappresentazione del programma minimalista è schematizzato nella figura 4: Gli sviluppi del programma minimalista adottano il modello della teoria X per la quale le proiezioni sono costruite dal basso all alto come risultato dell operazione di merge attraverso la quale due elementi si combinano per formarne un terzo, e dell operazione di move che consiste in operazioni di movimento delle teste o dei sintagmi. Ogni movimento lascia una traccia. L operazione di movimento dà origine ad una catena che contiene l elemento mosso e tutte le sue tracce. Il movimento deve obbedire alla condizione di c-comando (l elemento mosso deve c- 20

20 comandare la sua traccia), e alla condizione di uniformità (solo le proiezioni minimali o massimali possono essere spostate). Una grande novità introdotta dal programma minimalista è costituita dalla definizione dei tratti morfologici. Secondo Chomsky (1995) ogni elemento appartenente alla categoria di Nome, Verbo e Aggettivo si presenta, in forma fonologica, già flesso nel genere, nel numero, e nel caso; vale a dire che i tratti fonologici della morfologia di accordo sono disponibili nel componente fonologico e non nelle proiezioni funzionali di accordo. Una parola flessa implica la simultanea proiezione dei tratti di accordo nella struttura. Nel programma minimalista il controllo dei tratti è il nucleo principale che giustifica le operazioni di movimento che riguardano essenzialmente i tratti del nome e del verbo. Il controllo consiste nella corrispondenza tra i tratti di accordo (non affissi) delle teste funzionali con i tratti morfologici incorporati nella parola flessa. Questi ultimi vengono mossi nella stessa proiezione: se un tratto grammaticale incontra un altro sarà cancellato e come conseguenza non sarà 21

21 più visibile a livello di interfaccia, se invece c è incompatibilità tra i due tratti, essi non possono essere cancellati, a questo punto la derivazione non converge e quindi fallisce. La visibilità di questi tratti morfologici è relativa alla forza dei tratti stessi, se i tratti morfologici sono forti, sono visibili nella Forma Fonetica perché il loro controllo avviene prima dello spellout. Nel caso dei tratti deboli, il controllo avviene dopo lo spellout, in accordo con il principio di economia che vuole che il controllo dei tratti venga fatto quanto più tardi possibile (Procrastinate Principle). In sostanza solo i tratti forti possono violare il Procrastinate Principle per assicurare la convergenza. Quindi le operazioni di movimento non manifeste sono limitate al controllo dei tratti, mentre nei movimenti manifesti l intera categoria deve essere mossa con tutti i suoi tratti per ottenere la convergenza in Forma Fonetica. 22

22 4. Verso una cartografia della struttura Gli studi sulla sintassi condotti tra il 1980 ed il 1990 hanno dimostrato che frasi e sintagmi possiedono una struttura ricca ed articolata, soprattutto se si osservano i tratti della morfologia flessiva che hanno condotto gli studiosi all esigenza di una definizione di una mappa strutturale che illustrasse, in maniera sufficientemente completa, la complessità della struttura sintattica. La teoria X ha costituito il modello non solo per le categorie lessicali, ma anche per le categorie funzionali legate al nome e al verbo. Il perseguimento di questo obiettivo ha fatto sì che diversi studiosi di linguistica lavorassero a progetti cartografici. Tali studi hanno condotto alla descrizione della complessità della struttura sintattica (Cinque, 1999, 2002, Belletti 2004, Rizzi 2004). Il lavoro del progetto cartografico è basato sull osservazione del sistema flessivo e focalizza la sua attenzione sulla scoperta di teste funzionali e teste lessicali: le analisi cercano di individuare la posizione delle teste rispetto alle altre così che il controllo in 23

23 posizioni distinte della struttura determini la corretta interpretazione dei sintagmi. Rizzi (2004) osserva che la posizione del progetto cartografico non è in antitesi con programma minimalista perché l identificazione delle varie teste e della loro posizione nella struttura avviene sulla base dell interpretazione di sintagmi; solo un ricco sistema di teste ci permette di fornire una spiegazione al controllo dei tratti di accordo in specifiche posizioni strutturali. Cinque (2002) esamina una serie di situazioni che provano l esistenza di una struttura gerarchica universale. L autore considera che la proposta di Pollock (1989) di dividere la proiezione IP in due tratti: Agr(ement)P e T(tense)P, ha avuto il merito non solo di fornire una spiegazione alle diverse posizioni, possibili, degli elementi nella proiezione verbale in francese, ma ha dato inizio ad una serie di ricerche finalizzate all individuazione di altre proiezioni funzionali nella struttura grammaticale che permettessero di dar conto dei movimenti 24

24 all interno della struttura e di spiegare così gli ordini diversi di parole nelle lingue del mondo. Il ricco sistema di teste funzionali è codificato nei diversi tipi di morfemi delle lingue. Cinque (2002), cita il Principio dello specchio proposto da Baker (1985, 1988) che prende in considerazione la relazione esistente tra l ordine dei morfemi legati in morfologia e l ordine dei morfemi liberi nonché le successive proposte di Pollock (1989) e di Belletti (1990) Ouhalla (1991) e Chomsky (1995) che vedono la morfologia flessiva costruita all interno della sintassi soggetta alle stesse restrizioni che regolano le operazioni sintattiche: le lingue caratterizzate dalla testa finale sono il risultato dell effetto di movimenti, all interno della grammatica, di sintagmi di lingue a testa iniziale di cui sono l immagine speculare3. I morfemi legati sottostanno a questo processo di movimento. Le difficoltà nel derivare la morfologia flessiva e derivazionale in sintassi sono dovute ad una serie di irregolarità. Un altra spiegazione che corrobora l esistenza di distinte proiezioni funzionali è fornita da Rizzi (1997) che ha avuto il 25

25 merito di individuare determinate categorie funzionali all estrema periferia sinistra della frase come le posizioni di ForceP, TopicP e FocusP. Per altro Cinque (1994, 1999) ha individuato specifiche proiezioni massimali funzionali (FP) che comandano le proiezioni degli avverbi e degli aggettivi con una gerarchia universale fissa anche se non realizzata foneticamente. Tale gerarchia (modo, tempo, aspetto, etc.) intrattiene una relazione semantica con ogni classe di avverbi o aggettivi generati nei rispettivi specificatori. 5. La proiezione estesa del nome Nell ambito della teoria dei PeP, Chomsky (1981,1986) aveva previsto le proiezioni funzionali CP e IP nella proiezioni estesa del verbo ma non aveva applicato tale nozione al dominio del nome; in particolare, i determinanti come gli articoli definiti, continuavano ad essere generati nello specificatore di NP nonostante la teoria X-barra che prevedeva delle proiezioni sintagmatiche anche per gli elementi funzionali ed il fatto che la 26

26 posizione di specificatore potesse ospitare una categoria sintagmatica; la teoria X inoltre, poneva il problema dell identico trattamento tra proiezione nominale e proiezione verbale. Lo studio comparativo della struttura del sintagma nominale ha rivelato che la proiezione del nome contiene una struttura analoga a quella della frase (Abney 1987): come la frase è costituita da un VP dominato da proiezioni funzionali come AgrP, TP, CP, così il sintagma nominale è un NP dominato da diverse proiezioni funzionali. Abney (1987) osserva che in lingue come l ungherese o lo yup ik (una lingua Eskimo), il nome e il possessore sono marcati dallo stesso suffisso di persona e numero che caratterizza l accordo del verbo con il suo soggetto. Le stesse osservazioni fatte per queste lingue possono valere anche per le lingue segnate come la LIS nelle quali le concordanze avvengono nello spazio perché luoghi dello spazio nei quali vengono articolati i diversi segni coincidono. Come un verbo concorda con il suo soggetto (o/e oggetto) attraverso la coincidenza dei punti dello spazio in cui vengono articolati i 27

27 segni, così il nome concorda con il suo possessore perché hanno lo stesso punto di articolazione. Nell esempio della frase 1 si può notare come il primo punto di articolazione del verbo sia coindicizzato con il soggetto Gianni e il secondo punto di articolazione sia coindicizzato con il complemento diretto Pietro. Allo stesso modo, nella frase 2, il nome pistola concorda con il possessore Gianni. Abney (1987), con argomenti teorici ed empirici, propone che il (DP) costituisca la proiezione estesa e massimale della testa lessicale del nome: la proiezione massimale lessicale NP riceve un interpretazione semantica grazie alleproiezioni massimali funzionali (DP), cioè il determinante specifica la referenza del nome selezionando determinati membri dell estensione del nome. 28

28 Alla classe dei determinanti appartengono categorie come gli articoli, i dimostrativi, i quantificatori ed i pronomi che generalmente si trovano in distribuzione complementare tra di loro. Abney (1987) osserva che come tutti gli elementi funzionali, i determinanti rappresentano delle classi lessicali chiuse; da un punto di vista prosodico non possono ricevere accento e spesso si realizzano come forme clitiche o affissi; a volte sono anche nulli; ammettono un solo complemento che in generale non è un argomento e sono inseparabili dal loro complemento; non hanno un contenuto semantico ma veicolano informazioni di tipo relazionale e grammaticale permettendo l interpretazione dei loro complementi. Se l accordo tra possessivo e nome evidenziato da Abney (1987) costituisce l evidenza morfologica del DP, l evidenza sintattica è data da altri fattori. Bernstein (2001) ne discute due: l ordine delle parole e la struttura argomentale. Riguardo alla struttura argomentale possiamo osservare che il nome, come il verbo, ha 29

29 una sua struttura argomentale. Consideriamo ad esempio la coppia di frasi 3 e 4, adattate da Cinque (1994). Nelle due frasi è possibile osservare che gli argomenti nel dominio nominale sono organizzati nella stessa maniera di quelli del dominio della frase, vale a dire che il verbo invase ed il suo corrispondente nominale invasione possiedono la stessa struttura argomentale. Il secondo argomento a sostegno dell ipotesi di Abney (1987) è costituito dall ordine delle parole. Bernstein (2001) osserva che l analisi comparativa tra lingue molto vicine come l inglese e il francese ha premesso di scoprire che la ricca morfologia di accordo nella frase in francese consente degli spostamenti del verbo rispetto all avverbio, in inglese tale spostamento non è consentito (Pollock, 1989). Ilcorrispondente nominale dell avverbio è l aggettivo. Ricerche sul DP (Cinque 1994, 2000; 30

30 Bernstein, 1991 tra gli altri) hanno avanzato l ipotesi che l ordine universale degli aggettivi rispetto al nome è prenominale e che l effetto del sollevamento del nome nelle lingue romanze è che l ordine degli aggettivi si presenta rovesciato rispetto all inglese dove invece non vi è sollevamento per cui l ordine risultante è quello aggettivo-nome ovvero l ordine universale. Berstein (2001) fornisce anche un evidenza semantica per l associazione della struttura del DP alla struttura della frase. L autrice osserva che l individuazione semantica tra DP argomento e DP non argomento è affidata al CP, vale a dire che l introduzione di un complementatore fa sì che un IP possa diventare una frase argomento di un verbo. Le proprietà semantiche del sintagma nominale indicano che la distinzione argomento/non-argomento è rilevante. Longobardi (1994) osserva come l NP sia non referenziale mentre il DP lo sia. Egli cita come esempio la seguente coppia di frasi: 31

31 L espressione nominale senza articolo (frase 6) è un predicato e corrisponderebbe ad un NP. L NP predicato infatti non può essere un argomento perché non può essere la testa della frase relativa che segue. La frase 5 invece è introdotta da un articolo: questo fatto suggerisce che l espressione che segue è un DP. Il fatto che in questo caso l espressione nominale possa fungere da testa della frase relativa, suggerisce che sia un argomento. In altri termini come in una frase il contenuto lessicale del complementatore trasforma quest ultima in un argomento, così il contenuto lessicale del determinante trasforma il sintagma nominale in un argomento. E stato osservato (Longobardi 1994, 2001 tra gli altri) che il fatto che in alcuni dialetti il nome proprio in posizione argomentale deve essere preceduto da un articolo definito mentre in posizione non argomentale (ad esempio il vocativo) nonvuole l articolo, costituisce un ulteriore prova a sostegno dell ipotesi che nel dominio di una proiezione nominale gli 32

32 argomenti di un predicato devono essere dominati da un determinante. Giusti (1993) propone che la proiezione estesa del DP sia dominata dalla proiezione di caso (KP). Il caso è la proiezione funzionale più alta del sintagma nominale perché è nella sua testa che si realizzano i tratti di accordo con un altra categoria o i tratti selezionali da parte di una categoria lessicale più alta. Poiché solo gli argomenti possono ricevere caso, la proiezione funzionale di caso funzionerebbe da collegamento tra il nominale selezionato ed il suo legittimatore sintattico. Queste affermazioni sono basate sul fatto che le lingue generano una proiezione di caso; anche quelle senza caso manifesto possiedono pronomi con una morfologia di caso (es. Italiano e inglese). A livello del DP il caso appare a livello dell articolo per cui la proiezione di caso deve essere necessariamente più alta del DP. 33

33 5.Categorie funzionali nella proiezione estesa del DP Recenti studi hanno dimostrato che tra la proiezione massimale funzionale DP (o quella più alta KP) e la proiezione massimale lessicale NP interpongono numerose altre proiezioni funzionali. Qui si seguito citerò le posizioni funzionali intermedie che interessano i capitoli seguenti. Le proiezioni dominate dai tratti di accordo L osservazione delle somiglianze della proiezione verbale con la proiezione nominale ha portato alla rilevazione che la distribuzione degli avverbi nel VP mostra delle regolarità. E possibile riscontrar le stesse regolarità anche nell ordine degli aggettivi nella proiezione estesa del DP. Il fatto che l ordine fisso è rilevabile nella modificazione diretta del nome mentre in quella indiretta è libera ed il fatto che la modificazione diretta ammette un numero limitato di aggettivi, hanno condotto Cinque (1993, 1994) ad affermare che gli aggettivi non possono essere aggiunti, (l aggiunzione è illimitata) e che l AP è generato nella 34

34 posizione di specificatore diuna proiezione funzionale tra il determinante e il nome. Giusti (1993) ha osservato che le proiezioni funzionali intermedie che ospitano un AP sono etichettate come AgrP perché veicolano l accordo per genere e numero tra il nome e l AP generato nella posizione di specificatore della proiezione funzionale interna al DP. Le osservazioni di Giusti (1993) su dati di diverse lingue in cui l articolo ricorre con il dimostrativo nello stesso sintagma, hanno permesso anche di differenziare lo statuto categoriale del dimostrativo da quello dell articolo in quanto devono necessariamente occupare due posizioni diverse all interno della proiezione nominale. Dalle osservazioni sul comportamento del dimostrativo nel romeno, l autrice propone che il dimostrativo non debba essere analizzato come testa ma come una proiezione massimale; infatti, il dimostrativo in romeno sarebbe generato nello specificatore di una proiezione funzionale AgrP, collocata in una posizione inferiore al DP. Brugè (2000), esaminando il dimostrativo come modificatore del nome nella lingua spagnola, 35

35 ipotizza che esso venga generato in una posizione molto prossima al nome e che raggiunga le posizioni più alte nella struttura mediante il movimento. Nel capitolo 6 vedremo che la LIS, come lo spagnolo, presenta un dimostrativo post nominale, ma poiché ipotizzo la presenza di un determinante non realizzato foneticamente, il dimostrativo non risale fino alla posizione di D Le proiezioni Num(ber)P e Num(eral)P Dryer (1989), osservando che in diverse lingue il numerale ricorre con morfema che indica pluralità, ha ipotizzato che il numerale e la flessione per numero appartenessero a due categorie diverse. La LIS è una lingua in cui il numerale può ricorrere nel sintagma numerale insieme alla flessione per numero del nome o del classificatore4. Ritter (1991), partendo dai dati sull ebraico moderno, ha proposto l esistenza della proiezione di una categoria non lessicale che genera i tratti di numero, tra DP e NP: Num(ber)P. L autrice parte dall assunto in base al quale nelle costruzioni del 36

36 genitivo in ebraico moderno, dove il nome precede il possessore, la testa nominale sale oltre il possessore che è generato nella posizione di specificatore di NP. Nello Stato Costrutto, che non ammette l articolo, il nome risale dalla posizione di testa nominale generata più in basso e viene ad occupare la testa del DP. Invece nello Stato libero, che ammette l articolo, la risalita della testa nominale deve necessariamente fermarsi in una proiezione intermedia che Ritter (1991) propone essere la testa di NumP, dove sono codificati i tratti singolare/plurale. La proposta di Ritter (1991), che era stata gia avanzata da Dryer (1989), è stata sostenuta anche da Bernstein (1991, 2001) per i dati del vallone. Poiché le proiezioni di Num(ber)P e Num(eral)P sono distinte, occorre definire la proiezione del classificatore. Gil (1994) considera il classificatore e il numerale un'unica testa funzionale e ritiene che il classificatore non sia altro che un suffisso attaccato al numerale. 37

37 Simpson (2005) assume che la proiezione di Num(meral) e la proiezione di CL siano distinte anche se adiacenti e non esclude la possibilità che, essendo in una posizione di testa, possano cliticizzarsi. La proiezione Gen(der)P Oltre a Num(ber)P, Picallo (1991) propone anche l esistenza della proiezione di genere (GenP). Tale affermazione si basa su dati di lingue come il catalano nelle quali tutti i nominali, hanno la specificazione per genere. Poiché il genere è espresso in forma fonetica anche nel determinante (pensiamo anche a lingue come l italiano che hanno la peculiarità di concordare per genere anche gli articoli) e comporta l accordo anche per gli aggettivi, Picallo propone che la categoria funzionale del genere venga proiettata nella testa di una proiezione massimale che risulta essere il complemento di Num(ber)P; a sua volta GenP prende come complemento NP. Il nome, dalla sua posizione di testa in NP, sale prima nella testa in GenP e poi in quella di NumP, in questa 38

38 maniera si spiegano i suffissi di genere e numero attaccati al nome. Bernstein (1993) afferma che il genere è una proprietà morfologica che viene espressa da marcatori di parole che sono peculiari delle lingue con una ricca morfologia di accordo. Ritter (1993) invece, osservando che in ebraico moderno il genere costituisce un elemento per la formazione di neologismi, propone che il genere (o i marcatori di parole) corrisponda ad una categoria funzionale ed afferma che il genere è un tratto e che le lingue sono soggette ad una variazione parametricaper la localizzazione di tratti di genere: nelle lingue romanze il tratto di genere viene specificato con il numero, mentre nella lingua ebraica esso è un tratto inerente del nome. Nel capitolo 4 vedremo come quest ultima posizione sia quella più adeguata per la descrizione del genere in LIS. 39

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LA STRUTTURA DEL SINTAGMA DETERMINANTE NELLA LINGUA DEI SEGNI ITALIANA (LIS) Settore scientifico-disciplinare di afferenza: L-LIN/01 IINTRODUZIIONE Università Ca Foscari Venezia Dipartimento di Scienze del Linguaggio Dottorato di ricerca in LINGUISTICA E FILOLOGIA MODERNA, 19 ciclo (A.A. 2003/2004 A.A. 2005/2006) LA STRUTTURA DEL SINTAGMA

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