Le attività di prevenzione e di vigilanza Lo stato dell'arte del territorio

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1 SEMINARIO DI STUDIO LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO STRESS LAVORO-CORRELATO RUOLO DEI SOGGETTI COINVOLTI BENESSERE ORGANIZZATIVO STILI DI VITA RESPONSABILITA' SOCIALE L e D'IMPRESA Ferrara 13 Dicembre 2017 Le attività di prevenzione e di vigilanza Lo stato dell'arte del territorio Referente setting 1.7 Maria Cristina Rometti

2 Il Piano della Prevenzione della Regione Emilia-Romagna

3 PRP: parole chiave Integrazione e trasversalità Equità Partecipazione Evidence based Costo efficacia

4 Setting 2: Comunità -programmi di popolazione Programma n.1 - Setting Ambienti di lavoro

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6 L'approccio per SETTING Il luogo o il contesto sociale nel quale le persone si Impegnano nelle attività quotidiane nelle quali i fattori ambientali, organizzativi e personali interagiscono per ripercuotersi sulla salute e sul benessere." (OMS, 1998)

7 Programma n.1 - Setting Ambienti di lavoro 1.1 Sistema informativo regionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro Emilia-Romagna (S.I.R.P.- E-R); 1.2 Promozione della salute nei luoghi di lavoro; 1.3 Prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali in edilizia; 1.4 Tutela della salute e della sicurezza in agricoltura e silvicoltura; 1.5 Emersione e prevenzione malattie muscolo scheletriche; 1.6 Monitoraggio e contenimento del rischio cancerogeno professionale; 1.7 Prevenzione del rischio stress lavoro correlato e promozione del benessere organizzativo ; 1.8 Tutela della salute degli operatori sanitari.

8 1.7 - Prevenzione del rischio stress lavoro correlato e promozione del benessere organizzativo e della responsabilità sociale d impresa I mutamenti del mondo del lavoro hanno determinato un forte aumento dei rischi psicosociali, in particolare delle condizioni di disagio e malessere da stress lavoro correlato (SLC), strettamente legate a condizioni organizzative non adeguate. Lo stress è il secondo problema di salute legato all'attività lavorativa maggiormente segnalato in Europa. Più della metà dei lavoratori considera lo stress lavoro correlato come elemento presente nel proprio luogo di lavoro.

9 1.7 - Prevenzione del rischio stress lavoro correlato e promozione del benessere organizzativo e della responsabilità sociale d impresa Le cause più comuni sono la riorganizzazione o la precarietà del lavoro, orari di lavoro prolungati o un carico di lavoro eccessivo, molestie. Adottando un idoneo approccio, è possibile prevenire e gestire con efficacia i rischi psicosociali e lo stress lavoro-correlato Il controllo dello stress lavoro correlato costituisce, inoltre, un dovere giuridico stabilito dalla direttiva quadro 89/391/CEE e ribadito dagli accordi quadro tra le parti sociali sullo stress lavoro-correlato e sulle molestie e la violenza sul luogo di lavoro.

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11 Attività principali previste nel progetto Attivazione di percorsi di informazione, formazione, assistenza diretti ai medici competenti, ai medici di medicina generale e ai medici ospedalieri Organizzazione di iniziative di informazione e promozione rivolte alle Associazioni delle Imprese e alle Organizzazioni Sindacali a livello regionale e di singole Ausl Coinvolgimento di imprese per sperimentare l adozione volontaria di specifici progetti di miglioramento del benessere organizzativo, favorendo la partecipazione dei soggetti aziendali della prevenzione

12 Promozione della vigilanza proattiva Le azioni di miglioramento sulle attività di vigilanza Potenziamento della omogeneità delle attività di vigilanza su base regionale attraverso: - Utilizzo di liste di controllo da utilizzare anche come autocontrollo da parte delle imprese; - Effettuazione di audit interni provinciali / regionali; - Assunzione di indirizzi regionali su tematiche specifiche

13 L attività di vigilanza Piano locale attuativo -Quanti controlli 2016 Programmato 5 Effettuato su richiesta 2017 Programmato 6 Effettuato Programmato 7 In quali comparti Chimica 2 richieste Terziario Servizi Aziende di servizi Cool Center Front office Effettuato 7 Da definire

14 Ridefinizione dei programma 1.7 Nel novembre 2016, con l Ordine del Giorno 2880/2, l Assemblea Legislativa dell Emilia-Romagna ha impegnato le Aziende USL a sostenere azioni di prevenzione dello SLC e promozione del benessere organizzativo nelle strutture per l infanzia. Questo impegno ha richiesto una ridefinizione delle attività previste dal progetto, per cui il gruppo di lavoro regionale, composto da un rappresentante per ogni Azienda USL, è stato integrato da due esperti dell Università di Modena-Reggio Emilia e dell Università di Bologna, oltre che da uno psicologo afferente l AUSL di Parma.

15 Ridefinizione del programma 1.7 Prima fase del progetto Censimento e ricognizione delle strutture dedicate all'infanzia in particolare quelle 0-3 anni per conoscere non soltanto il numero delle strutture, ma anche tipologia e principali caratteristiche strutturali e organizzative A livello regionale il campione sarà di circa 80 nidi, suddivisi per le varie provincie che effettuano il tempo pieno con numero di operatori compreso preferibilmente tra 8 e 15 La scelta deriva dalla necessità di circoscrivere il progetto a fronte della vasta tipologia di strutture d'infanzia esistenti e limitare le possibili variabili intervenienti. Il vincolo di un numero di operatori consente di garantire un numero adeguato per l'effettuazione dell'analisi statistica

16 Ridefinizione del programma 1.7 Nell'ambito degli accertamenti che verranno svolti si raccoglieranno in particolare: Informazioni sulle caratteristiche dell'azienda (tipo di azienda, dimensione, comparto attività a rischio) Informazioni relative alle modalità di effettuazione della valutazione Informazioni relative all'esito della valutazione stessa e alle eventuali misure di prevenzione e miglioramento attuate Informazioni dei lavoratori relativamente alla gestione del rischio stress lavoro correlato

17 Ridefinizione del programma 1.7 A questo fine sono stati sviluppati gli strumenti La check list regionale SLC che si propone di rilevare gli aspetti oggettivi dell'attività di prevenzione Il questionario per il datore di lavoro/gestore/responsabile di struttura per rilevare i livelli di motivazione alla prevenzione, i motivi che la guidano e le risorse disponibili all'interno della struttura Il questionario per gli operatori del nido si propone di rilevare la percezione dell'ambiente di lavoro (fisico e psicosociale), gli esiti (stress e benessere) e le opinioni circa l'attività di prevenzione messa in atto nella struttura

18 Ridefinizione del programma 1.7 I risultati saranno analizzati al fine di identificare le modalità prevalenti di prevenzione dello stress e le principali criticità presenti allo stato attuale. Saranno indicati, quindi, suggerimenti per migliorare l'attività di prevenzione dei rischi psicosociali nei nidi. Sarà diffuso un report e verrà organizzata una iniziativa rivolta alle strutture educative per la diffusione dei risultati.

19 Ridefinizione del programma 1.7 Seconda fase del progetto Prevede il coinvolgimento di alcune imprese per sperimentare l'adozione volontaria di specifici progetti di miglioramento del benessere organizzativo. Verranno coinvolte 3-5 strutture sulla base di un'adesione volontaria e attività dei rispettivi datori di lavoro nella predisposizione dei contenuti specifici del singolo progetto. Nelle strutture che aderiranno, che possono essere diverse dalle 80 oggetto dello studio si effettueranno:.

20 Ridefinizione del programma 1.7 Seconda fase del progetto 1) un'indagine empirica che prevede la rilevazione del grado di conoscenza dei problemi, degli atteggiamenti, della percezione di salute e benessere 2) l'osservazione dell'attività per documentare con quale frequenza ogni partecipante mette in atto comportamenti adeguati per la riduzione del rischio e la promozione del benessere 3) l'attività di gruppi di miglioramento, costituiti dagli operatori delle strutture coinvolte (circa operatori per struttura)

21 Segue Ridefinizione del programma 1.7 3) con cui organizzare incontri che prevedono la rappresentazione di alcuni casi problematici, realmente vissuti, di condizioni di rischio da SLC, con analisi delle cause, valutazione delle problematiche che possono ripresentarsi, delle conseguenze in termini di danno per operatori e utenti, proposte di miglioramento individuate per consenso dei partecipanti. Verranno poi presentati comportamenti efficaci per ridurre il rischio e promuovere una buona convivenza lavorativa che garantisca la tutela e la qualità del servizio fornito all'utenza (bambini e famiglie):

22 Ridefinizione del programma 1.7 I risultati derivati dalle attività previste dal progetto saranno oggetto di analisi, elaborazione e diffusione a tutte le aziende del comparto, al fine di favorire l'adozione di buone prassi per la prevenzione dello SLC e la promozione del benessere organizzativo nelle strutture per l'infanzia.

23 GRAZIE PER L'ATTENZIONE

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