Gestire le migrazioni: la strategia della cooperazione comincia a dare frutti

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1 Gestire le migrazioni: la strategia della cooperazione comincia a dare frutti Dall operazione Sophia al vertice di Abidjan con l Unione Africana: così l lavora per costruire alternative ai viaggi della morte che arricchiscono solo i trafficanti di Federica Mogherini Alto rappresentante UE per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza L UE ha operato su due fronti: la gestione dell emergenza sbarchi nel Mediterraneo, e le azioni per affrontare le radici del fenomeno migratorio, lì dove partono le rotte dei migranti in Libia e nei Paesi d origine Una gestione più giusta e umana dei flussi migratori è possibile. E dopo tre anni di lavoro in Italia, in e con i nostri partner internazionali i risultati iniziano a vedersi. Quando sono arrivata a Bruxelles, il tema delle migrazioni non compariva neppure sull agenda dei Ministri degli Esteri. Di fronte alla tragedia quotidiana di decine di morti nelle acque del Mediterraneo, le istituzioni europee si sono mobilitate al fianco degli Stati membri in prima linea. Abbiamo cominciato dalla gestione di quell emergenza: nel giro di pochi mesi siamo riusciti a organizzare un operazione militare europea nel Mediterraneo, per salvare vite e per combattere le reti dei trafficanti di uomini. L abbiamo chiamata Operazione Sophia (vedi articoli in 1/17, ndr), come una bambina nata a bordo delle nostre navi, e il comando dell operazione è in Italia, affidato a un ammiraglio italiano. Grazie a Operazione Sophia abbiamo salvato decine di migliaia di vite, fermato più di cento trafficanti e oggi i nostri militari stanno addestrando i guardiacoste libici, i soli che possono intervenire nelle acque territoriali della Libia, a salvare a loro volta chi rischia la vita. Ma siamo andati oltre l emergenza per affrontare il tema alla radice: in Libia lungo le rotte dei migranti e ancor più nei Paesi di origine. Prima di tutto con il migration compact, un idea italiana che poteva essere realizzata solo unendo le forze a livello europeo. Abbiamo avviato un dialogo diretto con i Paesi africani chiave, per decidere insieme a loro gli strumenti più efficaci per creare 94

2 Immigrazione e solidarietà europea sviluppo e posti di lavoro, e affrontare i motivi profondi che spingono i loro giovani a partire. E da Bruxelles abbiamo messo in campo due strumenti nuovi: un fondo fiduciario d emergenza, con una dotazione di quasi tre miliardi di euro, e il più grande piano di investimenti di tutti i tempi per il continente africano, per creare sviluppo e occupazione nelle zone più fragili del continente e sostenere i nostri partner nella lotta contro i trafficanti di uomini. Si tratta di una strategia che poggia su più pilastri ma che ha un unico principio guida: un vero partenariato con l Africa, un lavoro comune nell interesse di entrambi i continenti. Il vertice della Valletta del novembre 2015 ha dimostrato che insieme possiamo davvero affrontare un fenomeno di portata storica e globale. Il vertice di Abidjan del novembre scorso, tra Unione Europea e Unione Africana, ha segnato un ulteriore passo in avanti in questo straordinario lavoro congiunto. Già durante il 2017, grazie alla collaborazione con l Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), avevamo iniziato a lavorare per il rientro volon- Un immagine del vertice di Abidjan (Costa d Avorio) fra UE e Unione Africana 95

3 La strategia UE della cooperazione tario e assistito dei migranti bloccati nei campi di detenzione in Libia in condizioni spesso indicibili. Ad Abidjan l Unione africana si è unita a noi: abbiamo costituito una task force Unione Europea, Unione Africana e Nazioni Unite per lavorare insieme, per la prima volta. Non si tratta solo di riportare a casa le persone bloccate in Libia. L obiettivo è dare a quelle persone l opportunità di costruirsi una nuova vita nel loro Paese d origine imparando un lavoro, mettendo in piedi un impresa, superando il trauma vissuto in Libia. I numeri dicono che grazie a questo prezioso lavoro congiunto siamo fino a oggi riusciti a far rientrare dai campi in Libia nei rispettivi Paesi d origine 21mila migranti, seguendo un processo rigoroso e accompagnato da misure di reinserimento. A inizio febbraio quattro centri di detenzione sono stati chiusi un primo passo nella giusta direzione. Ma più dei numeri parlano le storie: quella di dieci ragazzi del Gambia che, grazie al nostro sostegno, hanno comprato un furgone refrigerato e ora fanno la spola tra i villaggi di pescatori sulla costa e i mercati nell interno del Paese. O quella di Debbie, una ragazza nigeriana che sognava di fare la sarta e che oggi sta provando a realizzare quel sogno con il nostro aiuto. Ognuna delle persone rinchiuse nei campi di detenzione Cos è il Migration Compact Il migration compact è la proposta che il Governo italiano ha presentato all UE nel 2016 per un approccio comune alla crisi migratoria, con l obiettivo di ridurre i flussi anche lungo la rotta mediterranea. Si basa su nuove intese con i Paesi d'origine e di transito, in particolare quelli africani, da finanziare con strumenti innovativi come i bond UE-Africa. La premessa su cui si fonda la proposta è che le migrazioni verso l devono essere considerate un fenomeno strutturale, che non può essere risolto con soluzioni di emergenza, ma agendo sulle cause dei flussi migratori, e quindi guardando al di fuori dai confini europei. In particolare, i Paesi africani di origine e transito di molti flussi migratori sono i principali interlocutori con cui agire. Le intese fra UE e Paesi africani devono essere basate su uno scambio reciproco. L UE garantirebbe: una generale ridefinizione della politica di cooperazione verso progetti di investimento, finanziati da strumenti già esistenti a carico del budget UE l emissione di prodotti finanziari UE- Africa, che facilitino l accesso ai mercati finanziari per i Paesi africani, e la formulazione di altre soluzioni finanziarie per migliorare la resa di fenomeni rilevanti come quello delle rimesse una migliore cooperazione in materia di sicurezza (controllo delle frontiere, gestione dei rifugiati, giustizia penale) 96

4 Immigrazione e solidarietà europea prima a livello nazionale, poi regionale, considerata la natura transnazionale dei flussi migratori l implementazione di strumenti di migrazione legale verso l, prevedendo quote nazionali e la predisposizione di corsi di formazione e di lingua per i migranti, in collaborazione con le imprese interessate schemi di redistribuzione dei migranti all interno dell UE. Al tempo stesso, ai Paesi africani si richiede: il controllo effettivo delle frontiere e della riduzione dei flussi illegali, con l impegno da parte dell UE di trasferire competenze e risorse maggiore cooperazione per i rimpatri degli immigrati irregolari, tramite la predisposizione di uffici di collegamento dell UE direttamente nei Paesi africani, l implementazione di database e registri pubblici funzionanti e l accettazione per i rimpatri di voli charter gestiti anche dai singoli Stati membri dell UE gestione in loco dei flussi migratori, a partire dalla necessaria distinzione fra richiedenti asilo e migranti economici, accompagnata dall immediato trasferimento in di chi merita la protezione internazionale implementazione, con il sostegno dell UE, di sistemi nazionali di asilo politico rafforzamento della lotta ai trafficanti di esseri umani. 97

5 La strategia UE della cooperazione in Libia ha la sua storia e le sue aspirazioni. Spesso per far partire uno di loro ci sono voluti i risparmi di un intera famiglia. Tornare a casa non è sempre facile e la nostra cooperazione con le agenzie dell Onu e con i nostri partner africani è fondamentale. E finalmente iniziamo a vedere risultati. Purtroppo alcune delle donne e degli uomini che si sono messi in viaggio verso l non hanno una casa cui tornare. Alcuni vengono da Paesi in guerra e hanno diritto alla protezione internazionale. Per queste persone abbiamo aperto un grande canale umanitario a livello europeo assieme all Alto Commissariato dell Onu per i rifugiati, con 50mila posti a disposizione nei prossimi due anni. Lentamente e grazie a questi enormi sforzi comuni, in coordinamento costante con l Italia, stiamo uscendo dall emergenza degli anni passati. Stiamo dimostrando che è possibile gestire e governare un fenomeno epocale come quello delle migrazioni, con umanità. È possibile se scegliamo di lavorare insieme ai nostri partner internazionali, di costruire opportunità e posti di lavoro. Se mettiamo da parte la logica dello scontro e scegliamo la logica della cooperazione. Negli ultimi anni, questa è stata la scelta del governo italiano e dell Unione Europea. È la scelta giusta. I prossimi mesi saranno decisivi per consolidare i risultati che abbiamo ottenuto, procedendo nella direzione del partenariato e di uno slancio umanitario in grado di salvare vite umane e offrire alternative ai viaggi della morte che arricchiscono solo i trafficanti. 98

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