RAPPORTO GEOLOGICO GEOTECNICO

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1 COMUNE DI STAZZEMA Medaglia d oro al Valor Militare Provincia di Lucca Piano Strutturale (L.R. 1/05) RAPPORTO GEOLOGICO GEOTECNICO Responsabile del Progetto Arch. Mauro Ciampa Collaboratori Arch. Chiara Ciampa Geogr. Laura Garcés Dott. Geol. Eugenio Trumpy Indagini geologiche idrogeologiche e geotecniche Dott. Geol. Rinaldo Musetti Collaboratori Dott. Geol. Stefania Martina Dott. Geol. Giampiero Calò Dott. Geol. Sergio Mancini Dott. Geol. Eugenio Trumpy Consulenze Agricoltura e Paesaggio Valutazione degli effetti ambientali Dott. Agr. Elisabetta Norci Collaboratori Dott. Agr. Sergio Cantini Arch. Chiara Ciampa Dott. Agr. Roberta Serini Barbara Burichetti Garante della Comunicazione Geom. Simone Lorenzi Sindaco Dott. Ing. Michele Silicani Responsabile del Procedimento Geom. Mauro Colombo Assessore ai Lavori Pubblici Urbanistica- Assetto del Territorio Rag. Maurizio Verona Maggio 2006

2 1 1 PREMESSA 3 2 INQUADRAMENTO GENERALE 4 3 INQUADRAMENTO GEOLOGICO GEOMORFOLOGICO GEOLOGIA ASSETTO STRUTTURALE SUCCESSIONI STRATIGRAFICHE GEOMORFOLOGIA MORFOLOGIA IDROGRAFIA DI SUPERFICIE ELEMENTI GEOMORFOLOGICI 21 4 ACCLIVITA DEL TERRITORIO 27 5 INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO UNITÀ PERMEABILI PER POROSITÀ UNITÀ PERMEABILI PER FESSURAZIONE E CARSISMO SCHEMA IDROGEOLOGICO GENERALE 31 6 VULNERABILITÀ DEL TERRITORIO 33 7 GEOMORFOLOGIA DEI CENTRI ABITATI 34 8 CARATTERIZZAZIONE LITOTECNICA SUCCESSIONI LAPIDEE SUCCESSIONI CON ALTERNANZE LITOIDI LAPIDEE E ARGILLITICHE SUCCESSIONI CONGLOMERATICHE (O GHIAIOSE), SABBIOSE, ARGILLOSE 40 9 DATI GEOGNOSTICI E GEOTECNICI INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA PERICOLOSITÀ PERICOLOSITÀ GEOMORFOLOGICA PERICOLOSITÀ SISMICA PERICOLOSITÀ IDRAULICA RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 41

3 2 CARTOGRAFIA ALLEGATA: TAV. 1 CARTA DI INQUADRAMENTO GEOGRAFICO E PAESAGGISTICO; SCALA 1: TAV. 2 CARTA GEOLOGICA; SCALA 1: TAV. 3 CARTA GEOMORFOLOGIA; SCALA 1: TAV. 4 CARTA DELL ACCLIVITÀ; SCALA 1: TAV. 5 CARTA IDROGEOLOGICA; SCALA 1: TAV. 6 CARTA DELLA VULNERABILITÀ IDROGEOLOGICA; SCALA 1: TAV. 7 CARTA LITOTECNICA E DEI DATI DI BASE; SCALA 1: TAV. 8 CARTA DEGLI AMBITI E DELLE PERTINENZE IDRAULICHE; SCALA 1: TAV. 9 CARTA DELLA PERICOLOSITÀ GEOMORFOLOGIA; SCALA 1: TAV. 10 CARTA PERICOLOSITÀ IDRAULICA; SCALA 1: TAV. 11 CARTA DELLA PERICOLOSITÀ DI SINTESI UTOE; SCALA 1:5.000 TAV. 12 CARTA DELLA PERICOLOSITÀ SISMICA; SCALA 1: TAV. 13 CARTA DELLA PERICOLOSITÀ SISMICA UTOE; SCALA 1:5.000 ********************************** ELENCO DEGLI ALLEGATI: ALL. 1 SINTESI STUDI SULL ALLUVIONE DEL 96; ALL. 2 SINTESI STUDIO RAVANETI DI ARNI; ALL. 3 INTERVENTI PUBBLICI DI MESSA IN SICUREZZA; ALL. 4 CAVE E MINIERE; ALL. 5 SORGENTI; ALL. 6 GEOGNOSTICA; ALL. 7 ANTRO DEL CORCHIA ED ALTRE EMERGENZE GEOLOGICHE;

4 3 1 PREMESSA Per incarico dell Amministrazione comunale di Stazzema provincia di Lucca, è stato eseguito uno studio geologico, geomorfologico, idrogeologico e idraulico sul territorio comunale, di supporto al quadro conoscitivo del Piano Strutturale Comunale. Lo studio è stato redatto secondo i criteri definiti dal Piano di Indirizzo Territoriale (P.I.T.) regionale (D.G.R.T. n 12/2000) Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) provinciale della Provincia di Lucca, dal Piano Assetto Idrogeologico (P.A.I.) del Bacino Toscana Nord (D.C.R.T ), dal Piano Assetto Idrogeologico (P.A.I.) del Bacino del Serchio (D.C.R.T. n 20 del ) ed in ottemperanza a quanto previsto dalla legislazione vigente, con la restituzione degli elaborati grafici attraverso apposita piattaforma GIS e basi topografiche georeferenziate, messe a disposizione dalla Regione Toscana. Il quadro legislativo di riferimento è rappresentato dalla seguente normativa: L.R. n 1/2005 Norme per il governo del Territorio D.M. Norme Tecniche Per Le Costruzioni (Norme Geotecniche) per quanto previsto dal punto H sulla fattibilità geologica e geotecnica della previsione urbanistica e successivo D.M D.G.R.T n 304/96 e DGRT 1030/2003 Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri (O.P.C.M.) 3274 del sulle Zone Sismiche; L.R n 21 e D.C.R. n 94/85 (Direttive sulle indagini geologicotecniche di supporto alla pianificazione urbanistica);d.g.r.t. 604/2003 (Indirizzi generali e prime disposizioni sulla riclassificazione sismica della R.T..); D.G.R.T. 751/2003 (Modifiche e integrazioni alla D.G.R.T. 604/03). La resa grafica dei rilievi e delle indagini è stata effettuata adottando le scale grafiche indicate dal PTC (1), concordata con i tecnici progettisti del Piano Strutturale: CARTOGRAFIA GENERALE Tav. 1 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO E PAESAGGISTICO scala 1: CARTOGRAFIA DI BASE Tav. 2 CARTA GEOLOGICA scala 1: Tav. 3 CARTA GEOMORFOLOGICA scala 1: CARTOGRAFIA TEMATICA Tav. 4 CARTA DELL ACCLIVITA scala 1: Tav. 5 CARTA IDROGEOLOGICA scala 1: Tav. 6 CARTA DELLA VULNERABILITA IDROGEOLOGICA scala 1: Tav. 7 CARTA LITOTECNICA E DEI DATI DI BASE scala 1: Tav. 8 CARTA DEGLI AMBITI E DELLE PERTINENZE IDRAULICHE scala 1: Tav. 9 CARTA DELLA PERICOLOSITA GEOMORFOLOGICA scala 1: Tav 10 CARTA PERICOLOSITA IDRAULICA scala 1: Tav. 11 CARTA DELLA PERICOLOSITA DI SINTESI PER LE U.T.O.E. scala 1: Tav 12 CARTA PERICOLOSITA SISMICA scala 1: Tav. 13 CARTA DELLA PERICOLOSITA SISMICA PER LE U.T.O.E. scala 1: I dati di base della Carta Geologica sono stati forniti dal Parco Regionale Delle Alpi Apuane in formato Raster non georeferenziato e dalla Regione Toscana in formato georeferenziato (parte). Sono stati inoltre utilizzati ulteriori dati su supporto informatico forniti da Regione Toscana, Provincia di Lucca, Comune di Stazzema e Comunità Montana Alta Versilia. Si evidenzia che è in corso la revisione dei dati geologico strutturali relativi alla CARTA DELLE (1) Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Lucca

5 4 VARIETA MERCEOLOGICHE DEI MARMI DELLE ALPI APUANE Progetto Marmi Regione Toscana, che potrebbe portare a modifiche interpretative dei marmi cartografati in Tavv.2 e 3. Lo studio è stato così articolato: raccolta preliminare dei dati bibliografici e cartografici di letteratura geologica e dati di precedenti indagini rilevamento geologico geomorfologico di campagna su cartografia aerofotogrammetrica comunale in scala 1:5000 e/o 1:2000 Interpretazione stereoscopica delle foto aeree (fornite dal Parco Regionale delle Alpi Apuane, Comunità Montana Alta Versilia e Provincia di Lucca) studio geomorfologico e idrogeologico di campagna studio litotecnico e geotecnico raccolta dei dati riguardanti i lavori di messa in sicurezza eseguiti sul territorio comunale da enti vari. Gli elaborati di sintesi (cartografia e rapporti tecnici) sono resi su supporto cartaceo e informatico. 2 INQUADRAMENTO GENERALE Si ritiene importante sottolineare che il 19 giugno 1996, il territorio comunale di Stazzema, è stato interessato da un evento meteorico di fortissima intensità (tempo di ritorno (Tr) di circa 500 anni), che ha profondamente condizionato l assetto geomorfologico della porzione di territorio interessata, costituita da parte del bacino del fiume Versilia e della Turrite di Gallicano. L evento alluvionale ha prodotto una concentrazione di piogge entro un raggio di 5 km con epicentro nella zona del Monte Forato e massimi valori registrati di oltre 400 mm in 12 ore, nelle località di Retignano e Pomezzana. L evento ha determinato importanti fenomeni di sovralluvionamento con diffusi dissesti idrogeologici su gran parte del territorio comunale; nel presente studio faremo spesso riferimento ad esso come causa scatenante di numerosi fenomeni gravitativi ed erosivi presenti nel territorio (vd. sintesi in All. 1). Inquadramento geografico e paesaggistico Lo studio ha riguardato il territorio comunale che si estende per complessivi di 92 kmq, parte all interno del bacino idrografico del torrente Vezza sul versante Versiliese (bacino Toscana Nord), parte dei torrenti Turrite Secca, Turrite di Gallicano, Turrite di Gragnana, sul versante della Garfagnana (Bacino principale del Fiume Serchio). Il territorio comunale rientra in un unico sistema morfologico di tipo collinare/montano, con limitate aree pianeggianti sul fondovalle dei corsi d acqua principali. Nella CARTA DI INQUADRAMENTO GEOGRAFICO E PAESAGGISTICO di Tav. 1 si riportano i principali elementi caratteristici e le attività antropiche responsabili del condizionamento del territorio. A livello naturalistico le principali emergenze sono rappresentate da: sistema carsico dell Antro del Corchia, sito di valenza naturalistica e speleologica, ed altre aree carsiche minori numerose sorgenti libere e captate, tra le quali sono da segnalare le acque minerali delle Mulinette presso Calcaferro (Mulina) e la Sorgente della Pollaccia (Isola Santa) erosioni fluvio-glaciali delle Marmitte dei Giganti del Monte Sumbra (Fatonero, Anguillaia, Arni) Torbiera di Fociomboli (Retrocorchia, paduli di Puntato) area a modellamento misto carsico e glaciale Circo Glaciale del Monte Corchia Arco Morenico di Arni di Sopra e cordone morenico di Puntato Torrioni del Monte Corchia Gruppo del Procinto: Procinto Piccolo Procinto Gruppo dei Bimbi Parete del Monte Nona

6 5 Raddoppio stratigrafico di cresta del Monte Forato Rocce lisciate di esarazione glaciale in località Gufonaglia, e roccia lisciata del versante Nord del Corchia Tra le attività antropiche sono da ricordare l attività estrattive di Cava e Miniera: numerosi sono i bacini marmiferi nelle aree di Arni, del Monte Corchia, Cardoso e Stazzema, con cave di marmi e pietre locali (Pietra del Cardoso) di buon pregio nei molti bacini minerari attivi fino a pochi anni fa, sono stati estratti minerali di Piombo, Bario, Ferro, Mercurio, soprattutto nelle aree di Ruosina, S.Anna, Cardoso e Levigliani. Normativa Sismica Nelle normative sismiche di cui all All. 1 della D.C.R.T. 94/85, il comune di Stazzema non era classificato, mentre l Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n.3274 del , inserisce il territorio comunale in zona sismica 3. Le Norme Tecniche della citata ordinanza individuano 4 zone simsiche sulla base dei valori di accellerazione orizzontale a g /g di ancoraggio dello spettro di risposta elastico. La zona 3 è così individuata: accelerazione di picco orizzontale al suolo (a g ) con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni: a g /g = accelerazione orizzontale di ancoraggio dello spettro di risposta elastico a g /g = Ai fini della definizione dell azione sismica l Ordinanza 3274/03, definisce le seguenti categorie di profilio stratigrafico del suolo di fondazione: A. formazioni litoidi o suoli omogenei molto rigidi, caratterizzati da valori di VS30 > 800 m/s, comprendenti eventuali strati di alterazione superficiale (max. 5 metri) B. Depositi di sabbie e ghiaie molto addensate, o argille molto consistenti, con spessori di diverse decine di metri, caratterizzati da un graduale aumento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di V S30 compresi tra 360 e 800 m/s (ovvero resistenza penetrometrica N spt > 50, o coesione non drenatacu>250 kpa). C. Depositi di sabbie e ghiaie mediamenteo addensate, o argille di media consistenza, con spessori variabili da diverse decine fino a centinaia di metri, caratterizzati da valori di V S30 compresi tra 180 e 360 m/s (15<N spt <50, 70<Cu<250 kpa). D. Depositi di terreni granulari da sciolti a poco addensati, oppure coesivi da poco a mediamente consistenti, caratterizzati da valori di V S30 < 180 m/s (N SPT < 15; c u < 70 kpa) E. Profili di terreno costituiti da strati superficiali alluvionali, con valori di V S30 inferiori a 360 m/s (15<N spt <50, 70<Cu<250 kpa), spessori compresi tra 5 e 20 metri, giacenti su un substrato di materiale rigido V S30 > 800 m/s. La Regione Toscana ha recepito la riclassificazione sismica della O.P.C.M. 3274/03, con le D.G.R.T. 604 e , non ha ancora adeguato la Delibera 94/85 alla nuova classificazione sismica introdotta dall Ordinanza 3274/03. Più in generale per il comune di Stazzema, l attività sismica attendibile sulla base dei dati di letteratura e di mappatura del flusso tettonico, può ritenersi simile a quella limitrofa della Garfagnana, situata sul bordo Est parte interna appenninica, con strutture prevalentemente distensive tensionali (Eva et al.,1978).

7 6 Mappatura (Eva et al.,1978) Di seguito si riportano le mappe di massima intensità sismica (in scala MCS) ricavate con metodo di Merz e Cornell da Marcellini 84 (Il rischio sismico in Toscana). Per il territorio comunale di Stazzema la distribuzione areale dell intensità è in accordo con il flusso tettonico, cioè con l andamento del sistema di faglie dirette (distensive) che caratterizzano l area. Come si può notare è attendibile un sisma di 6.5/7.5 con periodo di ritorno di 50 anni, e del 7.5/8.0 con un periodo di ritorno di 200 anni. Questi dati sono naturalmente riferiti a parametri geometrici di propagazione su larga scala, trascurando gli effetti che le strutture crustali e la geologia locale possono avere sull attenuazione dell intensità e sull amplificazione dell accelerazione al suolo. L amplificazione sismica locale rimane comunque condizionata da molteplici fattori: a) Irregolarità topografiche (creste sottili, colline a forte acclività, bordi di terrazzi) che possono provocare fenomeni di focalizzazione geometrica dell energia sismica incidente; b) Irregolarità della morfologia del substrato roccioso ( bordi di piccole valli alluvionali), c) Depositi alluvionali con o senza scadenti caratteristiche geotecniche che possono amplificare l accelerazione massima in superficie rispetto a quella che ricevono alla base per fenomeni di riflessione multipla ed interferenza costruttiva delle onde sismiche all inerno del deposito. d) Presenza di acque di falda in depositi sciolti e monogranulari all interno dei quali si possono avere fenomeni di liquefazione.

8 7 Da Il rischio sismico in Toscana Marcellini 84. Massima intensità sismica periodo di 50 anni

9 8 Da Il rischio sismico in Toscana Marcellini 84. Massima intensità sismica attendibile periodo di 200 anni 3 INQUADRAMENTO GEOLOGICO GEOMORFOLOGICO L'indagine geologico-applicativa ha come scopo principale quello di fornire un quadro conoscitivo in termini di rischio geomorfologico, idrogeologico, geotecnico e idraulico, per consentire una corretta pianificazione territoriale ed una valutazione degli effetti ambientali che essa può produrre (art. 32 L.R. 5/95). Lo studio ha permesso di elaborare, attraverso rilievi e verifiche di campagna e/o indirettamente, una serie di carte dove è riportato l'insieme delle informazioni raccolte quali: Unità litostratigrafiche; terreni di copertura recenti (detriti, conoidi, alluvioni, depositi glaciali e fluvio glaciali); aree con fenomeni franosi attivi, quiescenti e bonificati; aree soggette a processi morfogenetici. Gli obiettivi dello studio sono: fornire un quadro dettagliato delle formazioni rocciose, dei limiti geologici e dell assetto strutturale (misure di strato, faglie, lineazioni, contatti tra le varie formazioni); delimitare i confini delle aree collinari con le aree di fondovalle; evidenziare e delimitare le aree dove sono presenti processi morfogenetici in atto (frane, zone in forte erosione ecc.) e le aree dove è possibile l'innesco o la ripresa di tali processi (frane quiescenti, placche di detrito ad elevata instabilità potenziale, aree soggette ad erosioni ecc.). In particolare l elaborazione delle due carte di base si è svolta attraverso: raccolta e revisione dei dati bibliografici di cartografia geologica e di precedenti studi rilevamento di campagna su cartografia aerofotogrammetrica scala 1:5000 per il territorio extraurbano, 1:2000 per le frazioni e gli insediamenti abitati; reso 1:10000 e/o 1:5000 per le UTOE (2) Interpretazione stereoscopica delle fotografie aeree disponibili aggiornamento e revisione critica della cartografia comunale, provinciale e dell Autorità di Bacino Toscana Nord, con particolare riferimento alle UTOE. (2) Unita Territoriale Omogenea di Espansione

10 9 3.1 GEOLOGIA ASSETTO STRUTTURALE L impianto geologico dell area è da riferire alla più generale dinamica della tettonica a falde dell Appennino Settentrionale, che spiega la presenza di formazioni appartenenti ad unità tettoniche e stratigrafiche diverse. L Appennino settentrionale è una catena montuosa che si è sviluppata durante l orogenesi terziaria, con inizio del processo nell Eocene medio-superiore, attraverso la chiusura del settore ligure del dominio oceanico ligure-piemontese, in presenza di una collisione continentale tra il blocco Sardo-Corso e la microplacca Adria (Apula). Un regime prevalentemente compressivo derivato da questa tettonica collisionale si è poi propagato dai settori più interni a quelli più esterni della catena, in direzione da SW a NE nella attuale posizione della penisola italiana. A partire dal Miocene inferiore nella parte interna della catena (dominio toscano), le strutture compressive sono state poi interessate da una rilevante tettonica di tipo distensivo da Nord verso Sud, contemporanea all apertura del mare Tirreno settentrionale. Questo regime di distensione continua ad interessare la parte occidentale dell Appenino Settentrionale, con sviluppo prevalente di strutture ad Horst e Graben. Nella ricostruzione della struttura effettuata lungo la trasversale dall interno verso l esterno della catena, sono stati riconosciuti i seguenti domini: a) Dominio Ligure, rappresentato da relitti di terreni provenienti da basamento oceanico (ofioliti) e relative coperture sedimentarie, con flysch cretaceo-paleogenici scollati dal loro substrato; nella porzione più esterna si hanno solo successioni creteaceo-eoceniche con melanges di ofioliti e flysch calcarei del tutto sradicati dal relativo substrato. b) Dominio Subligure, visibile nella sola successione paleogenica dell Unità di Canetolo profondamente tettonizzata, con natura del substrato e provenienza paleogeografica ignote. c) Dominio Toscano Interno (Falda Toscana), formazioni con metamorfismo di anchizona o non metamorfiche, del Trias superiore Miocene inferiore, del tutto scollate sul livello di evaporiti del Trias superiore (calcare cavernoso). d) Unità di Massa, interposta tettonicamente tra Falda Toscana e Autoctono Auctt., composta da terreni di età paleozoica o del Trias inferiore-medio. Viene interpretata come il possibile substrato originario della Falda Toscana, sovrascorsa e scollata su di essa, o derivare da un dominio proprio, situato tra i domini Toscani con assenza di coperture mesozoiche e terziarie. e) Dominio Toscano Esterno (Autoctono), dato dalla successione di terreni deformati da metamorfismo in facies di scisti verdi, comprendenti litologie di basamento paleozoico (con deformazioni erciniche più antiche) e una successione mesozoica-terziaria. f) Unità di Monte Cervarola, data da un flysch del Miocene Medio deposto in una zona di bacino al fronte delle falde del Dominio Toscano Esterno e parzialmente accavallato sul Dominio Umbro-Marchigiano. Non si ha traccia nell Appennino del relativo substrato. h) Dominio Umbro-Marchigiano, livello di thrust-fold belt scollato a livello di evaporiti triassiche, affiorante in Umbria e nelle Marche e sepolti dalle coltri liguri migrate al di sopra della Falda Toscana. E la zona più esterna della catena, con terreni sedimentari di età fino al Miocene Superiore (non sii rileva sul territorio comunale) Escludendo le zone più meridionali del territorio (Finestra Tettonica di S.Anna; asse montuoso del Monte Gabberi) e quelle del versante Est dello spartiacque meridionale delle Alpi Apuane (territorio di Palagnana-Monte Croce), dove affiorano terreni della Successione Toscana, gran parte del territorio esaminato si colloca nel settore sudorientale del Nucleo Metamorfico delle Alpi Apuane, dove affiorano Unità del dominio dell Autoctono (Auctt.).

11 10 Il modello evolutivo proposto negli studi geologico strutturali di Carmignani e Kligfield (1990) compendia la teoria di un evoluzione polifasata complessa descritta in circa 25 anni di letteratura specialistica, attribuendo la strutturazione delle Apuane a due fasi principali: una fase compressiva (D1) legata alla collisione del basamento europeo (Sardo-Corso) con il basamento africano della microplacca adriatica, responsabile dei principali raccorciamenti crostali, durante la quale si ha la strutturazione del Complesso Metamorfico Apuano; una fase distensiva (D2) post-collisionale, che porta al riequilibrio isostatico della crosta ispessita, con risalita delle porzioni più profonde e la formazione del core complex apuano. Con la ricomposizione della geologia complessiva del massiccio apuano, operata nella pubblicazione della Carta del Parco delle Apuane (2001), sono state eliminate le suddivisioni tettoniche dell Unità delle Panie e delle Scaglie parautoctone di Stazzema (Carmignani et al., 1993), la differenza strutturale tra le ex Unità è stata ridotta a contatti tettonici di ordine inferiore. Sono state quindi lasciate nella descrizione del Nucleo metamorfico, le sole unità di Massa e Apuana; la prima è ben caratterizzata a livello di successione stratigrafica, con netti confini dati da contatti tettonici di primo ordine; la seconda possiede al suo interno delle sottounità con modeste variazioni stratigrafiche e contatti tettonici inferiori. La fase (D1) è ben conservata soprattutto nelle Alpi Apuane Settentrionali, caratterizzata da pieghe isoclinali non cilindriche di dimensioni anche chilometriche NE vergenti, con sviluppo di scistosità (S1) sin-metamorfica parallela al piano assiale, che in genere traspone le originarie superfici di stratificazione. Nelle litologie della Falda Toscana questa deformazione è stata verificata dalle relazioni angolari tra scistosità e stratificazione, le maggiori strutture della fase D1 riscontrabili sul territorio comunale sono: a) Sinclinale di Carrara; struttura più occidentale dell Unità Apuana, con asse a direzione appenninica; verso SE si ritrova in modo discontinuo nei motivi delle sinclinali delle Madielle, di Trambiserra e del Monte Costa, al nucleo di marmi o calcari selciferi. b) Anticlinale di Vinca; ben rappresentata dall affioramento esteso dei nuclei paleozoici a Filladi inferiori e Porfiroidi della Valle del Giardino (duomo dell antiforme di scistosità), per proseguire tra il Monte Corchia e la Pania della Croce, a formare l Anticlinale di Mosceta. c) Sinclinale del M.Altissimo Monte Corchia Puntato; struttura tra le maggiori della catena a nucleo di marmi e calcari selciferi, si rileva soprattutto nel motivo dell affioramento ribaltato Monte Rocca Monte Alto Monte Corchia, mentre più a Nord-Est è visibile nella Sinclinale di Puntato. d) Anticlinale del Monte Tambura e di Campanice-Fociomboli; lunga struttura laminata nel suo fianco rovesciato, che fascia interamente l adiacente sinclinale di Arni, radicandosi sul versante Ovest della catena, terminando con dinamica di tete plongeante nell area di Campanice e Fociomboli. Altre strutture minori descritte in studi specialistici sono : Sinclinale di Arni Arnetola, a nucleo di Cipollini e Scisti sericitici, complicata da successivi ripiegamenti in antiformi e sinformi e con rilevanti affioramenti di marmi; Anticlinale di Passo Sella; Sinclinale del Monte Fiocca e Anticlinale del Monte Sumbra. La fase distensiva (D2) si realizza attraverso la formazione di zone di taglio duttili, inclinate a SW lungo il fianco sud-occidentale del duomo realizzato dalle rocce metamorfiche (grande antiforme di scistosità alla scala dell intera catena); inclinate a NE sul fianco nord-orientale. Entro le zone di taglio si sviluppa una scistosità di crenulazione, associata alla formazione di pieghe per lo più asimmetriche, lo spostamento entro queste zone di taglio a scala regionale determina un estensione orizzontale accompagnata da assottigliamento crostale. Le strutture di interferenza generate dalla sovrapposizione della D2 sulla D1 sono di difficile interpretazione; nelle figure allegate si riportano lo Schema sintetico della struttura dell Appennino Settentrionale (schema Carta parco) e le colonne stratigrafiche tipo dell Autoctono Apuano, proposte dal prof. L. Carmignani. La successione Toscana non metamorfica (Falda Toscana) deve il suo attuale assetto tettonico, ad una serie di eventi tettonici-metamorfici tutto sommato analoghi a quella del complesso metamorfico sottostante, con fasi compressive NE-vergenti e una tettonica distensiva con

12 11 pieghe rovesciate vergenti verso il Mar Tirreno. Anche nella Falda Toscana è presente una tettonica polifasica (Pertusati et al.,1977) con una scistosità (S1) in rocce argillose, con metamorfismo di anchizona, un clivaggio derivato da una seconda fase (S2) spesso poco evidente che si ritrova associato a strutture plicative, con pieghe di grande estensione e vergenza verso Ovest (Carosi et al. 2002). Una terza fase compressiva è stata determinata da pieghe orientate Est-Ovest e piano assiale debolmente inclinato verso Est. La tettonica della FT nella fase distensiva è principalmente composta da faglie dirette ad alto angolo e piani assiali orizzontali, con sovrapposizioni di rocce più giovani su litologie antiche (esempio classico delle sovrapposizioni nella fascia del Monte Matanna-Monte Nona-Procinto e zona di Palagnana). le faglie dirette di tipo listrico si radicano entro l orizzonte di scollamento del Calcare Cavernoso (al letto) e dalla Scaglia Toscana (al tetto), la successione carbonatica dà luogo a grandi pieghe di trasferimento NW-SE (es. Monte Matanna), e strutture anticlinali classicamente considerate di rollover (es. M.Croce - Carmignani, 1990), tipiche degli strati al tetto delle faglie a basso angolo. Alla luce di nuovi studi a carattere strutturale (Molli e Meccheri, 2000; Carosi et al., 2002), la classica impostazione della catena apuana è stata sottoposta a revisioni, individuando un evoluzione tettonica più complessa. All interno delle formazioni carbonatiche, in particolare dei marmi la (D1) è stata suddivisa in due fasi di cristallizzazione e metamorfismo a carattere di sviluppo di pressioni (D1a e D1b), di cui una più statica con picco relativo di alte temperature. Nelle interazioni tra terreni dell Autoctono Auctt. e della Falda Toscana, specie nel territorio delle Apuane meridionali in cui ricade ampia parte del Comune di Stazzema, sono state individuate ulteriori fasi tettoniche tardive (D3 e D4 - Carosi et al 2002), due nell Unità Apuana e una nella Falda Toscana, fasi associate allo sviluppo di pieghe orizzontali e verticali tra loro parallele, in regime compressivo meno sviluppato dell evento D1. Alcune osservazioni di queste fasi tardive, applicate alla ricerca sui giacimenti di Pietra del Cardoso sono state effettuate da Coli e Livi (2003); a livello di strutture maggiori, comunque rimane valido il modello classico di Carmignani et al. (1990;1993). Di seguito si riporta lo Schema Tettonico e le colonne stratigrafiche tipo dell Autoctono Apuano, proposte dal prof. L. Carmignani.

13 12 SCHEMA TETTONICO DELLE ALPI APUANE*

14 13 COLONNE STRATIGRAFICHE SCHEMATICHE*

15 14 *estratto da "TETTONICA DISTENSIVA DEL COMPLESSO METAMORFICO APUANO (GUIDA ALL'ESCURSIONE)"

16 SUCCESSIONI STRATIGRAFICHE Come accennato sul territorio rilevato affiorano in larga misura formazioni epimetamorfiche dell Autoctono (Auctt.), attribuibili alla copertura mesozoica e terziaria ed al basamento paleozoico (vd. CARTA GEOLOGICA Tav 2). Le formazioni geologiche affiorano dal basso verso l alto secondo il seguente schema: Autoctono (Auctt.) Basamento Paleozoico, affiora nel settore centromeridionale (con punto di maggiore sviluppo nella zona circostante il Canale del Giardino e gli abitati di Ruosina e Terrinca) e rappresenta l area di culminazione assiale della grande anticlinale di Vinca: Filladi inferiori (fi). litologia: Filladi quarzitico muscovitiche, spesso cloritiche con alternanze di Quarziti e più raramente Filladi grafitiche; lenti di Metavulcaniti basiche. età: Cambriano?-Ordoviciano?. affioramenti: la maggiore presenza di questa litologie si ha nella zona della profonda incisione valliva del Canale del Giardino e nei pressi dell abitato di Ruosina. Altri affioramenti si rilevano nelle frazioni di Gallena, Retignano, Terrinca, Levigliani. Porfiroidi, Scisti Porfirici e Metarenarie quarzose (pf): litologia: Metarenarie quarzose, Metarenarie arcosiche, Quarziti e Quarziti filladiche. Porfiroidi e Scisti porfirici, Metavulcaniti a composizione riolitica, con fenocristalli di quarzo e feldspato in matrice quarzoso muscovitica, Metarcosi e Filladi muscovitiche cloritiche con abbondanti cristalli di quarzo vulcanico. età:?ordoviciano-superiore affioramenti: si presentano a coronamento della estesa area delle Filladi Inferiori sopra descritte, con estensioni in prossimità di Ponte Stazzemese. Dolomie scistose ad Orthoceras e Calcari nodulari rossi (co) litologia: Calcari rossi nodulari, Metacalcari e Metacalcari dolomitici rossastri, Calcescisti e Filladi carbonatiche a clorite e muscovite, Dolomie scistose a Orthoceras, Dolomie cristalline, Filladi grafitiche e più raramente Quarziti nere (liditi). Localmente, abbondanti resti di crinoidi e Ortocheras. età:.?siluriano-?devoniano affioramenti: trovano la maggiore estensione nell area dell Alpe di Pruno e della Foce di Mosceta, ed in modo limitato nelle zone abitate di Levigliani e Retignano, dove sono oggetto di escavazioni lapidee particolari, come i Calcari nodulari rossi di Retignano-La Risvolta Successioni Mesozoiche e Terziarie A metamorfismo alpino in facies scisti verdi, sono rappresentate da una successione carbonatica piuttosto articolata dalla strutture di pieghe sinclinali (le principali sono quelle del Monte Altissimo e di Arni) Il rilevamento di campagna ha permesso di riconoscere i seguenti termini (dal basso verso l alto): Verrucano, Formazione di Vinca (Vr). litologia: Verrucano. Quarziti, filladi muscovitiche e metaconglomerati quarzosi in matrice quarzitico filaldica età: Ladinico sup. Carnico litologia: Formazione di Vinca. Quarziti, metarenarie feldspatiche e filladi con intercalazioni di Dolomie età: Norico

17 16 affioramenti: affiorano in modo discontinuo nella parte centrale di territorio, lungo un allineamento Guglie del Corchia-Monte Ceto-Pontestazzemese-Monte Rocca, e sul lato Ovest lungo la dorsale Corfigliette-Monte Forato-Monte Procinto-Grottaccia. Grezzoni (gr). litologia: Dolomie con limitate modificazioni microstrutturali metamorfiche (esteso boudinage). Alla base brecce metamorfiche ad elementi dolomitici, nella parte intermedia dolomie grigio scure stratificate, nella parte alta dolomie a patina di alterazione giallastra con tracce di filladi lungo i giunti di stratificazione. Talvolta presenti noduli o liste di selci nere (pizzo d Uccello, Monte Grondilice). Dolomie brecciate grigio-giallastre con struttura a cellette talvolta cariate". età: Norico affioramenti: affiorano estesamente nella parte centrale di territorio lungo un allineamento Guglie del Corchia-Monte Ceto-Pontestazzemese-Monte Rocca, e sul lato Ovest lungo la dorsale Corfigliette-Monte Forato-Monte Procinto-Grottaccia. Brecce di Seravezza e Scisti a Cloritoide (Br) litologia: Brecce poligeniche metamorfiche a elementi marmorei e subordinatamente dolomitici, con matrice filladica a cloritoide di colore rossastro o verdastro. Localmente livelli discontinui di Filladi a cloritoide, minerale che può diventare il principale costituente della roccia. età: Retico-?Lias inf affioramenti: Queste formazioni occupano porzioni stratigraficamente significative seppure ristrette in potenza di territorio comunale (allineamento Mulina, Pontestazzemese; Volegno; Piastraio e retro Corchia). Marmi a Megalodonti, Marmi dolomitici (Grm, Md) litologia: Marmi a Megalodonti: Marmi saccaroidi, massicci o grossolanamente stratificati, con scarsa muscovitiche clorite lungo i giunti di strato. Frequenti molluschi, brachiopodi e megalodonti età: Retico litologia: marmi dolomitici: Marmi dolomitici alternati a livelli di Dolomie con frequenti alghe, gasteropodi, brachiopodi e lamellibranchi. Talvolta sono presenti spessori variabili di Dolomie cristalline massicce grigio chiare. età: Lias Inferiore affioramenti: affiorano nella zona del Retro Corchia e sul versante occidentale dell allineamento Pizzo delle Saette, della Pania della Croce, Monte Forato). Marmi (m). litologia: Marmi di colore variabile dal bianco al nero al grigio, con rari e sottili livelli di Dolomie e Marmi dolomitici giallastri. Brecce monogeniche metamorfiche ad elementi marmorei da centimetrici a metrici. Brecce poligeniche metamorfiche a prevalenti elementi marmorei e subordinati di dolomia, selci grigio chiare e rosse, talvolta con matrice filladica rossastra o violacea. età: Lias inf. (?medio) affioramenti: Le zone di maggiore estensione areale della formazione marmifera si ritrovano nella Valle di Arni e nella parte medio-superiore della Turrite Secca, in corrispondenza delle situazioni strutturali più complesse nell edificio apuano (sinclinale di Arni, Antiformi di Passo Sella e sinclinale del Monte Sumbra). Altre aree importanti sono situate nella sinclinale del Monte Corchia, nelle strutture secondarie del Monte Alto e di Mulina di Stazzema, dove si ritrovano varietà merceologiche coltivate in numerose cave. Calcari Selciferi (cs): litologia: Metacalcilutiti grigio scure con liste e noduli di selce, e rari livelli di metacalcareniti in strati di potenza variabile, spesso alternati con strati più sottili di Calcescisti e Filladi carbonatiche grigio scure con pirite ed Ammoniti piritizzate (zona del Monte Sumbra). età: Lias Medio Superiore

18 17 affioramenti: occupa porzioni abbastanza ristrette in estensione e potenza di territorio, prevalentemente nell area a Nord dell abitato di Pruno e nella parte alta del bacino della Turrite Secca. Diaspri, Calcescisti (d): litologia: Diaspri: Metaradiolartiri rosso violacee e verdastre sottilmente stratificate con intercalazioni di Filladi quarzitiche. Nella parte superiore della formazione sottili livelli di Calcari silicei metamorfici e Filladi carbonatiche. età: Malm litologia Calcescisti : Calcescisti grigio verdastri a patina di alterazione marrone chiaro, con sottili intercalazioni di Filladi età: Lias superiore-dogger. affioramenti: La zona di principale affioramento di questa formazione si ritrova nella struttura complessa della sinclinale di Arni, dove la plasticità dei litotipi ha determinato numerosi ripiegamenti secondari all interfaccia con i Cipollini, numerose laminazioni con le formazioni dei Marmi e deformazioni tettoniche fino a piccola scala. Altre zone significative si hanno nella zona tra Monte Freddone la Cima di Gufonaglia. Calcari selciferi a Entrochi (cse) litologia: Metacalcilutiti grigio chiare e color avorio, ben stratificate con liste e noduli di selce. La parte superiore è costituita da Metacalcareniti grigie in strati più potenti, con liste e noduli di selce; al tetto della formazione lenti di Metacalciruditi derivate da originarie brecce poligeniche ad elementi di Calcilutiti, Dolomie e Radiolariti. età:. Titoniano superiore-cretaceo inferiore. affioramenti: piuttosto scarsi e limitati alla zona Sud-SudOvest di Pontestazzemese e al limite Nord del territorio, presso la Cima di Gufonaglia a NordEst del Monte Freddone Calcari a Nummuliti, Cipollini, Scisti sericitici (sc): litologia: Calcari a Nummuliti: Filladi muscovitiche verdastre, rosso violacee e più raramente grigie a macroforaminiferi. età:?eocene-oligocene litologia: Cipollini: Calcescisti verdastri o rosso violacei, Marmi e Marmi a cloritoide, livelli di Metacalcareniti grigie a macroforaminiferi. età:?eocene-oligocene litologia: Scisti Sercitici:, Filladi muscovitiche verdastre, rosso e rosso violacee e più raramente grigie, con rari e sottili livelli di Filladi carbonatiche, Marmi a clorite e Metaradiolariti rosse. età: Cretacico inf.-oligocene affioramenti: Le aree più rappresentative sono date dal nucleo della struttura complessa sinclinale di Arni, dall area dell Alpe di Pruno e da affioramenti a sud di Farnocchia. Questi livelli in passato sono stati coltivati per estrazioni di marmi, specie nelle prime due località; altri affioramenti significativi si ritrovano in località prossime al Monte Freddone e Isola Santa, dove persistono attività estrattive del Cipollino, di buone caratteristiche merceologiche. Pseudomacigno (pmg). litologia: Metarenarie quarzoso feldspatico micacee alternate a Filladi grigio scure. Rappresenta il termine più alto della serie post-paleozoica affioramenti: I livelli metarenacei affiorano in un vasto areale tra le frazioni di Farnocchia e di Pruno, dove insistono gli insediamenti urbani delle frazioni di Cardoso, Volegno, Pomezzana, e Mulina; nella zona di S. Anna e in sponda destra della Turrite Secca. Le qualità merceologiche più metarenacee dello Pseudomacigno, favoriscono l estrazione della Pietra del Cardoso, il cui piano di sviluppo si è ampliato dalla classica area omonima ad altre località presso Stazzema e Pomezzana, dove locali escavazioni di pietra nella variante Filladica, sono utilizzati in edilizia. età: Oligocene sup

19 Unità di Massa Successione Triassica a metamorfismo alpino in facies scisti verdi, qui rappresentata da un unico termine: Filladi sericitiche, Anageniti (fs) litologia: Filladi Sericitiche, Filladi quarzitico muscovitiche grigie, grigio verdi, violacee, alternate a Filladi scure. litologia: Anageniti, Metaconglomerati quarzosi con matrice quarzitico filladica da grigio verde a violacea. Gli elementi sono costituiti in prevalenza da quarzo rosato e quarziti bianche o rosate, talvolta sono presenti livelli Quarzitico filladici violacei. età: Carnico affioramenti: un unico limitato affioramento si individua sotto i Pizzi dell Argentiera nella zona SudOvest del territorio comunale, in contatto tettonico con le filladi inferiori dell Auct Successioni Toscane Falda Toscana. Nella nuova classificazione tettonica della Carta del Parco delle Alpi Apuane (Carmignani et al., 2001), soltanto una limitata parte del territorio comunale è inserita in litologie appartenenti alle serie Toscana non metamorfica. Queste aree si ritrovano nella zona di S.Anna di Stazzema, dove si riscontrano motivi di sovrascorrimento sull orizzonte di scivolamento tettonico del Calcare Cavernoso e Brecce Poligeniche dei terreni carbonatici sui terreni metamorfici, che affiorano in finestra tettonica. Nella zona di Palagnana, oltre lo spartiacque principale dato dall asse Monte Matanna-Monte Nona-Monte Forato, si presenta il maggiore affioramento di questa serie, raccorciata da sovrascorrimenti tettonici e faglie distensive riconducibili al sistema del Graben del Serchio (Eva, 1978). Si riconoscono, a partire dal basso verso l alto: Calcare Cavernoso e Brecce Poligeniche (cv) Litologia: Calcare Cavernoso: Calcari dolomitici e Dolomie grigie con struttura a cellette e Dolomie cariate litologia: Brecce Poligeniche: Brecce poligeniche con prevalenti elementi di Dolomie, Calcari dolomitici triassici ed elementi più recenti della falda Toscana e subordinatamente delle unità Liguri. In prossimità del contatto tettonico con l Autoctono Auct., elementi di rocce metamorfiche provenienti da questa unità tettonica possono divenire prevalenti. età:norico-retico. affioramenti: si riscontrano in prevalenza nella zona circostante i rilievi del Monte Lieto, Monte Gabberi e Monte Arsiccio, dove insistono le frazioni più meridionali del comune; e con discontinuità al tetto dell Autoctono. Calcari e marne a Rhaetavicola contorta (cr) litologia: Calcari e Calcari dolomitici e Dolomie con sottili intercalazioni di Marne. Generalmente nella parte inferiore prevalgono Calcari, Calcari dolomitici e Dolomie, cui seguono Calcilutiti nere alternate a sottili livelli di Marne grigio scure a patina di alterazione giallastra. età: Norico-Retico affioramenti: lungo il sovrascorrimento con l Autoctono lungo un asse comprendente le cime del Monte Lieto, Gabberi, Nona, e il versante destro orografico del Monte Croce e della vallata della Turrite di Gallicano. Calcari Massicci (cm) litologia: Calcari e Calcari dolomitici grossolanamente o non stratificati. La parte alta della formazione comprende Calcilutiti grigie talvolta con sottili orizzonti giallastri in corrispondenza dei giunti di strato. età: Hettangiano affioramenti: significativi affioramenti nell area compresa tra Palagnana Monte Croce Monte Matanna e Monte Nona.

20 19 Rosso Ammonitico (ra) litologia: Calcari nodulari rosati, rossi o giallastri e calcari stratificati rosa, talvolta con sottili interstrati di Marne rosse e rare Selci rosse. età: Lias inferiore affioramenti: affiora in modo significativo nelle sole aree dell Alto Matanna e di Palagnana, con alcune alternanze per ripiegamento a scala chilometrica lungo la cresta sommitale del Monte Matanna. In passato questo materiale fu episodicamente scavato per estrazione di materiali lapidei. Calcari Selciferi inferiori (csi) litologia: Calcari e Calcari marnosi grigio chiari, ben stratificati, con noduli e liste di Selce grigio chiare e sottili interstrati marnosi; rari livelli calcarenitici. età: Lias medio-superiore affioramenti: affiora prevalentemente nell area di Palagnana e del fondovalle della Turrite di Gragliana Marne a Posidonia (mp) litologia: Marne e Calcari marnosi e Argilliti marnose varicolori, con sporadici livelli radiolaritici nella parte sommitale. Localmente sono livelli di Argilliti nere grafitose; talora alla base della formazione si trovano sottili lenti di Brecce calcareo silicee. età: Toarciano inferiore-?calloviano affioramenti: affioramento principale nella zona di Palagnana e nella frazione de Il Cerro. Calcari Selciferi Superiori (css) litologia: Calcari e Calcareniti gradate (torbiditi) di colore grigio scuro, a liste e noduli di selce nera. età: Oxfordiano-Kimmeridgiano superiore affioramenti: limitati nella zona del fondovalle della Turrite di Gragliana, presso Palagnana. Diaspri (di) litologia: Radiolariti rosso scure o verdi, sottilmente stratificate, localmente con interstrati argillitici. Nella parte alta della formazione, marne silicee e argilliti rosse con rare intercalazioni di calcilutiti silicee grigio verdastre. età: Malm affioramenti: limitati, soltanto sotto la vetta occidentale del Monte Croce e a Est di Palagnana. Maiolica (mac) litologia: Calcilutiti e Calcilutiti silicee bianche e grigie, a frattura concoide con liste e noduli di selce, che prevalgono nella porzione inferiore, nella parte sommitale Calcareniti e Brecce torbiditiche. età: Titoniano Superiore-Cretacico inferiore affioramenti: significativi affioramenti in una fascia comprendente la zona di Palagnana (borgate di Zarli e Pioppo), l intera vetta del Monte Croce e la parte alta del versante destro orografico della Turrite di Gallicano, a Sud Est di Petrosciana. Scaglia Toscana (st) litologia: Argilliti varicolori, Marne e Marne calcaree rossastre con intercalazioni di Calcilutiti, Calcilutiti silicee e Calcareniti età: Cretacico inferiore-paleogene affioramenti: limitati affioramenti a Nord di Palagnana. Calcari a Nummuliti (cn) litologia: Calcareniti a macroforaminiferi e Calciruditi grigie, talvolta selcifere, in strati di potenza variabile, alternate con Argilliti e Marne rosse o verdastre. età: Eocene-Oligocene inferiore affioramenti: estesi affioramenti nell area di Palagnana (loc. Pioppo).

21 20 Macigno (mg) litologia: Arenarie quarzoso feldspatico micacee gradate in strati di potenza variabile con livelli più sottili di Argilliti siltose. età: Oligocene Superiore-Miocene Inferiore affioramenti: affioramenti estesi si manifestano nella parte più orientale del territorio comunale a Nord Est di Palagnana, nella fascia che dall albergo basso Matanna sale verso Colle delle Baldorie e Buca delle Fate Depositi Quaternari Oltre alle formazioni quaternarie in senso stretto, nella CARTA GEOLOGICA sono stati rappresentati anche i terreni di copertura significativi (Depositi di Versante e Ravaneti) con spessori evidentemente superiori a metri, tali da rappresentare loro stessi una categoria di terreno a se stante rispetto al substrato roccioso su cui poggiano, riservando comunque al successivo capitolo riguardante la geomorfologia, definizioni di maggior dettaglio sulle coperture in senso lato e sulle forme gravitative. Le formazioni ed i depositi quaternari risultano: Brecce di Metato (bme) litologia: Brecce poligeniche ad elementi provenienti da formazioni mesozoiche e terziarie della Falda Toscana e dell Autoctono Apuano. età:?miocene Superiore-?Quaternario affioramenti: limitati a Est del Monte Gabberi, sul versante meridionale del monte Gegoli Depositi glaciali e fluvio glaciali (morene) (mo) litologia: Clasti eterometrici di forma arrotondata e subangolosa in abbondante matrice limoso sabbiosa. Rappresentano una tipologia di detrito naturale con pezzame eterogeneo, grossolanamente modellato e parzialmente cementato, prodotto dell azione erosiva del fronte di espansione frontale e laterale di antichi ghiacciai età: Pleistocene Medio-Superiore (Riss e Wurm) affioramenti: le maggiori estensioni residuali di questi depositi si rilevano nel fondovalle della Turrite Secca, presso gli abitati di Arni e Campagrina e presso gli Alpeggi di Puntato e Col di Favilla. Depositi alluvionali recenti e attuali (al) litologia: Ghiaie eterometriche, Sabbie e Limi soggetti ad evoluzione con ordinari processi fluviali. età: Olocene. affioramenti: sono diffusi lungo i corsi d acqua principali, con classazione decrescente dall asse fluviale fino a facies sabbioso limose nelle fasce più elevate del bordo alluvionale. Depositi di versante (dt) litologia: terreni prevalentemente sciolti ed eterogenei, talora grossolani, che formano le coperture detritiche più ampie, rilevabili anche con il supporto dell osservazione stereoscopica delle foto aeree. età : Quaternario (Olocene?) affioramenti: ampie estensioni si rilevano in corrispondenza delle litologie scistoso-filladiche (Pseudomacigno, Filladi Inferiori) delle aree di Ruosina Retignano, Terrinca, Levigliani; e tra Farnocchia, Pomezzana e Stazzema. Ravaneti litologia: depositi antropici recenti, prodotto di scarto della escavazione dei marmi e altri materiali lapidei della Serie metamorfica Apuana, pezzame eterogeneo in matrice limosoargillosa. età: Quaternario recente affioramenti: Le più ampie estensioni di questi depositi artificiali si ritrovano oltre che nella vallata di Arni, descritta in dettaglio nello studio di Musetti et al. (2002) vd. All. 2, nella zona di

22 21 coltivazione di marmi arabescati del Monte Corchia con discariche a varie quote. Altre aree con ravaneti rilevanti rimangono quelle del Monte Costa e delle cave di brecce di Seravezza del Piastraio e del Rondone; altri (Cave di Monte Alto, delle brecce di Volegno e dei Bardigli fioriti delle Mulina) inattivi da oltre 20 anni sono localmente rinaturalizzati. Ravaneti meno rilevanti sono quelli delle cave di Cardoso. 3.2 GEOMORFOLOGIA MORFOLOGIA Il territorio comunale è sostanzialmente collinare montano (vd. Carta dell acclività dei versanti), con moderata asperità lungo la valle del torrente Vezza (acclività media o medio alta) ed una più consistente parte prettamente montana, con acclività medio alta ed alta. L'altitudine media si aggira sui m s.l.m., e culmina nella parte NE del territorio con i rilievi circostanti la Pania della Croce intorno ai 1800 m s.l.m. Le incisioni vallive sono generalmente ad andamento rettilineo, piuttosto incassate con fianchi ripidi IDROGRAFIA DI SUPERFICIE Lo schema idrogeologico è rapportabile a 4 bacini idrografici principali ricompresi all interno del Bacino Toscana Nord e nel Bacino del fiume Serchio: Bacino Toscana Nord a) Bacino del torrente Vezza e Canali delle Mulina e di Cardoso (Torrente Versilia) b) Bacino del Canale del Giardino e del Canale del Bosco-Canale delle Volte I due bacini idrografici si riuniscono in un unico sistema in prossimità di Ruosina, a formare il torrente Vezza Bacino Fiume Serchio c) Parte superiore del Bacino della Turrite Secca e dei Canali delle Gobbie, del Freddone e delle Verghe d) Parte superiore del bacino dei torrenti Turrite di Gallicano e Turrite Gragnana I rami principali del sistema idrografico si sviluppano in direzione Est-Ovest, i minori hanno direzione principale Nord-Est Sud-Ovest, secondaria Nord-Ovest Sud-Est. Il corso d acqua principale è il torrente Cardoso/Vezza, gli altri sono a carattere torrentizio, con portate modeste e stagionali e reticolo idrografico, condizionato dalle litologie: la forma e la distribuzione degli impluvi che si sviluppano nelle zone di affioramento dei terreni pseudoarenacei e filladici (costituenti la maggior parte delle dorsali montuose della zona centrale e meridionale del territorio), danno luogo a reticoli di tipo convergente, dove l'azione erosiva è testimoniata dalla presenza di valli discretamente incise nelle aree di affioramento dei terreni prevalentemente carbonatici si rilevano minori incisioni e livelli di gerarchizzazione, rappresentativi di sistemi in cui è privilegiata l'infiltrazione nel sottosuolo rispetto al ruscellamento superficiale ELEMENTI GEOMORFOLOGICI L'evoluzione geomorfologica generale è strettamente connessa ad una serie di concause: la tettonica recente, che ha causato un ringiovanimento dei rilievi per sollevamento e innescato processi morfogenetici anche di notevole entità le condizioni climatiche, talora fattore scatenante di fenomeni di notevole importanza, come testimoniato dagli eventi più recenti (alluvione del 1996) gli agenti di modellamento esogeni quali la forza di gravità, l acqua, il ghiaccio, il vento ecc, l azione dell uomo

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