(Messa vigiliare del sabato: la voce guida prima che l organo introduce con solennità l ingresso della processione. )

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1 22 febbraio 2009 ultima dopo l epifania ore ore (Messa vigiliare del sabato: la voce guida prima che l organo introduce con solennità l ingresso della processione. ) Celebriamo la Messa vigiliare dell ultima domenica dopo l Epifania. La Messa del sabato sera è Messa della domenica, perché la santa Chiesa inizia la celebrazione della domenica dai Vesperi primi del sabato sera: vesperi che anche noi celebreremo tra poco. La Messa del sabato sera ci introduce solennemente nel giorno santo del Signore, la domenica, memoria del compimento della Pasqua del Signore con la sua Risurrezione, dalla quale scaturisce ogni luce per il cammino degli uomini e dei popoli. Come dice Gesù nel Vangelo di Giovanni: «Camminate mentre avete la luce, perché non vi sorprendano le tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove va. Mentre avete la luce credete nella luce, per diventare figli della luce» (Gv 12, 35-36) Per rischiarare le tenebre e per dare luce alla nostra vita, insieme alle luci della chiesa, viene acceso il cero pasquale, segno della vittoria di Cristo sulla morte e annuncio del giorno eterno. Accogliamo la processione in piedi. 1

2 Prima dell atto penitenziale : I santi padri della chiesa dicevano che i cristiani sono soliti pregare in piedi non solo perché, risuscitati in Cristo nel giorno della risurrezione, ci ricordiamo della grazia che ci è stata data, ma anche perché stare in piedi ci ricorda come saremo nell eternità, in piedi e a testa alta, come figli, per sempre, e non come servi. Oggi però il Vangelo ci ricorderà come dobbiamo pregare, quale cuore occorre per fare una vera preghiera cristiana e soprattutto per vivere con il cuore giusto, il cuore di figli che si affidano alla misericordia del Padre. Adesso però, quasi imitando l atteggiamento del pubblicano della parabola che ascolteremo tra poco nel Vangelo, invito quelli che possono a mettersi in ginocchio e a dire, nell intimità del cuore la preghiera di umiltà e di confidenza : Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore! Prima della comunione : Riconoscerci peccatori non è umiliante dinanzi a Dio : dà la gioia della libertà e della verità. Nessuno è giusto ; solo il Signore è santo e rende santi. Me peccatore! omelia Sia lodato Gesù Cristo! Nell incontro in parrocchia del mercoledì sera, quando ci troviamo come figli di questa comunità per leggere, ascoltare, pregare la Parola del Signore (le letture di questa domenica), c era una domanda che attraversava i nostri cuori: Come si fa ad essere umili? Che cosa è l umiltà? La prima risposta che ci siamo dati è questa: umile è stato soltanto Gesù, noi riusciamo un poco non solo a imitarlo, ma soprattutto a condividere la sua umiltà: se ci viene spontaneo chiedergli perdono dei nostri peccati, se nel cuore abbiamo il desiderio di venire a Messa per nutrirci del suo Pane che dà la vita, se nella nostra vita c è qualcosa che facciamo non solo per noi stessi, per la nostra famiglia, per i nostri 2

3 vantaggi o interessi, ma se c è qualcosa che facciamo anche per gli altri. Vorrei dirvi che cosa è per me umiltà. Umiltà è: vedi, quello che io sono capace di fare lo faccio per te perché tu sia felice e ami la tua vita, e questo mi aiuta a volerti più bene e mi serve ad amare di più coloro che tutti i giorni incontro. L umiltà con i miei talenti, le mie capacità per te, perché anche tu sappia di essere amato, sappia di essere un uomo o una donna fortunati, sappia che puoi anche tu essere felice e rendere felici gli altri. C è di più, perché di più è stato Gesù. In fin dei conti è abbastanza facile ammettere di non essere né santi né perfetti. È facile: ci vuole umiltà riconoscere che io sono un povero peccatore, ma è anche l umiltà più facile. L umiltà più difficile, l umiltà di Gesù è passare dalla insaziabile passione di affermare me stesso, di possedere più degli altri, di ritenermi migliore degli altri alla passione per la gioia e per la felicità degli altri. L umiltà è riconoscermi amato da Dio e dagli altri pur sapendo che io sono peccatore. Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché ami come figlio il peccatore che sono io. Qualcosa di più: l umiltà è il penultimo gradino della santità cristiana (l ultimo è il martirio): umile è colui che nella sincerità riesce a dire: Signore, ti ringrazio perché sono più piccolo di mia moglie, di mio marito, persino dei miei figli: sono più bravi di me Signore, sono proprio contento che quel mio amico ha fatto pace in casa, sono contento che quel mio amico ha fatto carriera perché lui se la meritava; sono proprio contento perché mio figlio, che pensavo perso, settimana scorsa è passato di qui, ha visto un sacco di gente attorno alla nostra chiesa e alla grotta, si è ricordato di quando veniva anche lui da piccolo e mi ha detto che è passato davanti alla grotta a dire un Ave Maria, che è l unica preghiera che si ricorda ancora. Umiltà è essere felici della felicità, della gioia degli altri. Insomma, fariseo e pubblicano sono due peccatori, allo stesso modo. La differenza sta che uno pensa di essere santo e l altro sa di essere peccatore e di aver bisogno del perdono di Dio. Mercoledì sera un amico presente alla lectio ci ha detto: Il primo passo per avvicinarmi a Dio è quello di riconoscermi peccatore e di aver bisogno del suo perdono: ma poi come faccio a non cadere ancora? (Chi parlava così 3

4 era un giovane). Di risposta a lui il più anziano dei fratelli presenti alla lectio gli ha detto: L importante è che il pubblicano va a casa perdonato perché sa di aver bisogno di quel perdono, anche se non è detto che non cadrà più nel peccato. Ci sono dei momenti in cui mi sento proprio del tutto dalla parte del pubblicano e non mi vergogno: ha fatto così anche Gesù. Ricordate nel battesimo al Giordano? Dove stava Gesù? In fila coi peccatori. E vorrei non dimenticarmi mai che questo è il posto che mi tocca e dove sto meglio: perché in questo posto, cioè quando sono cosciente dei miei peccati, trovo anche Gesù, che invece è deciso a tirarmi fuori. Ritroviamo, fratelli miei, la gioia del perdono che Gesù ci regala in tanti occasioni della nostra vita: Facciamo bene l atto penitenziale o di pentimento all inizio della Messa: ci libera dal rischio di sentirci privilegiati e meritevoli di quello che stiamo ricevendo. Ritroviamo la familiarità con il sacramento della confessione: confessiamoci più spesso. Confessiamoci prima dei momenti più importanti della nostra, quelli più belli e quelli più dolorosi. Confessatevi prima del battesimo del vostro bambino, prima della prima confessione, della prima comunione, della cresima di vostro figlio. Confessatevi prima del matrimonio, prima di decidere di dare vita a un figlio; confessatevi il giorno dopo della nascita di vostro figlio. Confessiamoci prima dei momenti faticosi o dolorosi della nostra vita: in occasione della morte di una persona cara; prima di un ricovero in ospedale. Confessatevi anche prima di prendere decisioni pesanti o massacranti della vostra vita (qualche tempo fa vennero da me due ragazzi, che avevo sposato qualche anno fa per dirmi che avevano deciso di separarsi: ho chiesto a loro di andare a confessarsi prima di prendere quella decisione). Oggi mi piacerebbe invitarvi a prendere il vostro posto in chiesa: dove ciascuno di noi pensa di stare bene, pensa che è proprio il suo posto. Qual è il mio posto? Dobbiamo ammettere che una preghiera come quella del pubblicano fa proprio bene al cuore : Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore! Ma il cuore non sarà mai capace di pronunciare bene questa preghiera: se la nostra mente, i nostri occhi, le nostre parole, le nostre letture sono abitualmente affidati a chi è molto capace di 4

5 sporcarceli. Non si può avere un cuore così umile, così bello, se non abbiamo il coraggio di ammettere che spesso lo sporchiamo; se non abbiamo il coraggio di decidere che certe letture, certi programmi alla TV, certi discorsi non ci fanno bene, ci sporcano il cuore e il volto, e diventiamo brutti. Quando un uomo, una donna, un giovane, un adolescente, un ragazzo si rifiutano con coraggio di sporcarsi, quando sanno custodire la purezza, la pulizia dei pensieri, dei desideri, delle parole, degli atteggiamenti... allora si diventa più belli, nell anima e persino nel corpo : avete provato anche voi a incontrare un ragazzo o una ragazza e di riconoscere nei loro occhi, nel loro volto una bellezza che è emanazione della purezza del loro cuore. Chi è così puro, sa diffondere anche attorno a sé la sua bellezza, la sua purezza. 5