Scuola di Dottorato Riccardo Francovich : Storia e Archeologia del medioevo, Istituzioni e archivi. Ciclo XXIV Sezione: Archeologia Medievale

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1 Scuola di Dottorato Riccardo Francovich : Storia e Archeologia del medioevo, Istituzioni e archivi. Ciclo XXIV Sezione: Archeologia Medievale Lo studio delle ceramiche acrome per la ricostruzione degli assetti economici, produttivi e sociali della Toscana Medievale. Miranduolo, Poggibonsi e Staggia: tre casi a confronto Candidata: Veronica Mariottini

2 INDICE Premessa p Stato della ricerca. p Le ceramiche di Miranduolo: prime ipotesi sul quadro economico-sociale di un insediamento rurale toscano p Ipotesi di partenza per un confronto proficuo tra i casi di Staggia, Poggio Imperiale e Miranduolo p Oggetto della ricerca p Metodologia per lo studio del materiale ceramico: gli strumenti della ricerca p. 13 A- Tipologia p. 13 B- Tipologia aperta p. 13 B.1- Griglia tipologica per uno studio oggettivo dei manufatti ceramici p. 14 C- Analisi archeometriche p. 16 D- Disegno, vettorializzazione e creazione di tavole p. 16 E- Utilizzo del DBMS - quantificazione e analisi distributive p Obiettivi p Tempi della ricerca p. 18 Bibliografia p. 19 2

3 Premessa L area di Archeologia Medievale dell Università di Siena da circa un trentennio si occupa di ricerche intensive, scavi archeologici e ricognizioni territoriali, nella Toscana meridionale 1. Tali ricerche sono da sempre contraddistinte dall utilizzo e applicazione di strumenti innovativi e sistemi informatici i quali hanno permesso di gestire ed elaborare grandi quantità di dati 2. Questo progetto si propone di analizzare la ceramica priva di rivestimento proveniente da due degli scavi che sono stati e continuano ad essere oggetto di indagine archeologica da parte dell Area di Archeologia Medievale del dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti dell Università degli Studi di Siena: Poggio Imperiale (Poggibonsi - SI)e Mirandolo (Chiusdino - SI). I due contesti saranno confrontati con quanto emerso dal recente studio effettuato sulla ceramica proveniente dallo scavo della Rocca di Staggia (Poggibonsi - SI), svoltosi tra il 2003 e il I risultati che sono emersi dalle analisi eseguite sulle ceramiche della Rocca di Staggia permetteranno non solo un confronto tra le forme ma diverranno parte integrante del presente progetto al fine di tracciare un quadro più completo sia dei i materiali ceramici sia delle varie fasi di occupazione di questi insediamenti. Queste ultime possono risultare utili al dibattito inerente la formazione del villaggio altomedievale, così come alla comprensione delle dinamiche di trasformazione dell economia e del mercato attraverso i secoli. I tre siti, oggetto di studi, offrono un notevole quantitativo di materiale ceramico proveniente da stratigrafie che vanno dal periodo tardoantico-altomedievale fino al XVI-XVII secolo. L alto numero di forme presenti è certamente un fattore importante che permetterà di creare una sequenza cronotipologica in grado di definire analogie e differenze delle forme tra i siti esaminati. Questi dati potranno così permettere di delineare le forme caratterizzanti in ciascuno sito, il loro sviluppo nel tempo e la loro diffusione nel territorio. La ricerca sarà basata su uno studio sistematico e completo dei manufatti ceramici, al fine di ottenere quante più informazioni possibili non solo con lo scopo di creare una tipologia del corredo ceramico, individuando differenziazioni diacroniche e sincroniche, ma soprattutto per cercare di estrapolare tutti quei dati che possano risultare utili per tracciare le variazioni economico-sociali e produttive-commerciali. Il dato ceramico preso singolarmente può offrire una semplice datazione che si ricava attraverso un confronto. L intento, nel nostro caso, è di relazionare la ceramica alle dinamiche insediative dei siti in questione, soprattutto per i contesti di Poggio Imperiale e Miranduolo i quali sono stati interessati da indagini estensive che hanno consentito di ottenere numerose informazioni al riguardo. L obiettivo di questo lavoro, prevede non uno studio asettico finalizzato alla semplice presentazione di tavole rappresentanti forme, ma piuttosto vuole essere un contributo mirato alla definizione di tipologie cronologiche ed a valutazioni di tipo qualitativo. In tal senso i risultati della ricerca dovranno essere integrati con quanto è stato tracciato nel corso degli anni dall Area di Archeologia Medievale grazie a intensi studi sistematici, a cui sono state accostate alcune discipline ausiliarie della ricerca, quali l archeozologia, l archeobotanica ecc. che hanno permesso di tracciare dei modelli storici 3. Parte fondamentale del progetto sarà la schedatura incentrata su un grado di analisi molto articolato necessario a definire tutte quelle caratteristiche che possono identificare la produzione, gli usi e le funzioni del manufatto, così come quelle particolarità di tipo tecnologico che possano 1 Per una sintesi si veda: VALENTI Sull esperienza dell area di Archeologia Medievale nell ambito dell informatica applicata si vedano: FRANCOVICH 1999; VALENTI Sull esperienza senese in campo di Database Management si vedano: FRONZA 2005, p 40, p 399, pp ; FRONZA 2001; FRONZA 2003; per un approfondimento sul tipo di database e sul suo utilizzo si veda MANDOLESI 2005; per l applicazione di piattaforme GIS di scavo si vedano: NARDINI, SALVADORI 2000; NARDINI, SALVADORI 2003; mentre per il GIS territoriale si veda: SALZOTTI, VALENTI 2003; SALZOTTI 2005a; SALZOTTI 2005b; SALZOTTI 2005c; SALZOTTI 2005d. 3 VALENTI 2004; VALENTI

4 essere associate ad una produzione o ad una particolare tecnica produttiva, riferibile ad un determinato periodo cronologico ad un officina o areale di produzione. Per identificare il tipo di produzione e la provenienza dei manufatti ceramici è necessario lo studio degli impasti, attraverso analisi archeometriche che prevedono l utilizzo del microscopio e la realizzazione di sezioni sottili. Tutti i dati ricavati dalla catalogazione dei reperti e dalle analisi archeometriche, saranno fondamentali, per valutare il fenomeno della residualità e dell intrusione, in ogni singola unità stratigrafica, dunque per ogni fase e periodo in relazione alle trasformazioni dell insediamento 4. Per gestire la rilevante quantità dei reperti da analizzare e la conseguente creazione di dati saranno utilizzati strumenti informatici che permettano una più agevole immissione ed elaborazione dei dati stessi 5. Questi ultimi saranno condizionati da una nuova metodologia di studio dei manufatti ceramici al fine di ottenere informazioni più possibile oggettive e uniformi. Tale banca dati, sarà vincolata ad un nuovo sistema uniforme di catalogazione mirato alla definizione di tipologie oggettive, aperte e integrabili non solo associate rispettivamente al sito di provenienza. In altre parole, verrà fissato un codice alfanumerico il quale descrive tutte le caratteristiche che concorrono a definire il manufatto stresso. L utilizzo dell archivio alfanumerico non è ovviamente mirato alla sola raccolta di dati ma alla produzione di informazioni storiche, grazie alla possibilità di effettuare ricerche incrociate, integrando voci di varia natura e, soprattutto, di processare in maniera esatta e veloce i dati. L uniformità adottata di studio e di registrazione delle informazioni permette di eseguire analisi sia a livello di sito che tra insediamenti differenti. I dati quantitativi potranno, inoltre, essere trasferiti all interno di piattaforme GIS dello scavo, per la produzione di carte tematiche. In sintesi questo progetto si propone di analizzare il dato ceramico, integrando i risultati con quanto prodotto dalla ricerca archeologica e dalle discipline ausiliarie, al fine di comprendere e raffinare ulteriormente modelli di sviluppo e di trasformazione degli insediamenti, sino ad ora tracciati per la Toscana centro-meridionale. 1- Stato della ricerca Il materiale ceramico oggetto dello studio, come precedentemente detto, proviene dai siti di Poggio Imperiale, Rocca di Staggia e Miranduolo. Tali insediamenti sono interessati da indagini archeologiche oramai da anni, il primo oggetto di indagine e il terzo dal, mentre l altro è stato oggetto di un intervento di emergenza nel periodo tra il novembre del 2004 e il luglio del I dati emersi pongono questi siti al centro del dibattito sulle dinamiche insediative tra tardo antico e medioevo 6. Il materiale ceramico rinvenuto a Poggio Imperiale, sono state oggetto di studio in passato. Nel 1996 esce il volume Poggio imperiale a Poggibonsi: dal villaggio di capanne al castello di pietra a cura di Marco Valenti 7, nel quale viene proposta un attenta analisi sul materiale ceramico rinvenuto. In seguito, nell anno accademico viene redatta una tesi di laurea inerente la costruzione di un archivio alfanumerico per la catalogazione dei reperti ceramici e la sua sperimentazione applicata al caso delle olle in acroma grezza. Nel 2007 all interno del libro a cura di Riccardo Francovich e Marco Valenti 8 Poggio imperiale a Poggibonsi. Il territorio, lo scavo, il parco, viene proposta una sintesi generica sul il materiale ceramico in generale 9. Al momento, i dati relativi allo scavo in questione, già immessi nell archivio ammontano ad un totale di record. 4 BARKER 1981, p. 224; CARVER 1985, pp Sui vantaggi dell utilizzo dei database si veda FRONZA VALENTI 2004; FRANCOVICH, VALENTI VALENTI FRANCOVICH, VALENTI MANDOLESI

5 La ceramica proveniente dallo scavo di Miranduolo, invece, si trova ad uno stadio preliminare di studio sistematico e analitico 10. Nel corso degli anni, da questo sito è emerso un notevole quantitativo di materiale ceramico, relativo a manufatti in acroma depurata e grossolana. In realtà, per quanto concerne la semplice schedatura, alla quale non è stato ancora applicato il sistema che si intende attuare nel presente progetto, sono stati esaminati e inseriti nella scheda informatica tutti i reperti nelle passate campagne di scavo. Si tratta di un campione da frammenti, dei quali relativi a ceramica a impasto depurato e a impasto grossolano, per un totale di schede e 2099 disegni. I risultati emersi da questo studio preliminare, sottolineano l importanza di operare studi più approfonditi e analitici. Oltre a ciò, sono risultati interessanti i dati quantitativi e di distribuzione all interno del contesto, ed anche l analisi delle forme che nel quadro di distribuzione sembrano definire già allo stato attuale elementi di differenziazione socio economica 11. Per le ceramiche ad impasto grossolano, è già stata avviata una prima analisi macroscopica distintiva delle argille, individuando il tipo di tessitura, il tipo di smagrante (specificandone i relativi attributi 12 ) e la morfologia dello scheletro, le quali hanno portato ad identificare dodici differenti impasti. Tali analisi sono state effettuate con l ausilio del microscopio binoculare, ed inoltre è stata eseguita una comparazione delle argille con quelle del vicino castello di Montarrenti (Sovicille - SI), verificando analogie e discrepanze. Entrambi i siti, restituiscono ceramiche da fuoco caratterizzate da impasti ricchi di quarzo, feldspati, calciti e pirosseni provenienti, come suggerito da Cantini, dall areale circoscritto tra la Montagnala Senese (SI) e Roccastrada (SI) nel periodo compreso tra il VII secolo e il XIII secolo 13. Il Materiale proveniente dalla Rocca di Staggia Senese è stato oggetto della tesi di laurea della sottoscritta 14. Durante la redazione di tale lavoro si è cercato di determinare una metodologia efficace, indirizzata alla sistematicità e all oggettività, con il fine di individuare all interno di ogni classe ceramica tutti gli elementi di differenziazione diacronica. In totale sono stati rinvenuti e schedati frammenti dei quali relativi a ceramica a impasto depurato e semidepurato, a ceramica a impasto grossolano, a maioliche (dalle arcaiche alle rinascimentali), 321 a ingobbiate graffite dipinte, 942 a ceramica a schizzi di ingobbio, invetriata e slipware. L analisi e lo studio del materiale si è focalizzata principalmente nella definizione delle forme utili all identificazione degli indicatori cronologici in ogni unità stratigrafica, al fine di ottenere cronologie assolute. Questo metodo, ha consentito di arricchire o talvolta correggere, la cronologia relativa precedentemente delineata grazie ai rapporti stratigrafici diretti e alle analisi al C 14 e in tal senso si intende riapplicarlo anche ai casi di Poggio Imperiale e di Miranduolo. 2- Le ceramiche di Miranduolo: prime ipotesi sul quadro economico-sociale di un insediamento rurale toscano 15. Una preliminare analisi basata sulle forme e sulle quantificazioni ha permesso di determinare alcune sfaccettature interessanti sul rapporto socio-economico e dato ceramico nel sito di Miranduolo. Tra VIII e inizi IX secolo, arco cronologico in cui si assiste alla nascita del villaggio precurtense, il dato ceramico appare esiguo a livello quantitativo di forme, sia da cucina che da mensa e dispensa. In questi secoli si ha una predominanza della ceramica da fuoco e sembra quasi per nulla attestata quella da mensa e da dispensa. Tale dato è stato interpretato e ricollegato alla natura stessa del villaggio, infatti, è molto probabile che il legno, fosse utilizzato non solo 10 MARIOTTINI 2008b. 11 Per l analisi distributive e quantitative del dato ceramico si veda in VALENTI 2008: LUNA 2008;MARIOTTINI 2008b. 12 Per i canoni di distinzione si veda la metodologia applicata nell indagine archeometrica. 13 CANTINI 2003, CANTINI 2005a. 14 MARIOTTINI 2008a. 15 Sintesi di MARIOTTINI 2008b in VALENTI

6 come materiale costruttivo ma anche per il corredo domestico 16. Tra le forme da cucina dominano le olle, a le quali si affiancano i testi, tale evidenza sembra discordare con l idea per cui in questi secoli l alimentazione sia soprattutto connotata dal consumo di carne 17. La presenza di forme funzionali, come le fuseruole, è presumibilmente riferibile ad attività tessili di tipo domestico riconducibili ad un economia di carattere silvo-pastorale 18. Le stratigrafie databili tra gli inizi del IX secolo e l ultimo quarto del X secolo hanno restituito un discreto numero di frammenti ceramici pertinenti soprattutto, rispetto al periodo precedente, a forme da mensa e da dispensa. Questo incremento, si riscontra anche in altri siti come Montarrenti, Poggibonsi e Staggia 19 e in tutti questi casi coincide con trasformazioni di carattere economico e insediativo. Miranduolo, infatti, in questo periodo è oggetto di un profondo cambiamento topografico, sociale ed economico, associabile un modello di tipo curtense 20. L insediamento assume un nuovo assetto degli spazi, distribuiti tra pars dominica e pars massaricia da un profondo fossato, che si rispecchia nella distribuzione stessa delle ceramiche. Tra la fine del X secolo e la prima metà dell XI secolo si nota una netta diminuzione a livello quantitativo delle forme, pari al 40% in meno rispetto al periodo precedente. Anche in questa fase il materiale ceramico si distribuisce in maniera disomogenea all interno del sito: le forme presenti nella zona dominica sono più del doppio rispetto alla zona massaricia. Si tratta di un indicatore di differenziazione gerarchica-sociale: gli anforacei, ad esempio, si trovano quasi esclusivamente nell area sommitale con un numero minimo di forme pari a 47, rispetto alle sole 5 attestate nei versanti sottostanti. Questa distribuzione sembra imputabile all organizzazione sociale del villaggio, ovvero all accentramento dei beni di consumo (raccolta di derrate) negli spazi direttamente controllati dalla famiglia dominante 21. Per quanto concerne il corredo da cucina la situazione che si riscontra a Miranduolo è analoga a quella ravvisata a Montarrenti, a Poggibonsi e a Staggia. In tutti questi siti, infatti, l olla che fino a questo momento costituiva la forma da cucina più attestata (circa il doppio rispetto alle forme aperte), adesso è equiparabile come numero ai testi e tegami. Tale dato sembra confermare l idea per cui non si tratta di una crisi delle officine produttive quanto piuttosto di un mutamento della connotazione sociale della domanda da parte di ceti rilegati al mondo contadino 22. Tra la seconda metà dell XI secolo fino al secondo quarto del XII secolo, l analisi distributiva della ceramica fornisce un risultato nuovamente differente rispetto ai periodi precedenti, espresso dalla maggiore attestazione di forme ceramiche nell area del borgo rispetto all area sommitale (1545 forme contro 667). Inoltre le forme destinate alla conservazione di derrate alimentari quali grandi contenitori, orcioli e bacili si trovano concentrate soprattutto nelle stratigrafie del borgo. Tutto ciò conferma il nuovo orientamento economico-sociale che si sviluppa all interno del contesto. Tra il secondo quarto del XII secolo e la prima metà del XIII secolo si registra un brusco calo di forme minime attestate nel sito, le quali si riducono a poco più di 500, ovvero meno di un terzo di quelle presenti nel periodo precedente. Questa drastica diminuzione potrebbe essere dovuta ad una minore richiesta di vasellame forse implicabile ad un primo processo di decadenza del castello imputabile all evento bellico ad opera delle milizie volterrane il quale porto alla distruzione del villaggio. L analisi distributiva dei manufatti rinvenuti in stratigrafie comprese tra la seconda metà del XIII secolo e il secondo quarto del XIV secolo, mostra un quadro analogo a quello tracciato per il periodo curtense e quello immediatamente successivo. Si ritrova cioè una maggiore concentrazione di frammenti ceramici nell area sommitale rispetto al borgo, probabilmente a 16 VALENTI 2004; GRASSI GIOVANNINI 2001 pp GRASSI CANTINI 2003, VALENTI 1996; VALENTI 2004, FRANCOVICH,VALENTI 2007, CASTRORAO BARBA VALENTI 2004; VALENTI VALENTI 2008; MARIOTTINI 2008b. 22 CANTINI

7 causa dell abbandono di quest ultimo proprio durante tale periodo. Il dato ceramico mostra, inoltre, come in questo momento le acrome depurate superino quantitativamente le forme in grossolana (rispettivamente 1555 contro 775). Il suddetto aumento può essere interpretato quale segno di un cambiamento dei corredi da mensa e dispensa: al materiale deperibile si sostituisce la ceramica. La copiosità di tali manufatti può inoltre essere relazionata all acquisto del castello da parte prima dei Cantoni e subito dopo dei Broccardi. Infatti la presenza stabile di queste famiglie, che fanno del sito di Miranduolo la loro residenza, comporta, un uso cospicuo di manufatti in ceramica, non solo depurati ma anche rivestiti, come ad esempio la maiolica arcaica. Nonostante lo studio della ceramica proveniente da Miranduolo sia ad uno stato preliminare, è ampiamente sottolineato il potenziale informativo. Infatti, lo studio delle ceramiche è sicuramente una via principale per la determinazione dell alimentazione. Inoltre, un attenta analisi sulla distribuzione dei reperti nello spazio e la loro morfotipologia può aiutare a ricostruire e definire meglio sia le dinamiche insediative, che quelle economiche e dunque contribuire alla definizione dei i rapporti sociali all interno del sito (come tra i ceti dominanti e quelli subalterni) e fuori. 3- Ipotesi di partenza per un confronto proficuo tra i casi di Staggia, Poggio Imperiale e Miranduolo 23. Durante il lavoro sul materiale ceramico proveniente dalla Rocca di Staggia si è cercato di definire analogie e differenze con alcuni siti recentemente indagati nella Toscana meridionale, tra cui Poggio Imperiale e Miranduolo. Questi ultimi, hanno fornito un prezioso contributo per la definizione dello sviluppo insediativo, economico e sociale che ha caratterizzato tale territorio nel corso dei secoli. Lo scavo effettuato all interno della Rocca di Staggia ha restituito materiale ceramico databile tra il VI secolo ed il XIX secolo. I manufatti più antichi, forse a causa della limitatezza dell indagine, sono stati recuperati decontestualizzati, ovvero non è stato individuato alcun deposito databile tra VI secolo e la prima metà del VII secolo. La loro presenza, tuttavia, suggerisce che l area fosse stata occupata sin dal VI secolo, e che l assenza delle stratigrafie relative sia dovuta ad attività cantieristiche che hanno asportato il precedente deposito 24. Il deposito archeologico più anticoè perciò databile tra il VII e l VIII secolo. Nel corso di questa fase insediativa sembrano essere occupati almeno due terrazzi separati da uno steccato ligneo e recinti da una palizzata. A causa delle seguenti opere di regolarizzazione effettuate durante la fase di occupazione successiva, caratterizzata da strutture in materiali misti, nel terrazzo più alto di quota rimangono solo labili tracce in negativo relative a buche di palo associabili ad una capanna lignea. La cronologia di tale struttura, in mancanza di dati ceramici che potessero fornire una precisa collocazione temporale, è stata identificata solo grazie allo studio sistematico sulla morfologia delle buche (forma e profondità) 25. Nello stesso periodo la collina era occupata da due capanne, entrambe esterne allo steccato ma interne alla palizzata. La prima, individuata nel settore B, risulta essere a pianta rettangolare e struttura portante ad armatura di pali a livello del suolo, mentre la seconda, nel settore A è del tipo grubenhaus (struttura lignea seminterrata). Sulla base di tali informazioni, è stato possibile ipotizzare che la zona occupata dalla rocca, tra il VII e l VIII secolo, fosse sede di un villaggio fortificato Per il sito di Staggia si veda FRANCOVICH, VALENTI 2007; CASTRORAO BARBA 2006; MARIOTTINI 2008a. Per Poggio Imperiale: VALENTI 1996; VALENTI 2004; FRANCOVICH, VALENTI 2007; MANDOLESI 2005; MANDOLESI Per il castello di Miranduolo: NARDINI 2001; NARDINI, VALENTI, 2004; VALENTI 2004; VALENTI CASTRORAO BARBA 2006, MARIOTTINI 2008a. 25 CASTRORAO BARBA La palizzata, infatti, è certamente attestata nell VIII secolo, ma occorrerà un lavoro di revisione complessiva per capire se fosse già presente nel corso del VII secolo in fase con la grubenhaus. 7

8 Il rinvenimento di villaggi in legno non risulta essere nuovo per la Toscana 27. A Poggibonsi ad esempio, sono state rinvenute strutture in materiale deperibile con cronologia che va dal VI secolo fino al IX secolo 28 ; allo stesso modo, a Miranduolo si riscontrano stratigrafie e strutture in materiale deperibile databili tra gli inizi dell VIII secolo e il X secolo 29. I manufatti ceramici, datati tra VI e VII secolo, rinvenuti a Staggia mostrano un esiguo numero di forme attestate; tra queste spiccano le olle nel corredo da cucina, mentre in quello da mensa e da dispensa emergono gli orcioli e le fiasche (quest ultime tra l altro attestate unicamente in questo periodo). L VIII secolo si contraddistingue per l enorme arricchimento delle forme ceramiche in uso, oltre l orciolo e l olla, infatti, compaiono testi, tegami, testelli, brocche, boccali e bacili. A partire da questo momento, tali forme presentano impasti che si ritroveranno anche nelle produzioni successive. I dati emersi dall analisi delle argille indicherebbero un unico bacino estrattivo il quale non muta nel corso dei secoli. Tale evidenza permette di ipotizzare che le ceramiche presenti a Staggia derivino da una produzione locale o comunque proveniente da zone limitrofe alla Rocca. Naturalmente si tratta di un ipotesi che potrebbe essere confermata o smentita solo grazie ad indagini future le quali prevedano ricerche geopedologiche sul territorio limitrofo per individuare dei possibili bacini di estrazione dell argilla, in associazione ad analisi archeometriche (realizzazione di sezioni sottili). Tra la fine dell VIII e il IX secolo il villaggio subisce una fase di trasformazione dell assetto topografico. E stato rinvenuto, ad esempio, un battuto in terra che oblitera parte dell edificio ligneo posto sulla sommità pertinente ad una capanna con pali a livello del suolo il quale recupera alcune delle buche della struttura precedente. Per quanto riguarda la ceramica di VIII-IX secolo si è già detto come si noti un arricchimento delle tipologie attestate. In questo caso, il dato ceramico e l evidenza archeologica, la quale attesta nette trasformazioni strutturali dell insediamento, indicano una trasformazione anche economica. In pratica tra VIII e IX secolo si assisterebbe al passaggio da villaggio a centro curtense. Nello stesso periodo anche a Poggibonsi si apprezza un aumento morfotipologico delle forme e la comparsa di nuove varianti per le olle; inoltre anche a livello topografico si registrano importanti trasformazioni 30. Questi due casi denotano quanto l indicatore ceramico possa essere un valido strumento nella lettura dei processi socio-economici e soprattutto nell interpretazione sociale dell organizzazione dei villaggi. L aumento delle forme, infatti, è con tutta probabilità da legare ad una serie di fattori, quali l accentramento delle attività produttive in prossimità della parte dominica, le mutazioni economiche e dei costumi alimentari 31. A Staggia nel corso del X secolo, si assiste ad un nuovo consistente mutamento: le strutture lignee che avevano caratterizzato la fase precedente, infatti, cadono in disuso e viene intrapresa la costruzione di un imponente cinta muraria, la quale sostituisce la precedente fortificazione lignea. Anche per questo periodo, come per quello di VIII secolo, nel terrazzo più alto non si conserva deposito archeologico, mentre in quello più basso sono stati identificati livelli interpretabili come area di scarico di materiali e/o allo svolgimento di attività artigianali. A confermare questa interpretazione è il rinvenimento di uno strato formato da terra fortemente organica e con un ingente presenza di frammenti ceramici e reperti osteologici animali, in fase con una base di pietra (da associare alle attività artigianali o di macellazione), ed una capanna ad armatura di pali al livello del suolo di forma trapezoidale. 27 Per una sintesi sui villaggi altomedievali della Toscana centro meridionale si veda: VALENTI VALENTI 1996; VALENTI 2004; FRANCOVICH, VALENTI A Poggibonsi non è attestata la palizzata lignea; a Miranduolo in base alle ultime interpretazioni sembrerebbe presente a partire dall VIII secolo; per quest ultimo si veda VALENTI VALENTI 2004; FRANCOVICH, VALENTI 2007, pag GRASSI 2006; MOLINARI 2000; MOLINARI

9 Per quanto riguarda i tipi ceramici associati a questa cronologia, non si registrano sostanziali cambiamenti rispetto alle forme precedentemente attestate. Interessante comunque, sembra essere il dato relativo al quantitativo di recipienti per uso di cucina, come tegami, testi, testelli e testi/coperchio. Tuttavia, si nota un netto impoverimento della varietà morfologica e della quantità numerica dei tipi attestati, ma allo stesso tempo un aumento di forme aperte da fuoco come il testo e il tegame, esattamente come accade a Montarrenti, dove tale situazione è stata interpreta non tanto come crisi delle officine produttive, quanto piuttosto come mutamento della connotazione sociale della domanda da parte di ceti sociali legati al mondo contadino 32. Poggibonsi, nello stesso periodo si contraddistingue come insediamento curtense, in cui sono presenti abitazioni, strutture artigianali, strutture per la conservazione di derrate alimentari e ricoveri per gli animali, disposti attorno ad un grande edificio (longhouse) che costituiva la residenza padronale 33. Il dato ceramico, appare molto simile a quello di Staggia; anche qui, infatti, non si registrano importanti cambiamenti morfotipologici per i tipi attestati precedentemente, e proprio come a Staggia, si affermano le forme aperte da cucina, tra le quali spiccano il tegame e il testo. Anche a Miranduolo, si assiste alla trasformazione topografica del villaggio: la zona sommitale, vede infatti, la riprogettazione di alcuni edifici e la sostituzione della palizzata lignea con una fortificazione in materiali misti. Anche il dato ceramico trova molte analogie con i casi precedentemente descritti. In questo periodo si assiste, ad un aumento quantitativo di forme e al quale corrisponde un arricchimento tipologico. Il corredo da cucina che fino a questo momento comprendeva essenzialmente solo olle e testi, ora si arricchisce con boccali, casseruole, tegami, testelli e testi/coperchio. Anche i corredi in acroma depurata presenti fino a questo momento con poche forme destinate alla conservazione di liquidi quali gli anforacei, le brocche e i boccali, ora aggiungono orcioli e bacili, solitamente impiegati per la conservazione di derrate alimentari 34. Tra XI e inizi XII secolo a Staggia sono presenti resti di strutture con basamento in pietra e alzato in materiale deperibile, il vecchio steccato viene sostituito da un divisorio con basamento in muratura sul quale si impostano dei pali lignei intervallati da terra pressata. In seguito gli edifici e le altre strutture sembrano subire varie ristrutturazioni e rifacimenti 35. Si tratta quindi di un insediamento costituito da strutture in materiali misti. Le case, sono ora in terra su basamento in muratura, si dispongono soprattutto all interno e all esterno del circuito murario, mentre la parte alta della collina, nell area immediatamente ad est rispetto al divisorio interno, viene rasata per diminuire il dislivello fra i terrazzi precedentemente in uso e regolarizzata da un livellamento in terra. A questa operazione si deve la rimozione di buona parte dei livelli riferibili alle fasi precedenti. La ceramica mostra un netto calo del numero minimo di tipi delle forme precedentemente attestate in maniera massiccia, specialmente testi e tegami. Contemporaneamente, si affermano altre forme come le casseruole e le ciotole coperchio. Questa situazione proseguirà per tutto il XII secolo. Con il XIII secolo si assiste ad una radicale trasformazione dell insediamento, la zona della Rocca viene riedificata in maniera massiccia e si assiste alla nascita del borgo che si amplierà nel corso del suddetto secolo 36. Questo cambiamento, come si evidenzia dalla documentazione scritta, sembra imputabile soprattutto all ascesa economica e politica di Poggio Bonizio ed inoltre all espansione dei traffici sulla via Francigena. Verso la fine del XIII secolo Staggia vide un periodo di rinascita, grazie ai Franzesi: nel 1298 Albizio, appartenente a questa famiglia di potenti finanzieri e magnati di origine fiorentina, protagonisti di una grande esperienza politico economica in Francia alla corte di Filippo il Bello, provvede all acquisto della rocca ottenendo 32 CANTINI F pag VALENTI 2004; FRANCOVICH, VALENTI 2007, pag MARIOTTINI 2008b. 35 CASTRORAO BARBA CAMMAROSANO et alii 1994; FRANCOVICH, VALENTI

10 dall imperatore Alberto I d Asburgo, la facoltà di ricostruire il castello e l autorizzazione all esercizio dei diritti inerenti ad esso come dipendente dell impero 37. Il dato ceramico inerente a questo periodo denota da una parte un evoluzione di carattere morfologico delle forme attestate, dall altra un netto impoverimento delle forme stesse a livello numerico, sia da fuoco che da mensa che da dispensa. Tra le forme chiuse, si denota un cambiamento morfologico: ad esempio, olle e orcioli, sono ora caratterizzati da una minore estroflessione dell orlo ovvero una quasi verticalizzazione, un appiattimento del bordo e un insellatura interna. Anche i tegami e i testi subiscono una variazione, definita da un processo di verticalizzazione delle pareti, mentre il bordo resta per lo più arrotondato. In realtà, tali forme, sembrerebbero essere soppiantate dai testi/coperchio, i quali risultano quanto più standardizzati con pareti estroflesse di medio spessore e corpo emisferico. Continuano comunque a comparire i testelli foggiati a tornio lento. Il drastico calo di forme tipologiche attestate è forse da associare alle vicende storiche sopraccitate oppure all assenza in loco della famiglia possidente nel corso di questi secoli. Anche in questo caso si riscontrano parziali analogie tra Staggia e Poggibonsi, il quale fu oggetto di opere cantieristiche che nel XII secolo portarono alla nascita del castello e nel XIII secolo assunse il carattere di quasi città 38. Il quadro offerto dal dato ceramico conferma le convergenze nei processi insediativi dei sue siti: i corredi sembrano stabilizzarsi e si nota un grande calo di tipologie, quest ultimo da associare al nuovo abitato che sembrerebbe aver attratto e dunque unito, differenti botteghe, costituendo una sorta di officina proto-industriale 39. Anche Miranduolo tra XI e XII secolo fu soggetto di grandi opere cantieristiche, tra le quali la costruzione di una cinta muraria in pietra che ingloba il borgo e l area sommitale ed inoltre la risestemazione di quest ultimo, allo stesso modo di Staggia e Poggio Imperiale 40. Il cantiere è riferibile all intervento di una famiglia aristocratica (i Gherardeschi), che in questo periodo detiene il potere sul sito. Nella prima metà del XIV secolo, con la fine dei lavori, la Rocca di Staggia appare ormai completamente riedificata e diviene sede residenziale della famiglia dei Franzesi. L occupazione da parte di questa famiglia nobiliare è riscontrabile anche a livello di rinvenimenti di manufatti di pregio, come la maiolica arcaica. Si denota poi una staticità per quanto riguarda le ceramiche da cucina, mentre quelle da mensa e da dispensa subiscono un significativo cambiamento che non riguarda tanto la struttura del singolo manufatto quanto un drastico calo del numero delle forme attestate. Tutti i tipi precedenti come gli orcioli, i bacili ed i boccali sembrano scomparire a favore di catini e brocche. Questo dato può avere una duplice interpretazione: innanzitutto i manufatti ceramici in acroma depurata destinati alla mensa lasciano il posto a manufatti di pregio, come le maioliche, più adatti alla tavola di una ricca famiglia come i Franzesi; in secondo luogo, le modalità di conservazione delle derrate alimentari sembrano cambiare 41. Tra la seconda metà del XIII e la prima metà del XIV Poggibonsi è invece teatro di nuovi cambiamenti non solo a livello insediativo ma anche a livello politico 42, i quali si concludono con la fondazione da parte dell imperatore Arrigo VII di una nuova città: Monte Imperiale. Le attestazioni ceramiche trovano forti analogie con Staggia, soprattutto nella comparsa della maiolica arcaica, la quale inizia a circolare in Toscana dalla seconda metà del Duecento. Sia a Poggio Imperiale che a Staggia questa classe è attestata da pochi esemplari nel corso del XIII secolo, mentre in quello successivo, si assiste ad un considerevole aumento 43. In entrambi i siti si 37 CAMMAROSANO et alii 1994, pp FRANCOVICH, VALENTI MANDOLESI 2007, pp NARDINI, VALENTI, 2004; VALENTI 2004; VALENTI GRASSI FRANCOVICH, VALENTI 2007, pp MANDOLESI 2007; MARIOTTINI 2008a. 10

11 è poi evidenziato come questa classe abbia sostituito in qualche modo le forme in depurata, da mensa e da dispensa, attestate nel corso delle precedenti fasi di vita. Dalla seconda metà del XIII secolo, le fonti scritte spiegano con chiarezza le varie dinamiche di successione che riguardano il castello di Miranduolo. In questo periodo tale possedimento passa tra le mani di famiglie importanti che ne fanno oggetto di investimenti e anche di residenza 44, il borgo invece risulta essere disabitato. La distribuzione dei reperti ceramici rispecchia perfettamente tale situazione. La maggioranza dei frammenti si colloca sull area sommitale e fanno il loro ingresso manufatti in maiolica arcaica, che come detto in precedenza, adatti a mense signorili 45. Molto meno rappresentate in questo periodo sono le ceramiche da cucina mentre continuano ad essere ben attestate forme da mensa come i boccali e le brocche 46. Alla fine del XIV secolo Staggia venne ceduta da parte dei suoi eredi a Firenze, divenendo un importante e autonomo centro periferico di importanza strategica contro Siena. Nel XV secolo a Staggia, divenuto un importante centro di raccolta del grano proveniente dalla Maremma, troviamo stanziata una guarnigione di armati fiorentini. In questi secoli non si notano rifacimenti strutturali importanti, anzi, quando alla fine del XVI secolo ci conclude la disputa politica tra Firenze e Siena, la rocca volge ormai alla rovina. Per la ceramica si nota come l ingresso di nuove classi quali, l invetriata da fuoco per la ceramica da cucina, l ingobbiata e graffita e le maioliche per quella da mensa e da dispensa, determini il declino delle acrome. Oltre alla maiolica arcaica sono presenti anche maioliche monocrome, ingobbiate e graffite e alcune forme di importazione montelupina 47. A seguito della morte di Arrigo VII il progetto di costruzione della città di Monte Imperiale, viene meno. Solo con la fine del XV-XVI secolo, la collina, considerata da sempre un fondamentale punto strategico da parte dei fiorentini, fu oggetto di opere di fortificazioni massicce, commissionate da questi ultimi a Giuliano da San Gallo 48. Come nel caso di Staggia, il cassero di Poggibonsi fu sede in questi secoli, di una guarnigione fiorentina. Nei secoli successivi al XVI, tutti e tre i siti in oggetto risulteranno in rovina. 4- Oggetto della ricerca Oggetto del presente lavoro sarà, dunque, lo studio del materiale ceramico proveniente dai tre contesti sopraccitati con lo scopo di individuare tutti quegli elementi utili a definire una cronologia relativa, la quale verrà successivamente integrata con i dati statigrafici, al radiocarbonio e con tutti quegli elementi utili per ottenere una cronologia assoluta. Tale ricerca permetterà da un lato di delineare per questi contesti il corredo ceramico, dall altro di integrare quanto sinora prodotto dagli studi sul materiale ceramico relativo alla Toscana centromeridionale. Il primo step del lavoro si concentrerà su di una sistematica catalogazione e classificazione dei reperti. La schedatura sarà mirata a raggiungere il massimo grado analitico, assicurando la registrazione di tutti i dati attraverso l utilizzo di un archivio informatico. Questo permetterà, non solo di accumulare grandi quantitativi di dati da ma, allo stesso tempo consentirà un agile gestione degli stessi. A seconda dei frammenti ceramici conservati, procederemo ad una diversa metodologia di schedatura. Per le pareti e le anse si quantificherà il numero di frammenti (determinandone anche il numero minimo e numero massimo di forme 49 ) e il peso, descrivendo al contempo il trattamento superficiale. Per i fondi e gli orli saranno considerati ulteriori parametri quali, la 44 VALENTI 2004; VALENTI LUNA MARIOTTINI 2008b. 47 MARIOTTINI 2008a. 48 FRANCOVICH, VALENTI La valutazione del numero minimo e massimo delle forme attestate, consente di attribuire ad uno stesso vaso frammenti riconoscibili come parte di esso, (ORTON, TYERS, VINCE 1991). 11

12 misurazione del diametro, il calcolo dell E.V.E (Evaluteted Vessel Equivalent), che permette di determinare la percentuale rappresentata dal frammento in rapporto alla forma totale del pezzo preso in esame e la descrizione tipologica 50. Parallelamente alla fase di schedatura, si procederà all identificazione e all analisi delle argille, la quale sarà effettuata con l ausilio di un microscopio binoculare al fine di riconoscere elementi associabili a officine o zone di produzione. La distinzione delle argille, sia per praticità che per rendere omogenei i criteri di valutazione, seguirà uno schema basato sui fattoti discriminanti: il tipo di tessitura (iatale o seriale), il tipo di smagrante, (con la descrizione della natura mineralogica degli inclusi, il loro grado di arrotondamento e sfericità), la dimensione e l abbondanza espressa in percentuale; la morfologia dello scheletro (indicando, anche in questo caso, la natura dei minerali presenti, la loro dimensione, la sfericità e l abbondanza), il riconoscimento dei pori (segnalando l abbondanza, la dimensione, la forma e l orientamento) e infine, il colore (interno e esterno) usando come riferimento le tavole di Munsell 51. Il colore è un elemento fondamentale per determinare la tipologia di cottura, tale aspetto potrebbe essere un indizio utile per la determinazione di un officina produttiva o più semplicemente come e in quale ambiente si è svolto il processo di cottura del manufatto 52. Giunti al termine della schedatura, il passo successivo sarà quello di procedere al disegno di tutti quei frammenti datanti come gli orli, i fondi, le anse e le pareti con impressi o incisi degli elementi decorativi. Così facendo, non solo si produrrà una rassegna esaustiva dei frammenti presenti in ogni deposito, ma anche una panoramica generale delle tipologie presenti. Questa metodologia permetterà, nelle successive fasi di studio, non solo di avere una panoramica completa del materiale ceramico e dunque delle forme presenti, ma di individuare tutti quei frammenti residui e intrusi (infiltrati). Se, infatti, ci trovassimo di fronte a contesti omogenei, sigillati, e non interessati da processi post-deposizionali, seguendo la prassi si potrebbe semplicemente datare ogni strato individuando il reperto di cronologia più tarda. Poiché i siti indagati sono oggetto di numerosi rimaneggiamenti nel corso dei secoli, a ragione dei molteplici rifacimenti strutturali, legati all occupazione del sito stesso sarà necessario e interessante determinare l indice di intrusione e residualità con il fine anche di comprendere e definire meglio la stratigrafia. Solitamente, lo studio dei reperti ceramici prevede la redazione di una tipologia inerente al sito preso in esame, la quale risente della soggettività del ricercatore che sceglie quale sia il tipo esemplificativo di un certo periodo. Tale metodologia tende a non considerarele piccole differenziazioni che gli studiosi della materia si prefissano al momento della schedatura. Ogni singolo frammento, infatti, è potenzialmente un tipo e per tale motivo, il lavoro si incentrerà nell identificazione di tutti quegli elementi distintivi di una singola forma. Questo metodo sarà la base per la creazione di una tipologia aperta, sempre integrabile, non rilegata al singolo sito e soprattutto non soggettiva (vedi sotto) il cui fine sarà quello di incrementare, con lo studio dei nuovi reperti, le tipologie recentemente elaborate per la Toscana meridionale ORTON, TYERS, VINCE 1991, MOLINARI ORTON, TYERS, VINCE 1991, pp ; MANNONI, GIANNICHEDDA 1996, p.137; MOLINARI Nel caso di Staggia per la classe delle acrome depurate la definizione del colore delle argille ha permesso di definire i vari tipi di cottura. Ad esempio, il tipo I dell argilla depurata ha un colore arancio, sia interno che esterno; riconducibile ad una cottura in un ambiente prettamente ossidante e stabile, a temperatura costante (tale modalità di cottura indica solitamente un buon funzionamento, controllo e tiraggio della fornace). Gli altri impasti, contraddistinti sempre dal numero romano I, ma con aggiunta una lettera in successione (I.a, I.b, ecc.), identificano il medesimo impasto ma con un differente processo di cottura (presenza di anima grigia, cottura a strati che sottolinea gli sbalzi dell ambiente ossidante/riducente o viceversa ecc.). 53 Contributi che hanno permesso di offrire un quadro esaustivo sulla situazione della ceramica presente nel territorio della Toscana centro-meridionale: Scarlino (GR) FRANCOVICH 1985; Rocchette Pannocchieschi (Massa Marittima - GR) BOLDRINI, GRASSI 1999; BOLDRINI, GRASSI 2003; Montemassi (Roccastrada - GR) GUIDERI PARENTI 2000; BRUTTINI et Alii 2002; Rocca San Sivestro (LI) BOLDRINI, GRASSI 2003; Donoratico (LI) BIANCHI 2004; Campiglia Marittima (LI) BOLDRINI, GRASSI 1999; BIANCHI 2003; Montarrenti (SI) CANTINI 2003, Poggio Imperiale (Poggibonsi - SI) VALENTI 1996; MANDOLESI 2007, Miranduolo (Chiusdino-Si-) MARIOTTINI 2008b; 12

13 Tutti i frammenti utili alla datazione di un contesto come gli orli, i fondi e le anse, saranno prima disegnati e dunque vettorializzati 54. Questa documentazione sarà fondamentale per operare i necessari confronti con altri siti indagati a livello italiano, privilegiando chiaramente quelli toscani, inoltre per la creazione di tavole tipologiche relative ai periodi, strutture, cronotipologie generali, infra/intrafrasito ecc. L utilizzo di un database alfanumerico permetterà inoltre di quantificare ed effettuare ricerche incrociate su più livelli, al fine di produrre informazioni storiche quanto più esaurienti Metodologia per lo studio del materiale ceramico: gli strumenti della ricerca A- Tipologia Generalmente i frammenti associabili a una tipologia sono quelli a cui è possibile attribuire una datazione. La differenziazione tipologica, solitamente, prende in considerazione vari criteri di distinzione, quali la tecnica di produzione-lavorazione (a mano, al tornio), il tipo di trattamento superficiale (steccature, lisciature ecc.), il tipo di stacco del fondo e il suo trattamento (stacco a corda, a stecca, sabbiatura), i rivestimenti (vetrine ingobbio smalto, ecc.), le decorazioni (dipinte, incisioni a pettine o a stecca, ecc.) ed infine la funzionalità dell oggetto (ceramiche da cucina, da mensa da dispensa ecc.) 56. Tali fattori discriminanti vengono analizzati molto spesso nella fase di schedatura, ma al momento di redarre una tipologia questa, nella maggior parte dei casi, rende conto solamente della classe di appartenenza, della forma e del tipo (esempio acroma grossolana, olla, orlo estroflesso). Questa scelta risulta quindi determinata da un alto grado di soggettività, precludendo in tal modo, una visione più esaustiva del materiale in esame. La differenziazione tipologica prevede vari criteri distintivi, ma qual è quello più importante, più significativo, ovvero quello che determina la tipologia stessa? L obbiettivo di questa ricerca è perciò quello di costruire un sistema di classificazione dei reperti ceramici, che tenga conto di tutte le connotazioni di un manufatto senza privilegiare alcun criterio distintivo: ovvero la definizione di una tipologia aperta attraverso un lessico standardizzato. B- Tipologia aperta Partendo dal presupposto che lo studio canonico della ceramica, al pari di molti altri settori delle indagini archeologiche, fortemente connotato e condizionato da aspetti soggettivi, la necessità, forse un po troppo ambiziosa, di dare la massima oggettività scientifica, ha portato al tentativo di elaborare una tipologia analitica che tenga conto delle singole componenti morfologiche di ciascun reperto. Ognuna di queste caratteristiche tecniche e morfologiche del manufatto, è stata associata ad un numero (arabo o romano) o ad una lettera, che uniti insieme, concorrono a costituire un codice seriale tipologico, al fine di avere un uniformità nella classificazione di tali dati e in modo da poterli confrontare e analizzare nella loro complessità. Per il momento tale metodologia è stata applicata unicamente al materiale proveniente dalla Rocca di Staggia (Poggibonsi - SI): MARIOTTINI 2008a; Murlo (SI) CAMPANA 2001; Siena FELICI 2004; CANTINI 2005; Chianti Senese (SI) VALENTI 1995a. Valdelsa (Colle Val d Elsa - SI) VALENTI 1999; (Chiusdino - SI) NARDINI Per una sintesi si vedano: Grassi 2006; CANTINI 2005b. 54 AutoCAD è il primo software CAD (computer aided design) sviluppato per PC, introdotto nel 1982 dalla Autodesk. 55 Alcuni dei vantaggi immediatamente riscontrabili dall utilizzo di tale strumento informatico: effettuare quantificazioni in maniera più rapida e precisa (senza dover ricorrere al conteggio manuale, con il rischio di perdere alcuni dati), effettuare quantificazioni incrociate, avere oggettività nella ricerca e nei calcoli quantitativi stessi. 56 MOLINARI 2000, MOLINARI 2003, GRASSI

14 Rocca di Staggia 57. L obbiettivo del presente progetto è quindi quello di applicarla agli insediamenti di Poggio Imperiale e Miranduolo 58. L utilizzo dei codici alfanumerici, per la classificazione tipologica, risulta particolarmente utile e vantaggiosa nella schedatura informatica, con la conseguente possibilità di sfruttare al massimo le potenzialità del computer in termini di analisi statistiche sul campione di reperti (esempio: evoluzione dell orlo, diversificazione del trattamento delle superfici nel corso dei secoli, ecc.). allo stesso modo consente una più scrupolosa e oggettiva redazione di tipi, adattabili non solo ad un singolo sito ma a tutti quelli oggetto del presente progetto, fornendo così una tipologia aperta e flessibile, in grado di segnalare omogeneità e difformità nella composizione dei corredi ceramici su vasta scala. Inoltre permette, di rintracciare velocemente tutti i confronti (più o meno puntuali a seconda del numero di criteri coinvolti) per un dato frammento. Infine il grado di dettaglio scelto nella classificazione permette, in tempi assai brevi, di ottenere dati sintetici pur essendo basati su informazioni molto precise. Per comprendere la tipologia qui proposta, è necessario innanzitutto definire un indice dei criteri caratterizzanti ogni parte strutturale del manufatto. Il pezzo in esame viene smontato idealmente ed ogni sua parte associata ad un codice numerico. L indice redatto, dunque, ha l ambizione di rendere più veloce e sistematica la lettura delle tavole senza dover ricorrere ad alcun catalogo. Immediatezza e oggettività dunque, sono gli obbiettivi che contraddistinguono l aspetto metodologico del presente progetto. Tale codice tipologico prevede sei elementi alfanumerici identificanti: una lettera per la classe, un numero arabo l appartenenza alla forma, un numero romano identificherà il tipo, tre numeri arabi consecutivi rispettivamente le caratteristiche, il dettaglio, le dimensioni e infine, un ultimo numero romano per la decorazione 59 ; quando presente sarà inserito anche un ulteriore numero arabo che determini il rivestimento. Il presente progetto quindi, prevede anche una riformulazione o perfezionamento del codice pur mantenendone integrità formale. B.1- Griglia tipologica per uno studio oggettivo dei manufatti ceramici Il metodo tipologico utilizzato prevede, come descritto in precedenza, lo sviluppo di una nomenclatura relativa alle varie forme note dei manufatti ceramici. Tale codice identificativo è in realtà una stringa alfanumerica, elaborata in automatico dal calcolatore, dopo che l utente avrà compilato una serie di campi che identificano in maniera univoca ogni singola parte del manufatto. Questa procedura sarà necessaria per evitare al minimo gli errori in fase di immissione del dato. Per tale motivo ogni campo sarà strutturato con un menù a tendina, il quale consentirà l immissione dei codici relativi ad ogni caratteristica presa in esame. I campi che concorrono alla formulazione del codice identificativo sono sedici, dei quali otto dovranno essere necessariamente compilati dall utente, mentre gli altri otto vengono elaborati dal calcolatore, il quale immetterà un codice in base ai valori scelti dall utente. In realtà quindi si tratta di otto parametri definiti da altrettante coppie di campi alfanumerici come descritto di seguito. La classe di appartenenza viene identificata da una lettera che determina se il manufatto è in acroma grossolana il cui valore identificativo corrisponderà alla lettera A, per la depurata avremmo la B, la maiolica arcaica verrà definita con la C ecc. La forma verrà identificata da un numero arabo dunque avremmo 1 per l olla, 2 per il boccale 3 per il tegame, 4 per il testo ecc. 57 MARIOTTINI 2008a. 58 La tipologia proposta prende spunto da quella ideata da Vittorio Fronza per la tipologia delle strutture in materiale deperibile discussa nella sua tesi di laurea. FRONZA Per maggiore chiarezza sull attribuzione dei numeri si veda MARIOTTINI 2008a. 14

15 Il campo del tipo 60 troverà il suo corrispettivo in un numero romano questo al quale fa riferimento alla morfologia dell orlo e a quella del bordo, i quali determinano la forma stessa (ad esempio: orlo estroflesso bordo arrotondato = I). Il campo definito caratteristiche si riferisce alle qualità specifiche evidenziate all interno del manufatto come l ingrossamento, l insellatura e il collo, questi elementi si identificheranno con un numero arabo. Per le forme aperte come i fondi, si segnalerà lo spessore delle pareti e nel caso dei testi lo sviluppo di quest ultime. Il dettaglio identifica, invece, viene dato da quegli elementi di descrizione aggiuntiva non sempre apprezzabili, come la forma del corpo, il trattamento delle superfici, lo stacco del fondo. Anche in questo caso un numero arabo sarà identificativo di tali elementi. Le dimensioni, sono identificate da un ulteriore numero romano che assimila il range di larghezza della bocca o del fondo del manufatto. Infine il campo della decorazione, per le ceramiche prive di rivestimento gli elementi decorativi incisi saranno identificati da un numero romano. Per le ceramiche con rivestimento e decorazione si avrà, un elemento alfanumerico costituito da un numero romano e in sequenza un numero arabo, il primo determinerà il tipo di raffigurazione (vegetale, animale, geometrico ecc.), la seconda identificherà il rivestimento (vetrina, smalto). Abbinato ad un numero arabo il rivestimento identificherà il tipo di materiale adoperato e il relativo colore. Alcuni applicativi della tipologia adottata: A.2.XXIX Testo a pareti estroflesse di medio spessore, orlo a testa ingrossata, bordo arrotondato confluente all esterno, corpo troncoconico esternamente concavo. B.1.XI (A1-B D150) Orciolo con orlo estroflesso, bordo arrotondato leggermente appuntito agli estremi, internamente ingrossato e insellato a corpo globulare trattamento delle superfici: presenta filettature fitte marcate dalla spalla verso il fondo. D.CLXV XLX.5 (S-F MA2) Boccale con orlo verticale, indistinto, bocca trilobata, corpo ovoide, ansa a sezione ellittica impostata nel punto di massima espansione del corpo e al si sotto dell orlo, piede svasato a fondo piano, fascia di risparmio in prossimità del fondo, sul corpo stemma araldico della famiglia dei Franzesi in ramina manganese sotto smalto, internamente vetrina marrone tipo { dimensioni { caratteristiche dettaglio{ forma decorazione rivestimento { classe rivestimento D.1.CLXI XLX.5 decorazione C- Analisi archeometriche Il gruppo, così come il tipo, il dettaglio e le dimensioni, hanno parametri variabili a seconda delle forme. 61 ORTON, TYERS, VINCE

16 Un aspetto fondamentale di questo progetto riguarda le campionature degli impasti per ogni classe ceramica. Ognuno di questi verrà studiato attraverso un attenta analisi tramite microscopio binoculare. Per l identificazione degli impasti, sempre nell intento di avere un alto grado di omogeneità tra i dati, ci si avvale al momento di una tabella con campi precompilati, che dovrà essere convertita e integrata nel database che verrà utilizzato ed implementato per il seguente progetto. Esiste già nell archivio alfanumerico in uso presso l area di Archeologia Medievale di Siena una serie di campi appositi per descrivere l impasto, ma risultano carenti per il grado di dati ricavabili dalle analisi archeometriche che si intende applicare. Innanzitutto è necessario un campo in cui sia possibile registrare il tipo di tessitura. Si tratterebbe di un campo strutturato su quattro valori, che corrispondono alla combinazione dei parametri seriale iatale con i parametri omogenea e disomogenea. In pratica un campo strutturato con un menù a tendina in cui si potranno immettere unicamente i seguenti valori: seriale-omogeneo, serialedisomogeneo, iatale-omogeneo e infine iatale-disomogeneo 62. Un secondo elemento fondamentale per la registrazione dei dati archeometrici riguarda lo smagrante 63. Per descrivere tale caratteristica nel reperto, saranno necessari cinque campi in cui si procederà alla registrazione dei dati concernenti: a) la cernita degli inclusi, b) abbondanza degli inclusi, c) dimensioni degli inclusi, d) arrotondamento degli inclusi, d) natura mineralogica. Il terzo stadio dell analisi archeometrica, importante per identificare il bacino di approvvigionamento della materia prima, riguarda l analisi mineralogica dello scheletro. Gli elementi che nel complesso concorrono a definire tale peculiarità sono quattro, per cui sarà necessario prevedere altrettanti campi identici a quelli utilizzati per l analisi dello smagrante. Quarto parametro di ricerca sarà l analisi dei pori, i quali offrono informazioni sul processo di lavorazione e su quello di cottura. La scheda informatica avrà bisogno, anche in questo caso di quattro campi descrittivi relativi a: a) l abbondanza, b) la dimensione, c) la forma, d) l orientamento. Come ultimo campo descrittivo verrà dato dal colore che prevede due campi uno inerente il colore interno e l altro il colore esterno, usando come riferimento le tavole di Munsell. D- Disegno, vettorializzazione e creazione di tavole Complementare al lavoro di schedatura il presente progetto prevede il disegno dei frammenti ceramici necessari per la ricerca (orli, fondi, anse, elementi decorativi ecc.) soprattutto per le datazioni. Tale documentazione, sarà in seguito scansionata ottenendo immagini raster le quali verranno vettorializzate con il software Autocad mantenendo il rapporto di scala 1:1 il quale può essere in seguito modificato a seconda della necessità di utilizzo. I vantaggi della vettorializzazione sono molteplici, innanzitutto, il disegno risulta più pulito, in secondo luogo consente la costruzione di tavole di qualsiasi genere e grandezza, in terzo luogo di avere un disegno connotato da una scala molto precisa, infine, l abbattimento di tempi per la realizzazione delle sopradette tavole e i costi relativi 64. E- Utilizzo del DBMS: quantificazione e analisi distributive 62 Questa discriminante si basa sulla differente grandezza totale degli inclusi: se gli inclusi sono di varia grandezza graduale, in scala da piccoli a medi o da piccoli a grandi e così via, si parla di tessitura seriale (in serie), mentre se si ha uno iato, ovvero un salto di grandezza, dunque da piccoli a grandi e da medi a molto grandi, si parla di tessitura iatale. (ORTON, TYERS, VINCE 1991). 63 Questo permette di determinare se gli inclusi hanno subito un processo di macinazione (l aggiunta di eventuali dimagranti determina spesso una forte presenza di spigoli vivi dovuti alla macinazione da parte del vasaio) o se sono naturalmente presenti nell argilla, quindi con un grado di arrotondamento elevato ed elevata sfericità (processo di erosione naturale). 64 I tempi più brevi sono dati dal disegno che viene subito scansionato senza subire ulteriori rimaneggiamenti come la lucidatura, la riduzione in una scala più piccola, il fotoritocco ecc., inoltre i costi poiché la vettorializzazione permette di saltare la fase di lucidatura evitando l acquisto di fogli di carta lucida e penne a china. 16

17 L utilizzo di strumenti informatici per la raccolta dei dati archeologici è da anni applicato, dall Area di Archeologia Medievale dell ateneo senese 65. Nel corso degli anni, sono state sviluppate varie soluzioni via via più soddisfacenti e raffinate grazie al lavoro sinergico tra specialisti e archeologi che hanno sviluppato competenze informatiche. Durante il lavoro svolto sul materiale di Staggia, ad esempio ci siamo avvalsi in fase di schedatura di un archivio informatico, progettato dal LIAAM, il quale è integrato nel più ampio sistema di archiviazione del dato archeologico denominato DBMS Carta Archeologica 66. L architettura di questo DBMS mostra delle caratteristiche di modularità finalizzate ad una flessibilità che lo rendono adattabile a qualsiasi situazione. I dati vengono immessi all interno di archivi specifici definiti come Moduli, invisibili all utente che non può accedervi. Questi moduli vengono utilizzati in diverse combinazioni da un altro tipo di tabelle, chiamate Contenitori, in ciascuna delle quali è prevista l implementazione di una particolare classe di dati. Gli archivi contenitori sono affiancati dalle Librerie, tabelle ugualmente dotate di un interfaccia utente, contenenti dati di supporto utili alla compilazione delle schede. Nelle librerie, a differenza dei contenitori, sono racchiusi tutti i campi aventi un legame diretto allo specifico tipo di informazioni che ospitano e sfruttano i moduli unicamente per accumulare dati standard, comuni a tutto il database 67. La presente ricerca prevede la compilazione dei dati utilizzando il contenitore Reperti e di quello Impasti. Entrambi dovranno essere implementati, come esaurientemente esposto nei paragrafi 5.B e 5.C, da alcune voci che serviranno nel primo caso a rendere la ricerca non solo più puntuale ma anche più oggettiva e veloce, nel secondo caso, consentiranno di gestire la molteplicità di informazioni archeometriche. In fase di elaborazione del dato, il sistema di archiviazione permette di quantificare le classi di dati secondo chiavi di ricerca semplici e complesse. Ad esempio, è possibile effettuare ricerche e quantificare i frammenti di acroma grossolana che possiedono l impasto 1, oppure conteggiare i numeri minimi o massimi presenti in un unità stratigrafica, o invece in una fase o in tutto il contesto ecc.. Inoltre, è possibile valutare l attestazione delle argille in ogni singolo periodo e determinare quali e quante forme fossero associate ad esse. Evidenti sono quindi i vantaggi dell utilizzo di tale strumento informatico rispetto al cartaceo; tra cui effettuare quantificazioni in tempi assai brevi e con un alto grado di precisione senza dover ricorrere al conteggio manuale con il rischio di errori, effettuare quantificazioni molto complesse incrociando diverse tipologie di dati, in fine, garantendo, un livello di oggettività e precisione nei calcoli. Un ultimo vantaggio offerto da questi archivi la possibilità di gestire enormi quantitativi di dati, i quali possono inoltre, essere continuamente aggiornati e modificati. 6- Obiettivi In sintesi la finalità del presente progetto è quella di studiare analiticamente secondo una metodologia comune, i reperti ceramici rinvenuti nei tre insediamenti medievali toscani: Rocca di Staggia, Miranduolo, Poggio Imperiale. Le differenze riscontrabili nei rispettivi corredi ceramici privi di rivestimento, saranno innanzitutto, utili ad arricchire il panorama delle ceramiche sino ad ora attestate nell ambito della Toscana centro-meridionale 68. Inoltre, le forme individuate, verranno esaminate al fine di determinarne il loro uso e correlate ad analisi distributive che, relazionate ad ogni fase e periodo, potranno partecipare alla definizione delle varie dinamiche sociali, economiche e insediative. Grazie all analisi degli impasti sarà possibile inoltre, determinare quegli aspetti connessi alle zone di produzione e, di conseguenza, 65 FRONZA 2005, IV.1, p Sull esperienza senese in campo di Database Management si vedano FRONZA 2001; FRONZA Per un approfondimento sul tipo di database e sul loro utilizzo si veda MANDOLESI FRONZA 2005, p 40; FRONZA 2005, IV.2.1, pp Grassi 2006; CANTINI 2005b. 17

18 definire quali e quanti oggetti possano risultare utili all individuazione delle vie e delle rotte commerciali a carattere locale o subregionale. In definitiva questa serie di elaborazioni potrebbe così definire modelli sintetici relativi a scambi e commerci che definiscano le dinamiche della circolazione nella Toscana centro-meridionale nel corso dei secoli medievali. Lo studio diretto sui materiali ceramici permetterà di trattare, i seguenti argomenti 1- Le tecniche di manifattura dei singoli oggetti. 2- L areale di produzione. 3- I modi di produzione. 4- Lo status sociale dei consumatori. 5- I contatti culturali. 6- I commerci. 7- Tempi della ricerca Primo stato d avanzamento (I anno) - Integrazione di voci della scheda impasti e nella scheda reperti all interno del DBMS - Revisione e correzione delle schede già inserite - Analisi degli impasti - Catalogazione e quantificazione dei reperti ceramici relativi all anno di cavo 2008 dai contesti di Miranduolo e Poggio Imperiale utilizzando schede di archiviazione informatizzate. Particolare attenzione sarà posta al fenomeno della residualità e alla caratterizzazione del trattamento delle superfici e tipo di cottura dei manufatti ceramici. - Realizzazione dei disegni del materiale ceramico - Costruzione di una seriazione dei tipi ceramici. Secondo stato d avanzamento (II anno) - Catalogazione e quantificazione dei reperti ceramici relativi all anno di scavo 2009 provenienti dai contesti di Miranduolo e Poggio Imperiale utilizzando schede di archiviazione informatizzate. - Realizzazione di disegni del materiale ceramico - Scansione e vettorializzazione dei disegni - Analisi delle forme ceramiche Terzo stato d avanzamento (III anno) - Confronti sistematici sulle forme - Analisi quantitative - Creazione di tavole cronotipologiche - Creazione di carte tematiche di sintesi - Interpretazione dei dati - Elaborazione finale 18

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