Relazione idrologica - Idraulica
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- Alessio Gigli
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1 LITE house POLO TECNOLOGICO per la qualità e l efficienza edilizia, ambientale ed energetica da insediare presso l area industriale di San Marco Relazione idrologica - Idraulica
2 INDICE 1 Premessa Quadro di riferimento normativo Piano Regolatore generale di Alghero Piano stralcio delle fasce fluviali Definizione del regime pluviometrico Raccolta, trattamento e smaltimento delle acque meteoriche... 11
3 LITE house Relazione idrologica - Idraulica 1 Premessa Il progetto della LITE house si posiziona sul primo lotto dell area industriale del CIP a San Marco - Alghero, e riveste il ruolo di elemento simbolico e di rappresentanza dell intera area industriale. Il lotto è posizionato in modo strategico lungo la Strada Provinciale 42 dei Due Mari, che collega Alghero a Porto Torres, in prossimità del cavalcavia che consente l accesso all area industriale stessa. Il lotto, che vede il prospetto principale su Sud-Est, ha accesso principale dalla Via del Progresso, infrastruttura principale dell area industriale, ed ha una dimensione di circa 6 ettari. 2 Quadro di riferimento normativo 2.1 Piano Regolatore generale di Alghero L area ricade in zona Sottozona D/1: industriale di S. Marco del vigente Regolamento Edilizio, e il P.R.G. individua per le industrie principali le aree già destinate in Comune di Alghero di Alghero per le attività industriali dal piano regolatore territoriale del Consorzio per l area di sviluppo industriale Sassari Porto Torres Alghero. Ai sensi della legislazione vigente il P.R.G. recepisce e fa proprie le localizzazione e le norme di attuazione previste dal predetto piano territoriale.
4 Figura 1: stralcio PRG vigente Città di Alghero
5 2.2 Piano stralcio delle fasce fluviali L area sottoposta ad indagine per quanto attiene il Piano stralcio delle fasce fluviali (PSFF) ricade nel Sub Bacino 03 Coghinas - Mannu di Porto Torres Temo, bacino idrografico minori tra il Mannu di Porto Torres e il Temo. Figura 2: fonte Progetto di Piano Stralcio delle Fasce Fluviali_Atlante cartografico delle fasce fluviali I corsi d acqua principali del bacino sono costituiti da: Canale Urune, dalla località C. Funtaneddas fino alla foce in mare presso Fertilia, passando attraverso lo stagno di Calich per una lunghezza di circa 10,8 km; rio Barca, dal tombino in località sa Tanchita alla confluenza nello stagno di Calich per una lunghezza del tratto studiato di circa 6,5 km; riu Filibertu dalla località lu Baraccone alla confluenza nel Barca per una lunghezza di 8,5 km; riu de Calvia, dal ponticello in località Croce Pietra Basa alla foce nello stagno di Calich, per una lunghezza di 9 km. Nello specifico, in prossimità dell area industriale di S. Marco, scorre il rio Filibertu, il cui assetto idraulico è poco influenzato dalla presenza di opere idrauliche, sul riu Filibertu sussiste infatti esclusivamente una difesa di sponda longitudinale. L alveo ha una pendenza media pari allo 0,33% e percorre in un area pianeggiante compresa tra l aeroporto di Alghero, ad est, e la S.P. 42 dei due Mari, ad ovest. La sezione trasversale risulta piuttosto incisa in tutto il tratto, con larghezza media pari a 25 m e vegetazione di densità variabile a tratti. Il primo tronco scorre ad ovest dell area industriale San Marco per quasi 3 km e ha caratteristiche naturali, con golene densamente vegetate da essenze arboree. Più a valle, l alveo risulta confinato tra aree coltivate che interessano anche la regione fluviale. Poco oltre l attraversamento della SP 42, il corso d acqua confluisce nel rio Barca, in una zona a destinazione agricola.
6 Figura 3: fonte Progetto di Piano Stralcio delle Fasce Fluviali_Atlante cartografico delle fasce fluviali Il tratto del riu Filibertu oggetto di analisi idraulica, affluente del rio Barca, per una lunghezza complessiva di circa 8,5 km, corre al fondo di una valle terrazzata, a tratti dotata di un fondovalle alluvionale, che si approfondisce progressivamente fino punto di immissione nel Barca stesso. In tale contesto le aree allagabili si presentano abbastanza regolari ed omogenee rispetto ai diversi tempi di ritorno (solo la fascia A_2 rimane più ristretta con il perimetro generalmente attestato sulle sponde dell alveo inciso), con larghezza media pari a circa m. Solo in un paio di punti si verificano estensioni più importanti delle aree allagabili cioè a cavallo della S. S. n. 291 (circa 450 m) ed in prossimità della confluenza di un corso d acqua minore proveniente da sinistra presso l Azienda Agraria S. Marco (circa 500 m). Lungo il tratto di asta indagato non sono state rilevate particolari criticità da segnalare; fanno eccezione alcuni fabbricati interessati dalla piena cinquantennale immediatamente a monte della S. S. n. 291.
7 3 Definizione del regime pluviometrico Il regime pluviometrico della zona in esame è stato determinato con riferimento alle indagini effettuate nella modellazione dei dati pluviometrici ed idrometrici della regione, contenute nel Rapporto Regionale pubblicato, Valutazione delle Piene in Sardegna [Cao et al., 1991] e ad indagini derivate da analisi e materiali prodotti in data successiva [Deidda et al., 1993; Deidda e Piga, 1996; Deidda et al., 1997]. La prima indagine riguarda le piogge giornaliere e per questo si è utilizzata l applicazione del modello probabilistico TCEV alle piogge giornaliere massime annue è stata basata sui dati di 200 stazioni pluviometriche con almeno 40 anni di osservazioni nel periodo È stata inoltre riconosciuta la necessità di ripartire il territorio in tre sottozone omogenee (SZO), ognuna caratterizzata dalla costanza del coefficiente di variazione e del parametro 1. L'altezza di pioggia giornaliera ht con assegnato tempo di ritorno T in anni è data da: SZO 1 h(t) = g KT = g [ Log10T (Log10T) 2] SZO 2 h(t) = g KT = g [ Log10T (Log10T) 2] SZO 3 h(t) = g KT = g [ Log10T (Log10T) 2] La pioggia indice giornaliera g è la media dei massimi annui di precipitazione giornaliera. KT è il coefficiente (adimensionale) di crescita espresso in funzione del tempo di ritorno T. Nella Tabella che segue sono riportati in sintesi i parametri dell equazione ottenuti per le differenti SZO della Sardegna: Piogge giornaliere SZO 1 SZO 2 SZO 3 Tabella 1: Parametri della distribuzione di probabilità dei massimi annuali delle piogge Nell analisi delle piogge brevi ed intense sono state adottate al primo ed al secondo livello di regionalizzazione le medesime procedure di stima dei parametri e di verifica dei valori ottenuti, già impiegate per le piogge giornaliere. In particolare, è stata verificata ed accolta per tutte le durate l esistenza di una sola ZO al primo livello di regionalizzazione e la ripartizione del territorio in tre SZO al secondo livello di regionalizzazione. Il progetto oggetto di indagine è situato nella SZO 1.
8 Figura 4: Suddivisione in sottozone pluviometriche omogenee Per quanto riguarda i parametri *, * e 1, l indagine ha evidenziato una stretta dipendenza dei loro valori dalla durata dell evento. I valori di * e * forniti dall algoritmo di MV sono stati regolarizzati al variare della durata, come indicato nella tabella di seguito riportata: durata 1 a SZO 2 a SZO 3 a SZO
9 3 ore ore ore ore Tabella 2: parametri statistici dei massimi annuali delle altezze di pioggia di diversa durata Anche per le piogge brevi ed intense sono state ricavate delle espressioni approssimate di KT, funzione della durata d e del tempo di ritorno T. Per ottenere queste espressioni, sono stati calcolati in ciascuna delle tre SZO e per tempi di ritorno da 2 a 1000 anni i valori di KT corrispondenti alle durate da 0.5 a 24 ore. Mentre per tempi di ritorno sino a 10 anni l andamento di KT al variare della durata d risulta adeguatamente interpretato in tutto il campo da un unica espressione monomia del tipo: KT = a1 d n 1 dove i coefficienti a1 ed n1 dipendono dal tempo di ritorno T, al crescere di questa grandezza l andamento presenta un ginocchio sempre più marcato in corrispondenza alla durata di 1 ora, dovuto ad un analogo andamento riscontrato nelle statistiche di ordine superiore, che ha imposto l adozione di due differenti espressioni monomie valide rispettivamente per durate inferiori e superiori ad 1 ora: KT = a2 d n 2 per d <= 1 ora KT = a2 d n 2 per d >= 1 ora Ovviamente, i valori dei coefficienti a2 e a2, che rappresentano entrambi la stima della pioggia oraria, debbono risultare uguali tra loro. In particolare, i coefficienti a1 e n1 dell espressione monomia relativa a tempi di ritorno non superiori a 10 anni risultano: 1 SZO a1 = Log T ; n1 = Log T 2 SZO a1 = Log T ; n1 = Log T 3 SZO a1 = Log T ; n1 = Log T mentre, per tempi di ritorno da 10 a 1000 anni, i coefficienti delle due espressioni monomie valgono: 1 SZO a2 = a2 = Log T; n2 = Log T (Log T) 2 ; n2 = Log T ; 2 SZO a2 = a2 = Log T; n2 = Log T (Log T) 2 ; n2 = Log T ;
10 3 SZO a2 = a2 = Log T; n2 = Log T (Log T) 2 ; n2 = Log T ;
11 4 Raccolta, trattamento e smaltimento delle acque meteoriche Le acque piovane ricadenti sulle coperture del fabbricato saranno riutilizzate attraverso un impianto a recupero totale che consente di recuperare e riutilizzare l acqua piovana, previamente stoccata in una vasca di raccolta sotterranea, per tutti gli utilizzi che non richiedono acqua potabile sostanzialmente a costo nullo. Dal punto di vista tecnico il componente principale del sistema di recupero dell acqua piovana è appunto la vasca di raccolta, correttamente dimensionata in base alle esigenze di recupero. L acqua piovana, dopo una accurata filtrazione, può essere utilizzata per sia per l uso legato al risciacquo dei wc sia per irrigare i giardini dell area esterna sia per implementare le acque di un successivo impianto di fitodepurazione. Inoltre il serbatoio delle acque piovane può essere utile anche per alimentare l impianto antincendio. Le acque reflue dell edificio potranno essere depurate, sempre a costo quasi nullo, attraverso un impianto di fitodepurazione da realizzare lungo il muro su cui si attesta il prospetto dell edificio. L impianto di fitodepurazione utilizza le piante come filtri biologici in grado di ridurre le sostanze inquinanti presenti nelle acque reflue e si utilizzano le capacità di autodepurazione di tipo biologico degli ambienti acquatici, stagni e paludi in cui si sviluppano particolari tipi di piante che hanno la caratteristica di favorire la crescita di microrganismi mediante i quali avviene la depurazione. L impianto di fitodepurazione necessiterà di una depurazione preliminare, data da una fossa Imhoff, che opererà una sedimentazione primaria. Dalla fossa Imhoff usciranno le acque di scarico, private delle parti solide, che verranno pompate sul filtro di sabbia attraverso un sistema di tubi sottopressione: l'acqua passando attraverso il filtro subisce un processo di depurazione effettuato prevalentemente da microrganismi aerobici. Le acque depurate saranno condotte in un pozzetto di controllo e da lì potranno essere rilasciate in corsi d'acqua superficiali senza creare problemi d'inquinamento e di eutrofizzazione.
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