6.2 Rifiuti urbani La produzione dei rifiuti urbani e le raccolte differenziate: analisi storica e quadro attuale

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1 .2 Rifiuti urbani.2.1 La produzione dei rifiuti urbani e le raccolte differenziate: analisi storica e quadro attuale Secondo la definizione del D. Lgs. 152/ i rifiuti urbani comprendono i rifiuti domestici (anche ingombranti), i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade, i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi e i rifiuti speciali non pericolosi assimilati per qualità e quantità ai rifiuti urbani dai comuni. La produzione e la composizione dei rifiuti urbani, proprio perché di provenienza domestica, possono essere considerate la carta di identità di una comunità, essendo influenzati da una pluralità di fattori, quali la conformazione del territorio, il livello di antropizzazione, la vocazione turistica, i modelli di consumo e le politiche di gestione dei rifiuti stessi. Nei paesi ad economia avanzata la produzione dei rifiuti urbani è strettamente correlata al livello generale di ricchezza (PIL), indice della propensione ai consumi. L obiettivo generale delle politiche di contenimento della produzione di consumi è il disallineamento tra crescita economica e produzione dei rifiuti, con l intento di ridurre la pressione ambientale determinata dai rifiuti senza bloccare lo sviluppo economico, assumendo come principio lo sviluppo sostenibile. Tale traguardo risulta purtroppo ancora lontano, nonostante gli sforzi significativi che Amministrazioni, imprese e cittadini stanno compiendo da alcuni anni per il miglioramento della compatibilità tra crescita economica e consumi, da un lato, e riduzione dei rifiuti, dall altro. In accordo con le tendenze rilevate in ambito regionale, la produzione di rifiuti urbani in provincia di Lecco ha fatto registrare dal 1995 al 1 un costante e progressivo aumento, con un tasso di incremento medio annuo del 4,5%. Dal 2 la crescita della produzione dei rifiuti urbani ha subito un rallentamento complessivo con un incremento medio che nel periodo 2-9 è risultato dello 0,4%. In termini assoluti, nel 9 in provincia di Lecco sono state prodotte t di rifiuti urbani, t in meno rispetto al 8, con una diminuzione dello 0,9%, a fronte di un incremento della popolazione di 2.44 unità (+0,7%). Ciascun cittadino lecchese ha prodotto, nel 9, 4 kg di rifiuti urbani, 7, kg in meno rispetto all anno precedente. La riduzione osservata costituisce un fatto senz altro positivo anche se verosimilmente imputabile, almeno in gran parte, alla flessione generalizzata dei consumi delle famiglie conseguente il prolungato periodo di congiuntura economica sfavorevole. L analisi dei dati a livello regionale, mostra che la provincia di Lecco, con un pro-capite di 4 kg/abitante nel 9 si colloca tra le province lombarde più virtuose (agli estremi della graduatoria provinciale si collocano Bergamo, con un pro-capite di 44 kg/abitante, e Brescia con 597 kg/abitante); inoltre, come si evince dal Grafico.1, nel corso degli anni, la produzione pro-capite dei rifiuti urbani della provincia di Lecco è sempre risultata inferiore al dato medio regionale (502 kg/abitante nel 9), che a sua volta risulta sensibilmente minore del dato nazionale (541 kg/abitante nel 8). 180

2 RELAZIONE SULLO STATO DELL AMBIENTE 2011 Kg/abitante Grafico.1 Produzione pro-capite di rifiuti urbani in provincia di Lecco, comparazione con dato regionale, Pro-capite Provinciale Pro-capite Regionale I rifiuti urbani vengono convenzionalmente ripartiti in due macro-categorie: i rifiuti indifferenziati e le raccolte differenziate. Tra i rifiuti indifferenziati vengono conteggiati la frazione residuale (ovvero i rifiuti urbani, non ingombranti, esclusi dal processo di raccolta differenziata e avviati a smaltimento), i rifiuti ingombranti (dal 2 tale voce indica la sola quota degli ingombranti a smaltimento) e lo spazzamento strade; le raccolte differenziate comprendono tutte le frazioni raccolte separatamente (destinate al recupero di materia o allo smaltimento in condizioni di sicurezza) e, dal 2, i materiali recuperati dagli ingombranti. Il Grafico.2 mostra l evoluzione delle principali macro-categorie costituenti i rifiuti urbani. L andamento generale denota come nel corso degli anni il quantitativo di rifiuti oggetto di raccolta differenziata sia sempre cresciuto, accompagnato, nel contempo da una progressiva riduzione dei rifiuti indifferenziati. In particolare, grazie all introduzione del modello di raccolta differenziata domiciliare secco riciclabile - umido, che ha interessato a partire dal 199 un numero sempre crescente di comuni, consolidandosi nel 0, dal 199 al 1999 si è assistito ad un exploit delle raccolte differenziate (+33,1% nel 199, +19,9% nel 1997; +3,4% nel 1998; + 25,8% nel 1999), nel 0 e nel 1 le raccolte differenziate hanno continuato a crescere in modo significativo (+13, % nel 0, + 10,9% nel 1), riducendo poi i propri tassi di crescita negli anni seguenti. T/anno Grafico.2 Evoluzione delle macrocategorie costituenti i rifiuti urbani, RU Totali RU Indifferenziati RD Totali L incremento delle raccolte differenziate è stato accompagnato da una progressiva riduzione dei rifiuti indifferenziati destinati a smaltimento: il Grafico.2 mostra infatti in modo eloquente come a partire dal 0 il quantitativo di rifiuti indifferenziati sia sempre risultato ampiamente inferiore alle raccolte differenziate totali. Basti pensare che mentre nel 1995 il 79,8% dei rifiuti urbani veniva avviato a 181

3 smaltimento e le raccolte differenziate totali costituivano solo il 20,2% dei rifiuti urbani, nel 9 i rifiuti indifferenziati (come sopra definiti) rappresentano solo il 40,9% dei rifiuti urbani e le raccolte differenziate raggiungono il 59,1%. La provincia di Lecco ha conseguito dei risultati di rilievo in materia di raccolte differenziate: negli ultimi quindici anni i quantitativi di rifiuti raccolti in modo differenziato sono più che quadruplicati, passando dalle t del 1995 alle t del 9; in tal modo è stato possibile ridurre significativamente il ricorso allo smaltimento incrementando il riciclaggio ed il recupero di materia dai rifiuti. Nel 9, con una produzione t di rifiuti raccolti in forma differenziata, la provincia di Lecco ha raggiunto il 59,1% di raccolta differenziata (considerando anche il quantitativo di rifiuti ingombranti recuperati), con un nuovo incremento della percentuale osservata nel 8 (57,4%). Il dato regionale si attesta attorno al 48,1%, con un aumento più contenuto rispetto all anno precedente, pari allo 0,28%. Il traguardo conseguito, sicuramente di rilievo in considerazione del rallentamento della crescita delle raccolte differenziate che aveva caratterizzato gli ultimi anni, risulta sostanzialmente in linea rispetto al valore previsionale stabilito dal Piano rifiuti, pari al 59,8%, e di gran lunga superiore all obiettivo fissato per il medesimo anno dalla Legge Finanziaria 7, pari al 50%, come si evince dal Grafico.3. Grafico.3 Evoluzione della percentuale di raccolta differenziata e comparazione con gli obiettivi normativi, % RD L. 29/0 entro 9 D. lgs. 152/0 entro 20,2 25,5 30,7 38,3 45,8 50,5 53,5 55,8 5,7 5,8 55,9 55,7 5, ,4 59,1 Il successivo Grafico.4 illustra la composizione delle raccolte differenziate, in termini di quantità intercettate a livello provinciale, prescindendo dalla modalità di conferimento. Nel 9 la raccolta differenziata che ha intercettato le maggiori quantità di rifiuto è costituita dagli scarti vegetali (23,%), seguita dal sacco viola, ovvero la frazione secca riciclabile da raccolta multimateriale comprendente carta e cartone, imballaggi in plastica, imballaggi in banda stagnata e in alluminio, imballaggi per liquidi in tetrapak (22,2%), dalla frazione umida (19,1%), dal vetro (14,8%) e, a maggior distanza, dalla carta e cartone (8,1%). Grafico.4 Composizione delle raccolte differenziate, 9 RAEE 1,8% Metalli 2,3% Legno 5,7% Carta e cartone 8,1% Altre RD 1,3% Plastica 0,% Ingombranti recuperati 0,5% Scarti vegetali 23,% Vetro 14,8% Frazione umida 19,1% Sacco viola 22,2% 182

4 Relazione ambiente :03 Pagina 183 RELAZIONE SULLO STATO DELL AMBIENTE 2011 L andamento delle raccolte differenziate nei comuni della provincia è molto diversificato, come si rileva dalla Figura.1 che riporta la georeferenziazione dei comuni lecchesi e le relative percentuali di raccolta differenziata. Figura.1 Percentuale di raccolta differenziata nei comuni della provincia di Lecco, 9 Si può rilevare che l obiettivo previsto dal Piano rifiuti (59,8%) risulta raggiunto, o addirittura migliorato, prevalentemente nei comuni briantei e nella Valle San Martino. 183

5 Nelle aree a nord, fatta eccezione per i comuni di Lierna, Dervio, Dorio, si registrano percentuali di raccolta differenziata inferiori al traguardo stabilito. Una conferma significativa dell andamento non omogeneo delle raccolte differenziate nel territorio provinciale emerge dalla situazione dei circondari in cui risulta suddivisa amministrativamente la provincia di Lecco, riportata nella Tabella.3. Tabella.3 Produzione di rifiuti urbani e raccolta differenziata nei circondari, 9 CIRCONDARIO FRAZ. RESIDUALE INGOM. a SMALTIMENTO RD TOT. inclusi Ing. Rec. RIF. URBANI TOT. % RD CASATENOVO ,9 MERATE ,3 VALLE SAN MARTINO ,8 OGGIONO ,4 LECCO ,1 LARIO ORIENTALE ,4 VALSASSINA ,7 PROVINCIA DI LECCO ,1 Nel 9 si conferma circondario riciclone il Casatese con il 4,9%, seguito dal Meratese con il 3,3% e dalla Valle San Martino con il 2,8%: tali circondari hanno conseguito e migliorato l obiettivo di raccolta differenziata stabilito dal Piano rifiuti per l anno 9. Poco al di sotto dell obiettivo di Piano si colloca l Oggionese con il 59,4%; a maggior distanza risultano, invece, il Lecchese (5,1%) e il Lario Orientale (53,4%); chiude la graduatoria la Valsassina con il 45,7%. Al riguardo si precisa che i circondari Lario Orientale e Valsassina, costituiti prevalentemente da comuni montani di piccole e piccolissime dimensioni, sono interessati da ampie fluttuazioni stagionali della popolazione residente, fattore quest ultimo che, oltre ad amplificare la produzione pro-capite dei rifiuti urbani, influenza negativamente i dati relativi alla raccolta differenziata..2.2 La sistema impiantistico Nel territorio della provincia di Lecco risultano attualmente presenti i seguenti impianti di piano preposti al trattamento dei rifiuti urbani, che garantiscono la valorizzazione dei rifiuti sia come materia sia come energia: un impianto di termocombustione con recupero energetico; un impianto polifunzionale per la selezione della frazione secca riciclabile da raccolta differenziata multi e monomateriale dei rifiuti urbani; un impianto di compostaggio per la produzione di compost di qualità; una piattaforma provinciale per la raccolta differenziata. L ultimo quinquennio ha visto il completamento e l ottimizzazione dell impiantistica necessaria al trattamento dei rifiuti urbani, nell ottica di perseguire, per quanto possibile, l autosufficienza nella gestione dei rifiuti urbani prodotti nel territorio provinciale, come previsto dalla normativa regionale e dal Piano provinciale rifiuti. In particolare, nel 9 sono stati conclusi i lavori di revamping del termovalorizzatore della società SILEA S.p.A. in comune di Valmadrera, in funzione dal 1981 (Figura.2). Il processo di adeguamento complessivo dell impianto, finalizzato a minimizzare le emissioni, i reflui e le scorie prodotte oltre che a migliorarne il rendimento energetico, è iniziato nel 4 con la costruzione della nuova linea di termocombustione (linea n. 3), a regime dal dicembre, e con la ristrutturazione della esistente linea n. 1, a regime dal gennaio 9; nell ottobre 9 l impianto di trattamento fumi di entrambe le linee, già pienamente rispondente ai requisiti previsti dalla vigente normativa in materia di incenerimento rifiuti, è stato implementato con un sistema di abbattimento DeNO X - DeDIOX tipo SCR (Selective Catalitic Reduction) per ridurre ulteriormente le emissioni dei microinquinanti. 184

6 Relazione ambiente :03 Pagina 185 RELAZIONE SULLO STATO DELL AMBIENTE 2011 Nella nuova configurazione l impianto risulta quindi costituito da due linee molto simili: la linea n. 1, derivante dalla completa ristrutturazione della linea preesistente, e la linea n. 3 di nuova costruzione, le cui capacità orarie sono pari rispettivamente a t/h e a 9,5 t/h di rifiuto (con PCI pari a kcal/kg). A regime, il carico termico nominale dell impianto autorizzato dalla Regione con AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) è pari a MJ/h, corrispondenti ad una capacità di trattamento massima di t/a; il termovalorizzatore, allo stato, è comunque autorizzato ad incenerire fino a t/anno di rifiuti tra urbani e speciali. Figura.2 Impianto di termovalorizzazione di Valmadrera Fonte: SILEA S.p.A. RAEE 1,8% Altre RD 1,3% Plastica 0,% Metalli 2,3% Ingombranti recuperati 0,5% Legno 5,7% Scarti vegetali 23,% Carta e cartone 8,1% La gestione dell impianto di termovalorizzazione ha potuto conseguire nel 9 risultati molto positivi, grazie all entrata in funzione della linea n. 1 completamente ristrutturata: sono state avviate ad Vetro 14,8% incenerimento 8.81 t di rifiuti tra urbani e speciali, con una produzione di energia elettrica pari a MWh. Nel Grafico.5 sono riportati i quantitativi di rifiuti inceneriti e la produzione di energia elettrica Sacco viola 22,2% Frazione umida 19,1% dell impianto negli ultimi quindici anni. Si può osservare come dal 7, con la messa a regime della linea n. 3 e l entrata in funzione del nuovo turbo gruppo, si sia avuto un netto aumento dell energia elettrica prodotta, che ha fatto registrare un ulteriore incremento nel 9, in seguito all avvio della linea n. 1 completamente ristrutturata Grafico.5 Rifiuti inceneriti ed energia elettrica prodotta, kg Rifiuti inceneriti kwh Energia elettrica prodotta 185 Rifiuti pericolosi 17%

7 Figura.3 Impianto di compostaggio di Annone Brianza, sezione di maturazione Fonte: Compostaggio Lecchese S.p.A. Attualmente tutto il calore prodotto dalla termocombustione dei rifiuti viene trasformato in energia elettrica; SILEA S.p.A. ha in corso la valutazione dell ipotesi di conversione del termovalorizzatore al funzionamento cogenerativo per la realizzazione di una rete di teleriscaldamento a servizio dei comuni e degli insediamenti produttivi limitrofi all impianto. Tale scelta comporterebbe degli evidenti benefici ambientali, sia in termini di risparmio di energia primaria sia in termini di riduzione delle emissioni inquinanti (soprattutto di CO 2, NO X, CO e SO X ), in particolare nel periodo invernale, eliminando nel medio termine molti impianti di riscaldamento individuali o di piccole dimensioni. Nel è stato autorizzato e realizzato in comune di Verderio Inferiore il nuovo impianto della società SERUSO S.p.A. per la selezione della frazione secca riciclabile da raccolta differenziata multimateriale (sacco viola) e monomateriale (carta e plastica) dei rifiuti urbani. Grazie ad un sistema di linee di selezione parallele che sfruttano alcuni dispositivi in comune, l efficienza di selezione risulta decisamente superiore al preesistente e superato impianto di selezione manuale di Monticello Brianza, in funzione dal Nel 9 sono state conferite all impianto della società SERUSO S.p.A t di secco riciclabile, di cui t da parte dei comuni della provincia; dall attività di selezione sono stati ottenuti: t di carta e cartone, t di imballaggi in plastica, t di imballaggi in ferro, 177 t di imballaggi in alluminio e t di scarti. I materiali ottenuti dall attività di recupero, conformi alle specifiche delle norme UNI di settore, quando applicabili, o alle specifiche tecniche dei Consorzi di filiera del CONAI, sono stati conferiti ad impianti che effettuano il recupero di materia; gli scarti sono stati avviati prioritariamente a recupero di energia. Nell aprile 8 è entrato in funzione l impianto di compostaggio di rifiuti urbani in comune di Annone Brianza, autorizzato nel 2 e oggetto di successivi adeguamenti impiantistici e migliorie nel 4 e nel 5. Nell impianto, gestito dalla società Compostaggio Lecchese S.p.A., la frazione organica da raccolta differenziata (umido e scarti vegetali) viene trasformata in compost di qualità, liberamente commercializzabile, mediante un processo che prevede una prima fase di biossidazione accelerata in biocelle aerate ed una successiva fase di maturazione in cumulo statico aerato (Figura.3). Complessivamente l impianto è stato progettato e realizzato per garantire elevati livelli di tutela ambientale: tutte le fasi del processo di compostaggio avvengono in ambiente chiuso e tamponato, dotato di sistema di aspirazione e trattamento delle arie esauste (biofiltro), sovradimensionato rispetto ai parametri minimi previsti dalla normativa. Nel 9 sono state ritirate t di frazione organica, a fronte delle t/a autorizzate, avviate a compostaggio con produzione di 3.90 t di compost di qualità, ceduto sia ad aziende del settore sia a privati cittadini, e 303 t di scarto. In provincia di Lecco, in comune di Valmadrera, è presente dal 1985 una piattaforma di titolarità della società SILEA S.p.A. che consente di razionalizzare i flussi di rifiuti, provenienti dalle raccolte comunali e dalle aree attrezzate per la raccolta differenziata dislocate sul territorio provinciale, destinati agli impianti di recupero o smaltimento ubicati, in particolare, fuori provincia. È in corso di realizzazione un progetto di adeguamento complessivo della struttura che prevede, tra l altro, la realizzazione di una sezione di valorizzazione, mediante cernita e successiva triturazione, dei rifiuti ingombranti. 18

8 RELAZIONE SULLO STATO DELL AMBIENTE Il destino dei rifiuti urbani della provincia di Lecco L analisi dei destini associati alle diverse frazioni di rifiuti urbani evidenzia come delle t di rifiuti urbani prodotte nel 9, il 28,5% sia stato conferito, direttamente o transitando dalla piattaforma ecologica provinciale, ad impianti di recupero o di smaltimento ubicati fuori provincia, a fronte del 30% registrato nell anno precedente. Mentre la frazione residuale e i rifiuti ingombranti vengono trattati per la quasi totalità in impianti provinciali, le raccolte differenziate vengono conferite per il 43% ad impianti di recupero extraprovinciali: in particolare il vetro è stato totalmente esportato, stante l assenza di impianti provinciali di recupero, e una parte consistente della frazione organica (umido e scarti vegetali) è stata conferita ad impianti di compostaggio fuori provincia in considerazione della ridotta potenzialità dell impianto di Annone Brianza che, allo stato, è autorizzato a trattare solo t/anno di frazione organica a fronte di un fabbisogno provinciale di tonnellate. Per quanto concerne le altre categorie merceologiche oggetto di raccolta differenziata, trovano sbocco prioritariamente in impianti del territorio provinciale, almeno inizialmente, le seguenti frazioni: carta e cartone (93%), plastica (91%), RAEE (99%), metalli (84%) e, in genere, i cosiddetti RUP (rifiuti urbani pericolosi), ovvero accumulatori al piombo, batterie e pile, farmaci, toner. La Figura.4 illustra il ciclo dei rifiuti urbani in provincia di Lecco nel 9. RIFIUTI URBANI FRAZIONE RESIDUALE t SPAZZAMENTO STRADE 4.7 t t INGOMBRANTI t TERMOVALORIZZATORE SILEA S.p.A t Scorie: t Altri rifiuti (compresi speciali): t Ingombranti a smaltimento t Ingombranti recuperati 445 t Impianti extraprovinciali durante fermate 1.35 t Ceneri / fanghi: t Impianti smaltimento sistema provinciale o extraprovinciale Impianti recupero sistema provinciale o extraprovinciale Impianto inertizzazione extraprovinciale Impianti recupero/smaltimento extraprovinciali Figura.4 Ciclo dei rifiuti urbani in provincia di Lecco, 9 Altro secco riciclabile t t RACCOLTE DIFFERENZIATE (esclusi Ing. rec.) t RD TOTALI t Secco riciclabile (sacco viola, carta, plastica) t Organico (umido+ scarti vegetali) t Impianto di selezione SERUSO S.p.A t Altri rifiuti: t Altro organico: 323 t Avvio a recupero (circa 78% input) Scarti (circa 22% input) Impianti recupero energia/smaltimento sistema provinciale e extraprovinciale Impianti di compostaggio extraprovinciali t Impianto di compostaggio COMPOSTAGGIO LECCHESE S.p.A t Compost: 3.90 t Scarto: 303 t 187

9 .2.4 Il recupero di materia e di energia L efficacia del sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani è ben rappresentato dall indice di recupero complessivo di materia ed energia. Tale indice è previsto dalla L.R. 2/3 e, come definizione teorica, è riferito al complesso della produzione dei rifiuti, siano essi urbani o speciali; solo per i primi, tuttavia, esiste una serie storica di dati consolidata che consenta di effettuare valutazioni. L indicatore recupero di materia esprime percentualmente il quantitativo di materiali effettivamente avviati a recupero di materia, calcolato come somma dei quantitativi derivanti dalle raccolte differenziate, al netto degli scarti e delle raccolte destinate allo smaltimento in sicurezza, a cui vanno ad aggiungersi i contributi derivanti dal recupero degli ingombranti e dei rifiuti dello spazzamento strade (calcolati applicando le percentuali di recupero dichiarate dagli impianti di destinazione) rispetto al totale della produzione. Tenuto conto di tutti i contributi sopra indicati, il quantitativo di materiali effettivamente avviati a recupero di materia nel 9 è risultato pari a t, che, comparato alla produzione totale dei rifiuti urbani, fornisce un indice di recupero di materia del 5,7% con un incremento di 2,2 punti percentuali rispetto al dato determinato per l anno 8 (54,5%). L indicatore recupero di energia esprime percentualmente il quantitativo di rifiuti urbani non differenziati inviati direttamente ad impianti di termocombustione con recupero di energia, rapportato al totale dei rifiuti urbani prodotti. Ai fini della determinazione dell indice non risultano conteggiati i farmaci scaduti da raccolta differenziata, anche se smaltiti tramite termocombustione, i rifiuti cimiteriali che, pur essendo formalmente classificati come urbani, non rientrano nel computo dei rifiuti urbani totali e neppure i rifiuti speciali derivanti dal trattamento dei rifiuti urbani (ingombranti a smaltimento, scarti impianto di compostaggio, scarti impianto di selezione del secco riciclabile), anche se in parte destinati a termovalorizzazione. Complessivamente, quindi, il quantitativo di rifiuti urbani indifferenziati avviato a termocombustione con recupero di energia coincide con la sola frazione residuale, pari nel 9 a t, che, rapportato alla produzione totale dei rifiuti urbani, fornisce un indice di recupero di energia del 32,4%, a fronte del 34,2% rilevato per il 8. Pertanto, il quantitativo complessivo di rifiuti urbani recuperati in termini di materia ed energia risulta pari all 89,1%, la quota restante è relativa ai rifiuti che non possono essere ulteriormente valorizzati. In aggiunta a quanto sopra, si fa rilevare che nel 9 non si registrano conferimenti diretti né indiretti di rifiuti urbani non differenziati in discariche extraprovinciali..2.5 I costi di gestione dei rifiuti urbani Nel presente paragrafo viene effettuata una valutazione dei costi di gestione del servizio di igiene urbana sostenuti dai comuni della provincia, comprendente il ciclo di gestione dei rifiuti urbani indifferenziati, le raccolte differenziate e i servizi di lavaggio e spazzamento delle strade. La valutazione dei costi di gestione dei rifiuti è stata effettuata con riferimento al costo totale dichiarato dai singoli comuni tramite l applicativo O.R.SO, al netto dei ricavi dei contributi CONAI o altri proventi legati alla cessione di materiale recuperabile e all eventuale recupero energetico. Il costo complessivo sostenuto dai 90 comuni della provincia di Lecco nel 9 è risultato pari ad , che corrisponde ad un costo pro-capite, calcolato sulla popolazione provinciale, di 92,19 /ab., sostanzialmente allineato al dato del 8. Il costo pro-capite, calcolato come media dei costi procapite dei 90 comuni, risulta invece più elevato e pari a 98,87 /abitante. Il rapporto tra i costi complessivamente sostenuti e la produzione totale dei rifiuti urbani registrata in provincia di Lecco nel 9 fornisce il costo specifico, che risulta pari a 197,72 /t, 3,2 /t in più rispetto al dato 8 (+1,9%). Nella Tabella.4 vengono riportati i costi di gestione dei rifiuti urbani dichiarati dai comuni, raggruppati per classe dimensionale. 188

10 RELAZIONE SULLO STATO DELL AMBIENTE 2011 Classe dimensionale Comuni Abitanti Costo totale Costo procapite RU Totali Costo specifico Abitanti n. n. /ab. t /t < , ,0 220, , ,5 181, , ,9 18,55 > , ,9 29,7 TOTALE , ,3 197,72 Tabella.4 Costi di gestione dei rifiuti urbani per classe dimensionale, 9 Suddividendo i comuni per classi omogenee di ampiezza demografica, si può osservare che il costo pro-capite più elevato, pari a 149,25 /ab., si registra nei comuni di piccole e piccolissime dimensioni (<1.000 abitanti), di norma ubicati in zone montane, lontane dagli impianti di conferimento dei rifiuti, e per lo più caratterizzati da flussi turistici. Si rileva, inoltre, che per i comuni con un numero di abitanti superiore a unità sia il costo pro-capite sia il costo specifico tendono ad aumentare con l aumentare della classe demografica di appartenenza. I costi pro-capite e specifico più bassi si registrano nei comuni con un numero di abitanti compreso tra e unità, che interessano il 4% della popolazione provinciale. Il costo specifico più elevato, pari a 29,8 /t, si rileva nel Capoluogo. Nella successiva Tabella.5 i dati comunali relativi ai costi del ciclo dei rifiuti urbani sono stati elaborati aggregando i comuni nei sette circondari in cui risulta suddivisa amministrativamente la provincia di Lecco. Si può osservare come i costi pro-capite più elevati si registrino nei circondari Valsassina (111,41 /ab.) e Lario Orientale (110,5 /ab.) costituiti in prevalenza da comuni caratterizzati da flussi turistici; in questo caso il costo pro-capite, essendo riferito alla sola popolazione residente, non risulta sufficientemente rappresentativo perché non tiene conto della popolazione fluttuante. Il costo pro-capite più basso si registra nel circondario Casatenovo (80,02 /ab.); globalmente, tutti i circondari briantei e la Valle San Martino presentano costi pro-capite ampiamente inferiori al dato medio provinciale. I costi specifici variano da un minimo di 172,9 /t per i comuni dell Oggionese fino ad un massimo di 221,1 /t per i comuni del Lecchese. Classe dimensionale Comuni Abitanti Costo totale Costo procapite RU Totali Costo specifico Abitanti n. n. /ab. t /t CASATENOVO , ,1 187,50 LARIO ORIENTALE , ,2 189, LECCO ,8 4.9,1 221,0 MERATE , ,7 185,9 OGGIONO , ,9 172,85 VALLE SAN MARTINO , ,8 207,98 VALSASSINA , , 192,30 TOTALE , ,3 197,72 Tabella.5 Costi di gestione dei rifiuti urbani per circondario, 9 La Tabella. mostra l andamento dei costi di gestione dei rifiuti urbani in funzione della percentuale di raccolta differenziata conseguita dai comuni della provincia. % RD Comuni Abitanti Costo totale Costo procapite RU Totali Costo specifico n. n. /ab. t /t < 35% , ,7 231, % , ,1 195, % ,22.83,9 213,9 0-5% , ,4,00 > 5% , ,4 12,0 TOTALE , ,3 197,72 Tabella. Costi di gestione dei rifiuti per livelli di raccolta differenziata, 9 189

11 Tabella.7 Costi di gestione dei rifiuti urbani nelle province lombarde, 8 Tabella.8 Costi di gestione dei rifiuti urbani in Italia, 7 Raffrontando i costi complessivi di gestione dei rifiuti ed il livello di raccolta differenziata (RD) conseguito dai comuni, si può osservare come al crescere della percentuale di raccolta differenziata si riducano sia i costi medi pro-capite sia i costi specifici. Infatti, per i comuni caratterizzati da livelli di RD minori del 35%, i costi si attestano su 153,17 /ab. e 231,4 /t; per i comuni con livelli di RD superiori al 5% i costi diminuiscono rispettivamente a 7,1 /ab. e a 12,1 /tonnellata. Si precisa che i dati relativi ai comuni con percentuale di RD compresa tra il 50% e il 0% risultano penalizzati dai costi molto elevati sostenuti dal comune di Lecco, che nel 9 ha conseguito un livello di RD pari al 55,2%. È possibile effettuare un confronto con i costi di gestione dei rifiuti registrati nelle altre province lombarde e nel contesto sovraregionale attraverso l esame dei dati, resi disponibili rispettivamente dall Osservatorio Regionale sui Rifiuti ARPA Lombardia e dall ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). I dati regionali sono aggiornati al 8, mentre, per quanto concerne i dati nazionali, informazioni sui costi aggiornate con questo dettaglio a livello provinciale sono reperibili nel Rapporto Rifiuti Urbani 9, relativo all anno 7. La successiva Tabella.7 riporta il costo medio pro-capite dell intera gestione dei rifiuti nelle province lombarde per l anno 8, calcolato come media dei costi pro-capite dichiarati dai singoli comuni. Dall analisi della citata Tabella si osserva come il costo PROVINCIA BERGAMO BRESCIA COMO CREMONA LECCO LODI MANTOVA MILANO PAVIA SONDRIO VARESE REGIONE LOMBARDIA /abitante medio pro-capite della gestione dei rifiuti urbani registrato in provincia di Lecco nel 8, pari a 97 /ab., risulti allineato al dato medio regionale; solo cinque province lombarde (Lodi, Cremona, Varese, Bergamo e Mantova) hanno fatto registrare costi pro-capite inferiori al dato della provincia di Lecco. Il Rapporto Rifiuti Urbani 9 redatto dall ISPRA fornisce una panoramica dei costi di gestione del servizio di igiene urbana in Italia. L analisi è stata effettuata impiegando i dati economici finanziari riportati nelle dichiarazioni MUD comunali relative all anno 7. L esame della situazione a livello nazionale, riportata sinteticamente nella Tabella.8, mostra come il costo procapite del ciclo di gestione dei rifiuti urbani in Lombardia, pari nel 7 a 104 /ab., risulti ampiamente inferiore al REGIONE /abitante dato medio nazionale nonché al dato medio delle province LOMBARDIA 103,97 del nord. Si precisa, inoltre, che i dati indicati per le province NORD 110,13 del Sud non comprendono i costi di gestione dell emergenza CENTRO 125,41 rifiuti in Campania, che, solo tra il 1999 e il 5, ha generato SUD ITALIA 134,84 123,35 dei costi suppletivi quantificabili in milioni di euro. 190

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