L 1 GENNAIO AL 31 DICEMBRE

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1 DEMETRA DONNE IN AIUTO CENTRO ANTIVIOLENZA LUGO DATI STATISTICI DELL ANNO 2017 DALL L 1 GENNAIO AL 31 DICEMBRE

2 L Associazione Demetra Donne in aiuto è stata fondata il 25 luglio del 2005 per aprire anche nel territorio lughese un Centro Antiviolenza che desse sostegno ed aiuto alle donne vittime di violenza familiare. L Associazione si avvale di volontarie con competenze in campo psicologico e legale. L Associazione fa parte di: Associazione nazionale dei centri antiviolenza D.i.Re - Donne in Rete contro la violenza, fondata il 28 settembre 2008; Coordinamento delle case e dei centri antiviolenza dell Emilia Romagna fondata l 8 giugno del 2009; Demetra è tra le socie fondatrici. Da molti anni dal 1997 il Coordinamento regionale dei Centri antiviolenza, in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, promuove l attività di raccolta dati attraverso l utilizzo di uno strumento di rilevazione comune a tutti i Centri. Il Gruppo di lavoro del coordinamento che segue la ricerca, enuclea temi e questioni sui quali sviluppare attività di ricerca. DATI STATISTICI DALL APERTURA DEL CENTRO (17 OTTOBRE 2005) AL 31 DICEMBRE 2016 ANNO DONNE ACCOLTE DONNE OSPITATE MINORI OSPITATI/E 2005 dal 17 ottobre 6 /// /// /// /// /// /// emergenze (di cui 1 donna ospitata in Casa Rifugio) 16 emergenze 7 donne ospitate in Casa Rifugio 13 emergenze (9 donne ospitate in Casa Rifugio) 11 (di cui 1 minore ospitato/a in Casa Rifugio) 15 5 minori ospitati/e in Casa Rifugio 26 9 minori ospitati/e in Casa Rifugio TOT I dati vengono raccolti annualmente. Nel caso dell anno 2005 ci si riferisce al periodo che va dal 17/10/2005 al 31/12/2005.

3 Con il Progetto Una Casa per Te di ospitalità in emergenza (attivo da ottobre 2006 a settembre 2010) sono state ospitate 20 donne e 21 minori (loro figli). Due non avevano figli e due erano in gravidanza. Il progetto si attivava in seguito a segnalazione delle Forze dell Ordine, del Pronto Soccorso, della Polizia Municipale, o ancora dei Servizi Sociali su un cellulare di reperibilità h24. Le donne, con o senza minori, erano messe in sicurezza in seguito a minacce di morte o di violenze ed erano ospitate in attesa di ottenere provvedimenti del tribunale (quali ordine di allontanamento) o in attesa di essere inserite in strutture di ospitalità per periodi di media o lunga durata. La permanenza delle donne nella struttura d emergenza nella sede dell Associazione Demetra, ha avuto una durata media di 12/13 giorni. Il periodo più breve di ospitalità è durato tre giorni, il più lungo sessanta giorni. L Associazione ha provveduto a fare la spesa per le donne, accompagnarle in tribunale, dai legali, dai medici, a fare colloqui di sostegno periodicamente e osservare le relazioni tra i minori e le loro madri. Inoltre ha provveduto a svolgere consulenze legali in caso di denuncia o separazione. Il progetto di ospitalità è stato sospeso per mancanza di fondi il 1 settembre del Il Progetto P.Eg.A.S.O. è partito il 1 ottobre 2013 e prevede l ospitalità in emergenza con l attivazione di un numero di cellulare per le chiamate in emergenza distribuito alle forze dell ordine (Carabinieri, Polizia di Stato e Polizia Municipale), al Settore Servizi Sociali dell'unione e al pronto soccorso dell'ausl. Il cellulare di reperibilità è attivo dette giorni su sette, dalle 10 alle 23. L'Associazione, valutata la situazione concorda i tempi per organizzare l intervento di aiuto e informa la richiedente della possibilità di essere ospitata in emergenza. Nel caso la donna accetti, l operatrice reperibile l accompagna, con i figli minori nel caso siano presenti, presso uno degli alloggi di emergenza individuato tra quelli indicati precedentemente dal Settore Servizi Sociali dell Unione dei Comuni. Dell'attivazione dell ospitalità viene data formale comunicazione al Settore Servizi Sociali entro le successive 24 ore. L'accoglienza in emergenza è garantita per quattro giorni. Durante tale periodo la donna può interrompere l'ospitalità offerta. L'Associazione informa la donna che, nel caso intenda proseguire l'intervento di aiuto ed essere inserita in un progetto di medio o lungo termine, con la conseguente presa in carico da parte del Settore Servizi Sociali, deve presentare formale denuncia presso l autorità giudiziaria competente entro il quarto giorno. L'Associazione entro tre giorni dalla richiesta di aiuto, svolge un colloquio al fine di verificare le intenzioni della donna. Se la donna accetta di denunciare l'aggressione e di essere inserita in un percorso di medio lungo termine, l'associazione lo comunica all'assistente Sociale Coordinatrice d'area dell'unione con una relazione scritta e la donna, da tale momento, è in carico al Settore Servizi Sociali dell'unione per quanto attiene l'eventuale sostegno economico di cui può necessitare, le esigenze dei figli minori se presenti, la costruzione, unitamente all'associazione, di un progetto che consenta alla donna di reinserirsi in un normale contesto di vita.

4 DATI STATISTICI 2017 Dall 1 gennaio al 31 dicembre Nel 2017 il centro antiviolenza Demetra donne in aiuto ha accoltoo 100 donne, di cui 18 donne già in percorso dagli anni precedenti. Donne che hanno subito violenza si no non so 4% 9% 87% Su 100 donne accolte 87 (87%) hanno subito violenza e 18 di queste percorso dagli anni precedenti. donne continuano il Circa il 10% delle donne accolte non ha subito violenza ma, quasi tutte si sono rivolte al centro per prendere contatto con lo Sportello di orientamento al lavoro. Questo servizio è molto conosciuto anche nella rete delle associazioni locali e per questi motivi molte donne si sono rivolte al nostro centro per richiedere un aiuto nella ricerca del lavoro. Lo Sportello Lavoro è un progetto finanziato dall Ente Regione Emilia Romagna. Prevede un apertura di 275 ore annuali che comprendono sia ore di front office che di back office. Il progetto prevede colloqui di orientamento e valutazione delle competenze, la costruzione del curriculum, la ricerca lavoro, l accompagnamento al lavoro e l attivazione di tirocini. Nel 2017 si è aggiunto anche un altro progetto Power sempre finanziato dalla Regione e che vede coinvolti tutti i centri antiviolenza dell Emilia Romagna che prevede 148 ore di back office che vede coinvolte le operatrici nella ricerca attiva di sbocchi professionali per le donne che sono seguite dal centro come per esempio l attivazione di tirocini coinvolgendo le aziende del territorio. Inoltre all interno di queste ore sono comprese anche le attività di formazione per le operatrici stesse.

5 Nel 2017 lo Sportello di orientamento al lavoro ha accolto 18 donne per un totale di 50 ore di sportello e altrettante ore di back office. Si sono rivolte allo sportello 5 donne italiane e 13 donne straniere. Per 4 di loro, grazie al protocollo di intesa con le associazioni di categoria, i sindacati, la consigliera di parità della Provincia di Ravenna e i centri antiviolenza, è stato possibile partecipare gratuitamente a un corso di sicurezza sul lavoro con rilascio di attestato. Per 2 di loro è stato attivato anche un tirocinio lavorativo. Sempre nel 2017 è stato organizzato un corso di empowerment per l accrescimento dell autostima e il valore di sé che ha coinvolto 10 donne. Residenza donne accolte Il 34% delle donne accolte è residente nel comune di Lugo. Gli altri comuni maggiormente rappresentati sono Alfonsine (9%), Massalombarda (8%) e Bagnacavallo (7%). Il centro antiviolenza si trova nel centro di Lugo, per cui le lughesi lo conoscono di più e per loro è più facile raggiungerlo. E altresì vero che rispetto al 2016 c è un aumento di tutti i Comuni dell Unione per quanto riguarda le donne accolte e questo significa sicuramente che si sta facendo un buon lavoro di rete. Permane comunque la difficoltà per alcune donne di raggiungere il centro soprattutto per quelle che vivono in paesi mal collegati con la città di Lugo.

6 Nazionalità donne accolte che hanno subito violenza italiane straniere non rilevato 2% 47% 51% Il 51% delle donne accolte è italiano, mentre il 47% è rappresentato da donne straniere. C è una sostanziale omogeneità rispetto alla provenienza e questo dimostra come la violenza sia trasversale e che riguardi le donne di ogni paese indifferentemente dall origine. Le nazionalità maggiormente rappresentate sono quella romena (25%) e quella marocchina (20%). Seguono albanesi (10%) e nigeriane (7,5%). Il restante 37,5% è rappresentato da Moldavia, Macedonia, Polonia, Ucraina, Regno Unito, Nord e Sud America, Sud Africa e Maghreb. Età donne accolte anni anni anni anni anni non rilevato 5% 6% 10% 18% 26% 35% L età delle donne accolte che subiscono violenza maggiormente rappresentata è quella che va dai 30 ai 39 seguita subito dopo da quella che va dai 40 ai 49.

7 COME HA CONOSCIUTO IL CENTRO Numero donne Pubblicizzazione diretta 1 Mass media 4 Sito Internet 6 Servizi Sociali 9 Consultorio 1 Uffici comunali/scuole 1 Pronto Soccorso/Ospedale 4 Psicologo/psichiatra di base 2 Carabinieri 17 Polizia 2 Avvocato/a 4 Associazionismo 3 Centro Antiviolenza 4 Familiari parenti/amici/conoscenti 29 Donna accolta 1 Numero Verde (1522) 6 Altro 2 NR 4 Totale 100 Il 29% delle donne è venuta a conoscenza del centro tramite familiari, parenti o amici. Il 19% attraverso le FF.OO. (carabinieri e polizia di stato), il 9% attraverso i servizi sociali e il 4% tramite il Pronto Soccorso/Ospedale. Si comincia ad usare maggiormente anche il numero verde 1522 rispetto agli anni passati. BISOGNI e RICHIESTE della donna al primo contatto (personale e/o telefonico) Richiesta di informazioni 66 Colloquio successivo di accoglienza 73 Sfogo 23 Consigli e strategie 42 Consulenza e assistenza legale 20 Consulenza psicologica 1 Ricerca della casa 4 Ricerca di lavoro/formazione 11 Ospitalità in assenza di emergenza 4 Ospitalità in emergenza 14 Altre richieste in emergenza 2 Numero donne Quando la donna accede per la prima volta al centro (sia telefonicamente che personalmente), le operatrici rilevano uno o più bisogni e/o richieste. La maggior parte richiede di poter fissare un colloquio di accoglienza e chiede informazioni riguardo la sua situazione.

8 Violenza subita dalle donne violenza fisica violenza economica violenza sessuale violenza psicologica 44% 33% 6% 17% Le donne che si rivolgono al centro subiscono una o più forma di violenza, sia dallo stesso responsabile che da diversi autori. Il 44% delle donne vittime di violenza ha subito o subisce violenza psicologica. Questa tipologia di violenza si attua attraverso l umiliazione, gli insulti, la denigrazione, le minacce, i pedinamenti, gli inseguimenti; è una forma subdola di violenza perché non ha effetti visibili come lividi o ferite. In questa forma di violenza rientrano anche le minacce di morte rivolte alle donne o a persone a lei care o la minaccia di ferire e far del male. Può essere espressa con la distruzione di oggetti o compiendo atti di violenza nei confronti degli animali domestici. Sono tutte azioni volte a tenere in uno stato di soggezione le vittime per assumerne il controllo. Le donne che ne sono oggetto hanno, a lungo termine, conseguenze psicologiche gravi come ansia, paura, disturbi del sonno o dell alimentazione, depressione, ecc. è possibile che la donna ricorra all uso o abuso di sostanze per tollerare il clima di accerchiamento psicologico che sta subendo. La violenza psicologica è stata paragonata ad una tortura, ad un vero e proprio lavaggio del cervello della vittima che perde la propria autostima e le proprie risorse interiori. Spesso gli uomini maltrattanti denigrano la compagna o la moglie davanti ai figli/e o ad altri familiari o amici. Lo stalking è una forma di violenza psicologica. Nel donne che si sono rivolte all associazione hanno subito stalking. Il 33% delle donne ha subito violenza fisica. La violenza fisica consiste in schiaffi, pugni, calci e qualunque atto volto a colpire e/o ferire il corpo; può essere attuata anche con l uso di oggetti contundenti. Le conseguenze più comuni sono tagli, ematomi, bruciature, ustioni, fratture, traumi cranici, ecc. Causa anche conseguenze sul piano psicologico come angoscia, ansia, paura, disturbi dell alimentazione, difficoltà di concentrazione, insonnia, fino ad arrivare all uso o all abuso di sostanze come psicofarmaci, droghe, alcol.

9 Il 17% ha subito violenza economica. Essa consiste in ogni forma di controllo e privazione delle risorse economiche delle donne, di impedimento della ricerca o del mantenimento del lavoro. Sono inclusi comportamenti come non mettere la donna al corrente della situazione patrimoniale del partner, costringere la donna a fare debiti, tenerla in situazione di privazione economica continua, impedirle di lavorare, obbligarla a licenziarsi. Il 6% delle donne ha subito violenza sessuale. Questa tipologia è quasi sempre sottostimata perché è la violenza più difficile da raccontare e per la quale le donne provano più vergogna. Consiste in ogni imposizione di pratiche sessuali non desiderate, essere costrette alla sessualità contro il proprio volere, essere brutalizzate o umiliate durante un rapporto sessuale, o essere costretta a rapporti sessuali con amici del proprio partner o a guardare materiale pornografico. La violenza sessuale, contrariamente a quanto si crede, viene agita da estranei o sconosciuti solo in una minima parte dei casi: come ogni altra forma di violenza nei confronti delle donne viene agita soprattutto ad opera di partner, ex partner, familiari, conoscenti o amici della donna. È molto più difficile per una donna denunciare una violenza sessuale se ad agirla è un conoscente o addirittura il partner. Autori delle violenze 45 Coniuge Convivente Ex Collega/datore di lavoro Amici/conoscenti Madre Padre Figlio Altri familiari Altro Non rilevato Le donne subiscono violenza principalmente dai familiari di sesso maschile. La maggioranza (75%) sono mariti o conviventi. La propria casa dovrebbe essere il luogo in cui le donne si possono sentire al sicuro e protette ma i dati dei centri antiviolenza demoliscono questa convinzione generale. Nove di questi partner hanno continuato a perpetrare violenza sulla donna anche quando la relazione era stata interrotta, quindi come ex partner.

10 Nazionalità autore delle violenze 13% 33% 54% italiano straniero non rilevato Il dato sulla nazionalità dei responsabili delle violenze tradisce lo stereotipo dello straniero che agisce violenza contro le donne. Solo il 33% di loro è straniero, mentre il 54% è di nazionalità italiana. La maggior parte degli autori stranieri proviene da Romania e Marocco. Seguono Albania e Nigeria. Conseguenze della violenza sulle donne Ematomi, bruciature, tagli 17 Fratture ossee, commozione celebrale 4 Aborti 1 Ricovero/degenza in ospedale 2 Difficoltà di concentrazione 10 Difficoltà a gestire i figli/e 7 Flash back 5 Paura 53 Stati d ansia e fobie 20 Crisi di panico 5 Perdita di autostima 27 Disperazione e impotenza 35 Disturbi del sonno o dell alimentazione 6 Depressione 11 Abuso di farmaci/alcolici/stupefacenti 2 Idee di suicidio/autolesionismo 2 Isolamento sociale e familiare 3 Assenze dal lavoro 5 Autolimitazioni della vita quotidiana 26

11 La violenza sulle donne ha una serie di conseguenze fisiche, emotive, psicologiche e economiche a breve e a lungo termine. Ogni donna è diversa e l'impatto di ogni atto di violenza o di controllo dipende da molti fattori complessi. Anche se la violenza degli uomini per ogni donna è un esperienza unica, ci sono molti effetti comuni dati dal vivere con un partner violento e controllante. Il 61% delle donne accolte vive in uno stato di paura costante, il 40% vive in una condizione di disperazione e impotenza, il 30% è costretta ad autolimitarsi fortemente nella propria quotidianità e sempre il 31% perde la stima di se stessa. Il 23% vive in costante stato di ansia, il 12,6% entra in uno stato di depressione e l 11,5% ha difficoltà a concentrasi. Il 19,5% riporta ematomi, bruciature, tagli e il 4,6% fratture ossee e 2 donne sono dovute ricorrere ad un ricovero in ospedale. Nel 2017 però 1 donna è riuscita attraverso l aiuto del centro antiviolenza ad ottenere un congedo per donne vittime di violenza erogato dall INPS. Donne con figli/e 8% 13% Sì No Non so 79% L 83% delle donne accolte che ha subito violenza ha dei/delle figli/figlie, per un totale di 132 figli/e. L 80% di loro è minorenne. Il 57,5% di loro subisce o ha subito violenza diretta o assistita. La violenza assistita si verifica quando i bambini o le bambine sono spettatori di qualsiasi forma di maltrattamento espresso attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative, adulte o minori. È una violenza indiretta, non subita in prima persona, ma subita da altri individui presenti in famiglia, generalmente la madre e/o fratelli e sorelle. I minori possono essere esposti direttamente alle violenze o soprusi quando questi avvengono in loro presenza, o possono percepirne gli effetti quando avvertono tristezza, terrore, angoscia e un continuo stato d'allerta della vittima; o quando vedono lividi, ferite, vestiti strappati, lacrime, suppellettili rotte, ecc.

12 È violenza assistita anche quando vengono a conoscenza, o assistono a maltrattamenti, sevizie e abbandono degli animali presenti in famiglia. La violenza assistita, in quanto maltrattamento psicologico, comporta effetti a livello emotivo, cognitivo, fisico e relazionale.

13 DATI STATISTICI del PROGETTO P.Eg.A.S.O. Dall attivazione del progetto P.Eg.A.S.O. (1 ottobre 2013) sono state ospitate in emergenza 79 donne e 80 minori. Nel 2017 (fino all 11 dicembre) sono state effettuate 11 emergenze. Per 3 donne, insieme ai figli minori, è stata attivata l ospitalità d emergenza, per altre 7 donne si è intervenute perché contattate dalle Forze dell Ordine o pronto soccorso, ma in questi casi le donne sono riuscite a trovare una soluzione alternativa o non hanno accettato l ospitalità in emergenza. Da chi siamo contattate per le emergenze? Servizi sociali 1 Pronto Soccorso e ospedale 2 Carabinieri 8 Età delle donne Età N donne anni anni anni anni anni 0 Non rilevato 2 Totale 11 Residenza Alfonsine 1 Lugo 2 Bagnacavallo 3 Conselice 2 Fusignano 2 Altro 1

14 Autore delle violenze Coniuge 6 Convivente 2 Madre 1 Amico/conoscente 1 Minori ospitati/e in emergenza N minori 13

15 DATI STATISTICI CASA RIFUGIO KALIMERA L associazione dal 1 settembre 2014, cura il progetto della Casa Rifugio Kalimera ad indirizzo segreto dove ospitare le donne con o senza figli che hanno necessità di allontanarsi da casa perché vivono con partner violenti o maltrattanti. L ospitalità è rivolta anche a donne che subiscono stalking da conoscenti o estranei. L ospitalità è rivolta a donne residenti nei nove Comuni della Bassa Romagna o in qualunque parte d Italia. Accoglie donne su richiesta diretta delle stesse oppure su richiesta del servizio sociale, purché la donna sia attivamente coinvolta nella richiesta e voglia intraprendere il percorso presso la struttura di ospitalità. Le donne che intendono essere ospitate nella struttura non hanno alcun vincolo di fare querele o denunce. Donne e minori ospitati/e a Kalimera 2017 N DONNE OSPITATE 3 N MINORI OSPITATI/E 5 ITALIANE STRANIERE Tunisia: Le donne ospitate fino all 11 dicembre 2017 avevano un età compresa tra i anni. Dei minori 3 avevano un età compresa tra 0-5 anni e 2 un età compresa tra 6-11 anni. Le donne ospitate provenivano 1 da Lugo, 1 da Cotignola e 1 dalla Sicilia. Autori delle violenze Coniuge e convivente 2 Madre 1 Gli autori delle violenze sono 2 di nazionalità italiana e 1 di nazionalità tunisina.