GIORNATA MONDIALE DELL 'ACQUA 2015

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1 GIORNATA MONDIALE DELL 'ACQUA 2015

2 Ogni anno il 22 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell'acqua proclamata nel 1993 dall'assemblea delle Nazioni Unite 28 Luglio 2010 Con 122 voti favorevoli, nessun contrario e 41 astenuti, l Assemblea generale delle Nazioni Unite adotta la Risoluzione 64/292 che riconosce l accesso ad un acqua sicura e pulita e all igiene come un diritto umano

3 La parola chiave, nei discorsi sulla questione mondiale dell acqua è scarsità. Già oggi più di una persona su cinque nel mondo non raggiunge gli standard minimi indicati dall'onu - da 20 a 50 litri di acqua dolce giornalieri pro capite - necessari ad assicurare i bisogni primari legati all'alimentazione e all'igiene.. Come si fa a gestire una risorsa rara, quando i bisogni del mondo aumentano?

4 Fonti: R. Petrella e W. Bonan Dossier APRA L Unione Europea ha agito seguendo due logiche diverse. Da un lato, constatato che l acqua «buona» per usi umani sta diventando sempre più rara, l'unione si è prefissa di rendere più pulita l acqua che esiste (Direttiva Quadro del 2000) Dall'altro lato, con il Trattato di Maastricht del 1992, obiettivo primario è diventata la creazione del mercato interno unico. Ma come si organizza il mercato dei servizi? E quello dei servizi pubblici? E vi si debbono includere anche i servizi idrici?

5 Fonti: R. Petrella e W. Bonan Dossier APRA Per diversi anni la Commissione UE ha dato maggiore importanza all acqua come bene in sé rispetto al valore del servizio legato al bene. Lo si spiega con il fatto che i cittadini approvano le politiche e le misure di salvaguardia ambientale della risorsa acqua, mentre forti opposizioni trova l applicazione dei principi del mercato anche per i servizi pubblici, come l educazione, la scuola, la salute e anche i servizi idrici. Con l Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) del 2013 corredata da un milione e ottocentomila firme, è stato chiesto all UE di 1) attuare il diritto umano all acqua e ai servizi igienico sanitari, sancito dalle Nazioni Unite nel 2010; 2) escludere i servizi idrici dalla liberalizzazione 3) un maggiore impegno dell UE per garantire l accesso universale all acqua e ai servizi igienico sanitari.

6 Fonti: R. Petrella e W. Bonan Dossier APRA Nel 2010, di fronte alla crisi, l'ue tra le iniziative per la crescita, ha lanciato quella di un Europa efficiente nella gestione delle risorse. L acqua fa parte delle risorse. La politica dell acqua è considerata uno degli strumenti per la crescita. Il documento di base, emanato il 14 novembre 2012, é il «Piano europeo sullo stato delle risorse idriche e le sfide inerenti la politica» noto come Blueprint

7 Fonti: R. Petrella e W. Bonan Dossier APRA L analisi della situazione UE effettuata nel Blueprint un quinto del territorio europeo è a rischio di carenza d'acqua il 57% delle acque di superficie sono in pessimo stato la condizione delle acque sotterranee è preoccupante l'obiettivo di migliorarle entro il 2015 è fallito si prevede un peggioramento generale a partire dal 2030 Nel Piano si ammette che i problemi principali derivano dal settore agricolo e dai cambiamenti climatici

8 Fonti: R. Petrella e W. Bonan Dossier APRA Nel Blueprint le risposte a questa situazione sono: organizzare un sistema di prezzi e di valutazione economica, per avere una gestione della contabilità dei flussi e una contabilità economica delle acque *** (per fare i conti, secondo la commissione, bisogna dare un valore monetario reale all acqua. Ora parlando di costi dell acqua parliamo di costi del servizio, mentre si dovrebbe passare al calcolo dei costi dell acqua in quanto risorsa, e dei costi ambientali legati all attività dell acqua); valorizzare al massimo l innovazione tecnologica: depurazione/purificazione e rimessa in ciclo, trasferimento da un posto all'altro, desalinizzazione del mare *** (occorrono finanziamenti, e il mercato finanziario ha le sue logiche. In una zona non interessante per una politica di investimento, chi farà innovazione?); organizzare tutto il sistema di gestione attraverso i portatori di interessi, gli stakeholders *** (ma a comporre il consiglio del partenariato europeo per l innovazione del settore dell acqua, ci sono i rappresentanti dei grandi interessi del business economico e finanziario, mentre vengono esclusi i soggetti sostanzialmente pubblici, la cooperazione agricola, le associazioni dei consumatori, i comitati di cittadinanza e gli altri soggetti che, in realtà, sono coloro che si stanno prioritariamente preoccupando della tutela del bene acqua)

9 Fonti: R. Petrella e W. Bonan Dossier APRA Le parole che mancano nel lessico del Blueprint Il cittadino non esiste, e non a caso. Non esiste perché non esiste la parola città, che pure é alla base di tutte le politiche su territorio, agricoltura, acqua. Non esiste poi il concetto di bene comune, per il Blueprint l acqua è una risorsa, non è un bene comune Quarta parola che non esiste, non c è nessun riferimento al diritto umano all acqua.

10 Fonti: R. Petrella e W. Bonan Dossier APRA in sintesi Con il Blueprint si riconoscono i motivi della crisi attuale, ma non si intende cambiare strada. Si sostiene che se il prezzo dell acqua non è abbastanza caro, e perciò non si sarebbe indotti ad utilizzarla correttamente. E siccome non paghiamo per la maggior parte dei processi naturali, non ne riconosceremmo il valore. In questo modo si è indotti ad equiparare valore e prezzo.

11 Fonti: R. Petrella e W. Bonan Dossier APRA A questa visione se ne contrappone un altra, quella di chi ritiene che sia un errore attribuire un valore monetario alla natura (invece di affermare che non si ha il diritto di dissipare e di inquinare le nostre risorse collettive, i mercati le vendono) Secondo quest altro punto di vista, occorre riconoscere l acqua come bene comune indisponibile a titolarità diffusa che necessita di forme gestionali condivise coerenti trasparenti partecipate finalizzate alla tutela e all'accessibilità universale.

12 per riassumere albo "Giochi di potere" luglio 2009 soggetto e sceneggiatura: Gianfranco Manfredi disegni: Fabio Civitelli Per confrontarsi e dialogare, bisogna avere un orizzonte condiviso. Ed è ben difficile trovarlo, se i punti di vista sono così distanti.

13 In Italia Fonte: R. Lembo CICMA Un tempo l ordinamento tutelava le acque solo in modo indiretto (ad esempio la normativa sulla pesca dei primi del 900, tutelava direttamente la fauna ittica e indirettamente la qualità/salubrità dell acqua).

14 Fonte: R. Lembo CICMA Legge Merli (1976) La prima normativa in materia di inquinamento idrico è la l. 319 del 1976 Norme per la tutela delle acque dall'inquinamento la Legge Merli, relativa alla tutela del patrimonio idrico attraverso la disciplina degli scarichi idrici, emanata pochi mesi dopo il disastro della ICMESA di Seveso

15 sempre nel Fonte: R. Lembo CICMA esce «EPPURE SOFFIA» grande successo di Pierangelo Bertoli L incipit: E l'acqua si riempie di schiuma il cielo di fumi la chimica lebbra distrugge la vita nei fiumi uccelli che volano a stento malati di morte il freddo interesse alla vita ha sbarrato le porte

16 una storia esemplare, negli anni 80

17 Fonte: R. Lembo CICMA Legge 183/89 sulla difesa del suolo Dopo il 1987 e l'alluvione in Valtellina(nella foto, il ministro Zamberletti) con morti e enormi danni emanata la legge 183 del 1989 rappresenta il primo tentativo di un approccio integrato tra suolo -acqua -pianificazione

18 Fonte: R. Lembo CICMA Gli anni 70 e anni 80 nel tortonese L'alluvione del 1977 I bidoni del 1986

19 Fonte: R. Lembo CICMA la legge sulla difesa del suolo La legge 183/1989 (ora confluita nel Codice ambientale d.lgs. 152/2006) Rappresenta il primo tentativo di un approccio integrato tra suolo -acqua pianificazione si prefigge di assicurare : la difesa del suolo il risanamento delle acque * l'utilizzo razionale delle risorse idriche * la tutela degli aspetti ambientali connessi agli usi delle risorse individua l'unità di base su cui lavorare nel bacino idrografico *designa come struttura di coordinamento l'autorità di bacino definisce lo strumento del piano di bacino per un piano unitario di interventi su -1- allocazione delle risorse idriche tra i vari usi -2- salvaguardia ambientale 3 - difesa dalle piene

20 Fonte: R. Lembo CICMA Gli anni novanta e la rivoluzione S.I.I. La legge sulla difesa del suolo esprime concetto validi, ma la sua attuazione ha proceduto con lentezza E sintomatico che i successivi interventi siano avvenuti in coincidenza con disastri naturali (legge 267/1998 «legge SARNO» - legge 365/2000 «legge SOVERATO»). Più avanti riferiremo della situazione attuale in materia (Piano di Tutela delle Acque, Contratto di Fiume). Seguendo l ordine cronologico, in tema di legislazione sulle acque, per gli anni novanta occorre prima parlare del Sistema Idrico Integrato (acquedotti, fogne, depuratori) che proprio in questo periodo vede attuarsi una rivoluzione

21 Fonte: R. Lembo CICMA servizio idrico (acquedotto / fognatura / depurazione) legge 142/1990 Con l entrata in vigore dalla legge 142/1990 la gestione diretta e l obbligo di costruire e gestire le strutture per l uso potabile viene sottratto alle competenze dirette dei Comuni e si introduce tra le forme di gestione dei servizi locali l azienda speciale (dotata di personalità giuridica e autonomia imprenditoriale), associandola alle S.p.A. e alle S.r.l. a prevalente capitale pubblico.

22 servizio idrico (acquedotto / fognatura / depurazione) legge Galli La Legge Galli (l. 36/1994) sancisce : Fonte: R. Lembo CICMA la trasformazione del servizio idrico da un «servizio pubblico a valenza sociale» in un «servizio industriale» da gestire in funzione di criteri di efficienza, economicità, efficacia propri di una gestione di imprese private operanti sul mercato ed anche in Borsa è la svolta culturale e politica del legislatore verso la liberalizzazione e privatizzazione dei servizi idrici e conseguente mercificazione della risorsa idrica.

23 Fonte: R. Lembo CICMA servizio idrico (acquedotto / fognatura / depurazione) gli anni duemila legge finanziaria n. 448 del 28 dicembre 2001 sancisce: l erogazione dei servizi in regime di concorrenza, attraverso Società di capitali individuate attraverso gare ad evidenza pubblica. sancisce: la trasformazione di aziende speciali e consorzi in S.p.A. Si pone fine alla gestione pubblica dell acqua tramite le Aziende municipalizzate, senza scopo di lucro e controllate dai Comuni art.23 bis del d.l. 4/2008 impone: l obbligo per gli enti locali di scegliere l affidamento via gara, affidamento unicamente tra società a capitale privato o a società a capitale misto (nel qual caso la gara è obbligatoria anche la per la scelta specifica del socio privato). Il ricorso alla gestione diretta in house è ridotto a soluzione eccezionale

24 Fonte: R. Lembo CICMA servizio idrico (acquedotto / fognatura / depurazione) i referendum Con due referendum, l giugno 2011, 27 milioni di Italiani votano a favore dell abrogazione dell obbligatorietà dell affidamento della gestione del SII unicamente a società a capitale privato o misto dell abrogazione dell abrogazione dell inclusione obbligatoria nella tariffa del SII di un 7% di remunerazione del capitale

25 Fonte: R. Lembo CICMA servizio idrico (acquedotto / fognatura / depurazione) oggi l Governi che si sono succeduti hanno scardinato il significato politico dei referendum, con i seguenti effetti : * Ridotta l autonomia finanziaria dei Comuni (vincoli del patto di stabilità anche per le Aziende speciali e gestioni in house, riduzione delle spese, vincoli sulle assunzioni pubbliche con riferimento alle società controllate) * Ridotta autonomia decisionale con la soppressione delle Autorità di ambito e delega alle Regioni della riorganizzazione in funzione del contenimento dei costi anziché introdurre la dimensione territoriale dei Distretti idrografici di bacino prevista dalla Direttiva quadro * Eliminata la facoltà degli Enti locali di concorrere alla modulazione della tariffa dell acqua - determinazione della tariffa da parte dell Agenzia per l Energia Elettrica ed il Gas (AEEG)

26 Fonte: R. Lembo CICMA servizio idrico (acquedotto / fognatura / depurazione) oggi Con il decreto Sblocca Italia e con la legge di stabilità si incentivano processi di aggregazione, fusione e dismissione delle partecipate dagli Enti Locali, a vantaggio dei quattro colossi multiutilities attuali - A2A, Iren, Hera e Acea - già collocati in Borsa. Il DDL Madia, inoltre, discussione in questi giorni al Senato, se approvato nell'attuale versione, rappresenta un'ulteriore delega al Governo con indicazioni precise volte al rilancio dei processi di privatizzazione.

27 Dissesto il sistema dei piani La normativa sul dissesto idrogeologico ruota intorno allo strumento del piano. Il Codice dell'ambiente (D.Lgs. 152/2006) raggruppa e definisce il sistema dei piani e le competenze. All' Autorità di Bacino spetta redigere il Piano di Bacino su base distrettuale. (8 distretti nazionali - il Piemonte fa parte del distretto Padano).

28 il PAI e il PTA Fa parte del Piano di Bacino, come piano stralcio, il Piano Stralcio Per l Assetto Idrogeologico (PAI), Per il nostro Distretto, é stato adottato nel 2001 In ambito regionale, il Codice del'ambiente prevede poi l'adozione del Piano (regionale) di Tutela delle Acque (PTA), che, in Piemonte, é entrato in vigore nel 2007.

29 Fonte: Cristina Calvi I contratti di fiume in Piemonte La direttiva 2000/60/CE e il sistema dei Piani La direttiva quadro 2000/60/CE chiede la partecipazione pubblica attiva alla gestione delle aree idrografiche attraverso il coinvolgimento nella stesura del Piano di distretto e la integrazione delle politiche territoriali con quelle delle acque. Il decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152 recepisce la direttiva quadro 2000/60/CE per l azione comunitaria sulle acque e i corpi idrici superficiali e sotterranei attraverso: * il risanamento, il recupero e il miglioramento degli ecosistemi acquatici * l uso sostenibile delle risorse idriche superficiali e sotterranee, * l attuazione di misure specifiche per la riduzione degli scarichi e delle emissioni nei corpi idrici * la mitigazione degli effetti delle inondazioni e delle siccità l attuazione di tale norma prevede come punto fondamentale. la partecipazione attiva di tutte le parti interessate all attuazione dei piani di gestione dei bacini idrografici

30 Fonte: Cristina Calvi I contratti di fiume in Piemonte Il PTA Piemonte le finalità Piano di Tutela delle Acque in Piemonte (approvato nel 2007) Articolo 1. Finalità del Piano 1. L acqua è un diritto e un patrimonio comune appartenente all umanità e a tutte le specie viventi, bene pubblico essenziale per l ambiente e per il progresso economico e sociale, da proteggere, condividere e utilizzare in quanto tale. 2. A tal fine il Piano di tutela delle acque della Regione Piemonte persegue la protezione e la valorizzazione del sistema idrico piemontese nell ambito del bacino di rilievo nazionale del fiume Po e nell ottica dello sviluppo sostenibile della comunità. 3. Allo stesso fine tutte le istituzioni competenti in materia improntano il loro operato ai principi di reciproca leale collaborazione e di partecipazione effettiva dei cittadini sin dalla fase di elaborazione delle azioni attuative del Piano di tutela delle acque, in modo da garantire trasparenza al processo decisionale, rafforzando consapevolezza e sostegno dei cittadini sulle decisioni relative.

31 Fonte: Cristina Calvi I contratti di fiume in Piemonte Il Contratto di Fiume strumento per attuare il PTA Piano di Tutela delle Acque in Piemonte (approvato nel 2007) Articolo 10. Strumenti di attuazione del Piano Sono promosse modalità di gestione integrata a livello di bacino e sottobacino idrografico, che perseguano la tutela e valorizzazione delle risorse idriche e degli ambienti connessi unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico. In tal caso gli strumenti di programmazione negoziata sono denominati CONTRATTO DI FIUME o contratto di lago.

32 Fonte: Cristina Calvi I contratti di fiume in Piemonte Obiettivi del contratto di fiume Il Contratto deve perseguire la tutela e valorizzazione delle risorse idriche e degli ambienti connessi attraverso quanto stabilito nel PTA: * la riduzione dell inquinamento delle acque * la riqualificazione dei sistemi ambientali e paesistici e dei sistemi insediativi afferenti ai corridoi fluviali * l uso sostenibile delle risorse idriche * il riequilibrio del bilancio idrico * la condivisione delle informazioni e diffusione della cultura dell acqua insieme con la salvaguardia dal rischio idraulico

33 il bacino dello SCRIVIA

34 Fonte: Cristina Calvi I contratti di fiume in Piemonte il contratto di fiume Scrivia lo stato della procedura La prima fase dell iter per avviare il contratto si conclude con la stesura di un Dossier Preliminare e un Protocollo d'intesa. Il Protocollo d intesa per l attuazione del Contratto di fiume Scrivia è stato sottoscritto a Ronco Scrivia il 7 Marzo 2013 tra le province di Alessandria e di Genova. La successiva fase di attivazione prevede diversi passaggi - lo svolgimento di assemblee di bacino e l'avvio di Tavoli tecnici tematici (contratto Scrivia svolte alcune assemblee) - la stesura di un Abaco delle azioni (contratto Scrivia stesa una bozza) - la preparazione del Rapporto preliminare per l avvio della fase di specificazione (scoping) del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano d Azione (contratto Scrivia stesa una bozza) - la stesura del Rapporto ambientale a seguito della fine della fase di specificazione. - la versione definitiva del Piano d Azione, in cui conflui le osservazioni della consultazione pubblica e del parere motivato conclusivo del processo di VAS, e il testo del Contratto.

35 Fonte: Cristina Calvi I contratti di fiume in Piemonte contratto Scrivia dal rapporto preliminare ambientale Quantità e qualità della risorsa idrica: in numerosi tratti dall abitato di Villalvernia alla confluenza con fiume Po il DMV è assente dal mese di luglio al mese di settembre In questo settore lo stato chimico delle acque sotterranee é scarso Sono presenti numerosi siti da bonificare o con bonifica in corso

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