LE SOCIETÀ CONTROLLATE DAI MAGGIORI COMUNI ITALIANI: COSTI, QUALITÀ ED EFFICIENZA

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1 FONDAZIONE LE SOCIETÀ CONTROLLATE DAI MAGGIORI COMUNI ITALIANI: COSTI, QUALITÀ ED EFFICIENZA (edizione 2006) a cura dell Ufficio Studi di Mediobanca

2 ISSN Copyright 2006 by Fondazione Civicum, Milano

3 La missione della Fondazione Civicum è quella di promuovere e sostenere una cultura della partecipazione e della collaborazione tra cittadini e istituzioni per aumentare efficacia ed efficienza nella gestione dei beni pubblici. La causa prima dei problemi che possiamo riscontrare nelle gestioni delle Amministrazioni Pubbliche è il generalizzato disinteresse da parte del cittadino verso lo Stato, che non viene sentito come bene comune. Civicum vuole proporre ai cittadini nuove e possibili modalità di impegno civico per migliorare il Paese. Le iniziative che vengono realizzate dalla Fondazione hanno oggi come obiettivo la trasparenza e la significatività di ciò che le istituzioni comunicano ai cittadini riguardo alla gestione dei beni pubblici. È questa una condizione indispensabile per conoscere e quindi per poter partecipare ed influire. Attraverso la presentazione di questa ricerca su costi, qualità ed efficienza nelle società a controllo comunale, commissionata all Ufficio Studi di Mediobanca, vogliamo attirare l attenzione del pubblico su aziende, importanti per dimensioni e per tipologia dei servizi, che spesso sfuggono all analisi dei loro azionisti ultimi: i cittadini. Questo nuovo lavoro è la continuazione dello studio sui bilanci delle società a controllo comunale, condotto nei primi mesi del 2005 sempre dall Ufficio Studi di Mediobanca per Civicum. Questi studi, insieme con i Bilanci per il Cittadino del Comune di Milano, per noi realizzati da SDA Bocconi, rappresentano un tentativo di comprensione ed un contributo sulla strada dell elaborazione di un bilancio consolidato dei Comuni, che serva ai cittadini per capire come vengono gestite le loro risorse e agli amministratori per migliorarne l efficienza e l efficacia. FONDAZIONE CIVICVM Via S. Pietro all Orto, Milano Tel Fax info@civicum.it

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5 INDICE Pag. Premessa Glossario dei principali termini tecnici Capitolo 1 - Sintesi dei risultati Metodo della ricerca I dati e gli indicatori rilevanti Sintesi dei risultati: avvertenze I servizi energetici I servizi idrici Il trasporto pubblico locale I servizi aeroportuali I servizi di igiene urbana Bilanci di sostenibilità e certificazioni di qualità Allegato - Elenco delle società a controllo comunale e delle principali aziende similari Capitolo 2 - L energia elettrica e il gas Le società Il funzionamento del mercato dell energia elettrica Il funzionamento del mercato del gas naturale La struttura delle imprese Produzione di servizi Energia elettrica Gas Tariffe Energia elettrica Gas Ricavi e costi unitari Indicatori di efficienza e qualità Capitolo 3 - I servizi idrici Le società Produzione di servizi Normativa e tariffe Ricavi e costi unitari Indicatori di efficienza e qualità

6 Capitolo 4 - Il trasporto pubblico locale Le società Produzione di servizi Normativa e tariffe Ricavi e costi unitari Indicatori di efficienza e qualità Capitolo 5 - I servizi aeroportuali Le società Produzione di servizi Normativa e tariffe Ricavi e costi unitari Indicatori di efficienza e qualità Capitolo 6 - Il servizio di igiene urbana Le società Produzione di servizi Normativa e tariffe Ricavi e costi unitari Indicatori di efficienza e qualità INDICE DELLE TABELLE E DEI GRAFICI Tab. 1.1 Informazioni ottenibili dai bilanci o dai siti internet Tab. 1.2 Bilanci sociali, ambientali e di sostenibilità Tab. 1.3 Principali certificazioni di qualità Graf. 2.1 Primi dieci operatori nazionali per vendita di gas ai clienti finali 47 Tab. 2.1 Energia elettrica Numero di clienti e km di rete Tab. 2.2 Energia elettrica Quantità prodotte, distribuite e vendute Tab. 2.3 Struttura delle vendite di energia elettrica dei grossisti nel 2004 (GWh) Tab. 2.4 Gas - Numero di clienti e km di rete Tab. 2.5 Gas - Quantità vettoriate e vendute Tab. 2.6 Indici di investimento Tab. 2.7 Prezzo di acquisto e liquidità della Borsa elettrica Tab. 2.8 Energia elettrica Tariffa D Tab. 2.9 Energia elettrica Tariffa D Tab Tariffe gas (2004) Tab Indici di ricavo e costo per l attività di produzione di energia elettrica

7 Tab Indici di ricavo e costo per l attività di distribuzione di energia elettrica Tab Indici di ricavo e costo per l attività di vendita di gas Tab Indici di ricavo e costo per l attività di vettoriamento di gas Tab Indicatori di continuità del servizio di distribuzione di energia elettrica Tab Indicatori di qualità tecnica nella distribuzione del gas naturale 62 Graf. 3.1 Numero di abitanti serviti (2004) Tab. 3.1 Gli ATO in cui operano le società analizzate Tab. 3.2 Quantità di acqua immessa e fatturata Tab. 3.3 Km di rete, impianti di depurazione e acque reflue trattate Tab. 3.4 Indici di investimento Tab. 3.5 Tariffe idriche al 1 Gennaio Tab. 3.6 Ricavi unitari Tab. 3.7 Costi unitari Tab. 3.8 Indici di produttività Tab. 3.9 Perdite Graf. 4.1 Indice apporti pubblici / vetture-km Tab. 4.1 Struttura delle società di trasporto pubblico locale Tab. 4.2 Produzione di servizi Tab. 4.3 Parco veicoli Tab. 4.4 Indici di investimento Tab. 4.5 Tariffe Tab. 4.6 Stima dell evasione tariffaria Tab. 4.7 Indici di ricavo Tab. 4.8 Indici di costo Tab. 4.9 Indicatori di offerta pro-capite Tab Contenuto delle carte della mobilità: presenze e numero di indicatori 97 Tab Indici di qualità Tab Velocità commerciale Tab. 5.1 Numero di passeggeri Tab. 5.2 Numero di movimenti di aeromobili Tab. 5.3 Cargo (tonnellate) Tab. 5.4 WLU Tab. 5.5 Dimensioni degli aeroporti Tab. 5.6 Indici di investimento Tab. 5.7 Tariffe Tab. 5.8 Indici di ricavo Tab. 5.9 Indici di ricavo per WLU Tab Indici di costo per WLU Tab Ritardi

8 Tab Bagagli disguidati Tab Tempo di consegna dei bagagli Tab Tempo di attesa a bordo Tab. 6.1 Modalità di raccolta Tab. 6.2 Residenti e produzione pro-capite di RSU Tab. 6.3 Raccolta di RSU Tab. 6.4 Quantità smaltite Tab. 6.5 Indici di investimento Tab. 6.6 Tariffazione del servizio di igiene urbana (Ta.RSU / Ta.Ri.) Tab. 6.7 Scadenze per il passaggio alla tariffa Tab. 6.8 Costo per l utente del servizio di igiene urbana Tab. 6.9 Struttura dei ricavi Tab Ricavi (da tariffa o contratto di servizio) per abitante Tab Ricavi per tonnellata di RSU raccolta Tab Indici di costo Tab Indici di produttività Tab Raccolta differenziata a livello nazionale Tab Raccolta differenziata Tab Contenuto delle carte dei servizi

9 Avvertenza per la lettura delle tabelle Si sono adoperati i segni convenzionali e le abbreviazioni seguenti: -- quando il fenomeno non esiste quando si ignora se il fenomeno esiste o non se ne conosce il dato n.c. dato non calcolato n.d. dato non disponibile Le medie che riguardano più anni sono calcolate su base omogenea 9

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11 PREMESSA Questa ricerca, commissionata dalla Fondazione Civicum di Milano, rappresenta il completamento naturale dello studio sui bilanci delle principali società controllate dai comuni italiani pubblicato nel 2005 ( 1 ). Valgono gli stessi obiettivi di quel primo lavoro: - fornire all amministrazione e ai cittadini un quadro completo delle attività del comune; - stimolare la presentazione di un informativa più trasparente e significativa per analisti e cittadini; - individuare indicatori di efficienza e di qualità che consentano un confronto tra società operanti nello stesso settore; - stimolare l assunzione di comportamenti virtuosi ispirati al concetto delle best practice. Lo studio dei bilanci aveva messo in evidenza escludendo le poche società quotate una presentazione delle informazioni contabili per lo più carente in termini di trasparenza e di significatività. Nel dettaglio, si attirò l attenzione sul fatto che mancavano informazioni adeguate sugli aspetti qualitativi dei servizi prestati e sulla governance complessiva che regolava il funzionamento delle imprese. Sul tema della governance la Fondazione Civicum ha presentato lo scorso dicembre un insieme di linee guida che costituiscono una prima proposta di confronto ( 2 ). Lo studio che segue analizza le tematiche relative ai costi dei servizi prestati, alla loro qualità e all efficienza dei processi produttivi col proposito di iniziarne la conoscenza avviando criteri per la loro valutazione. Il fine ultimo è quello sopra ricordato: stimolare comportamenti virtuosi. Ufficio Studi Mediobanca, 19 gennaio 2006 ( 1 ) Fondazione Civicum, Le società controllate dai maggiori Comuni italiani (edizione 2005) Milano, giugno ( 2 ) Fondazione Civicum, Una governance per le società a controllo comunale; Milano, dicembre

12 GLOSSARIO DEI PRINCIPALI TERMINI TECNICI ATO (Ambito Territoriale Ottimale): rappresenta l unità territoriale ex-legge n (Legge Galli) in cui vengono resi i servizi idrici integrati (v.), evitando la frammentazione delle gestioni. Le province e i comuni costituiscono in ciascun ATO un Autorità d ambito avente funzioni di indirizzo e controllo di tali servizi, compreso l affidamento e la determinazione del sistema tariffario. Bilancio di sostenibilità: rendiconto della capacità dell impresa di realizzare uno sviluppo sostenibile (v.) combinando in un equilibrio efficiente e virtuoso le responsabilità di natura economica, ambientale e sociale (concetto della corporate social responsibility, CSR). Carta dei servizi: documento messo a disposizione degli utenti dove vengono descritti finalità, modi, criteri e strutture attraverso cui il servizio viene prestato. Comprende riferimenti a standard di qualità e relativi indicatori. Nel settore dei trasporti prende il nome di carta della mobilità. Cliente idoneo (energia elettrica): persona fisica o giuridica abilitata a stipulare contratti di fornitura con qualsiasi produttore, distributore o grossista italiano od estero. Cliente vincolato (energia elettrica): cliente finale legittimato a stipulare contratti di fornitura esclusivamente col distributore che esercita il servizio nel territorio in cui egli risiede. Cogenerazione: produzione combinata di energia elettrica e termica, utilizzata a scopi industriali e civili (teleriscaldamento). Dispacciamento: attività diretta ad impartire disposizioni per l'utilizzazione e l'esercizio coordinato degli impianti di produzione di energia, della rete di trasmissione e dei servizi ausiliari. Discarica: luogo (scavo protetto, impermeabile e controllato) in cui si seppelliscono i rifiuti. Ha lo svantaggio di disperdere risorse e di trasmettere problemi e oneri alle generazioni future. Fonti rinnovabili: si distinguono in programmabili (risorse geotermiche, l'energia derivante dalla trasformazione dei rifiuti organici ed inorganici o di prodotti vegetali, nonché l'energia idraulica, esclusi in quest'ultimo caso gli impianti ad acqua fluente), non programmabili (energia del sole, del vento, delle maree, del moto ondoso o l'energia idraulica, limitatamente in quest'ultimo caso agli impianti ad acqua fluente) ed assimilate (risorse energetiche di origine fossile che, ai sensi dell'art. 1, comma 3, della legge n , vengono assimilate alle fonti rinnovabili in virtù degli elevati rendimenti energetici). Secondo il provvedimento CIP n. 6/92, sono considerati impianti alimentati da fonti assimilate gli impianti di cogenerazione, quelli che utilizzano calore di recupero, fumi di scarico ed altre forme di energia recuperabile in processi produttivi e in impianti, nonché gli 12

13 impianti che utilizzano gli scarti di lavorazione o di processi e quelli che utilizzano fonti fossili prodotte esclusivamente da giacimenti minori; l energia prodotta da fonti rinnovabili e assimilate viene ceduta al GRTN (Gestore del sistema elettrico, a controllo interamente pubblico) e beneficia di un trattamento tariffario agevolato (cosiddetto Cip6). GRI (global reporting initiative): progetto internazionale avviato nel 1997 da CERES (Coalition for Environmentally Responsible Economies) e Nazioni Unite con lo scopo di stimolare e promuovere pratiche standardizzate (guidelines) per la raccolta di dati e la redazione di bilanci di sostenibilità. Handling: servizi di assistenza resi ai clienti degli aeroporti (passeggeri e compagnie aeree), fra cui accettazione e imbarco dei passeggeri, assistenza ai passeggeri in arrivo, bilanciamento degli aeromobili, supervisione di rampa, carico e scarico degli aeromobili, catering, rifornimento degli aerei, smistamento e riconsegna dei bagagli, pulizie di bordo, trasporto dei passeggeri, degli equipaggi e delle merci. kwh (chilovattora): unità di misura dell energia elettrica (1 MWh = kwh; 1 GWh = un milione di kwh; 1 TWh = un miliardo di kwh). Passeggeri-km: numero dei passeggeri moltiplicato per i km percorsi. RD (raccolta differenziata): separazione all origine dei materiali di rifiuto in vista del recupero e riciclo nei processi produttivi (vetro, carta, alluminio, ecc.). RSU (rifiuti solidi urbani): sostanze di cui i detentori si disfano (anche a seguito di un obbligo). Comprendono i rifiuti domestici provenienti dalle abitazioni, quelli non pericolosi provenienti da altri locali e luoghi, i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade, quelli provenienti da giardini, parchi e aree cimiteriali. Servizio idrico integrato: insieme delle attività di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, fognatura e depurazione delle acque reflue; organizzato sulla base di ambiti territoriali ottimali (ATO, v.), istituito dalla legge n (legge Galli). Sviluppo sostenibile: sviluppo in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere le possibilità delle generazioni future. Mira a garantire contemporaneamente il benessere economico, l equità sociale e la salvaguardia dell ambiente (v. Bilancio di sostenibilità). Ta.RSU (tassa rifiuti solidi urbani): è il tributo imposto dai comuni per coprire in tutto o in parte il costo di esercizio del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani. E stata abolita dalla legge Ronchi (D.Lgs ) che l ha sostituita con la tariffa rifiuti (Ta.Ri.), volta a coprire tutti i costi del servizio, la cui introduzione avviene con gradualità. Tensione (elettrica): è il potenziale elettrico di un impianto e si misura in volt (V) o più spesso in chilovolt (1 kv = volt). La bassa tensione (BT) è una tensione 13

14 nominale tra le fasi non superiore ad 1 kv, la media tensione (MT) è superiore ad 1 kv sino a 35 kv, l alta tensione (AT) è superiore a 35 kv sino a 150 kv; oltre questo limite si ha l altissima tensione (AAT). Termovalorizzatore: impianto che ha lo scopo di impiegare i rifiuti non utilmente riciclabili usandoli come combustibile per produrre energia (elettricità e calore per le reti di teleriscaldamento). Tolling (contratto di): contratto in base al quale un soggetto si obbliga a produrre energia elettrica su richiesta di un altro soggetto che fornisce il combustibile e paga un corrispettivo a copertura dei costi fissi dell impianto ed un corrispettivo variabile quale compenso dell energia prodotta. Trasporto dell energia elettrica: viene denominato trasmissione quando utilizza la rete interconnessa ad alta e altissima tensione (rete di trasmissione nazionale), distribuzione quando riguarda la rete a media e bassa tensione (v. anche dispacciamento e vettoriamento). Trasporto del gas naturale: avviene lungo la rete di metanodotti della SRG Snam Rete Gas. Questa comprende la rete nazionale e la rete regionale, con pressioni di esercizio che variano da un minimo di 1,5 ad oltre 24 bar (la pressione atmosferica è pari a 1,01325 bar). La rete della SRG è collegata alle reti locali dove il trasporto viene generalmente denominato distribuzione, con pressioni di esercizio inferiori ad 1,5 bar. Vettoriamento: servizio che consiste nel trasferire lungo una rete di trasporto una data quantità di energia (elettrica, gas, ecc.) da uno o più punti di consegna (immissione in rete) ad uno o più punti di riconsegna (prelievo dalla rete) a fronte del riconoscimento al titolare del servizio di un corrispettivo. Vetture-km: numero delle vetture moltiplicate per i km percorsi. WLU (Work Load Unit): misura la quantità di servizi erogati da un aeroporto in kg sommando merci e passeggeri dopo aver equiparato ogni passeggero ad un peso di 100 kg (80 kg di peso corporeo + 20 kg di bagaglio). 14

15 Capitolo 1 SINTESI DEI RISULTATI 1.1 Metodo della ricerca Questa ricerca si pone l obiettivo di valutare i costi unitari e i livelli di qualità ed efficienza delle aziende controllate dai comuni che prestano servizi pubblici locali. Essa è stata realizzata nella convinzione che occorresse prima condividere alcuni criteri generali di valutazione dei processi produttivi dei servizi erogati e poi passare ad un primo raffronto degli indicatori che sarebbe stato possibile calcolare. Sono state esaminate 37 imprese, 19 a controllo comunale e 18 scelte tra le principali nei singoli settori per completezza di raffronto (v. Allegato a questo Capitolo). Si è proceduto in due fasi: - in un primo tempo, si è puntato a comprendere gli aspetti tecnici delle gestioni che si andavano ad esaminare; questo obiettivo è stato raggiunto attraverso l analisi delle norme ed un insieme di colloqui con le alte direzioni di un ristretto numero di società (tra cui quelle controllate dal Comune di Milano); le interviste hanno consentito di individuare i dati e gli indicatori che potevano meglio dar conto degli aspetti indagati (quantità di servizi erogati, costi operativi unitari, qualità ed efficienza delle gestioni); - sulla base dei risultati delle interviste di cui al punto precedente è stato elaborato un questionario omogeneo per settore di attività; esso è stato sottoposto a tutte le aziende chiedendo la verifica dei dati da noi ricavati e il dettaglio di quelli mancanti; in questa fase il quadro dei dati e degli indicatori da esaminare ha potuto essere meglio precisato, rispettando l esigenza di contenerne il numero, raccogliendo le indicazioni fornite anche dalle società non milanesi. Non è stata indagata la governance delle singole società, oggetto di altra ricerca della Fondazione. Gli indicatori sono stati costruiti sulla base di dati di bilancio e di informazioni extra contabili fornite dalle singole aziende (parte in risposta a nostri questionari) e dalle autorità preposte alla regolazione della loro attività. Essi sono stati preventivamente inviati a ciascuna delle società esaminate, chiedendo eventuali commenti, anche ove ciò fosse stato ritenuto opportuno in una prospettiva di evoluzione storica. La collaborazione delle società esaminate è stata per lo più fattiva, ma differenziata. La maggioranza delle società ha fornito una buona disponibilità al 15

16 confronto ed ha comunicato in tutto o in parte i dati richiesti, pur con differenti tempistiche. Due delle 19 società a controllo comunale (AMIAT di Torino e ARIN di Napoli), con l aggiunta dell Acquedotto Pugliese (che figura tra le aziende similari, osservate a fini di benchmarking), non hanno ritenuto di rispondere ai nostri quesiti né di fornire dati integrativi; le informazioni che le riguardano sono state pertanto dedotte esclusivamente dalle fonti pubbliche (bilancio, sito internet, informativa resa dai comuni controllanti). In sintesi, la trasparenza delle società a controllo comunale può giudicarsi relativamente elevata per le tre società quotate in Borsa, mentre resta molto differenziata per le altre con una certa difficoltà a comunicare dettagli che non siano stati precedentemente resi in qualche modo già pubblici in forma prestabilita; ciò anche laddove la trasparenza e il diritto del cittadino all informazione sul servizio vengono dichiarati punti qualificanti della mission aziendale. L informativa resa disponibile al pubblico in genere (e quindi ai cittadini) attraverso la consultazione di quanto disponibile su internet o nel rapporto annuale di bilancio può ritenersi migliorata (in parte ciò è avvenuto negli ultimi mesi), anche se in taluni casi si rilevano ancora mancanze di una certa rilevanza (Tab. 1.1) ( 3 ). 1.2 I dati e gli indicatori rilevanti Le imprese esaminate sono fortemente eterogenee. Si è quindi optato per la messa a punto di un quadro di osservazione plausibile dei risultati delle gestioni in termini di costi, efficienza e qualità. Sono stati ritenuti importanti le seguenti informazioni e indicatori: - dati che segnalano la dimensione dell impresa (numero di clienti, estensione della rete utilizzata, quantità erogate nel biennio ) ( 4 ); - indicatori di ricavo medio unitario, i quali incorporano gli effetti del livello delle tariffe e del mix di clientela; - indicatori di costo medio unitario, i quali incorporano la capacità dell impresa di produrre i servizi minimizzando l uso delle risorse (lavoro, beni e servizi acquistati, altri oneri); - indicatori di efficienza e di qualità derivati da una ragionevole interpretazione dei processi produttivi. ( 3 ) Sul diritto dei cittadini alla trasparenza si rimanda al saggio di Giulio Sapelli in Fondazione Civicum, Una governance per le società a controllo comunale, cit., pp. 13 e ss. ( 4 ) Il limitato periodo di osservazione deriva dalla difficoltà raramente superabile di ottenere informazioni attendibili sul passato, in molti casi anche a seguito di diversi assetti giuridici delle società esaminate. 16

17 Nei capitoli che seguono vengono considerate le gestioni di 5 categorie di servizi: - produzione e distribuzione di energia elettrica e gas (Capitolo 2); - servizi idrici (Capitolo 3); - trasporto pubblico locale (Capitolo 4); - servizi aeroportuali (Capitolo 5); - servizi di igiene urbana (Capitolo 6). In ciascun capitolo, la presentazione di dati ed indici segue uno schema omogeneo che propone dapprima una descrizione della struttura delle società esaminate, poi informazioni sulle quantità di servizi erogati, a cui fa seguito il quadro normativo e tariffario del settore, ed infine gli indicatori di ricavi e costi unitari con quelli di efficienza e qualità. Questo procedimento consente da un lato di dipanare la complessità dei singoli settori, dall altro di proporre confronti congrui degli indicatori che si ripete riguardano imprese diverse tra di loro per struttura proprietaria, mix produttivo, molteplicità e diversità dei mercati di riferimento. Il tutto avendo sottomano il quadro degli obiettivi che le società a controllo comunale debbono verosimilmente proporsi e che possono essere riassunti come segue ( 5 ): prestazione di servizi pubblici secondo parametri qualitativi e quantitativi predefiniti, stabiliti dai contratti di servizio con il comune o dalle authorities (ove esistono); perseguimento coerente da parte del management degli indirizzi strategici definiti dal Sindaco in modo da tener conto degli interessi dei cittadini nella loro qualità di soci di riferimento di ultima istanza; prestazione di servizi pubblici in modo efficiente, minimizzando i costi subordinatamente agli obiettivi di qualità e quantità di cui al primo punto; mantenimento di una struttura patrimoniale adeguata. 1.3 Sintesi dei risultati: avvertenze Gli indicatori che si presentano nei Capitoli successivi debbono essere valutati considerando che le imprese controllate dai comuni operano in contesti resi complessi dalla regolamentazione a livello nazionale (è il caso dei servizi energetici, idrici ed aeroportuali) oppure a livello comunale e regionale attraverso i contratti di servizio (è il caso dei trasporti e dei servizi di igiene urbana); vanno ( 5 ) Fondazione Civicum, Una governance per le società a controllo comunale; cit., p

18 altresì messe in conto le differenti strutture societarie che derivano sovente da aziende speciali del comune rese autonome in epoche diverse nella forma giuridica di società di capitali, ma al tempo stesso con casi di commistione delle attività svolte. La prima osservazione richiama dunque l esigenza di produrre più adeguate rendicontazioni separate, specie nel caso delle multiutility: in mercati inevitabilmente monopolistici, quali sono quelli che riguardano i servizi pubblici locali, la trasparenza è essenziale per consentire alla comunità il controllo della gestione e per introdurre un minimo di contendibilità. Si tratta di azioni che non richiedono solo decisioni a livello locale, ma che i comuni dovrebbero essere in grado di attivare spontaneamente. Un altro aspetto importante dei raffronti che si propongono riguarda il valore dei singoli indicatori, i quali non vanno mai visti di per sé, ma interpretati in un contesto più ampio. Una prova di ciò riguarda i servizi energetici dove l indicatore di costo unitario incorpora in varia misura il costo di acquisto (in massima parte esogeno rispetto all impresa) di ciò che viene distribuito; in tal caso, il costo unitario non può essere apprezzato separatamente dal ricavo unitario. Tutti gli indicatori di costo, se non diversamente precisato, sono stati calcolati assumendo il totale dei costi operativi contabilizzati dall azienda (lavoro, beni e servizi acquistati, oneri diversi, ammortamenti), con esclusione degli oneri finanziari, al netto dei ricavi diversi e dei recuperi, nonché dei costi capitalizzati, privilegiando i conti consolidati ove disponibili. In generale, l osservazione dei livelli dei costi unitari porta a ritenere che in buona misura essi stessi determinino poi i ricavi unitari, i quali provengono dai cittadini-utenti dei servizi, attraverso sia le tariffe che gli apporti a titolo di corrispettivo o di contributo ( 6 ). Nella stessa ottica pare abbastanza evidente che i livelli dei costi unitari scontino di norma un effetto dimensionale; conseguentemente, specie quando si estende il campo di osservazione al di fuori delle maggiori città, è ragionevole attendersi che una riduzione della frammentazione degli operatori consenta di migliorare l economicità e l efficienza dei servizi ai cittadini ed alle imprese nelle quali essi lavorano. Altro aspetto notevole è costituito dalla politica degli investimenti; ne possono derivare impatti ambientali rilevanti (ad esempio, in termini di riduzione dell inquinamento prodotto dai veicoli pubblici), un maggior controllo dei costi di gestione (ad esempio attraverso l aumento di produttività che segue l adozione di veicoli di grande capacità), un quadro di costi e ricavi più consono ai principi generali del cosiddetto sviluppo sostenibile (ad esempio attraverso la riduzione dell uso delle discariche e la messa in funzione dei termovalorizzatori). Tassi di investimento elevati accompagnano spesso gestioni efficienti ed economiche, ma non se ne può ricavare una regola generale: il giudizio su tali spese va quindi legato al quadro complessivo della gestione dell impresa; gli indicatori qui proposti sono ( 6 ) Nel caso delle società quotate in Borsa contano poi anche i dividendi distribuiti (che consentono ai comuni di ridurre i prelievi sui cittadini) e l apprezzamento del valore delle azioni delle singole società, le quali possono essere vendute per finanziare gli investimenti produttivi. 18

19 da assumere a puro titolo provvisorio poiché le spese osservate riguardano il solo ultimo biennio. Infine, gli indicatori di efficienza e qualità presentati dalle singole aziende (dedotti dai questionari ritornatici dalle stesse, dalle carte dei servizi o da altri documenti ufficiali) debbono essere valutati tenendo ben presente che non sono praticamente mai assoggettati a certificazione di enti esterni; sicché non è chiaro sino a qual punto gli stessi siano omogenei tra le varie società e neppure se siano costruiti sulla base di metodologie tecnicamente valide. Per questo stesso motivo sono stati evitati, anche quando disponibili, gli indicatori di customer satisfaction (altrimenti da ritenersi utili), la cui attendibilità per una semplice questione di principio è a maggior ragione messa in dubbio in presenza di indagini commissionate per lo più dagli stessi erogatori dei servizi. In questo ambito appare essenziale la capacità dei singoli comuni di attrezzarsi con agenzie o propri uffici che possano assicurare un adeguato e periodico reporting ( 7 ). Vi sono già alcuni casi (l Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali a Roma, l Agenzia per i servizi pubblici locali di Torino, alcune agenzie per la mobilità), ma probabilmente i risultati migliori possono essere raggiunti riorganizzando opportunamente una struttura all interno del singolo comune. Tenuto conto di queste importanti avvertenze, si procederà di seguito ad una sintesi dei risultati per tipo di servizio. 1.4 I servizi energetici Tre dei quattro maggiori comuni italiani detengono partecipazioni di controllo in società energetiche; è esclusa Napoli dove operano l ENEL e l ENI. Importanti aziende similari sono la HERA di Bologna (ora fusa con la Meta) con partecipazione maggioritaria di enti pubblici locali (prevalentemente comuni del bolognese e del modenese) e l ASM Brescia (controllata dal Comune di Brescia). Sotto l aspetto dimensionale l ENEL stacca di molto gli altri operatori del settore elettrico i quali, pur con scale diverse, sono tra loro sufficientemente comparabili. Tutte le imprese considerate operano sia nell energia elettrica che nel gas; ASM Brescia ed HERA sono multiutility con importanti presenze nei servizi ambientali. Escludendo l AEM di Milano ( 8 ) i cui dati sono disomogenei, l azienda con i costi di produzione dell energia elettrica più bassi è l ENEL: nel ,54 centesimi per kwh contro i 4,76 dell ACEA di Roma e i 5,64 dell ASM Brescia (Tab. 2.11). Quest ultima consegue un margine relativamente elevato come differenza tra ricavi e costi unitari (2,69 centesimi nel 2004); in parte tale situazione deriva dal regime ( 7 ) Una proposta in tal senso è anche in Fondazione Civicum, Una governance per le società a controllo comunale, cit., p. 11. ( 8 ) D ora in avanti, per evitare confusione con l AEM Torino, la società milanese sarà denominata sempre con l aggiunta del nome della città, nonostante la ragione sociale contempli la sola sigla AEM. 19

20 favorevole che la legge accorda alle energie da fonti rinnovabili. Nella distribuzione elettrica ricavi e costi medi scontano sempre un effetto di mix dei ricavi (tra cui l inclusione o meno delle vendite ai clienti idonei); in termini relativi, i margini rapportati ai costi vedono l AEM Torino che nel 2004 spunta il massimo del 25% circa: Margine unitario lordo* (cent per kwh) nel 2004 Produzione Distribuzione energia elettrica energia elettrica Margini in % del costo per kwh Produzione energia elettrica Distribuzione energia elettrica AEM Torino n.d. 1,45^ - 24,9 ACEA 2,66 1,75 55,9 18,7 AEM Milano 2,37 1,15^ 151,0 17,4 ENEL 2,47 0,78^ 54,4 14,9 ASM Brescia 2,69 n.d. 47,7 n.d. (*) Calcolato sui costi esclusi gli ammortamenti, di cui non è sempre disponibile il dettaglio. (^) Esclusa la vendita ai clienti idonei. Fonte: elaborazioni su dati delle Tabb e Nel settore elettrico l indicatore più adeguato della qualità è costituito dall entità delle interruzioni del servizio (Tab. 2.15); la media per cliente delle interruzioni senza preavviso nel vede l ENEL di Napoli nella situazione peggiore: oltre 68 minuti di interruzioni annue per ogni cliente, pur se con una tendenza in miglioramento (il disservizio si è ridotto del 39% rispetto al 2001); praticamente identica l ACEA di Roma (68 minuti) con tendenza stabile; gli indici migliori sono quelli dell HERA di Bologna (20 minuti circa), dell AEM Torino (30 minuti) e dell AEM Milano (35 minuti). Le interruzioni programmate vedono un minor divario tra gli estremi: qui il massimo passa all HERA ma essenzialmente per l effetto di un valore anomalo nel 2003; se lo si esclude l indice medio si normalizza e il massimo delle interruzioni viene registrato dall AEM di Milano con una media di oltre 45 minuti, tuttavia con una tendenza in forte riduzione (-50% tra il 2001 e il 2003 e ancora -16% nel 2004). Abbinando le interruzioni con e senza preavviso, la performance complessiva migliore spetta all AEM Torino, seguita dall ASM Brescia. Interruzioni per cliente all anno Totale interruzioni media Senza preavviso Con preavviso Media Nel 2004 minuti di interruzione per cliente all anno ASM Brescia - Brescia 23,18 19,02 42,20 n.d. AEM Torino - Torino 30,06 11,61 41,67 46,04 HERA - Bologna 20,47 55,21 75,68 36,62 AEM Milano - Milano 35,11 45,42 80,53 61,27 ACEA - Roma 68,06 15,73 83,79 n.d. ENEL - Napoli 68,29 19,26 87,55 n.d. Fonte: elaborazioni su dati della Tab

21 Nel gas è dominante la posizione dell ENI, non compresa nel nostro esame perché non produce un adeguata rendicontazione separata per tale attività; nel 2004 ha incorporato la propria controllata Italgas Più, che era la maggiore società italiana di vendita del gas per usi civili. L ENI opera direttamente nelle città di Roma, Torino e Napoli. Delle società comunali, solo AEM Energia (gruppo AEM Milano) e ASM Brescia operano nella vendita di gas, ma i dati disponibili (confusi con quelli della vendita di energia elettrica ai clienti idonei) non consentono di calcolare i costi unitari. L AES (maggioranza AEM Torino) opera nel vettoriamento; un raffronto con Italgas e Napoletanagas mette in evidenza una situazione intermedia in termini di costo unitario ma con margine sostanzialmente allineato nel 2004 (Tab. 2.14). Gli indicatori più importanti della qualità del servizio distribuzione gas sono ritenuti quelli che mettono in evidenza le dispersioni sulla rete e i tempi di pronto intervento (Tab. 2.15). Le dispersioni rilevate nell attività di manutenzione programmata sono molto ridotte; più elevate quelle su segnalazioni di terzi che toccano il massimo a Milano e Torino, con le società di entrambe le città in netto miglioramento nel triennio I risultati migliori sono qui segnati dalla rete dell ENEL. 1.5 I servizi idrici Le società di servizi idrici di Roma, Napoli e Torino sono dimensionalmente comparabili, contando un numero di utenti superiore ai 2 milioni. Il servizio di Milano è relativamente atipico sia perché serve un solo comune, sia perché il territorio presenta una densità molto elevata, sia perché la rete è corta basando il prelievo sulla falda sotterranea. Altra caratteristica che ne accentua la peculiarità è il fatto che il servizio idrico venga prestato da una società, la Metropolitana Milanese (d ora in avanti abbreviata in MM), costituita per tutt altri scopi. Peraltro il servizio idrico del capoluogo lombardo è quello che presenta il costo unitario più basso (pari addirittura alla metà della media nel 2004) e ciò è dovuto in buona misura proprio alle specificità morfologiche appena ricordate. Le tariffe paiono fortemente legate ai costi, sicché Milano è la città dove l acqua è meno cara per il fatto che costa meno produrla e distribuirla; è da osservare che nel costo di questo servizio non figurano di fatto ammortamenti dell infrastruttura, essendo la rete idrica rimasta in proprietà al comune. I costi più elevati (che comportano anche le tariffe più elevate) sono quelli dell Acquedotto Pugliese, dell HERA e della SMAT di Torino. L ACEA di Roma mette in evidenza un ricavo medio elevato a fronte di un costo medio contenuto, che però esclude gli ammortamenti dei beni immobilizzati. 21

22 Ricavo medio Costo medio Costo in % del ricavo euro per m 3 di acqua fatturata nel 2004 MM Milano 0,40 0,35 87,5 CAP Gestione - Milano 0,48 0,40 83,3 ACEA Roma 1,13 0,58* 51,3* ARIN Napoli 0,62 0,62 100,0 ASM Brescia 0,86 0,80 93,0 SMAT Torino 1,00 0,94 94,0 HERA Bologna 1,51 1,12* 74,2* Acquedotto Pugliese 1,18 1,26 106,8 (*) Esclusi ammortamenti. Fonte: elaborazioni su dati delle Tabb. 3.6 e 3.7. L indicatore di qualità migliore tra quelli disponibili o calcolabili è la misura delle perdite; si tratta della differenza tra l acqua immessa in rete e quella fatturata, di cui sono causa difetti di tenuta delle reti idriche o l evasione tariffaria. Milano è nuovamente e di gran lunga la migliore, con un tasso di perdite limitato all 8% circa, riconducibile alla bassa estensione della rete per il fatto che come già detto l acqua viene prelevata dalla falda (Tab. 3.9). In tutti gli altri casi, le perdite appaiono comunque elevate, il che richiama un probabile fabbisogno di investimenti: l indicatore peggiore è quello dell Acquedotto Pugliese (che gestisce una delle reti più lunghe) il cui tasso d investimento è un terzo della media. Un ultimo rilievo sulle società che operano nel servizio idrico riguarda la mancanza di altri indicatori qualitativi, in buona misura per il mediocre contenuto delle carte dei servizi. 1.6 Il trasporto pubblico locale In questo settore operano due aziende di dimensioni relativamente grandi (con sede a Milano e Roma) e due con taglia media (Napoli e Torino). Il sistema napoletano che qui si esamina ha una dimensione relativamente limitata poiché una parte dei servizi di trasporto viene assicurata da imprese partecipate da altri enti locali (regione, province e altri comuni). L indicatore di costo unitario, calcolato dal rapporto tra totale costi operativi netti e posti-km offerti, oscilla tra i minimi segnati dall ATM di Milano e dal sistema romano, pari rispettivamente a 31 euro e a 38 euro per ogni posti-km offerti, e il massimo di 53 euro toccato dall ATC di Bologna e dal sistema napoletano. Questi costi determinano poi la scala dei ricavi medi unitari e quindi gli oneri che gravano sugli utenti tra tariffe e contributi. Il rapporto tra costi e ricavi tocca invece il valore più basso (94,6%) per la GTT che è l unica a registrare un margine operativo netto positivo. 22

23 Ricavo medio Costo medio Costo in % del ricavo euro per posti-km offerti nel 2004 ATM Milano 29,4 31,2 106,1 Sistema Romano 32,9 37,7 114,6 ATAF Firenze 36,6 40,4 110,4 AMT Genova 39,3 49,8 126,7 Sistema Napoletano 49,0 53,2 108,6 GTT Torino 50,2 47,5 94,6 ATC Bologna 50,3 53,5 106,4 Fonte: elaborazioni su dati delle Tabb. 4.7 e 4.8. Sui costi unitari occorre considerare almeno due importanti ordini di questioni: - conta molto il mix dei sistemi di trasporto: a Napoli e a Roma i costi unitari di bilancio dei trasporti in metropolitana sono pari alla metà di quelli medi sopra citati; a Milano il dato non è disponibile, ma la quota di posti-km offerti in metropolitana rappresenta il 53% del totale (rispettivamente, 43% e 23% a Roma e a Napoli, incluse le linee ferrate di superficie) e quindi è da ritenere che contribuisca non poco ad abbattere il costo medio complessivo; peraltro, tale costo così come appare nei bilanci delle società è sottovalutato a causa della mancata presa in conto degli oneri per l ammortamento della rete (stazioni e linee metropolitane, rete ferrata di superficie, oltre ad alcuni mezzi), rimasta in carico ex-lege agli enti pubblici; - conta molto la tipologia dei mezzi: l impiego di veicoli ad alta capacità consente economie di scala, abbassando i costi per posto-km offerto (soprattutto per il personale e i consumi di esercizio). La capacità media dei veicoli dell ATM (la società che segna i costi più bassi) supera del 18% quella del sistema romano ed è addirittura pari a più del doppio di quella della bolognese ATC (che segna i costi più elevati) (Tab. 4.2). Una conseguenza di quanto sopra sono i livelli di produttività del lavoro i quali dipendono sia dalle decisioni di investimento che dalle politiche del personale. Il rapporto tra posti-km offerti e numero di dipendenti in forza tocca il massimo nei dati della milanese ATM che è seguita (33% in meno) dalle società del sistema romano, mentre il livello minimo è toccato dalle società del sistema napoletano (Tab. 4.9). E evidente che in quest ultimo sistema vi sia ancora un eccesso di personale, nonostante la politica di ridimensionamento perseguita dal management che nella CTP ha consentito di aumentare la produttività del 60% negli ultimi 10 anni ( 9 ). ( 9 ) CTP, Bilancio di sostenibilità 2005, p

24 Migliaia di posti-km offerti per ogni dipendente in forza nel 2004 Costo del lavoro in % del costo unitario del servizio nel 2004 ATM Milano ,1 Sistema Romano ,4 ATAF Firenze ,9 ATC Bologna ,0 AMT Genova ,2 GTT Torino ,6 Sistema Napoletano ,9 Fonte: elaborazioni su dati delle Tabb. 4.8 e 4.9. Un primo indicatore di efficienza è costituito dall età del parco circolante; i veicoli di più recente fabbricazione sono quelli dell azienda milanese che, limitatamente agli autobus utilizzati per il servizio urbano, comunica un anzianità di appena 4 anni e mezzo. In generale, l età media degli autobus oscilla, nei dati disponibili, tra i 7 e i 9 anni con una punta della CTP a 14 anni (che scendono a 10 nel servizio extraurbano) (Tab. 4.3). Quanto agli indicatori di qualità, essi vengono presentati in gran numero nelle carte della mobilità, le quali però sono redatte in modo disomogeneo e quindi poco adatte ai confronti. Ad esempio, regolarità e puntualità del servizio vengono misurate da 2 indici nel caso della milanese ATM, da 3 nel caso della Trambus del sistema romano per arrivare agli 11 della napoletana CTP (Tab. 4.10). Limitandoci alla puntualità delle corse, la milanese ATM ha comunicato per il 2004 una percentuale del 99,6% per la metropolitana e del 97,2% per i servizi di superficie (quota di arrivi al capolinea con uno scarto, rispettivamente, di 3 e 10 minuti sull orario previsto). L indice più sfavorevole è quello della genovese AMT col 78% (Tab. 4.11) ( 10 ). Scarsi e di fatto inutilizzabili gli indicatori sulla frequenza. Un altro dato, che non manca in qualche misura di ambiguità, è il coefficiente di riempimento: sotto l aspetto della buona gestione è preferibile un coefficiente elevato, mentre la qualità del servizio dovrebbe accompagnarsi a tassi di riempimento non eccessivi. I valori dei tassi di riempimento dei servizi in metropolitana sono Roma 77% (nel 2003), Milano 55% (nel 2004) e Napoli 16% (nel 2004). La velocità commerciale costituisce anch essa un buon indice di qualità, peraltro da ricondurre ad un concetto più generale di mobilità, variando in funzione del traffico cittadino: la Tab propone al primo posto la napoletana CTP (che ha peraltro una quota elevata di servizi extraurbani) con 20 km/h sia nel 2003 che nel 2004 e le altre raggruppate attorno alla media di 16 km/h. I servizi su ferro di Napoli risultano i più veloci. ( 10 ) Inutile dire che questi (e altri) indicatori sarebbero assai più utili se fossero integrati da informazioni sulla loro variabilità tra le diverse linee servite. 24

25 1.7 I servizi aeroportuali La presenza di comuni nell azionariato delle società di gestione degli aeroporti è molto frequente, ma raramente raggiunge la maggioranza del capitale. Attualmente ciò avviene solo per la SEA, controllata dal Comune di Milano all 84,6%, con la Provincia di Milano al 14,6% e il residuo 0,8% posseduto da un nugolo di piccoli azionisti. La maggiore società italiana del settore, la Aeroporti di Roma (AdR), controllata dalla Leonardo al 51% con l australiana Macquarie Airports Group al 44,7%, conta tra i soci enti locali con partecipazioni complessive del 3%, mentre la gestione degli aeroporti di Torino e Napoli è in mano a società (Sagat e Gesac) nelle quali i comuni sono minoritari (rispettivamente, 38% e 12,5%). Il settore si caratterizza con i due maggiori gestori (AdR e SEA) che nel 2004 hanno registrato un traffico di 32 e 31 milioni di WLU (work load unit), i quali staccano nettamente tutti gli altri. Torino e Napoli sono comprese tra 3 e 5 milioni e all incirca nello stesso range ricadono le due aziende similari da noi considerate ai fini dei confronti, la SAVE di Venezia e l Aeroporto G. Marconi di Bologna. Gli indicatori di costo unitario non variano in funzione della dimensione; l Aeroporto Marconi segna i livelli più elevati (19,4 euro per WLU nel 2004), seguito dalla milanese SEA con 16,9 euro, mentre alla piccola napoletana Gesac spetta il minimo di 7,7 euro. In realtà, sul livello di questi costi incide la tipologia di attività e in particolare il peso dell handling (l attività più labour intensive). Il livello dei costi va pertanto valutato anche in relazione al livello dei ricavi unitari: a fini di raffronto è quindi da preferire la differenza tra i due valori (margine), che varia in funzione del livello dei costi (quindi, dell efficienza) e del livello delle tariffe complessive. Il margine più elevato è registrato dalla torinese Sagat, 4,5 euro per WLU nel 2004 pari al 33% del costo unitario; in ordine di mark-up seguono la AdR (29,5%), la Gesac (24,3%), la SAVE (19,9%) e la SEA (16,4), mentre l Aeroporto Marconi di Bologna registra un margine praticamente nullo a seguito principalmente di una gestione influenzata da un mese di chiusura per lavori straordinari (il suo mark-up nel 2003 era simile a quello della SEA). Gesac si caratterizza anche per le tariffe più basse (Tab. 5.7) e ciò porta a ritenere che il contenuto livello dei costi unitari e l elevato mark-up derivino in buona sostanza dall efficienza della gestione. Di seguito i dati per i gestori dei 4 maggiori comuni: Ricavo medio Costo medio Margine Margine in % del costo euro per WLU nel 2004 Sagat Torino 18,06 13,58 4,48 33,0 AdR Roma 17,32 13,37 3,95 29,5 Gesac Napoli (*) 9,56 7,69 1,87 24,3 SAVE Venezia 11,82 9,86 1,96 19,9 SEA Milano 19,63 16,87 2,76 16,4 Aeroporto G. Marconi Bologna 19,43 19,41 0,02 0,1 (*) Dati riferiti al consolidato BAA Italia. Fonte: elaborazioni su dati delle Tabb. 5.9 e

26 Tra gli indicatori di qualità prodotti dagli aeroporti, anche qui problematici nel raffronto, si è deciso di preferire quelli che riguardano i ritardi sui voli in partenza, i bagagli disguidati e i tempi di consegna dei bagagli. Sotto il primo aspetto (Tab. 5.11) le minori inefficienze riguardano Torino e Milano Linate (SEA) che calcolano in ritardo il 16% circa dei voli; tuttavia, quelli che possono essere attribuiti al gestore dell aeroporto rappresentano una quota poco più che insignificante con la sola Milano Malpensa che supera l 1%; la stessa si segnala per il massimo dei bagagli disguidati con un indice di qualche preoccupazione (10,7 per mille nel 2004). 1.8 I servizi di igiene urbana Le società controllate dai 4 comuni che operano nel settore hanno una dimensione che, in termini di numero di residenti nelle aree servite, va dal minimo di circa 900 mila dell AMIAT di Torino al massimo di 2,8 milioni della romana AMA. La produzione pro-capite di rifiuti è allineata sui kg a Milano, Napoli e Torino, mentre sale a 637 kg a Roma. In tale indice incide certamente il turismo che varia a seconda dei luoghi e degli anni; la massima produzione di rifiuti misurata sempre sulla popolazione residente si rileva infatti a Venezia (790 kg nel 2004). I livelli di costo unitario sono influenzati da vari fattori: la conformazione fisica del luogo, con Venezia che segna per evidenti motivi il livello massimo con 446 euro per ogni tonnellata di RSU nel 2004; la tipologia di gestione dal lato della raccolta (con percentuali molto variabili di differenziata, dal 40% di Brescia a meno dell 8% di Napoli; Tab. 6.15) e dello smaltimento (l incidenza del termovalorizzatore è massima a Brescia con il 71% del totale mentre quella della discarica prevale nettamente a Roma e Genova con percentuali rispettivamente di oltre l 80% e vicine al 100%; Tab. 6.4). I costi più bassi nel 2004, rispettivamente 217 e 231 euro per tonnellata sono segnati dalla HERA e dalla ASM Brescia e si accompagnano ad incidenze dei costi di lavoro intorno al 20-30% (questi toccano invece il massimo a Genova con il 62%). L ASM Brescia è la società che registra la più elevata produttività del lavoro con 905 tonn. pro-capite nel 2004, contro le 153 di Genova e le 158 di Venezia (Tab. 6.13). I livelli dei costi determinano direttamente gli oneri addebitati ai cittadini, che vedono nuovamente Brescia al minimo con 101 euro per abitante e Venezia al massimo con 194 euro. Nelle 4 maggiori città, ricavi e costi per tonnellata di RSU raccolta nel 2004 sono i seguenti: 26

27 Ricavi medi unitari Costi medi unitari Costo in % del ricavo unitario 2004 euro per tonn. RSU raccolta nel 2004 HERA Bologna 287,5 216,8 75,4 ASM Brescia 300,3 230,7 76,8 AMSA Milano 382,8 343,3 89,7 AMIAT Torino 327,4 308,4 94,2 AMIU Genova 422,1 397,6 94,2 AMA Roma 279,2 267,1 95,7 ASIA Napoli 283,8 292,3 103,0 VESTA Venezia 411,5 446,1 108,4 Fonte: elaborazioni su dati delle Tabb e L esercizio dei termovalorizzatori pare determinante nei risultati gestionali, ma nelle quattro grandi città riguarda di fatto solo l AMSA di Milano, società che registra anche la minore incidenza dei costi operativi. Quanto agli indicatori di qualità, oltre al dato già citato sulla raccolta differenziata, è difficile raffrontare le varie società. Ciò per due motivi: intanto ben 5 delle 8 società esaminate non redigono la carta dei servizi; in secondo luogo, le tre aziende che ne redigono una (Milano, Roma, Bologna) presentano mancanze tali da impedire ogni utile raffronto. L unico indicatore sempre presente è la frequenza dello spazzamento che viene assai ironicamente dichiarata da tutte da uno a 7 giorni su Bilanci di sostenibilità e certificazioni di qualità Un aspetto importante della gestione riguarda il tema della cosiddetta corporate social responsibility (CSR) che sintetizza i tre ordini di responsabilità: economica, ambientale e sociale. La sostenibilità è la capacità dell impresa di mantenere le tre componenti in un equilibrio che sia al tempo stesso efficiente e virtuoso. La relativa rendicontazione (bilancio di sostenibilità) è un fenomeno troppo recente per poterlo ritenere utile ai nostri fini; è tuttavia da segnalare che 7 delle 19 società a controllo comunale presentano ora regolarmente un bilancio di sostenibilità (AEM Torino, ATM Milano, CTP Napoli, Met.Ro, ACEA Roma, HERA e ASM Brescia) e che in 4 casi questi bilanci sono certificati da terzi. Rendicontazioni parziali (ambientali o sociali) vengono presentate da altre 8 società. Per il quadro complessivo si rimanda alla Tab L apprezzamento della qualità gestionale si può valere poi del rispetto o meno delle normative unificate, adottate spontaneamente dagli operatori, che stabiliscono requisiti minimi per la gestione di risorse e di processi (sistemi di gestione per la qualità, sistemi di gestione ambientale, sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro, sistemi per la sicurezza delle informazioni, sistemi di gestione per la responsabilità sociale, ecc). In tale ambito, le principali certificazioni sono le serie 27

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