Progetto recupero ex vigneti in comune di Piuro Introduzione

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1 Progetto recupero ex vigneti in comune di Piuro Introduzione Anche la Valchiavenna, come la vicina Valtellina, può vantare una viticoltura millenaria. La realizzazione dei primi vigneti terrazzati è iniziata in entrambe le valli nei primi secoli dell anno mille. Ovviamente con delle differenze sia in merito alla scelta dei vitigni, ma anche alla sistemazione dei versanti, queste legate principalmente a una diversa morfologia dei territori ed ei materiali utilizzati, in particolare all uso di roccia granitica tipica nella zona che fanno unici questi luoghi. Come in tutte le zone montane la sistemazione è stata fatta a terrazze sostenute da muretti a secco, ma nel caso del versante solivo della Val Bregaglia, trattandosi di versanti con un elevata pendenza, i muri prevalgono o meglio emergono alla vista, in modo decisamente più appariscente rispetto alla parte coltivata del terrazzamento. Questo porta ad avere muri molto imponenti con delle superfici terrazzate di poche decine di metri, generalmente pianeggianti e che corrono orizzontalmente lungo il versante. Anche i terrazzi non sono accessibili e raggiunti da tante scale che mettono in comunicazione i vari lembi di terra come avviene in Valtellina, ma è sovente avere una scalinata centrale che sale lungo la linea di massima pendenza che mette in comunicazione i vari ripiani. Questo crea un paesaggio unico, molto regolare e ordinato oltre che suggestivo; purtroppo oggi, di quel colpo d occhio, che deve avere fatto innamorare i viaggiatori di un tempo, rimane ben poco da vedere. Chi si addentra nei sentieri abbandonati si accorge che la natura, o meglio la naturalità, ha fagocitato, nella sua lenta digestione tutto quanto e ha ripreso possesso degli spazi incustoditi. A testimonianza di un passato fiorente legato al mondo della vite e del vino, ci sono in zona diversi torchi a leva in legno di castagno, alcuni veramente notevoli e ben conservati. Tipici della Valchiavenna e presenti anche nella zona oggetto di recupero sono i crotti, cioè locali addossati al versante dove la temperatura interna rimane costante grazie a fessure presenti nella roccia da dove esce aria fresca, ottimi per la conservazione del vino. La Valchiavenna ha potuto godere nel passato, per la sua posizione geografica, di scambi con il nord Europa e il vino apprezzato al di la delle alpi ha favorito il recupero e la trasformazione dei versanti boschivi in ordinate sequenze di muri e terrazze.

2 Ancora oggi la vicina Svizzera ha un legame stretto con questa parte della provincia di Sondrio e potrebbe diventare un mercato appetibile per la vendita del vino locale. Il Comune di Piuro vanta una importante parte di questo versante e si stima che la viticoltura si estendesse su una superficie di circa 30 ha, anche se oggi è quasi in totale abbandono. Un bell esempio di un recupero recente è visibile a nord dell abitato di Chiavenna in situazione praticamente simile e contigua con quella oggetto dell idea progettuale. Progetto Il progetto preliminare, individuato dal comune di Piuro, prevede il recupero, ai fini produttivi con la realizzazione di un vigneto, della porzione di territorio che interessa la sponda orografica destra della Mera, a nord est della frazione di Borgonuovo, nell area denominata Stalle dei Ronchi, a una quota compresa tra i 450 e i 680m/s.l.m., andando a interessare un antica area di coltivazione viticola abbandonata progressivamente dall inizio del secondo dopoguerra. L intera superficie è valutata in circa 30 /ha e dal punto di vista dell esposizione si presta ottimante alla produzione viticola e non solo. Il comune di Piuro, con grande lungimiranza, ha intravisto nel recupero di questa parte di territorio l opportunità di dar vita ad un progetto di grande respiro che coinvolge, non solo il ripristino produttivo, ma anche il recupero edilizio del patrimonio storico presente all interno dell area che, non va dimenticato, dimora in una zona di grande interesse storico ( Belfort) e di pregio ambientale (Cascate Acquafraggia). In questa proiezione è evidente, cosi come nelle intenzioni dell amministrazione, la necessità della realizzazione di una strada di arroccamento al servizio dell abitato e delle attività che andranno ad insediarsi all interno del versante.

3 Il primo passo sarà verificare lo stato di destinazione d uso dei terreni e nel caso riportare i terrazzamenti a coltivo. Essendo la zona abbandonata da decenni, saranno necessari diversi sopralluoghi, anche con l ausilio di strumenti tecnici in grado di fornire un quadro esaustivo dell area oggetto di studio. La valutazione del luogo non può prescindere da un monitoraggio sullo stato di conservazione dei muretti a secco, la presenza di piante ad alto fusto e il tipo di vegetazione presente. Risulterà in questo caso necessario, prima di qualsiasi scelta agronomica, effettuare i lavori di pulizia cercando quelle soluzioni che siano le più rispettose possibili dello stato originario dei luoghi e dell ambiente. In questo caso la pulizia e la preparazione dei terreni saranno una delle operazioni più impegnative e difficili di tutto l intervento, data la difficoltà attuale di raggiungere i luoghi con macchinari adeguati, il rifacimento dei muretti a secco, il taglio del bosco, la presenza di radici ormai consolidate nel terreno, implicano decisioni e operazioni non sempre facili e valutabili di volta in volta. E evidente che l eventuale realizzazione di una strada di arroccamento, al servizio della zona, non può che essere vista con favore, non solo per il recupero dell antico borgo e suo relativo sviluppo ai fini turistici e residenziali, ma anche per facilitare l attività agricola, sia in sede di reimpianto, sia nel post impianto quando inizierà la fase produttiva con la necessità del trasporto del raccolto verso l emporio di vinificazione.

4 E fondamentale e indispensabile che nella predisposizione del vigneto si tenga conto dell importanza storica del sito, andando ad utilizzare materiali, per la messa a coltivo del vigneto, in sintonia con l ambiente circostante. Cosi pure per il vitigno ci si orienterà basandosi su esperienze già acquisite effettuate in situazioni analoghe e assimilabili per valore storico e culturale. Per quel che concerne la scelta del vitigno, questa non potrà che ricadere su una tipologia di uva indicata per la zona in oggetto valutando come parametri vigoria e produttività, l epoca di maturazione, la resistenza alle malattie. La necessità finale è quella di avere un prodotto (vino) che dovrà essere unico e pregiato, come unico è il contesto da cui nasce. La resistenza alle malattie è di particolare importanza se consideriamo una piovosità abbondantemente sopra i 1000 mm/anno di pioggia in quell ambiente; impiantare vitigni resistenti di ultima generazione significa ridurre i tempi ed i costi legati alla lotta fitosanitaria e proiettare all esterno un immagine di una viticoltura che rinasce tendendo conto della sostenibilità ambientale, inserendosi a pieno titolo in un quadro paesaggistico di elevato valore e fruibilità turistica. Caratteristiche dei vitigni da impiantare Il lavoro di ricerca di alcuni Istituti europei ed italiani in tema di una viticoltura più economica e più sana e rispondente al crescente interesse da parte della collettività riguardo a questi aspetti, ha portato anche nel nostro Paese, all introduzione delle viti resistenti. Sono viti interspecifiche ottenute per incrocio tra vitigni di origine europea (varietà Vitis vinifera) e viti americane o asiatiche e che hanno acquisito la resistenza genetica alle principali malattie fungine della vite, come anche al freddo, alla siccità o l adattamento ai terreni in quota. Per queste caratteristiche colturali, rappresentano un interessante opportunità e una prospettiva futura per la viticoltura di montagna, non solo in termini di eco-compatibilità ambientale e di salubrità del vino prodotto per il minor ricorso ai trattamenti, ma soprattutto un aiuto significativo verso la riduzione delle ore lavorative e di fatica fisica nonché di risparmio economico nella gestione del vigneto in forte pendenza. La disponibilità di materiale vivaistico resistente rappresenta un contributo rivolto ad una maggiore sostenibilità e prospettiva di sviluppo futuro della nostra viticoltura e per il mantenimento del territorio montano. E questa una delle sfide per la nostra viticoltura, anche se va chiarito che il concetto di resistenza va inteso non come immunità completa di questi vitigni verso le principali malattie fungine ma piuttosto riferito a diversi livelli di resistenza o di tolleranza della pianta ai patogeni con i quali può convivere senza che ne risenta lo sviluppo vegetativo e la produzione. Attraverso un impegnativo lavoro di miglioramento genetico tramite incrocio attuato a partire dal lontano passato e più recentemente intrapreso da centri di ricerca in Germania ed in Italia, è stato possibile selezionare varietà resistenti all oidio, alla peronospora, alla fillossera o con capacità di adattamento agli stress abiotici e ai cambiamenti climatici e quindi in grado di svolgere l attività fotosintetica anche in condizioni di siccità, con produzioni di elevata qualità. Negli primi anni 80 del secolo scorso alcuni Istituti di ricerca genetica, con l intento di far prevalere le caratteristiche positive della Vitis vinifera rispetto alle Vitis selvatiche attraverso più passaggi d incrocio, sono stati impegnati nella creazione di ibridi di III generazione ottenendo nuove varietà con alta qualità delle uve e alto livello di resistenza come quelli costituiti presso l Istituto di Friburgo: Solaris, Bronner, Jhoanniter, Souvignier gris, Helios, Merzling, Muscaris ibridi a bacca bianca; Cabernet Cortis, Cabernet Carbon, Prior, Monarch, Cabernet Carol, Baron ibridi a bacca rossa. Dal 2009 le varietà Regent e Bronner sono iscritte nel Catalogo Nazionale delle Varietà di Viti e sono in corso le richieste di iscrizione dei vitigni Solaris, Johanniter, Helios, Cabernet cortis,

5 Cabernet carbon, Prior da parte della Fondazione E. Mach. La creazione di viti resistenti, omologati, a ciclo vegetativo breve e resistenti al freddo, rappresenta un opportunità per le nostre valli, in particolare per il recupero e la valorizzazione dei terrazzamenti in quota rivitalizzando paesi e frazioni posti nella fascia medio-alta dei nostri versanti rendendo vivo e vivibile il territorio e una risorsa di sviluppo futuro. La Fondazione Fojanini da alcuni anni ha iniziato una serie di valutazione delle caratteristiche agronomiche, enologiche e sanitarie e l adattamento al nostro ambiente di questi vitigni attraverso la realizzazione di due vigneti posti in due ambienti con caratteristiche pedoclimatiche ed ecologiche diverse. L esperienza maturata, grazie anche alle conoscenze acquisiste grazie alle microvinificazioni, ci permette di fornire un elenco di vitigni che si prestano ad essere collocati nell area oggetto di intervento. Sistema di allevamento Il sostegno alle viti sarà garantito attraverso la realizzazione di una struttura realizzata con pali in legno di castagno, in modo da avere un basso impatto ambientale, rispettando la tradizione secolare che ha visto l utilizzo di materiali prelevato dal luogo di origine. Anche l altezza della parete fogliare dovrà garantire una proporzione visiva adeguata al luogo, pertanto si ipotizza un altezza massima sei pali fuori suolo non superiore ai cm. I filari verranno disposti a seconda della conformazione dei terrazzi con pali di testata e pali intermedi, adattati in base alla larghezza dei filari ed in ogni caso l aspetto estetico dovrà essere il live motiv della scelta d impianto. La distanza tra le file sarà di 180cm mentre sulla fila le viti verranno messe alla distanza di 1m, la forma di allevamento adottata risulterà il guyot classico. Comunità partecipativa

6 La scelta progettuale, oltre a concentrarsi sulle metodologie prettamente tecniche, magari già sperimentate in altre circostanze e adatte alla situazione, deve diventare anche un modello locale di sviluppo, sia per l eventuale importanza economica o per il suo valore esemplare potenziale, per cui occorre intervenire come istituzioni pubbliche o pubblico-equivalenti (agenzie di sviluppo, centri di servizio) e guidare il processo di sviluppo, moderarlo, animarlo, facilitarlo ed accompagnarlo professionalmente, in breve realizzare una governance attiva per lo sviluppo. Il consolidare ed innovare l organizzazione in senso professionale, imprenditoriale e tecnico dei servizi al territorio, agire con partenariati pubblico-privati, tesi in primo luogo al soddisfacimento dei bisogni dei vari attori privati (singoli, associati o consorziati), prima ancora del raggiungimento di obiettivi prefissati è condizione essenziale per veder realizzato lo sviluppo di sistema. Queste metodologie che promettono di garantire un certo livello di successo per una tale governance, devono partire necessariamente da una pianificazione ed implementazione partecipativa. Questo è fondamentale quando si tratta di ripensare lo sviluppo e riorganizzare l assetto locale. Senza questa premessa tutti gli interventi rischiano di essere degli step non in grado di raggiungere l obiettivo finale. Le fasi operative devono prendere inizio da alcune scelte, che se pur distinte, permettano di includere e non escludere. Coinvolgimento del territorio Il coinvolgimento del territorio è necessario al fine di aumentare la sensibilità presso la comunità de luogo in primis, enti locali, aziende agrituristiche ed agricole/vinicole e scuole nei confronti del paesaggio al fine di stimolare sia un comportamento virtuoso di cura del paesaggio presso questi destinatari, sia la predisposizione successiva di progettualità di più ampio respiro a favore di una migliore protezione e valorizzazione del paesaggio agricolo. Sempre con l idea di fondo che un paesaggio recuperato e curato, esteticamente attraente e significativo in termini produttivi rappresenta una delle motivazioni per cui una persona decide di visitare un area piuttosto che un altra, specialmente quando decide di viaggiare in un contesto agrario Riappropriarsi della capacità di raccontare il proprio territorio, il vino, i prodotti della propria azienda, le storie che girano attorno al mondo rurale, alla storia del paese è un l obbiettivo che il progetto deve contenere e viaggiare assieme. Il fatto che il comune di Piuro e la sua comunità sono già esempi virtuosi di percorsi di questo tipo il nuovo progetto non può che innescare un ulteriore salto di qualità all intero comprensorio. Il parco dei vigneti L eccellenza dei prodotti è segno della cura del suolo e delle sue sistemazioni così come la qualità del paesaggio rurale può essere potente fattore di attrazione turistica. Sono questi i due principi su cui si può far nascere l idea de il parco dei vigneti. Il paesaggio viticolo rinato riveste particolare importanza sia per la costruzione del mosaico paesaggistico, sia perché rappresenta, una risorsa competitiva di importanza decisiva nell economia di una area e nel marketing del territorio. Da qui la visione di creare un modello di valorizzazione affinché produzioni di qualità siano identificative nel paesaggio di qualità. Un invito al viaggio e alla lentezza. Strade come vie di fuga e di equilibrio, attraverso la lettura dei paesaggi, tra la cultura, la natura ed i rapporti umani. Dove la civiltà del vino si è sviluppata lontano dalla pazza folla e dalla fretta. Non possiamo dimenticare che i paesaggi viticoli di antica formazione portano con se una ricchezza che non è solo agronomica, ma porta al proprio interno i segni della storia. Il paesaggio come architettura nasconde un territorio ricco di risorse storico-culturali segnate da architetture civili, religiose, chilometri di muri a secco, miglia di scale ecc.ecc.. E ognuno di questi manufatti è diverso dall altro proponendo un opportunità che deve essere veicolata. Uno dei modi per farlo e inserire i contesti

7 viticoli in un contenitore Parco che può essere lo strumento di salvaguardia e di marchio identificativo. Il paesaggio risulta quindi composto da quattro ambienti: - i residui di bosco, spesso in forma di macchie basse; - il vigneto con suolo lavorato; - i muri a secco; lembi di praterie xerofile. Questi ambienti sono collegati da rapporti dinamici: il bosco è considerato la forma primitiva preesistente al dissodamento e alla coltivazione del suolo; le praterie xeriche contenenti specie con carattere steppico, costituiscono stadi di ricostituzione spontanea della vegetazione nelle aree trascurate dalla coltivazione, destinate sul lungo periodo ad essere colonizzate dalle specie legnose, ma spesso stabilizzate dalle frequentazioni che contornano le colture in senso stretto; i muri a secco, quasi verticali, sono occupati da specie rupicole che si insediano nelle fessure dimostrando il significato di ambiente antropogeno sostitutivo delle rupi naturali; il vigneto è invaso da specie opportuniste adattate a sopravvivere ai diserbi e alle lavorazioni del suolo. L insolazione che agisce su questi ambienti determina un riscaldamento che caratterizza un microclima molto simile all ambiente mediterraneo dell area di coltivazione dell ulivo e della vite. La conseguenza di queste condizioni si manifesta in una forte selezione della flora infestante del vigneto, della flora dei muri a secco e delle praterie xerofile. L area terrazzata è caratterizzata da un forte contingente di specie delle coste mediterranee (stenomediterranee) e da altre estese anche agli ambienti più caldi delle valli alpine (eurimediterranee). Il complesso di queste specie che accompagnano la coltura della vite diminuisce nelle macchie e nel bosco che si formano dove fu abbandonato il vigneto. Si può quindi concludere che i vigneti terrazzati, costituiti da un mosaico di ambienti facilmente riscaldati dall insolazione, favoriscono la persistenza di specie della flora mediterranea nelle basse valli alpine; la conservazione della coltivazione sui versanti terrazzati è certamente un paesaggio a forte determinismo antropico, ma diversamente da altri simili, conserva una elevata biodiversità e assicura la persistenza nella flora delle Alpi di specie che hanno accompagnato l espansione della coltivazione della vite. L'immagine di un parco è portatore di valori legati non solo al paesaggio dei vigneti, ma rafforza l identità di uno sviluppo sostenibile attraverso una migliore integrazione della viticoltura nella zona. Il valore dei vigneti, con la produzione effettiva di vino nato dentro un parco, si inserisce perfettamente nella promozione e identificazione della vigna e del vino turismo rafforzandone il valore. In definitiva il progetto parco dei vigneti potrebbe permettere di contribuire allo sviluppo del territorio e partecipare alla costruzione di identità. Valorizzare preservare un ambiente partecipare alle sfide della gestione dello spazio, la salvaguardia dell'ambiente e alla integrazione paesaggistica. Non ultimo sviluppare una dimensione umana" per partecipare

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