Attività di valutazione in itinere del POR Marche FSE ob /2013 RAPPORTO 2012

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1 Attività di valutazione in itinere del POR Marche FSE ob /2013 RAPPORTO 2012 Maggio 2012

2 Indice 1. Sintesi del rapporto 2 2. Premessa L approccio valutativo La valutazione operativa 4.1 La descrizione dello stato di avanzamento del programma Le risorse impegnate Lo stato di attuazione dei progetti I destinatari avviati alle attività POR 4.2 Un approfondimento delle caratteristiche della programmazione Prospettive con l attuale capacità di impegno La valutazione strategica Premessa 5.2 L aggiornamento dell analisi di contesto e dell analisi SWOT Mercato del lavoro Istruzione e formazione Altre tendenze socio economiche 5.3 I destinatari degli interventi cofinanziati dal FSE Un approfondimento sulla situazione giovanile I giovani nel contesto socio-economico regionale Box L indicatore Youth friendly I giovani destinatari degli interventi del FSE Conclusioni La valutazione di efficacia degli interventi a sostegno dell occupabilità Cenni sulla metodologia di indagine e sull universo di riferimento I destinatari degli interventi formativi intervistati: le principali caratteristiche Le motivazioni della partecipazione e i canali di conoscenza delle attività formative Il livello di soddisfazione e la percezione dell utilità dell intervento La ricerca di lavoro dopo la conclusione dell attività formativa Esiti occupazionali degli interventi a 12 mesi dalla conclusione dell attività Gli indicatori relativi ai tassi di inserimento occupazionale lordo Le caratteristiche dell occupazione La transizione nell occupazione: un analisi diacronica dello status professionale a 6 e 12 mesi e al momento dell intervista Riflessioni conclusive La valutazione di efficacia ed efficienza dei servizi erogati dagli SPI Conclusioni e prime riflessioni 127 Allegati 132 1

3 1. Sintesi del rapporto Il Rapporto 2012 di Valutazione Strategica e Operativa è il terzo rapporto annuale che l ATI, costituita dalla Fondazione Giacomo Brodolini e dall Istituto per la Ricerca Sociale, ha predisposto nell ambito del servizio di valutazione in itinere del POR Marche FSE Ob /2013. La valutazione operativa ricostruisce la mappa ordinata della programmazione e della realizzazione dei progetti del POR Marche FSE con l obiettivo di rendere conto dei volumi delle attività erogate. Il primo paragrafo considera i dati di attuazione del POR Marche al 31/12/2011 al fine di indagare le eventuali differenze di composizione territoriale riferibili alla capacità organizzativa o ai bisogni sin qui intercettati. Rispetto al quadro della programmazione vigente, i dati al evidenziano come l azione degli Organismi intermedi si sia avvicinata nel suo insieme ad una piena capacità di attuazione, nonostante le mutate esigenze del mondo del lavoro e delle imprese abbiano comportato un sensibile cambiamento della domanda. Infatti, le risorse impegnate ammontano a 160 milioni di euro, con un indice di capacità di impegno che si attesta al 57,0%; la capacità di spesa, poi, corrispondente alle somme effettivamente pagate (circa 113 milioni), si colloca al 70,4%. Per l Asse II si registrano i valori più elevati in relazione sia alla capacità di impegno (73,0%) che a quella di spesa (80,1%). Particolare attenzione va data all'asse V dal momento che rappresenta, al contempo, il canale di finanziamento con la maggiore capacità di impegno (90,1%) ma con la più bassa capacità di spesa (32,7%). In definitiva, rispetto al 2010, la capacità di impegno è salita di 21,2 punti percentuali, mentre quella relativa alla spesa di 11,0 punti. Nelle province più industrializzate, la quota più elevata delle risorse impegnate è destinata alla realizzazione di attività riferibili all Asse I con Pesaro-Urbino che arriva a destinare poco più di un terzo del totale; si tratta di una propensione opposta a quella di Ascoli Piceno che ha invece inteso privilegiare l'attivazione di attività con risorse riferibili all'asse II (più dell'80%). All'Asse III la maggior parte degli Organismi Intermedi dedicano una quantità di risorse - in termini relativi - piuttosto similare a quella media; fa eccezione l'organismo regionale, meno incline ad utilizzare questo canale di finanziamento per la realizzazione di attività formative, come pure di quelle incentivanti. Fra le attività di competenza della Regione assume una certa rilevanza - con quasi un quinto degli impegni - l'asse IV, il quale invece risulta del tutto assente ad Ascoli Piceno. La disaggregazione delle risorse impegnate per Obiettivo specifico ed Amministrazione consente di approfondire meglio le priorità perseguite dai vari Organismi intermedi nel quadro della programmazione regionale. Per quanto riguarda l Asse I, l Obiettivo 1a vede un impegno maggiore ad 2

4 Ancona (12,7%), mentre l Obiettivo 1c fra le attività implementate dalla Regione (15,8%). L Obiettivo 1b assume una rilevanza più consistente a Macerata e a Pesaro Urbino con valori che si collocano poco al di sopra del 12%. Per l Asse II, la quota maggiore di risorse messe a disposizione degli Obiettivo 2d e 2e - in proporzione al totale - si rileva ad Ascoli Piceno (rispettivamente, 19,9% e 63,5%), mentre se si prende in esame l Obiettivo 2f in riferimento alla Regione (6,8%). Infine, per quanto riguarda gli altri Assi, è la Regione che, fino ad oggi, ha impegnato, proporzionalmente, una maggiore quantità di risorse. L investimento in progetti non formativo e formativo assorbe rispettivamente il 33,4% dell'impegnato, mentre il secondo il 28,1%. Di rilievo le work experience a cui è stato dedicato quasi un quinto del totale delle risorse. Assai differenziata la distribuzione a livello di Organismo intermedio: ad Ancona e soprattutto a Pesaro-Urbino è prevalente l'investimento in progetti formativi, mentre a Macerata quello relativo alle work experience; in relazione all'organismo regionale le risorse messe a disposizione per progetti non formativi rappresentano più della metà del totale. Particolarmente concentrata la distribuzione in provincia di Ascoli Piceno che ha utilizzato il 67,0% degli impegni per finanziare work experience e il 29,4% per realizzare progetti non formativi generici (del tutto irrilevante, o addirittura nullo, il ruolo attribuito alle altre tipologie). La ripartizione per categoria (Tema prioritario) è una chiave importante per comprendere la capacità degli interventi di agire in modo mirato rispetto a quanto programmato. Al Tema prioritario 66 spetta, globalmente, il 31,6% delle risorse compressivamente impegnate, rendendolo di fatto quello su cui si è maggiormente investito. Questa prevalenza, peraltro, risulta trasversale ai diversi Organismi intermedi sebbene con valori che oscillano in maniera sensibile: infatti, la relativa incidenza si situa poco al di sopra del 20% per Pesaro Urbino e per l'organismo regionale, mentre sfiora la soglia del 40% per Macerata e si avvicina al 70% per Ascoli Piceno. Al secondo posto si colloca il Tema prioritario 65 la cui quota media - in termini di impegnato - è pari al 12,0%; tale posizionamento si conferma quasi ovunque, peraltro a volte con un ammontare di risorse superiore al livello generale. Un ulteriore elemento di interesse nella valutazione della capacità operativa della programmazione può essere fornito dalla verifica della correlazione tra gli Obiettivi Prioritari del POR e i Temi prioritari di spesa. In effetti, dai dati appare come le risorse impegnate, classificate in base al Tema prioritario, siano molto concentrate rispetto all Obiettivo specifico principale della programmazione, evidenziando un quadro complessivo di coerenza nel perseguimento degli obiettivi di programmazione. 3

5 Alla data del i progetti approvati risultano complessivamente , di cui avviati e conclusi (sul totale degli approvati contano, rispettivamente, per il 96,8% e per il 60,0%). Ogni anno, a partire dal 2009, sono stati approvati e avviati, in media, progetti circa (con una punta di oltre nel 2011) e ne sono stati conclusi oltre Passiamo ora ad esaminare quante e quali persone sono state finora avviate alle attività formative o coinvolte in politiche attive. Si tratta, in totale, di persone, di cui il 53,7% femmine. Rispetto alle precedenti persone avviate, l anno di programmazione aggiuntivo ha comportato un aumento considerevole dei destinatari coinvolti nelle attività del POR Marche (+44,0%), mentre la composizione per genere è rimasta del tutto immutata. Per quanto riguarda coloro che hanno concluso l'attività entro il , nel complesso si tratta di un aggregato che ammonta a unità di cui il 55,1% appartiene alla componente femminile. La maggior parte delle persone avviate è coinvolta in interventi riferibili agli Obiettivi specifici Ia e IIe con una percentuale del tutto simile (rispettivamente, 23,6% e 23,0%). Al terzo posto si collocano con i destinatari che hanno partecipato ad attività inerenti l'obiettivo IVi; a poca distanza si situano quelli dell'obiettivo IIIg con il 13,8% e dell'obiettivo Ic con il 12,8%. Sotto la soglia del 5% le persone avviate mediante tutti gli altri Obiettivi. Se si prende in considerazione la dimensione dell'organismo intermedio, si osserva come la quota più significativa dei destinatari delle province di Ancona e Pesaro-Urbino sia avviata attraverso azioni riferibili all Obiettivo Ia. Ad Ascoli Piceno e Macerata, invece, i destinatari sono avviati alle azioni formative prevalentemente attraverso le risorse dell Obiettivo IIe. Le persone coinvolte dalla Regione sono in misura pressoché uguale avviate principalmente attraverso le risorse degli Obiettivi IIIg e IVi. L'analisi evidenzia, inoltre, come vi siano delle significative differenze di genere, dal momento che la maggior quota di donne è ad Ascoli Piceno e a Macerata dove si oltrepassa la soglia del 60%, mentre quella minima, pari al 46,7%, si raggiunge a Pesaro-Urbino. Per quanto riguarda la condizione sul mercato del lavoro al momento dell'iscrizione all'attività, si tratta di lavoratori occupati nel 47,4% dei casi, di disoccupati nel 29,8% dei casi (di cui il 21,2% di lunga durata) e di inattivi (in prevalenza studenti) nel restante 19,5%. Inoltre, per ciò che riguarda le differenze di genere, occorre rilevare come gli occupati siano il 54,5% fra gli uomini, mentre il 41,3% fra le donne. Un discorso opposto vale per le persone in cerca di occupazione molto più frequenti fra la componente femminile piuttosto che all'interno di quella maschile (35,2% versus 23,7%). 4

6 Poco meno della metà degli occupati ha partecipato ad attività inerenti l'obiettivo Ia, un quinto circa si concentra nel Ic, mentre il 13,5% nel IIe (assieme costituiscono l'80,5% del totale). Circa un disoccupato su due è stato coinvolto in attività riferibili all'obiettivo IIe; rilevanti comunque le incidenze che si riscontrano per il IIIg e soprattutto per il IVi (20,6%). Infine, gli inattivi sono particolarmente raggruppati con il 44,5% nell'obiettivo IIIg; un ulteriore 49% circa (abbastanza equidistribuito) ha partecipato ad attività degli Obiettivi IVi e Vm. Si prende ora in considerazione l età: i gruppi più numerosi sono essenzialmente due, ovvero la classe e quella con percentuali attorno al 18-19%. Sensibilmente meno coinvolti appaiono i destinatari con meno di 15 anni e coloro che hanno 45 ed oltre anni con pesi relativi al di sotto di un decimo dei casi; superano tale soglia tutte le restanti classi. I giovani si concentrano negli Obiettivi Ia (28,1%) e IIe (21,2%); una quota significativa è presente tanto nell'obiettivo IVi quanto in quello IIIg con valori superiori al 10%. La metà degli adulti ha partecipato ad attività inerenti l'obiettivo IIe e Ia; seguono coloro che sono stati coinvolti in attività dell'obiettivo Ic. Piuttosto concentrata la presenza degli over 55 dal momento che quasi l'85% ha partecipato ad attività riferibili gli obiettivi dell'asse I (in particolare al IIv con il 30,2%) e all'obiettivo IIe. Complessivamente, i destinatari coinvolti dalle azioni POR FSE per 41,6% hanno una formazione di base, il 33,3% una istruzione secondaria superiore e il 20,8% ha istruzione terziaria, universitaria o superiore. Rimane di lavoratori (che pesano per il 4,4%) per i quali il titolo di studio non è disponibile. L'analisi della distruzione dei destinatari per titolo di studio e per Obiettivo specifico mette in luce come le persone avviate presentino un buon grado di coerenza con la tipologia formativa. Gli avviati con forti svantaggi sono di cui l'80% circa rappresentato da persone con disabilità; circa un terzo del totale è coinvolto in azioni realizzate dalla Provincia di Macerata. La maggior parte (poco più del 60%) ha partecipato ad attività inerenti l'obiettivo specifico IIe, mentre un altro 28,8% rientra nelle azioni riferibili all'obiettivo IIIg. La valutazione strategica è chiamata ad esprimere un giudizio in merito alla coerenza e alla significatività della programmazione/riprogrammazione rispetto all evoluzione del contesto socioeconomico, ovvero rispetto ai bisogni sia rilevati ad inizio programmazione che emersi durante la programmazione in seguito alle mutate condizioni del contesto socio-economico. In specifico, partendo dai punti di forza e dalle criticità evidenziate dall analisi SWOT contenuta nel POR FSE , la valutazione strategica propone un aggiornamento (alla data più recente di aggiornamento dei dati disponibili) dei principali indicatori di contesto socio-economico, in primo 5

7 luogo per verificare se i punti di forza rimangono tali e se le criticità sono state superate anche alla luce delle minacce sottolineate dalla stessa analisi SWOT; in secondo luogo, per analizzare se le priorità strategiche della programmazione sono ancora valide o se sono eventualmente necessari dei correttivi che tengano conto delle mutate condizioni di contesto. L aggiornamento dell analisi SWOT è seguito da una lettura dell attuazione, attraverso gli indicatori e i risultati della valutazione operativa, per verificare a quali target di destinatari sono stati indirizzati gli interventi ad oggi finanziati sui vari Assi e Obiettivi specifici del POR FSE Particolare attenzione viene dedicata a verificare se ed in quale misura le riprogrammazioni hanno soddisfatto bisogni e target considerati, in prima istanza, prioritari nel quadro socioeconomico regionale e nei diversi contesti locali. Inoltre, alla luce dell aggiornamento dell analisi SWOT, si vuole verificare se le riprogrammazioni hanno tenuto conto di eventuali nuovi bisogni e nuovi target rilevanti per effetto di criticità e minacce emergenti, qualora il quadro socio economico regionale e i diversi contesti locali fossero mutati in maniera consistente. Infine, viene proposto un approfondimento sui giovani, con un analisi volta ad esaminare, da un lato, se ed in che misura il contesto socio-economico della regione Marche è, nel confronto con le altre regioni italiane, favorevole ai giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni, e, dall altro, ad approfondire (attraverso i dati SIFORM) le caratteristiche socio-anagrafiche dei giovani 15-29enni destinatari degli interventi cofinanziati col FSE, rispetto a quelle dell universo dei destinatari, e la tipologia degli interventi realizzati a loro favore. I principali risultati mostrano una buona coerenza degli interventi del POR FSE rispetto ai bisogni di intervento e ai target di destinatari rilevati ad inizio programmazione nel mercato del lavoro marchigiano. In particolare: Le pari opportunità di genere sono state presidiate, oltre che dagli interventi attivati sull Obiettivo specifico IIf, anche negli altri Assi, che presentano una buona distribuzione dei destinatari per genere, anche se l attenzione alle pari opportunità di genere dovrebbe essere rafforzate nell ambito dell Asse I: infatti, le donne prevalgono numericamente sugli uomini in tutti gli Assi ad eccezione dell Asse I. Le iniziative avviate all interno degli Assi I e II, concentrandosi soprattutto sull Obiettivo specifico Ia e IIe, garantiscono un adeguato sostegno all occupazione e alle transizioni nel mercato del lavoro, contribuendo al contenimento della precarietà e della disoccupazione di lunga durata, oltre che a supportare i lavoratori in crisi, contrastare gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali e favorire la creazione di impresa. 6

8 L integrazione nel mercato del lavoro dei migranti appare presidiata oltre che dagli interventi attivati nell ambito dell Asse III, anche da tutti gli altri Obiettivi specifici (ad eccezione del IIf). Un presidio sufficiente all inserimento lavorativo delle persone con disabilità viene assicurato soprattutto dagli interventi attivati sull Obiettivo specifico e) dell Asse II, oltre che dalle iniziative avviate sugli Assi III e IV. L accesso dei destinatari alle opportunità formative lungo tutto l arco della vita appare essere garantito dalle iniziative avviate sull Asse IV - Obiettivo specifico IVi e sugli Assi I e II. Le iniziative avviate negli Assi III e IV, relative alle azioni di sistema a sostegno del rafforzamento del sistema dell istruzione e della formazione e della innovazione e del trasferimento tecnologico, sono particolarmente rilevanti per la competitività regionale nel medio lungo periodo e per contrastare gran parte delle minacce e alcune criticità (come la bassa quota di laureati e di laureati in discipline tecnico-scientifiche) evidenziate dall analisi SWOT. Emerge, però, la presenza di alcune criticità preesistenti ed emergenti che la programmazione regionale deve tenere opportunamente in considerazione, ovvero: L elevato numero di lavoratori in Cassa Integrazione Guadagni, soprattutto nel settore manifatturiero, che potrebbero non essere tutti riassorbiti dal sistema produttivo, allorché si ridurranno e termineranno le quote FSE destinate al cofinanziamento delle misure anticrisi, di cui all Accordo Stato Regioni Stato/Regioni/Province autonome del 26 Febbraio Il tasso di occupazione degli over55, nonostante sia cresciuto nel tempo e si collochi su un valore superiore a quello medio nazionale, è ancora inferiore a quello medio europeo. Si tratta di una criticità importante anche alla luce del fatto che pochi (il 2,5% circa) sono stati i destinatari over55 raggiunti dalle iniziative cofinanziate dal FSE. La quota ancora bassa di laureati, soprattutto nelle discipline tecnico scientifiche, nonostante oltre 1/5 dei destinatari delle iniziative cofinanziate dal FSE sia costituito da persone con un livello di istruzione universitaria, con un tasso di copertura della popolazione con istruzione terziaria pari all 8,1%. Agli individui con livello di istruzione Isced 5 e 6 sono destinati soprattutto gli interventi attivati sugli Obiettivi specifici Ia (23,8%), IIe (35,5%) e IVi (24,7%) e, in particolare, le seguenti categorie di progetti: formazione per occupati (il 22,5%), borse di lavoro (il 26,1%) e formazione permanente (il 19,1%). 7

9 Nonostante il 39% dei destinatari del POR-FSE tra i 25 e i 64 anni sia destinataria di progetti di formazione per occupati ed un altro 17,4% di interventi di formazione permanente, a dimostrazione dell attenzione della Regione nei confronti di questi percorsi formativi, la quota di adulti coinvolti in percorsi di formazione continua e permanente rimane bassa, lontana dagli obiettivi comunitari, ed è addirittura peggiorata nel corso del tempo, collocando le Marche tra le regioni con le perfomance peggiori. La crescita degli abbandoni della scuola secondaria, dopo il primo anno, nonostante gli elevati livelli di scolarizzazione in regione, costituisce una criticità da continuare a monitorare, sebbene la maggior parte dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni (il 42,4%) sia destinataria di interventi di formazione nell ambito dell obbligo formativo nell ambito del POR FSE. L approfondimento sui giovani tra i 15 e i 29 anni mostra che le Marche si caratterizzano per un contesto socio-economico relativamente favorevole ai giovani in quanto: i) le loro condizioni nel mercato del lavoro rimangono in media significativamente migliori rispetto a quelle delle regioni del Centro Italia e di alcune del Nord Italia, oltre che nel confronto con il livello nazionale; ii) le nuove imprese si caratterizzano per un tasso di sopravvivenza a 5 anni più elevato di quello medio nazionale; iii) la scolarizzazione è particolarmente elevata. Ciononostante, gli effetti della crisi economica sui giovani sono da monitorare con estrema attenzione in quanto stanno impattando sempre più sulle possibilità dei giovani di accedere al mercato del lavoro e di restarvi in maniera stabile. Si rileva complessivamente una buona capacità del POR-FSE della Regione Marche nel raggiungere i giovani presenti sul territorio regionale. Gli interventi avviati a valere sul POR FSE mostrano, infatti, tassi di copertura della popolazione giovanile residente nelle Marche pari all 11,4% nel caso dei giovani tra i 15 e i 19 anni, al 9,5% in quello dei giovani tra i 20 e i 24 anni e all 11,3% in quello dei giovani tra i 25 e i 29 anni, per un tasso di copertura medio dei giovani tra i 15 e i 29 anni pari al 10,8%. Si tratta di interventi avviati soprattutto sugli Obiettivi specifici Ia, IVi, IVl e Vm, ovvero interventi che si muovono nella direzione di contrastare la dispersione scolastica, i fenomeni di disoccupazione giovanile altamente scolarizzata (incrementando l occupabilità dei giovani laureati che spesso incontrano difficoltà di inserimento anche a causa della mancanza di esperienze lavorative pregresse) e di favorire l inserimento, nel tessuto produttivo locale, di forza lavoro più scolarizzata (anche allo scopo di stimolare l introduzione di innovazioni nei processi produttivi o negli assetti organizzativi delle PMI locali). Inoltre, la quota di svantaggiati (in media) più elevata 8

10 tra i giovani, piuttosto che tra tutti i destinatari del POR, sottolinea il ruolo importante del POR-FSE della Regione Marche nel sostenere l inclusione dei giovani a rischio di marginalità sociale. Tuttavia, anche se la situazione marchigiana è meno grave che a livello nazionale, emerge comunque un quadro difficile soprattutto per i giovani tra i 15 e i 24 anni che presentano una diffusione della disoccupazione e dell inattività superiori ai dati medi europei. Queste criticità devono essere monitorate con attenzione per evitare eventuali rischi di depauperamento del capitale sociale e umano con l aumento, tra i giovani, della disoccupazione di lunga durata e dei NEET (né occupati né in istruzione e formazione) che, nel lungo periodo, potrebbe incidere sulle prospettive di crescita e competitività dell intero sistema economico, e aumentare la spesa per far fronte agli effetti sociali negativi dell esclusione. L Indagine Placement sui formativi progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno 2010 mette in luce una performance del sistema regionale di formazione complessivamente piuttosto positiva, soprattutto se rapportata ad un contesto di riferimento ancora penalizzato dal perdurare della crisi. A distanza di un anno dalla conclusione del percorso seguito/svolto, il tasso di inserimento occupazionale lordo dei formati nell Asse II è pari al 57,3%, a fronte del 52% rilevato in riferimento ai percorsi avviati e conclusi nei primi anni dell attuale programmazione. Il tasso di inserimento dei formati nell Asse Inclusione sociale, ovvero dei soggetti più svantaggiati nel mercato del lavoro, risulta, invece, pari al 40,8%, a fronte del 36,7% registrato nella precedente rilevazione. Si confermano i buoni risultati occupazionali delle work experience in particolare delle borse per la realizzazione di progetti di ricerca cofinanziate nell Asse II, con un tasso di inserimento occupazionale lordo pari al 67,8% e si rileva un buon risultato anche per i percorsi di formazione post obbligo formativo e post diploma sullo stesso Asse, che a distanza di un anno vedono occupato il 62% dei propri formati, mentre tra gli interventi dell Asse III i migliori risultati sono relativi alle borse di lavoro per soggetti svantaggiati, con un tasso del 46,5%. Le scelte formative dei diversi Organismi intermedi, nonché le diverse condizioni di contesto socioeconomico a livello provinciale determinano, poi, risultati di placement diversi nelle varie Province, con tassi di inserimento professionale superiori alla media, su entrambi gli Assi, nella provincia di Ancona (il 62% nell Asse II e il 41,9% nell Asse III). Il gap di genere negli esiti occupazionali dei formati si riduce, coerentemente con le dinamiche complessive del mercato del lavoro regionale e gli effetti della crisi più pesanti per la componente maschile, maggiormente presente nel comparto manifatturiero (più penalizzato dalla recessione): 9

11 il tasso di inserimento dell Asse Occupabilità risulta del 60,1% per gli uomini e del 55,7% per le donne, con un differenziale (-4,4 punti percentuali) nettamente inferiore sia rispetto a quello registrato nella precedente rilevazione placement (-10,8 punti percentuali), sia al differenziale medio nel mercato del lavoro regionale (-16,2 punti percentuali nel 2011). Addirittura, nell Asse Inclusione sociale la forte presenza femminile all interno delle borse lavoro, ovvero di una tipologia formativa che si contraddistingue per performance migliori, unitamente alla minore presenza nella componente femminile considerata di caratteristiche penalizzanti per l ingresso nel mercato del lavoro (basso livello di istruzione, cittadinanza straniera, ecc.) fa sì che il gap fra il tasso di inserimento occupazionale lordo femminile e quello maschile tra i formati risulti a favore delle donne, occupate nel 44,9% dei casi, a fronte del 34,4% degli uomini. A fronte di condizioni occupazionali giovanili particolarmente difficili nell attuale scenario nazionale, un buon risultato è anche rappresentato da un tasso di inserimento professionale dei giovani destinatari delle attività formative che si mantiene ad un livello piuttosto positivo tra i formati dell Asse Occupabilità, ovvero pari al 52,9% considerando la classe di età fino a 24 anni e al 59,7% in rapporto ai 25-29enni. Minore sembra, invece, l efficacia degli interventi nel sostenere gli esiti occupazionali dei formati meno avvantaggiati nel mercato del lavoro e che pure figurano quali destinatari target degli interventi avviati nell Obiettivo Specifico IIe quali stranieri e over 45, peraltro complessivamente poco coinvolti in formazione, il cui tasso di inserimento occupazionale a 12 mesi è rispettivamente del 44,1% e del 45,3% (contro il 57,3% complessivo). Un riflessione merita, d altro canto, anche la qualità dell occupazione trovata. A fronte di un certo miglioramento degli esiti occupazionali dei formati rispetto alla precedente indagine relativa agli interventi finanziati all avvio della nuova programmazione, è infatti opportuno mettere in evidenza anche un complessivo peggioramento delle caratteristiche del lavoro trovato, che si rivela nel complesso sempre meno di qualità, ovvero sempre meno congruente con la formazione fruita/svolta e sempre meno stabile: il tasso di inserimento occupazionale coerente a 12 mesi è del 27,9% tra i formati dell Asse II (contro il 29,1% della precedente rilevazione) e del 16,5% (vs 21,5%) nell Asse III, mentre la quota di occupati a tempo indeterminato è del 19,9% fra gli occupati (dipendenti e autonomi) dell Asse II (nella precedente rilevazione il 25,2%) e del 12,9% (vs 25%) fra quelli dell Asse Inclusione Sociale, con una quota stabile nel tempo, piuttosto elevata, di impieghi part time di carattere involontario, non frutto di una scelta personale. 10

12 Resta, comunque, un buon risultato il fatto che, a fronte di un mercato del lavoro regionale ancora in difficoltà, gli esiti occupazionali dei formati siano in crescita rispetto a quelli rilevati in precedenza e abbastanza in linea con quelli rilevati in altre regioni Obiettivo 2. Occorre osservare come la recessione abbia avuto profonde ricadute sul sistema dei CIOF marchigiani: nell'arco del periodo il volume presente nelle liste di disoccupazione alla fine dell'anno è passato da a unità, per un +58,5%. Per quanto concerne i servizi offerti dai CIOF marchigiani, è più che evidente lo sforzo sostenuto da parte del sistema regionale per far fronte ai maggiori carichi di lavoro generati dal deterioramento del contesto economico; in particolare, aumentano in maniera considerevole le attività legate all'applicazione del D.Lgs 297/02. Nel 2011 le dichiarazioni di immediata disponibilità rilasciate presso i CIOF ammontano a unità, ossia unità in più rispetto al La pressione, peraltro, non accenna a diminuire, tutt'altro: fra il 2010 e il 2011 il flusso delle persone che si recano presso i CIOF per iscriversi alle liste di disoccupazione continua ad aumentare ( unità) ad evidenzia di come il tessuto produttivo marchigiano, al pari di quello nazionale, stia attraversando una fase ancora piuttosto critica. Nel 2011 inoltre sono stati realizzati colloqui di orientamento in ottemperanza alla normativa vigente, con un aumento di unità rispetto al Tale dato assume una rilevanza ancora più significativa se si considera il ridimensionamento degli organici presenti nel sistema regionale nel corso degli ultimi tempi. Conseguenza dell'aumento delle dichiarazioni di immediata disponibilità è stata, inoltre, la sostanziale crescita del numero di patti di servizio stipulati (che vengono sottoscritti da gran parte degli utenti al termine del primo colloquio orientativo) attraverso i quali vengono stabiliti gli impegni specifici dei contraenti e concordate le future azioni dell'utente all'interno dei servizi offerti dai CIOF (nel 2011 si attestano a quasi 38 mila). In media, ciascun CIOF ha rinviato al servizio di incontro domanda-offerta il 79,3% dei soggetti che hanno sostenuto il colloquio di orientamento (circa 40 mila persone), con un valore in crescita rispetto a quanto rilevato nell'anno precedente di 2,8 punti percentuali. Se invece si considera il lato della domanda di lavoro che perviene ai CIOF, oltre che la percentuale di segnalazioni che hanno portato all assunzione di uno dei candidati segnalati, emergono inevitabilmente delle criticità. Le segnalazioni sono diminuite passando da a e ciò a causa di una generale diminuzione della domanda di lavoro dovuta agli effetti della crisi. In aggiunta, il sistema dei SPI non sempre è in grado di soddisfare le richieste provenienti dal tessuto 11

13 produttivo e ciò probabilmente a causa di profili professionali delle persone iscritte nelle liste di disoccupazione non sempre corrispondenti alle esigenze espresse dalle imprese; circa i tre quarti, infatti, del complesso delle segnalazioni non è andato a buon fine con un valore peraltro in leggero aumento rispetto al dato dell'anno precedente. Gli utenti iscritti al collocamento mirato sono complessivamente pari a di cui la maggior parte (il 96,5%) è costituito da persone portatrici di disabilità. Nonostante gli effetti della crisi economica sui servizi erogati dai CIOF marchigiani, i dati di monitoraggio relativi al 2011 evidenziano, rispetto a quelli dell'anno precedente, un aumento tanto delle convenzioni stipulate (da 333 a 374) quanto degli avviamenti effettuati (da a 1.406). Questo dato, peraltro, assume una rilevanza ancor più importante se si considera che nello stesso periodo il numero di posti occupabili in aziende private è diminuito passando da a (-16,2%). Per quanto riguarda l attività dei Servizi per l Impiego, innanzitutto occorre osservare come la recessione abbia avuto profonde ricadute sul sistema dei SPI marchigiani: nell'arco del periodo il volume presente nelle liste di disoccupazione alla fine dell'anno è passato da a unità, per un +58,5%. Per quanto concerne i servizi offerti dai CIOF marchigiani, è più che evidente lo sforzo sostenuto da parte del sistema regionale per far fronte ai maggiori carichi di lavoro generati dal deterioramento del contesto economico; in particolare, aumentano in maniera considerevole le attività legate all'applicazione del D.Lgs 297/02. Nel 2011 le dichiarazioni di immediata disponibilità rilasciate presso i CIOF ammontano a unità, ossia unità in più rispetto al La pressione, peraltro, non accenna a diminuire, tutt'altro: fra il 2010 e il 2011 il flusso delle persone che si recano presso i CIOF per iscriversi alle liste di disoccupazione continua ad aumentare ( unità) ad evidenzia di come il tessuto produttivo marchigiano, al pari di quello nazionale, stia attraversando una fase ancora piuttosto critica. Nel 2011 inoltre sono stati realizzati colloqui di orientamento in ottemperanza alla normativa vigente, con un aumento di unità rispetto al Tale dato assume una rilevanza ancora più significativa se si considera il ridimensionamento degli organici presenti nel sistema regionale nel corso degli ultimi tempi. Conseguenza dell'aumento delle dichiarazioni di immediata disponibilità è stata, inoltre, la sostanziale crescita del numero di patti di servizio stipulati (che vengono sottoscritti da gran parte degli utenti al termine del primo colloquio orientativo) attraverso i quali vengono stabiliti gli impegni specifici dei contraenti e concordate le 12

14 future azioni dell'utente all'interno dei servizi offerti dai CIOF (nel 2011 si attestano a quasi 38 mila). Pure i patti di servizio stipulati (che vengono sottoscritti da gran parte degli utenti al termine del primo colloquio orientativo e attraverso i quali vengono stabiliti gli impegni specifici dei contraenti e concordate le future azioni dell'utente all'interno dei servizi offerti dai CIOF) sono aumentati fra il 2010 e il 2011, ma si tratta - a causa dei processi di esternalizzazione che caratterizzano questo servizio - di una variazione piuttosto contenuta (da a unità). In media, ciascun CIOF ha rinviato al servizio di incontro domanda-offerta il 79,3% dei soggetti che hanno sostenuto il colloquio di orientamento (circa 40 mila persone), con un valore in crescita rispetto a quanto rilevato nell'anno precedente di 2,8 punti percentuali. Se invece si considera il lato della domanda di lavoro che perviene ai CIOF, oltre che la percentuale di segnalazioni che hanno portato all assunzione di uno dei candidati segnalati, emergono inevitabilmente delle criticità. Le segnalazioni sono diminuite passando da a e ciò a causa di una generale diminuzione della domanda di lavoro dovuta agli effetti della crisi. In aggiunta, il sistema dei SPI non sempre è in grado di soddisfare le richieste provenienti dal tessuto produttivo e ciò probabilmente a causa di profili professionali delle persone iscritte nelle liste di disoccupazione non sempre corrispondenti alle esigenze espresse dalle imprese; circa i tre quarti, infatti, del complesso delle segnalazioni non è andato a buon fine con un valore peraltro in leggero aumento rispetto al dato dell'anno precedente. Gli utenti iscritti al collocamento mirato sono complessivamente pari a di cui la maggior parte (il 96,5%) è costituito da persone portatrici di disabilità. Nonostante gli effetti della crisi economica sui servizi erogati dai CIOF marchigiani, i dati di monitoraggio relativi al 2011 evidenziano, rispetto a quelli dell'anno precedente, un aumento tanto delle convenzioni stipulate (da 333 a 374) quanto degli avviamenti effettuati (da a 1.406). Questo dato, peraltro, assume una rilevanza ancor più importante se si considera che nello stesso periodo il numero di posti occupabili in aziende private è diminuito passando da a (-16,2%). 13

15 2. Premessa Il Rapporto 2012 di Valutazione Strategica e Operativa è il terzo rapporto annuale che l ATI, costituita dalla Fondazione Giacomo Brodolini e dall Istituto per la Ricerca Sociale, predispone nell ambito del servizio di valutazione in itinere del POR Marche FSE Ob /2013. Il Rapporto presenta i risultati dell attività valutativa e di analisi rispetto ai seguenti temi: la valutazione operativa (stato di attuazione del POR con evidenza di come stanno avanzando gli elementi chiave, distintivi del POR precedentemente identificati); la valutazione strategica (rilevanza e adeguatezza del POR rispetto alle evoluzioni del contesto normativo, sociale ed economico; integrazione e sinergia con altri fondi); l indagine sugli esiti occupazionali di tutti gli interventi rivolti all occupabilità cofinanziati dal FSE nel corso della programmazione nella regione Marche e conclusi tra il 1 gennaio e il 31 dicembre , finanziati a valere sull Asse II Occupabilità (secondo quanto previsto dal POR) e sull Asse III Inclusione Sociale (secondo le richieste dell Amministrazione Committente) 2 ; l efficacia e l efficienza dei Servizi per l Impiego; Tali risultati saranno integrati da altri prodotti realizzati dall ATI nel corso del Le due valutazioni tematiche previste approfondiranno i seguenti temi: i) il futuro della programmazione FSE nell ambito della nuova programmazione Fondi Coesione EU , che comporta notevoli cambiamenti negli obiettivi dei fondi di coesione, nei target di destinatari, nelle modalità di funzionamento dei fondi stessi; ii) gli incentivi alle imprese che intendono rafforzare la 1 In continuità con quanto realizzato nel corso della precedente indagine placement, per i percorsi diversi dalla formazione d aula (ovvero le work experience, consistenti in borse di studio per esperienze di lavoro o di ricerca e tirocini), non essendo presenti all interno del sistema informativo regionale le date di conclusione degli interventi ma essendo stato verificato che per il pagamento a saldo finale è fissato un termine entro 2 mesi dalla conclusione dell esperienza formativa, sono state prese in esame tutte le work experience concluse fra il 28/2/2010 e il 28/2/ In particolare, sono stati considerati gli obiettivi specifici IIe Attuare politiche del lavoro attive e preventive, con particolare attenzione all integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, all invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all avvio di imprese dell Asse Occupabilità e l obiettivo specifico IIIg Sviluppare percorsi di integrazione e migliorare il (re)inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati per combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro dell Asse Inclusione Sociale in quanto non sono stati rilevati all interno del sistema informativo regionale interventi conclusi entro il periodo di riferimento sull obiettivo specifico IIf Migliorare l accesso delle donne all occupazione e ridurre le disparità di genere. 14

16 capacità organizzativa o di miglioramento del prodotto/processo, attraverso innovazioni organizzative o tecnologiche. 15

17 3. L approccio valutativo I limiti che caratterizzano la tradizionale relazione tra buona programmazione e buoni risultati hanno evidenziato come una buona programmazione sia una condizione necessaria ma non sufficiente a garantire l effettivo raggiungimento di risultati concreti e di un impatto significativo rispetto ai problemi di policy a cui si intende rispondere attraverso la programmazione. In più casi, infatti, si è osservato come lo sforzo indirizzato nella fase programmatoria si sia sostanzialmente indebolito nella fase implementativa dei Programmi e nella fase attuativa, fino a perdere il senso, in alcuni casi, del significato stesso di programmazione. Tale considerazione pare molto pertinente nell attuale ciclo di programmazione FSE La crisi economica e le misure integrate di politiche attive e passive del lavoro, adottate dalle Regioni per contrastare gli effetti socio-economici della recessione, hanno dato un impronta senz altro non prevista in sede di stesura del POR. La valutazione deve fornire elementi conoscitivi in grado di comprendere se la sostanza e lo spirito che hanno guidato la programmazione sono rimasti tali, a prescindere dal fatto che le risorse si siano concentrate, in particolare, verso ben precise e delimitate tipologie di intervento e target di utenza. L approccio valutativo parte, dunque, da pochi e semplici assunti: Adozione di un punto di vista prioritario (persone, comunità e territori destinatari degli interventi) rispetto alla molteplicità di attori che sono coinvolti nella Programmazione. Ciò non significa che non sia data la giusta rilevanza al punto di vista (obiettivi e risultati attesi) dei diversi attori, ma che si riconosce una gerarchia rispetto al valore di questi risultati; Attenzione ai risultati specifici (connessi alla realizzazione del Programma e dei singoli Interventi) e ai risultati complessivi (valore aggiunto della Programmazione FSE). Ciò significa che la programmazione non viene assunta come un valore in sé, ma come uno strumento che deve consentire, a fronte di una complessità (procedurale, processuale, gestionale, negoziale, ecc.), precisi risultati a favore degli utenti finali (persone, comunità, territori); Concezione della valutazione come strumento di apprendimento finalizzato alla soluzione dei problemi che, pur nell espressione di un giudizio di merito e valutativo indipendente, ha come finalità quella di accompagnare il Committente nella ricerca dei buoni risultati. Dunque, la valutazione, pur senza confondersi con una impropria assistenza tecnica, per 16

18 ogni eventuale elemento di criticità sollevato non potrà esimersi anche dal proporre soluzioni percorribili e coerenti con il contesto programmatorio oggetto di analisi. La valutazione sui risultati specifici e sui risultati complessivi del Programma deve focalizzare l attenzione anche sulla qualità della programmazione messa in campo e, in particolare, sugli strumenti di governo e di presidio della programmazione stessa. La valutazione è chiamata a svolgere un ruolo centrale a supporto del miglioramento della qualità, dell efficacia e della coerenza del Programma Operativo Regionale, nonché della sua attuazione 3. Diverse, e fra loro strettamente correlate, le finalità della valutazione: Conoscenza, nella misura in cui consente di acquisire dati ed informazioni sugli effetti ed i risultati delle politiche; Supporto alle decisioni, in quanto fornisce ai decisori elementi necessari per orientare le loro scelte; Trasparenza, poiché consente di rendere conto di quanto ottenuto e appreso dalla fase di attuazione ai finanziatori a diverso livello, dalla Commissione Europea allo Stato italiano, fino ai partner istituzionali e sociali, agli altri portatori di interessi locali (stakeholder) e alla cittadinanza nel suo complesso. Le valutazioni in itinere (on going) devono esaminare i risultati (valutazione di output) degli interventi, la loro pertinenza rispetto ai bisogni rilevati in sede di programmazione e il grado di conseguimento degli obiettivi e degli indirizzi strategici, ponendo le basi per la valutazione ex-post (valutazione di impatto o di outcome). La valutazione operativa, più strettamente legata alla disponibilità dei dati di monitoraggio, ha l obiettivo di valutare il grado di conseguimento degli Obiettivi specifici del Programma e di eventuali scostamenti, nonché di effettuare approfondimenti specifici/tematici di particolare rilevanza per le strategie di policy espresse dal Programma stesso. Al contrario, la valutazione strategica ha come finalità, oltre alla verifica dei mutamenti intervenuti nel sistema socioeconomico, sia nazionale che comunitario, l analisi della rilevanza e consistenza 3 L art del Reg. (CE) 1083/2006 sottolinea, in proposito, come Le valutazioni sono volte a migliorare la qualità, l'efficacia e la coerenza dell'intervento dei Fondi nonché la strategia e l'attuazione dei programmi operativi con riguardo ai problemi strutturali specifici che caratterizzano gli Stati membri e le regioni interessate. 17

19 della strategia del Programma, l analisi dell impatto e dell integrazione con altri programmi. Rispetto al primo tipo di valutazione, quindi, l accento non è posto tanto sulla conformità del processo di attuazione del POR con quanto definito in sede programmatoria, quanto sul fatto che, alla luce dei mutamenti eventualmente intervenuti, le priorità e gli elementi distintivi individuati nel POR risultino ancora attuali e mantengano un elevata significatività. Di conseguenza, la valutazione del POR Marche FSE Ob /2013 sarà effettuata avendo come punto di riferimento il Programma Operativo, ma valutando anche il processo di attuazione in relazione al quadro più generale delle politiche regionali attuate, agli altri fondi comunitari e alle risorse proprie regionali (strategia generale unitaria). Tale approccio risulta altresì coerente con l impostazione prevista dal QSN, che punta a costruire una politica regionale unitaria incentrata sui risultati: in tale ottica, il QSN richiede di valutare gli effetti congiunti di diverse azioni, anche afferenti a diversi programmi, sullo stesso territorio e sugli effettivi servizi resi dall azione pubblica complessivamente considerata. La valutazione cercherà anche di comprendere l effettivo livello di integrazione tra le politiche e se queste politiche, anche in un eventuale quadro di modesta integrazione attuativa, siano capaci di creare un valore aggiunto e di innescare quelle sinergie desiderate in sede programmatoria. Altro elemento che contraddistingue questo approccio valutativo è il fatto di essere un approccio centrato sulla partecipazione, che garantisce i necessari collegamenti fra i diversi attori coinvolti nella valutazione che saranno chiamati, a vari livelli, a partecipare alla discussione sui risultati della valutazione e alle decisioni. La qualità delle valutazioni dipende, infatti, in maniera importante da come ciascuno dei numerosi attori coinvolti interpreta il senso della valutazione e svolge il proprio ruolo e contributo del partenariato sia istituzionale sia economico e sociale, nonché il confronto con gli altri portatori di interesse. 18

20 4. La valutazione operativa Attività di valutazione in itinere del POR Marche FSE ob /2013 La valutazione operativa ricostruisce la mappa ordinata della programmazione e della realizzazione dei progetti del POR Marche FSE con l obiettivo di rendere conto dei volumi delle attività erogate. Il primo paragrafo considera i dati di attuazione del POR Marche al 31/12/2011 al fine di indagare le eventuali differenze di composizione territoriale riferibili alla capacità organizzativa o ai bisogni sin qui intercettati. Per quanto riguarda il primo punto, si cerca di rispondere alla domanda: l attuazione del Programma è coerente con quanto previsto? Ci sono differenze nella capacità organizzativa di spesa? In relazione al secondo punto, si cerca di rispondere alla domanda: gli interventi hanno raggiunto i destinatari obiettivo? Ci sono differenze tra le Province? A tal fine, sarà fornita una descrizione generale dello stato di avanzamento del Programma in termini di risorse, di operazioni progettuali e di destinatari. Tali variabili saranno disaggregate per le principali dimensioni operative della programmazione: Asse di intervento, Obiettivo specifico e Tema prioritario, Organismo intermedio, Categoria. Il secondo paragrafo contiene un approfondimento sullo stato di attuazione del POR in termini di capacità prospettica di raggiungere gli obiettivi finali del programma. 4.1 LA DESCRIZIONE DELLO STATO DI AVANZAMENTO DEL PROGRAMMA La prima tabella 4 riporta i dati finanziari essenziali della programmazione regionale che costituiscono i parametri di riferimento per procedere alla valutazione operativa, oltre che i termini riassuntivi dell accordo tra Regione Marche e Comunità Europea per la riprogrammazione degli stanziamenti per Asse previsti dal POR, quale risposta alla crisi economica 5. In sostanza, a parità di risorse messe a disposizione del POR Marche FSE che destina un ammontare complessivo pari a euro (di cui il 39,6%, pari a euro, come quota di cofinanziamento), si è rafforzato l Asse II per ulteriori 10 milioni euro, riposizionando gli Assi III e IV; e ciò rispettando comunque la ripartizione annuale inizialmente prevista. 4 Financial table SFC Annex II. 5 Tale riprogrammazione non dispone di un dettaglio anche per Organismo intermedio, ma unicamente di uno schema di nuova ripartizione annuale. 19

21 Tabella Riprogrammazione 2010 POR FSE Marche FSE (v.a. e %) Asse Quota FSE Quota nazionale Totale POR % cofinanziamento Programma iniziale Asse I - Adattabilità , Asse II - Occupabilità , Asse III - Inclusione Sociale , Asse IV - Capitale Umano , Asse V - Transnazionalità , Asse VI - Assistenza Tecnica , Totale , Fonte: dati Siform Tabella Piano finanziario per anno del POR Marche FSE (v.a.) Anno Totale Totale Fonte: dati POR-FSE Le risorse impegnate I dati al evidenziano come l azione degli Organismi intermedi si sia avvicinata nel suo insieme ad una piena capacità di attuazione, nonostante le mutate esigenze del mondo del lavoro e delle imprese abbiano comportato un sensibile cambiamento della domanda. Infatti, le risorse impegnate ammontano a 160 milioni di euro, con un indice di capacità di impegno che si attesta al 57,0%; la capacità di spesa, poi, corrispondente alle somme effettivamente pagate (circa 113 milioni), si colloca al 70,4%. Per l Asse II si registrano i valori più elevati in relazione sia alla capacità di impegno (73,0%) che a quella di spesa (80,1%). Particolare attenzione va data all'asse V dal momento che rappresenta, al contempo, il canale di finanziamento con la maggiore capacità di impegno (90,1%) ma con la più bassa capacità di spesa (32,7%). Tabella 4.3 Capacità di impegno e di spesa per Asse (v.a. e %) Asse Programmato totale Impegni Pagamenti Capacità di impegno Capacità di spesa A B C B/A C/B Asse I - Adattabilità ,8 64,7 Asse II - Occupabilità ,0 80,1 Asse III - Inclusione Sociale ,0 63,6 Asse IV - Capitale Umano ,3 55,7 Asse V - Transnazionalità ,1 32,7 Asse VI - Assistenza Tecnica ,3 64,6 Totale ,0 70,4 Fonte: dati Siform 20

22 In definitiva, rispetto al 2010, la capacità di impegno è salita di 21,2 punti percentuali, mentre quella relativa alla spesa di 11,0 punti. Se si considera il primo indicatore, un incremento maggiore di quello medio si delinea per l'asse II e l'asse V; scostamenti meno sostenuti contraddistinguono tutti i restanti Assi, specie quello dell'assistenza tecnica che rispetto all'anno precedente vede una crescita di appena di 12 punti percentuali. Ancora più articolata la dinamica relativa alla capacità di spesa: per l'asse I si ha la crescita più marcata dato che si passa del 42,2% al 64,7%; per l'asse III e per l'asse V si ha invece una variazione di segno negativo (dal 70,1% al 63,6% nel primo caso e dal 48,9% al 32,7% nel secondo) e ciò a causa di un aumento delle risorse impegnate assai più consistente rispetto a quanto avvenuto per i pagamenti. Grafico Capacità di impegno e di spesa per Asse (differenza in punti percentuali fra il 2010 e il 2011) Totale Asse VI - Assistenza Tecnica Asse V - Transnazionalità Asse IV -Capitale Umano Asse III - Inclusione Sociale Asse II - Occupabilità Asse I - Adattabilità -20,0-10,0 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 Capacità di spesa Capacità di impegno Fonte: dati Siform Le risorse impegnate rappresentano il parametro più interessante per monitorare la capacità attuativa della programmazione e, pertanto, d'ora in avanti, ci si concentrerà essenzialmente su tale aspetto. La tabella che riporta la distribuzione degli impegni per Asse ed Organismo intermedio - evidenza innanzitutto come l attuazione della programmazione presenti significative differenze a livello territoriale 6. Nelle province più industrializzate, la quota più elevata delle risorse impegnate è destinata alla realizzazione di attività riferibili all Asse I con Pesaro-Urbino che arriva a destinare poco più di un 6 La costituzione della Provincia di Fermo a programmazione iniziata comporta che molte delle attività oggi di sua competenza sono ancora classificate come appartenenti a quella di Ascoli Piceno. Pertanto, i dati relativi alla neoprovincia, non essendo ancora sufficientemente robusti, non possono essere commentati. 21

23 terzo del totale; si tratta di una propensione opposta a quella di Ascoli Piceno che ha invece inteso privilegiare l'attivazione di attività con risorse riferibili all'asse II (più dell'80%). All'Asse III la maggior parte degli Organismi Intermedi dedicano una quantità di risorse - in termini relativi - piuttosto similare a quella media; fa eccezione l'organismo regionale, meno incline ad utilizzare questo canale di finanziamento per la realizzazione di attività formative, come pure di quelle incentivanti. Fra le attività di competenza della Regione assume una certa rilevanza - con quasi un quinto degli impegni - l'asse IV, il quale invece risulta del tutto assente ad Ascoli Piceno. Tabella Risorse impegnate per Asse ed Organismo intermedio. Tavole di composizione per totale Asse e per totale Organismo intermedio (v.a. e %) Asse AN AP FM MC PU RG Totale v.a. v.a. v.a. v.a. v.a. v.a. v.a. Asse I - Adattabilità Asse II - Occupabilità Asse III - Inclusione Sociale Asse IV - Capitale Umano Asse V - Transnazionalità Asse VI - Assistenza Tecnica Totale % % % % % % % Asse I - Adattabilità 28,9 2,4 9,3 26,7 33,8 21,7 23,4 Asse II - Occupabilità 45,8 83,8 85,7 51,9 44,9 37,8 49,9 Asse III - Inclusione Sociale 10,6 13,2 2,8 11,7 11,3 4,7 9,2 Asse IV - Capitale Umano 11,8 0,0 2,2 7,8 7,6 18,9 10,9 Asse V - Transnazionalità ,9 2,8 Asse VI - Assistenza Tecnica 2,9 0,5-1,9 2,5 8,0 3,9 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni su dati Siform La disaggregazione delle risorse impegnate per Obiettivo specifico ed Amministrazione consente di approfondire meglio le priorità perseguite dai vari Organismi intermedi nel quadro della programmazione regionale. Per quanto riguarda l Asse I, l Obiettivo 1a vede un impegno maggiore ad Ancona (12,7%), mentre l Obiettivo 1c fra le attività implementate dalla Regione (15,8%). L Obiettivo 1b assume una rilevanza più consistente a Macerata e a Pesaro Urbino con valori che si collocano poco al di sopra del 12%. Per l Asse II, la quota maggiore di risorse messe a disposizione degli Obiettivo 2d e 2e - in proporzione al totale - si rileva ad Ascoli Piceno (rispettivamente, 19,9% e 63,5%), mentre se si prende in esame l Obiettivo 2f in riferimento alla Regione (6,8%). Infine, per quanto riguarda gli altri Assi, è la Regione che, fino ad oggi, ha impegnato, proporzionalmente, una maggiore quantità di risorse. 22

24 Tabella Risorse impegnate per Obiettivo specifico e Organismo intermedio (v.a. e %) Obiettivo specifico AN AP FM MC PU RG Totale % % % % % % % v.a. Ia - Formaz.continua 12,7 0,6 1,9 1,4 9,8 1,3 5, Ib - Innovaz, produttività 4,9 0,6 0,5 12,6 12,2 4,5 6, Ic - Competitiv,imprendit 11,3 1,2 6,8 12,7 11,8 15,8 11, IId - Efficacia SPI 14,9 19,9 31,6 12,5 16,3 2,5 12, IIe - pol.lavoro attive 30,9 63,5 49,0 34,6 25,4 28,5 34, IIf - Genere 0,0 0,4 5,1 4,8 3,3 6,8 3, IIIg - Reinser.svantaggiati 10,6 13,2 2,8 11,7 11,3 4,7 9, IVh - Istruz,formaz,orient ,5 0,1 3,3 1, IVi - Long-life learnig 7,3-2,2 2,7 5,3 11,2 6, IVl - Reti innovazione 4, ,6 2,2 4,5 3, Vm - Reti reg/internaz ,9 2, VIn - Supporto programmaz 2,9 0,5-1,9 2,4 8,0 3, Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 - Totale v.a Fonte: dati Siform 23

25 Tabella Risorse impegnate per Categoria e Organismo intermedio (v.a. e %) Attività di valutazione in itinere del POR Marche FSE ob /2013 Categoria AN AP FM MC PU RG Totale % % % % % % % v.a. Progetto formativo 39,1 1,9 5,3 14,7 50,1 26,3 28, Progetto non formativo generico 21,3 29,4 34,4 20,3 22,6 55,2 33, Aiuti alle assunzioni ,1-0,8 0, Aiuti alle aziende 4, ,9 10,6 10,9 8, Tirocini 0,3-0,4 0,9 0,1-0, Work Experience 16,0 67,0 32,2 30,4 7,1 3,5 19, Creazione di impresa 15,5-18,9 14,9 8,8 0,5 7, Voucher 3,2 1,7 8,9 3,8 0,7 2,8 2, Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 - Totale v.a Fonte: dati Siform 24

26 Analizziamo ora in che cosa consistono le attività erogate dalla Regione Marche. Dall'esame della tabella sopra riportata, si evince come ciò su cui si è inteso maggiormente investire è rappresentato dal progetto non formativo e da quello formativo: il primo assorbe il 33,4% dell'impegnato 7, mentre il secondo il 28,1%. Di rilievo le work experience a cui è stato dedicato quasi un quinto del totale delle risorse. Assai differenziata la distribuzione a livello di Organismo intermedio: ad Ancona e soprattutto a Pesaro-Urbino è prevalente l'investimento in progetti formativi, mentre a Macerata quello relativo alle work experience; in relazione all'organismo regionale le risorse messe a disposizione per progetti non formativi rappresentano più della metà del totale. Particolarmente concentrata la distribuzione in provincia di Ascoli Piceno che ha utilizzato il 67,0% degli impegni per finanziare work experience e il 29,4% per realizzare progetti non formativi generici (del tutto irrilevante, o addirittura nullo, il ruolo attribuito alle altre tipologie). La ripartizione per categoria (Tema prioritario vedere Tab. 4.7) è una chiave importante per comprendere la capacità degli interventi di agire in modo mirato rispetto a quanto programmato. Al Tema prioritario 66 spetta, globalmente, il 31,6% delle risorse compressivamente impegnate, rendendolo di fatto quello su cui si è maggiormente investito. Questa prevalenza, peraltro, risulta trasversale ai diversi Organismi intermedi sebbene con valori che oscillano in maniera sensibile: infatti, la relativa incidenza si situa poco al di sopra del 20% per Pesaro Urbino e per l'organismo regionale, mentre sfiora la soglia del 40% per Macerata e si avvicina al 70% per Ascoli Piceno. Al secondo posto si colloca il Tema prioritario 65 la cui quota media - in termini di impegnato - è pari al 12,0%; tale posizionamento si conferma quasi ovunque, peraltro a volte con un ammontare di risorse superiore al livello generale 8. 7 Dei 53,6 milioni impegnati per la realizzazione di progetti non formativi generici, il 36,0% fa riferimento ai servizi a supporto del sistema dei SPI, il 29,7% ai servizi ai dipendenti di imprese produttive e l'11,2% ai servizi di assistenza tecnica alla PA. 8 Le eccezioni sono rappresentate da Pesaro Urbino e dalla Regione dove il Tema prioritario 64 assorbe, rispettivamente, il 18,5% e il 16,5% degli impegni effettuati. 25

27 Tabella Risorse impegnate per Tema prioritario e Organismo intermedio (v.a. e %) Tema prioritario AN AP FM MC PU RG Totale % % % % % % % v.a. 62-apprendimento perman,imprenditor 19,4 1,2 5,2 12,2 15,4 1,0 9, organiz.lavoro 0,2-0,2 0,1 0,1 0,5 0, fabbisogni qualifiche 7,2-0,5 9,4 18,5 16,5 11, ammodern.servizi impiego 14,9 19,9 31,6 12,6 16,3 2,5 12, misure attive lavoro 27,7 69,4 35,9 39,1 21,7 20,9 31, lavoro autonomo, neoimprese 8,7-15,6 4,2 5,1 7,8 6, genere, conciliazione - 0,4 5,1 9,7 3,2 10,5 5, immigrati ,0-0, reinserim.svantaggiati 1,0 5,3 0,3 2,7 3,0 0,5 2, sistemi istruz. formaz. 7,2-2,2 3,1 5,2 15,8 7, partecipaz.istr.e form.perm 4,1 2,0-0,2 8,7 13,2 6, reti ricerca, innovaz. 6,6 1,2 3,4 4,6 0,3 2,9 3, sorveglianza 2,3 0,5-0,4 1,7 4,9 2, valutazione,comunicaz 0,8 0,0-1,8 0,8 3,2 1, Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 - Totale v.a Fonte: dati Siform 26

28 Tabella Correlazione tra risorse impegnate per Tema prioritario e Obiettivo specifico (% sul totale impegnato) Tema prioritario Ia Ib Ic IId IIe IIf IIIg IVh IVi IVl Vm VIn Totale 62 4,6 0,6 3, ,1 63-0, ,2 64 0,4 4,0 7,2 0,0 0, ,6 65-0,0-12, , ,9-2, , ,2-0, ,1 69-1, , , , , , , ,1 5,5 1,3 0,0-7, , ,5 2,8-6, , ,0 0,9 1, , ,5 2,5 86 0,0 0,0 0,0-0,0 0,0 0,0 0,0 0, ,4 1,6 Totale 5,1 6,7 11,6 12,0 34,2 3,7 9,2 1,1 6,4 3,4 2,8 3,9 100,0 Fonte: dati Siform 27

29 Un ulteriore elemento di interesse nella valutazione della capacità operativa della programmazione può essere fornito dalla verifica della correlazione tra gli Obiettivi Prioritari del POR e i Temi prioritari di spesa, riportati nella tabella 4.8. Da essa si può ottenere una indicazione della coerenza tra quanto programmato e quanto impegnato o speso. In effetti, dai dati appare come le risorse impegnate, classificate in base al Tema prioritario, siano molto concentrate rispetto all Obiettivo specifico principale della programmazione, evidenziando un quadro complessivo di coerenza nel perseguimento degli obiettivi di programmazione Lo stato di attuazione dei progetti Alla data del i progetti approvati risultano complessivamente , di cui avviati e conclusi (sul totale degli approvati contano, rispettivamente, per il 96,8% e per il 60,0%). Ogni anno, a partire dal 2009, sono stati approvati e avviati, in media, progetti circa (con una punta di oltre nel 2011) e ne sono stati conclusi oltre Benché il numero dei progetti presentati non sia rilevante ai fini della valutazione, non si può non notare che i progetti presentati sono oltre il doppio di quelli approvati e ciò, pur rappresentando un costo non indifferente sia per chi li predispone che per chi deve selezionarli, consente tuttavia di poter garantire una migliore qualità dell offerta. Lo scarto tra progetti approvati e presentati presenta una certa eterogeneità a livello territoriale dal momento che il rapporto medio (pari a 1,9) aumenta considerevolmente per la Regione (2,9), mentre cala per Macerata (1,6). La valutazione aggiuntiva potrà cercare di appurare se questo scarto è dovuto alla pressione della domanda (rappresentando così un indicatore di bisogni non soddisfatti), o se piuttosto è dovuto al modo in cui gli attori sociali partecipano al processo di programmazione e può pertanto presentare margini di miglioramento. Il grafico sottostante riporta gli indici di capacità di selezione e di attuazione dei progetti (approvati/presentati; avviati/approvati; conclusi/avviati) per Organismo intermedio. L indice di capacità principale è dato dal rapporto tra numero di progetti avviati su quelli approvati che, per tutti gli Organismi intermedi, sfiora il 100%, a testimonianza di una generale efficienza e capacità nell'attuazione delle attività. L indice del rapporto tra i progetti conclusi e quelli avviati si attesta globalmente al 62,0% 9 ; se si effettua la disamina per Organismo intermedio si vede come la 9 Nel considerare l'indice conclusi/avviati occorre tener conto della sfasatura annuale, per cui molti progetti iniziati nel 2011 (specie quelli formativi) si chiuderanno nell anno successivo. 28

30 performance più elevata si consegua per Ascoli Piceno con il 76,8% (sopra la media si colloca anche la Macerata con il 65,8% e Pesaro-Urbino con il 63,2%). Grafico Indici di capacità e selezione per Organismo Intermedio 100,0 90,0 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 AN AP FM MC PU RG Totale app/pre avv/app con/avv Fonte: elaborazioni su dati Siform I destinatari avviati alle attività POR Passiamo ora ad esaminare quante e quali persone sono state finora avviate alle attività formative o coinvolte in politiche attive. Si tratta, in totale, di persone, di cui il 53,7% femmine. Rispetto alle precedenti persone avviate, l anno di programmazione aggiuntivo ha comportato un aumento considerevole dei destinatari coinvolti nelle attività del POR Marche (+44,0%), mentre la composizione per genere è rimasta del tutto immutata. Per quanto riguarda coloro che hanno concluso l'attività entro il , nel complesso si tratta di un aggregato che ammonta a unità di cui il 55,1% appartiene alla componente femminile. D'ora in avanti si concentrerà l'attenzione sull'insieme degli avviati per descrivere le principali caratteristiche delle persone coinvolte nelle attività promosse dal POR Marche La maggior parte delle persone avviate è coinvolta in interventi riferibili agli Obiettivi specifici Ia e IIe con una percentuale del tutto simile (rispettivamente, 23,6% e 23,0%). Al terzo posto si collocano con i destinatari che hanno partecipato ad attività inerenti l'obiettivo IVi; a poca distanza si situano quelli dell'obiettivo IIIg con il 13,8% e dell'obiettivo Ic con il 12,8%. Sotto la soglia del 5% le persone avviate mediante tutti gli altri Obiettivi. 29

31 Tabella Destinatari avviati al 31/12/2011, per Obiettivo specifico ed Organismo intermedio (v.a. e %) Obiettivo specifico AN AP FE MC PU RG Totale v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % Ia - Formaz.continua , , , , , ,6 Ib - Innovaz, produttività 578 4, , , , , ,6 Ic - Competitiv,imprendit , , , , , ,8 IIe - pol.lavoro attive , , , , , , ,0 IIf - Genere ,7 49 6, ,8 72 0, ,5 IIIg - Reinser.svantaggiati 957 7, ,4 10 1, , , , ,7 IVi - Long-life learnig , , , , ,0 IVl - Reti innovazione 148 1, , , , ,1 Vm - Reti reg/internaz , ,6 Totale , , , , , , ,0 Fonte: dati Siform Tabella Destinatari conclusi al 31/12/2011, per Obiettivo specifico ed Organismo intermedio (v.a. e %) Obiettivo specifico AN AP FE MC PU RG Totale v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % Ia - Formaz.continua , , , , , ,6 Ib - Innovaz, produttività 161 2,4 47 2,2 18 5, , , ,0 Ic - Competitiv,imprendit 576 8, , , , , ,8 IIe - pol.lavoro attive , , , , , , ,1 IIf - Genere ,0 51 1,1 9 0, ,2 IIIg - Reinser.svantaggiati 588 8, , , , , ,1 IVi - Long-life learnig 656 9, , , , ,7 IVl - Reti innovazione 56 0, , , , ,1 Vm - Reti reg/internaz , ,4 Totale , , , , , , ,0 Fonte: dati Siform 30

32 Tabella Destinatari avviati (Femmine) al 31/12/2011, per Obiettivo specifico ed Organismo intermedio (v.a. e %) AN AP FE MC PU RG Totale v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. Ia - Formaz.continua , , , , , ,4 Ib - Innovaz, produttività , , , , , ,0 Ic - Competitiv,imprendit , , , , , ,6 IIe - pol.lavoro attive , , , , , , ,4 IIf - Genere , , , , ,5 IIIg - Reinser.svantaggiati , ,7 4 40, , , , ,2 IVi - Long-life learnig , , , , ,4 IVl - Reti innovazione , , , , ,2 Vm - Reti reg/internaz , ,8 Total , , , , , , ,7 Fonte: dati Siform Tabella Destinatari conclusi (Femmine) al 31/12/2011, per Obiettivo specifico ed Organismo intermedio (v.a. e %) AN AP FE MC PU RG Totale v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. Ia - Formaz.continua , , , , , ,4 Ib - Innovaz, produttività , ,8 7 38, , , ,1 Ic - Competitiv,imprendit , , , , , ,1 IIe - pol.lavoro attive , , , , , , ,3 IIf - Genere , , , ,4 IIIg - Reinser.svantaggiati , , , , , ,6 IVi - Long-life learnig , , , , ,7 IVl - Reti innovazione 44 78, , , , ,2 Vm - Reti reg/internaz , ,0 Totale , , , , , , ,1 Fonte: dati Siform 31

33 Rispetto alla precedente annualità, sono cambiate, seppur in parte, le proporzioni tra le persone avviate alle diverse azioni, e ciò evidenzia la capacità di modificare gli obiettivi fondamentali del programma, a seconda delle necessità che il tessuto socio-economico viene ad esprimere. In particolare, diminuisce la quota di avviati attraverso l'obiettivo Ia a favore di un incremento di quella delle persone coinvolte dall'obiettivo Ic. Se si prende in considerazione la dimensione dell'organismo intermedio, si osserva come la quota più significativa dei destinatari delle province di Ancona e Pesaro-Urbino sia avviata attraverso azioni riferibili all Obiettivo Ia. Ad Ascoli Piceno e Macerata, invece, i destinatari sono avviati alle azioni formative prevalentemente attraverso le risorse dell Obiettivo IIe. Le persone coinvolte dalla Regione sono in misura pressoché uguale avviate principalmente attraverso le risorse degli Obiettivi IIIg e IVi. L'analisi evidenzia, inoltre, come vi siano delle significative differenze di genere, dal momento che la maggior quota di donne è ad Ascoli Piceno e a Macerata dove si oltrepassa la soglia del 60%, mentre quella minima, pari al 46,7%, si raggiunge a Pesaro-Urbino. Prima di procedere all'analisi delle altre caratteristiche dei destinatari avviati, occorre precisare che di questi potrebbero essere definiti come "destinatari potenziali" in quanto si riferiscono a soggetti che hanno partecipato a progetti di creazione di impresa per i quali esiste un impegno all assunzione 10. Pertanto, di questo aggregato non si conosce né la condizione sul mercato del lavoro, né l'età né tantomeno il titolo di studio. Per quanto riguarda la condizione sul mercato del lavoro al momento dell'iscrizione all'attività, si tratta di lavoratori occupati nel 47,4% dei casi, di disoccupati nel 29,8% dei casi (di cui il 21,2% di lunga durata) e di inattivi (in prevalenza studenti) nel restante 19,5%. Inoltre, per ciò che riguarda le differenze di genere, occorre rilevare come gli occupati siano il 54,5% fra gli uomini, mentre il 41,3% fra le donne. Un discorso opposto vale per le persone in cerca di occupazione molto più frequenti fra la componente femminile piuttosto che all'interno di quella maschile (35,2% versus 23,7%). Gli occupati sono più coinvolti ad Ancona e Pesaro-Urbino; i disoccupati ad Ascoli Piceno e Macerata; gli inattivi nelle attività intraprese dalla Regione. Naturalmente la distribuzione dei 10 Nello specifico, 911 sono inerenti ad attività dell'obiettivo Ic, 641 dell'obiettivo IIe e 193 dell'obiettivo IIIg. A tale proposito il Valutatore d intesa con l AdG ha ritenuto di verificare il grado di mantenimento degli impegni di assunzione per i 139 progetti conclusi di Creazione d Impresa, al fine di esprimere una valutazione sulla validità di mantenere tali destinatari potenziali assieme a quelli effettivi. Si sono verificate le assunzioni di tali imprese beneficiarie tramite le Comunicazioni Obbligatorie, e si è accertato che per la metà delle imprese le assunzioni sono effettivamente avvenute nell 80% dei casi. Tenuto conto che parte della comunicazione amministrativa impiego mediamente due mesi dalla chiusura di un progetto, si ritiene che questo esito sia da considerarsi soddisfacente. 32

34 destinatari per condizione è strettamente correlata al tipo di attività che gli Organismi intermedi hanno implementato. Ad esempio, la preponderante presenza di occupati (sopra la soglia del 60%) che si rileva nelle province più industrializzate è da imputare alla maggiore realizzazione di attività inerenti gli Obiettivi specifici Ia e Ib. Tabella Destinatari avviati per Organismo intermedio e condizione sul mercato del lavoro (v.a e %) v.a. Disoccupati Organismo Occupato di cui: intermedio Totale di lunga Inattivo ND Totale durata AN AP FM MC PU RG Totale % AN 61,7 30,1 12,5 3,6 4,5 100,0 AP 30,9 69,1 52, ,0 FM 53,3 37,0 27,3 0,1 9,6 100,0 MC 34,8 52,6 30,0 3,0 9,6 100,0 PU 67,9 24,4 11,7 5,8 1,9 100,0 RG 7,9 14,5 11,2 77,1 0,5 100,0 Totale 47,4 29,8 21,2 19,5 3,2 100,0 Fonte: dati Siform Poco meno della metà degli occupati ha partecipato ad attività inerenti l'obiettivo Ia, un quinto circa si concentra nel Ic, mentre il 13,5% nel IIe (assieme costituiscono l'80,5% del totale). Circa un disoccupato su due è stato coinvolto in attività riferibili all'obiettivo IIe; rilevanti comunque le incidenze che si riscontrano per il IIIg e soprattutto per il IVi (20,6%). Infine, gli inattivi sono particolarmente raggruppati con il 44,5% nell'obiettivo IIIg; un ulteriore 49% circa (abbastanza equidistribuito) ha partecipato ad attività degli Obiettivi IVi e Vm. Tabella Destinatari per Obiettivo specifico e per condizione sul mercato del lavoro (%) Obiettivo specifico Occupato Disoccupato Inattivo ND Totale Ia - Formaz.continua 46,4 5, ,6 Ib - Innovaz, produttività 9,6 0, ,6 Ic - Competitiv,imprendit 20,6 4,6-52,2 12,8 IIe - pol.lavoro attive 13,5 49,0 4,1 36,7 23,0 IIf - Genere 0,3 1, ,5 IIIg - Reinser.svantaggiati 0,7 14,6 44,5 11,1 13,8 IVi - Long-life learnig 8,4 20,6 25,1-15,0 33

35 IVl - Reti innovazione 0,5 4,5 2,5-2,1 Vm - Reti reg/internaz ,7-4,6 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni su dati Siform Si prende ora in considerazione l età: i gruppi più numerosi sono essenzialmente due, ovvero la classe e quella con percentuali attorno al 18-19%. Sensibilmente meno coinvolti appaiono i destinatari con meno di 15 anni e coloro che hanno 45 ed oltre anni con pesi relativi al di sotto di un decimo dei casi; superano tale soglia tutte le restanti classi. Grafico Destinatari avviati per classe di età (v.a. e %) % % % % % < % % >= % % ND Fonte: dati Siform Nella tabella seguente si riporta la distribuzione per Obiettivo specifico dei destinatari in base all'età, che in questo caso è stata raggruppata in quattro categorie: gli adolescenti con meno di 15 anni; i giovani anni; gli adulti anni; gli anziani con 55 e più anni. Tabella Destinatari avviati per Obiettivo specifico e per classe d età (v.a. e %) Obiettivo specifico < >=55 ND Totale Ia - Formaz.continua - 28,1 23,3 18,2 1,2 23,6 Ib - Innovaz, produttività - 1,8 7,9 14,2 0,8 4,6 Ic - Competitiv,imprendit - 5,2 18,5 30,2 50,2 12,8 IIe - pol.lavoro attive - 21,2 26,5 22,0 35,7 23,0 IIf - Genere - 0,1 1,0 0,4-0,5 IIIg - Reinser.svantaggiati 93,6 13,7 5,7 7,1 11,4 13,8 IVi - Long-life learnig 5,7 16,9 15,5 7,9 0,7 15,0 IVl - Reti innovazione 0,7 3,0 1,5 0,1-2,1 34

36 Vm - Reti reg/internaz. 0,1 9, ,6 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Totale v.a Fonte: dati Siform I giovani si concentrano negli Obiettivi Ia (28,1%) e IIe (21,2%); una quota significativa è presente tanto nell'obiettivo IVi quanto in quello IIIg con valori superiori al 10%. La metà degli adulti ha partecipato ad attività inerenti l'obiettivo IIe e Ia; seguono coloro che sono stati coinvolti in attività dell'obiettivo Ic. Piuttosto concentrata la presenza degli over 55 dal momento che quasi l'85% ha partecipato ad attività riferibili gli obiettivi dell'asse I (in particolare al IIv con il 30,2%) e all'obiettivo IIe. Complessivamente, i destinatari coinvolti dalle azioni POR FSE per 41,6% hanno una formazione di base, il 33,3% una istruzione secondaria superiore e il 20,8% ha istruzione terziaria, universitaria o superiore. Rimane di lavoratori (che pesano per il 4,4%) per i quali il titolo di studio non è disponibile. L'analisi della distruzione dei destinatari per titolo di studio e per Obiettivo specifico mette in luce come le persone avviate presentino un buon grado di coerenza con la tipologia formativa. Tabella Destinatari avviati per Obiettivo specifico e titolo di studio (v.a. e %) Obiettivo specifico Base Secondaria Terziaria ND Totale Ia - Formaz.continua 16,8 33,7 23,8 9,6 23,6 Ib - Innovaz, produttività 4,6 5,6 3,2 4,2 4,6 Ic - Competitiv,imprendit 17,7 10,1 1,9 39,8 12,8 IIe - pol.lavoro attive 12,9 26,6 35,5 32,4 23,0 IIf - Genere 0,5 0,5 0,4 0,9 0,5 IIIg - Reinser.svantaggiati 24,0 6,9 5,1 9,4 13,8 IVi - Long-life learnig 11,3 15,1 24,7 3,7 15,0 IVl - Reti innovazione 1,3 1,3 5,4-2,1 Vm - Reti reg/internaz. 11,1 0, ,6 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Totale v.a Fonte: dati Siform Gli avviati con forti svantaggi sono di cui l'80% circa rappresentato da persone con disabilità; circa un terzo del totale è coinvolto in azioni realizzate dalla Provincia di Macerata. La maggior parte (poco più del 60%) ha partecipato ad attività inerenti l'obiettivo specifico IIe, mentre un altro 28,8% rientra nelle azioni riferibili all'obiettivo IIIg. 35

37 Grafico Destinatari disabili e svantaggiati avviati per Organismo intermedio e Obiettivo specifico (v.a.) AN AP FM MC PU RG Totale 0 Ic IIe IIIg IVi IVl Totale Persone disabili Altre tipologie Persone disabili Altre tipologie Fonte: dati Siform 4.2 UN APPROFONDIMENTO DELLE CARATTERISTICHE DELLA PROGRAMMAZIONE Prospettive con l attuale capacità di impegno In questo paragrafo si riepiloga il quadro attuale delle risorse impegnate articolate per Organismo intermedio. I volumi di risorse totali impegnate sono simili per ogni Amministrazione provinciale, eccetto la Regione, che ha impegnato una quota superiore. Tali volumi sono diversamente articolati per Asse nei territori, il che indica una capacità di adattamento del sistema a bisogni e domande differenti dovute a sistemi economici diversi. Quale potrebbe essere la prospettiva di realizzazione degli obiettivi del POR con l attuale dinamica di impegno delle risorse? Dopo cinque anni su sette di programmazione, si è impegnato oltre il 57% del programmato. Ma tale attività non è distribuita in modo uniforme: l avvio è stato lento, dedicato al riassetto dei sistemi operativi e complicato dalla crisi; ma già dal terzo anno di programmazione è evidente il raggiungimento di una buona efficienza operativa nell attuazione. Può essere utile avere un indicazione di massima su cosa potrebbe succedere qualora si procedesse con la stessa dinamica media nei prossimi anni di programmazione. Non si tratta di una previsione, ma di un semplice esercizio di proiezione della tendenza per tenere sotto controllo eventuali potenziali rischi. Un primo modo di avere indicazioni è il confronto tra impegnato effettivo e programmato teorico, ottenuto dividendo il POR per Asse/quota annuale (tenendo conto che la Regione può 36

38 impegnare risorse anche negli anni immediatamente successivi si divide per nove annualità, invece che per sette) e moltiplicandolo per i cinque anni di programmazione già trascorsi. Tabella Programmato POR per Asse. Quota teorica triennale. Effettivo Impegnato al 31/12/2011 e rapporto tra impegnato effettivo ed impegnato teorico Impegnato POR 5/9 POR Impegnato 31/12/2011 Effettivo/Teorico I Adattabilità , ,68 80,6 II Occupabilità , ,81 131,4 III Inclusione sociale , ,49 93,5 IV Capitale umano , ,31 72,6 V Transnazionalità , ,67 162,2 VI Assistenza tecnica , ,81 99,6 Totale , ,77 102,7 Fonte: elaborazioni su dati Siform Come si può osservare ci si attesta ad oltre il 100% di spesa rispetto a quanto previsto dal POR. Si tratta, cioè, di quel livello che si raggiungerebbe se ogni anno si impegnasse una stessa quota media annuale analoga a quella attuale. Il diverso andamento degli Assi I e II riflette in realtà la riprogrammazione avvenuta anche a seguito della crisi economica. Naturalmente si tratta di un esercizio incompleto in quanto, come si è detto, la distribuzione delle attività non è stata omogenea nei tre anni passati: il primo anno è servito in gran parte a porre le basi e gli strumenti operativi della nuova programmazione; l ultimo ha visto l accentuazione della recessione economica e ha costretto a cambiare l ordine delle priorità: una gran parte del lavoro in corso per le politiche di sostegno al reddito e alle competenze dei lavoratori non si esprime ancora in numeri di risorse impegnate. Il grafico successivo riporta gli obiettivi indicativi del POR FSE di programmato per ognuno dei nove (7 + 2) anni di programmazione (linea rossa), in ipotesi di crescita media costante. Esso è confrontato con la tendenza reale (linea blu), espressa in base ad una curva logistica, calcolata interpolando l andamento effettivo degli impegni fino al Come è ovvio, l andamento effettivo è ora, di poco, superiore a quello indicativo medio, e in forte recupero. Ponendo come vincolo il raggiungimento degli obiettivi alla fine del nono anno, e ipotizzando che negli ultimi due anni l attività si attenui, il grafico mostra come la capacità di impegno nei prossimi due anni debba mantenersi attorno ai 40 milioni annui. 37

39 Grafico 4.4 Previsione d impegno Attività di valutazione in itinere del POR Marche FSE ob / capacità di raggiungere l'obiettivo POR euro velocità di impegno necessaria velocità di impegno teorica Fonte: elaborazioni su dati Siform E sostenibile questo obiettivo? Se si guarda alla programmazione passata, non vi sono ragioni di preoccupazione. Nel precedente periodo, dopo quattro anni dall inizio della programmazione la capacità di impegno era al 30%, quindi quasi la metà del 57% attuale. Anche allora l andamento effettivo delle attività seguì una non accentuata curva logistica (linea continua), con una capacità di recupero nel secondo periodo di programmazione. Benché oggi le condizioni economiche e sociali siano cambiate rispetto al precedente periodo di programmazione, non c è ragione per ritenere che la capacità organizzativa del sistema della programmazione sia mutata, soprattutto considerando gli elevati volumi di impegno del biennio Si tratta di capire le ragioni del rallentamento della capacità di impegno 2011, dovute essenzialmente all attuazione dell accordo Stato-Regioni per la gestione della crisi, e di apportare le opportune iniziative di accelerazione della capacità di impegno annua già dal

40 5. La valutazione strategica Attività di valutazione in itinere del POR Marche FSE ob / PREMESSA La crisi economica ha modificato le condizioni di contesto in cui viene attuata la programmazione FSE. Di conseguenza, è importante verificare se e come i bisogni di intervento sono cambiati e se (e come) gli interventi realizzati col cofinanziamento del FSE hanno finora consentito di far fronte a questi cambiamenti. La valutazione strategica, partendo dai punti di forza e dalle criticità evidenziate dall analisi SWOT contenuta nel POR FSE , propone un aggiornamento (alla data più recente di aggiornamento dei dati disponibili) dei principali indicatori di contesto socio-economico, in primo luogo per verificare se i punti di forza rimangono tali e se le criticità sono state superate anche alla luce delle minacce sottolineate dalla stessa analisi SWOT; in secondo luogo, per analizzare se le priorità strategiche della programmazione sono ancora valide o se sono eventualmente necessari dei correttivi che tengano conto delle mutate condizioni di contesto. L aggiornamento dell analisi SWOT è seguito da una lettura dell attuazione, attraverso gli indicatori e i risultati della valutazione operativa, per verificare a quali target di destinatari sono stati indirizzati gli interventi ad oggi finanziati sui vari Assi e Obiettivi specifici del POR FSE Particolare attenzione viene dedicata a verificare se ed in quale misura le riprogrammazioni hanno soddisfatto bisogni e target considerati, in prima istanza, prioritari nel quadro socioeconomico regionale e nei diversi contesti locali. Inoltre, alla luce dell aggiornamento dell analisi SWOT, si vuole verificare se le riprogrammazioni hanno tenuto conto di eventuali nuovi bisogni e nuovi target rilevanti per effetto di criticità e minacce emergenti, qualora il quadro socio economico regionale e i diversi contesti locali fossero mutati in maniera consistente. In questo capitolo si propone inoltre un approfondimento sui giovani, con un analisi volta ad esaminare, da un lato, se ed in che misura il contesto socio-economico della regione Marche è, nel confronto con le altre regioni italiane, favorevole ai giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni, e, dall altro, ad approfondire (attraverso i dati SIFORM) le caratteristiche socio-anagrafiche dei giovani 15-29enni destinatari degli interventi cofinanziati col FSE, rispetto a quelle dell universo dei destinatari, e la tipologia degli interventi realizzati a loro favore. 39

41 5.2 L AGGIORNAMENTO DELL ANALISI DI CONTESTO E DELL ANALISI SWOT La valutazione strategica è chiamata ad esprimere un giudizio in merito alla coerenza e alla significatività della programmazione/riprogrammazione rispetto all evoluzione del contesto socioeconomico, ovvero rispetto ai bisogni sia rilevati ad inizio programmazione che emersi durante la programmazione in seguito alle mutate condizioni del contesto socio-economico. L analisi di contesto, che si presenta in questa sezione, è pertanto finalizzata ad evidenziare sia le tendenze socio-economiche in atto a livello regionale, sia la posizione relativa delle Marche rispetto all Italia e ai valori medi europei, a partire da quanto rilevato ad inizio programmazione (e riportato nell analisi di contesto proposta nel POR FSE Marche ) Mercato del lavoro 11 In relazione al mercato del lavoro, l analisi dei principali indicatori permette di osservare rispetto all analisi SWOT del POR : La conferma di alcune criticità: La presenza di elevate differenze di genere nei tassi di attività, di occupazione e di disoccupazione. Se le differenze nei tassi di attività e di occupazione si sono comunque ridotte in maniera significativa nel corso degli anni (soprattutto a causa di un peggioramento per la componente maschile e di un moderato miglioramento della componente femminile), la differenza nei tassi di disoccupazione è ritornata sui livelli del 2005, come risultato di una crescita del tasso di disoccupazione più marcata per le donne che per gli uomini. La crisi economica ha, quindi, contribuito a peggiorare le condizioni nel mercato del lavoro degli uomini e a rallentare il miglioramento di quelli femminili (che prima della crisi avevano registrato andamenti più favorevoli). Il tasso di occupazione degli over55, nonostante sia cresciuto negli anni e sia superiore a quello medio nazionale, si colloca ancora al di sotto della media europea. La crescita della precarietà occupazionale aggravata dalla crisi economica: a fronte di un calo consistente, rispetto al 2008, dei flussi in ingresso nel mercato del lavoro, che riguarda 11 Per l analisi a livello nazionale e regionale si utilizzano i dati medi della Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro (RCFL), relativi al 2011, recentemente pubblicati dall ISTAT. Per il livello europeo (UE27), EUROSTAT ha recentemente reso disponibili i dati medi della LFS relativi al

42 tutte le tipologie contrattuali (quelle permanenti in particolare), aumenta l incidenza delle forme contrattuali temporanee. La presenza di infortuni sul lavoro superiori alla media nazionale; L emergere di nuove criticità, determinate dalla crisi economica: Il calo dei flussi in entrata nel mercato del lavoro rispetto al L aumento del lavoro inutilizzato (scoraggiati e lavoratori equivalenti in CIG a zero ore e persone in cerca di occupazione). A questo si aggiunge il rischio crescente con il perdurare della crisi di difficoltà di riassorbimento dei lavoratori in CIG. La crescente disoccupazione ed inattività giovanile (15-24 anni). Tra i punti di forza, nonostante il peggioramento delle condizioni complessive del mercato del lavoro regionale, si registrano ancora: Tassi di occupazione sia maschili che femminili più elevati di quelli medi italiani. A differenza, però, di quanto emerso dall analisi SWOT del POR FSE, mentre il pur calante tasso di occupazione maschile è comunque superiore a quello medio europeo, quello femminile è inferiore. Tassi di disoccupazione nettamente inferiori a quelli medi italiani ed europei, soprattutto per gli uomini. Si rileva inoltre la presenza di un tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) inferiore a quello medio nazionale. Infine, relativamente alle minacce: Si registra tuttora la presenza di forti differenze territoriali nei tassi di disoccupazione, soprattutto tra la province di Ascoli Piceno, che nel 2011 mostra le peggiori performance, e le altre tre province marchigiane, con quella di Macerata che ha il tasso di disoccupazione più basso a fronte però di un modesto tasso di attività. Gli effetti della crisi hanno determinato una contrazione degli occupati nell industria tra il 2005 e il 2011, testimoniata anche dal calo della loro incidenza sul totale degli occupati. A ciò si aggiunga che più dei ¾ dei lavoratori in CIG equivalenti a zero ore si registrano nelle attività manifatturiere. E che tra il 2008 e il 2010, il numero dei beneficiari di indennità di mobilità è passato da a 5,985 (ovvero è cresciuto all incirca di 1,9 volte) e nel primo semestre 2011 ha già raggiunto le unità Fonte: INPS (2012), Il Rapporto sulla Coesione Sociale

43 Il rischio che la crisi economica diventi da congiunturale a strutturale. L analisi SWOT del POR FSE 2007/2013 evidenziava, tra i punti di forza del mercato del lavoro regionale, la presenza di tassi di occupazione e di attività superiori a quelli medi italiani e di livelli di disoccupazione inferiori sia ai valori medi nazionali che a quelli medi europei. Aggiornando al 2011 l analisi del mercato del lavoro marchigiano emerge quanto segue (Figura 5.1). Nel 2011, nelle Marche, il tasso di occupazione della popolazione in età lavorativa (15-64 anni) si attesta al 62,8%, collocandosi, a causa della continua flessione iniziata con la crisi del 2008, su livelli inferiori a quelli del 2005 (63,5%), e risultando superiore al dato medio nazionale (56,9%), ma inferiore rispetto a quello medio della UE27 (64,3%). Il numero degli occupati nel 2011 aumenta del 2,6% rispetto al 2005, attestandosi a 651mila unità, a sintesi di un incremento dell 8,6% dell occupazione nel settore dei servizi che ha più compensato il calo registrato in tutti gli altri settori di attività economica. Le ripercussioni della crisi hanno inciso finora soprattutto nell industria in senso stretto e in particolare nelle costruzioni, che vedono ridursi il numero degli occupati rispettivamente del 2,8% e del 7,9% nel confronto con il Nel complesso il numero degli occupati nell industria 14 nel 2011 è calato del 3,8% rispetto al 2005, pur mostrando comunque una contrazione inferiore a quella registrata a livello nazionale (-5,8%). Le Marche si confermano come la regione italiana in cui è più alta la quota di occupati nell industria (37,1% contro un dato medio nazionale del 28,5%), nonostante il calo rispetto al 2005 (39,6%). Dunque, una delle minacce individuate dall analisi SWOT alla luce della crisi del manifatturiero, inizia a mostrare, a seguito del perdurare dell attuale crisi economica, le prime ripercussioni sul mercato del lavoro marchigiano. In relazione al gap di genere, come a livello nazionale, la crisi congiunturale ha impattato in misura maggiore sull occupazione maschile 15. Il tasso di occupazione maschile si è ridotto di 2,7 punti percentuali rispetto al 2005, attestandosi al 70,9%, un dato comunque leggermente superiore a quello medio europeo (70,1%). Il tasso di occupazione femminile (54,7%) si conferma, invece, molto inferiore rispetto alla media europea (58,5%), pur registrando, rispetto al 2005, un incremento di 1,4 punti percentuali. Nonostante questi diversi andamenti, il differenziale fra il 13 Le costruzioni nel 2011 nel complesso occupano poco più di 46mila individui. 14 Industria in senso stretto più costruzioni. 15 Come visto in precedenza, tra il 2005 e il 2011, l occupazione è cresciuta nei servizi (in cui il tasso di femminilizzazione è più elevato) ed è diminuita nell industria in senso stretto e nelle costruzioni (in cui la componente maschile è significativamente prevalente). 42

44 tasso di occupazione maschile e femminile rimane comunque elevato (16,2 punti percentuali), seppure inferiore rispetto a quello medio italiano (21 punti percentuali). La riduzione più significativa del tasso di occupazione si osserva tra i giovani: il tasso di occupazione giovanile (15-24 anni) si attesta, nel 2011, al 21,1%, in calo di 8,6 punti percentuali rispetto al 2005 (29,7%) e superiore al valore medio nazionale (19,4%). Ma ancora molto distante dal valore medio della UE27 (33,6%). Il tasso di occupazione degli over55 (41,1%) 16 cresce invece, seppur in maniera marginale rispetto all anno precedente, mostrando un rallentamento nel trend crescente iniziato nel 2000 e rimanendo ancora al di sotto della media europea (47,4%), pur superando il valore medio nazionale (37,9%). A conferma di quanto emerso nell analisi SWOT contenuta nel POR FSE 2007/2013, continua la precarizzazione della forza lavoro marchigiana. I dati amministrativi sui flussi di assunzione 17 mostrano, nel confronto tra il 2008 e il , un calo pari al 24,7% delle assunzioni complessive. A contrarsi sono soprattutto i flussi in ingresso nell occupazione permanente: le assunzioni a tempo indeterminato calano del 46%, attenuando la loro incidenza sul flusso complessivo delle assunzioni al 13,1%, rispetto al 18,3% registrato nel corso del Anche le forme contrattuali temporanee, caratterizzate da forti contenuti di flessibilità e precarietà, si riducono: il lavoro somministrato si contrae del 4,3%, i contratti a tempo determinato del 21,3% e quelli di apprendistato/inserimento del 34,6%. Tuttavia, rispetto al 2008, aumenta il peso percentuale del tempo determinato (dal 60,6% al 63,3%) e del lavoro somministrato (dal 13% al 16,5%). Si riduce invece leggermente quello dei contratti di apprendistato / inserimento (dall 8,1% al 7%). Calcolando un indicatore sintetico del grado di flessibilità dell occupazione, dato dal rapporto tra lavoratori a tempo determinato, lavoratori a tempo parziale e collaboratori sul totale degli occupati, per le Marche nel 2011 si rileva un valore pari al 20,3%, in crescita rispetto al 16,6% del 2005, ma pur sempre inferiore al dato nazionale (20,7%) 19. Una larga quota di occupati è stata coinvolta in situazioni di crisi. Nel 2011, le ore di cassa integrazione autorizzate ammontano a , in crescita di oltre 4 volte rispetto al I 16 In specifico, si tratta del tasso di occupazione anni. 17 Dati analizzati dal Gruppo Multiregionale di Analisi del Mercato del Lavoro (Marzo 2012), I mercati regionali del lavoro Le dinamiche trimestrali: Aggiornamento al IV trimestre La variazione nei flussi in entrata nel mercato del lavoro viene qui proposta rispetto al 2008, primo anno da cui iniziano le analisi del Gruppo Multiregionale. 19 Elaborazioni su dati RCFL ISTAT (Media 2011). 43

45 lavoratori in CIG equivalenti a zero ore 20 sono pari a circa lavoratori (di cui solo nelle attività manifatturiere), ovvero l 1,8% dell occupazione dipendente nelle Marche. L incognita è quella relativa all effettiva possibilità per i lavoratori in cassa integrazione, tecnicamente considerati occupati, di essere riassorbiti nel sistema produttivo, che dipenderà dalla durata della crisi e dalla capacità del sistema economico regionale di uscire dalla crisi con una buona capacità competitiva. Rispetto al 2010, le ore di cassa integrazione complessivamente autorizzate diminuiscono però del 25,9% ( ore), una riduzione che interessa in maniera generalizzata tutte le tipologie di intervento (ordinario, straordinario e in deroga), anche se il calo è particolarmente consistente nel ricorso alla CIGO (-33,3%) e alla CIGS in deroga (-33,1%). Nelle attività manifatturiere si concentra il 76,3% delle ore di cassa integrazione guadagni complessivamente autorizzate sul territorio marchigiano. In questo settore di attività economica, nel 2011, il ricorso alla cassa integrazione guadagni, pur essendosi ridotto del 31,1% rispetto all anno precedente, rimane comunque di più di quattro volte elevato rispetto al 2005, per un totale di ore autorizzate pari a Relativamente agli incidenti sul lavoro, nelle Marche, l indice di frequenza infortunistica 21 per il triennio è pari al 31,03% (infortuni per mille addetti), in calo di 2 punti rispetto al triennio (pari al 33,13%), ma sempre più elevato rispetto al valore nazionale (27,06%). Il calo degli infortuni rispetto al triennio precedente deve essere letto contestualmente alla riduzione delle attività produttive nell industria manifatturiera e nelle costruzioni a seguito della crisi economica. L indice di gravità degli infortuni (3,27 giornate perse) continua ad attestarsi, in regione, ad un livello più elevato di quello medio nazionale (2,95) 22. La crisi ha portato anche ad un aumento del tasso di disoccupazione marchigiano al 6,7%, il livello più alto registrato dal 2005, anche se sempre al di sotto dei livelli nazionali (8,4%) ed europei (9,7%). La crescita del tasso di disoccupazione registrata nel 2011 si accompagna ad una riduzione della partecipazione al mercato del lavoro, probabilmente dovuta ad effetti di scoraggiamento, che potrebbe spiegare la minore disoccupazione rispetto alla UE. Nelle Marche, infatti, nel 2011, il tasso di inattività della popolazione in età lavorativa sale al 32,6% rispetto al 31,1% del La stima dei lavoratori in CIG equivalenti a 0 ore tiene conto dell effettivo tiraggio delle ore di cassa integrazione autorizzate fino a Gennaio In particolare, i lavoratori equivalenti a 0 ore sono stimati rapportando il monte ore utilizzato di CIG all orario di lavoro medio annuale di 1702 ore; le ore effettivamente utilizzate sono state calcolate considerando il tiraggio medio nazionale diffuso dall INPS pari al 64,55% delle ore autorizzate di CIGO, al 50,85% delle delle ore autorizzate di CIGS e CIGD; si ottiene così un numero (teorico) di lavoratori sospesi integralmente ( a 0 ore ). 21 Determinato dal rapporto tra eventi lesivi indennizzati, esclusi gli infortuni in itinere, ed il numero degli addetti. 22 Dati di fonte INAIL. 44

46 Livelli di disoccupazione inferiori alla media europea e nazionale si riscontrano sia per gli uomini che per le donne; inoltre, il differenziale fra il tasso di disoccupazione maschile (5,4%) e femminile (8,5%) rimane sostanzialmente stabile: 3,1 punti percentuale la differenza fra i tassi nel 2011 (2 punti percentuali in Italia) rispetto ai 3,2 punti percentuali del Come a livello nazionale, la crescente disoccupazione giovanile è annoverabile tra le maggiori criticità, con il tasso di disoccupazione dei giovani in età compresa fra i 15 e i 24 anni che raggiunge il 23,5%, superiore alla media europea (21,4%) ed in forte crescita rispetto al 15,7% del 2010, pur se inferiore a quello nazionale (27,8%). Tenendo conto che tra gli occupati vi sono anche persone momentaneamente escluse dal processo produttivo perché in Cassa integrazione guadagni (CIG) e che tra gli inattivi si nascondono i cosiddetti lavoratori scoraggiati 23, è possibile calcolare una misura del lavoro disponibile inutilizzato 24, che, nel 2011, raggiunge il 13,7% 25, in crescita rispetto all 11,3% del 2010 e al 9,7% del Nel 2011 il tasso di attività regionale anni (67,4%), pur mantenendosi al di sopra della media nazionale (62,2%) continua a ridursi, sia pur di poco, dando continuità all inversione di tendenza già registrata nel 2010 rispetto al trend crescente degli anni precedenti, e rimane al di sotto della media europea (71,2%) sia per gli uomini (75% rispetto al 77,6% europeo) che, soprattutto, per le donne, per le quali è pari al 59,7% rispetto al 64,9% medio europeo. Il differenziale fra i tassi di partecipazione maschili e femminili rimane quindi elevato (15,3 punti percentuali), seppure sempre inferiore rispetto a quello medio nazionale (21,6 punti percentuali), e in calo rispetto al 2005 (quando era pari a 19,1 punti percentuali). La partecipazione al mercato del lavoro è particolarmente bassa, se confrontata con la media europea, tra la popolazione giovanile: il tasso di attività regionale degli under 25 si attesta infatti al 27,5% rispetto al 42,7% della media europea.. La bassa partecipazione dei giovani al mercato del lavoro non è annoverabile tra le criticità in quanto è almeno in parte imputabile all elevata partecipazione dei giovani ai percorsi di istruzione e formazione professionale. 23 Coloro che cercano un lavoro e sono immediatamente disponibili a lavorare, ma che non hanno intrapreso azioni di ricerca in quanto ritengono che la situazione economica corrente renda per loro improbabile trovare un impiego. 24 Banca d Italia (2010), Le economia regionali L economia delle Marche, Banca d Italia, Ancona. 25 Dati sulle persone in cerca di occupazione, sulle forze di lavoro e sugli scoraggiati riferiti alla media 2011 della Rilevazione Continua sulle Forze di lavoro (RCFL). Lavoratori in CIG equivalenti a zero ore, calcolati secondo la metodologia precedentemente descritta. 45

47 Le differenze interne alla regione sono particolarmente rilevanti, con i tassi di occupazione che, nel 2011, vanno dal 59,6% della provincia di Ascoli Piceno al 64,7% di quella di Ancona 26. Il tasso di disoccupazione è più elevato in provincia di Ascoli Piceno, dove si attesta all 8,7% nel 2011, mentre nelle altre province si attesta tra il 6,9% di Ancona e il 5,4% di Macerata. Nella provincia di Ascoli Piceno è più bassa anche la partecipazione al mercato del lavoro (65,4%), mentre è più alta nella provincia di Ancona (69,5%). Sintetizzando, possiamo distinguere, da un lato, le province di Ascoli Piceno e di Macerata come quelle con le maggiori criticità e, dall altro, Ancona e Pesaro- Urbino con mercati del lavoro più solidi. 26 Anche per il 2011, l ISTAT ha fornito i dati della RCFL ISTAT rispetto a 4 province, non essendo ancora stata contemplata la provincia di Fermo. 46

48 Figura 5.1 Alcuni indicatori del mercato del lavoro, Marche e Italia ( ) Tasso di occupazione (15-64 anni) Tasso di disoccupazione 66,0 64,0 62,0 60,0 10,0 8,0 6,0 58,0 56,0 54,0 4,0 2,0 52, , Marche ITALIA Marche ITALIA 70,0 68,0 Tasso di attività (15-64 anni) 80,0 Tasso di occupazione (15-64 anni) per genere (Marche) 66,0 70,0 64,0 62,0 60,0 60, , Marche ITALIA maschi femmine Tasso di disoccupazione per genere (Marche) Tasso di attività (15-64 anni) per genere (Marche) 10,0 80,0 5,0 70,0 60,0 0, , Maschi Femmine maschi femmine Tasso di occupazione anni Quota di occupati nell'industria 50,0 45,0 40,0 40,0 30,0 35,0 20,0 30,0 10,0 25,0 0, , Marche Italia Marche Italia Fonte: elaborazioni su dati RCFL ISTAT 47

49 Tabella 5.1 Principali indicatori del mercato del lavoro per province marchigiane (2011) Tasso di occupazione (15-64 anni) Tasso di disoccupazione Tasso di attività (15-64 anni) Maschi e Maschi e Maschi e Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine femmine femmine femmine Pesaro-Urbino 74 53,9 64 4,7 7,2 5,8 77,8 58,2 68,0 Ancona 70,4 59,1 64,7 5,1 8,9 6,9 74,3 64,7 69,5 Macerata 70,1 54,3 62,2 4,4 6,6 5,4 73,5 58,2 65,8 Ascoli Piceno 69 50,4 59,6 7,1 10,8 8,7 74,4 56,5 65,4 MARCHE 70,9 54,7 62,8 5,4 8,5 6,7 75,0 59,7 67,4 Fonte: elaborazioni su dati RCFL ISTAT Istruzione e formazione Rispetto all investimento in capitale umano, l analisi degli indicatori consente di verificare che: In relazione alle criticità: Si registra una quota di laureati ancora relativamente bassa. In particolare: o La quota di laureati, pur essendo cresciuta e superiore al dato nazionale, è ancora inferiore alla media della UE27 e lontana da quel 40% di giovani tra i 30 e i 34 anni con un titolo di studio universitario o equivalente, fissato come obiettivo nell ambito della Strategia Europa o La proporzione di laureati in materie tecnico-scientifiche è cresciuta nel tempo e colloca il dato regionale al di sopra di quello nazionale, ma rimane ancora inferiore alla media della UE27. Si rileva una crescita del fenomeno degli abbandoni della scuola secondaria dopo il primo anno, che sebbene meno rilevante che a livello nazionale, richiede attenzione a livello programmatorio. Si riscontra una quota di adulti coinvolti in percorsi di formazione continua e permanente inferiore alla media nazionale e a quella della UE27, che colloca le Marche tra le regioni italiane nelle quali si registra uno dei valori più bassi dell indicatore e a distanza rilevante dagli obiettivi comunitari. Rispetto ai punti di forza trovano conferma la presenza di: Una quota di forza lavoro in possesso di un istruzione terziaria (post diploma) in crescita rispetto al passato, anche se ancora inferiore alla media nazionale e soprattutto a quella europea. 48

50 Elevati tassi di scolarizzazione della popolazione giovanile, nonostante le criticità relative ai tassi di abbandono in crescita rispetto ad inizio programmazione. L investimento in capitale umano rappresenta uno dei fattori cruciali per la capacità competitiva di un territorio. In particolare, nelle Marche si osserva quanto segue: Nel 2009, il 98,3% della popolazione tra i 15 e i 19 anni è in possesso almeno della licenza media inferiore, un dato in linea con quello nazionale e in crescita rispetto al 2007 (97,2%) e al 2008 (97,3%), anche se inferiore a quello registrato nel 2005 (98,7%). Il tasso di scolarità per le scuole secondarie superiori 27 cresce dal 99% dell anno scolastico 2004/2005 al 100,5% del 2009/2010, risultando superiore al dato nazionale (92,3%). Il tasso di abbandono alla fine del primo anno delle scuole secondarie superiori di secondo grado è aumentato dal 6,7% nell anno scolastico 2004/2005 al 9,8% nell anno scolastico 2009/2010 restando, comunque, inferiore al dato nazionale (12,1% nell a.s. 2009/2010). La quota di giovani che interrompono la frequenza della scuola secondaria superiore al primo anno rappresenta un indicatore utile a monitorare l efficacia degli interventi di policy in materia di istruzione. Inoltre, il tasso di regolarità degli studi nelle scuole secondarie di secondo grado nell anno scolastico 2007/2008 è calato all 83,7% rispetto all 85,2% dell anno scolastico 2004/2005, confermandosi, nonostante il calo registrato, ancora una volta superiore al dato nazionale (rimasto stabile all 80,6% tra l anno scolastico 2004/2005 e l anno scolastico 2007/2008). Infine, nel 2010, la quota di giovani (18-24 anni) che ha interrotto precocemente gli studi è pari al 15%, un dato inferiore a quello medio nazionale (18,8%) ed in calo rispetto al 2005 (19,2%) ma che rimane, comunque, superiore alla media europea (14,1%). La riduzione al di sotto del 10% della quota di giovani che lasciano la scuola senza essere in possesso di un adeguato titolo di studio ed è uno degli obiettivi della strategia di Europa Nel 2010, il 25% dei giovani 30-34enni ha conseguito un titolo di studio universitario (contro il 19,8% registrato a livello nazionale e il 33,3% della UE27), con un incremento, tra il 2005 e il 2010, di appena 5,5 punti percentuali. Si tratta di un dato inferiore solo a quello di Lazio (26,2%) e Umbria (25,6%). Il livello di istruzione della popolazione di anni è tra gli indicatori individuati dalla Commissione Europea nella strategia Europa Il target fissato, da 27 Il tasso e' calcolato rapportando il totale degli iscritti alle scuole secondarie do secondo grado alla popolazione residente nella classe d'età anni e assume valori superiori a 100 per la presenza di ripetenze o anticipi di frequenza. 49

51 raggiungere entro il prossimo decennio, è che almeno il 40% dei giovani tra i 30 e i 34 anni consegua un titolo di studio universitario o equivalente. Nel 2011, la quota di forza lavoro con un titolo di studio superiore alla licenza secondaria superiore è pari al 16,5%, ovvero una proporzione inferiore a quella rilevata a livello nazionale (il 17,3%) e superiore al valore registrato nel 2005 (il 15,1%), ma che rimane notevolmente inferiore alla media europea (28,6%). Nel 2009, la quota di laureati in materie tecnico-scientifiche si posiziona al 13,8%, in crescita di 1,6 punti percentuali rispetto al 2005 e superiore al 12,2% del dato nazionale, ma inferiore a quello del Nord (14%), del Centro (17%) e della UE27EU27 (14,3%). La quota di adulti impegnati in attività formative nelle Marche è solo pari al 4,6% nel 2010, rispetto al 6,2% dell Italia e al 9,1% dell EU27. Nel 2010, solo la Valle d Aosta registra una percentuale più bassa (3,9%) di quella delle Marche. Le Marche non solo si collocano al di sotto del valore medio nazionale, ma mostrano un calo rispetto al 2005 (5,4%). Uno degli obiettivi della Strategia di Lisbona nel campo dell istruzione e della formazione era quello di una quota di adulti impegnati in attività formative pari al 12,5% entro il Questo indicatore è stato ripreso da Europa 2020, ma il valore target è stato innalzato al 15%. Le Marche sono, dunque, in forte ritardo rispetto agli obiettivi di Europa

52 Figura 5.2 Alcuni indicatori sull investimento in capitale umano 102,0 100,0 98,0 Tasso di partecipazione alla scuola secondaria superiore 13,0 12,0 11,0 Tasso di abbandono alla fine del primo anno delle scuole secondarie superiori di secondo grado 96,0 10,0 94,0 92,0 9,0 8,0 7,0 90,0 2004/ / / / / /2010 6, Marche Italia Marche Italia 24,0 22,0 20,0 18,0 16,0 14,0 Giovani che abbandonano prematuramente gli studi 27,0 25,0 23,0 21,0 19,0 Popolazione in età anni che ha conseguito un titolo di studio universitario 12,0 17,0 10, , Marche Italia Marche Italia 6,5 Popolazione in età anni che partecipa all'apprendimento permanente 14,0 13,5 Laureati in scienza e tecnologia 6,0 5,5 13,0 12,5 12,0 5,0 4,5 11,5 11,0 10,5 4, , Marche Italia Marche Italia Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Banca dati per le politiche di sviluppo e Noi Italia Altre tendenze socio economiche Rispetto alle tendenze socio-economiche in atto, nelle Marche continuano a sussistere le seguenti minacce: elevata specializzazione produttiva dell industria manifatturiera in settori esposti alla concorrenza dei Paesi emergenti; livelli di produttività nell industria inferiori alla media italiana; bassa incidenza sul PIL della spesa pubblica e privata in R & S; 51

53 tassi di mortalità delle PMI elevati a causa delle problematiche connesse al ricambio generazionale e alla recessione economica in corso. A completamento delle analisi precedenti, possono essere presi in considerazione altri indicatori in grado di evidenziare ulteriori tendenze socio-economiche in atto a livello regionale. Dall analisi della composizione della struttura produttiva, che prende in considerazione la quota di addetti impegnati nelle diverse classi dimensionali dell industria e dei servizi, basandosi sui dati del Registro statistico delle imprese attive (ISTAT) relativi al 2009, emerge che i settori di attività e dimensioni prevalenti delle imprese nelle Marche sono quello dell industria e della piccola impresa (da 10 a 49 addetti). Nonostante le ripercussioni negative della crisi, anche nel corso del 2011, continua la ripresa dell export manifatturiero, iniziata nel Il valore complessivo delle esportazioni del settore manifatturiero marchigiano, infatti, cresce ulteriormente del 9,4% arrivando a rappresentare il 2,6% del totale nazionale, ovvero un valore complessivo superiore a quello del 2005 (+ 1,6%). La produttività del lavoro nell industria in senso stretto, misurata come valore aggiunto per ULA, si riduce nel 2009 dell 8,3% rispetto al 2005 e continua a collocarsi su livelli inferiori alla media italiana. Nel 2009, l incidenza sul PIL della spesa in R&S delle imprese pubbliche e private nelle Marche si attesta allo 0,3%, in crescita rispetto allo 0,2% del 2005, ma permanendo al di sotto dell incidenza registrata in Italia (0,7%), nel Centro (0,5%) e nel Nord (0,9%). Il tasso di mortalità delle imprese 28 ha raggiunto il 7% nel 2011, un valore inferiore a quello medio nazionale (il tasso di mortalità per le imprese italiane è, infatti, pari al 7,5%). Data l elevata presenza di piccole imprese nel tessuto produttivo marchigiano è ipotizzabile che la mortalità delle PMI abbia avuto un andamento simile a quello di tutte le imprese. 28 Calcolato - sulla base dei dati Movimpresa Infocamere - come rapporto percentuale tra il numero di imprese cessate nell anno t e la popolazione di imprese attive nell anno t. 52

54 Figura 5.3 Produttività del lavoro nell industria in senso stretto e Incidenza della spesa delle imprese pubbliche e private in Ricerca e Sviluppo (R&S) Produttività del lavoro nell'industria in senso stretto 44,0 42,0 40,0 38,0 36,0 34,0 32,0 30, Marche Italia Incidenza della spesa delle imprese pubbliche e private in Ricerca e Sviluppo (R&S) 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0, Marche Italia Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Coeweb e Banca dati per le politiche di sviluppo 53

55 Tabella 5.2 Analisi SWOT aggiornata Attività di valutazione in itinere del POR Marche FSE ob /2013 Criticità Punti di forza Elevate differenze di genere nei tassi di attività, di occupazione, di disoccupazione Tasso di occupazione over55 al di sotto della media europea Crescente grado di precarietà della forza lavoro Forte contrazione dei flussi in entrata nel mercato del lavoro Crescita del lavoro non utilizzato (scoraggiati, disoccupati e lavoratori equivalenti in CIG a zero ore a causa della crisi) Infortuni sul lavoro superiori alla media nazionale Bassa quota di giovani 30-34enni con un titolo di studio universitario (rispetto all obiettivo della Strategia Europa 2020) Bassa quota di laureati in materie tecnico-scientifiche Crescita del fenomeno degli abbandoni della scuola secondaria, dopo il primo anno Quota di adulti coinvolti in percorsi di formazione continua e permanente lontana dagli obiettivi comunitari Minacce Opportunità Differenze territoriali nei tassi di disoccupazione Elevata specializzazione produttiva dell industria manifatturiera in settori esposti alla concorrenza dei Paesi emergenti Livelli di produttività nell industria inferiori alla media italiana Bassa incidenza sul PIL della spesa pubblica e privata in R & S Tassi di mortalità delle PMI potenzialmente elevati a causa delle problematiche connesse al ricambio generazionale Effetti perduranti della crisi economica Tassi di occupazione, in particolare maschili, più elevati di quelli medi italiani e superiori a quelli medi europei Tassi di disoccupazione nettamente inferiori a quelli medi italiani ed europei, soprattutto per gli uomini Tasso di disoccupazione giovanile inferiore a quello nazionale Elevati livelli di scolarizzazione della popolazione giovanile Crescita della forza lavoro in possesso di un istruzione terziaria (post diploma) Elevato potenziale imprenditoriale Forti potenzialità di crescita di settori alternativi all industria manifatturiera (turismo, energia, attività collegate alla tutela ambientale, attività terziarie) Note: In grassetto sono riportati i cambiamenti (totali / parziali) rispetto ad inizio programmazione. Fonte: Por Fse Regione Marche ed elaborazioni su risultati analisi di contesto socio-economico aggiornata. 54

56 5.3 I DESTINATARI DEGLI INTERVENTI COFINANZIATI DAL FSE 29 Come evidenziato dalla valutazione operativa, sulla base dei dati del sistema di monitoraggio SIFORM, gli interventi cofinanziati dal FSE, avviati al 31 dicembre 2011, hanno coinvolto complessivamente individui (destinatari avviati) (+ 44% rispetto ai dell anno precedente), raggiungendo quindi il 3,5% di tutta la popolazione residente nelle Marche 30 (rispetto al 2,4% del 2010). Rispetto ai risultati dell analisi condotta nel precedente paragrafo, gli interventi del POR FSE appaiono coerenti rispetto ai bisogni di intervento e ai target di destinatari rilevati ad inizio programmazione nel mercato del lavoro marchigiano. In particolare, come già evidenziato anche nel rapporto di valutazione dell anno scorso: Le pari opportunità di genere sono state presidiate, oltre che dagli interventi attivati sull Obiettivo specifico IIf, anche negli altri Assi, che presentano una buona distribuzione dei destinatari per genere, anche se l attenzione alle pari opportunità di genere dovrebbe essere rafforzate nell ambito dell Asse I: infatti, le donne prevalgono numericamente sugli uomini in tutti gli Assi ad eccezione dell Asse I. Le iniziative avviate all interno degli Assi I e II, concentrandosi soprattutto sull Obiettivo specifico Ia e IIe, garantiscono un adeguato sostegno all occupazione e alle transizioni nel mercato del lavoro, contribuendo al contenimento della precarietà e della disoccupazione di lunga durata, oltre che a supportare i lavoratori in crisi, contrastare gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali e favorire la creazione di impresa. L integrazione nel mercato del lavoro dei migranti appare presidiata oltre che dagli interventi attivati nell ambito dell Asse III, anche da tutti gli altri Obiettivi specifici (ad eccezione del IIf). 29 I dati SIFORM utilizzati per la stesura di questo paragrafo del capitolo sulla valutazione strategica includono, tra i destinatari avviati, le persone per le quali esiste l impegno all assunzione. Si tratta dei destinatari di progetti per la creazione di impresa, che quindi sono stati compresi tra gli occupati, in quanto sono stati avviati i rispettivi progetti di Ob.spec. I c Competitività per 911 persone, IIe-Politiche attive per 641 persone, IIIg Reinserimento svant. per 193 persone). Tuttavia, per questi destinatari alcune caratteristiche individuali (quali il genere, l età o il titolo di studio) non sono conosciute (e quindi non sono disponibili) fino al momento della conclusione dei progetti e dunque non è possibile tenerne conto nell analisi disaggregata. Le distribuzioni percentuali per genere, classi di età, livello di istruzione e condizione lavorativa riportate in questo paragrafo sono calcolate sul numero totale dei destinatari (inclusi coloro per i quali le informazioni relative alle suddette variabili non sono eventualmente disponibili). 30 Al 1 gennaio

57 Un presidio sufficiente all inserimento lavorativo delle persone con disabilità viene assicurato soprattutto dagli interventi attivati sull Obiettivo specifico e) dell Asse II, oltre che dalle iniziative avviate sugli Assi III e IV. L accesso dei destinatari alle opportunità formative lungo tutto l arco della vita appare essere garantito dalle iniziative avviate sull Asse IV - Obiettivo specifico IVi e sugli Assi I e II. Le iniziative avviate negli Assi III e IV, relative alle azioni di sistema a sostegno del rafforzamento del sistema dell istruzione e della formazione e della innovazione e del trasferimento tecnologico, sono particolarmente rilevanti per la competitività regionale nel medio lungo periodo e per contrastare gran parte delle minacce e alcune criticità (come la bassa quota di laureati e di laureati in discipline tecnico-scientifiche) evidenziate dall analisi SWOT. Emerge, però, la presenza di alcune criticità preesistenti ed emergenti che la programmazione regionale deve tenere opportunamente in considerazione, ovvero: L elevato numero di lavoratori in Cassa Integrazione Guadagni, soprattutto nel settore manifatturiero, che potrebbero non essere tutti riassorbiti dal sistema produttivo, allorché si ridurranno e termineranno le quote FSE destinate al cofinanziamento delle misure anticrisi, di cui all Accordo Stato Regioni Stato/Regioni/Province autonome del 26 Febbraio Il tasso di occupazione degli over55, nonostante sia cresciuto nel tempo e si collochi su un valore superiore a quello medio nazionale, è ancora inferiore a quello medio europeo. Si tratta di una criticità importante anche alla luce del fatto che pochi (il 2,5% circa) sono stati i destinatari over55 raggiunti dalle iniziative cofinanziate dal FSE. La quota ancora bassa di laureati, soprattutto nelle discipline tecnico scientifiche, nonostante oltre 1/5 dei destinatari delle iniziative cofinanziate dal FSE sia costituito da persone con un livello di istruzione universitaria, con un tasso di copertura della popolazione con istruzione terziaria pari all 8,1%. Agli individui con livello di istruzione Isced 5 e 6 sono destinati soprattutto gli interventi attivati sugli Obiettivi specifici Ia (23,8%), IIe (35,5%) e IVi (24,7%) e, in particolare, le seguenti categorie di progetti: formazione per occupati (il 22,5%), borse di lavoro (il 26,1%) e formazione permanente (il 19,1%). La bassa quota di adulti (25-64 anni) coinvolti in percorsi di formazione continua e permanente non solo è lontana dagli obiettivi comunitari, ma è addirittura peggiorata nel corso del tempo, collocando le Marche tra le regioni nelle quali si registra uno dei valori più 56

58 bassi dell indicatore. Tuttavia, ben il 39% dei destinatari del POR-FSE tra i 25 e i 64 anni è destinataria di progetti di formazione per occupati ed un altro 17,4% di interventi di formazione permanente, a dimostrazione dell attenzione della Regione nei confronti di questi percorsi formativi. La crescita del fenomeno degli abbandoni della scuola secondaria, dopo il primo anno, costituisce una criticità che, nonostante i livelli di scolarizzazione, la Regione Marche appare presidiare nell ambito del POR FSE: infatti, tra i giovani tra i 15 e i 19 anni, la maggior parte (il 42,4%) è destinataria di interventi di formazione nell ambito dell obbligo formativo. In complesso, i target di destinatari a cui sono stati prevalentemente indirizzati gli interventi sono stati (Tabella 5.3): le donne (il 53,7%); gli individui nella fascia di età anni (il 31,7%); le persone con un basso livello di istruzione (ISCED 0, 1 e 2) per il 41,6%; per poco meno della metà (il 47,4%) gli occupati; gli immigrati, le persone con disabilità e gli altri svantaggiati rappresentano rispettivamente il 9,2%, il 4,8% e l 1,2% del totale dei destinatari. La quota più consistente di destinatari (il 41,1%) è stata raggiunta dagli interventi avviati sull Asse I Adattabilità. In particolare: per quanto riguarda le donne, gli individui tra i 15 ed i 54 anni, gli individui con al massimo un livello di istruzione post secondaria non terziaria (ISCED 4), gli interventi ad essi indirizzati sono stati avviati su tutti gli Assi e gli Obiettivi specifici (ad esclusione dell Asse VI - Assistenza Tecnica), sia pure con gradi di coinvolgimento più o meno significativi; per quanto concerne gli occupati e le persone in cerca di (prima) occupazione, gli interventi attivati si distribuiscono sui primi 4 assi. 57

59 Tabella 5.3 Destinatari dei progetti avviati per Asse e per caratteristiche socio-anagrafiche (valori assoluti e percentuali di colonna) Genere Classi di età Titolo di studio Posizione nel mercato del lavoro Gruppi svantaggi ati Asse I Asse II Asse III Asse IV Asse V Totale v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % Donne , , , , , ,7 Uomini , , , , , ,3 Fino a ,0 0 0, , ,7 2 0, , anni , , , , , , , , , ,6 7 0, , , , , ,5 6 0, , , , , ,4 1 0, , , , , ,2 0 0, ,5 Over ,2 11 0,1 0 0,0 7 0,1 0 0,0 66 0,1 ND 951 4, , ,8 13 0,1 0 0, ,4 Isced 0, 1 e , , , , , ,6 Isced , , , ,9 17 0, ,7 Isced , ,1 30 0, ,1 2 0, ,6 Isced 5 e , , , ,5 0 0, ,8 ND , , ,0 89 1,0 0 0, ,4 Occupato , , , ,7 0 0, ,4 Inoccupato/ Disoccupato , , , ,7 0 0, ,8 Studente 0 0, , , , , ,1 Inattivo (escluso studenti) 0 0, , , ,0 0 0, ,4 ND 911 4, , ,6 0 0,0 0 0, ,2 Persone disabili 0 0, , , ,1 0 0, ,8 Migranti , , , ,2 92 3, ,2 Altre tipologie 10 0, , ,2 9 0,1 0 0, ,2 Totale Fonte: elaborazioni su dati SIFORM I tassi di copertura, ovvero l incidenza percentuale di ciascun target di destinatari sul totale della popolazione di riferimento (in altri termini, la misura della quota di popolazione residente nelle Marche raggiunta dagli interventi cofinanziati dal FSE), raggiungono complessivamente il 3,5% e sono più elevati per le donne (3,6%), i giovani tra i 15 e i 24 anni (il 10,4%), gli individui con un livello di istruzione terziaria (Isced 4, 5 e 6) (l 8,1%) e le persone in cerca di (prima) occupazione (il 34,3%) (Tabella 5.4). Nel caso degli immigrati e delle persone con disabilità, il tasso di copertura è pari rispettivamente al 4,4% e al 3,4%. Nel confronto con il 2010 crescono i tassi di copertura di tutti i target considerati. Particolarmente consistente è la crescita del tasso di copertura delle persone in (cerca) di prima occupazione, in crescita di 7,7 punti percentuali rispetto al 26,6% del 2010 (Figura 5.4) 58

60 Considerando i tassi di copertura per Asse, si osserva che: la maggior concentrazione dei destinatari sull Asse I implica tassi di copertura più elevati rispetto a quelli degli altri Assi per tutti i target di destinatari, tranne che per i ragazzi fino ai 15 anni, gli individui con istruzione terziaria (Isced 4, 5 e 6), le persone in cerca di (prima) occupazione, gli inattivi (studenti compresi) e le categorie svantaggiate; gli interventi avviati sull Asse II hanno raggiunto in misura maggiore, rispetto agli altri Assi, i più istruiti, le persone in cerca di (prima) occupazione e le persone con disabilità; le azioni avviate sull Asse III, più di quelle realizzate sugli altri Assi, hanno interessato soprattutto i ragazzi fino ai 15 anni, gli inattivi (studenti compresi) e i migranti. Inoltre, emerge che: l Asse IV ha interessato in maniera comunque rilevante i giovani tra i 15 e i 24 anni, i più istruiti e le persone in cerca di (prima) occupazione; l Asse V registra il tasso di copertura più elevato in relazione ai giovani tra i 15 e i 24 anni; i migranti sono stati coinvolti in misura rilevante anche negli interventi avviati sugli Assi I e IV; le persone disabili sono state coperte da interventi avviati sull Asse III e, in misura più limitata, sull Asse IV, oltre che sull Asse II. 59

61 Tabella 5.4 Destinatari coinvolti negli interventi avviati e tassi di copertura della popolazione di riferimento Genere Classi di età Titolo di studio Posizione nel mercato del lavoro Gruppi svantaggi ati Destinatari avviati Asse I Asse II Asse III Asse IV Asse V Tot. Pop. di rif. Asse I Asse II Tassi di copertura Donne (1) 1,3 0,9 0,5 0,7 0,2 3,6 Uomini (1) 1,5 0,7 0,5 0,5 0,1 3,3 Fino a (1) 0,0 0,0 1,1 0,1 0,001 1, anni (1) 3,3 1,4 2,0 2,0 1,7 10, (1) 3,6 2,9 0,5 1,9 0,004 9, (1) 2,1 1,1 0,2 0,7 0,002 4, (1) 1,5 0,6 0,2 0, (1) 0,4 0,2 0,1 0,1 0,0 0,7 Over (1) 0,01 0,003 0,0 0,002 0,0 0,02 ND Isced 0, 1 e (2) 1,2 0,4 0,7 0,4 0,3 3,0 Isced (2) 1,8 1,0 0,3 0,5 0,004 3,5 Isce 4,5 e (2) 2,5 2,8 0,4 2,5 0,001 8,1 ND Occupato (2) 3,0 0,5 0,03 0,4 0,0 3,9 Inoccupato/ Disoccupato Inattivi (studenti inclusi) Asse III Asse IV Asse V 0, (2) 3,5 17,2 5,0 8,6 0,0 34, (2) 0,0 0,13 1,4 0,9 0,8 3,2 ND Persone disabili (3) 0,0 2,3 0,7 0,4 0,0 3,4 Migranti (4) 1,2 0,5 1,9 0,7 0,1 4,4 Altre tipologie Totale ,4 0,8 0,5 0,6 0,2 3,5 Note: (1) Dati Demo ISTAT (al 1 gennaio 2011); (2) Dati RCFL ISTAT (2011); (3); Dati Disabilità in cifre Istat ( ); (4) Cittadini stranieri anni Dati Demo ISTAT (al 1 gennaio 2011) Fonte: Elaborazioni su dati Siform e ISTAT Tot. 2,6 60

62 Figura 5.4 Tassi di copertura della popolazione di riferimento al 31/12/2010 e al 31/12/2011 Gruppi svantaggiati Posizione nel mercato del lavoro Genere Classi di età Titolo di studio Totale destinatari 3,5 2,4 Persone con disabilità 3,4 2,0 Migranti 4,4 3,0 Inattivi 3,2 2,8 Disoccupati Attivi (Occupati) 3,9 2,7 Isced_4_5_6 Isced_3 Isced_1_ anni anni anni Uomini Donne 6,0 3,5 2,5 3,0 2,1 0,7 0,4 5,0 3,1 3,3 2,2 3,6 2,4 34,3 26,6 8,1 10,4 10,0 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40, Fonte: elaborazioni su dati SIFORM In dettaglio, circa gli interventi avviati e i destinatari coinvolti per Asse del POR - FSE, si osserva quanto segue (si vedano la precedente Tabella 5.3 e la successiva Figura 5.4): Nell Asse I, gli interventi avviati sui vari Obiettivi specifici hanno visto come destinatari soprattutto gli uomini (il 52,7%) 31, i giovani adulti (25 e i 34 anni) (il 31,4%), le persone meno istruite (ISCED 0, 1 e 3) (il 39,6%) e gli occupati (l 88,4%). Nessuna persona con disabilità rientra tra i destinatari dell Asse I, mentre i migranti raggiungono il 6,1%. La maggior parte dei destinatari di quest Asse sono stati raggiunti dagli interventi attivati sull Obiettivo specifico Ia - Sviluppare sistemi di formazione continua e sostenere l adattabilità dei lavoratori ( destinatari, pari al 57,4% dei destinatari complessivamente avviati su quest Asse), ad eccezione degli individui con 45 anni ed oltre e dei meno istruiti (Isced 0, 1 e 2) che sono stati interessati in misura mediamente superiore dagli interventi avviati nell ambito dell Obiettivo specifico Ic - Sviluppare politiche e servizi per l anticipazione e 31 Si tratta dell unico Asse in cui gli uomini sono presenti in misura mediamente superiore alle donne. 61

63 gestione dei cambiamenti, promuovere la competitività e l imprenditorialità, così come tutti i 10 individui che appartengono a categorie di svantaggio diverse dalle persone con disabilità e dai migranti e che rientrano tra i destinatari dell Asse I. Negli interventi attivati sull Asse II sono stati coinvolti soprattutto donne (58,2%), giovani adulti (25-34 anni) (43,6%), individui con un istruzione secondaria superiore (ISCED 3) (il 36,3%) e persone in cerca di (prima) occupazione (il 63,6%). Si registra inoltre la quota in media più elevata di persone con disabilità (il 13,7%), con i migranti e le altre tipologie di svantaggiati che rappresentano rispettivamente il 4,1% e l 1,9% dei destinatari complessivamente avviati su quest Asse. La quasi totalità dei destinatari è stata raggiunta da interventi avviati sull Obiettivo specifico IIe - Aumentare l efficienza, l efficacia, la qualità e l inclusività delle istituzioni del mercato del lavoro (12.439, ovvero il 98% dei destinatari su quest Asse). I destinatari dell Obiettivo IIf - Migliorare l accesso delle donne all occupazione e ridurre le disparità di genere, infatti, nel complesso, sono solo (di cui 255 donne e 4 uomini), per la maggior parte di età compresa tra i 35 e i 44 anni (il 44,8%), in cerca di (prima) occupazione (il 68,3%) e con un basso livello di istruzione (ISCED 0, 1 e 2) (il 40,9%). L unica categoria di svantaggio rientrante tra i destinatari dell Obiettivo IIf è quella dei migranti (anche se si tratta di soli 5 individui). Sull Asse III, Obiettivo specifico IIIg - Sviluppare percorsi di integrazione e migliorare il (re)inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati per combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro, sono stati raggiunti destinatari. Si tratta in prevalenza di donne (il 53,2%, una percentuale leggermente inferiore a quella media dei destinatari del POR FSE nel loro complesso), i giovani tra i 15 e i 24 anni (2.914, ovvero il 39,2%), le persone con un basso livello di istruzione (ISCED 0, 1 e 2) (5.393, pari al 72,5%) e gli studenti (4.441, pari al 59,7%). Il 7,3% dei destinatari sono persone con disabilità; su quest Asse si raggiunge la percentuale più elevata di migranti (il 29,1%) e di altri svantaggiati (il 5,2%). La maggior parte dei destinatari dell Asse IV sono donne (il 60,8%), giovani adulti (25-34 anni) (il 39,6%), individui con una istruzione terziaria universitaria (il 36,5%) e persone in cerca di (prima) occupazione (il 43,7%). Le persone con disabilità e i migranti costituiscono rispettivamente il 3,1% e l 8,2% dei destinatari avviati su quest Asse, con le altre tipologie di 32 Circa il 2% del totale dei destinatari avviati su quest Asse al 31/12/

64 svantaggio che raggiungono solo lo 0,1%. La quota preponderante dei destinatari dell Asse IV si concentra sull Obiettivo specifico IVi - Aumentare la partecipazione alle opportunità formative lungo tutto l arco della vita e innalzare i livelli di apprendimento e conoscenza (8.119 destinatari, pari all 87,8%). I destinatari coinvolti negli interventi a valere sull Obiettivo specifico IVl - Creazione di reti tra università, centri tecnologici di ricerca, il mondo produttivo e istituzionale con particolare attenzione alla promozione della ricerca e dell innovazione, invece, superano di poco il 12% del totale dei destinatari dell Asse IV e, data la natura dell Obiettivo specifico e delle iniziative attivate nel suo ambito, sono soprattutto persone tra i 25 ed i 34 anni (il 50%), individui con un livello di istruzione terziaria universitaria (il 53,3%) e persone in cerca di occupazione. Rispetto all anno precedente, in cui la maggior parte di destinatari aveva un basso livello di istruzione, gli interventi avviati nell ambito di questo Obiettivo specifico sembrano quindi essere stati maggiormente mirati a favore di target di destinatari con un livello di istruzione terziaria universitaria. E tra i destinatari dell Obiettivo specifico IVl che si registra la quota più alta di persone con disabilità (il 25,8%), mentre sull Obiettivo specifico IVi non vi sono persone con disabilità tra i destinatari. Infine, sull Asse V, Obiettivo specifico 5m - Promuovere la realizzazione e lo sviluppo di iniziative e di reti su base interregionale e transnazionale, con particolare attenzione allo scambio delle buone pratiche, nei progetti avviati sono stati coinvolti destinatari. Si tratta nella quasi totalità dei casi di studenti, giovani (15-24 anni) e con un basso livello di istruzione (ICED 1-2). I migranti sono 92 e rappresentano l unico target di svantaggio raggiunto su quest Asse. 63

65 Figura 5.4 Destinatari dei progetti avviati al 31/12/2011 per Obiettivi specifici e per caratteristiche socioanagrafiche Ia Ib Ic IIe IIf IIIg IVi IVl Vm 0 Ia Ib Ic IIe IIf IIIg IVi IVl Vm Fino a 15 anni anni anni anni Donne Uomini anni anni 65 anni ed oltre Non disp Ia Ib Ic IIe IIf IIIg IVi IVl Vm 0 Ia Ib Ic IIe IIf IIIg IVi IVl Vm Isced 0_1_2 Isced_3 Isced_4 Isced_5_6 Non disp. Occupati Disoccupati Studenti Inattivi Ia Ib Ic IIe IIf IIIg IVi IVl Vm Migranti Persone con disabilità Altri svantaggiati Fonte: elaborazioni su dati SIFORM 5.4 UN APPROFONDIMENTO SULLA SITUAZIONE GIOVANILE I giovani nel contesto socio-economico regionale 33 In Italia i giovani rappresentano da sempre un segmento particolarmente debole del mercato del lavoro e la recente crisi economica ha peggiorato la loro situazione. L elevato ricorso a forme contrattuali a termine ha fatto sì che i giovani siano stati tra i primi a perdere il posto di lavoro, con l ulteriore aggravante di essere meno coperti dagli ammortizzatori sociali rispetto alle fasce più adulte. La debolezza della ripresa e la necessità delle imprese di riassorbire la manodopera 33 L analisi qui proposta trae spunto da un analogo esercizio condotto da Datagiovani 64

66 sottoutilizzata durante la crisi rischia di ritardare ulteriormente la creazione di nuova occupazione, a discapito soprattutto delle nuove generazioni. Il difficile ingresso dei giovani nel mercato del lavoro potrebbe avere effetti di lungo periodo, segnando in modo negativo (scarring effect) le opportunità future delle attuali giovani generazioni in termini di qualità del lavoro, di salario, di formazione, di prospettive di carriera e di protezione sociale. Vi è poi un rischio di depauperamento del capitale sociale e umano con l aumento, tra i giovani, della disoccupazione di lunga durata e dei NEET (né occupati né in istruzione e formazione) che, nel lungo periodo, potrebbe incidere sulle prospettive di crescita e competitività dell intero sistema economico, e aumentare la spesa per far fronte agli effetti sociali negativi dell esclusione. Anche se la situazione marchigiana è meno grave che a livello nazionale, emerge comunque un quadro difficile soprattutto per i giovani tra i 15 e i 24 anni che presentano una diffusione della disoccupazione e dell inattività superiori ai dati medi europei. Nel 2011, il tasso di occupazione giovanile (15-24) è sceso nell Europa a 27 al 33,6%, il valore più basso mai registrato nella storia dell Unione Europea a 27 paesi. La media europea nasconde grandi differenze tra i paesi: se in Italia il tasso risulta addirittura inferiore al 20%, alcuni paesi registrano tassi di occupazione giovanile molto più elevati, come la Danimarca (57,5%), l Austria (54,9%) e la Germania (il 47,9%). Nella Marche il tasso di occupazione giovanile raggiunge solo il 21,1% nel Particolarmente critica la situazione occupazionale delle giovani donne, che presentano tassi di occupazione costantemente inferiori a quelli maschili in tutte le aree considerate: nelle Marche il gap occupazionale tra giovani uomini e giovani donne è di circa 7 punti percentuali, leggermente inferiore a quello italiano (7,6 pp) ma superiore a quello europeo (4,3 pp). Nel 2011, il tasso di disoccupazione giovanile si è attestato al 21,3% nella UE-27. L Italia è tra i paesi con la maggiore disoccupazione giovanile (29,1%), preceduta da Spagna (46,4%) e Grecia (44,4%), mentre tassi molto inferiori si registrano in Austria (8,3%), Germania (8,6%) e Danimarca (14,2%). Nelle Marche, il tasso di disoccupazione della popolazione tra i 15 ed i 24 anni si attesta al 23,5%, alquanto distante dalla media UE-27, pur se inferiore a quello nazionale. Il contenimento della disoccupazione giovanile, nonostante la bassa occupazione, sembra ascrivibile soprattutto ad un effetto di scoraggiamento che ha spostato molti giovani verso l inattività. I tassi di attività dei giovani in Italia e nelle Marche sono infatti molto inferiori a quelli medi dell a UE27, soprattutto tra le giovani donne. 65

67 Un altro indicatore delle difficoltà dei giovani nel mercato del lavoro. aggravatesi con la crisi, è dato dalla forte crescita dei NEET, i giovani tra i 15 e i 24 anni che, indipendentemente dal loro livello di istruzione, non solo non lavorano ma nemmeno si impegnano in percorsi di formazione o di istruzione e perciò sono a più alto rischio di esclusione sociale. Secondo le ultime stime di Eurostat, nel 2010 la quota dei giovani NEET si attesta al 12,8% della popolazione UE-27 tra i 15 ei 24 anni (pari ad approssimativamente a 7,5 milioni di giovani). L Italia si colloca al secondo posto, dopo la Bulgaria, per entità del fenomeno, con un tasso di NEET del 19,1% fra i giovani della fascia anni. Con l'eccezione del Lussemburgo, tutti gli Stati membri hanno visto un aumento considerevole del numero di NEET dall inizio della crisi: nel 2010 in Italia la dimensione della popolazione NEET ha raggiunto circa 1,1 milioni di persone tra i 15 ed i 24 anni. Nelle Marche, i giovani che non studiano, non si formano e non lavorano sono, nel 2010, pari al 12,6% della popolazione tra i 15 e i 24 anni, una quota inferiore al dato nazionale ed in linea con la media UE27. La significativa quota di NEET evidenzia, oltre alla limitata capacità del sistema produttivo di coinvolgere i giovani nel circuito lavorativo o formativo, un crescente rischio di impoverimento del capitale sociale e umano, che nel lungo periodo potrebbe incidere sulle condizioni sociali e sulle prospettive di crescita del sistema economico, rappresentando un costo non solo per l individuo, ma anche per la società e l economia nel suo complesso. Nel caso dell Italia, per esempio, Eurofound 34 stima che il costo annuale della mancata partecipazione al mercato del lavoro dei giovani NEET ammonti a circa 26 miliardi di euro (pari all 1,7% del PIL). A completamento della precedente analisi, in questa sezione si propone un approfondimento della situazione dei giovani sulla base di un indicatore composito che verifica se ed in che misura il contesto socio-economico della regione Marche è, nel confronto con le altre regioni italiane, più o meno favorevole ai giovani (tra i 15 e i 29 anni). Nello specifico, l esercizio qui proposto mira a calcolare, utilizzando -- ove possibile -- dati più aggiornati -- un indicatore simile all indicatore Youth friendly descritto nel Box Eurofound (2011), Young people and NEETs in Europe: First findings Resumè, Eurofound, Dublin. 66

68 Box L indicatore Youth friendly Attività di valutazione in itinere del POR Marche FSE ob /2013 Nel mese di febbraio del 2012, Il centro studi Datagiovani ha elaborato per Il Sole 24 Ore l indicatore Youth friendly 35 che misura il potenziale di attrattività delle regioni italiane per gli under 30 in base a cinque asset, a cui corrispondono specifici indicatori (con dati che si riferiscono al 2010, salvo indicazioni diverse): Mercato del lavoro: tasso di disoccupazione giovanile, tasso di occupazione giovanile, tasso di inattività giovanile, previsioni di assunzioni di giovani, giovani Neet; Imprenditoria: % imprenditori giovani sulla popolazione giovane, % imprenditori giovani su imprenditori totali, tasso di sopravvivenza delle imprese a 5 anni (2009); Istruzione: abbandono prematuro degli studi, popolazione in età anni che ha conseguito un titolo di studio universitario, tasso di partecipazione all istruzione dei 15-19enni (2009). Demografia e aspetti socioeconomici: indice di vecchiaia, età media al primo matrimonio, giovani morti in incidenti stradali, incidenza giovani su popolazione, reddito medio dei giovani (2009), incidenza dei contribuenti giovani sul totale (2009), giovani amministratori nelle istituzioni pubbliche (comuni, province, regioni); Dinamica della crisi : variazione tasso di disoccupazione giovanile, variazione tasso di occupazione giovanile, variazione tasso di inattività giovanile, variazione previsioni assunzioni di giovani, variazione giovani Neet, variazione tasso di sopravvivenza delle imprese a 5 anni, variazione giovani imprenditori, variazione della quota di giovani che abbandonano prematuramente degli studi. Per ogni indicatore di ciascun asset, Datagiovani ha attribuito un punteggio pari a 0 alla regione con il valore peggiore e pari a 1 alla regione con quello migliore. Costruendo poi una funzione che unisce minimo e massimo (attraverso una regressione lineare di tutti i dati). I dati delle regioni tra il minimo e il massimo, attraverso questa funzione, sono stati così redistribuiti in una scala da 0 a 1. L'indicatore finale è stato ottenuto attraverso una media pesata. I pesi utilizzati sono stati i seguenti: mercato del lavoro, imprenditoria, istruzione, con peso pari a 0,2; socio-demo, con peso pari a 0,1; crisi, con peso pari a 0,3. Per operare un confronto rapido dei vari territori con la media nazionale è stato infine posto per ogni indicatore il valore Italia pari a 100, e sono stati riproporzionati tutti quelli delle altre regioni. I risultati hanno mostrato che sono le Marche ad occupare il primo posto in Italia per regione più amichevole verso i giovani. Nella tavola seguente sono presentati gli indicatori utilizzati con l anno di riferimento considerato (dato aggiornato) 36 : 35 Sole 24 ore del 13/02/ Tra parentesi, per ciascuna variabile considerata, viene indicato, nella tavola, il periodo a cui si riferisce il dato più aggiornato. 67

69 Aree Indicatori Mercato del lavoro Tasso di disoccupazione giovanile (2011) Tasso di occupazione giovanile (2011) Tasso di inattività giovanile (2011) Previsioni di assunzioni di giovani (2011) Giovani Neet (2010) Imprenditoria: % imprenditori giovani (under35) su imprenditori totali (31 marzo 2012) Tasso di sopravvivenza delle imprese a 5 anni (2009) Istruzione: Abbandono prematuro degli studi (2010) Popolazione in età anni che ha conseguito un titolo di studio universitario (2010) Tasso di partecipazione all istruzione dei 15-29enni (2009) Aspetti sociodemografici Età media al primo matrimonio (2009) Indice di vecchiaia (2011) Incidenza popolazione under30 su totale popolazione (al 1 gennaio 2011) Incidenza giovani (15-29 anni) morti in incidenti stradali (2010) Dinamica della crisi Variazione tasso di occupazione giovanile ( ) Variazione tasso di disoccupazione giovanile ( ) Variazione tasso di inattività giovanile ( ) Variazione previsioni assunzioni di giovani ( ) Variazione giovani Neet ( ) Variazione tasso di sopravvivenza delle imprese a 5 anni ( ) Variazione della quota di giovani che abbandonano prematuramente degli studi ( ) Le principali differenze con l esercizio di Datagiovani consistono: nell impossibilità di includere nel calcolo, per la difficoltà di reperire i relativi dati, alcune variabili utilizzate per determinare l indicatore Youth friendly (la percentuale di imprenditori giovani sulla popolazione giovane nell area imprenditoria e il reddito medio dei giovani, l incidenza dei contribuenti giovani sul totale e i giovani amministratori nelle istituzioni pubbliche nell area socio-demografica) nell utilizzo, per molte delle variabili disponibili, di dati aggiornati; nell adozione di una procedura di normalizzazione, invece di una funzione che unisce minimo e massimo attraverso una regressione lineare di tutti i dati, per attribuire a ciascun indicatore un punteggio compreso tra 0 e 1 e redistribuire così i dati delle regioni tra questi due valori. Per ogni variabile è stata quindi effettuata una procedura di normalizzazione, ovvero è stato attributo un punteggio pari a 0 alla regione con il valore peggiore e punteggio pari a 1 alla regione con il valore migliore. I dati riferiti alle altre regioni, compresi tra il minimo ed il massimo così individuati, sono quindi stati redistribuiti in una scala di punteggi compresi tra 0 e 1. In particolare: per le variabili in cui il valore peggiore coincideva con il valore più basso e quello migliore con quello più alto (ad esempio, il tasso di occupazione giovanile), la normalizzazione è stata effettuata applicando la seguente formula: [(Valore regione i Valore minimo)/(valore massimo Valore minimo)] 68

70 per quelle in cui il valore peggiore coincideva con il valore più alto e quello migliore con il valore più basso (ad esempio, il tasso di disoccupazione giovanile), la normalizzazione è stata ottenuta utilizzando la seguente formula: [1-(Valore regione i Valore minimo)/(valore massimo Valore minimo)] infine per le variabili con valori che variavano da un valore negativo (valore peggiore) ad un valore positivo (valore migliore) (ad esempio, come nel calcolo della variazione del tasso di occupazione), la normalizzazione è stata realizzata con l ausilio della seguente formula: {[Valore regione i (Valore minimo)]/(valore massimo Valore minimo)}. E stata poi calcolata, all interno di ciascuna area di indagine, la media aritmetica del punteggio (tra 0 e 1) attribuito al valore assunto in ciascuna regione dalle variabili considerate, ottenendo così un punteggio medio. L indicatore composito finale è stato ottenuto attraverso una media pesata del punteggio medio di ciascuna area di riferimento delle variabili, scegliendo -- come nel caso dell indicatore Youth friendly -- di dare il peso maggiore agli effetti della crisi e quello minore ad aspetti più strutturali come quelli demografici e socioeconomici. Di conseguenza, i pesi utilizzati sono i seguenti: 0,2 per le aree Mercato del Lavoro, Imprenditoria e Istruzione; 0,1 per l area demografica e socioeconomica e infine 0,3 all area relativa agli effetti della crisi. Infine, per effettuare un confronto delle varie regioni rispetto alla media nazionale, si è calcolato un numero indice cha assume come base il valore della media nazionale per ogni indicatore (Italia=100), riproporzionando i valori delle regioni rispetto a questa base. Questo numero indice mostra di quanto il valore determinato per ciascuna regione è migliore o peggiore in termini percentuali rispetto a quello nazionale e consente di effettuare un ordinamento delle regioni. I risultati relativi a questo indicatore composito sono presentati nella Figura 5.6 e collocano le Marche al secondo posto tra le regioni italiane, con un risultato superiore di circa 19 punti al dato nazionale, ad indicare la presenza, nonostante la crisi, di un contesto socio-economico relativamente più favorevole per i giovani tra i 15 ed i 29 anni. Naturalmente, in tutti gli ambiti territoriali, la natura composita dell indicatore cela situazioni differenziate tra le varie aree (e i relativi indicatori) che lo compongono. Ad esempio, alcune regioni, sono posizionate verso il basso nella graduatoria, a causa degli effetti della crisi e degli aspetti socio-demografici che, nel confronto con le altre regioni, sembrano essere molto meno favorevoli ai giovani, mentre si collocano nelle posizioni alte della classifica per quanto riguarda il mercato del lavoro e l istruzione. 69

71 La posizione in classifica delle Marche è dovuta soprattutto al mercato del lavoro e all istruzione. Infatti, nonostante gli effetti negativi della crisi economica, che mostra comunque i propri effetti sull occupazione giovanile e sulle previsioni di assunzione dei ragazzi fino a 29 anni, le condizioni del mercato del lavoro dei giovani rimangono in media significativamente migliori rispetto a quelle medie delle regioni del Centro Italia e di alcune del Nord Italia (Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Liguria e Valle d Aosta), oltre che nel confronto con la media nazionale. Inoltre, le Marche sono tra le prime regioni per quanto riguarda l istruzione, grazie soprattutto ad uno dei più elevati tassi di partecipazione all istruzione dei 15-19enni. La più bassa presenza di giovani imprenditori rispetto alla media nazionale appare infine più che compensata da uno dei più elevati tassi di sopravvivenza a 5 anni delle nuove imprese. Tra i punti di forza del contesto socio-economico regionale si può quindi aggiungere la presenza di condizioni favorevoli ai giovani. Ma ancora una volta non si devono dimenticare gli effetti negativi di una crisi economica che sta assumendo sempre più caratteristiche di tipo strutturale che penalizzano le giovani generazioni. 70

72 Figura Indicatore composito del contesto socio-economico giovanile e valori per ciascuna delle aree che lo compongono Mercato del lavoro Imprenditoria Lombardia Piemonte Trentino Alto Adige Marche Veneto Valle d'aosta Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Toscana Liguria Umbria Abruzzo Lazio Puglia Sardegna Molise Italia Basilicata Sicilia Calabria Campania Molise Calabria Puglia Basilicata Marche Trentino-Alto Adige Sicilia Umbria Toscana Sardegna Veneto Campania Abruzzo Valle d'aosta Piemonte Lombardia Emilia-Romagna Italia Friuli-Venezia Liguria Lazio Istruzione Aspetti socio-demografici Umbria Lazio Marche Molise Abruzzo Emilia-Romagna Friuli-Venezia Giulia Liguria Toscana Basilicata Lombardia Calabria Piemonte Veneto Trentino-Alto Sardegna Valle d'aosta/vallée Italia Puglia Campania Sicilia Campania Sicilia Calabria Puglia Basilicata Trentino-Alto Veneto Molise Abruzzo Lombardia Sardegna Umbria Lazio Valle d'aosta/vallée Piemonte Friuli-Venezia Giulia Marche Italia Emilia-Romagna Toscana Liguria Effetti della crisi Indicatore composito del contesto socio-economico giovanile Molise Sicilia Puglia Sardegna Calabria Valle d'aosta / Vallée Basilicata Abruzzo Trentino Alto Adige / Lazio Friuli-Venezia Giulia Piemonte Liguria Umbria Marche Toscana Italia Lombardia Campania Veneto Emilia-Romagna Molise Marche Umbria Abruzzo Trentino Alto Adige / Puglia Calabria Piemonte Lombardia Basilicata Friuli-Venezia Giulia Toscana Valle d'aosta / Vallée Lazio Veneto Liguria Sardegna Italia Emilia-Romagna Sicilia Campania Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, dati Istat, Unioncamere-Ministero del Lavoro Sistema informativo Excelsior, Infocamere I giovani destinatari degli interventi del FSE Al fine di verificare in che misura la programmazione comunitaria raggiunge i giovani presenti sul territorio regionale e come risponde ai loro bisogni di intervento nell ambito del mercato del lavoro, dell investimento in capitale umano e dell inclusione sociale, si propone un analisi dei dati 71

73 SIFORM sulle caratteristiche socio-anagrafiche dei destinatari avviati tra i 15 e i 29 anni e degli interventi realizzati a loro favore grazie al cofinanziamento del FSE. I destinatari di età compresa tra i 15 e i 29 anni, al 31/12/2011, sono complessivamente , ovvero oltre il 46% del totale dei destinatari avviati. Si tratta nella maggior parte dei casi di giovani tra i 25 e i 29 anni (il 39,1%), mentre quelli nelle fasce di età anni e anni costituiscono rispettivamente il 32,1% e il 28,8% del totale dei destinatari tra i 15 e i 29 anni. Il tasso di copertura della popolazione residente nelle Marche è pari all 11,4% nel caso dei giovani tra i 15 e i 19 anni, al 9,5% in quello dei giovani tra i 20 e i 24 anni e all 11,3% in quello dei giovani tra i 25 e i 29 anni, per un tasso di copertura medio dei giovani tra i 15 e i 29 anni pari al 10,8%. Complessivamente, la quota di donne tra i giovani 15-29enni (il 53,6%) è in linea con quella del totale dei destinatari (il 53,7%) (Figura 5.7). Ciò si verifica a sintesi di situazioni che si presentano differenziate a seconda della fascia di età giovanile considerata. Infatti, se le donne sono più degli uomini tra i giovani tra i 25 e i 29 anni (il 59,9%), tra destinatari di età compresa tra i 20 e i 24 anni si registra una leggera prevalenza maschile (il 51,8%), mentre più equilibrata è la distribuzione di genere nella fascia di età anni. Il massimo livello di istruzione conseguito dai giovani tra i 15 e i 29 anni è in prevalenza la scuola dell obbligo (nel 45% circa dei casi), che quindi in questa fascia di età è diffusa in misura superiore rispetto al totale dei destinatari (il 41,6%). Il 37,9% è occupato e, come atteso, le persone in cerca di prima occupazione (gli inoccupati) e gli studenti sono presenti in misura mediamente superiore tra i giovani 15-29enni piuttosto che tra il totale dei destinatari (il 14,7% e il 28,3% contro rispettivamente il 9,2% e il 18,1%) 37. Al crescere dell età, naturalmente, cresce la quota di giovani che hanno conseguito un livello di istruzione più elevato (il 56,3% dei 20-24enni ha un diploma di scuola secondaria superiore e il 47,5% dei 25-29enni ha un istruzione di livello universitario) e lo status di studente riguarda una proporzione sempre meno consistente di giovani (il 5,6% tra i 20 e i 24 anni e il 3,6% tra i 25 e i 29 anni). I giovani immigrati, quelli con disabilità e altre forme di svantaggio rappresentano rispettivamente l 11%, il 5,7% e l 1,1% del totale dei destinatari nella fascia di età anni. Nel caso dei migranti e delle persone con disabilità si tratta di percentuali superiori a quelle registrate per il totale dei destinatari (rispettivamente il 9,2% e il 4,8%). In specifico, si osserva che se la quota di migranti è 37 In ragione proprio della più giovane età. 72

74 particolarmente elevata tra i giovanissimi (15-19 anni) (il 18,7%), quella delle persone con disabilità è più alta tra i giovani tra i 25 e i 29 anni (il 10,2%). Figura 5.7 Giovani destinatari per fasce di età e totale dei destinatari per caratteristiche socio-anagrafiche (al 31/12/2011) 100,0 90,0 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 Donne Uomini Isced 0,1 e 2 Isced 3 Isced 4 Isced 5 e 6 Occupato Inoccupato/Disoccupat Studente Inattivo (escluso stu Persone disabili Migranti Altre tipologie Genere Titolo di studio Posione nel mercato del lavoro Gruppi di svantaggio anni anni anni anni Totale destinatari Fonte: elaborazioni su dati SIFORM I giovani tra i 15 e i 29 anni sono stati raggiunti in particolare dagli interventi avviati sugli Assi I e II del POR FSE Nel complesso più della metà degli individui tra i 15 e i 29 anni (il 56,4%) si concentra sugli Assi Adattabilità (il 35,1%) ed Occupabilità (il 21,3%). In particolare, i giovani sono stati interessati soprattutto dagli interventi avviati sugli Obiettivi specifici Ia (Sviluppare sistemi di formazione continua e sostenere l adattabilità dei lavoratori) e IIe (Attuare politiche del lavoro attive e preventive, con particolare attenzione all integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, all invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all avvio di imprese) (rispettivamente, il 28,1% e il 21,2%). Questi risultati (ovvero la maggiore concentrazione dei giovani destinatari sugli Assi I e II e, in particolare, sugli Obiettivi specifici Ia e IIe) trovano conferma, con percentuali addirittura superiori, nella fasce di età anni e anni. I giovani tra i 25 e i 29 anni mostrano anche la 73

75 percentuale più elevata di destinatari sull Obiettivo Specifico IVl (il 3,8%) e una quota comunque rilevante di destinatari sull Obiettivo specifico IVi (il 17,7%). Mentre i giovanissimi (15-19 anni) sono stati interessati in misura significativamente superiore alla media di tutti i destinatari tra i 15 e i 29 anni dagli interventi attivati sugli Assi III (il 31,3%), IV (il 26,2%) e V (il 30,3%) e, all interno dell Asse IV, soprattutto sull Obiettivo specifico IVi (Aumentare la partecipazione alle opportunità formative lungo tutto l arco della vita e innalzare i livelli di apprendimento e conoscenza) (il 22,7%). D altra parte, è proprio sugli interventi avviati sugli Assi IV (Capitale umano) e V (Transnazionalità ed interregionalità) che si registra una concentrazione di giovani (15-29 anni) mediamente superiore a quella della totalità dei destinatari (rispettivamente, il 20% contro il 17,1% e il 9,9% contro il 4,6%). Nel dettaglio, la quota dei giovani destinatari è infatti mediamente superiore a quella rilevata per il totale dei destinatari sia sull Obiettivo specifico IVi (Aumentare la partecipazione alle opportunità formative lungo tutto l arco della vita e innalzare i livelli di apprendimento e conoscenza) che sull Obiettivo specifico IVl (Creazione di reti tra università, centri tecnologici di ricerca, il mondo produttivo e istituzionale con particolare attenzione alla promozione della ricerca e dell innovazione), oltre che sull Obiettivo specifico Vm (Promuovere la realizzazione e lo sviluppo di iniziative e di reti su base interregionale e transnazionale, con particolare attenzione allo scambio delle buone pratiche). L altro Obiettivo specifico sul quale si concentra una quota di destinatari tra i giovani (15-29 anni) in media più elevata di quella del totale dei destinatari avviati è l Obiettivo Ia (Sviluppare sistemi di formazione continua e sostenere l adattabilità dei lavoratori). Progetti formativi, work experience e tirocini sono le tipologie di progetti che, in media e sia pure con diversi gradi di intensità, coinvolgono i giovani tra i 15 e i 29 anni in misura superiore rispetto al totale dei destinatari. Gli aiuti alle assunzioni raggiungono più gli adulti che i giovani, mentre il dato sulla creazione di impresa è condizionato dal fatto che per questi destinatari non è disponibile nei dati SIFORM la disaggregazione per caratteristiche anagrafiche (età inclusa) 38. L analisi disaggregata per tipologia di progetto evidenzia che i giovani tra i 15 ed i 29 anni sono nella stragrande maggioranza dei casi destinatari di progetti formativi (l 82,7%). Particolarmente 38 Si veda la precedente nota

76 rilevanti sono anche le work experience (l 11,2%). I voucher 39 raggiungono il 5% dei giovani, mentre più contenuta è la quota di giovani destinatari di tirocini formativi (lo 0,5%) e basso è il numero di giovani destinatari degli aiuti alle assunzioni (per nuove assunzioni o per la stabilizzazione): solo 54 su un totale di 239 al 31/12/2011. Al crescere dell età diminuisce la quota di giovani destinatari di progetti formativi (da ben il 98,9% dei 15-19enni al 71,1% dei 25-29enni), mentre aumenta quella di destinatari di work experience (dallo 0,6% dei giovanissimi al 19,9% dei giovani tra i 25 e i 29 anni). La quota di tirocinanti è in media più altra tra i 20-24enni (0,7%), mentre nessun giovanissimo riceve aiuti alle assunzioni. In maggiore dettaglio, il 42,4% dei 15-19enni è destinatario di progetti di altra formazione all interno dell obbligo formativo, il 42,6% dei 20-24enni in progetti di formazione nell'ambito dell'apprendistato post obbligo formativo, infine, il 21% e il 20,2% rispettivamente in progetti di formazione continua e nelle borse di lavoro. 39 Si tratta prevalentemente di voucher individuali (938). Più ridotto è il numero di voucher aziendali (31) e ancora più basso quello dei voucher di conciliazione (16). Il totale di giovani complessivamente destinatari di voucher è pari a

77 Figura 5.7 Giovani destinatari per fasce di età e totale dei destinatari per Obiettivi specifici del POR FSE e per tipo di progetti (al 31/12/2011) 100,0 90,0 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 Ia Ib Ic IIe IIf IIIg IVi IVl Vm Progetto formativo Work Experience Voucher Tirocini Aiuti alle assunzioni Creazione di impresa Ob. Spec Tipo di progetto anni anni anni anni Totale destinatari Fonte: elaborazioni su dati SIFORM Nel complesso, quindi, il POR FSE raggiunge i giovani presenti sul territorio regionale in maniera consistente (l 11,4% dei giovani tra i 15 e i 19 anni, il 9,5% dei giovani tra i 20 e i 24 anni e l 11,3% dei giovani tra i 25 e i 29 anni). Gli interventi che interessano i giovani in maniera superiore rispetto al totale dei destinatari sono quelli avviati sugli Obiettivi specifici Ia, IVi, IVl e Vm. Gli interventi cofinanziati col FSE sembrano quindi muoversi nella direzione di contrastare eventuali fenomeni di disoccupazione giovanile altamente scolarizzata (incrementando l occupabilità dei giovani laureati che spesso incontrano difficoltà di inserimento anche a causa della mancanza di esperienze lavorative pregresse) e di favorire l inserimento nel tessuto produttivo locale di forza lavoro più scolarizzata (anche allo scopo di stimolare l introduzione di innovazioni nei processi produttivi o negli assetti organizzativi delle PMI locali). Inoltre, il fatto che la quota di svantaggiati sia (in media) più elevata tra i giovani piuttosto che tra tutti i destinatari mostra il ruolo del POR- FSE della Regione Marche nel sostenere l inclusione dei giovani a rischio di marginalità sociale. 76

78 5.5 CONCLUSIONI L analisi condotta nell ambito della valutazione strategica ha consentito di confermare, attraverso un aggiornamento dell analisi del contesto socio-economico e dell analisi SWOT contenuta nel POR FSE , gran parte dei punti di forza, delle criticità e delle minacce individuate ad inizio programmazione. Dunque, gli interventi del POR FSE, programmati e progettati per fronteggiare le criticità e le minacce individuate, mostrano una sostanziale coerenza rispetto ai bisogni di intervento rilevati ad inizio programmazione nel mercato del lavoro e più, in generale, nel contesto socio-economico marchigiano. Tuttavia, a causa soprattutto del perdurare degli effetti negativi della crisi economica, si individuano alcune criticità e minacce, che si sono aggravate o sono emerse ex novo, e di cui la programmazione regionale dovrebbe tenere conto tra le proprie priorità strategiche. La crisi economica in corso rappresenta quindi una seria minaccia, dato il perdurare dei suoi effetti che rischiano di divenire strutturali. In particolare: La specializzazione industriale del sistema produttivo marchigiano ha portato ad un consistente ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, soprattutto nel settore manifatturiero. Il numero di lavoratori in Cassa Integrazione guadagni a zero ore è piuttosto elevato: si tratta di individui per ora considerati come occupati, che però una volta terminato il periodo di tutela garantito dagli ammortizzatori sociali, in caso di mancata risoluzione delle crisi aziendali, rischiano di confluire nella mobilità o nella disoccupazione. Dato il notevole ricorso al cofinanziamento delle misure anticrisi a valere sugli Assi I e II del FSE, rimane il rischio che le risorse economiche possano non essere sufficienti rispetto all ancora elevato utilizzo della CIG e di fronte alla possibilità che i lavoratori coinvolti nella crisi aziendali entrino in mobilità o in disoccupazione. Per cui appare estremamente importante monitorare in maniera continuativa il fenomeno. I flussi in entrata nel mercato del lavoro (soprattutto quelli con contratti di lavoro permanente) si sono ridotti in maniera significativa. Con un incremento dell incidenza delle posizioni di lavoro temporaneo sul totale delle assunzioni. La quota di adulti coinvolti in percorsi di formazione continua e permanente rimane bassa, lontana dagli obiettivi comunitari, ed è addirittura peggiorata nel corso del tempo, collocando le Marche tra le regioni con le perfomance peggiori. Anche se gli adulti nella fascia anni sono comunque destinatari, nell ambito del POR FSE, di interventi di formazione continua e permanente, le Marche sono in forte ritardo rispetto al valore target 77

79 del 15% di adulti coinvolti in percorso di formazione continua e permanente, previsto dagli obiettivi di Europa La quota di laureati, soprattutto nelle discipline tecnico scientifiche, pur essendo cresciuta, può essere ulteriormente incrementata al fine di collocare le Marche sui livelli medi europei. La crescita degli abbandoni della scuola secondaria, dopo il primo anno, nonostante gli elevati livelli di scolarizzazione in regione, costituisce una criticità da continuare a monitorare, sebbene la Regione abbia già destinato ai giovani tra i 15 e i 19 anni numerosi interventi di formazione nell ambito dell obbligo scolastico. La lettura dell attuazione del POR FSE, attraverso gli indicatori della valutazione operativa, per verificare a quali target di destinatari sono stati indirizzati gli interventi ad oggi finanziati sui vari Assi e Obiettivi specifici del POR FSE , conferma che gli interventi del POR FSE sono in buona parte coerenti rispetto ai bisogni di intervento rilevati ad inizio programmazione nel mercato del lavoro marchigiano. Tuttavia, è opportuno sottolineare che alcuni target di destinatari sono ancora poco raggiunti dagli interventi cofinanziati dal FSE. Per esempio: la quota di destinatari over55 coinvolti in iniziative avviate col cofinanziamento del FSE è ancora relativamente bassa (con un tasso di copertura pari allo 0,7% della popolazione residente nella fascia di età anni), soprattutto tenuto conto che il tasso di occupazione degli over55, nonostante sia cresciuto nel tempo e si collochi su un valore superiore a quello medio nazionale, è ancora inferiore a quello medio europeo. Emerge inoltre la necessità di presidiare maggiormente la popolazione giovanile a rischio di dispersione scolastica per contrastare il fenomeno dei tassi di abbandono scolastico in crescita rispetto ad inizio programmazione. Un ulteriore target da sostenere maggiormente è quello dei laureati che attualmente rappresentano poco più di 1/5 dei destinatari delle iniziative cofinanziate dal FSE, con un tasso di copertura della popolazione con un istruzione terziaria pari all 8,1%, pur essendo una risorsa estremamente importante per la competitività del territorio regionale sulla quale sarebbe opportuno continuare ad investire. Sebbene le pari opportunità di genere siano complessivamente ben presidiate da tutti gli Assi e gli Obiettivi specifici del POR FSE, l attenzione alle pari opportunità di genere dovrebbe essere rafforzata nell ambito dell Asse I, l unico Asse in cui i destinatari di genere maschile prevalgono su quelli di genere femminile. 78

80 L approfondimento sui giovani tra i 15 e i 29 anni mostra che le Marche si caratterizzano per un contesto socio-economico relativamente favorevole ai giovani in quanto: i) le loro condizioni nel mercato del lavoro rimangono in media significativamente migliori rispetto a quelle delle regioni del Centro Italia e di alcune del Nord Italia, oltre che nel confronto con il livello nazionale; ii) le nuove imprese si caratterizzano per un tasso di sopravvivenza a 5 anni più elevato di quello medio nazionale; iii) la scolarizzazione è particolarmente elevata. Ciononostante, gli effetti della crisi economica sui giovani sono da monitorare con estrema attenzione in quanto stanno impattando sempre più sulle possibilità dei giovani di accedere al mercato del lavoro e di restarvi in maniera stabile. In questo contesto, si sottolinea una buona capacità del POR-FSE della Regione Marche nel raggiungere i giovani presenti sul territorio regionale con interventi avviati soprattutto sugli Obiettivi specifici Ia, IVi, IVl e Vm, ovvero interventi che si muovono nella direzione di contrastare la dispersione scolastica, i fenomeni di disoccupazione giovanile altamente scolarizzata (incrementando l occupabilità dei giovani laureati che spesso incontrano difficoltà di inserimento anche a causa della mancanza di esperienze lavorative pregresse) e di favorire l inserimento, nel tessuto produttivo locale, di forza lavoro più scolarizzata (anche allo scopo di stimolare l introduzione di innovazioni nei processi produttivi o negli assetti organizzativi delle PMI locali). Inoltre, la quota di svantaggiati (in media) più elevata tra i giovani, piuttosto che tra tutti i destinatari del POR, sottolinea il ruolo importante del POR-FSE della Regione Marche nel sostenere l inclusione dei giovani a rischio di marginalità sociale. Tuttavia, anche se la situazione marchigiana è meno grave che a livello nazionale, emerge comunque un quadro difficile soprattutto per i giovani tra i 15 e i 24 anni che presentano una diffusione della disoccupazione e dell inattività superiori ai dati medi europei. Queste criticità devono essere monitorate con attenzione per evitare eventuali rischi di depauperamento del capitale sociale e umano con l aumento, tra i giovani, della disoccupazione di lunga durata e dei NEET (né occupati né in istruzione e formazione) che, nel lungo periodo, potrebbe incidere sulle prospettive di crescita e competitività dell intero sistema economico, e aumentare la spesa per far fronte agli effetti sociali negativi dell esclusione. 79

81 6. La valutazione di efficacia degli interventi a sostegno dell occupabilità 6.1 CENNI SULLA METODOLOGIA DI INDAGINE 40 E SULL UNIVERSO DI RIFERIMENTO In continuità con le indagini placement già realizzate, l universo di riferimento è rappresentato dai destinatari effettivi e rendicontabili 41 di tutti gli interventi rivolti all occupabilità cofinanziati dal FSE nel corso della programmazione nella regione Marche e conclusi tra il 1 gennaio e il 31 dicembre , finanziati a valere sull Asse II Occupabilità (secondo quanto previsto dal POR) e sull Asse III Inclusione Sociale (secondo le richieste dell Amministrazione Committente). 43 Nel dettaglio, sono stati coinvolti nella rilevazione censuaria gli allievi effettivi e rendicontabili delle seguenti tipologie di intervento (di durata pari ad almeno 100 ore): Alta formazione post ciclo universitario (obiettivo specifico IIIg); Formazione all'interno dell'obbligo formativo, con l esclusione dei percorsi scolastici e di orientamento (obiettivo specifico IIIg); Formazione finalizzata al reinserimento lavorativo (obiettivi specifici IIe e IIIg); Formazione post obbligo formativo e post diploma (obiettivo specifico IIe); Borse di studio per la realizzazione di esperienze lavorative (obiettivi specifici IIe e IIIg); Borse di ricerca (obiettivo specifico IIe); 40 Si riportano all interno del capitolo soltanto alcune note essenziali rispetto alla metodologia di analisi, mentre si rimanda per un approfondimento al paragrafo iniziale dell allegato. 41 Fanno, dunque, parte dell universo di riferimento non soltanto i destinatari che hanno concluso con esito positivo l intervento cui hanno partecipato, ma anche quei soggetti che, pur non avendo completato l intervento, hanno frequentato un numero di ore del percorso formativo sufficientemente significativo da risultare rendicontabili ai fini amministrativi. Tale scelta si pone in continuità anche con quanto realizzato dalla Regione Marche nel corso della programmazione e risulta coerente con gli accordi di massima definiti a livello nazionale (cfr. ISFOL, Linee guida per la valutazione degli effetti occupazionali del Fondo sociale europeo , Collana Metodologie per la valutazione di programma, vol. 3, Roma, 2003). 42 In continuità con quanto realizzato nel corso della precedente indagine placement, per i percorsi diversi dalla formazione d aula (ovvero le work experience, consistenti in borse di studio per esperienze di lavoro o di ricerca e tirocini), non essendo presenti all interno del sistema informativo regionale le date di conclusione degli interventi ma essendo stato verificato che per il pagamento a saldo finale è fissato un termine entro 2 mesi dalla conclusione dell esperienza formativa, sono state prese in esame tutte le work experience concluse fra il 28/2/2010 e il 28/2/ In particolare, sono stati considerati gli obiettivi specifici IIe Attuare politiche del lavoro attive e preventive, con particolare attenzione all integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, all invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all avvio di imprese dell Asse Occupabilità e l obiettivo specifico IIIg Sviluppare percorsi di integrazione e migliorare il (re)inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati per combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro dell Asse Inclusione Sociale in quanto non sono stati rilevati all interno del sistema informativo regionale interventi conclusi entro il periodo di riferimento sull obiettivo specifico IIf Migliorare l accesso delle donne all occupazione e ridurre le disparità di genere. 80

82 Incentivi alle persone per la formazione (obiettivi specifici IIe e IIIg); Tirocini (obiettivo specifico IIe). Al termine delle procedure di verifica della qualità e di pulizia dei dati estratti dal sistema informativo regionale l universo di riferimento netto si è attestato a quota formati, di cui (il 98%) possedevano almeno un recapito telefonico di riferimento. E stata, dunque, avviata la fase di campo mediante una rilevazione di natura censuaria attraverso la somministrazione di un questionario unico per le indagini retrospettive. A conclusione della rilevazione sono stati intervistati in totale formati, di cui in relazione ad attività formative finanziate sull Asse II e 400 sull Asse III, con un tasso di copertura complessivo pari all 89% (che sale al 90,8% se si calcola il tasso di copertura soltanto sugli allievi con un recapito telefonico disponibile nel sistema informativo regionale). Nel dettaglio, il tasso di copertura per gli interventi finanziati a valere sull Asse Occupabilità è pari al 90,1% (91,1% sui recapiti disponibili), mentre quello sulle attività formative finanziate sull Asse III è pari all 85,1% (89,5% sui recapiti disponibili). 44 Come messo in luce dalla tabella seguente, alcune tipologie formative hanno coinvolto un numero molto elevato di destinatari, mentre per altre il numero di formati è piuttosto ridotto, fatto di cui si dovrà tenere necessariamente conto nell interpretazione dei risultati 45. E anche il caso di sottolineare che mentre alcune tipologie di intervento formativo risultano piuttosto distribuite nelle diverse province come nel caso delle borse per la realizzazione di esperienze di lavoro (Assi II e III) o di progetti di ricerca (Asse II) altre si configurano, invece, come scelta esclusiva di alcuni Organismi intermedi, come nel caso dei percorsi di formazione post obbligo formativo e post diploma finanziati dalla Provincia di Ancona e dei tirocini di Macerata sull Asse Occupabilità o, nell Asse Inclusione sociale, dei percorsi di alta formazione post ciclo universitario a titolarità esclusivamente regionale e dei voucher formativi individuali finanziati dalla Provincia di Macerata. 44 Si rimanda alla tabella 2 dell allegato per una analisi puntuale dei motivi di mancata intervista, mentre nella tabelle 1a e 1b è riportato il tasso di copertura separatamente per i due Assi della programmazione. 45 In particolare, il minor numero di allievi destinatari di interventi finanziati sull Asse II si registra rispetto agli incentivi alle persone per la formazione e ai tirocini, mentre rispetto all Asse III la minore numerosità riguarda i percorsi di alta formazione post ciclo universitario e gli incentivi alle persone per la formazione. 81

83 Tabella Tasso di copertura dell indagine per tipologia di intervento formativo, obiettivo specifico e Organismo Intermedio* Tipologia di intervento Alta formazione post ciclo universitario Formazione all'interno dell'obbligo formativo Formazione finalizzata al reinserimento lavorativo OS Organismo Intermedio N. totale allievi N. allievi con recapito telefonico disponibile 82 % allievi con almeno 1 recapito telefonico INTERVENTI FORMATIVI D AULA N. Allievi intervistati Tasso di copertura su totale allievi Tasso di copertura su allievi con numero telefonico disponibile o rintracciato IIIg Reg , ,0 100,0 IIIg AN , ,8 85,7 IIIg PU ,0 6 75,0 75,0 TOT , ,5 84,8 IIIg AN , ,0 84,2 IIe MC , ,0 94,5 IIIg MC ,0 9 60,0 75,0 IIe PU , ,8 92,1 IIIg PU , ,2 82,1 Tot. Asse II , ,4 92,8 Tot. Asse III , ,8 82,1 TOT , ,9 90,4 Formazione post obbligo formativo e post diploma IIe AN , ,2 90,2 ALTRI INTERVENTI FORMATIVI IIIg AN , ,4 95,4 IIe AP , ,0 100,0 IIe MC , ,5 91,5 IIIg MC , ,9 92,9 Borse di lavoro IIe PU , ,0 95,0 IIIg PU , ,0 100,0 Tot. Asse II , ,0 92,0 Tot. Asse III , ,2 95,2 TOT , ,9 92,9 IIe AN , ,0 100,0 IIe AP , ,0 100,0 Borse di ricerca IIe MC , ,3 87,3 IIe PU , ,6 97,6 IIe REG , ,0 100,0 TOT , ,7 90,7 IIe AN , ,0 100,0 Incentivi alle persone IIe MC , ,1 87,1 per la IIIg MC , ,7 83,7 formazione(voucher Tot. Asse II , ,5 87,5 individuali) Tot. Asse III , ,7 83,7 TOT , ,2 85,2 Tirocini IIe MC , ,9 87,2 Totale AN , ,8 90,3 Totale AP , ,0 100,0 Totale MC , ,3 90,0 Totale PU , ,1 93,2 Totale REG , ,0 100,0 Totale ASSE II , ,1 91,1 Totale ASSE III , ,1 89,5 TOTALE COMPLESSIVO , ,0 90,8 * Fra gli Organismi Intermedi non figura la Provincia di Fermo in quanto, pur essendo divenuta Provincia autonoma rispetto ad Ascoli Piceno dal primo semestre 2009, non ha avviato interventi formativi conclusi entro il periodo di riferimento.

84 6.2 I DESTINATARI DEGLI INTERVENTI FORMATIVI INTERVISTATI: LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE L analisi delle principali caratteristiche socio-anagrafiche dei formati coinvolti nella rilevazione 46 mette in luce in primo luogo una forte partecipazione della componente femminile alle azioni formative programmate, nonostante non siano terminati entro l intervallo temporale preso in esame interventi di formazione specificamente finanziati a valere sull Obiettivo Specifico IIf espressamente dedicato alle donne: i formati di sesso femminile rappresentano, infatti, il 62,7% del totale nell obiettivo specifico IIe (in tutto 988 su 1.575) e il 60,8% nell obiettivo specifico IIIg (complessivamente 243 su 400). Coerentemente con le finalità stesse dell inclusione sociale di persone in condizione di svantaggio, i destinatari delle attività finanziate sull Asse III si contraddistinguono per una presenza della componente straniera abbastanza elevata (complessivamente il 16,5% dei formati) e per la partecipazione di soggetti in condizione di vulnerabilità 47 quali la disabilità o l appartenenza a minoranze etniche, linguistiche o religiose. Il 37,3% dei formati nell Asse III possiede un titolo di studio in ingresso inferiore al diploma (in buona parte riconducibile ai giovani under 20 destinatari della formazione per l assolvimento dell obbligo formativo e, in minor misura, ai destinatari della formazione finalizzata al reinserimento lavorativo), il 34,8% è rappresentato da diplomati e solo il 28% ha un livello di istruzione superiore. Fra i destinatari dell Asse Occupabilità si rileva, invece, una quota piuttosto esigua di formati con una cittadinanza diversa da quella italiana (solo il 3,7%), un livello di istruzione medio in ingresso piuttosto elevato (soltanto il 5,7% ha un titolo di studio inferiore al diploma, a fronte del 47,9% di diplomati e del 46,4% di iscritti con la laurea o un titolo post laurea) e, coerentemente con il titolo di studio posseduto, una forte presenza di giovani adulti nelle classi centrali (i 25-34enni sono il 57,6% del totale e se si considerano anche le classi di età adiacenti e si raggiunge 46 Le caratteristiche socio-anagrafiche degli intervistati risultano, peraltro, molto coerenti rispetto alle caratteristiche dei destinatari complessivi dell universo di riferimento. Si rileva soltanto, all interno del sottogruppo degli intervistati dell Asse Inclusione sociale, una lieve sovra-rappresentazione della componente femminile e una leggera sottorappresentazione di quella straniera. Per una comparazione più approfondita si rimanda alle tabelle in allegato da 3a a 6b per i dati relativi all universo di riferimento complessivo e da 7a a 10b per quelli concernenti gli intervistati. 47 L informazione relativa alla presenza di tipologie di destinatari vulnerabili è disponibile nel sistema informativo regionale soltanto con riferimento ai percorsi d aula e non per le work experience (tirocini, borse di lavoro e borse di ricerca) e gli incentivi alle persone per la formazione. Per un maggiore approfondimento si rimanda alla tabella 11 dell allegato. 83

85 l 88,2%). Al contrario, piuttosto esigua risulta la quota di soggetti più maturi sopra i 45 anni, pari al 5,4% dei formati. Se, dunque, da un lato l adozione di Linee guida regionali che definiscono i requisiti di accesso per le diverse tipologie formative 48 favorisce un buon livello di coerenza fra l utenza ideale prevista dalle singole tipologie e l utenza reale che effettivamente viene formata nei percorsi in termini di livello di istruzione in ingresso (e, in alcuni casi, delle relative classi di età), dall altro si riscontra, a livello più generale, una coerenza molto più limitata fra l utenza reale dei percorsi formativi e delle work experience e le finalità specifiche degli Assi della programmazione. Ciò si rileva, in particolare, nell Asse Occupabilità dove la presenza di cittadini stranieri e di soggetti più maturi risulta estremamente scarsa, nonostante l obiettivo specifico IIe sia esplicitamente finalizzato all attuazione di politiche del lavoro attive e preventive con particolare attenzione all integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, all invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all avvio di imprese. 6.3 LE MOTIVAZIONI DELLA PARTECIPAZIONE E I CANALI DI CONOSCENZA DELLE ATTIVITÀ FORMATIVE Il motivo che ha spinto i formati a partecipare alle attività cofinanziate poi effettivamente seguite/svolte è quasi per tutti quello di incrementare la propria occupabilità, senza differenze di rilevo fra i due Assi della programmazione se si considerano congiuntamente coloro che hanno dichiarato esplicitamente di essersi iscritti per trovare lavoro o per reinserirsi nel mercato del lavoro dopo un periodo di inattività e coloro che hanno fatto riferimento, in maniera meno diretta, alla necessità di acquisire conoscenze e competenze utili ad implementare la propria 48 Le linee guida stabiliscono, ad esempio, per quanto riguarda il titolo di studio, la necessità della laurea per accedere alle borse di ricerca o il diploma di scuola secondaria superiore per le borse di lavoro realizzate sull Asse Occupabilità (cfr. DGR 1041 del 1/10/2007 e successive delibere di integrazione e modifica n. 993 del 21/07/2008 e n del 22/06/2009), così come individuano le categorie di soggetti svantaggiati destinatari delle borse di lavoro dell Asse III, fra cui i soggetti ultracinquantenni in stato di disoccupazione, favorendo così una certa presenza di persone meno giovani tra i formati dell Asse III (cfr. DGR n. 491 Borse lavoro per la realizzazione di esperienze lavorative da parte di soggetti disabili e svantaggiati e successive modifiche). 84

86 occupabilità. 49 Residuale (e del tutto fisiologica) la quota di chi ha scelto di formarsi soprattutto per interesse personale nei confronti degli argomenti dell attività o per altre motivazioni. 50 Tabella Motivo principale che ha spinto i destinatari a prendere parte all intervento formativo per Obiettivo specifico e sesso (Valori% N=1.975) Obiettivo Sesso Motivazioni della partecipazione Totale N Specifico M F IIe IIIg Completamento percorso istruzione 7,3 8,7 8,2 129 Trovare lavoro 62,2 60,8 61,3 966 Reinserimento nel MdL 5,1 6,0 5,7 89 Interesse per gli argomenti 13,1 11,1 11,9 187 Aggiornamento conoscenze e competenze 10,9 12,1 11,7 184 Altre motivazioni 1,4 1,2 1,3 20 Totale 100,0 100,0 100, N Completamento percorso istruzione 5,7 4,1 4,8 19 Trovare lavoro 73,2 74,9 74,3 297 Reinserimento nel MdL 3,8 7,4 6,0 24 Interesse per gli argomenti 9,6 8,6 9,0 36 Aggiornamento conoscenze e competenze 7,0 3,7 5,0 20 Altre motivazioni 0,6 1,2 1,0 4 Totale 100,0 100,0 100,0 400 N Nella motivazione alla partecipazione alle azioni formative non si rilevano differenze di genere troppo rilevanti mentre, soprattutto con riferimento all Asse Occupabilità, si riscontra una spinta più forte all iscrizione per ragioni legate all inserimento nel mercato del lavoro tra i formati con un titolo di studio più basso 51 e fra i cittadini stranieri. 52 La spinta ad un primo o un nuovo inserimento nel mondo del lavoro, coerentemente con le caratteristiche e le finalità proprie delle diverse tipologie formative, risulta nettamente più forte tra chi ha scelto di svolgere una work experience rispetto a chi ha frequentato un percorso di formazione in aula, e questo vale a prescindere dall obiettivo specifico di riferimento, ovvero sia 49 In particolare, sono stati considerati sia coloro che hanno partecipato alla formazione per aggiornare/arricchire le proprie conoscenze e competenze, sia coloro che ritenevano necessario completare il proprio percorso di istruzione (anche colmando le lacune esistenti). Per un maggiore dettaglio si veda anche tab. 12 in allegato. 50 Nella modalità altre motivazioni, del tutto residuale, sono state accorpate le seguenti motivazioni: L intervento prevede rimborsi spese/piccola borsa di studio (la più diffusa), Ha del tempo libero, Partecipano all attività suoi amici o conoscenti. 51 Si rimanda, per un maggiore dettaglio, alla tab. 15 dell allegato. 52 Si ricorda, però, in merito la quota comunque limitata di cittadini stranieri. Si veda, in merito, la tabella 14 dell allegato. Si rimanda, invece, alla tabella 13 per l analisi delle motivazioni alla partecipazione per classi di età. 85

87 che si tratti di borse di lavoro per soggetti svantaggiati sull Asse III, sia di borse di ricerca per laureati, di borse lavoro per diplomati o di tirocini sull Asse II. 53 A prescindere dalle motivazioni personali che spingono a formarsi, in entrambi gli Assi di riferimento all intervento formativo si arriva prevalentemente per iniziativa individuale, mediante la lettura della stampa quotidiana e la navigazione su Internet, e solo secondariamente attraverso i canali di orientamento pubblici 54 e le informazioni ricevute da parenti o amici/conoscenti. Il ruolo dei canali di orientamento pubblici risulta decisamente superiore per i destinatari dell Asse Inclusione sociale: quasi un terzo del totale, a fronte del 22% nell Asse Occupabilità. Piuttosto limitato, per tutti i formati, è invece il ricorso ad altri soggetti privati operanti nel mercato del lavoro 55, così come il ruolo della struttura formativa erogante il percorso 56. Grafico Canale informativo attraverso cui i destinatari sono giunti a conoscenza dell intervento formativo per Obiettivo specifico (Valori %. N=1.975) 53 Si rimanda, in merito, alla tabella 16 dell allegato. 54 Sono state accorpate sotto questa voce le seguenti modalità di risposta: è giunto a conoscenza dell intervento recandosi presso il Centro pubblico per l impiego (modalità nettamente più diffusa), recandosi presso il Centro Informagiovani, mediante l Agenzia regionale del lavoro, informazioni presso la Regione/Provincia/Comune (uffici informazioni, call center, numeri verdi, fiere, ecc.) o grazie agli insegnanti della scuola o ai docenti dell università. 55 Sono ricompresi sotto questa etichetta eventuali imprese presso cui i formati hanno lavorato in precedenza, agenzie private per il lavoro (quali agenzie interinali, di ricerca e selezione, di intermediazione e di outplacement) e sindacati/associazioni di categoria. 56 Si fa riferimento, nel dettaglio, a informazioni telefoniche e/o per lettera da parte della struttura formativa che ha organizzato l intervento, ma anche alla lettura di manifesti o dépliant e a spot radiotelevisivi di pubblicità dell intervento. 86

88 I canali pubblici di orientamento sembrano assumere un peso maggiore, su entrambi gli Assi, tra i meno giovani: gli over 45 che sono venuti a conoscenza del percorso formativo/della work experience da un canale pubblico sono il 27,9% (vs 22% medio) nell Asse II e il 40,7% (contro il 32,8% medio) nell Asse III. 57 Tra i formati nell obiettivo specifico IIe il ricorso ai canali di orientamento pubblici diminuisce al crescere del titolo di studio (il 37,8% tra chi non ha il diploma, il 22,7% tra i diplomati e il 19,4% tra i laureati) ed è superiore fra i cittadini stranieri, mentre tra i formati dell Asse Inclusione sociale il maggiore ricorso a tali canali pubblici si rileva tra i diplomati (38,8%, a fronte del 32,8% medio) 58, particolarmente concentrati nelle borse di lavoro. Le tipologie di intervento rispetto a cui sembra possibile riscontrare un ruolo più significativo del sistema pubblico di orientamento risultano la Formazione finalizzata al reinserimento lavorativo su entrambi gli Assi, la formazione post obbligo formativo e post diploma nell Asse II e, come anticipato, le borse di lavoro nell Asse III. 59 Coerentemente con scelte programmatorie operate dai diversi Organismi Intermedi, quindi, la quota di formati che è giunta a conoscenza del percorso formativo mediante l orientamento pubblico risulta più elevata con riferimento all Asse II nelle Province di Pesaro Urbino (28%) e Ancona (24,4%) e, con riferimento all Asse III, in quelle di Pesaro Urbino (49%) e Macerata (35,3%). Da rilevare, infine, che la frequenza degli interventi formativi, per lo più, non ha comportato una particolare mobilità sul territorio da parte dei formati: solo il 6,7% dei formati nell Asse II e il 5,3% nell Asse III ha dovuto stabilirsi in un altro comune 60 per poter seguire l attività di formazione, a fronte di quote pari rispettivamente al 52,3% e al 65,3% di destinatari che hanno seguito un attività nel proprio comune di residenza e del 41% e del 29,5% che hanno seguito un percorso formativo in un comune la cui distanza da quello di residenza era tale da rendere possibile spostarsi quotidianamente. 57 Si rimanda, in merito, alla tab. 19 dell allegato. Per un approfondimento rispetto al genere e alla cittadinanza dei destinatari si cfr. invece tabelle 18 e Cfr. tabella 21 in allegato. 59 Cfr. tabella 22 dell allegato. 60 Nel dettaglio, il 4,5% dei formati nell Asse II e il 3,8% nell Asse III si sono trasferiti in un altro comune della stessa provincia di residenza, l 1,7% e l 1% in altra provincia e solo pochissimi (rispettivamente lo 0,6% e lo 0,5% del totale) in altra regione. Si rimanda, in merito, alla tabella 24 dell allegato. 87

89 6.4 IL LIVELLO DI SODDISFAZIONE E LA PERCEZIONE DELL UTILITÀ DELL INTERVENTO Nel complesso, i formati valutano in maniera abbastanza positiva l efficacia formativa dei percorsi seguiti/svolti, sia rispetto alla possibilità di formarsi un know-how tecnico, sia rispetto all acquisizione di competenze trasversali di natura relazionale, mentre, secondo tendenze emerse anche nelle indagine precedenti, si mostrano più critici rispetto alla capacità della formazione di offrire un reale sostegno per l ingresso/il reingresso nel mercato del lavoro, 61 senza differenze di rilevo fra i destinatari dei due Assi della programmazione, come messo in luce dal grafico che segue. Tale percezione, rilevata non immediatamente dopo la fine dell azione formativa bensì a distanza di almeno un anno dalla sua conclusione, risente ovviamente degli esiti dei percorsi di ricerca di un occupazione durante l intervallo considerato: chi è riuscito ad inserirsi nel mercato del lavoro tende, coerentemente, a valutare più positivamente l utilità dell attività in termini di placement, anche se non esprime necessariamente un giudizio migliore degli altri rispetto all utilità per l acquisizione di competenze specifiche e/o trasversali. 62 Grafico Giudizio medio sull utilità dell attività seguita/svolta per Obiettivo specifico (Valori medi. N=1.975)* 61 In particolare, tra i formati dell Asse Occupabilità la valutazione rispetto all utilità del percorso formativo seguito per trovare lavoro è migliore tra i destinatari delle work experience, mentre nell Asse Inclusione sociale i giudizi più positivi sono espressi dai destinatari della formazione finalizzata al reinserimento e di quella per l assolvimento dell obbligo formativo. Si rimanda, in merito, alle tabelle 25a e 25b dell allegato e alle successive da 26a a 27b per l analisi della valutazione dei formati secondo il genere e il titolo di studio in ingresso al momento dell iscrizione al percorso formativo. 62 Si cfr. in merito tab. 28a e 28b dell allegato. 88

90 * La domanda rivolta agli intervistati chiedeva di esprimere un giudizio sull utilità dell intervento seguito/svolto servendosi di una scala da 1 (per niente utile) a 5 (molto utile). Anche la valutazione di alcuni aspetti specifici dell attività formativa seguita risulta nel complesso positiva, in particolare per quanto riguarda la valutazione della professionalità e della disponibilità del personale docente e/o dei tutor e, in minore misura, delle strumentazioni messe a disposizione, con giudizi in parte più critici (soprattutto tra i formati dell Asse II) rispetto all assistenza offerta dopo la conclusione dell esperienza formativa, ovvero nella delicata fase di avvio della ricerca di lavoro. Grafico Giudizio su alcuni aspetti dell attività seguita/svolta per obiettivo specifico (Valori medi. N=1.975)* * La domanda chiedeva di esprimere un giudizio utilizzando una scala da 1 (molto negativo) a 5 (molto positivo). Su entrambi gli Assi della programmazione, la valutazione dei laureati risulta meno positiva su tutti gli aspetti rispetto a quella dei formati con un titolo di studio in ingresso inferiore, 63 mentre la componente femminile si dimostra, in media, più critica di quella maschile rispetto all assistenza post attività (2,89 vs 2,99 nell Asse II e 3,10 contro 3,24 nell Asse III) Il giudizio medio espresso dai laureati, nella scala da 1 a 5, su entrambi gli Assi è pari a 4 in merito alla professionalità del personale docente e/o dei tutor, a 4,2 rispetto alla disponibilità degli stessi docenti/tutor, a 3,7 nell Asse II e a 3,8 nell Asse III per quanto riguarda le strumentazioni disponibili e rispettivamente a 2,8 e a 2,9 in merito all assistenza post attività. Per un maggiore dettaglio cfr. tabelle 31a e 31b in allegato. 64 Si veda, in merito, tabelle 30a e 30b dell allegato. Si rimanda, invece, alle tabelle 32a e 32b per l analisi per tipologia formativa. 89

91 Anche la soddisfazione per la formazione seguita in aula raggiunge buoni risultati, con una valutazione più positiva da parte dei formati negli interventi cofinanziati nell Asse Inclusione sociale: in una scala da 1 (per niente soddisfatto/a) a 5 (molto soddisfatto/a) il giudizio medio rispetto ai contenuti formativi è pari a 3,86 tra i formati dell Asse II e a 3,97 tra quelli dell Asse III, mentre le valutazioni rispetto all organizzazione dell attività formativa (materiale didattico, ambiente relazione, durata, ecc.) sono pari rispettivamente e 3,88 e a 3, Anche migliore la valutazione complessiva dell esperienza effettuata in azienda, che peraltro viene portata a termine da quasi tutti coloro che l avevano avviata in quanto prevista dal percorso formativo. 66 Positiva, in particolare, la valutazione delle disponibilità del tutor e/o del titolare aziendale, delle strutture di lavoro messe a disposizione, nonché del clima relazionale all interno dell azienda ospitante Per un maggior approfondimento rispetto alla soddisfazione per la formazione in aula si rimanda alle tabelle 34a e 34b dell allegato. La domanda è stata rivolta ai soli formati che hanno dichiarato che l attività seguita/svolta prevedeva formazione d aula (per l intera durata o per parte dell attività di formazione): si tratta in tutto di formati su nell Asse II e di 337 su 400 nell Asse III. In questo modo, sono stati coinvolti nella valutazione esclusivamente coloro che riconoscevano esplicitamente di avere svolto anche della formazione frontale. Come messo in luce dalla tab. 33 in allegato, si tratta comunque di una percezione soggettiva, non sempre perfettamente coerente con le tipologie formative di riferimento, come nel caso dei destinatari di borse di lavoro e di ricerca che dichiarano che l attività svolta non prevedeva alcuna formazione d aula, nonostante le relative Linee guida regionali facciano esplicitamente riferimento all obbligo di assicurare ai destinatari di tutte le borse l erogazione di formazione attinente le tematiche dell orientamento, dei contratti e della sicurezza sul posto di lavoro da parte di un soggetto diverso dall ente/azienda ospitante, per una durata complessiva da un minimo di 15 a un massimo di 36 ore. Si rimanda, per approfondimenti nel merito, alla DGR 1041 del 1/10/2007 e alle successive delibere di integrazione e modifica n. 993 del 21/07/2008 e n del 22/06/ Anche in questo caso, come precedentemente chiarito rispetto alla formazione d aula, è stato chiesto di esprimere un giudizio a tutti i formati che hanno dichiarati di aver svolto (e poi portato a termine), durante il percorso formativo, una esperienza presso una azienda/ente. Anche in questo caso la percezione degli intervistati si discosta, in alcuni casi (abbastanza rari), da quanto previsto per la tipologia di intervento di riferimento, negando talvolta, ad esempio, in corrispondenza di attività classificate nel sistema informativo regionale come work experience, la presenza di esperienza in azienda. Per una analisi più puntuale in proposito si rimanda alla tabella 35 dell allegato, mentre rispetto alla effettiva conclusione delle esperienze in azienda si rimanda alle tabelle 36 e Per un maggiore dettaglio si rimanda alle tabelle 38a e 38b in allegato. 90

92 Grafico Giudizio sull esperienza in azienda/ente durante l attività formativa per Obiettivo specifico (Valori medi. N=1.745)* * La domanda, rivolta agli intervistati che avevano dichiarato di aver portato a termine durante il percorso formativo una esperienza in azienda, chiedeva di esprimere un giudizio utilizzando una scala da 1 (molto negativo) a 5 (molto positivo). 6.5 LA RICERCA DI LAVORO DOPO LA CONCLUSIONE DELL ATTIVITÀ FORMATIVA Dopo la conclusione dell attività il 67,1% dei formati nell Asse II e il 71,5% di quelli dell Asse III hanno cercato attivamente lavoro 68, iniziando la ricerca prevalentemente a ridosso della conclusione del percorso formativo/della work experience (a farlo entro al massimo 3 mesi sono rispettivamente il 97,7% e il 97,6% dei formati negli obiettivi specifici IIe e IIIg). 69 Tra chi non ha avviato subito la ricerca di lavoro, la motivazione è prevalentemente riconducibile al fatto di aver già ricevuto un offerta di lavoro o, in minor misura, di aver già deciso di iniziare un attività di lavoro autonomo. Solo 1 su 4 dei formati nell Asse Occupabilità che non hanno cercato attivamente lavoro dopo la fine della formazione e meno di 1 su 3 nell Asse Inclusione sociale non lo hanno fatto per motivi personali, familiari o di salute. 70 Coloro che hanno subito cominciato a cercare un occupazione una volta conclusa l esperienza formativa e coloro che non lo hanno fatto esclusivamente in ragione della decisione già presa di iniziare un lavoro autonomo o, più spesso, di una promessa di impiego già ricevuta, considerati 68 Cfr. tabella 39 in allegato. 69 Si rimanda, per un maggiore dettaglio, alla tabella 40 dell allegato. 70 Cfr. tabella 41 in allegato. 91

93 congiuntamente, sono complessivamente circa il 90% dei formati su entrambi gli Assi, a confermare la forte spinta all occupabilità che ha portato la maggior parte dei destinatari a scegliere di svolgere il percorso formativo (si cfr. in merito, la tabella 1.2). La ricerca di lavoro si è svolta, in media, facendo ricorso contemporaneamente a più canali di ricerca: in media, 3,5 per i formati dell Asse Occupabilità e 3 per quelli dell Asse Inclusione sociale. 71 Le azioni di ricerca più utilizzate sono prevalentemente riconducibili all iniziativa diretta 72, che interessa il 75,2% dei formati nell Asse Occupabilità alla ricerca di un impiego dopo la fine della formazione e il 59,4% dei formati nell Asse III, ma mantiene comunque un certo ruolo la mediazione organizzata 73 soprattutto quella pubblica utilizzata rispettivamente dal 16% e dal 28,3% dei formati, mentre più marginale come strumento di ricerca appare il ricorso alle reti informali di relazione rappresentate da amici, conoscenti e, in minor misura, parenti (8,8% e 12,2% rispettivamente nell Asse II e III). Fanno riferimento agli intermediari pubblici (e, in misura minore, privati) soprattutto i meno istruiti (le persone con un titolo di studio inferiore al diploma vi fanno ricorso nel 38,4% e nel 33,3% dei casi, rispettivamente negli Assi II e III) e i meno giovani, soprattutto gli over 45 (anche se nell Asse III si riscontra un elevato ricorso alla mediazione organizzata anche fra gli under 30), mentre l autopromozione e l iniziativa diretta sono più diffusi fra le donne (il 78% contro il 70,9% degli uomini nell Asse II e il 61,9% vs 55,2% nell Asse III), al crescere del livello di istruzione, soprattutto tra i laureati (81,6% nell Asse Occupabilità e 66,3% nell Asse Inclusione sociale) e tra i giovani Per il dettaglio sulle azioni di ricerca svolte si rimanda alla tabella 42 in allegato. 72 Sono state ricondotte sotto questa voce le seguenti modalità di ricerca: Ha sostenuto un colloquio di lavoro, una selezione presso privati, Ha sostenuto prove scritte e/o orali di un concorso pubblico, Ha inviato una domanda per partecipare ad un concorso pubblico, Ha esaminato offerte di lavoro sui giornali, Ha messo inserzioni sui giornali, Ha risposto ad offerte di lavoro pubblicate sui giornali, o trasmesse da spot radio televisivi, Ha fatto domande di lavoro e/o inviato curriculum a privati, Ha cercato lavoro su internet, Ha intrapreso iniziative per l avvio di una attività autonoma. Per un dettaglio sulle singole azioni di ricerca si rimanda alla tabella 43 dell allegato. 73 Sono state ricondotte alla mediazione organizzata le seguenti azioni di ricerca di lavoro: si è messo in contatto con un centro pubblico per l impiego (ex ufficio di collocamento) (la più diffusa), ha avuto contatti con una agenzia privata per il lavoro (agenzia interinale, agenzia di ricerca e selezione, agenzia di intermediazione, agenzie di outplacement), si è rivolto a sindacati. 74 Per una panoramica complessiva si rimanda alle tabelle da 44 a 48 dell allegato. 92

94 6.6 ESITI OCCUPAZIONALI DEGLI INTERVENTI A 12 MESI DALLA CONCLUSIONE DELL ATTIVITÀ A dodici mesi dalla conclusione dell attività formativa/politica attiva del lavoro il tasso di inserimento occupazionale lordo è pari al 57,3% tra i formati dell Asse Occupabilità e al 40,8% fra quelli dell Asse Inclusione sociale mentre il tasso di successo (pari alla somma degli occupati 75 e dei soggetti rientrati in percorsi di istruzione e/o formazione) è pari rispettivamente al 62,5% e al 44,3%. La quota di formati ancora in cerca di un primo o, molto più spesso, di un nuovo lavoro dopo un anno dalla fine dell intervento formativo risulta relativamente contenuta fra i destinatari dell Asse II, mentre si rivela elevata (oltre la metà del totale) fra i destinatari delle attività finanziate a valere sull obiettivo specifico IIIg, dato, questo, almeno in parte coerente con le maggiori difficoltà iniziali dei gruppi target dell Obiettivo, volto a sviluppare percorsi di integrazione e migliorare il (re)inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati per combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro. Piuttosto bassa, infine, la percentuale di formati in una condizione di inattività diversa da quella di studente, dato, questo, senz altro positivo. 76 Grafico Condizione professionale a 12 mesi dalla conclusione dell attività per Obiettivo Specifico (Valori %. N=1.975) 75 E ricompreso fra gli occupati anche chi ha una occupazione saltuari/atipica e chi è in CIG, mentre sono inclusi fra i disoccupati gli iscritti alle liste di mobilità. 76 Per un maggiore dettaglio in merito alle diverse condizioni di inattività si rimanda alla tabella 56 in allegato. 93

95 Alcune tipologie formative sembrano contribuire in misura maggiore ad accrescere le probabilità di occupazione dei destinatari degli interventi: i migliori risultati in termini di efficacia nel placement riguardano le borse di ricerca e i percorsi di formazione post obbligo formativo e post diploma finanziati sull Asse II, con tassi di inserimento occupazionale lordo pari rispettivamente al 67,8% e al 62%, mentre rispetto agli interventi a valere sull Asse III le migliori performance sono quelle dei destinatari delle borse per la realizzazione di esperienze di lavoro (46,5%, a fronte del 40,8% medio nell Asse). 77 Le scelte formative pianificate e adottate, nonché le differenti condizioni di contesto socioeconomico, condizionano anche i risultati di placement per territorio, con tassi di inserimento occupazionale lordo superiori alla media, su entrambi gli obiettivi specifici, nella Provincia di Ancona. 78 Tabella Condizione professionale dei formati nell obiettivo specifico IIe a 12 mesi dalla conclusione dell attività per Tipologia formativa e Organismo Intermedio (Valori %. N=1.575) Tipologia formativa Borse di lavoro Borse di ricerca Formazione finalizzata al reinserimento lavorativo Formazione post obbligo formativo e post diploma Incentivi alle persone per la Organismo intermedio Qual era la Sua condizione professionale a distanza di 12 mesi dalla conclusione dell attività? Disoccupato In cerca di Inattivo alla ricerca di Occupato prima Studente diverso da nuova occupazione studente occupazione Totale AP 75,0 25,0 100,0 4 MC 52,7 2,8 37,1 6,1 1,4 100,0 429 PU 50,0 2,6 35,5 9,2 2,6 100,0 76 Totale 52,5 2,8 36,7 6,5 1,6 100,0 509 N AN 100,0 100,0 2 AP 62,5 37,5 100,0 8 MC 68,6 1,7 27,9 1,2 0,6 100,0 172 PU 65,0 2,5 30,0 2,5 100,0 80 Reg. 100,0 100,0 2 Totale 67,8 1,9 28,4 1,5 0,4 100,0 264 N MC 39,1 2,9 49,3 8,7 100,0 69 PU 54,5 1,7 38,6 4,0 1,1 100,0 176 Totale 50,2 2,0 41,6 5,3 0,8 100,0 245 N AN 62,0 2,4 30,5 4,2 0,8 100,0 495 Totale 62,0 2,4 30,5 4,2 0,8 100,0 495 N AN 100,0 100,0 1 MC 44,4 3,7 22,2 29,6 100,0 27 N 77 Per alcune tipologie di intervento il dato disaggregato a livello di singola tipologia di attività non è significativo a causa dell esiguità numerica dei formati, come messo in evidenza dalle tabelle 1.3 e Per un analisi di dettaglio degli esiti occupazionali a 12 mesi per Organismo Intermedio si rimanda alle tabelle 49a, 49b, 50a e 50b dell allegato. 94

96 Tipologia formativa Organismo intermedio Qual era la Sua condizione professionale a distanza di 12 mesi dalla conclusione dell attività? Disoccupato In cerca di Inattivo alla ricerca di Occupato prima Studente diverso da nuova occupazione studente occupazione formazione Totale 42,9 3,6 25,0 28,6 100,0 28 N MC 44,1 11,8 35,3 8,8 100,0 34 Tirocini Totale 44,1 11,8 35,3 8,8 100,0 34 N Totale N Tabella Condizione professionale dei formati nell obiettivo specifico IIIg a 12 mesi dalla conclusione dell attività per Tipologia formativa e Organismo Intermedio (Valori %. N=400) Tipologia formativa Alta formazione post ciclo universitario Formazione all interno dell obbligo formativo Borse di lavoro Formazione finalizzata al reinserimento lavorativo Incentivi alle persone per la formazione Organismo Intermedio D42. Qual era la Sua condizione professionale a distanza di 12 mesi dalla conclusione dell attività? Disoccupato In cerca di Inattivo alla ricerca di Occupato prima Studente diverso da nuova occupazione studente occupazione Totale Reg. 84,6 15,4 100,0 13 Totale 84,6 15,4 100,0 13 N AN 25,6 11,5 53,8 9,0 100,0 78 PU 50,0 50,0 100,0 6 Totale 27,4 10,7 53,6 8,3 100,0 84 N AN 54,8 1,6 40,3 2,4 0,8 100,0 124 MC 30,8 1,9 53,8 3,8 9,6 100,0 52 PU 36,4 4,5 50,0 9,1 100,0 22 Totale 46,5 2,0 44,9 2,5 4,0 100,0 198 N AN 31,3 65,6 3,1 100,0 32 MC 44,4 55,6 100,0 9 PU 26,1 17,4 43,5 4,3 8,7 100,0 23 Totale 31,3 6,3 56,3 3,1 3,1 100,0 64 N MC 41,5 58,5 100,0 41 Totale 41,5 58,5 100,0 41 N N Disaggregando per genere il tasso di inserimento occupazionale dei destinatari delle attività formative (percorsi d aula, voucher formativi e work experience) finanziate attraverso l obiettivo specifico IIe si evidenzia la persistenza di un differenziale di genere: le donne occupate a distanza di un anno dalla fine dell esperienza formativa sono il 55,7% del totale, a fronte del 60,1% degli uomini. Tale differenziale di genere (-4,4 punti percentuali), pur evidenziando i maggiori ostacoli 95

97 che la componente femminile deve comunque affrontare per accedere al mercato del lavoro (marchigiano e non solo), risulta però inferiore a quello registrato nell indagine Placement precedente (-10,8 punti percentuali) e a quello che caratterizza, più in generale, il mercato del lavoro regionale (-16,2 punti percentuali nel 2011, in miglioramento rispetto ai -17,5 punti percentuali dell anno precedente) e nazionale (-21,2 punti percentuali, sempre nell anno 2011). Questa differenza di genere, peraltro, risulta piuttosto stabile anche al variare dell età e si riscontra per lo più in tutte le tipologie formative 79, mentre un livello di istruzione più elevato sembra contribuire a diminuire tale differenziale. 80 Al contrario, tra i destinatari delle attività formative finanziate sull Asse Inclusione sociale la quota di donne occupate risulta pari al 44,9%, a fronte del 34,4% degli uomini, risultato positivo derivante sia da un livello di istruzione mediamente più elevato fra le donne, sia dalla concentrazione della componente femminile nelle work experience che, in generale, sembrano essere più efficaci in termini di placement Si fa riferimento, in questo caso, alle tipologie di intervento formativo per cui è disponibile nell universo di riferimento un numero di destinatari sufficiente a garantire una rappresentatività statistica (non sono considerati nell analisi, in particolare, i destinatari dei tirocini e degli incentivi alle persone per la formazione). Per un approfondimento in merito si rimanda alle tabelle 53a e 54a in allegato. 80 Le differenze tra uomini e donne nella percentuale di occupati risultano, infatti, più consistenti tra i formati in possesso del diploma piuttosto che fra i laureati. Si confronti, in merito, la tabella 55a dell allegato. 81 Le migliori performance femminili sono, almeno in parte, imputabili alla maggiore presenza femminile all interno di tipologie formative che, in generale, contribuiscono maggiormente a migliorare l occupabilità dei destinatari quali le work experience, mentre la componente maschile risulta prevalente tra i formati all interno di tipologie quali la formazione per l obbligo formativo e la formazione finalizzata al reinserimento lavorativo. La componente femminile formata nella attività cofinanziate a valere sull Asse III, risulta, inoltre, in media più istruita (il 25,9% ha un titolo di studio inferiore al diploma, il 37,9% è diplomata e il 36,2% laureata, a fronte di valori per la componente maschile pari rispettivamente al 54,8%, al 29,9% e al 15,3%) e si caratterizza per una minore presenza di stranieri (il 13,2%, contro il 21,7% degli uomini). 96

98 Grafico Condizione professionale a 12 mesi dalla conclusione dell attività per Asse e sesso (Valori %. N=1.975) Prendendo in esame le altre principali caratteristiche socio anagrafiche dei destinatari della formazione e delle politiche attive del lavoro, come già riscontrato nelle precedenti indagini placement, le probabilità di occupazione sembrano diminuire per i destinatari più maturi, che incontrano maggiori difficoltà di reinserimento nel mercato del lavoro rispetto alle classi di età più giovani: tra i formati con 45 anni e oltre negli interventi dell obiettivo specifico IIe la quota di occupati è pari al 45,3% (contro il 57,3% totale), mentre fra i destinatari dell Asse III gli occupati over 45 a 12 mesi dalla conclusione dell attività formativa sono il 33,9% (a fronte del 40,8% complessivo). Nel caso dei destinatari degli interventi a valere sull Asse Occupabilità, in particolare, la percentuale di occupati si mantiene al di sopra del 50% del totale in tutte le classi di età dei giovani e dei giovani adulti (dai 20 ai 44 anni), con tassi di inserimento professionale più elevati nelle classi di età e anni. Tra i formati dell Asse III, invece, le migliori performance occupazionali si registrano fra i giovani adulti tra i 30 e i 39 anni, con qualche difficoltà di inserimento sia fra i più giovani (15-24 anni) che, come già visto, fra i più maturi Per una analisi di dettaglio degli esiti occupazionali per classi di età si rimanda alla tabella 51 in allegato. 97

99 Tabella Condizione professionale a 12 mesi dalla conclusione dell attività per obiettivo specifico ed età (Valori %. N=1.975) Obiettivo Specifico IIe IIIg Classi di età D42. Qual era la Sua condizione professionale a distanza di 12 mesi dalla conclusione dell attività? In cerca di prima occupazione Occupato Disoccupato alla ricerca di nuova occupazione Studente Inattivo diverso da studente Totale Fino a 29 4,2 57,2 28,9 9,1 0,6 100, ,0 59,0 37,7 1,2 1,2 100,0 685 Over 45-45,3 51,2 1,2 2,3 100,0 86 Totale 2,6 57,3 33,9 5,2 1,0 100, N Fino a 29 6,7 36,5 48,6 6,3 1,9 100, ,3 50,4 44,4 0,8 2,3 100,0 133 Over 45-33,9 61,0-5,1 100,0 59 Totale 4,3 40,8 49,0 3,5 2,5 100,0 400 N N La quota di occupati a distanza di un anno dal termine dell attività formativa risulta superiore tra i formati di cittadinanza italiana piuttosto che fra gli stranieri, con un gap più consistente tra i destinatari degli interventi finanziati a valere sull Asse Occupabilità (probabilmente in ragione di altri possibili fattori di svantaggio concorrenti all interno dell utenza target dell Asse Inclusione sociale). Tabella Condizione professionale a 12 mesi dalla conclusione dell attività per obiettivo specifico e cittadinanza (Valori %. N=1.975) Obiettivo Specifico IIe IIIg Cittadinanza D42. Qual era la Sua condizione professionale a distanza di 12 mesi dalla conclusione dell attività? In cerca di prima occupazione Occupato Disoccupato alla ricerca di nuova occupazione Studente Inattivo diverso da studente Totale Italiana 2,7 57,8 33,2 5,3 0,9 100, Straniera - 44,1 50,8 3,4 1,7 100,0 59 Totale 2,6 57,3 33,9 5,2 1,0 100, N Italiana 4,5 41,3 47,9 3,6 2,7 100,0 334 Straniera 3,0 37,9 54,5 3,0 1,5 100,0 66 Totale 4,3 40,8 49,0 3,5 2,5 100,0 400 N N 98

100 Infine, per tutti i formati negli interventi per l occupabilità cofinanziati dal Fondo sociale europeo sui due Assi della programmazione l inserimento nel mondo del lavoro sembra facilitato da un livello di istruzione di partenza più elevato: il tasso di inserimento occupazionale lordo risulta, infatti, più elevato in presenza dei laureati piuttosto che dei diplomati o di destinatari con un titolo di studio inferiore al diploma. Grafico 1.7 Tasso di inserimento occupazionale lordo a 12 mesi dalla conclusione dell attività per obiettivo specifico e titolo di studio (Valori %. N=1.975) 6.7 GLI INDICATORI RELATIVI AI TASSI DI INSERIMENTO OCCUPAZIONALE LORDO Gli stessi dati relativi alla condizione occupazionale dei formati a 12 mesi di distanza dalla conclusione dell attività seguita/svolta sono organizzati, di seguito, secondo le richieste della Commissione. 83 Nel dettaglio, si presenta il tasso di inserimento occupazionale lordo calcolato in riferimento alle diverse caratteristiche socio-anagrafiche dei destinatari; in ragione della scarsa numerosità di alcuni sottogruppi all interno dell universo di riferimento, per maggiore trasparenza 83 Per il calcolo degli indicatori si è fatto riferimento a quanto stabilito nel documento Schede tecniche per il calcolo degli Indicatori comuni di risultato presenti nei PO di Fse a cura di ISFOL - Struttura nazionale di valutazione FSE - Area Valutazione Politiche Risorse Umane. 99

101 sono stati riportati in tabella anche i valori assoluti in base ai quali è stato calcolato il tasso di inserimento occupazionale lordo. Si precisa, inoltre, che ad oggi è stato possibile calcolare esclusivamente i tassi relativi all Obiettivo Specifico IIe in quanto non erano presenti destinatari di interventi formativi conclusi al 31/12/2010 a valere sull Obiettivo Specifico IIf Migliorare l accesso delle donne all occupazione e ridurre le disparità di genere. 84 Tabella Tasso di inserimento occupazionale lordo dei destinatari del FSE per target group prioritari dell Obiettivo Specifico IIe Obiettivo Tasso Formula Risultato Specifico Tasso di N. di destinatari (M+F) formati 85 in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t inserimento IIe occupati a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari (M+F) 903/1.575 = 57,3% occupazionale formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t *100 lordo RC8a Tasso complessivo uomini RC8a1 Tasso complessivo donne RC8a2 Tasso complessivo lavoratori dipendenti RC8a2 Tasso complessivo lavoratori autonomi Tasso di inserimento occupazionale lordo dei destinatari immigrati RC8b Tasso immigrati uomini RC8b1 Tasso immigrati donne RC8b2 Tasso immigrati lavoratori dipendenti IIe IIe IIe IIe IIe IIe IIe IIe N. di destinatari M formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t occupati a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari M formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t *100 N. di destinatari F formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t occupati a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari F formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t *100 N. di destinatari (M+F) formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t occupati in un lavoro dipendente a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari (M+F) formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t *100 N. di destinatari (M+F) formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t occupati in un lavoro autonomo a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari (M+F) formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t *100 N. di destinatari immigrati (M+F) formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t occupati a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari immigrati (M+F) formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t *100 N. di destinatari immigrati M formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t occupati a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari immigrati M formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t *100 N. di destinatari immigrati F formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t occupati a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari immigrati F formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t *100 N. di destinatari immigrati (M+F) formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t occupati in un lavoro dipendente a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari immigrati (M+F) formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t * /587 = 60,1% 550/988 = 55,7% 797/1.575 = 50,6% 106/1.575 = 6,7% 26/59=44,1% 16/35 = 45,7% 10/24 = 41,7% 25/59 = 42,4% 84 Non è stato, pertanto, possibile calcolare il tasso di inserimento occupazionale lordo della popolazione femminile raggiunta dall obiettivo IIf divisa per età, cittadinanza, titolo di studio, condizione rispetto al mercato del lavoro. 85 Come già anticipato nelle note metodologiche, i formati includono, in coerenza con quanto stabilito nelle già citate Linee guida ISFOL, sia i destinatari effettivi che i rendicontabili. 100

102 Tasso RC8b3 Tasso immigrati lavoratori autonomi Tasso di inserimento occupazionale lordo dei destinatari over 45 RC8c1 Tasso popolazione anni uomini RC8c1 Tasso popolazione anni donne RC8c2 Tasso popolazione anni lavoratori dipendenti RC8c3 Tasso popolazione anni lavoratori autonomi Obiettivo Specifico IIe IIe IIe IIe IIe IIe Formula N. di destinatari immigrati (M+F) formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t occupati in un lavoro autonomo a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari immigrati (M+F) formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t *100 N. di destinatari (M+F) con 45 anni e oltre formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t occupati a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari (M+F) con 45 anni e oltre formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t *100 N. di destinatari M anni formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t occupati a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari M anni formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t *100 N. di destinatari F anni formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t occupati a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari F anni formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t *100 N. di destinatari (M+F) anni formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t occupati in un lavoro dipendente a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari (M+F) anni formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t *100 N. di destinatari (M+F) anni formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t occupati in un lavoro autonomo a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari (M+F) anni formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t *100 Risultato 1/59 = 1,7% 39/86 = 45,3% 1/6 = 16,7% 1/4 = 25% 2/10 = 20 % 0/10 = 0% A seguito delle ulteriori richieste formulate in relazione alla precedente indagine Placement dall Amministrazione regionale, sono stati elaborati anche gli indicatori che seguono, relativi al complesso dei destinatari formati in interventi a valere sugli Assi Occupabilità e Inclusione sociale. 101

103 Tabella Tasso di inserimento occupazionale lordo dei destinatari del FSE per target group prioritari degli Obiettivi Specifici IIe e IIIg Obiettivo Tasso Formula Risultato Specifico N. di destinatari F formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t Tasso di inserimento occupati (con qualsiasi tipologia di contratto) a 12 mesi dalla chiusura occupazionale lordo IIe + IIIg 659/1231 = 53,5% dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari F formati in progetti rivolti donne all occupabilità conclusi nell anno t *100 Tasso di inserimento occupazionale lordo immigrati Tasso di inserimento occupazionale lordo under 24 Tasso di inserimento occupazionale lordo over 45 Tasso di inserimento occupazionale giovani laureati (A) 86 Tasso di inserimento occupazionale giovani laureati (B) Tasso di inserimento occupazionale giovani laureati (C) N. di destinatari che hanno trovato un occupazione con contratto a tempo indeterminato (A)87 N. di destinatari che hanno trovato un occupazione con contratto a tempo indeterminato (B) IIe + IIIg IIe + IIIg IIe + IIIg IIe + IIIg IIe + IIIg IIe + IIIg IIe + IIIg IIe + IIIg N. di destinatari (M+F) immigrati formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t occupati (con qualsiasi tipologia di contratto) a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari (M+F) immigrati formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t *100 N. di destinatari (M+F) con meno di 25 anni formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t occupati (con qualsiasi tipologia di contratto) a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari (M+F) con meno di 25 anni formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t *100 N. di destinatari (M+F) con 45 anni e oltre formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t occupati (con qualsiasi tipologia di contratto) a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari (M+F) con 45 anni e oltre formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t *100 N. di destinatari laureati (M+F) formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t occupati a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari laureati (M+F) formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t *100 N. di destinatari laureati (M+F) con meno di 30 anni formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t occupati a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari laureati (M+F) con meno di 30 anni formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t *100 N. di destinatari laureati (M+F) con meno di 35 anni formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t occupati a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari laureati (M+F) con meno di 35 anni formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t *100 N. di destinatari (M+F) formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t occupati con un contratto di lavoro a tempo indeterminato a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari (M+F) formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t *100 N. di destinatari (M+F) formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t occupati con un contratto di lavoro a tempo indeterminato a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) / N. di destinatari (M+F) formati in progetti rivolti all occupabilità conclusi nell anno t occupati a 12 mesi dalla chiusura dell intervento (anno t+1) *100 51/125=40,8% 197/432=45,6% 59/145 = 40,7% 519/843 = 61,6% 239/383 = 62,4% 427/671 = 63,6% 201/1975 = 10,2% 201/1066 = 18,9% 6.8 LE CARATTERISTICHE DELL OCCUPAZIONE Focalizzando ora l attenzione soltanto sui destinatari che a distanza di 12 mesi dalla fine dell esperienza formativa (in aula o in azienda) risultano occupati (che, si ricorda, sono il 57,3% dei 86 Non essendo presenti indicazioni specifiche in merito alle classi di età, il tasso di inserimento occupazionale giovani laureati è stato calcolato, per offrire un maggiore livello di dettaglio, rispetto al totale dei laureati al momento della domanda di partecipazione all attività formativa (A), ai laureati fino a 29 anni (B) e ai laureati fino a 34 anni (C). 87 L indicatore relativo al N. di destinatari che hanno trovato un occupazione con contratto a tempo indeterminato è stato calcolato sia rispetto al totale dei formati (A), sia, per maggiore completezza, rispetto al totale degli occupati a 12 mesi dalla conclusione dell attività formativa (B). 102

104 formati dell Asse II e il 40,8% di quelli dell Asse III) 88, il lavoro trovato risulta del tutto coerente con la formazione per quasi la metà degli occupati nell Asse II e per il 40% circa nell Asse III mentre, prendendo in considerazione anche chi reputa che la congruenza del lavoro svolto con quanto appreso durante la formazione sia solo parziale, le percentuali salgono rispettivamente al 61,8% e al 58,3%. Il livello di coerenza dell impiego, in generale, risulta superiore nel caso dei formati che continuino a lavorare nella stessa azienda in cui hanno ricevuto la formazione (cfr. tab. 1.9) 89. Grafico La sua occupazione a 12 mesi dalla conclusione dell attività formativa era coerente con essa? Per obiettivo specifico (Valori %. N=1.066) Per quanto concerne la continuità dell occupazione svolta rispetto alla formazione fruita è, infatti, il caso di notare che più di uno su tre degli occupati a 12 mesi lavora presso la stessa azienda dove ha svolto la formazione, senza differenze di rilievo fra i due Assi della programmazione. 90 Tale 88 In termini assoluti, si tratta in tutto di persone, 903 in riferimento all Asse Occupabilità e 163 all Asse Inclusione sociale. 89 DI conseguenza, la coerenza dell impiego è leggermente superiore fra i destinatari delle work experience rispetto ai formati nei percorsi d aula, proprio in ragione della maggiore continuità del lavoro nella stessa impresa. Per una analisi complessiva della percezione di coerenza dell occupazione svolta con la formazione fruita si rimanda alle tabelle 61 e62 dell allegato. 90 La quota di occupati che dopo 6 mesi dalla fine della formazione lavorano nella stessa impresa dove si sono formati è, invece, pari al 42% nell obiettivo specifico IIe e al 42,6% nel IIIg (cfr. tabella 63 dell allegato). L analisi della permanenza in azienda in base alle principali caratteristiche socio anagrafiche mette in luce complessivamente buoni risultati in termini di continuità anche per la componente straniera e, limitatamente all Asse Occupabilità, per quella 103

105 tendenza risulta decisamente più marcata nell ambito della tipologia formativa delle work experience, ovvero di quei percorsi esplicitamente finalizzati a favorire l incontro fra domanda e offerta di lavoro mediante una formazione prevalentemente/interamente svolta in un contesto produttivo, mettendo dunque in luce, in tale senso, l efficacia di tali strumenti formativi. Tabella Il lavoro svolto a 12 mesi dalla conclusione dell attività formativa era presso l azienda/ente dove ha svolto lo stage/tirocinio/borsa lavoro? per Obiettivo Specifico e tipologia formativa (Valori %. N=948)* D52. Il lavoro svolto a 12 mesi dalla Obiettivo conclusione del corso era presso Tipologia formativa Specifico l azienda/ente dove ha svolto Totale N Sì No IIe IIIg Borse di lavoro 43,6 56,4 100,0 225 Formazione finalizzata al reinserimento lavorativo 23,9 76,1 100,0 113 Formazione post obbligo formativo e post diploma 27,0 73,0 100,0 282 Incentivi alle persone per la formazione 62,5 37,5 100,0 8 Tirocini 60,0 40,0 100,0 15 Borse di ricerca 42,1 57,9 100,0 152 Totale 35,1 64,9 100,0 795 N Alta formazione post ciclo universitario 18,2 81,8 100,0 11 Formazione all interno dell obbligo formativo 31,8 68,2 100,0 22 Borse di lavoro 40,7 59,3 100,0 86 Formazione finalizzata al reinserimento lavorativo 31,6 68,4 100,0 19 Incentivi alle persone per la formazione 20,0 80,0 100,0 15 Totale 34,6 65,4 100,0 153 N * La domanda è stata posta a tutti gli occupati a distanza di 12 mesi dalla fine della formazione che avessero dichiarato di avere concluso un esperienza di stage/tirocinio/borsa prevista dal percorso formativo svolto. Per quanto riguarda, invece, tipo, stabilità e durata dell occupazione svolta a 12 mesi dalla conclusione dell attività oggetto di indagine risulta largamente prevalente il lavoro alle dipendenze, che riguarda complessivamente l 88,3% dei lavoratori formati nell Asse II e il 92,6% di quelli dell Asse III, con una prevalenza del lavoro autonomo fra gli occupati destinatari delle borse di ricerca dell Asse II (21,2% vs 11,7% medio), a conferma di una tendenza già riscontrata nella precedente indagine Placement. 91 femminile, mentre rispetto all età, se da un lato negli interventi a valere sull obiettivo specifico IIe si rileva una tendenza alla diminuzione delle esperienze di continuità in impresa al crescere dell età, dall altro sull Asse III la tendenza alla permanenza nell azienda/ente dove si è svolta la formazione on the job risulta maggiore dopo i 30 anni, coerentemente con la maggiore presenza di soggetti più maturi fra i destinatari delle borse di lavoro (si vedano, in merito, le tabelle 64, 65 e 66). 91 Si rimanda, in merito alla tabella 67 dell allegato. Non si rilevano, invece, particolari differenze di genere rispetto alla propensione verso il lavoro autonomo(cfr. tab. 68). Nell indagine placement precedente la percentuale di lavoratori autonomi era pari al 20,7% (vs 11,7% della presente rilevazione) nell Asse II e al 4,9% (vs 7,4%) nell Asse III. 104

106 Come messo in luce dalla tabella che segue, l analisi delle tipologie contrattuali evidenzia, invece, l assoluta prevalenza di forme di lavoro a tempo: a 12 mesi dalla fine del percorso seguito/svolto, solo il 19,9% degli occupati formati nell Asse II e il 12,9% di quelli dell Asse III ha un lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato, 92 a fronte di percentuali molto più consistenti di contratti a tempo determinato (rispettivamente 38,1% e 51,5% nei due Assi) e di quote pressoché simili di occupazione atipica e/o flessibile (17,7% e 14,1%). 93 La quota di contratti a finalità formativa 94 si aggira complessivamente intorno al 10% mentre la quota di altre esperienze di lavoro a finalità formativa coinvolgono il 3% circa dei formati che si dichiarano occupati. 95 Da notare anche che le cosiddette forme di lavoro standard (ovvero a tempo indeterminato full time) tra gli occupati nell Asse II coinvolgono il 64,4% dei 180 lavoratori a tempo indeterminato, mentre risultano molto più rare fra gli occupati formati nell Asse III: dei 21 lavoratori con un contratto a tempo indeterminato soltanto 8 (il 38,1%) hanno un impiego standard, mentre la maggioranza ha un occupazione a tempo indeterminato ma part time. Le tipologie contrattuali mettono in evidenza un buon equilibrio di genere rispetto alla stabilità dell occupazione (cfr. tab seguente), mentre si registrano delle differenze per territorio e per età, con maggiore diffusione dei contratti di lavoro dipendente a tempo indeterminato nella provincia di Ancona (il 23,9% degli occupati nell Asse II e il 15,3% nell Asse III) e minore presenza fra i giovani sotto i 30 anni (rispettivamente il 17,4% e il 7,9% degli occupati fino a 29 anni) L indagine placement precedente aveva rilevato una quota di lavoratori dipendenti a tempo indeterminato pari al 25,2% del totale degli occupati nell Asse II e al 25% nell Asse III. 93 Sono state aggregate sotto questa voce le seguenti tipologie contrattuali: Lavoro a progetto e Collaborazione coordinata e continuativa (nettamente prevalenti), Collaborazione occasionale, Associazione in partecipazione a tempo determinato, Lavoro interinale (o a scopo di somministrazione) a tempo determinato, Lavoro intermittente a tempo determinato, Agenzia a tempo determinato. Per un maggiore dettaglio sulle specifiche forme di contratto si rimanda alla tabella 69 dell allegato. 94 Sono inclusi sotto questa voce il contratto di Formazione e lavoro (solo per la Pubblica Amministrazione), quello di Inserimento lavorativo, l Apprendistato ex art.16 L.196/97, l Apprendistato professionalizzante e l Apprendistato per l acquisizione di diploma o per percorsi di alta formazione. 95 Sebbene non si tratti a rigore di forme di lavoro vere e proprie in quanto non regolate da specifiche forme contrattuali, si è scelto comunque di mantenere la quota di persone (peraltro numericamente poco rilevante rispetto al totale dei formati) che hanno dichiarato di aver svolto a 12 mesi dalla fine della formazione stage, tirocini o praticantato fra gli occupati, in ragione della loro auto-percezione come occupati alle dipendenze, del fatto che si tratta spesso di casi di lavoro comunque retribuito e di durata definita e, in taluni casi, presso la stessa impresa dove si è svolta la formazione on the job (e che, quindi, difficilmente possono configurarsi come vera e propria ulteriore formazione), nonché della impossibilità di controllare il tipo di contratto a distanza di 6 mesi e al momento dell intervista (con possibili conseguenti distorsioni nel trend relativo all evoluzione dell inserimento occupazionale nel tempo). 96 Cfr. tabelle 70 e 71 dell allegato. 105

107 Tabella Tipo di contratto a 12 mesi dalla conclusione dell attività formativa per Obiettivo specifico e sesso (Valori %. N=1.066) Obiettivo Specifico IIe IIIg Sesso Tempo indeterminato Tempo determinato Tipo di contratto a 12 mesi Contratti a finalità formativa Forme di lavoro atipico Nessun contratto perché autonomo/ coadiuvante impresa familiare Nessun contratto ma accordo informale con datore lavoro Altre esperienze di lavoro a finalità formativa e LSU M 19,0 39,9 9,6 15,6 12,7 0,6 2,5 100,0 353 F 20,5 36,9 8,9 19,1 11,5 0,4 2,7 100,0 550 Totale 19,9 38,1 9,2 17,7 12,0 0,4 2,7 100,0 903 Totale N M 13,0 51,9 14,8 7,4 9,3 3,7 100,0 54 F 12,8 51,4 9,2 17,4 6,4 2,8 100,0 109 Totale 12,9 51,5 11,0 14,1 7,4 3,1 100,0 163 N N Anche la durata dei contratti di lavoro alle dipendenze 97 risulta, in media, piuttosto ridotta: tra gli occupati formati negli interventi dell Asse Occupabilità circa un terzo ha un contratto fino a 6 mesi e quasi un altro terzo ne ha uno di durata compresa fra i 6 e i 12 mesi, con quote inferiori di contratti di durata superiore all anno, mentre per gli occupati formati nell Asse inclusione sociale le percentuali sono rispettivamente pari al 22% circa fino ai 6 mesi e al 40% tra i 6 e i La domanda relativa alla durata del contratto di lavoro è stata posta a tutti tranne ai dipendenti a tempo indeterminato e a coloro che non avevano un contratto in quanto lavoratori autonomi, coadiuvanti in un impresa familiare o non soggetti a contratto in quanto occupati in maniera irregolare. 98 Per una analisi si puntuale si rimanda alle tabelle 73 e 74 dell allegato, in cui sono rispettivamente riportate la durata dei contratti (con classi di durata meno aggregate) e l analisi per tipo di contratto, che mette in luce la maggiore durata dei contratti a finalità formativa, la maggiore indicazione di una durata non definita in corrispondenza di forme di lavoro atipico/flessibile e di altre esperienze di lavoro a finalità formativa (stage, tirocinio, praticantato). 106

108 Grafico 1.9 Durata del contratto a 12 mesi dalla conclusione dell attività per Obiettivo specifico (Valori %. N=741)* * La domanda non è stata rivolta a dipendenti a tempo indeterminato, lavoratori autonomi, coadiuvanti in un impresa familiare e occupati irregolari. Il tempo di lavoro degli occupati a distanza di un anno dalla fine dell attività di formazione/dalla politica attiva del lavoro si distingue per una quota piuttosto elevata di impieghi part time, pari al 35,3% del totale con riferimento all obiettivo specifico IIe e al 49,7% con riferimento all Asse III, con il persistere di forti differenze di genere. Il dato appare rilevante in considerazione del fatto che non solo si tratta della conferma di un trend già emerso nell indagine Placement precedente 99, ma soprattutto che per circa 8 occupati part time su 10 il tempo di lavoro non costituisce una scelta, bensì un alternativa obbligata per non aver trovato un occupazione a tempo pieno. 100 A livello medio regionale, secondo quanto rilevato attraverso la Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro (RCFL) dell Istat, nel 2011 l incidenza del part time sul totale dell occupazione alle dipendenze risulta pari al 16,5%, anche in questo caso con un differenziale di genere molto elevato: la quota del part time calcolata sul totale degli occupati dipendenti è, infatti, il 6,4% facendo riferimento alla sola componente maschile e il 28,1% per quella femminile. Le difficoltà 99 L indagine sui formati negli interventi per l occupabilità conclusi al 31 dicembre 2009 aveva messo in luce una quota di occupati a 12 mesi a tempo parziale pari al 35,8% in riferimento all Asse 2 e al 52,5% rispetto all Asse Molto più basse le percentuali di chi, invece, ha scelto un impiego a tempo parziale per poter studiare/seguire altri corsi di formazione professionale, per avere tempo libero a disposizione, per motivi di salute o per motivi di cura o, infine, per poter svolgere un secondo lavoro. Per un maggiore dettaglio si rimanda alla tabella 75 dell allegato, con il dato disaggregato per genere. 107

109 nel mercato del lavoro dovute alla crisi si riflettono a livello regionale anche in una crescita del lavoro part time, con l aumento della componente involontaria, ovvero del numero di coloro che lavorano a tempo parziale perché non trovano lavoro a tempo pieno (+44,4% per gli uomini e +55% per le donne). Grafico Tempo di lavoro a 12 mesi dalla conclusione dell attività per obiettivo specifico e sesso (Valori %. N=948)* * La domanda non è stata rivolta ai lavoratori autonomi. La maggioranza assoluta dei formati occupati a distanza di un anno dal termine dell esperienza formativa ricopre mansioni di livello intermedio e percepisce retribuzioni medio-basse. La posizione professionale più diffusa in assoluto è quella di impiegato/intermedio (il 56,9% degli occupati formati sull Asse II e il 51,5% di quelli dell Asse III), seguita da una quota comunque elevata di operai specializzati o qualificati alle dipendenze (il 16,4% nell Asse II e il 25,8% nell Asse III), mentre fra gli autonomi la percentuale più elevata è relativa agli imprenditori (rispettivamente il 7,8% e il 4,3% nei due obiettivi specifici), con una maggiore presenza della componente femminile nelle posizioni da impiegato/intermedio e una prevalenza maschile fra gli operai, a tutti i livelli. 101 Sul piano del reddito, al netto della quota piuttosto consistente di lavoratori che non hanno risposto al relativo item - rispettivamente il 37,2% e il 44,2% sugli Assi Occupabilità e Inclusione sociale - poco più 101 Per un maggiore approfondimento si veda tabella 76 in allegato. 108

110 di un quarto dei primi e quasi un terzo dei secondi percepisce una retribuzione mensile netta fino a 650 euro. Se si considera un guadagno mensile netto che non superi gli 850 euro le quote salgono rispettivamente al 42,7% e al 60,5%, mentre fino a euro al mesi si arriva al 73,2% degli occupati formati nell obiettivo specifico IIe e all 82,5% di quelli dell obiettivo IIIg, con un divario di genere a sfavore delle donne su tutti i destinatari target degli interventi. 102 La maggioranza assoluta degli occupati è concentrata nei settore terziario, in particolare nelle Attività di servizi alle imprese, nel Commercio all ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali per la casa, nella Sanità e assistenza sociale e negli Altri servizi pubblici, sociali e personali, mentre è impiegato nell industria manifatturiera il 14,7% dei formati nell Asse Occupabilità e l 8% di quelli dell Asse Inclusione sociale LA TRANSIZIONE NELL OCCUPAZIONE: UN ANALISI DIACRONICA DELLO STATUS PROFESSIONALE A 6 E 12 MESI E AL MOMENTO DELL INTERVISTA Il tasso di inserimento occupazionale lordo dei destinatari dei progetti rivolti all occupabilità cofinanziati attraverso il Fse manifesta una tendenza alla progressiva crescita nel tempo, nonostante un mercato del lavoro complessivamente ancora abbastanza sfavorevole a causa del perdurare degli effetti della crisi: per i formati nell obiettivo specifico IIe si passa dal 47,2% di occupati a distanza di 6 mesi dalla fine della formazione al 57,7% al momento dell intervista (+8,5 punti percentuali) mentre per i destinatari dell Asse Inclusione sociale il tasso di inserimento cresce dal 32% dopo 6 mesi al 43% al momento attuale (+11 punti percentuali). 104 In maniera pressoché speculare, diminuisce di circa dieci punti percentuali la quota di formati in cerca di primo o nuovo lavoro, a fronte di una riduzione lievissima dei destinatari che dopo la fine dell attività formativa si sono reinseriti in un altro percorso di istruzione e/o formazione professionale e di una quota, decisamente residuale ma stabile nel tempo, di soggetti in condizione di inattività diversa da quella di studente. 102 Si rimanda, per un maggiore dettaglio, alla tabella 77 dell allegato. 103 Per un dettaglio rispetto al settore di attività si rimanda all allegato, tabelle 78 e La crescita si verifica soprattutto nel intervallo fra i 6 e i 12 mesi dopo la fine dell intervento formativo, in ragione di un intervallo di tempo trascorso fra i 12 mesi e il momento dell intervista mediamente più breve: alcuni interventi sono, infatti, terminati a ridosso della fine del 2010 (con conseguente intervallo a 12 mesi nel dicembre 2011) e la rilevazione ha avuto luogo nel mese di marzo Per tutti gli intervalli temporali considerati, il tasso di inserimento occupazionale delle donne è inferiore a quello degli uomini con riferimento alle azioni formative finanziate sull Asse II e superiore per quelle a valere sull Asse III. Si cfr. in merito, la tabella 80 dell allegato. 109

111 Per alcuni tipi di intervento la crescita nel tempo si rivela maggiore, come nel caso delle borse di ricerca finanziate sull Asse Occupabilità (dal 54,9% di occupati a 6 mesi al 70% circa al momento dell intervista), mentre per altri il progressivo aumento della percentuale di occupati è meno accentuato, come accade per le borse lavoro per soggetti svantaggiati nell Asse III (dal 37,9% a 6 mesi al 44,9% attuale). 105 Grafico Condizione professionale a 6 e 12 mesi dalla conclusione dell attività formativa e condizione attuale dei formati nell Asse II (Valori %) 105 Si rimanda, in merito, alle tabella 81a e 81b dell allegato. Si rimanda, invece, alle tab. 82a e 82b per l analisi della transizione dalla formazione al lavoro per Organismo Intermedio, che mette in luce, a fronte di un tasso di inserimento occupazionale nell Asse II più elevato, in termini assoluti, nella Provincia di Ancona, una crescita maggiore nel tempo (e su entrambi gli Assi) nella Provincia di Macerata, sebbene non si arrivi ad un tasso di inserimento professionale pari a quello di Ancona. 110

112 Grafico Condizione professionale a 6 e 12 mesi dalla conclusione dell attività formativa e condizione attuale dei formati nell Asse III (Valori %) A fronte di questa tendenza al progressivo aumento dell inserimento nel mercato del lavoro da parte dei formati non si riscontra, invece, una parallela crescita delle opportunità di impiego coerente: al contrario, in parte per la fine dei contratti di lavoro a tempo in continuità con la formazione, ovvero nell impresa dove si è svolta l esperienza di formazione on the job, in parte per il naturale turnover legato ad impieghi diversi stante la scarsa quota di contratti a tempo indeterminato, la percentuale di formati nei due Assi che dichiarano di svolgere un lavoro del tutto coerente con i contenuti della formazione seguita/svolta diminuisce nel tempo e, per contro, aumenta quella degli impieghi del tutto incongruenti, senza differenze di rilievo fra le diverse tipologie formative. 106 Ciò denota, di fatto, una tendenza ad accettare impieghi anche lontani dalla formazione ricevuta che si accentua man mano che si allontana il periodo di formazione in aula o lo svolgimento della work experience. 106 Per l analisi dell evoluzione nel tempo del livello di coerenza dell occupazione con la formazione per tipologia formativa si rimanda alle tabelle 83a e 83b dell allegato. 111

113 Grafico Coerenza con l attività formativa dell occupazione a 6 e 12 mesi dalla conclusione dell attività e al momento dell intervista per Asse (Valori %) Al crescere dell intervallo temporale trascorso dalla fine dell esperienza formativa si assiste anche a dei cambiamenti rispetto al tipo di lavoro e alla sua stabilità, con una crescita dei contratti di lavoro autonomo, più consistente soprattutto tra i destinatari delle attività finanziate sull obiettivo specifico IIe. (+5,8 punti percentuali contro + 2,1 nell obiettivo specifico IIIg). Tabella Tipo di lavoro a 6 e 12 mesi dalla conclusione dell attività e al momento dell intervista per Asse Asse II Tipo di lavoro A 6 mesi A 12 mesi Attuale Alle dipendenze 90,5 88,3 84,7 Autonomo 9,5 11,7 15,3 Totale 100,0 100,0 100,0 N Asse III Tipo di lavoro A 6 mesi A 12 mesi Attuale Alle dipendenze 94,5 92,6 92,4 Autonomo 5,5 7,4 7,6 Totale 100,0 100,0 100,0 N

114 Se, da un lato, cresce nel tempo l occupazione autonoma, l occupazione alle dipendenze subisce un processo di progressiva stabilizzazione, con la diminuzione dei contratti di lavoro flessibile e atipico e di quelli a tempo determinato a beneficio dell occupazione a tempo indeterminato. Tra i formati dell Asse II occupati il lavoro a tempo indeterminato cresce di 11 punti percentuali dai 6 mesi dal termine della formazione al momento dell intervista (con una crescita significativa soprattutto fra i destinatari dei percorsi di formazione finalizzata al reinserimento lavorativo e della formazione post obbligo formativo e post diploma) 107, mentre l aumento fra i destinatari dell Asse inclusione sociale è di quasi 15 punti percentuali. 108 Grafico Tipo di contratto a 6 e 12 mesi dalla conclusione dell attività e al momento dell intervista per Asse (Valori %) 6.10 RIFLESSIONI CONCLUSIVE Dopo una fase iniziale della programmazione Fondo Sociale Europeo nella regione Marche largamente contraddistinta dall attivazione prevalente di borse per la realizzazione di 107 La crescita è pari rispettivamente e +16,2 e + 13,1 punti percentuali (vedi tab. 85a in allegato). 108 Si cfr. in merito la tabella 85b dell allegato. 113

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