Cendon / Book. Collana diretta da Natalino Sapone DIRITTO E LAVORO 01 LE DIMISSIONI. Monica Crovetto

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1 Cendon / Book Collana diretta da Natalino Sapone DIRITTO E LAVORO 01 LE DIMISSIONI Monica Crovetto

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3 Edizione GENNAIO 2015 Copyright MMXV KEY SRL VIA PALOMBO VICALVI (FR) P.I./C.F ISBN I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione, di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), sono riservati per tutti i Paesi.

4 Cendon / Book Collana diretta da Natalino Sapne DIRITTO E LAVORO 01 LE DIMISSIONI Monica Crovetto

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6 L'autore Monica Crovetto è un Funzionario in servizio presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ove si occupa di contenzioso e rappresentanza in giudizio (*). Delegata a presiedere la Commissione di conciliazione delle controversie individuali di lavoro, nel settore pubblico e privato, costituita presso la Direzione Territoriale del Lavoro di Genova. Membro della Commissione di certificazione dei contratti di lavoro istituita presso la medesima Direzione. Relatore di convegni e seminari. Ha pubblicato contributi di diritto civile e di diritto del lavoro per Trattati Utet e Cedam. Autore di pubblicazioni in materia di diritto del lavoro su L Opera Si offre al lettore un approfondimento su un argomento di grandissima attualità, in considerazione dei continui mutamenti del mondo del lavoro e della sua regolamentazione. (*) Le seguenti considerazioni sono frutto esclusivo del pensiero dell autore e non hanno carattere in alcun modo impegnativo per l Amministrazione.

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8 INDICE 1. Introduzione 2. L annullabilità delle dimissioni 3. Le dimissioni per giusta causa 4. Le altre ipotesi di dimissioni: per matrimonio, per maternità e paternità. Le dimissioni del dirigente Bibliografia 5. La convalida delle dimissioni

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10 LE DIMISSIONI Le dimissioni sono l atto negoziale con il quale il lavoratore manifesta la volontà di porre fine al rapporto di lavoro in corso, Stante la sua posizione di debolezza nell ambito del rapporto contrattuale, tale volontà deve essere accertata in modo rigoroso. Il Legislatore, nel 2012, ha previsto una disciplina organica della materia, applicabile oggi alla totalità dei lavoratori. ULTIME - Nella sentenza n /2013 la Corte di Cassazione ha sancito che il rapporto di lavoro può risolversi esclusivamente per volontà del lavoratore (dimissioni) o del datore di lavoro (licenziamento), con conseguente nullità delle clausole contrattuali che attribuiscono ad un determinato comportamento un effetto risolutorio scollegato da una reale manifestazione di volontà da parte del lavoratore di terminare il rapporto medesimo: la contrattazione, individuale o collettiva, non può introdurre un tertius genus di recesso unilaterale. LAW IN ACTION - La L. n. 92/2012 (cd. Riforma Fornero), all art. 4, ha introdotto un meccanismo volto ad accertare la genuina volontà del prestatore di recedere dal rapporto di lavoro o di aderire ad una risoluzione consensuale dello stesso. Il Legislatore ha così inteso contrastare il fenomeno delle dimissioni cd. in bianco, ossia della diffusa pratica volta ad aggirare la tutela del lavoratore prevista in caso di licenziamento illegittimo. ASPETTI PROCESSUALI, PENALI, AMMINISTRATIVI, TRIBUTARI Qualora il lavoratore deduca di essere stato licenziato oralmente e faccia valere in giudizio l inefficacia o invalidità di tale licenziamento, mentre il datore di lavoro deduca la sussistenza di dimissioni del lavoratore, il materiale probatorio deve essere raccolto, da parte del giudice di merito, tenendo conto che, nel quadro della normativa limitativa dei licenziamenti, la prova gravante sul lavoratore è limitata alla sua estromissione dal rapporto, mentre la controdeduzione del datore di lavoro assume la valenza di un eccezione in senso stretto, il cui onere probatorio ricade sull eccipiente ai sensi dell art. 2697, secondo comma, cod. civ. (Cass., sez. lav., 19 ottobre 2011, n , 23 ottobre 2014, n , CASISTICA Trib. Milano 19 febbraio 2013, LG, 2013, 527 La minaccia di far valere un diritto costituisce causa invalidante di un negozio giuridico soltanto quanto l autore di essa se ne serva per conseguire, non già il risultato ottenibile con l esercizio del diritto ma vantaggi ingiusti, abnormi o diversi da detto risultato o obiettivamente iniqui od esorbitanti rispetto al dovuto. Nel caso in cui, invece, sussista perfetta identità dell effetto consistente nell estinzione ad nutum del rapporto stesso, conseguibile con le dimissioni o con il licenziamento, il risultato conseguito dal datore di lavoro non può considerarsi abnorme, né esorbitante o obiettivamente ingiusto. Il Giudice ha dunque ritenuto le dimissioni non annullabili laddove il medesimo risultato 9