La crisi economica e finanziaria che ha colpito l Europa ha causato uno sconvolgimento profondo nella istituzione delle relazioni industriali.

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1 Rafforzare il ruolo delle parti sociali a tutti i livelli e relazioni industriali forti. Questa la ricetta della Commissione per uscire dalla crisi e preservare i vantaggi del modello europeo, in particolare negli Stati dell Europa centro-orientale, dove il dialogo sociale è più debole. La crisi economica e finanziaria che ha colpito l Europa ha causato uno sconvolgimento profondo nella istituzione delle relazioni industriali. Mentre nella pubblicazione del 2010 è stato osservato che il dialogo sociale era un fattore di resilienza per superare i primi effetti della crisi, con la relazione sulle relazioni industriali del 2012 la Commissione europea ha rilevato che l'impatto della sfida del debito sovrano e le politiche di risanamento del bilancio, perseguite in una vasta gamma di paesi, stanno producendo dei cambiamenti più radicali per le relazioni industriali in Europa. 1 / 11

2 Nella relazione del 2010 era stato illustrato come, nella prima parte della recessione, quando il settore privato per primo aveva avvertito l impatto di una contrazione dell economia, i governi e i partner sociali avevano spesso lavorato insieme per mitigare gli effetti negativi sull'occupazione. Nonostante le differenze significative tra i paesi e tra i diversi settori, le soluzioni adottate si erano basate su un uso estensivo della flessibilità interna, su schemi di lavoro a breve termine nonché su speciali accordi fiscali a supporto del sistema bancario e di specifici settori industriali, come ad esempio l'industria automobilistica. Il dialogo sociale, sia bipartito che tripartito, era visto come un utile, flessibile ed efficiente meccanismo che contribuiva positivamente alla promozione della capacità di recupero e alla generazione del consenso sociale di fronte alla crisi. Dal 2010, però, la crisi si è diffusa agli altri settori dell economia, incluso il settore pubblico, ed essa è diventata crisi del debito sovrano, rendendo il consolidamento fiscale un obiettivo chiave delle politiche di aggiustamento macro-economico. 2 / 11

3 Ciò ha portato ad uno scenario sfavorevole per il dialogo sociale che è diventato sempre più conflittuale in molti paesi e settori, con una tendenza particolarmente visibile nel settore pubblico. Laslo Andor, commissario europeo per l occupazione, gli affari sociali e l inclusione, ha dichiarato: Il dialogo sociale è soggetto a crescenti pressioni nell attuale contesto di calo della domanda macroeconomica, di inasprimento fiscale e di tagli della spesa pubblica. Dobbiamo rafforzare il ruolo delle parti sociali a tutti i livelli, se vogliamo uscire dalla crisi e preservare i vantaggi del modello sociale europeo. Un dialogo sociale ben strutturato è altresì indispensabile per rispondere alle sfide del cambiamento demografico e per riuscire a migliorare le condizioni di lavoro e rafforzare la coesione sociale. Il dialogo sociale deve essere intensificato negli Stati membri dell Europa centrale e orientale, nei quali oggi è sensibilmente più debole. 3 / 11

4 E, quindi, di fondamentale importanza che le parti sociali, i rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro, partecipino attivamente alla elaborazione delle riforme della pubblica amministrazione, dal momento che le soluzioni individuate attraverso il dialogo sociale sono in genere più ampiamente accettate dai cittadini, più facili da attuare nella pratica e meno atte a suscitare conflitti. I governi, per rispondere alla crisi del debito pubblico, hanno considerato prioritari gli incrementi di efficienza nella ristrutturazione del settore pubblico. Le riforme per la stabilità finanziaria e strutturale sono le condizioni necessarie per recuperare la fiducia, ristabilire la solvenza fiscale e promuovere la crescita economica per il medio periodo. 4 / 11

5 Per i paesi colpiti dalla crisi del debito, dal consolidamento fiscale, le misure devono essere più severe rispetto a quelle adottate dalle imprese private durante la recessione del Un sana politica finanziaria pubblica facilita l abilità dei governi nella realizzazione di politiche, come la promozione della coesione sociale e il finanziamento per i principali servizi pubblici, quali la sanità e l istruzione, che sono importanti elementi del Modello sociale europeo. 5 / 11

6 In alcuni paesi questo processo ha continuato il suo corso seguendo un approccio più equilibrato che ha suscitato minori tensioni e così ha conservato il margine per soluzioni condivise tra i sindacati e il settore pubblico. In altri paesi i metodi scelti per attuare le decisioni hanno spesso escluso il ricorso al dialogo sociale. Di conseguenza, in molti Stati membri, l inasprimento fiscale e i tagli della spesa pubblica hanno generato un ondata di vertenze di lavoro che hanno messo in evidenza la natura contestata di alcune riforme che non sono passate al vaglio del dialogo sociale. Ciò ha comportato l attuazione di cambiamenti nel sistema della contrattazione collettiva, visto come un problema da risolvere. L impatto della crisi sulle relazioni industriali nel settore pubblico è stato particolarmente severo per i sindacati. Il settore pubblico ha sempre avuto un numero significativo di iscritti al sindacato; la densità degli iscritti ai sindacati in molti Stati membri è sempre stata superiore nel settore pubblico rispetto al settore privato, ma ora le politiche di austerità, insieme al mutato trend demografico, probabilmente comporteranno una riduzione degli iscritti nei diversi servizi. 6 / 11

7 La contrattazione collettiva ha avuto la tendenza a diventare più decentrata, con l'indice che è sceso dal 2,15 all 1,98 rispetto alla relazione del La copertura della contrattazione collettiva varia notevolmente all'interno dell'ue, dal 20% al 100%, in base alla tipologia del modello di relazioni industriali di ciascun paese. La media per i 27 Paesi dell 'UE è del 66%, ma copre solo il 44% nei PECO (Paesi dell Europa centrale e orientale). Nonostante ciò, la copertura della contrattazione collettiva e il grado di centralizzazione della stessa rimane più alto nel settore pubblico rispetto al settore privato in quasi tutti gli Stati membri dell'ue. 7 / 11

8 Infatti, la più alta copertura della contrattazione collettiva può essere spiegata da fattori come un maggiore riconoscimento dello Stato sia come datore di lavoro per la contrattazione collettiva di per sé sia come partner dei sindacati in particolare, mentre il più alto grado di centralizzazione della stessa poggia sul prevalente interesse delle autorità centrali dello Stato a mantenere la loro influenza e il loro controllo nel processo di formazione dei salari. Le relazioni industriali nel settore pubblico sono state spinte verso profonde riforme strutturali volte ad una maggiore efficienza dei costi, per lo più sotto la pressione degli obiettivi di risanamento del bilancio, ma anche a seguito dell'introduzione di nuove tecnologie. Tali riforme hanno portato a tagli nei servizi pubblici, nonché all outsourcing di servizi pubblici a organizzazioni private, o alla privatizzazione di parti del settore pubblico. 8 / 11

9 La crisi di questi ultimi anni è servita ad accelerare le riforme già avviate nel settore pubblico, ma la velocità con cui essa ha colpito il settore ha avuto un grave impatto sull occupazione e significative implicazioni per il futuro delle relazioni industriali. La relazione della Commissione ha evidenziato che i paesi dove il dialogo sociale è ben organizzato e le relazioni industriali sono forti, sono quelli, generalmente, dove la situazione economica e sociale è più resiliente e la pressione meno forte. I meccanismi e gli strumenti del dialogo sociale che sono stati efficaci per alcuni decenni in Europa, secondo la relazione, sono ancora adatti ad affrontare la crisi e a contribuire a creare le condizioni favorevoli per la crescita e l occupazione. 9 / 11

10 Essa ha sottolineato il bisogno di modernizzare i sistemi di fissazione dei salari e di rispettare il ruolo dei partner sociali nel processo della contrattazione collettiva. Il dialogo sociale, che la Commissione promuove e supporta, rispettando l autonomia dei partner sociali e le diversità nazionali delle relazioni industriali, è una componente chiave del modello sociale europeo e il suo ruolo vitale è riconosciuto nei diversi trattati europei, inclusa la Carta dei diritti fondamentali. pontieri@aranagenzia.it La relazione completa può essere consultata alla pagina: 10 / 11

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