Il ruolo sociale del Caf Acli
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- Gianluigi Grosso
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1 SISTEMA CAF ACLI INCONTRO DI PROGRAMMAZIONE 2010 Roma (Hotel Radisson SAS) 26 febbraio 2010 Il ruolo sociale del Caf Acli DATI E SPUNTI DI RIFLESSIONE PER RINNOVARE L IMPEGNO SUL TERRITORIO a cura di Gianfranco Zucca IREF (Istituto di Ricerche Educative e Formative)
2 ALCUNI DATI DI SCENARIO: QUANTA È? COME LA SI STA CONTRASTANDO?
3 I. L EVOLUZIONE DELLA POVERTÀ POPOLAZIONE CHE VIVE IN FAMIGLIE AL DI SOTTO DELLA SOGLIA DI POVERTÀ PER GRANDI RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE ( ) [a] 30,0 [a] Si fa riferimento alla definizione di povertà relativa che prevede siano considerate povere le famiglie la cui spesa media mensile per consumi è pari o al di sotto della spesa media procapite nel Paese. La linea fa riferimento alle famiglie di due componenti; per le famiglie di diversa ampiezza il valore della linea si ottiene applicando un'opportuna scala di equivalenza. Nel 2006 la linea della povertà relativa, per una famiglia di due componenti, corrispondeva a euro 970,34. 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0, Italia - Nord - Centro - Mezzogiorno
4 II. IL RUOLO DEL WELFARE: UN CONFRONTO EUROPEO % OF POPULATION AT RISK OF POVERTY (BEFORE AND AFTER SOCIAL TRANSFERS) Before social transfers After social transfers Δ Ireland Hungary Sweden Denmark Norway Finland Belgium Austria Czech Republic Luxembourg Slovenia France United Kingdom EU15 Germany Netherlands Iceland EU 27 Malta Poland Romania Lithuania Portugal Slovakia Bulgaria Estonia Cyprus Spain Italy Latvia Greece Fonte: Eurostat 2008 (
5 III. IL RISCHIO DI POVERTÀ Secondo i dati diffusi da Eurostat a inizio 2009 (relativi al 2007), in Italia lapercentuale di popolazione a rischio di povertà risulta anche dopo i trasferimenti pari al 20%. Lapercentuale di workingpoor continua a mantenersi tra le più pesanti in Europa, con il 10%dei lavoratori occupati al di sotto della soglia di povertà relativa, due punti percentuali al di sopra della media UE-25, alla pari con Lettonia e Portogallo. CIES, Commissione di Indagine sull Esclusione Sociale, Rapporto sulle politiche contro la povertà e l esclusione sociale, Roma, Novembre, 2009, p. 34. (
6 IV. L IMPOVERIMENTO Abbigliamento 53,0 Spesa alimentare 50,3 Vacanze e viaggi 43,0 Tempo libero e divertimenti 35,6 Casa 24,7 Trasporti 24,2 Altre spese 3,6 NEGLI ULTIMI TRE MESI LA FAMIGLIA HA FATTO ECONOMIA SU (% di sì) NEGLI ULTIMI TRE MESI È CAPITATO DI (% di sì) Acquistare prodotti a basso costo 67,8 Di risparmiare sulla cura della mia persona 33,0 Rinunciare all'acquisto di una cosa che vi serviva 30,8 Di essere costretto a risparmiare su luce, acqua e gas 20,6 Pagare in ritardo o di non pagare le bollette 7,9 Saltare qualche pasto per risparmiare 4,6 Di pagare in ritardo le rate di qualcosa acquistato 3,4 Di chiedere vestiti/cibo a parenti e amici 2,6 Di saltare una rata del mutuo o dell'affitto 1,9 Fonte: IREF, Agenda delle famiglie italiane (2 a survey: settembre 2009)
7 V. POVERTÀ E POLITICHE DI CONTRASTO: ALCUNE GRANDEZZE DI BASE Famiglie relativamente povere (*) Famiglie assolutamente povere (**) Famiglie beneficiarie Social card (***) Fonti: * Istat, La povertà in Italia nel 2008, Statistiche in breve, 30 Luglio 2009, pag. 2, tab. 1. ** Istat, La povertà in Italia nel 2008, Statistiche in breve, 30 Luglio 2009, pag. 7, tab. 9 *** Cies (Commissione di Indagine sull Esclusione Sociale), Rapporto sulle politiche contro la povertà e l esclusione sociale, Roma, Novembre 2009, p. 79, tab Nord Centro Mezzogiorno
8 VI. GLI EFFETTI DELLA SOCIAL CARD Solo il 18%delle famiglie assolutamente povere è percettrice di almeno una carta acquisti. [ ] Si calcola che l impatto della social card sulla povertà assoluta ne riduca la diffusione dal 4.27%delle famiglie italiane al 4.1%: circa famiglie su un milione escono dall area della povertà assoluta. La spesa complessiva stimata come necessaria per eliminare nel nostro paese la povertà assoluta è di 3,86miliardidi Euro e che la spesa stimata per questo tipo di intervento è di 410 milioni, Solo 99 milioni di euro della social cardvanno a famiglie assolutamente povere. Nella sua versione attuale, la social card riesce a colmare solo il 2.6% del deficit assoluto di reddito CIES, Commissione di Indagine sull Esclusione Sociale, Rapporto sulle politiche contro la povertà e l esclusione sociale, Roma, Novembre, 2009, pp (
9 VII. L IMPATTO DELLE MODIFICHE AL SISTEMA DI TAX-BENEFIT Sommando le quattro misure (carta acquisti, bonus famiglia, abolizione dell Ici sulla prima casa e bonus elettrico) si ottiene una riduzione della quota di famiglie assolutamente povere dal 4,18%al 3,87%. Circa famiglie su un milione escono dalla povertà assoluta. La diffusione della povertà relativa si abbassa di meno di mezzo punto percentuale, dal 17,63%al 17,28%. Anche la diseguaglianza si riduce, seppur in modo contenuto. CIES, Commissione di Indagine sull Esclusione Sociale, Rapporto sulle politiche contro la povertà e l esclusione sociale, Roma, Novembre, 2009, pp (
10 IL RUOLO DEL SISTEMA FISCALE E DEI SERVIZI DI INTERMEDIAZIONE
11 VIII. LA PRECONDIZIONE: L INFORMAZIONE FISCALE QUANTO PENSA DI CONOSCERE IL FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA FISCALE ITALIANO? % Molto informato 6,0 Abbastanza informato 29,2 Poco informato 46,3 Per nulla informato 18,5 UN DATO ULTERIORE Interrogate sul funzionamento del sistema finanziario, le famiglie residenti al Nord (48%) e al Centro(45%) possiedono maggiori conoscenze Totale 100,0 in campo finanziario rispetto a Fonte: IREF, Agenda delle famiglie italiane (2 a survey: settembre 2009) quelle del Sud e Isole (35%). Gli anziani con più di 64 anni hanno fornito il 32%di risposte esatte (contro il 50%dei 35-64enni. Banca d Italia [2010], I bilanci delle famiglie italiane nell anno 2008, Supplementi al Bollettino Statistico Indagini campionarie, Nuovaserie, Numero8,AnnoXX-10febbraio2010,p. 28. (
12 IX. IL RUOLO DEICAF Al 31%delle famiglie intervistate nel corso della ricerca Iref, dopo aver fatto la dichiarazione dei redditi, è capitato di scoprire che avrebbe potuto pagare meno tasse. IREF, Agenda delle famiglie italiane (2 a survey: settembre 2009) Il 49,6%delle famiglie si è rivolto ad un Caf e nel61,2% hanno ottenuto informazioni su altri servizi e agevolazioni.
13 X. IL GAP INFORMATIVO TRA UTENTI E NON UTENTI DEICAF ,8 +8,5 Utenti Caf Non utenti Caf 70 75,2 75, , ,7 +6,5 40,3 39,5 +4, ,6 33,0 32,5 28,2-1,0 16, ,2 0 Social card Bonus famiglia Bonus elettrico Bonus bebè Assegno terzo figlio Prestito della speranza Fonte: IREF, Agenda delle famiglie italiane(2 a survey: settembre 2009)
14 XI. GLI ELEMENTI CHE INFLUISCONO SULLA CONOSCENZA DELLE MISURE DI SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE Utenti informati Non Utenti informati 84,1 SOCIAL CARD BONUS FAMIGLIA ,9 23,0 Utenti disinformati Non Utenti disinformati PRESTITO DELLA SPERANZA BONUS ELETTRICO 46,0 38,1 45,2 BONUS BEBÈ Fonte: IREF, Agenda delle famiglie italiane (2 a survey: settembre 2009) ASSEGNO TERZO FIGLIO
15 XII. IL PROFILO DEI DIVERSI TIPI DI UTENZA Studiando il profilo sociodemografico dei diversi tipi di utenza emergono alcune interessanti peculiarità: Il 58,2%degli utenti informati è composto da famiglie con figli Il 26,4% degli utenti informati abita nel Nord-Est Il 23,7% dei non utenti informati risiede nel centro Il 38,4%dei non utenti disinformati è localizzato nel Sud e nelle Isole Fonte: IREF, Agenda delle famiglie italiane(2 a survey: settembre 2009)
16 XIII. LE OPINIONI SULLE DETRAZIONI SU QUALI VOCI DI SPESA DOVREBBE ESSERE MAGGIORMENTE AGEVOLATA LA SUA FAMIGLIA? Fonte: IREF, Agenda delle famiglie italiane(2 a survey: settembre 2009) % Spese mediche 74,1 Spese scolastiche e per la 31,6 formazione professionale Spese per la cura delle persone 26,2 anziane Spese per la casa 23,5 Spese per la cura e assistenza per 12,3 l'infanzia Spese per l'assistenza di disabili e 9,6 portatori di handicap Spese previdenziali e assicurative 16,8 Altro 0,5 Non so 7,4 Totale 202,0
17 XIV. SPESE SCOLASTICHE E PER LA FORMAZIONE PROFESSIONALE ,7 52,9 58,0 % DI FAMIGLIE CHE CHIEDONO DETRAZIONI SU SCUOLA E FORMAZIONE PER NUMERO DI FIGLI , totale famiglie 1 figlio 2 figli 3 figli % DI FAMIGLIE CHE CHIEDONO DETRAZIONI SU SCUOLA E FORMAZIONE PER ETÀ DEI FIGLI ,6 39,3 68,0 61, Fonte: IREF, Agenda delle famiglie italiane(2 a survey: settembre 2009) totale famiglie > 18 anni anni < 12 anni
18 XV. GLI INDICATORI DI SITUAZIONE ECONOMICA TIPI DI FAMIGLIA CHE HANNO PRESENTATO ALMENO UNA DSU NEL2007 (%) single (meno di 64 anni) 6,5 single (65 anni e più) 11,0 2 adulti (entrambi meno di 64 anni) 5,0 2 adulti (almeno uno o più di 65 anni) 9,4 3 adulti o più (tutti meno di 65 anni) 5,2 3 adulti o più (almeno uno o più di 65 anni) 3,5 totale senza figli dipendenti 40,6 1 adulto con uno o più figli 6,3 2 adulti con un figlio 13,3 2 adulti con 2 figli 20,7 2 adulti con tre e più figli 8,1 3 o più adulti con 1 o più figli 10,9 nuclei di soli studenti o figli 0,1 totale con figli dipendenti 59,4 Fonte: MLPS (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), Rapporto ISEE Implementazione, popolazione e selettività dell Indicatore della Situazione Economica, p. 29, tab. 3.4.
19 XVI. IL GIUDIZIO SUGLI INDICATORI DI SITUAZIONE ECONOMICA 51,0 6,4 5,6 37,0 QUESTI INDICATORI ANDREBBERO PURE BENE SE SOLO CI FOSSERO PIÙ CONTROLLI SULLE DICHIARAZIONI DELLE PERSONE Molto d'accordo Abbastanza d'accordo Poco d'accordo Nel sottogruppo di intervistati che dichiarano di conoscere Ise e Isee (45,4%) i giudizi sugli indicatori di situazione economica sono ambivalenti Per niente d'accordo QUESTI INDICATORI CONSENTONO DI VALUTARE CHI HA EFFETTIVAMENTE DIRITTO AD UN SERVIZIO E CHI NO 24,8 12,0 24,5 Fonte: IREF, Agenda delle famiglie italiane(2 a survey: settembre 2009) Molto d'accordo Abbastanza d'accordo Poco d'accordo Per niente d'accordo 38,7
20 XVII. IN FUTURO QUALE DOVREBBE ESSERE IL RUOLO DEICAF? Per il 61%delle famiglie intervistate i Caf dovrebbero fornire un ventaglio più ampio di servizi Fonte: IREF, Agenda delle famiglie italiane(2 a survey: settembre 2009)
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