Le nuove tecnologie nel soccorso dei grandi eventi

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1 Le nuove tecnologie nel soccorso dei grandi eventi _NICOLA COMODO Dipartimento di Sanità Pubblica Università degli Studi di Firenze L IL RUOLO DELLA SANITA PUBBLICA NELLE GRAVI EMERGENZE LA SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA

2 RUOLO DELLA SANITA PUBBLICA NELLE GRAVI EMERGENZE LA SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA Nicola Comodo

3 definizione di Sanità Pubblica: (OMS, 1996) insieme degli sforzi organizzati della società per sviluppare politiche per la salute pubblica, la prevenzione delle malattie, la promozione della salute e per favorire l equità sociale nell ambito di uno sviluppo sostenibile.

4 SANITA PUBBLICA PREVISIONE Compiti di: Valutazioni di Pericolo e di Rischio Valutazione in termini di Probabilità Uso di Modelli matematici ALLERTA Sistemi e modalità d allerta Tra sicurezza e allarme tardivo Ministero Salute Regioni ASL Dipart.Prevenz. Protez.Civile Volontariato Privati PREVENZIONE Primaria Secondaria Collettiva Individuale Interventi su agenti eziologici fattori di rischio concause Riduzione morbosità e sue conseguenze Eradicazione malattie infettive CONTROLLO su alimenti, acque fonti d infezione, serbatoi, agenti fisici, chimici, biologici PROMOZIONE DELLA SALUTE Salute come risorsa di vita quotidiana

5 La sorveglianza epidemiologica Scenari di intervento emergenze semplici: le strutture ordinarie di assistenza e di soccorso esistenti sul territorio non subiscono danni e pertanto possono svolgere le loro attività istituzionali, intervenendo generalmente in tempi brevi. emergenze complesse: l organizzazione sociale risulta disarticolata; le strutture vitali come i presidî sanitari, i centri di comando, i sistemi di comunicazione, i sistemi di trasporto perdono in parte o totalmente la capacità di svolgere i compiti istituzionali.

6 Perché attuare la sorveglianza epidemiologica? - per utilizzare al meglio le risorse disponibili; - per mantenere la popolazione sempre informata; - per prendere decisioni nel periodo dell emergenza e in quello successivo; - per valutare sia in itinere che alla fine gli interventi effettuati (efficacia pratica, qualità, rapporto tra costi sostenuti e benefici ottenuti); - per individuare i parametri caratterizzanti i singoli tipi di emergenze (terremoti, inondazioni, incendi, ecc.); - per individuare eventuali provvedimenti di prevenzione; -

7 Per allestire programmi complessi di sorveglianza epidemiologica dell emergenza sono necessari: - un sistema minimo di sorveglianza già operante al momento del disastro; - flessibilità del sistema in uso - pianificazione pre-disastro del programma di sorveglianza, Attività estemporanee di sorveglianza permettono solo l attuazione di programmi elementari e limitanti: - la qualità dei dati - la validità delle conclusioni e delle decisioni

8 DECALOGO PER L ALLESTIMENTO DI UN PROGRAMMA DI SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA 1. identificare un numero, meglio se limitato, di patologie; 2. selezionare alcuni indici e indicatori sufficientemente sensibili e specifici; 3. individuare eventi sentinella; 4. selezionare le aree geografiche da sottoporre a sorveglianza; 5. selezionare aree geografiche limitrofe a quella del disastro per confronto; 6. individuare i casi presunti di malattia sulla base di sintomi preliminarmente selezionati 7. creare un sistema locale di notifica; 8. indagare eventi epidemiologicamente sospetti; 9. inviare regolarmente per l elaborazione i dati raccolti ai livelli superiori; 10. far circolare rapidamente ed ampiamente le informazioni epidemiologiche

9 QUALE AIUTO DALLA RICERCA EPIDEMIOLOGICA NELLA FASE PRECEDENTE IL DISASTRO: fornisce utili strumenti per l individuazione di: fattori di rischio; situazioni a rischio; gruppi di popolazione a rischio permette di individuare e programmare interventi di prevenzione del disastro e delle sue conseguenze. NELLA FASE SUCCESSIVA AL DISASTRO, permette di: * interpretare correttamente i dati relativi alle conseguenze del disastro; * tradurli in termini di decisioni, cioé in termini operativi, al riparo da considerazioni emotive o politiche; * di valutare gli interventi in termini di efficacia e di efficienza

10 TASSI DI MORTALITÀ Sono in relazione a numerosi fattori : - tipo di disastro; - densità e distribuzione della popolazione nel territorio; - condizioni ambientali (abitative, topografiche, orografiche, ecc.); - provvedimenti di prevenzione adottati prima della emergenza; - possibilità di preavviso; - capacità di autosoccorso; - tempi e modalità di soccorso; -

11 TEMPO DI PREAVVISO Permette di limitare i danni ed in particolare il numero dei decessi se supportato da un idoneo piano di evacuazione. Il calcolo del tempo di preavviso è un problema di non trascurabile importanza. Dilemma: - cercare la massima sicurezza e rischiare di dare un falso allarme -attendere segni evidenti del disastro imminente e rischiare di dare un allarme tardivo Valutazione a posteriori dell adeguatezza dei criteri di calcolo del tempo di preavviso mediante l analisi dei tassi di mortalità e di morbosità Fornisce utili indicazioni nell individuare per il futuro criteri di preavviso sufficientemente sensibili e specifici, cioè tali da evitare falsi allarmi o allarmi tardivi.

12 DATI DI MORTALITÀ - indicatori epidemiologici per la valutazione di: - stima grezza numero feriti - gravità del disastro - quantità dei mezzi di soccorso - gruppi di popolazione più vulnerabili secondo: - tipo di disastro - fasce d età - caratteristiche costruttive delle abitazioni - mansioni lavorative - condizioni ambientali - - capacità autosoccorso - sistemi di prevenzione adottati - sistema di preavviso e di evacuazione - congruità mezzi di soccorso -

13 AUTOSOCCORSO La maggior parte dei decessi avviene nei primi minuti o nelle primissime ore del disastro, cioè in quel periodo in cui il dispositivo di soccorso ancora non è operativo. Entro 30 minuti da un disastro, oltre il 75% dei sopravviventi può essere arruolato in attività di soccorso. Per diminuire il numero dei decessi post impatto è necessario addestrare in tecniche di pronto soccorso tutta la popolazione, ma soprattutto gruppi di volontari o gruppi professionali organizzati. Tecniche epidemiologiche potrebbe essere utilizzate come valido mezzo di valutazione in situazioni simulate dell efficacia dell addestramento di tali gruppi.

14 DATI DI MORBOSITÀ indicatori epidemiologici per la valutazione di: - efficacia provvedimenti di prevenzione - gravità disastro - necessità soccorsi - adeguatezza strutture di soccorso - efficacia strutture sanitarie - tempo di emergenza -

15 n soggetti colpiti correlati al disastro n abitanti in zona disastro * valutazione importanza disastro * stima assistenza emergenza * valutazione prevenzione pre-disastro * valutazione adeguatezza pre-allarme n soggetti colpiti età X correlati al disastro n abitanti età X * identificazione gruppi a maggior rischio * valutazione vulnerabilità di abitazioni o di zone soggetti colpiti = deceduti oppure feriti oppure dispersi

16 n soggetti colpiti correlati al disastro popolazione in un dato tipo di abitaz. (per misure preventive specifiche per un dato tipo di disastro) * valutazione vulnerabilità di abitazioni o di zone n decessi correlati al disastro per unità di tempo popolazione area disastro * valutazione reazione autosoccorso * determinazione misure necessarie soccorso * valutazione addestramento soccorso pre-disastro composizione colpiti (colpiti = morti+feriti+dispersi) * gravità delle lesioni prodotte dal disastro * individuazione tipo di soccorso necessario * stima assistenza emergenza * identificazione fattori di rischio

17 TIPO E E DELLA FREQUENZA DELLE LESIONI NEI SINGOLI TIPI DI DISASTRO La conoscenza del tipo e e della frequenza delle lesioni nei singoli tipi di disastro permettere di individuare: - quali risorse impegnare, - come attrezzare gli ospedali da campo - quali specialisti inviare - come pianificare gli interventi sanitari - quali interventi preventivi adottare -

18 Monitoraggio dell uso delle strutture di soccorso sanitarie (ospedali ed infermerie da campo) Utilizzare indici semplici ed efficaci, quali: - causa di ricovero; - durata della degenza; - percentuale di letti occupati; - tasso di letalità; - percentuale di complicanze; - percentuale di infezioni ospedaliere; - area di utenza ed suo variare nel tempo; - andamento delle richieste e loro modificarsi nel tempo; -

19 tasso occupazione letti degenza media * monitoraggio strutture sanitarie * valutazione adeguatezza assistenza % complicanze * valutazione qualità assistenza % infezioni ospedaliere distribuzione pazienti per area di provenienza * valutazione collocazione strutture di soccorso

20 n visite mediche popolazione sopravvivente * stima tipo e volume soccorso medico * valutazione rilevanza soccorso prestato * valutazione grezza necessità sanitarie per pianificazione di ulteriori interventi distribuzione temporale visite mediche * valutazione profilo di utilizzazione strutture di emergenza e soccorso da parte della popolazione colpita * programmazione attività sanitaria distribuzione tipi richieste * identificazione prestazioni da offrire e relative strutture

21 Sorveglianza epidemiologica delle malattie infettive associata alla sorveglianza alimentare Interesse verso malattie che: - hanno maggior importanza in sanità pubblica; - siano facili da trattare - siano facili da prevenire La sorveglianza continua delle malattie infettive si attua mediante esame: - dei dati clinici, di laboratorio, epidemiologici; - delle modalità di trasmissione; - di precedenti epidemie; - dei valori normali di prevalenza e di incidenza; - della situazione socio-economica; - delle caratteristiche geografiche, climatiche e demografiche; -

22 I dati di sorveglianza delle misure di controllo delle malattie infettive assegnano alti valori di efficacia alle misure di igiene ambientale. E opportuno rafforzare le attività routinarie di prevenzione e controllo, se necessario allargate a gruppi di popolazione divenuti particolarmente vulnerabili.

23 Attività igienico-sanitarie di prevenzione e controllo nell emergenza - sicurezza approvvigionamento idrico e suo controllo; - sicurezza igienica degli alimenti; - allontanamento e smaltimento liquami; - allontanamento e smaltimento rifiuti solidi; - lotta contro vettori e ratti; - vaccinazioni; - misure profilattiche in campo veterinario.

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