Tendenze. I trimestre 2010 numero 2/10 26 aprile 2010

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1 Tendenze Trimestrale di analisi e previsioni per i settori agroalimentari estre 20 numero 2/ 26 aprile 20 La congiuntura in sintesi Il nel contesto internazionale Gli ultimi dati disponibili attestano la produzione Ue del 20 a 165 milioni di ettolitri, il 2% in meno su base annua. Intanto è già tempo di vendemmia nell Emisfero Sud dove, ad eccezione dell Argentina, tutti i principali Paesi produttori segnano il passo rispetto ai volumi ottenuti nel 20. I dati a tutto il 20 mostrano anche una lieve battuta d arresto degli scambi internazionali con riduzioni più accentuate sul fronte dei valori che dei volumi. Questo è dovuto sia alla flessione dei prezzi internazionali che alla variazione del paniere degli scambi nel quale gli sfusi hanno guadagnato terreno a scapito dei vini confezionati. Il mercato in Italia Mentre i primi dati Istat attestano la produzione 20 a 47 milioni di ettolitri, il 2% in più su base annua, il mercato all origine del primo estre del 20 sembra mostrare lievi segnali di risveglio soprattutto nel segmento dei vini rossi comuni e Igt. Il confronto, comunque, con i dati del primo estre del 20 è negativo per tutte le tipologie ed i prezzi restano al di sotto delle attese. Al dettaglio, intanto, si assiste ad una lieve discesa delle quantità consumate accompagnata da una flessione dei listini. Il commercio con l estero Il 20 si è chiuso in chiaro-scuro per la bilancia commerciale del vitivinicolo. La nota positiva arriva sicuramente dai volumi consegnati oltre i confini nazionali che hanno raggiunto 19,2 milioni di ettolitri, stabilendo il miglior risultato degli ultimi venti anni. L aumento della domanda estera in termini quantitativi, però, non si è tradotta in maggiori introiti. Nel 20, infatti, sono entrate nelle casse italiane milioni di euro, il 6% in meno rispetto all anno precedente. Indice degli argomenti 1. I principali indicatori Il del vino nel contesto internazionale La produzione Gli scambi Il mercato di riferimento Il del vino in Italia Il in sintesi La produzione La produzione agricola La produzione industriale La domanda Gli scambi con l estero I prezzi I prezzi alla produzione I prezzi dei mezzi di produzione I prezzi al consumo...14 estre 20 1

2 1. I principali indicatori Tab.1.1 Le tendenze in Italia (quantità e prezzi) Fig. 1.2 Indice del clima di fiducia dell industria vitivinicola Produzione 1 Prezzi alla produzione 20/ 20 lieve crescita flessione IV / IV flessione / I - - lieve crescita Import 1 flessione flessione flessione - -5,3 0,0 + Export 1 crescita crescita flessione Consumo delle famiglie 1 flessione flessione Prezzi al consumo flessione flessione 1) quantità. Le caselle scure sono stime. Fonte: Tab. 1.2 Rischio di mercato lieve flessione lieve flessione Legenda : 20; IV 20 Fonte: Ismea Fig. 1.3 Indice del margine di filiera 1 (2000=0) Prezzo medio alla produzione dei vini comuni e Igt ( /ettogrado) gen feb mar (max 1 ) 3,34 3,31 3,27 Bianchi rilevato 2,79 2,77 2,79 (min 1 ) 3,39 3,41 3, (max 1 ) 3,04 3,06 3,06 Rossi rilevato 2,56 2,60 2,62 (min 1 ) 2,99 2,97 2,93 1) intervallo atteso in base all andamento normale di mercato degli ultimi 3 anni. a: tensioni al rialzo; tensioni al ribasso. Fonte: II III IV II III IV Fig. 1.1 Indice della ragione di scambio della fase agricola 1 (2000=0) II III IV II III IV vini e spumanti tot. agroalimentare 1) rapporto tra l indice dei prezzi al consumo e l indice dei prezzi agricoli alla produzione Fonte: vitivinicoltura coltivazioni tot. agricoltura 1) rapporto tra l indice dei prezzi alla produzione e l indice dei prezzi dei mezzi correnti di produzione in agricoltura. Fonte: estre 20 2

3 2. Il del vino nel contesto internazionale 2.1 La produzione La primavera segna l inizio della campagna vinicola nell Emisfero Sud. Il 20, stando a dati ancora del tutto provvisori, dovrebbe portare nelle cantine a sud dell equatore meno vino rispetto all anno passato. Tab. 2.1 Produzione vinicola Sud (000 hl) nell Emisfero 20 20* var % Argentina ,0% Australia ,8% Sud Africa ,0% Cile ,9% Nuova Zelanda ,5% Altri nd nd Emisfero Sud nd nd (*) Stime a marzo 20. Fonte: Ismea su dati OIV e altre fonti Tutti i maggiori produttori, infatti, segnano una flessione, in alcuni casi anche piuttosto decisa, ad eccezione dell Argentina. Qui, infatti, le aspettative dell Istituto nazionale per la viticoltura sono positive anche in virtù del fatto che quella del 20 è stata una delle peggiori vendemmie degli ultimi decenni. L aumento è dovuto esclusivamente alla provincia di Mendoza. Non si sono, infatti, registrate gelate e le buone riserve idriche accumulate dalle viti hanno contrastato le alte temperature. Situazione opposta nell altra area vinicola argentina, San Juan, dove il calo atteso è attribuibile alle cattive condizioni climatiche, alle basse escursioni termiche ed alla scarsa piovosità. Piuttosto pesante la situazione in Cile. Dopo l eccezionale annata produttiva del 20 ci si attendeva una flessione, la cui entità però è stata amplificata dal terremoto di febbraio che ha colpito alcune zone ad alta intensità viticola. A questo si aggiunga che, secondo fonti cilene, il sisma ha creato danni alle cantine causando la perdita del vino immagazzinato nelle cisterne. Sembra, infatti, che dei circa 9 milioni di ettolitri in giacenza a fine gennaio, oltre un milione sia andato perso. Produzione in calo anche in Australia e questo potrebbe ridare un po di vigore ad un mercato piuttosto pesante a causa di scorte consistenti e un cambio sfavorevole nei mercati chiave per le esportazioni. Restando in Oceania la riduzione attesa della produzione della Nuova Zelanda appare limitata, mentre spostando l attenzione in Sud Africa si registra una previsione del -12% su base annua. 2.2 Gli scambi La riduzione degli scambi internazionali registrata nel corso del 20 ha trovato conferma nei dati complessivi, seppur ancora provvisori, dell anno appena trascorso. Secondo le ultime stime fornite dall Oiv, infatti, la flessione in volume è stata intorno al 4%, peraltro piuttosto contenuta considerando la crisi economica generale che ha coinvolto l economia mondiale. A scendere in modo piuttosto significativo, invece, è stato il valore complessivo degli scambi che ha segnato -11%. Il valore unitario delle merci scambiate è quindi diminuito e questo per due motivi: uno legato alle normali dinamiche di mercato e l altro imputabile alla differente composizione del paniere degli scambi stessi a favore di prodotti di fascia più bassa. Il 20, infatti, ha visto crescere del 6% il volume della domanda di vini in confezione maggiore di due litri che comprendono anche gli sfusi, i vini cioè venduti in cisterne. In termini percentuali la quota di questa categoria sul totale degli scambi è salita al 33% rispetto al 30% dell anno prima. Tale fenomeno è da ricollegare, probabilmente, ai minori costi logistici (trasporto, magazzinaggio ecc..). Si preferisce, infatti, importare vino sfuso ed imbottigliarlo direttamente nei Paesi dove si andrà a consumarlo. La domanda di sfuso è aumentata in modo estre 20 3

4 considerevole negli Stati Uniti, dove è praticamente raddoppiata mentre in Russia è quadruplicata. Tra i principali Paesi importatori comunitari è stato il Regno Unito a mettere a segno l incremento maggiore (+16%). Nel 20 è scesa dell 1% la domanda di vini in confezione maggiore di due litri, mentre a soffrire sono stati gli spumanti che hanno perso l 8% rispetto a al 20. Considerando la Ue nel suo complesso, e quindi analizzando solo i flussi extracomunitari, si evidenzia nel 20 una crescita degli acquisti dai Paesi terzi del 4% alla quale si affianca una riduzione della spesa del 6%, mentre sono diminuite le esportazioni fuori dai confini comunitari. I 16,3 milioni di ettolitri spediti nei Paesi terzi risultano, infatti, il 7% in meno su base annua, con una riduzione degli introiti del 14%. Da tenere in considerazione che l aumento della domanda Ue è attribuibile ai vini sfusi. Dei 13 milioni di ettolitri di provenienza e- xtra-ue, infatti, 6,2 sono rappresentati da vini in confezioni maggiori di 2 litri, categoria che ha visto una crescita dell 11% rispetto al 20, con un analogo incremento della spesa. I vini confezionati, di contro, hanno avuto una battuta d arresto del 2% in volume e del % in termini di spesa. A beneficiare della maggior domanda complessiva della Ue sono stati tutti i tradizionali fornitori a partire dall Australia (+2%), che si conferma il primo Paese di approvvigionamento, seguita dal Sud Africa, con 3 milioni ed un incremento del %, e dal Cile (+6%). Da segnalare la forte progressione della domanda comunitaria di vino neozelandese (+32%). Sul fronte attivo della bilancia commerciale, invece, si è assistito ad un deciso passo indietro sia dei volumi che dei valori. La riduzione della domanda esterna alla Ue è scesa del 9% nel segmento dei vini in confezioni maggiori di due litri e del 7% in quello delle confezioni inferiori ai due litri, mentre per gli spumanti la flessione è stata dell 8%. Forte progressione, invece, dei mosti (+51%). Tra i principali Paesi clienti della Ue sono pochi quelli che hanno incrementato le proprie richieste di vino comunitario. Tra questi la Svizzera (+7%), il Giappone (+1%) e la Cina (+38%). Le flessioni sono state, invece, consistenti negli Stati Uniti (-8%) e in Russia (-17%), rispettivamente primo e secondo cliente della Ue nel suo complesso. Fig. 2.1 L import-export di vino dell Ue (mln ) I 07 export II III IV I import : scambi intra Ue; : scambi extra Ue. Fonte: EUROSTAT II III IV I II III IV I principali Paesi importatori mondiali Il 20, come detto, è stato caratterizzato da una flessione delle importazioni, peraltro non imputabile ai primi tre Paesi importatori che, al contrario, hanno incrementato, sebbene con intensità differente, la propria domanda di vino straniero. La Germania ha aumentato del 4% le importazioni di vino in confezione maggiore di 2 litri, che in termini assoluti hanno superato i 7 milioni di ettolitri per una quota sul totale pari al 52%. Di contro la domanda tedesca è scesa del 3% nel segmento dei vini in confezioni minori di due litri e dell 11% in quello degli di spumanti. La maggior richiesta tedesca di vini sfusi è stata rivolta prevalentemente al prodotto italiano e macedone (+%), mentre è risultata in sensibile flessione verso quello spagnolo (-8%). Anche nel Regno Unito l aumento delle importazioni è stato significativo nel segmento dei vini in confezioni maggiori di due litri (+16%), raggiungendo i 2,4 milioni di ettolitri. Peraltro a beneficiare della maggior richiesta britannica di tale prodotto sono stati tutti Paesi del Nuovo Mondo a partire estre 20 4

5 dall Australia (+76%), Stati Uniti (+22%), Sud Africa (+12%) e Cile (+41%). In pesante perdita, invece la domanda di vino francese e spagnolo. Nel segmento dei vini in confezioni inferiori a tale capacità gli 8,8 milioni di ettolitri sono solo ad un livello leggermente superiore al 20 (+1%). Qui si è verificata una forte progressione dell Italia a fronte di una decisa frenata dell Australia (-19%), per la quale sembra esserci stato l effetto sostituzione con i vini sfusi ma che nel complesso guadagna il 4% e mantiene il secondo posto tra i fornitori britannici dietro l Italia. Quest ultima con una buona performance è riuscita a scavalcare anche la Francia le cui esportazioni oltre Manica non hanno raggiunto i due milioni di ettolitri (-16%). Male anche la Spagna (-8%). Tab. 2.2 I principali importatori mondiali (000 hl) 20 20* var. % Germania ,3 Regno Unito ,9 Stati Uniti ,4 Francia ,7 Russia ,3 Canada ,6 Altri ,2 Totale ,6 *provvisorio Fonte: su dati GTI e ISTAT per l Italia Un filo conduttore nella domanda di vini e- steri da parte del Regno Unito sta nella maggior attenzione ai vini del Nuovo Mondo. Eccezion fatta per gli Stati Uniti ed Argentina, infatti, tutti gli altri hanno visto crescere il proprio export nel mercato britannico, mentre segnano il passo la richiesta dei vini comunitari. Australia, Cile e Nuova Zelanda hanno beneficiato in modo significativo dell incremento della domanda degli Stati Uniti. Hanno, invece, perso quote di mercato e volumi e- sportati Italia, Spagna e soprattutto Francia (-17%). Questo ha consentito l ormai atteso sorpasso da parte dell Australia a scapito proprio dell Italia. La prima ha, infatti, consegnato nel mercato statunitense 2,4 milioni di ettolitri, mettendo a segno un incremento del 25%, mentre l Italia si è fermata a 2,3 milioni di ettolitri. Ottimo il risultato del Cile che ha raddoppiato i propri volumi portandoli a 1,4 milioni di ettolitri. Sia Australia che Cile devono il proprio risultato ai vini in confezioni maggiori di due litri. Scorrendo la lista dei tradizionali Paesi importatori si nota come, molti abbiano ridotto la propria domanda a partire dalla Russia (- 25%). Anche per molti altri Paesi dell Europa dell Est si evidenzia una riduzione della domanda di vino estero. Ridotto anche l import dei Paesi Bassi (-%) e del Belgio (-1%). Situazioni positiva, invece, in Estremo Oriente, dove Giappone e Cina hanno incrementato l import rispettivamente del 4 e 5 per cento. I principali Paesi esportatori mondiali Il rallentamento degli scambi internazionali, che ha caratterizzato il 20, è imputabile soprattutto a Spagna e Francia. L Italia, di contro, ha mostrato una buona progressione delle proprie esportazioni in volume, riguadagnando la leadership mondiale, mentre in valore ha accusato perdite, così come gli altri due Paesi. Situazione non omogenea per i Paesi del Nuovo Mondo. Resta abbastanza problematica la situazione della Spagna le cui esportazioni del 20, comprensive dei mosti, si sono attestate a 16,3 milioni di ettolitri (-12%), per un corrispettivo in valore pari a milioni di euro (-15%). A pesare particolarmente è la flessione della domanda estera di vini sfusi, i cui volumi sono di poco superiori ai 7 milioni di ettolitri (-12%) e rappresentano quasi la metà dell intera esportazione iberica. Questo risulta piuttosto preoccupante anche alla luce della contemporanea e decisa flessione dei listini dei vini sfusi. Francia e Germania hanno diminuito la propria domanda di questo prodotto rispettivamente del 16% e 8%. Anche i vini imbottigliati, comunque, hanno vissuto un anno da dimenticare. I volumi, di poco superiori ai cinque milioni sono scesi del 9%, con i vini a denominazione che hanno mostrato più tenuta (-5%) rispetto ai vini con indicazione geografica e comuni (-12%). estre 20 5

6 Considerando, comunque, il complesso delle esportazioni spagnole pochi sono i Paesi che nel 20 hanno fatto registrare un segno positivo. Tra questi Portogallo e Belgio, entrambi in progressione del 21% in volume e rispettivamente del 12 e 19 per cento in valore. In decisa flessione anche l export della Francia che, oltre a perdere il 7% in volume, ha visto scendere i proprio introiti del 19% su base annua, incassando 5,5 miliardi di euro contro i 6,8 dell anno prima. A scendere sono stati tutti i segmenti del vinicolo transalpino a partire dai confezionati che, con appena 8,5 milioni di ettolitri, hanno perso il 7%% in volume ed il 16% in valore. In decisa flessione anche il segmento delle bollicine che ha perso il 16% dei quantitativi e il 26% degli introiti. Considerando i principali clienti si evidenzia la deludente domanda britannica, ma anche Stati Uniti hanno fatto registrare flessioni a due cifre. Male anche in Giappone (-9%) e nei Paesi Bassi (-7%), mentre particolarmente positiva è risultata la progressione dell export francese in Cina: +86% in volume con quantitativi passati da 260 mila a 480 mila ettolitri, e +54% in valore. Questo, peraltro, è uno dei pochi Paesi clienti della Francia ad avere aumentato la propria spesa. Tab. 2.3 I principali esportatori mondiali (000 hl) 20 20* var. % Italia ,3 Spagna ,2 Francia ,2 Australia ,0 Cile ,6 Sudafrica ,2 Stati Uniti ,3 Altri ,5 Mondo* ,6 *provvisorio Fonte: su dati GTI e ISTAT per l Italia Fuori dai confini comunitari è d obbligo segnalare la buona performance del Cile che, con quasi 7 milioni di ettolitri, ha incrementato dell 18% l export rispetto al 20 e ha consolidato il quinto posto nel rank mondiale dei fornitori. A sostenere l export del Paese sudamericano sono stati gli sfusi che hanno sfiorato i 3 milioni di ettolitri (+38%) di cui 700 mila con destinazione gli Stati Uniti. Anche la Cina si è dimostrata un ottimo cliente per tale prodotto. La riduzione del prezzo all export, però, ha determinato un incremento meno che proporzionale degli introiti del segmento. Anche per l Australia il prodotto trainante delle esportazioni 20 è stato lo sfuso che ha raggiunto la quota del 39% sul totale, contro il 26 dell anno precedente. Il cambio di mix sfuso/confezionato ha drasticamente portato verso il basso il valore medio delle esportazioni. Del resto anche le grandi a- ziende, con marchi affermati sui mercati e- steri, hanno preferito esportare sfuso che poi sarebbe stato imbottigliato fuori dai confini nazionali. Questo però, a detta di molti operatori, potrebbe non essere un vantaggio per l industria vinicola australiana che rischierebbe d perdere di immagine sui mercati finali. Bene anche la Nuova Zelanda (+30%), mentre scende in modo significativo l export dell Argentina (-32%) con volumi che non raggiungono i 3 milioni di ettolitri ed anche il Sud Africa ha subito una lieve perdita Il mercato di riferimento I mercati di riferimento del vino in questo inizio del 20 hanno mostrato un andamento decisamente eterogeneo sia tra loro che rispetto all Italia. In Spagna il primo estre ha evidenziato un andamento sostanzialmente stabile per i vini bianchi, che in media si sono fermati a 2, euro l ettogrado, mentre i vini rossi si sono attestati a 2,34 euro l ettogrado perdendo, sempre su base congiunturale, il 3%. Situazione del tutto opposta in Francia dove entrambe le colorazioni hanno mostrato listini in aumento: +16% per i bianchi e +4% per i rossi, rispetto all ultimo estre del 20. Risulta molto difficile interpretare i dati raccolti. Infatti, mentre l abbondante produzione francese (+% rispetto alla passata estre 20 6

7 campagna) avrebbe dovuto far temere un ridimensionamento delle quotazioni e quella in flessione della Spagna (-8%) faceva prevedere una sostanziale tenuta dei listini, il mercato si è comportato assolutamente all opposto. Una motivazione va ricercata, sicuramente, nell andamento delle scorte di prodotto presenti nelle cantine dei due Paesi. Fig. 2.2 I prezzi all origine dei vini comuni in Spagna ( /ettogrado) 3,30 3,05 2,80 2,55 2,30 2,05 1,80 II III IV bianchi II III IV rossi Fonte: La semana vitivinicola Fig. 2.3 I prezzi all origine dei vini comuni in Francia ( /ettogrado) 5,5 5 4,5 4 3,5 3 2,5 II III IV bianchi II III IV rossi Fonte: ONIVINS Su base tendenziale si registrano, in Spagna, variazioni negative tanto per il prodotto rosso quanto per il bianco (in media -8%); nel paese transalpino, invece, i vini bianchi fanno rilevare un sonoro -13%, mentre il prodotto rosso evidenzia listini in crescita dell 8% su base annua. estre 20 7

8 3. Il del vino in Italia 3.1 Il in sintesi I dati sul primo estre del 20 lasciano intravedere qualche spiraglio di miglioramento in un che, al pari dell intero agroalimentare, ha vissuto un 20 abbastanza difficile. L incertezza, comunque, legata alla crisi e- conomica in atto, continua ad alimentare le preoccupazioni tra gli operatori. Ne è testimonianza anche l indice del clima di fiducia che, sebbene migliori rispetto all ultimo estre del 20, non riesce ad arrivare su terreno positivo. Tenui segnali al rialzo arrivano dai prezzi all origine e soprattutto dal segmento dei vini rossi che, dopo un lungo periodo caratterizzato da una domanda poco dinamica, ora sembrano aver risvegliato l interesse. Intanto, i primi dati Istat attestano la produzione dello scorso autunno a 47 milioni di ettolitri, in leggero aumento rispetto all anno precedente. A questo va aggiunto che le giacenze a luglio 20 risultavano quasi 45 milioni di ettolitri, il 7% in più su base annua. Tab. 3.1 Il in sintesi (000 hl) var.% Produzione ,1 Import ,0 Export ,3 Giacenze ,3 Consumo 2 nd nd Indice (2000=0) - prezzi alla produzione***,8 87,0-21,5 - prezzi mezzi di produzione 131,1 132,0 0,7 - consumi domestici 3 77,7 76,8-1,2 - prezzi al consumo 126,5 119,6-5,4 1) ISTA; 2) da bilancio di approvvigionamento, per campagna, e comprende sia il consumo umano che industriale; 3) indice delle quantità. Fonte: La domanda è risultata sempre poco dinamica soprattutto sul fronte interno, dove i volumi consumati continuano la lenta discesa. Positivo, invece, ma solo in termini quantitativi l andamento delle esportazioni. Secondo i dati Istat su tutto il 20 le consegne oltre i confini nazionali hanno superato i 19 milioni di ettolitri, miglior risultato degli ultimi venti anni. Sono invece scesi gli introiti. 3.2 La produzione La produzione agricola I primi dati Istat sulla vendemmia 20 confermano sostanzialmente le stime formulate ad inizio autunno. Secondo l Istituto nazionale, infatti, la campagna in corso può contare su 47 milioni di ettolitri, il 2% in più rispetto alla precedente. Tab. 3.2 Produzione italiana di vino e mosti (000 hl) 20 20* var. % Piemonte ,3 Valle d'aosta ,9 Lombardia ,8 Trentino Alto Adige ,0 Veneto ,5 Friuli Venezia Giulia ,6 Liguria ,1 Emilia Romagna ,1 Toscana ,4 Umbria ,2 Marche ,3 Lazio ,7 Abruzzo ,3 Molise ,0 Campania ,4 Puglia ,6 Basilicata ,2 Calabria ,3 Sicilia ,5 Sardegna ,1 Italia ,1 *provvisori estre 20 8

9 Fonte: ISTAT Al Centro-Nord, con l unica eccezione della Lombardia, tute le regioni hanno registrato volumi superiori a quelli del 20. A controbilanciare tale crescita c è stata la decisa battuta d arresto della produzione a- bruzzese e quella significativa della Puglia La produzione industriale Fig. 3.1 La dinamica dell indice corretto per i giorni lavorativi della produzione industriale (2005=0) II III IV II III IV vino industria agroalimentare, bevande e tabacco 1) Fabbricazione di vino da uve non di produzione propria. Fonte: ISTAT; 20 il dato è una media del mese di gennaio e febbraio Fig. 3.2 La dinamica dell indice del clima di fiducia dell industria vitivinicola Fonte: II III IV II III IV viticoltura tot. agricoltura Il 20 ha chiuso con un indice della produzione industriale del vinicolo superiore del 2% rispetto all anno precedente, a fronte di un -2% fatto segnare dall industria agroalimentare nel complesso. Nonostante questo, la situazione non appare affatto rosea per il vinicolo. Continuano, infatti, a mantenersi vive le preoccupazione degli operatori e questo non riesce a portare l indice del clima di fiducia su terreno positivo. Nel primo estre 20, comunque, ci sono stati segnali di miglioramento rispetto a quello precedente soprattutto in relazione alle migliori aspettative sulla produzione e alla diminuzione delle giacenze. L indice del vinicolo, comunque, resta anche per questo estre inferiore a quello dell agroalimentare che, nel frattempo è diventato positivo. 3.3 La domanda Per il primo estre del 20 le stime I- smea sugli acquisti domestici nazionali indicano una ripresa della domanda di prodotti agroalimentari a fronte di un calo della spesa, influenzata dalla contrazione dei valori medi unitari. In termini tendenziali, l indice destagionalizzato dei volumi di acquisto ha registrato una crescita dell 1% mentre per la spesa il calo si è attestato al 4%. Per l agroalimentare sembrano, in tal modo, consolidarsi i segnali registrati a consuntivo del 20, caratterizzati da una ripresa dal lato dei volumi di acquisto (+1%) e da un ribasso in termini di spesa, segnale della maggiore attenzione del consumatore al fattore prezzo. Tab. 3.2 Dinamica dell indice degli acquisti (base 2000=0) e della spesa per prodotti alimentari (var.%) 1 20/20 / q.tà val. q.tà val. Tot. agro-alim. 0,5-1,3 1,1-3,9 Vini e spumanti -1,2-7,9-0,9-4,7 di cui: -Vino -1,8-8,7-0,8-7,0 Doc/Docg -1,7 -,8-1,3-5,6 comune e Igt -1,8-7,0 0,3-8,4 -Spumante 3,9-1,5-4,2 14,2 1) stima Fonte: /Nielsen estre 20 9

10 Anche nel dei vini e spumanti il primo estre del 20 conferma la tendenza vista già nel 20. A differenza, però, dell agroalimentare nel suo insieme, i vini continuano a mostrare una tendenza flessiva. Nei primi tre mesi del 20 mostra una flessione tendenziale dei volumi dell 1%, accompagnata da una riduzione dei valori del 5%. Nei vini fermi la contrazione in quantità è ascrivibile soprattutto al vino a denominazione, mentre i vini comuni e Igt hanno mostrato una sostanziale stabilità. Di contro, la riduzione della spesa è risultata maggiore in quest ultimo segmento. Negli spumanti, invece, a fronte di una minor domanda in volume si è registrata, sempre su base tendenziale, un aumento della spesa. Con riguardo alle aree geografiche, si osserva una generalizzata flessione della domanda delle famiglie ad eccezione di quelle del Nord-Est. A livello di canale di vendita, la contrazione è stata avvertita soprattutto nei format principali della Distribuzione moderna, iper e super, canali dove si concentra più della metà delle vendite di vini. Tab. 3.3 Dinamica dell indice delle quantità acquistate (base 2000=0) 1 20/20 / Tot. Italia -1,2-0,9 Nord-Ovest -6,3-0,6 Nord-Est -0,4 6,9 Centro + Sardegna 2,8-4,3 Sud + Sicilia 1,8-6,0 Super + iper -0,7-4,5 Discount 8,8 3,5 Liberi servizi 1,2 8,3 1) stima Fonte: /Nielsen 3.4 Gli scambi con l estero Il quadro generale degli scambi Il 20 si è chiuso in chiaro-scuro per la bilancia commerciale del vitivinicole. La nota positiva arriva sicuramente dai volumi consegnati oltre i confini nazionali che hanno raggiunto 19,2 milioni di ettolitri, stabilendo il miglior risultato degli ultimi venti anni. L aumento della domanda estera in termini quantitativi, però, non si è tradotta in maggiori introiti. Nel 20, infatti sono entrati nelle casse italiane milioni di euro, il 6% in meno rispetto all anno precedente. Questo, come già analizzato nella sezione internazionale, è da attribuirsi sia alla crisi economica generale che ha creato una tensione al ribasso sui prezzi, sia al cambio di mix delle esportazioni che hanno visto crescere più gli sfusi rispetto ai confezionati. Peraltro potrebbe essere proprio la crisi ad indurre i Paesi clienti ad importare sfuso ed imbottigliarlo in loco per ridurre i costi di trasporto e di logistica in generale. Tab. 3.4 La bilancia commerciale di vini e mosti 20 (var.% su 20) mln quantità valore v. u. Export ,3-5,5-11,1 UE ,7-6,0-11,0 - Germania 798 8,9 0,1-8,11 - Regno 453 8,1 -,7-17,1 Unito PAESI TERZI ,7-5,0-11,8 -Stati Uniti 742-2,7-7,0-4,5 -Svizzera ,5 1,2 -,8 Import ,0-24,1-3,9 UE 191,5-39,3-31,1 13,5 - Francia ,1-28,88-3,8 - Spagna 15-52,5-56,21-7,9 PAESI TERZI 59 14,4 13,1-1,1 - Stati Uniti 52 12,7 13,5 0,7 Saldo ,5-3,7 - Fonte: elaborazione su dati ISTAT I vini esportati dall Italia in confezioni maggiori di due litri sono stati pari a 6,3 milioni di ettolitri, il 14% in più sul 20. All interno di questo segmento sono stati soprattutto i vini comuni e le Igt a determinare l andamento complessivo con un +15%, mentre le Doc-Docg, che peraltro hanno un peso molto limitato, hanno perso il 2%. Per i vini in confezioni inferiori ai due litri, invece, quelli cioè che definiamo solitamente confezionati la progressione è stata appena del 2%, peraltro concentrata all interno dei confini comunitari mentre ha subito una battuta dall estero nei Paesi terzi. In volume l export di confezionati ha raggiunto i 9,6 milioni di ettolitri, segnando una estre 20

11 quota sul totale esportato del 50% a fronte del 52 dell anno precedente. Di contro gli sfusi hanno raggiunto un peso del 33% contro il 31 % del 20. Fig. 3.4 La dinamica dell export nazionale di vini e mosti (000 hl) stima I II III IV I Fonte: elaborazione su dati ISTAT II III IV I Fig. 3.5 La dinamica dell import nazionale di vini e mosti (000 hl) stima I II III IV I Fonte: elaborazione su dati ISTAT II III IV I Analizzando i dati indipendentemente dalla modalità con cui i vini vengono esportati, cioè sfusi o confezionati, c è da segnalare la buona performance dei vini da tavola e Igt che hanno messo a segno una progressione dell 11% a fronte di una riduzione del 2% dei vini Doc-Docg attestati a 4,2 milioni di ettolitri. Buona anche la progressione dei vini frizzanti (+9%), mentre gli spumanti si sono limitati ad un incremento dell 1%. Flessioni piuttosto importanti si sono registrate sul fronte delle importazioni che, con un milione e mezzo di ettolitri risultano decurtate del 21% rispetto al 20. Più che proporzionale la riduzione degli esborsi, anche in questo caso da imputare ai minori prezzi internazionali e alla modifica del paniere. La domanda italiana è scesa, infatti, per tutti i segmenti del, ma in particolare per i vini spumanti (-19%) che sono in larga parte costituiti da Champagne. Anche per gli sfusi, che rappresentano oltre l 80% in volume dell import complessivo, la riduzione degli approvvigionamenti all estero risulta significativa (-22%), mentre i confezionati hanno perso il 18% in volume. La destinazione e l origine degli scambi Scendendo nel dettaglio dei principali Paesi clienti si osserva come a trainare la domanda sia stata la Ue (+6%) quanto i Paesi terzi (+7%). E d obbligo segnalare l ottima ripresa dell export italiano in Germania che con 6,5 milioni di ettolitri consolida la propria leadership tra i Paesi clienti. L aumento della domanda tedesca è ascrivibile in prima battuta ai vini in confezioni superiori ai due litri (+12%) che rappresentano il 50% del totale importato dall Italia. Più contenuta risulta la crescita degli imbottigliati (+5%) e degli spumanti (+4%). La flessione dei prezzi all origine dei vini italiani ha, evidentemente, riavvicinato i compratori tedeschi che lo scorso anno avevano preferito approvvigionarsi in altri Paesi tra cui la Spagna. La spesa tedesca, invece, per vini italiani è rimasta sugli stessi livelli dell anno prima Di tutto rispetto anche la performance nel Regno Unito, dove sono stati spediti 2,6 milioni di ettolitri di vino, l 8% in più su base annua, a fronte di una riduzione degli introiti dell 11%. L attenzione della domanda britannica è stata maggiore per i vini imbottigliati che hanno segnato una progressione del 8% a fronte di un +4% dei vini sfusi. Questi ultimi, peraltro, continuano a rappresentare una quota non elevata dell export italiano alla volta del mercato del Regno Uni- estre 20 11

12 to (7%). E invece del 23% l aumento delle consegne di vini spumanti. Questo risultato in volume pone il Regno Unito al secondo posto nel rank dei principali clienti dell Italia a scapito degli Stati Uniti che, nello stesso periodo in esame, hanno diminuito la domanda del 3% in volume spendendo il 7% in meno su base annua. Su mercato statunitense sono arrivati 2,4 milioni di ettolitri di cui 2 confezionati (-5%). Buona invece la performance degli spumanti (+18%). Con 1,3 milioni di ettolitri risulta in decisa crescita anche al domanda francese (+19%). L aumento è totalmente maturato nel segmento dei vini sfusi che, con oltre 900 mila ettolitri, hanno fatto registrare un +52%. Analizzando l import, invece, si segnala il tracollo della domanda italiana in Spagna (- 53%) attribuibile essenzialmente al vino sfuso (-57%) che rappresenta l 80% dei 331 mila ettolitri complessivamente importati dal Paese iberico. Sono in progressione, invece, gli acquisti negli Stati Uniti, determinata proprio da quest ultima tipologia (+12%) e raggiungono i 650 mila ettolitri. 3.5 I prezzi I prezzi alla produzione Dall analisi dell andamento dell indice dei prezzi all origine Ismea, per il primo estre del 20 si evidenzia, su base congiunturale, una leggera crescita per il comparto dei vini, per il totale coltivazioni e per il totale agricoltura. Tale aumento comunque è contenuto entro l 1%. Rispetto al primo estre dello scorso anno, invece, si evidenzia una riduzione consistente nei tre aggregati presi in esame segno della crisi che tutto il comparto agroalimentare sta ancora attraversando. Su base tendenziale, infatti, la variazione negativa per i vini si è attestata al %, per il totale agricoltura al 7%, per le coltivazioni al 13%. Durante tutto il 20 si è assistito ad una lenta e continua discesa dei prezzi, ma mentre una lieve ripresa era evidente già dall ultimo estre dello scorso anno per le coltivazioni e per il totale agricoltura, si è dovuto attendere questo inizio del 20 per avere un riscontro positivo anche nel comparto vinicolo. Da evidenziare comunque che già in dicembre c era stato un moto positivo dei listini che però, non aveva trovato seguito nel mese successivo. In febbraio e marzo, invece, si è assistito ad una, seppur lieve, ripresa delle quotazioni, sebbene non omogenea a tutte le categorie del vinicolo. Fig. 3.6 Indice Ismea dei prezzi all origine (2000=0) Fonte: II III IV vini nel complesso totale agricoltura II III IV coltivazioni Scendendo più nel dettaglio si evidenzia come, nel segmento dei vini comuni il primo estre del 20 sia stato caratterizzato da una lieve ripresa congiunturale dei listini dei vini rossi. Dopo un lungo periodo in cui la domanda sembrava decisamente disinteressata a questi prodotti, i primi tre mesi del nuovo anno hanno evidenziato una lieve risalita, iniziata per la verità già nelle ultime settimane del 20. Peraltro, sebbene il 20 sia stato caratterizzato da una continua flessione dei listini, con lo scorrere dei mesi le variazioni percentuali diventavano sempre minori anche perché il livelli raggiunti dai prezzi all origine erano abbastanza bassi da rendere difficili ulteriori riduzioni. Le motivazioni vanno ricercate, appunto, in un rinnovato interesse della domanda che ha premiato tanto le produzioni comuni quanto le indicazioni geografiche. Le contrattazioni continuano ad essere limitate al fabbisogno estre 20 12

13 di breve e brevissimo periodo, ma la costanza con cui si susseguono infonde un certo ottimismo tra i produttori. Di segno opposto l andamento del prodotto bianco che continua a vedere i sui listini su fondo cedente, anche se in maniera attenuata rispetto agli scorsi mesi. Le considerazioni cambiano radicalmente se da un analisi congiunturale si passa ad una di tipo tendenziale. Continua, infatti, ad essere molto negativa la situazione rispetto ai primi tre mesi del 20. I listini dei vini bianchi, infatti, perdono circa il 9%. Tab. 3.4 Prezzi medi all origine dei vini comuni ( /ettogrado) IV var % / IV I Bianchi 2,85 2,78-2,3-13,4-9/11 3,05 2,97-2,6-14,2-12/13 1,87 1,87 0,0-7,4 Rossi 2,55 2,59 1,6-8,9-9/11 2,69 2,73 1,4-6,4-12/13 2,21 2,31 4,8-14,5 Fonte: Analizzando i prezzi in valore assoluto, del comparto dei vini comuni, si evidenzia che le migliori performance sono state ottenute dai vini rossi di alta gradazione la cui crescita è stata costante da gennaio a fine marzo, mentre i vini bianchi hanno subito nei primi due mesi dell anno una discreta flessione seguita, nell ultimo mese, da un lieve rialzo delle quotazioni. Permangono tutte negative le variazioni rispetto al primo estre dello scorso anno, con valori che vanno da un minimo del -6%, per i vini rossi di bassa gradazione, ad un massimo di -14%, sempre per i rossi ma di gradazione superiore. Nel segmento delle denominazioni di origine l indice dei prezzi evidenzia una flessione per entrambe le categorie per colore, anche se i bianchi fanno segnare una variazione negativa superiore rispetto a quella riscontrata per i rossi. Fig. 3.6 Indice dei prezzi all origine dei vini comuni e Igt (2000=0) Fonte: II III IV II III IV bianchi rossi totali Fig. 3.7 Indice dei prezzi all origine dei vini Doc-Docg (2000=0) Fonte: II III IV II III IV bianchi rossi totali Su base annua l andamento delle Doc-Docg continua ad essere fortemente negativo, - 9% per i bianchi, -11% per i rossi. Situazione analoga a quanto riscontrato per i vini comuni anche per le indicazioni geografiche rosse che, su base congiunturale, mostrano variazioni sostanzialmente positive. Di particolare interesse per il mercato, negli ultimi tre mesi, sono state le produzioni emiliane che hanno mostrato il migliore andamento anche grazie ad un rinnovato interesse della domanda estera. Sostanzialmente stabili le Igt bianche ad ec- estre 20 13

14 cezione del Pinot grigio prodotto in Veneto che perde il 5% rispetto all ultimo estre del 20. Anche in questo segmento le variazioni rispetto ai primi tre mesi dello scorso anno sono tutte fortemente negative con punte che superano il 20% per le produzioni bianche. Tab. 3.5 Prezzi medi all origine dei vini Igt ( /ettogrado) Igt Bianche IV var % / IV I Pinot grigio (1) 6,69 6,34-5,2-26,5 Verduzzo (1) 4,39 4,41 0,5 -,7 Chardonnay (1) 4,40 4,40 0,0-15,6 Igt rosse Merlot (1) 2,85 2,95 3,5-3,7 Lambrusco Emilia Sangiovese di Ravenna 3,26 3,39 4,0-3,3 2,52 2,59 2,8-14,7 Rosso Salento 2,73 2,67-2,2-13,2 1) Sono comprese le IGT: Marca Trevigiana, Veneto e Delle Venezie. Fonte: I prezzi dei mezzi di produzione Il primo estre del 20 ha segnato una sostanziale stabilità nell indice dei costi di produzione agricoli. Tale situazione è riscontrabile sia nell aggregato delle coltivazioni che in quello dell agricoltura più in generale. Anche i costi di produzione della viticoltura segnano un comportamento analogo. Su base tendenziale, invece, cioè facendo il confronto con lo stesso periodo dell anno precedente si evidenzia una lieve riduzione nei tre aggregati presi in esame. Da ricordare che il 20 nel suo complesso si è chiuso con un lieve incremento dei costi dei fattori produttivi in viticoltura rispetto all anno precedente (+1%), a fronte di un - 2% dell agricoltura nel suo complesso I prezzi al consumo Fig. 3.9 Indice dei prezzi al consumo (base 2000=0) Fig. 3.8 Indice dei prezzi dei mezzi di produzione della viticoltura (2000=0) 0 II III IV tot. agroalimentare II III IV * vini e spumanti Fonte: II III IV II III IV viticoltura tot. agricoltura coltivazioni *stima Fonte: -Nielsen Sul fronte dei prezzi al consumo dell intero comparto agroalimetare, il primo estre 20 mostra una sostanziale stabilità rispetto al estre precedente, mentre in termini tendenziali risulta in flessione del 5%. Da ricordare che lo stesso indicatore calcolato per l intero 20 rilevava listini in calo rispetto al 20. Situazione analoga per il segmento dei vini e spumanti. Alla sostanziale stabilità in termini prettamente congiunturali si affianca una riduzione del 4% su base tendenziale. estre 20 14

15 Tab. 3.6 Indice dei prezzi al consumo di vini e spumanti (base 2000=0) Tot. agroalim. IV var % 1 / IV I 1 124,1 124,2 0,1-4,9 Nel confronto con l ultimo estre del 20, comunque, l indice dei prezzo si è comportato in modo differente in relazione ai diversi prodotti. Alla crescita dei listini al consumo dei vini a denominazione si è contrapposta una flessione di quelli dei vini comuni e Igt e degli spumanti. Su base tendenziale, invece, la riduzione è generalizzata a tutte le categorie. Vini e spumanti, di cui: 120,6 120,4-0,2-4,4 -Vino 114,8 114,6-0,2-5,3 doc/docg 129,1 132,8 2,8-0,4 comuni+igt 6,8 4,3-2,3-7,8 -Spumanti 157,1 155,7-0,9-0,4 1) stima Fonte: Area Mercati e Supporto alle Decisioni Responsabile: Claudio Federici, Antonella Finizia, Francesca Carbonari Redazione a cura di: Tiziana Sarnari, Francesca Monduzzi t.sarnari@ismea.it estre 20 15

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