SAGGI DI DIRITTO TRIBUTARIO

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1 SAGGI DI DIRITTO TRIBUTARIO 15

2 Direttori Fabrizio Amatucci Professore ordinario di Diritto tributario Seconda Università degli Studi di Napoli Pietro Boria Professore ordinario di Diritto tributario Università degli Studi di Foggia Antonio Felice Uricchio Professore ordinario di Diritto tributario Università degli Studi di Bari Aldo Moro

3 SAGGI DI DIRITTO TRIBUTARIO La collana accoglie studi a carattere monografico aventi a oggetto il diritto tributario. In particolare le monografie si propongono di analizzare i temi del diritto tributario attuale, con riguardo a profili di diritto sostanziale e/o di diritto processuale, e con riferimento all ordinamento nazionale ovvero a quello comunitario ovvero ancora al diritto internazionale. L intento è quello di fornire un contributo utile alla formazione del pensiero giuridico moderno su una materia sempre più importante per il perseguimento dell interesse comune e per il funzionamento delle istituzioni. Nei Saggi di diritto tributario sono pubblicate opere di alto livello scientifico, anche in lingua straniera per facilitarne la diffusione internazionale. Il direttore approva le opere e le sottopone a referaggio con il sistema del «doppio cieco» («double blind peer review process») nel rispetto dell anonimato sia dell autore, sia dei due revisori che sceglie: l uno da un elenco deliberato dal comitato di direzione, l altro dallo stesso comitato in funzione di revisore interno. I revisori rivestono o devono aver rivestito la qualifica di professore universitario di prima fascia nelle università italiane o una qualifica equivalente nelle università straniere. Ciascun revisore formulerà una delle seguenti valutazioni: a) pubblicabile senza modifiche; b) pubblicabile previo apporto di modifiche; c) da rivedere in maniera sostanziale; d) da rigettare; tenendo conto della: a) significatività del tema nell ambito disciplinare prescelto e originalità dell opera; b) rilevanza scientifica nel panorama nazionale e internazionale; c) attenzione adeguata alla dottrina e all apparato critico; d) adeguato aggiornamento normativo e giurisprudenziale; e) rigore metodologico; f ) proprietà di linguaggio e fluidità del testo; g) uniformità dei criteri redazionali. Nel caso di giudizio discordante fra i due revisori, la decisione finale sarà assunta dal direttore, salvo casi particolari in cui il direttore medesimo provvederà a nominare tempestivamente un terzo revisore a cui rimettere la valutazione dell elaborato. Le schede di valutazione verranno conservate, in doppia copia, in appositi archivi. Il termine per la valutazione non deve superare i venti giorni, decorsi i quali il direttore della collana, in assenza di osservazioni negative, ritiene approvata la proposta. Sono escluse dalla valutazione gli atti di convegno, le opere dei membri del comitato e le opere collettive di provenienza accademica. Il direttore, su sua responsabilità, può decidere di non assoggettare a revisione scritti pubblicati su invito o comunque di autori di particolare prestigio.

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5 Ludovico Nicotina Il canone di abbonamento alla televisione

6 Aracne editrice Copyright MMXVI Gioacchino Onorati editore S.r.l. unipersonale via Sotto le mura, Canterano (RM) (06) ISBN I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: novembre 2016

7 Uno Stato che impone balzelli esosi, ma più ancora astrusi che esosi, non è uno Stato perbene. Gesualdo Bufalino, Bluff di parole, 1994

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9 Indice 11 Introduzione 13 Capitolo I Natura giuridica del canone televisivo 1.1. Il canone tra corrispettivo di diritto privato, tassa e imposta, Legittimità costituzionale, ragionevolezza, determinatezza e attualità del presupposto impositivo, La detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione, La definizione di apparecchio televisivo, Capitolo II Lo scopo del tributo 2.1. Il canone come tributo di scopo e conseguente rilevanza della spesa finanziata, Divieto di aiuti di Stato e servizio pubblico di emittenza radiotelevisiva, Previgenza delle disposizioni interne di finanziamento rispetto al divieto comunitario di aiuti di Stato, Compatibilità con la fattispecie degli aiuti destinati alla promozione della cultura, Interesse economico generale del servizio pubblico di emittenza radiotelevisiva, Rilevanza dello status giuridico del gestore del servizio e divisibilità del servizio stesso, Capitolo III Le novità introdotte dalla Legge di Stabilità La presunzione di detenzione ex art. 1, co. 153, lett. a), L. 28/12/2015 n. 208, Scopo della presunzione, effetto della dichiarazione sostitutiva e intento semplificatorio, Attendibilità e limiti di rilevanza della presunzione di detenzione e delle conseguenti dichiarazioni sostitutive a fini di esenzione, Le modalità di gestione della presunzione. Fallimento dell intento semplificatorio a beneficio dell Erario, Effetto della dichiarazione di non detenzione, limitata inversione dell onere probatorio, efficacia dissuasiva del potenziale reato di falso, Effetti distorsivi della combinazione di presunzione di detenzione e dichiarazione sostitutiva. Conseguenze sulla rimborsabilità. Fallimento dell intento semplificatorio a beneficio dei contribuenti, Mancata titolarità di contratto di utenza elettrica, La dichiarazione involontariamente falsa, La dichiarazione su modello errato, Dichiarazione intempestiva e omessa. Ritardi nella ricezione del flusso informativo, Provvisorietà delle dichiarazioni sostitutive e variazione dei presupposti, Il regime di transizione e il difetto di pubblicità e informazione, La soppressione del suggellamento previsto dall art. 10, comma 1, r.d.l. 246/1938, Il nuovo modello di riscossione ex art. 1, co.153, lett. c), L. 28/12/2015, 132 9

10 10 Indice 143 Conclusioni 155 Bibliografia

11 Introduzione L entrata erariale, denominata dal regio decreto legge n. 246 del 21 febbraio 1938 «canone di abbonamento», al cui pagamento è obbligato «chiunque detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni», è da sempre oggetto di accese contestazioni. Eppure anche le revisioni normative effettuate continuano a lasciare sostanzialmente invariato il presupposto fondamentale dell obbligazione che, complice la sua peculiare genericità e indeterminatezza, affronta ancora il costante progredire delle tecnologie. Nondimeno non è solo per questo che il c.d. canone Rai si connota come una delle imposte meno condivise dai soggetti passivi e, conseguenzialmente, maggiormente contestate e particolarmente evase. L interesse per l indagine al riguardo si rivela, dunque, costante e riemerge a causa del recente intervento legislativo che pure persiste nel tentativo di aggirare il problema sostanziale del presupposto, introducendo quella che dovrebbe essere soltanto una nuovissima presunzione di detenzione. Presunzione che, tuttavia, modifica le procedure di riscossione e, comunque, assume una pregnanza più vasta e allarmante di quanto si potrebbe ritenere. Si tratta, peraltro, di un tentativo che fallisce lo scopo semplificatorio e che è sin troppo condizionato dall intento di arginare ogni fenomeno evasivo. Un occasione perduta, insomma, che torna a rendere evidenti dubbi e incertezze, aggiungendo nuove incognite riguardo all entrata in questione, senza risolvere i problemi che già la affliggevano. Delimitato il campo dell indagine al tributo unico ordinario 1, cioè all onere impositivo connesso alla detenzione di apparecchi 1 Distinto dal c.d. canone speciale che, ai sensi degli artt. 27 r.d.l. n. 246/1938 (anche questo in vigore invariato dal 1/17/1938) e 2 d.lgs. n. 458 del 21/12/1944, è dovuto «qualora le radioaudizioni siano effettuate in esercizi pubblici o in locali aperti al pubblico o comunque fuori dall ambito familiare», peraltro, nel solco di quanto già disposto dall art. 10 d.l. n del 23/10/1935 riguardo agli apparecchi collocati in esercizi pubblici. La delimitazione si rivela opportuna giacché consegue a quella operata dal legislatore ex art. 1 co. 152 L. 208/2015, sebbene, in larga misura, per quanto attiene al presupposto, gli argomenti siano convergenti. Come già ebbe a osservare la Corte Cost. (sentenza n. 81/1963, di cui ancora infra) «si impo- 11

12 12 Introduzione nell ambito familiare privato, appare opportuno un esame critico organico, che tratteggi gli elementi dell imposta nel suo complesso nell attuale contesto di riferimento e, al contempo, offra un adeguato supporto informativo, quanto mai necessario in considerazione delle complesse ricadute che dalla nuova presunzione di detenzione possono discendere, tanto quanto dagli effetti delle altrettanto nuove dichiarazioni, ai fini esonerativi, che il legislatore ha concesso per superare la presunzione medesima. ne in modo imprescindibile l esigenza di rispettare la natura unica del rapporto fra concessionario e utenti[ ] (ed) é di tutta evidenza che l art. 1 del decreto (246/1938), collocato sotto il titolo delle disposizioni generali, contempla e ricomprende tutte le possibili ipotesi concrete di detenzione di apparecchi, e quindi anche quella concernente i pubblici esercenti».