[STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE]

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2 1.0 INTRODUZIONE Il presente studio preliminare ambientale per la verifica di assoggettabilità alla VIA viene effettuato a seguito di richiesta di modifica sostanziale dell impianto dovuta alla richiesta di messa in riserva di n 3 codici CER di rifiuti pericolosi costituiti da : accumulatori al piombo ( CER ) apparecchiature fuori uso contenenti componenti pericolosi ( CER ) e veicoli fuori uso ( CER ). La verifica di assoggettabilità è quella procedura atta a valutare se un determinato impianto abbia un impatto significativo sull ambiente e debba quindi essere sottoposto alla fase di valutazione di impatto ambientale (VIA). In base alle indicazioni dell allegato B2 che definisce quelli che devono essere i contenuti dello studio preliminare ambientale il lavoro seguente è stato organizzato in due parti principali. La prima parte definisce localizzazione e caratteristiche del progetto la seconda le caratteristiche dell impatto potenziale. 1

3 2.0 PRESENTAZIONE AZIENDALE La con sede a Decimomannu al Km 14,300 della s.s 130 e sede legale in via Garibaldi 39 a Decimomannu è una società che opera nel campo delle demolizioni industriali, recupero e commercio metalli ferrosi e non ferrosi. Denominazione Ditta: BARTOLI EFISIO EREDI S.N.C. DI ANDREA E CARLO BARTOLI Sede legale: S.S. 130 KM (09033) Decimomannu (CA) Codice fiscale : Numero REA : CA Partita IVA: Oggetto sociale : la società ha come oggetto il commercio all ingrosso e/o al dettaglio sia in proprio che a mezzo di rappresentanze, di rottami ferrosi e non ferrosi, di autoveicoli nuovi ed usati di pezzi e parti di ricambio, di materiali e accessori per motori e carrozzerie, di impianti e materiali metalmeccanici e industriali. In particolare nel rispetto delle norme vigenti e in ottemperanza alle previste autorizzazioni, potrà provvedere alla: o Raccolta, trasporto, stoccaggio, intermediazione, commercio e lavorazione, trattamento di rifiuti civili e/o industriali; o Raccolta, trasporto, stoccaggio, intermediazione, commercio e lavorazione di residui; o Raccolta, trasporto, stoccaggio, intermediazione e commercio di materiali ferrosi e non ferrosi, plastica vetri e legno; o Attività di recupero e di rigenerazione anche attraverso la gestione di impianti volti al recupero e/o trattamento di residui e rifiuti civili e industriali; 2

4 o Attività di bonifica e/o ripristino ambientale; la società potrà inoltre impiantare uno stabilimento tecnicamente organizzato per la preparazione, trasformazione e lavorazione dei rottami ferrosi e non ferrosi, per la costruzione di parti meccaniche in genere, nonché la costruzione in metallo di oggetti mobili e fissi di ogni tipo ed uso, con annessa officina per la riparazione di automezzi. La società potrà compiere tutti gli atti ritenuti necessari o soltanto utili per il conseguimento dell oggetto sociale: così in breve può porre in essere operazioni mobiliari, immobiliari, industriali, commerciali e finanziarie compreso il rilascio di garanzie reali e personali anche a favore di terzi e quale terza datrice di ipoteca. Potrà infine assumere interessenze e partecipazioni in altre società ed aventi scopo analogo od affine al proprio. All occasione la società potrà anche avvalersi di tutte le agevolazioni ed i benefici previsti dalle leggi nazionali e regionali di settore, per la realizzazione dell oggetto sociale, ricorrendo a prestiti a breve, medio e lungo termine e concedendo, per lo scopo ove richieste, garanzie ipotecarie sui beni della società. 3

5 3.0 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO TERRITORIALE Il comune di Decimomannu dista circa 17 km da Cagliari ed ha una superficie di 28,05 Kmq e una popolazione residente di 7756 abitanti di cui 3890 di sesso maschile e 3866 di sesso femminile per una densità della popolazione pari a 276,5 ab/km 2 (fonte ISTAT 2010). L area sulla quale insiste l impianto in esame ricade completamente all interno del comune di Decimomannu. Figura 1 Inquadramento comune Decimomannu 4

6 4.0 INQUADRAMENTO NORMATIVO 4.1 PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE Il Piano Paesaggistico Regionale approvato con delibera n.36/7 del 05/09/2006 divide il territorio costiero in 27 ambiti omogenei. Il Piano Paesaggistico Regionale persegue il fine di: preservare, tutelare, valorizzare e tramandare alle generazioni future l'identità ambientale, storica, culturale e insediativa del territorio sardo, tramite l utilizzo di norme tecniche di attuazione e relativa cartografia. Le norme tecniche sono a loro volta organizzate in tre assetti differenti: Figura 2 - Assetto ambientale - Assetto storico culturale - Assetto insediativo Il caso in esame facente parte del comune di Decimomannu, non ricadendo nella fascia costiera porta a focalizzare l attenzione sulla cartografia relativa al territorio interno della Regione Sardegna. Questa prevede la suddivisione in fogli in scala 1: Nel particolare il comune di Dercimomannu ricade all interno del Foglio Provincia di Cagliari, Carbonia-Iglesias e Medio-Campidano ; 5

7 Decimomannu Figura 3 foglio 556 PPR 6

8 Figura 4 Ritaglio foglio 1:5000 con localizzazione impianto (foglio 556 PPR) 7

9 4.2 PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI) Il PAI Piano per l Assetto Idrogeologico si applica al bacino idrografico unico regionale della Regione Sardegna, corrispondente all intero territorio regionale, comprese le isole minori, che ai sensi della Deliberazione della Giunta regionale n. 45/57 del è suddiviso nei seguenti sette sottobacini: sub-bacino n.1 Sulcis,sub-bacino n.2 Tirso, sub-bacino n.3 Coghinas-Mannu-Temo, sub-bacino n.4 Liscia, sub-bacino n.5 Posada-Cedrino, sub-bacino n.6 Sud-Orientale, sub-bacino n.7 Flumendosa-Campidano- Cixerri. Il PAI al Titolo II delle Norme tecniche di attuazione prevede linee guida, indirizzi, azioni settoriali e prescrizioni generali per la prevenzione dei pericoli dei rischi idrogeologici nel bacino idrografico unico regionale e nelle aree di pericolosità idrogeologica. Il comune di Decimomannu appartiene al Sub Bacino Flumendosa-Campidano-Cixerri. Come definito dall indice generale di riferimento dei siti a rischio di piena il comune è classificato nel seguente modo: Comune Provincia Tavola Codice sito Scheda di Scheda Rilevamento intervento Decimomannu Cagliari 4 B7cpTC018 B7cpTC018 B7cpTC018 Tabella 1 Il PAI disciplina le aree in base alla pericolosità idraulica dividendole in : Hi4 : pericolosità idraulica molto elevata Hi3 :pericolosità idraulica elevata Hi2 : Pericolosità idraulica media Hi1 : Pericolosità idraulica moderata Le aree di pericolosità idraulica sono perimetrale ed indicate nei territori dei comuni indicati nell allegato A. IL PAI disciplina le aree di pericolosità di frana dividendole in: Hg4 : pericolosità di frana molto elevata Hg3 : pericolosità di frana elevata 8

10 Hg2 : pericolosità di frana media Hg1 : pericolosità di frana moderata Le aree di pericolosità sono perimetrale ed indicate nei territori dei comuni indicati nell allegato B. Il PAI disciplina le aree a rischio idraulico dividendole in: Ri4 : rischio idraulico molto elevato Ri3 : rischio idraulico elevato Ri2 : rischio idraulico medio Ri1 : rischio idraulico moderato Le aree a rischio idraulico sono perimetrale nei territori dei comuni indicati nell Allegato C. Il PAI disciplina le aree a rischio da frana dividendole in: Rg4 : rischio da frana molto elevato Rg3 : rischio da frana elevato Rg2 : rischio da frana molto medio Rg1 : rischio da frana moderato Le aree a rischio da frana sono indicate nell Allegato D Il comune di Decimomannu risulta: 1. Compreso tra i comuni, aventi aree con pericolosità idraulica molto elevata (Hi4), aree con pericolosità idraulica elevata (Hi3), aree con pericolosità idraulica media (Hi2) e aree con pericolosità idraulica moderata (Hi1),indicati nell Allegato A 2. Non compreso tra i comuni, aventi aree con pericolosità di frana, indicati nell Allegato B 3. Compreso tra i comuni, aventi aree a rischio idraulico molto elevato Ri4, mentre non presenta aree a rischio idraulico elevato Ri3, medio Ri2 e moderato Ri1, indicati nell Allegato C. 9

11 4. Non compreso fra i Comuni, con aree a rischio molto elevato da frana, indicati nell Allegato D. Figura 5 ritaglio cartografia PAI aree pericolosità idraulica 10

12 Figura 6 Ritaglio cartografia aree rischio idraulico 11

13 L impianto come evidenziato dalla cartografia del PAI ricade in prossimità delle aree identificate come Hi1 e Ri4. Dall esame della cartografia tavola Ei 04/26 risulta che l area di riferimento interessata dall impianto è identificata come E3 che definisce nuclei urbani non densamente popolati o aree come nel caso specifico destinati ad impianti tecnologici, discariche RSU o inerti. 4.3 PIANO URBANISTICO COMUNALE Il lotto dove è situato l impianto così come indicato dal PUC (Piano Urbanistico Comunale) di Decimomannu ricade interamente all interno della zona omogenea D : Industriale artigianale e commerciale (figura 5). L area in esame non ricade neglia ambiti costieri individuati dal Piano Paesaggistico Regionale. Il PUC di Decimomannu definisce la zona omogenea D nel modo seguente : Zona D : nelle zone del territorio comunale classificate D è pssibile localizzare interventi destinati a nuovi insediamenti per impianti industriali, artigianali, commerciali, comprese le medie strutture di vendita, come disciplinate dal D.lgs. 114/1998 e sucessive disposizioni statali e regionali di attuazione, di applicazione, di conservazione trasformazione o commercializzazione dei prodotti del settore primario. 12

14 Figura 7 PUC Decimomannu Legenda Piano Urbanistico Comunale Decimomannu Zona H2 aree costituenti le fasce di rispetto della SS n 130 Zona D insediamenti industriali 13

15 4.4 PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA L amministrazione comunale di Decimomannu non dispone attualmente del piano di classificazione acustica di cui alla Legge quadro sull inquinamento acustico n.447 del 26/10/1995 che prevede la zonizzazione acustica del territorio comunale secondo i criteri stabiliti nelle direttive regionali. La normativa vigente in materia di inquinamento acustico ambientale stabilisce che in attesa che un comune provveda ad effettuare la zonizzazione acustica del proprio territorio si applichino i limiti di immissione di cui all art.6 comma 1, del D.P.C.M. 1/03/91 riportati nella tabella 2 seguente. Zonizzazione Periodo di riferimento diurno Periodo di riferimento notturno LAeq [db(a)] LAeq [db (A)] Tutto il territorio nazionale Zona A (Decreto interministeriale 02/04/1968 n 1444) Zona B (Decreto interministeriale 02/04/1968 n 1444) Zona esclusivamente industriale Tabella 2 : Limiti di immissione VALUTAZIONE DI IMPATTO ACUSTICO AMBIENTALE In base alla valutazione di impatto ambientale redatta dallo studio tecnico Dott. Ing. Muntoni (riportata in allegato) si evince che : - l impianto di recupero ricade all interno della cosi detta zona omogenea tutto il territorio nazionale, così come previsto dal D.P.C.M. 01/03/1991; - il limite applicabile per il solo livello assoluto di immissione sonora è pari a 70 db(a) nel tempo di riferimento diurno, in quanto l attività produttiva si svolge esclusivamente durante il periodo di riferimento diurno; - Il livello di emissione riscontrato per il periodo diurno è pari a 63 db(a); 14

16 - Il livello assoluto di immissione è pari a 64 db(a) che è inferiore ai limiti previsti per il periodo di riferimento diurno; - Il livello di rumore residuo è fortemente condizionato dalla circolazione veicolare lungo la strada statale 130; Alla luce delle considerazioni fatte e valutazioni fatte che la rumorosità ambientale imputabile al funzionamento dell impianto non sia tale da provocare durante il periodo di riferimento diurno pericolo o danno per la salute umana ne tanto meno il deterioramento dell ecosistema ambientale. Le valutazioni di cui sopra dovranno essere aggiornate non appena il Comune di Decimomannu avrà provveduto a effettuare la zonizzazione del territorio comunale. 15

17 5.0 QUALIFICAZIONE DELL AREA DI INTERVENTO L impianto ricade totalmente all interno del comune di Decimomannu. La localizzazione è meglio definita nelle figure seguenti. Figura 8 : Localizzazione impianto 16

18 Iglesias BARTOLI S.N.C. Decimomannu Cagliari Figura 9: Localizzazione impianto tramite Sardegna 3D 17

19 6.0 CARATTERISTICHE DELL IMPIANTO L impianto è situato nel Comune di Decimomannu lungo la S.S. 130 al Km 14,300 su di un area complessiva di circa 9000 mq distinta al foglio 6 mappali 6/a, 7, 8 ed al foglio 13 mappali 197,198 del catasto del Comune di Decimomannu. L attività consiste in: o esercizio di un impianto per la messa in riserva (R13) al fine del recupero di rifiuti speciali per un quantitativo massimo di 300 t/anno in deposito preliminare. o esercizio di un impianto di trattamento al fine di recupero di rifiuti speciali (R4),per un potenzialità di trattamento pari a 7000 t/anno. La potenzialità giornaliera dell impianto equivale a 1,36 t al giorno di rifiuti destinati alla messa in riserva(r13) e di 31,81 t al giorno per rifiuti destinati al recupero (R4)(considerando 220 giornate lavorative in un anno). Oltre ad i materiali ferrosi e non in impianto verranno anche messi in riserva rifiuti pericolosi del tipo : - accumulatori al piombo ( CER ) - apparecchiature fuori uso contenenti componenti pericolosi ( CER ) - veicoli fuori uso ( CER ) I rifiuti pericolosi verranno stoccati negli appositi imballaggi in specifici spazi individuati all interno dei capannoni presenti nell Area B e C. L area complessiva in oggetto è di 9000 mq ed è suddivisa in quattro aree di lavoro principali : - Area A. Situazione attuale : Area di lavorazione materiali ferrosi della superficie di circa 1300 mq, interamente pavimentata e dotata di sistema di raccolta delle acque meteoriche, adibita a sede di 18

20 scarico dei rifiuti da parte degli automezzi, per una selezione primaria, cernita pressatura, e messa in riserva e raccolta di materiali diversi, piombo, ottone, rame e alluminio. - Area B. Situazione attuale : Un area officina con area di messa in riserva e lavorazione di materiali non ferrosi selezione materiali particolari della superficie di circa 1000 mq, interamente pavimentata (HDPE) e dotata di sistema di raccolta delle acque meteoriche, adibita a zona per la cernita e messa in riserva di materiali particolari, quali plastica, materiali in gomma, vetro e deposito pneumatici, piazzuola per lavaggio automezzi, dotata di sistema di raccolta delle acque meteoriche e area di messa in riserva veicoli bonificati con successivo compattamento. Attualmente L area è coperta da una tettoia al di sotto della quale verranno stoccati anche i rifiuti pericolosi (localizzati in un area di circa 60 mq). all interno di appositi contenitori omologati (situazione di progetto in foto). Situazione di progetto: è prevede la costruzione di un ulteriore capannone che andrà ad affiancare quello già presente., consentendo di avere un area di stoccaggio coperta ancora maggiore, per lo stoccaggio dei rifiuti pericolosi (CER ; CER ) e per la lavorazione dei materiali non ferrosi. - Area C (900 mq). Situazione attuale : Area caratterizzata dalla presenza di un piazzale utilizzato attualmente come parcheggio dei mezzi pesanti. Situazione di progetto: Questa superficie sarà dedicata all attività di autodemolizione che avverrà all interno di un capannone anch esso da realizzare, la restante area verrà utilizzata come sosta per i mezzi pesanti e stoccaggio dei materiali derivanti dalla attività di autodemolizione. Verrà inoltre realizzato un muro di 2.20 m. per delimitare la presente area. L attività di autodemolizione verrà esercitata all interno del capannone (Area C).Le auto (CER ) verranno smembrate all interno dell apposito capannone, ed i materiali derivanti dalla prima lavorazione ( oli esausti, liquidi refrigeranti, parti plasiche, parti metalliche e cristalli) verranno stoccati all esterno del capannone in appositi imballaggi omologati in attesa di essere caricati sui semirimorchi con destinazione fonderia/smaltimento. 19

21 - Area D : piazzale principale con parcheggio dei dipendenti, caseggiato uffici, area per lo stoccaggio temporaneo dei materiali in ingresso e la zona per la pesa dei materiali in ingresso. Tutte le aree di lavoro sono e saranno caratterizzate dalla presenza di pavimentazione in HDPE. Figura 103 SITUAZIONE ATTUALE 20

22 Figura 11 SITUAZIONE DI PROGETTO Area rifiuti pericolosi CER Area rifiuti pericolosi CER CER

23 Figura 12 Particolare dell area. Capannone autodemolizione da progettare (Area C) Figura 13 Particolare dell area. Capannone da progettare (Area B) 22

24 6.1 VIABILITÀ ESTERNA Il sito in esame è localizzato al Km della strada statale 130 direzione Cagliari-Iglesias. Questa rappresenta l arteria stradale principale sulla quale si affaccia l ingresso principale della BARTOLI EFISIO EREDI SNC. 6.2 DIPENDENTI In impianto giornalmente sono presenti in totale 15 dipendenti suddivisi nel seguente modo: Lavoratori Uomini Donne Impiegati 1 2 Operai 12 - Tabella 3 Dipendenti 6.3 IMPIANTO DI TRATTAMENTO ACQUE DI PRIMA PIOGGIA Le acque meteoriche di prima pioggia dilavanti i piazzali delle aree pavimentate di sosta dei mezzi e posizionamento cassoni scarrabili sono inviate al trattamento di un sistema di depurazione, totalmente interrato, dimensionato considerando una portata di 5,5 l/s per una superficie scolante pari a 4500 mq. Le fasi dell impianto sono : 1. Grigliatura 2. Vasca di sedimentazione acque di prima pioggia 3. Vasca di disoleazione Le acque reflue trattate verranno utilizzate per irrigare le aree verdi poste lungo il perimetro dell insediamento, nelle quali verranno sistemate piante ad alto fusto, per una superficie complessiva di circa 100 mq. 23

25 Lo spandimento delle acque depurate avverrà superficialmente tramite irrigazione localizzata. Le acque meteoriche di seconda pioggia seguiranno il deflusso naturale. Le acque meteoriche dilavanti i piazzali dell area di lavorazione materiali ferrosi e dell area officina e selezione materiali particolari sono inviate a due vasche di accumulo e di sedimentazione della capacità di circa 8 mc/cad. Le acque vengono accumulate e allontanate a mezzo di autospurgo nel rispetto della disciplina dei rifiuti, pertanto non è prevista nessuna immissione di acque reflue in ambiente. 6.4 AUTORIZZAZIONE GESTIONE RIFIUTI Nel Gennaio 2011 la ha rinnovato le autorizzazioni in materia di gestione dei rifiuti C/O La Provincia di Cagliari: Attività di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi (attività R13 allegato C parte IV- D.Lgs. 152/06) per un totale di 300 t. Attività di trattamento al fine del recupero (attività R4 allegato C parte IV- D.Lgs. 152/06) per un totale di 7000 t. Codice CER Descrizione scarti di corteccia e sughero segatura truccioli rifiuti plastici limatura di truccioli di materiali ferrosi polveri e particolato di materiali ferrosi limatura e trucciopli di materiali plastici imballaggi in plastica imballaggi in legno imballaggi metallici imballaggi in materiali misti pneumatici usati parti leggere provenienti dalla demolizione di veicoli veicoli fuori uso, non contenenti componenti pericolose pastiglie freni liquidi antigelo diversi da serbatoi per gas liquido Elenco rifiuti per messa in riserva (R13) 24

26 metalli ferrosi metalli non ferrosi plastica vetro aparecchiature diverse da e componenti diversi da catalizzatori tranne legno rame bronzo ottone alluminio piombo zinco ferro e acciaio stagno materiali misti cavi diversi da rifiuti di ferro e acciaio rifiuti di metallo non ferrosi metalli ferrosi metalli non ferrosi plastica e gomma metallo (lattine) altri tipi di metallo legno schede elettroniche apparecchiature elettriche metallo Codice CER Descrizione scarti di corteccia e sughero segatura truccioli rifiuti plastici limatura di truccioli di materiali ferrosi polveri e particolato di materiali ferrosi limatura e trucciopli di materiali plastici imballaggi in plastica imballaggi in legno imballaggi metallici imballaggi in materiali misti pneumatici usati parti leggere provenienti dalla demolizione di veicoli veicoli fuori uso, non contenenti componenti pericolose pastiglie freni liquidi antigelo diversi da serbatoi per gas liquido Elenco rifiuti col fine del recupero (R4) 25

27 metalli ferrosi metalli non ferrosi plastica vetro aparecchiature diverse da e componenti diversi da catalizzatori tranne legno rame bronzo ottone alluminio piombo zinco ferro e acciaio stagno materiali misti cavi diversi da rifiuti di ferro e acciaio rifiuti di metallo non ferrosi metalli ferrosi metalli non ferrosi plastica e gomma metallo (lattine) altri tipi di metallo legno schede elettroniche apparecchiature elettriche metallo A seguito di verifica ambientale viene richiesto alla Provincia l autorizzazione alla messa in riserva dei seguenti rifiuti: batterie al piombo * Apparecchiature contenenti componenti pericolose * Veicoli fuori uso * I CER e CER verranno stoccati all interno del capannone (AREA B) in contenitori omologati. I CER verranno stoccati nell AREA C, destinata all attività di autodemolizione. ( Vedi tavole tecniche allegate) 26

28 6.5 SCHEMA DI FLUSSO DELLE ALLE ATTIVITA DI LAVORAZIONE Verifica della conformità dei materiali in ingresso I materiali con caratteristiche non idonee vengono respinte Accettazione del materiale in ingresso Operazioni di pesa Stoccaggio materiali non ferrosi: - Materiali in legno - Pneumatici - Materiali in plastica - Scarti di lavorazione Scarico dei materiali Stoccaggio materiali pericolosi Stoccaggio materiali ferrosi - CER CER CER Lavorazione dei materiali Prima lavorazione ATTIVITA DI AUTODEMOLIZIONE - CER Cesoia Seconda lavorazione Pressa Carico materiali su semirimorchi con destinazione fonderia/smaltimento 27

29 7.0 MACCHINARI UTILIZZATI IN IMPIANTO 7.1 Caricatore Oleodinamico Caricatore semovente a funzionamento idraulico composto da un carro di base in profilatti e lamiere varie a n 2 assi con ruote gemellari avente motore diesel della potenza di 115 Kw. Categoria Caricatore oleodinamico Modello CM 280 Casa costruttrice Officine Minelli srl N di fabbrica Anno di costruzione Portata massima dichiarata dal costruttore kg Figura 14 28

30 7.2 Cesoia Idraulica Categoria Cesoia Idraulica Modello CM 35 K Numero di matricola 35/148 K Anno di costruzione 1997 Peso attrezzatura 4200 kg Peso sella 350 kg Peso totale 4550 kg Figura 11 Figura 15 29

31 7.3 Cesoia Mobile Categoria Cesoia Mobile Costruttore S.C.S. srl Tipo CM 800 N di serie CM 828 Figura 16 30

32 7.4 Pressa compattatrice Categoria Compattatrice Tipo Mod. 160 Caratteristiche Pressa compattatrice per autodemolizione Anno di fabbricazione 2007 Matricola 8927 Ditta costruttrice ING. BOBFIGLIOLI SPA Figura 17 31

33 7.5 Gru semovente Categoria Gru semovente Modello 310 SC N di fabbrica C Anno di costruzione 1999 Motore Diesel Perkins T Figura 18 32

34 7.6 Scavatore idraulico Su questo macchinario viene montata la cesoia idraulica. Lo scavatore idraulico ha le seguenti caratteristiche: Categoria Scavatore idraulico Marca Caterpillar Tipo 320 BS Anno di fabbricazione 2000 Figura 19 33

35 7.7 Miniescavatore La massa è di 4 t Equipaggiato con motore Perkins da 47,5 hp. Larghezza max 1.66 mt. Può raggiungere comodamente la profondità di 3,27 m. Il carro cingolato può essere fornito in gomma o acciaio. Può montare il tettuccio o la cabina con riscaldatore. La predisposizione per il trivella è di serie. Le benne intercambiabili disponibili con attacco rapido variano da 35 cm a 1,20 mt. Lama frontale per stabilizzazione e reinterro di Figura 4 serie. 34

36 8.0 CARATTERISTICHE DELL IMPATTO POTENZIALE 8.1 Premessa Il presente documento costituisce la Parte 3 (in base alle disposizioni dell allegato B2) Caratteristiche dell Impatto Potenziale dello Studio Preliminare Ambientale e si articola, in base alle disposizioni dell Allegato V alla Parte II del D.Lgs n. 152/2006 come modificato dal D.Lgs n. 4/2008, nei seguenti punti : 1. Portata dell impatto 2. Natura transfrontaliera dell impatto 3. Ordine di grandezza e complessità dell impatto 4. Durata complessiva dell impatto 5. Probabilità dell impatto 6. Durata,frequenza e reversibilità dell impatto 8.2 Portata dell impatto ed effetti trasfrontalieri La è una società che opera nel campo delle demolizioni industriali, recupero e commercio metalli ferrosi e non ferrosi. L impianto risulta ubicato nel comune di Decimomannu all interno di un lotto di terreno catastalmente censito come di seguito riportato: Comune di Decimomannu. Catasto terreni: foglio 6 mappali 6/a, 7, 8 e foglio 13 mappali 197,198. Località Bia Terra Arrubia In base alle indicazioni del PUC precedentemente riportate l insediamento ricade interamente all interno della zona omogenea D. 35

37 L area in cui è ubicato l impianto della occupa una superficie totale pari a 9000 mq. L intera superficie è divisa in tre parti principali: o Un area di lavorazione materiali ferrosi della superficie di circa 1220 mq, o Un area officina e selezione materiali particolari della superficie di circa 1000 mq o Una terza area di destinazione dei prodotti recuperati e di sosta mezzi, della superficie di circa 1350 mq. La superficie restante è occupata da : o Fabbricato uffici o Area parcheggi o Area servizi igienici e spogliatoi o Viabilità interna e aree di manovra mezzi pesanti. 8.3 Componenti ambientali coinvolte L attività in esame genera le seguenti tipologie di emissioni verso l esterno conformi ai limiti di legge: 1) Emissioni sonore : il comune di Decimomannu non è dotato di Piano di Zonizzazione Acustica ma come precedentemente trattato, i risultai della valutazione di impatto acustico ambientale condotta dallo Studio Tecnico del Dott. Ing. Andrea Alessandro Muntoni emessa il 16/12/2010 hanno evidenziato che la rumorosità ambientale imputabile al funzionamento dell impianto non sia tale da provocare durante il periodo di riferimento diurno pericolo o danno per la salute umana ne tanto meno il deterioramento dell ecosistema ambientale. 2) Emissioni di polveri: Le polveri prodotte all interno dell impianto sono principalmente prodotte dalle seguenti attività lavorative: 36

38 - Operazioni di movimentazione dei materiali. - Ingresso ed uscita degli automezzi preposti al trasporto materiali. Gli automezzi preposti alle operazione di movimentazione dei materiali (carico e scarico) saranno dotati di teloni di protezione o di struttura portante rigida e transiteranno a velocità ridotta all interno dell area. In impianto è presente una spazzatrice che pulisce di continuo i piazzali e le aree di lavorazione. 3) Emissioni in atmosfera: sono principalmente legate ai fumi scarico dei macchinari utilizzati. La ditta avrà cura di impiegare i macchinari per il tempo strettamente necessario all effettuazione delle lavorazioni, effettuando periodicamente revisioni e controlli degli impianti di scarico. 9.0 VALUTAZIONE DELLE FONTI DI IMPATTO La ditta EFISIO BARTOLI EREDI SNC ha valutato il livello di significatività di ciascun aspetto ambientale ufficializzando i risultati attraverso il Registro valutazioni impatti ambientali che costituirà il punto di partenza per la strutturazione del Sistema di Gestione e la definizione degli obiettivi e programmi ambientali. Per tale valutazione vengono determinati due indici: A. Fattore di Impatto Primario (FIP) B. Indice di Priorità di Rischio (IPR) A. Il Fattore di Impatto Primario dell impatto sottoposto a valutazione, viene individuato in funzione delle risposte che vengono date alle domande proposte. Il FIP assume valore 0 se a tutte le domande viene data risposta negativa, assume al contrario valore 1 se almeno ad una domanda viene data risposta affermativa. Le domande proposte nel 37

39 metodo vogliono essere un mezzo per valutare l impatto in relazione alla normativa ambientale ed ai limiti imposti da questa e per prendere in considerazione eventuali incidenti e lamentele verificatesi in precedenza. Si considera, dunque, condizione sufficiente per considerare l impatto significativo (e quindi a priorità elevata di intervento) se si verificano le situazioni sotto riportate. L impatto è ritenuto significativo se: 1. sono state registrate lamentele da parte della popolazione; 2. si sono raggiunti in passato livelli prossimi al limite di legge 1 (nel caso la normativa non imponga limiti quantitativi la risposta sarà non applicabile); 3. l azienda ha subito in passato procedimenti giudiziari o sono stati trovati parametri al di fuori dei limiti a seguito di un controllo da parte delle autorità preposte al controllo; 4. sono avvenuti incidenti in passato che hanno portato al verificarsi dell impatto ambientale in questione. Nel presente caso l indice FIP assume valore 0 perche le risposte sono tutte negative. 1 Potrebbe essere stabilito un livello di attenzione pari al 90% del limite imposto. 38

40 B. Il secondo indice utilizzato per la valutazione dell impatto ambientale, l Indice di Priorità di Rischio, è individuato da tre caratteristiche: G = gravità P = probabilità di accadimento dell impatto R = rilevabilità dell impatto ambientale 39

41 Si procede ora alla loro determinazione. Gravità G La gravità dell impatto è identificata in funzione della vastità dell impatto, della severità dell impatto e della durata dello stesso: il valore attribuito è compreso tra 1 e 10 in misura proporzionale alla sua gravità. INDICE DI GRAVITA (G) Criterio Punteggio Ininfluente Il manifestarsi dell aspetto ambientale non provoca un effetto significativo né rilevabile dall esterno 1 Minima Il manifestarsi dell aspetto ambientale provoca un effetto non significativo appena rilevabile dall esterno 2 Minore Il manifestarsi dell aspetto ambientale provoca un effetto non significativo ma rilevabile dall esterno 3 Molto bassa Bassa Moderata Alta Molto alta Pericolosa con preavviso Il manifestarsi dell aspetto ambientale provoca un effetto di natura minore, rilevabile dall esterno, ma senza noie Il manifestarsi dell aspetto ambientale provoca un effetto di natura minore, causante una leggera noia dall esterno Il manifestarsi dell aspetto ambientale provoca insoddisfazione nella popolazione esterna, non è a rischio la conformità alle leggi Il manifestarsi dell aspetto ambientale provoca effetti rilevanti sull ambiente esterno ma che non incidono sulla sicurezza delle persone, la conformità alle leggi è a rischio Il manifestarsi dell aspetto ambientale provoca effetti rilevanti sull ambiente esterno ma che non incidono sulla sicurezza delle persone, la conformità alle leggi è compromessa Il manifestarsi dell aspetto ambientale provoca effetti che incidono sulla sicurezza delle persone esterne e ad una non conformità alle leggi. L aspetto si manifesta con un preavviso Pericolosa senza preavviso Il manifestarsi dell aspetto ambientale provoca effetti che incidono sulla sicurezza delle persone esterne e ad una non conformità alle leggi. L aspetto si manifesta senza preavviso 10 Tabella 4 Indice di Gravità 40

42 Probabilità P La probabilità dell impatto è la possibilità che esso avvenga o si verifichi a seguito dell attività dell azienda: il valore attribuito è compreso tra 1 e 10 in maniera proporzionale alla sua probabilità. INDICE DI PROBABILITA (P) Criterio Punteggio Remota È inverosimile che l aspetto ambientale si presenti 1 Minima L aspetto ambientale si presenta sporadicamente e non ciclicamente 2 Minore L aspetto ambientale si presenta più di una volta all anno 3 Molto bassa L aspetto ambientale si presenta alcune volte all anno, ma meno di una volta al mese 4 Bassa L aspetto ambientale si presenta una volta al mese 5 Moderata L aspetto ambientale si presenta più di una volta al mese, ma meno di una volta alla settimana. 6 Elevata L aspetto ambientale si presenta una volta alla settimana 7 Alta L aspetto ambientale si presenta più una volta alla settimana, ma meno di una volta al giorno 8 Molto alta L aspetto ambientale si presenta con frequenza giornaliera 9 Altissima L aspetto ambientale si presenta più volte all interno di una stessa giornata 10 Tabella 5 Indice di Probabilità 41

43 Rilevabilità R La rilevabilità dell impatto ambientale tiene conto della facilità con cui l impatto può essere rilevato: il valore attribuito a questo fattore deve essere compreso tra 1 e 10 in maniera inversamente proporzionale alla sua rilevabilità. INDICE DI RILEVABILITA (R) Criterio Punteggio Certa Molto alta Alta Moderatamente alta Moderata Bassa Molto bassa Remota Molto remota Assoluta incertezza Il programma di monitoraggio e controllo è in grado di rilevare certamente il manifestarsi di effetti dannosi causati dall aspetto ambientale. Il programma di monitoraggio e controllo ha una probabilità molto alta di rilevare il manifestarsi di effetti dannosi causati dall aspetto ambientale. Il programma di monitoraggio e controllo ha un alta probabilità di rilevare il manifestarsi di effetti dannosi causati dall aspetto ambientale. Il programma di monitoraggio e controllo ha una probabilità moderatamente alta di rilevare il manifestarsi di effetti dannosi causati dall aspetto ambientale.. Il programma di monitoraggio e controllo potrebbe rilevare il manifestarsi di effetti dannosi causati dall aspetto ambientale. Il programma di monitoraggio e controllo non è facilmente in grado di rilevare il manifestarsi di effetti dannosi causati dall aspetto ambientale. Il programma di monitoraggio e controllo ha una probabilità molto bassa di rilevare il manifestarsi di effetti dannosi causati dall aspetto ambientale.. Il programma di monitoraggio e controllo ha una remota possibilità di rilevare il manifestarsi di effetti dannosi causati dall aspetto ambientale. Il programma di monitoraggio e controllo ha una possibilità molto remota di rilevare il manifestarsi di effetti dannosi causati dall aspetto ambientale. Il programma di monitoraggio e controllo non può rilevare il manifestarsi di effetti dannosi causati dall aspetto ambientale o non esiste Tabella 6 Indice di Rilevabilità 42

44 L Indice di Priorità di Rischio può quindi essere determinata come prodotto dei tre fattori: IPR = G x P x R L IPR può assumere valori compresi tra 1 e A seconda del valore risultante può essere inserito in tre livelli di significatività che si traducono in tre livelli di priorità d intervento: IPR Criterio Non rilevante Rilevante Molto rilevante Tabella 7 Una volta determinati i due fattori suddetti, si può valutare la significatività dell impatto ambientale e determinarne quindi le priorità. Se il Fattore di Impatto Primario FIP assume un valore uguale a 1, la priorità dell intervento deve essere considerata elevata. Nel caso che il valore del FIP sia uguale a 0 si passa a considerare l Indice di Priorità di Rischio IPR. Tenendo in considerazione i seguenti aspetti ambientali: - Stoccaggio materiali - Trasporto - Lavorazioni - Movimentazione mezzi - Impiego sostanze pericolose - Eventi accidentali 43

45 Nella seguente tabella sono stati valutati per gli aspetti ambientali più significativi gli indici G, P, R, utili a valutare l indice di priorità di rischio IPR. ASPETTO AMBIENTALE INDICE G INDICE P INDICE R IPR Stoccaggio materiali Trasporto Lavorazioni Movimentazione mezzi Impiego di sostanze pericolose Eventi accidentali Tabella 8 Individuazione IPR Dall esame dei valori ottenuti confrontati con la tabella 7, i valori dell indice di priorità di rischio IPR sono risultati non rilevanti. ASPETTO AMBIENTALE IMPATTO AMBIENTALE IPR SIGNIFICATIVITA Stoccaggio materiali Contaminazione del suolo 63 non rilevante Trasporto Emissione di gas di scarico 81 non rilevante Lavorazioni Emissioni atmosferiche 80 non rilevante Movimentazione mezzi Rumore esterno 32 non rilevante Impiego di sostanze pericolose Contaminazione del suolo 32 non rilevante Eventi accidentali Contaminazione del suolo 100 non rilevante Tabella 9 Significatività IPR Dai risultati ottenuti si evince una non significatività dell indice di priorità di rischio relativamente ai principali aspetti ambientali, questa non rilevanza degli impatti ambientali non esonera la ditta BARTOLI EFISIO EREDI SNC dal costante monitoraggio dei requisiti, delle prescrizioni legali e degli obiettivi di miglioramento. 44

46 10.0 MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI 10.1 Emissioni sonore Così come riportato in allegato nella Valutazione di Impatto Acustico Ambientale, la rumorosità imputabile all impianto dovuta alle operazioni di lavorazione stoccaggio e movimentazione dei materiali non è tale da provocare durante il periodo diurno danni per la salute umana ne tanto meno danni all ecosistema ambientale Emissioni di polveri Le emissioni di polveri sono provocate dalle diverse attività che si tengono in impianto. Queste possono essere schematizzate nei seguenti punti : Operazioni di carico e scarico materiali degli automezzi Operazioni di manovra in impianto degli automezzi Lavorazione dei materiali Così come indicato dal testo unico ambientale D.Lgs. 152/2006 sono state adottate delle misure per il contenimento delle emissioni di polveri. Tali misure tengono conto dei seguenti elementi : Natura delle polveri. Flusso di massa delle emissioni. Durata delle emissioni condizioni meteorologiche. Condizione dell ambiente circostante. Le macchine operatrici verranno utilizzate nei tempi strettamente necessari all esecuzione delle attività affinchè questo non provochi una sovrapproduzione di polveri così come la movimentazione dei veicoli e di tutti gli automezzi preposti alle operazioni carico e scarico dei materiali. 45

47 In considerazione di quanto detto si può affermare che i quantitativi di polveri prodotti durante le fasi lavorative siano di modesta entità si ritiene quindi che non sia necessario nessun intervento di mitigazione Inquinamento idrico Si ritiene che la presenza in impianto di: - Impianto di trattamento acque di prima pioggia - Impianto di trattamento con disoleatore - Impianto di depurazione ad ossidazione totale per scarichi domestici possano costituire un costante mezzo di mitigazione dell impatto derivante dal dilavamento di materiale potenzialmente inquinante. 46

48 11.0 MISURE DI SICUREZZA ADOTTATE Il miglior modo per poter tutelare la salute dei lavoratori è quello di possedere la conoscenza dei luoghi di lavoro, dei pericoli insiti nelle macchine, negli impianti e nelle attrezzature delle operazioni svolte nonché la consapevolezza del proprio ruolo e delle proprie responsabilità all interno dell azienda. La cultura della sicurezza non è un concetto astratto ma un percorso collettivo, costante e quotidiano per salvaguardare prima di tutto l individuo. L impiego ed il rispetto delle misure di prevenzione e protezione sono un dovere ed un diritto di ogni individuo, soprattutto in luoghi di lavoro in cui i molteplici fattori di rischio possono sovrapporsi ed hanno la potenzialità di agire sinergicamente producendo conseguenze per la popolazione e a maggior ragione per i lavoratori. È importante che i lavoratori siano informati dei pericoli e dei rischi specifici dell azienda, in funzione dei propri compiti, mansioni e delle responsabilità per la tutela della salute e della sicurezza personale di tutti. Ogni lavoratore deve essere stato addestrato ed informato per svolgere le proprie mansioni in sicurezza e per affrontare le emergenze. Un giusto utilizzo scelta e controllo dei DPI contribuisce alla protezione del singolo lavoratore proteggendolo da allergie patologie infezioni e traumi sul posto di lavoro. Nell impianto saranno adottate tutte le misure di protezione e di sicurezza sia per le persone sia per l ambiente circostante: - Recinzione dell intera area - Pannelli e segnali previsti dal Codice Stradale - Segnalazione e delimitazione delle aree di pericolo delle aree e delle uscite di emergenza. - Illuminazione generale dell impianto. - Organizzazione ergonomica dei posti di lavoro. - Strutture igieniche (spogliatoi, docce, lavabi). - Sorveglianza sanitaria specifica. 47

49 - Procedure per la gestione delle emergenze e per il primo soccorso. - Norme generali per la prevenzione incendi. - Applicazione delle prescrizioni di sicurezza con particolare riguardo a quelle relative ai cantieri temporanei e mobili. 48

50 12.0 PIANO DI DISMISSIONE Si provvede ad indicare quali sono gli interventi che verranno adottati in caso di cessata attività: - I macchinari e le attrezzature verranno bonificati smontati e successivamente commercializzati. In nel caso questi al termine attività siano considerati obsoleti si provvederà alla demolizione e o rottamazione. - Le aree di stoccaggio e deposito verranno ripulite ed il materiale presente (materiale invenduto) sarà inviato in discarica o ad altri centri di messa in riserva. - I rifiuti presenti saranno inviati agli impianti di smaltimento. - La pavimentazione dell impianto sarà completamente ripulita. In particolare quella realizzata in asfalto bituminoso, verrà scorticata fino ad una profondità di 5-10 cm. La terra di scortico sarà poi smaltita in discarica come gli altri rifiuti prodotti nella dismissione dell impianto. L area sottoposta a scortico verrà ripristinata con misto granulometrico e successivamente sottoposta a rullatura. 49

51 13.0 STATO ATTUALE DELL IMPIANTO Strada Statale 130 Ingresso Principale Impianto Figura 14 Ingresso impianto 50

52 Piazzale deposito/lavorazione Piazzale in HDPE Figura 15 Area scarico materiali. (Area A) Officina. (Area B) Figura 16 51

53 Caseggiato uffici Ingresso Principale Impianto Figura 17 52

54 Area A: sede di scarico materiali in ingresso Figura 18 53

55 Area B: Capannone officina stoccaggio rifiuti pericolosi e non pericolosi Figura 19 54

56 Area C : Area destinata al l autodemolizione e parcheggio dei mezzi pesanti Figura 20 55

57 ALLEGATI - CARTA TECNICA REGIONALE 1:10000 (con ubicazione impianto) - CARTA TEMATICA IN SCALA OPPORTUNA 1:10000 (uso del suolo) - PLANIMETRIA STATO ATTUALE (scala 1:200) - PLANIMETRIA STATO DI PROGETTO (scala 1:200) - VALUTAZIONE DI IMPATTO ACUSTICO AMBIENTALE 56

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