PA.GRC.06 E LA GESTIONE DELLA BUONA PRATICA PER LA PREVENZIONE DEL TROMBOEMBOLISMO VENOSO
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- Paolo Esposito
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1 Pag.: 1 di 5 PROCEDURA AZIENDALE PER IL RECEPIMENTO E LA GESTIONE DELLA BUONA PRATICA PER LA PREVENZIONE DEL TROMBOEMBOLISMO VENOSO IN ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA Indice delle revisioni Codice Documento Revisione Data emissione Firme Redatto Verificato Approvato UO Assicurazione Qualità Referente Sistema Qualità Direttore Sanitario Ref. Gruppo Lavoro aziendale GRC
2 Pag.: 2 di 5 INDICE 1. Scopo e applicabilità Modalità operative Premessa Adozione del documento Protocollo Regionale per la prevenzione del tromboembolismo venoso in Ortopedia e Traumatologia nell Azienda USL 3 (Pistoia) Allegati...5 Allegato 1: Protocollo Regionale per la prevenzione del tromboembolismo venoso in Ortopedia e Traumatologia Allegato 2: Protocollo Regionale per la prevenzione del tromboembolismo venoso in Ortopedia e Traumatologia: TABELLE
3 Pag.: 3 di 5 1. SCOPO E APPLICABILITÀ A. SCOPO Lo scopo di questa procedura è di recepire il documento Protocollo Regionale per la prevenzione del tromboembolismo venoso in Ortopedia e Traumatologia definendone le responsabilità e le modalità gestione, all interno della nostra Azienda. Il progetto, realizzato nell ambito delle Campagne per la sicurezza dei pazienti, ha lo scopo di migliorare la pratica clinica della profilassi del tromboembolismo venoso nei pazienti ricoverati in Ortopedia in regime di ricovero ordinario, Day Hospital o Day Surgery. mediante la realizzazione dei seguenti obbiettivi specifici: aiutare il medico ad identificare i pazienti a rischio tromboembolico, rendere uniforme ed esplicito il processo di stratificazione del rischio di tromboembolismo venoso nel singolo paziente, razionalizzare e standardizzare i protocolli di profilassi, il tutto in adesione ai principi della medicina basata sulle prove di efficacia. In particolare si vogliono garantire: un adeguato sistema per la stratificazione del rischio tromboembolico mediante una scheda individuale di definizione del rischio che consenta di suddividere i pazienti in diversi livelli di rischio, identificati in base a fattori legati al tipo di intervento e alle caratteristiche del paziente; protocolli standardizzati di trattamento che riportino le tipologia e durata dello schema di profilassi; l implementazione dell uso di tali protocolli nell ambito dei reparti ortopedici dell Azienda; adeguate iniziative di formazione ed informazione riguardanti le corrette procedure per la profilassi del tromboembolismo in Ortopedia e traumatologia rivolte a: - operatori sanitari; - pazienti, familiari e caregivers; - MMG. corrette modalità di verifica dell effettiva applicazione dei protocolli e della loro efficacia sul campo. B. APPLICABILITÀ La presente procedura deve essere applicate da tutto il personale sanitario dei reparti ortopedici di degenza dell azienda e da tutto il personale coinvolto nella GRC dell Azienda USL 3 di Pistoia.
4 Pag.: 4 di Premessa 2. MODALITÀ OPERATIVE La malattia tromboembolica venosa o tromboembolismo venoso (TEV) è una delle patologie più comuni del sistema circolatorio. Nei paesi occidentali si calcola sia la terza malattia cardiovascolare più comune, dopo la cardiopatia ischemica e l ictus, con un caso ogni abitanti. Spesso è clinicamente silente e la morte improvvisa per embolia polmonare è la prima ed unica manifestazione. I quadri clinici principali della malattia tromboembolica venosa, sono la trombosi venosa profonda (TVP) e l embolia polmonare (EP). Si ha trombosi venosa profonda (TVP) quando all interno di una vena profonda, generalmente del polpaccio, si forma un trombo, cioè un coagulo di sangue. Questa condizione è molto pericolosa perché può frequentemente portare all embolia polmonare (EP) causata dal distacco del trombo che raggiunge i polmoni, ostacola la circolazione e può causare la morte. Nella stragrande maggioranza dei casi (90%) l embolia polmonare è causata dalla trombosi venosa profonda. Uno dei maggiori fattori di rischio per la malattia tromboembolica venosa o tromboembolismo venoso (TEV) è rappresentato dagli interventi di ortopedia cosiddetti maggiori, come protesi d anca (70mila all anno in Italia), chirurgia maggiore del ginocchio (76mila) e fratture della testa del femore (56mila). A rischio sono anche i pazienti sottoposti a chirurgia addominale, effettuata nell 80% dei casi per asportare tumori a colon, retto, stomaco, pancreas, mila interventi l anno in Italia. L importanza della prevenzione del rischio tromboembolico e la particolare gravità delle complicanze derivanti da una scorretta terapia hanno indotto il Centro Gestione Rischio clinico e Sicurezza dei Pazienti della Regione Toscana a istituire, per il biennio , il laboratorio di Gestione del Rischio Clinico in Ortopedia con il compito di elaborare un progetto di sviluppo di strumenti di prevenzione del tromboembolismo venoso. L obiettivo di questo progetto è stato quello di migliorare la pratica clinica della profilassi del tromboembolismo venoso in Ortopedia, armonizzando e uniformando le pratiche, gia ampiamente utilizzate in ambito ospedaliero, ma con modalità spesso disomogenee non solo fra diverse Unità Operative, ma anche all interno della stessa U.O. A questo scopo un gruppo tecnico di specialisti composto da ortopedici provenienti da aziende delle tre aree vaste, medici del Centro Regionale di Riferimento per la Trombosi dell AOUC ed ergonomi del Centro GRC ha elaborato il documento Protocollo Regionale per la prevenzione del tromboembolismo venoso in Ortopedia e Traumatologia. Il protocollo ha i seguenti obiettivi: aiutare il medico ad identificare i pazienti a rischio tromboembolico rendere uniforme ed esplicito il processo di stratificazione del rischio di tromboembolismo venoso nel singolo paziente razionalizzare e standardizzare i protocolli di profilassi, il tutto in adesione ai principi della medicina basata sulle prove di efficacia.
5 Pag.: 5 di Adozione del documento Protocollo Regionale per la prevenzione del tromboembolismo venoso in Ortopedia e Traumatologia nell Azienda USL 3 (Pistoia) Con la presente procedura si recepisce ufficialmente, a livello aziendale, il documento Protocollo Regionale per la prevenzione del tromboembolismo venoso in Ortopedia e Traumatologia che viene riportato in allegato (Allegato 1). Al fine di improntare l organizzazione aziendale per la corretta gestione delle raccomandazioni contenute in tale documento il D.G., i Direttori di PO, i Direttori e i Dirigenti infermieristici e tutto il personale sanitario delle UU.OO. Ortopedia, s impegnano a: implementare la diffusione del documento della CTR a tutto il personale interessato; applicare il protocollo regionale per la prevenzione del rischio tromboembolico nelle proprie strutture, secondo le responsabilità individuate; revisionare le procedure Aziendali, di Presidio e di struttura sulla base delle indicazioni contenute nel protocollo regionale; organizzare programmi aziendali di formazione e informazione che riguardino il personale sanitario, i pazienti e gli eventuali caregivers e i MMG; monitorare attivamente l applicazione del protocollo regionale. 3. ALLEGATI Allegato 1: Protocollo Regionale per la prevenzione del tromboembolismo venoso in Ortopedia e Traumatologia Allegato 2: Protocollo Regionale per la prevenzione del tromboembolismo venoso in Ortopedia e Traumatologia: TABELLE
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