ALESSANDRO USAI. Soprintendenza per i Beni Archeologici delle province di Cagliari e Oristano IL COMPLESSO NURAGICO DI PIDIGHI (SOLARUSSA - OR)
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1 ALESSANDRO USAI Soprintendenza per i Beni Archeologici delle province di Cagliari e Oristano IL COMPLESSO NURAGICO DI PIDIGHI (SOLARUSSA - OR) 1. Le ricerche in corso nel complesso nuragico in località Pidighi di Solarussa 1, che si affiancano a precedenti indagini nel nuraghe S. Barbara di Villanova Truschedu 2 e nell abitato di S. Barbara di Bauladu 3, offrono la rara opportunità di superare la dimensione puntiforme dello scavo archeologico isolato e di porre le basi per una ricostruzione a livello geografico cantonale, o ancor meglio a livello antropico di comunità o clan, che a ben riflettere è il minimo livello di conoscenza che si possa ritenere adeguato alla realtà delle società protostoriche caratterizzate da sistemi insediativi policentrici. L area in esame corrisponde alla fascia di passaggio dal Campidano Maggiore alle prime propaggini dell altopiano basaltico di Paulilatino, delimitata a Ovest dal Rio Mannu o Cìspiri e a Est dal Tirso. In questa fascia di confine e di raccordo tra diversi ambienti naturali ed economici, ampia circa 45 chilometri quadrati, sono stati individuati complessivamente 33 nuraghi e almeno 21 insediamenti. Osservando attentamente la carta topografica (fig. 1) si osservano due distinti agglomerati insediativi affiancati. Quello orientale si dispone nelle conche prospicienti il Tirso e sui sovrastanti pianori basaltici; è composto da 13 nuraghi (di cui 5 monotorri, 7 complessi e 1 indeterminato) e da almeno 10 insediamenti. L agglomerato insediativo occidentale occupa le pendici e la sommità del rilievo dominante la valle del Riu Cìspiri, con ampia visuale verso Ovest, verso Sud e anche verso Est; è composto da 20 nuraghi (di cui 2 di tipo arcaico, 5 monotorri, 10 complessi, 1 indeterminato e 2 appena abbozzati) e da almeno 11 abitati 4. Considerando l intera area in esame, colpisce il numero notevole dei nuraghi complessi (ben 17 su 33: 51,5 %), ma anche la loro uniformità tipologica e dimensionale: quasi tutti sono ad addizione frontale, e tra questi prevalgono i nuraghi a tancato con la torre principale, il cortile e la torre secondaria in asse longitudinale, col bastione sporgente lateralmente ad angoli retti; più rari sono i nuraghi con due o tre torri secondarie; pochi hanno un bastione a addizione concentrica, altri hanno schemi irregolari, per lo più dovuti ad aggiunte successive. Altre caratteristiche del popolamento protostorico della zona in esame sono l apparente assenza degli abitati senza nuraghe e l estrema scarsità delle tombe collettive megalitiche ( tombe di giganti ) A. USAI, Gli insediamenti nuragici nelle località Muru Accas e Pidighi e la fonte nuragica Mitza Pidighi (Solarussa - OR). Campagne di scavo , in Quaderni della Soprintendenza Archeologica per le province di Cagliari e Oristano, 13, 1996, pp ; A. USAI, Nuove ricerche nell insediamento di Nuraghe Pidighi e nella fonte nuragica Mitza Pidighi (Solarussa - OR). Campagne di scavo , in Quaderni della Soprintendenza Archeologica per le province di Cagliari e Oristano, 17, 2000, pp ; A. USAI, La fonte nuragica Mitza Pidighi (Solarussa, Oristano), in L età del Bronzo Recente in Italia, Viareggio 2004, pp Scavi V. Santoni - G. Bacco, inediti. L. J. GALLIN - S. SEBIS, Bauladu (Oristano). Villaggio nuragico di S. Barbara, in Nuovo Bullettino Archeologico Sardo, 2, 1985, pp Altro monumento noto in bibliografia è il nuraghe Urasa di Bauladu, che tuttavia non è un nuraghe a corridoio ma un nuraghe a camera naviforme (L. MANCA DEMURTAS - S. DEMURTAS, Analisi dei protonuraghi nella Sardegna centro-occidentale, in Arte militare e architettura nuragica. Nuragic architecture in its military, territorial and socioeconomic context, Acta Instituti Romani Regni Sueciae, XLVIII, Stockholm 1991, p. 51, n. 43). Se ne conosce solo una nella località Forreddos di Paulilatino. 1
2 2. Il complesso di Pidighi si trova al vertice sud-orientale del secondo dei due agglomerati descritti, ed è costituito da due nuraghi complessi a tancato (Pidighi A e Muru Accas) coi rispettivi abitati e le rispettive fonti di approvvigionamento idrico. Ad essi si connettono strettamente altri quattro monumenti: il nuraghe Pidighi B (fig. 2) di tipologia arcaica non meglio precisabile, associato ad alcune capanne circolari; il nuraghe Pidighi C (fig. 3), monotorre classico; un circolo di grossi blocchi, a circa 80 metri dal precedente, interpretabile come la base di un nuraghe incompiuto (Pidighi D) (fig. 4); infine un basamento circolare di due filari di grossi blocchi, anch esso interpretabile come nuraghe incompiuto (Pidighi E). Il nuraghe Muru Accas (fig. 5) è piuttosto danneggiato; i resti dell insediamento sono stati posti in luce da un generale decespugliamento condotto nel Il nuraghe Pidighi A (figg. 6-8) è meglio conservato: la torre principale ha la cupola quasi integra; il cortile è pieno di blocchi di crollo; la cupola della torre secondaria è parzialmente crollata. L insediamento circostante il nuraghe Pidighi A (fig. 9) è in eccellente stato di conservazione, a causa della quasi assoluta mancanza di rimaneggiamenti successivi all allontanamento dei suoi abitanti nuragici. Esso è interessato dal 1998 da campagne annuali di scavo archeologico. L insediamento misura circa 150 metri da Nord a Sud e 120 metri da Ovest a Est, con un estensione di circa metri quadrati; la pianta generale è pressappoco ovale, con l estremità meridionale ristretta. Il nuraghe occupa una posizione quasi centrale, solo leggermente spostata verso Nord-ovest. Tutto l abitato è racchiuso da muri perimetrali, che in parte (lati Est e Nord-est) si addossano alle strutture abitative preesistenti, in parte (lati Nord-ovest e Ovest) sembrano costituiti da cortine rettilinee raccordate con vere e proprie torri rotonde marginali, di cui almeno due provviste di ingressi e- sterni (una nei quadrati BC/6, un altra con ingresso successivamente occluso nel quadrato O/3). Pertanto è logico ritenere che la delimitazione perimetrale sia stata costruita in occasione di una generale riorganizzazione e fortificazione delle fasce periferiche dell abitato. Le indagini si sono finora concentrate su un isolato abitativo esteso circa metri quadrati, chiaramente osservabile nella fascia periferica nord-orientale dell insediamento (fig. 10), consentendo pian piano di riconoscere le tappe del suo sviluppo attraverso una fase iniziale di espansione e una fase successiva di intensificazione dello spazio abitativo. Stando ai dati della stratigrafia strutturale, la fascia periferica si forma dopo la saturazione della parte interna dell insediamento (edifici AA, AB, AF, AH) o comunque per una necessità di espansione spaziale, con la costruzione lungo il margine esterno di alcuni edifici circolari (singoli come gli edifici C e L, oppure accoppiati come gli edifici H-G e K-J); successivamente si comincia a suddividere, delimitare e ritagliare gli spazi compresi tra le due corone concentriche, con la costruzione di alcuni muri radiali e perimetrali che pian piano chiudono quasi tutti i passaggi verso l esterno, fino a creare vere e proprie case pluricellulari formate da vani quadrangolari (vani D, M, O, T, U) intorno a cortili e cortiletti (A, B, Q, S, V, W); infine, tutti gli edifici periferici vengono protetti da un muro perimetrale di difesa, che comporta la creazione di alcuni piccoli vani irregolari apparentemente adibiti a ripostigli (vani I, P, R) e che viene poi ulteriormente rinforzato da alcune torrette sporgenti agli angoli (edifici E-F, X). Questi ultimi interventi testimoniano un esigenza di sicurezza, che divenne pressante negli ultimi tempi di vita dell abitato. Pertanto nella fascia finora indagata gli isolati non nascono rotondeggianti o ellittici, ma tendono ad assumere questa forma man mano che le nuove strutture occupano tutti gli spazi liberi tra gli edifici preesistenti e intorno ai cortili o alle loro suddivisioni, in conseguenza delle crescenti esigenze dei nuclei familiari che di volta in volta si ramificano o si separano dai gruppi d origine. Nelle parti restanti dell insediamento (fig. 9) la presenza di accumuli di crollo estesi e indistinti non consente di identificare con certezza altri isolati abitativi; solo nel settore centro-orientale si notano alcuni ambienti rotondi affiancati, mentre all estremità meridionale si avverte una disposizione dei ruderi intorno a una fascia sgombra interpretabile come cortile. Riportando il modulo planimetrico dell isolato nord-orientale sopra descritto su tutta la superficie dell abitato, si può ipotizzare la 2
3 presenza di sei o sette isolati disposti intorno al nuraghe (due a Nord, uno a Ovest, uno a Est e due o tre a Sud), con un estensione complessiva di circa metri quadrati. La parte centrale dell abitato, estesa circa metri quadrati, sembra delimitata da alcuni tratti di grossi muri e da edifici rotondi affioranti a Sud, a Sud-est e a Est del nuraghe, che suggeriscono la presenza di un antemurale turrito almeno parziale. Inoltre, tra i cumuli di pietrame a Est del nuraghe si individua un edificio rotondo apparentemente isolato, con diametro esterno di circa 7 metri e interno di quasi 5 metri, che potrebbe costituire un vano per riunioni. Gli edifici finora indagati sembrano costituire gli elementi di abitazioni pluricellulari complesse, in cui le stanze d uso domestico si integrano con gli spazi aperti comuni e con vani adibiti a magazzino o ad altre specifiche funzioni. I materiali recuperati appaiono inquadrabili nella fase terminale del Bronzo Finale o nell età del Ferro iniziale, a cui si può far risalire la riorganizzazione generale delle fasce periferiche e la creazione dei muri perimetrali; tuttavia, richiamando i dati stratigrafici della vicina fonte nuragica, si può ipotizzare senza difficoltà che l abitato sia sorto accanto al nuraghe già nella fase tarda del Bronzo Medio e si sia ampliato nel Bronzo Recente. Dopo l abbandono degli abitanti nuragici e la formazione di ingenti accumuli di crollo, l insediamento fu solo saltuariamente visitato in epoca punica e romana. Considerando i dati esposti e facendo riferimento a recenti stime per la popolazione di analoghi insediamenti nuragici e dell Italia peninsulare 6, si può immaginare che nella fase di massima espansione l abitato di Pidighi comprendesse sette o otto gruppi familiari con 200 persone al massimo. 3. Due soli edifici si trovano all esterno dell insediamento. In prossimità del lato Ovest si individua un rudere circolare appena affiorante dal suolo, forse appena iniziato oppure smantellato già in tempi antichi per recuperare materiale da costruzione. Sul lato opposto, a circa 20 metri dall isolato nord-orientale, si trova la fonte nuragica detta Mitza Pidighi ; a Sud di essa, un grosso muro appena affiorante e leggermente arcuato sembra delimitare un area priva di ruderi. La fonte (fig. 11) rappresenta un indispensabile complemento dell abitato nuragico, sia per l approvvigionamento idrico sia per lo svolgimento di cerimonie rituali d interesse locale. Lo scavo stratigrafico è stato effettuato con campagne annuali tra il 1994 e il La sorgente fu frequentata già in epoca prenuragica, come testimoniano alcune punte di freccia peduncolate in ossidiana e soprattutto un frammento ceramico decorato nello stile di Ozieri. Essa fu sistemata in forma monumentale poco dopo la costruzione del nuraghe Pidighi, forse in concomitanza con l impianto dell insediamento stabile adiacente. Per la maggior parte della sua storia (dalla fine del Bronzo Medio a un momento avanzato del Bronzo Finale), la fonte fu costituita solo da un corpo a ferro di cavallo (fig. 12) costruito con blocchi poliedrici grezzi o parzialmente sbozzati, contenente un vano pressappoco trapezoidale con la parete di fondo realizzata in blocchi basaltici ben squadrati. L acqua sgorga ancor oggi da una piccolissima celletta quadrata ricavata al centro della parete di fondo del vano, la cui base è costituita da un lastrone con fossetta di decantazione; al lastrone si raccorda una canaletta formata da conci di basalto saldati con colate di piombo, lunga almeno 21 metri. Il tratto iniziale della canaletta è inserito nel pavimento acciottolato del vano, cui si sovrappone un sedile sul lato destro. Davanti alla fonte, a sinistra della canaletta, venne creata una massicciata di ciottoli; altre massicciate composte da pietre più grandi furono costruite accanto ai due lati del corpo a ferro di cavallo. Su tutte le massicciate, soprattutto su quella posta a sinistra della fonte, cominciarono a formarsi depositi ceramici connessi alla frequentazione e soprattutto a offerte votive. Solo in un momento avanzato del Bronzo Finale si costruì un muro delimitante un piccolo recinto semicircolare davanti alla fonte e a sinistra della canaletta (fig. 13). Contemporaneamente la 6 Per l insediamento di Duos Nuraghes (Borore) è stata calcolata una popolazione massima di 70 persone per un estensione di 4600 mq e una superficie coperta complessiva di circa 700 mq, offerta dai due nuraghi monotorri e da circa 40 capanne (G. S. WEBSTER - M. R. WEBSTER, The Duos Nuraghes Project in Sardinia: interim report, in Journal of Field Archaeology, 25, 2, 1998, p. 196). 3
4 preesistente massicciata di ciottoli venne ampliata con una piattaforma di lastre poggiata sul sedimento argilloso; sopra la massicciata e la piattaforma venne creata una struttura la cui corretta interpretazione è ostacolata dallo sconvolgimento prodotto dal successivo crollo del monumento: sembrerebbe trattarsi di una sorta di cista formata da piccole lastre e chiusa superiormente da un grosso lastrone ellissoidale, che potrebbe aver avuto funzione di altare. Probabilmente nella stessa fase, nel vano interno del corpo a ferro di cavallo un nuovo pavimento di lastre ricoprì la canaletta e il vecchio acciottolato. I depositi ceramici votivi continuarono ad ispessirsi e ad estendersi. Nel Bronzo Finale terminale o agli inizi dell età del Ferro il monumento venne abbandonato insieme all adiacente insediamento nuragico e fu sepolto dal crollo generale. 4. Considerando l intero territorio di pertinenza definito all inizio della presente nota, si osserva un impressionante reticolato insediativo caratterizzato dalla fitta distribuzione di nuraghi per lo più complessi, circondati dai resti di importanti insediamenti talora difesi da muraglie perimetrali. Risalta una generale aderenza del tessuto insediativo ai capisaldi fortificati, diversamente da quanto appare in altre zone dell Oristanese, anche prossime, in cui durante il Bronzo Recente e Finale si sviluppano numerosi insediamenti privi di nuraghe. La distribuzione degli insediamenti a varie quote sulla fascia di passaggio dalla pianura coltivabile ai pascoli e ai boschi dell altopiano, in frequente coincidenza con le sorgenti d acqua, sembra realmente offrire l immagine di gruppi insediativi legati da rapporti di concorrenza e collaborazione nello sfruttamento delle risorse diversificate del territorio, e nello stesso tempo uniti da alleanze, da traffici, da patti matrimoniali e da scambi di manodopera per la costruzione di abitazioni e monumenti. A siffatto assetto territoriale sembra adattarsi pienamente il concetto di sistema insediativo policentrico creato in riferimento alle catene d insediamenti perilacustri dell Età del Bronzo nell Italia continentale 7. La situazione descritta dovette esprimersi con la massima evidenza durante il Bronzo Finale, poco prima della conclusione della parabola insediativa nuragica. Nel processo di popolamento si possono schematicamente distinguere due fasi caratterizzate da tendenze opposte ma parzialmente coesistenti: nella prima fase, ascrivibile al Bronzo Medio e Recente, si osserva una tendenza espansiva ed estensiva che comporta la colonizzazione capillare del territorio, con la diffusione generale dei nuraghi e dei primi abitati; nella seconda fase, inquadrabile nel Bronzo Recente e Finale, si nota una tendenza selettiva e intensiva che comporta l abbandono delle sedi meno favorevoli e la concentrazione del popolamento nei siti più vantaggiosi, con la crescita esponenziale degli abitati adiacenti ai nuraghi più importanti ma senza la creazione di nuovi insediamenti senza nuraghe. Al termine del Bronzo Finale o agli inizi dell età del Ferro, l accresciuta conflittualità per il controllo di risorse sempre meno abbondanti in rapporto alle necessità vitali della popolazione e alle mire espansionistiche dei capi locali e tribali 8, accelera drasticamente la tendenza selettiva fino a provocare l abbandono progressivo degli insediamenti e un disastroso spopolamento dell area in esame, che appaiono definitivamente compiuti nei secoli della dominazione punica. 7 8 R. PERONI, Protostoria dell Italia continentale, in «Popoli e Civiltà dell Italia Antica», 9, Roma 1989, pp M. PERRA, From deserted ruins: an interpretation of Nuragic Sardinia, in «Europaea», III, 2, 1997, pp
5 Fig. 1 - Carta topografica con ubicazione dei monumenti nuragici esistenti nella fascia compresa fra il Rio Cìspiri e il Tirso (dis. A. Usai). Fig. 2 - Solarussa (OR), loc. Pidighi: nuraghe Pidighi B (foto A. Usai). 5
6 Fig. 3 - Solarussa (OR), loc. Pidighi: nuraghe Pidighi C (foto A. Usai). Fig. 4 - Solarussa (OR), loc. Pidighi: nuraghe Pidighi D (foto A. Usai). 6
7 Fig. 5 - Solarussa (OR), loc. Pidighi: nuraghe Muru Accas (foto A. Usai). Fig. 6 - Solarussa (OR), loc. Pidighi: planimetria e sezioni del nuraghe Pidighi A (ril. geom. P. Carboni; dis. e aggiornamenti A. Usai). 7
8 Fig. 7 - Solarussa (OR), loc. Pidighi: nuraghe Pidighi A (foto A. Usai). Fig. 8 - Solarussa (OR), loc. Pidighi: camera principale del nuraghe Pidighi A (foto A. Usai). 8
9 Fig. 9 - Solarussa (OR), loc. Pidighi: planimetria generale dell abitato nuragico (ril. geom. P. Carboni; dis. e aggiornamenti A. Usai). Fig Solarussa (OR), loc. Pidighi: planimetria dell isolato nord-orientale dell abitato nuragico (ril. e dis. A. Usai). 9
10 Fig Solarussa (OR), loc. Pidighi: planimetria della fonte nuragica con le massicciate addossate (ril e dis. A. Usai). 10
11 Fig Solarussa (OR), loc. Pidighi: corpo principale della fonte nuragica (foto A. Usai). Fig Solarussa (OR), loc. Pidighi: recinto anteriore della fonte nuragica (foto A. Usai). 11
12 TESTO PER PANNELLO IL COMPLESSO NURAGICO DI PIDIGHI (SOLARUSSA - OR) Il complesso nuragico di Pidighi comprende un nuraghe, un esteso insediamento racchiuso da muraglie difensive e una fonte monumentale. Il nuraghe è complesso del tipo più semplice, composto dalla torre principale, dal cortile e dalla torre secondaria, disposti lungo l asse longitudinale. L insediamento, che copre un area di circa 1,35 ettari, non ha subito ristrutturazioni di epoche successive. La pianta generale è pressappoco ovale; il nuraghe occupa una posizione quasi centrale. Tutto l insediamento è racchiuso da muri perimetrali, che in parte (lati Est e Nord-est) si addossano alle strutture abitative preesistenti, in parte (lati Nord-ovest e Ovest) sembrano costituiti da cortine rettilinee raccordate con vere e proprie torri rotonde marginali, di cui almeno due provviste di ingressi esterni. È probabile che la delimitazione perimetrale sia stata costruita in occasione di una generale riorganizzazione e fortificazione delle fasce periferiche dell abitato. Le abitazioni sono raggruppate in diversi isolati pluricellulari. La parte centrale dell insediamento sembra delimitata da alcuni tratti di grossi muri e da edifici rotondi affioranti a Sud, a Sud-est e a Est del nuraghe, che suggeriscono la presenza di un antemurale turrito almeno parziale. Il momento di massimo sviluppo dell abitato può essere inquadrato nel Bronzo Finale, eventualmente con prolungamento fino agli inizi dell età del Ferro; tuttavia i reperti della vicina fonte consentono di ipotizzare che l abitato sia sorto accanto al nuraghe già nella fase tarda del Bronzo Medio e si sia ampliato nel Bronzo Recente. La fonte, utilizzata sia per l approvvigionamento idrico sia per lo svolgimento di cerimonie rituali d interesse locale, è composta da un corpo a ferro di cavallo e da un recinto semicircolare, che fu aggiunto solo alla fine del Bronzo Finale. 12
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