Parco Delta del Po Comacchio 1 Maggio 2018 IL CORMORANO: DALL EUROPA AL DELTA DEL PO. Roberto Cocchi, Alberto Sorace, Stefano Volponi

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1 Parco Delta del Po Comacchio 1 Maggio 2018 IL CORMORANO: DALL EUROPA AL DELTA DEL PO Roberto Cocchi, Alberto Sorace, Stefano Volponi

2 Distribuzione colonie in Europa anni incremento demografico e conseguente ampliamento di areale Fine anni 1960 Con insediamento in regioni in cui era estinto da decenni (Belgio, Italia continentale) e colonizzazione di nuove aree (es. Svizzera, paesi baltici)

3 I conflitti con la pesca fine anni 1980 inizio anni 1990 in vari paesi europei esplode il conflitto tra mondo della pesca e cormorani

4 Iniziative internazionali : (tentativo) di redazione piano gestione nell ambito della Convenzione di Bonn (specie migratrici) : progetto REDCAFE Reducing the Conflict between Cormorants and Fisheries on a Pan-European scale (FP5) : progetto FRAP Framework for Biodiversity Reconciliation Action Plans : progetto INTERCAFE Interdisciplinary initiative to reduce pan-european Cormorant-fisheries conflicts (EU COST Action 635) 2007: EIFAC FAO Workshop European Cormorant Management Plan 2008: Relazione della Commissione Pesca UE Piano europeo di gestione della popolazione di cormorani" al fine di ridurre il loro impatto crescente sulle risorse ittiche, la pesca e l acquicoltura 2008/2177(INI) 2008: risoluzione del Parlamento Europeo - sollecita la Commissione ( ) a fornire una chiara definizione del termine danno serio (serious damage) così come all art. 9(1)(a) della Direttiva Uccelli - richiama la Commissione a produrre linee guida sulla natura delle deroghe permesse sotto l art. 9(1) della Direttiva Uccelli Dic 2008 Gen 2009: Revisione situazione Interazioni Cormorani & Pesca : progetto CorMan Sustainable management of Cormorant populations

5 Iniziative internazionali CorMan Sustanaible Management of Cormorant Populations iniziativa della Commissione U Obiettivi principali: 1. Organizzare 2012: Censimento colonie riproduttive 2013 gennaio: Censimento svernanti (dormitori / roost) 2. Creare una piattaforma Internet per lo scambio di informazioni correlate all argomento cormorani Coordinato da: Università di Aahrus in collaborazione con: il WI-IUCN Cormorant Research Group

6 Prodotti progetto CorMan: la piattaforma Cormorano nel sito della UE

7 Prodotti progetto CorMan: risultati dei censimenti delle colonie e dei dormitori

8 Prodotti progetto CorMan: risultati dei censimenti delle colonie e dei dormitori

9 Prodotti progetto CorMan: risultati dei censimenti delle colonie e dei dormitori

10 N. colonie CorMan in Italia: nidificanti 48 colonie distribuite in 11 regioni per un totale di circa nidi Maggiori presenze in Emilia-Romagna (13 siti e 44% nidi), Lombardia (22%), Piemonte (15%) e Veneto (12%) con colonie principali localizzate in corrispondenza del fiume Po, dei suoi affluenti e delle zone umide costiere nord adriatiche N. nidi 5, ,500 N. colonie??? 45 4,000 N. nidi (conteggi completi) 40 3,500 N. nidi (stima Trim) 35 3, , , , , stagione riproduttiva

11 CorMan in Italia: svernanti 80,000 IWC Roost Numero individui 60,000 40,000 20,000 R 2 = anni ' Anno (gennaio)

12 CorMan in Italia: Parco Delta del Po E-R Nidifica dal 1985 (1 nido Val Campotto) : in tutto occupati 6 siti: (3 abbandonati) Val Campotto; Valle Santa, Valle Bertuzzi, Valle Mandriole, Punte Alberete, Valle Dindona Numero di nidi cresciuto sino al 2010 (ca. 1750) poi costantemente diminuito. Ora tornato ai livelli di dieci anni fa (ca nidi) Andamento popolazione nidificante nel Parco del Delta del Po N. nidi Anno

13 CorMan in Italia: dormitori nel Parco Delta del Po E-R Distribuzione dormitori di cormorano nel Delta del Po (gennaio 2013) nel territorio del Parco E-R Gennaio 2003 Gennaio dormitori - 6 dormitori cormorani cormorani in tutto il comprensorio del Delta del Po (RA-FE-RO) Gennaio 2003 Gennaio dormitori - 13 dormitori cormorani cormorani Confronti tra due censimenti spot sono da interpretare in base all andamento climatico stagionale e a fattori di disturbo locali che possono portare a variazioni nell occupazione dei diversi siti per ridistribuzione degli individui tra dormitori vicini o arrivo/partenza di contingenti da aree al di fuori del contesto locale (es. Laguna di Venezia, entroterra)

14 Dati IWC: censimenti degli svernanti

15 Cormorano in Italia in Italia è presente la sottospecie Phalacrocorax carbo sinensis (LC in IUCN Red List). in Italia è specie sedentaria e localmente riproduttiva, svernante e migratrice regolare da ottobre a marzo-aprile;

16 L IMPATTO ecologico e/o economico su endemismi di interesse conservazionistico (Salmo (trutta) marmorata, Salmo (trutta) macrostigma, Cyprinidae in allegato II della Dir. Habitat) su ripopolamenti ittici per finalità alieutiche in ambienti semi naturali su produzioni ittiche intensive in bacini artificiali estensivi in bacini seminaturali (stagni oristanesi, ecc.)

17 Controllo dei danni da uccelli selvatici articolo 19 legge n. 157/92 articolo 9, lettera a) direttiva 2009/147/CE l obiettivo è la riduzione dei danni, non la limitazione numerica del cormorano si tratta di operazioni chirurgiche da attuare dove e quando vi sono danni ingenti (a parità di risorse impiegate, si ha riduzione d efficacia al crescere dell area interessata) si tratta di un eccezione (deroga) al regime generale di protezione (direttiva uccelli) controllo faunistico e prelievo venatorio sono attività completamente diverse (diverso riferimento normativo, finalità, strumenti, operatori, istituti, tempi).

18 Cosa stabiliscono la legge 157/92 e la direttiva 2009/147/EC qualora non vi siano altre soluzioni soddisfacenti è possibile attivare la procedura di deroga (art. 9, lettera a) 2009/147 directive) per prevenire gravi danni alla pesca o per la protezione della fauna (ittica). prima di tutto occorre applicare metodi ecologici (incruenti) ME in caso di loro inefficacia è attuabile il controllo faunistico CN il controllo deve prevedere il ricorso a mezzi selettivi ed efficaci va attuato da parte di operatori formati e nominalmente incaricati una volta acquisito il parere ISPRA le Regioni coordinano le attività e le rendicontano al MATTM con cadenza annuale la legge 157 prevede fondi regionali volti a compensare e prevenire i danni cagionati da fauna selvatica protetta o nelle aree regionali protette (art. 26).

19 Metodi ecologici incruenti (art.19 L. n. 157/92)

20 1) nelle aree di sverno delle valli da pesca Dopo la raccolta della produzione ittica (dicembre), il pesce residuo si raduna in aree di sverno (peschiere di sverno e colauri) con condizioni climatiche favorevoli. Finalità: limitare la predazione nelle vasche di sverno Strumenti: posa di reti orizzontali sopra il livello dell acqua nelle peschiere di sverno e nei colauri onde impedire l atterraggio e il decollo dei cormorani.

21 2) Nelle lagune e stagni aperti Finalità: evitare la predazione in bacini con estese superfici aperte Strumenti: disturbo e controllo numerico (obiettivo più complicato a causa delle ampie superfici interessate e della mancanza di rifugi per il pesce).

22 (*) Minimo Deflusso Vitale. lungo i corsi d acqua montani, la concentrazione di pesce nelle pozze residue può essere conseguenza della carenza d acqua sui fiumi dovuta ai crescenti emungimenti per finalità di produzione idroelettrica. 3) Sulle acque dolci (fiumi, bacini interni) Salmo trutta marmoratus endemismo dei bacini fluviali adriatici sub alpini. Finalità: impedire la predazione su tratti sensibili di fiumi strumenti: 1) evitare le immissioni di popolazioni ittiche alloctone (Salmonidi di origine atlantica, ecc.). 2) regolamentazione della pesca sportiva e contingentamento dei ripopolamenti. 3) adeguati MDV (*) (in Trentino: 2 l. di H2O al secondo/kmq di bacino imbrifero sotteso). 4) costruzione di scale di risalita in corrispondenza di salti e dighe 5) posa di fili sopra le aree di frega (dissuasione meccanica).

23 4) Allevamenti intensivi di pesce Finalità: evitare la predazione negli allevamenti intensivi Strumenti: recinzione completa tutto attorno (sopra e ai lati) alle vasche di produzione intensiva.

24 Controllo faunistico (art.19 L. n. 157/92) 24

25 controllo faunistico - obiettivo: incremento dell efficacia della prevenzione incruenta. - contingente massimo prelevabile:10% dei cormorani contati in IWC nell inverno precedente. - periodo: dall 1 Ottobre al 15 Marzo (periodo massima presenza) - no disturbo a distanza < 300 m da dormitori (selettività). - impiego esclusivo di munizioni atossiche prive di piombo in zone umide. - operatori dotati di cerate colorate associato a impiego di dissuasori gonfiabili temporizzati dello stesso colore in aree di alimentazione (effetto memoria).

26 Aspetti critici (1/3) INCREMENTO DEL NUMERO DI AREE DI CONFLITTO tendenza all incremento delle consistenze di cormorani e delle situazioni di conflitto. Assenza di una politica di gestione in ambito comunitario (UE). scarsa efficacia della gestione (controllo faunistico) dovuta all incremento delle aree critiche, oltre che alla crescente carenza di operatori (spesso cacciatori) e di risorse.

27 Aspetti critici (2/3) DISTURBO DEL CONTROLLO DEL CORMORANO forte decremento delle presenze invernali di acquatici dovute al disturbo del controllo del cormorano (ad es. stagni dell oristanese); calo del Phalacrocorax pygmaeus nella laguna di Venezia;

28 Aspetti critici (3/3) MANCANZA DEL MONITORAGGIO SULL EFFICACCIA DEI PIANI DI CONTROLLO negli stagni oristanesi, il controllo numerico ha prodotto un calo medio del 30% dei cormorani svernanti negli anni scorsi, ma nulla si sa circa gli effetti sulla produzione di pesce; generalmente gli effetti delle campagne di controllo sono valutati monitorando la dinamica delle presenze di cormorani. Pochi dati sono disponibili per relazionare gli effetti della gestione del cormorano con la dinamica della produzione di pesce. mancanza di tecniche standardizzate per la valutazione della dinamica del pescato.

29 Si ringrazia per l attenzione

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