PROCEDURA AZIENDALE PER LA GESTIONE DELLA BUONA PRATICA PER LA CORRETTA IDENTIFICAZIONE DEL PAZIENTE: INTRODUZIONE DI UN BRACCIALETTO IDENTIFICATIVO

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1 Pag.: 1 di 5 Indice delle revisioni Codice Documento Revisione Data emissione Firme Redatto Verificato Approvato UO Assicurazione Qualità Referente Sistema Qualità Direttore Sanitario Ref. Gruppo Lavoro aziendale GRC

2 Pag.: 2 di 5 INDICE 1. Scopo e applicabilità Modalità operative Premessa Adozione della Buona Pratica per la corretta identificazione del paziente: introduzione di un braccialetto identificativo nell Azienda USL 3 (Pistoia) Allegati...5 Allegato 1: Campagna per l identificazione del paziente: "Presentazione per la formazione del personale dei reparti che partecipano alla sperimentazione della buona pratica: introduzione di un braccialetto identificativo". In collaborazione con: Centro Sangue Regionale, HPH, SIFO Toscana.

3 Pag.: 3 di 5 1. SCOPO E APPLICABILITÀ A. SCOPO Lo scopo di questa procedura è l adozione della Buona Pratica per la corretta identificazione del paziente relativa all introduzione di un braccialetto identificativo, definendone le responsabilità e le modalità gestione, all interno della nostra Azienda. Il progetto, realizzato nell ambito delle Campagne per la sicurezza dei pazienti, ha lo scopo di prevenire gli errori di identificazione mediante l introduzione e la corretta gestione di un braccialetto identificativo. Nell attuazione della Buona Pratica si intendono realizzare i seguenti obbiettivi specifici: introduzione di braccialetti identificativi del paziente al momento dell'ammissione in ospedale campagna di formazione e informazione per gli operatori, per i visitatori e pazienti; definizione di una procedure organizzative relative alla corretta identificazione del paziente coerenti con quanto definito dal Centro GRC della Regione Toscana, in particolare: doppio controllo dell identità per le operazioni più critiche, chiamare per nome e cognome il paziente, farsi riconoscere dal paziente, applicare a tutti i pazienti in entrata il braccialetto al momento dell ammissione, applicare il braccialetto subito dopo averlo stampato, un solo operatore stampa e applica il braccialetto sul supporto, è necessario avere anche una procedura che permetta di gestire i casi di omonimia definizione di procedure organizzative omogenee per l'identificazione del paziente nei diversi ospedali coinvolgimento attivo del paziente nel processo di verifica della sua identità; durante il ricovero in ospedale adeguata formazione e addestramento degli operatori nella corretta gestione del braccialetto identificativo. In particolare si vogliono garantire: disponibilità di attrezzature per la applicazione e la corretta gestione dei braccialetti identificativi secondo quanto indicato nei requisiti minimi tecnici della scheda tecnica relativa alla buona pratica (Allegato A alla D.G.R.n.135/2007); disponibilità di procedure organizzative omogenee per l'identificazione del paziente; empowerment del paziente che deve partecipare attivamente al processo di verifica della sua identità durante tutto il percorso di ricovero e cura; adeguate iniziative di formazione ed informazione rivolte a: - operatori sulle modalità di gestione dei braccialetti identificativi e delle relative procedure organizzative, - pazienti sui comportamenti più idonei per prevenire gli errori di identificazione e la corretta gestione del braccialetto identificativo; stampa e applicazione del braccialetto all atto dell accettazione in reparto da parte di un unico operatore che sia responsabile di stampa e applicazione del braccialetto sul supporto. I dati non devono essere trascritti manualmente; corrette modalità di verifica dell effettiva implementazione delle azioni preventive e della loro efficacia sul campo. B. APPLICABILITÀ La presente procedura deve essere applicata da tutto il personale sanitario (medico, infermiere, tecnico od altro professionista) dell azienda e da tutto il personale coinvolto nella GRC dell Azienda USL 3 di Pistoia, nei confronti di tutti i pazienti che accedono alle strutture sanitarie aziendali.

4 Pag.: 4 di Premessa 2. MODALITÀ OPERATIVE È difficile stimare l'incidenza degli errori legati alla identificazione del paziente. In effetti, molti casi di scambio di informazioni non producono danni per il paziente e restano spesso nascosti. Esistono comunque alcuni dati significativi. Nel 2003, uno studio pilota condotto dalla Agenzia inglese per la sicurezza del paziente (National Patient Safety Agency) su 18 ospedali per acuti evidenziava 15 incidenti relativi ad operazioni su sito sbagliato avvenuti in un periodo di 5 mesi. Le aree nelle quali i casi di errori legati allo scambio del paziente risultano particolarmente rilevanti sono l'area dell'emergenza e quella della chirurgia. Si stima, inoltre, che almeno il 2,6% degli errori di laboratorio siano legati ad una non corretta identificazione del paziente e che il 67% degli errori trasfusionali sono legati alla trasfusione di emocomponenti sbagliati, proprio in seguito ad un errore di identificazione del paziente. La letteratura internazionale riconosce fra le buone pratiche per evitare gli errori legati alla non corretta identificazione del paziente, l introduzione di braccialetti identificativi. La non corretta identificazione del paziente non riguarda solo l ambito chirurgico, ma ne coinvolge anche molti altri e diverse situazioni di assistenza. Ad esempio: la persona sbagliata chiamata per la visita (o viene chiamato il nome giusto ma risponde la persona sbagliata); i risultati comunicati per telefono riguardano un altra persona; il farmaco è somministrato alla persona sbagliata; la trasfusione è fatta sulla persona sbagliata; ecc. Fattori che contribuiscono agli errori legati alla non corretta identificazione del paziente riguardano (JCAHO, 2001): il trattamento di casi di emergenza (19%) caratteristiche particolari del paziente (16%) pressione temporale nel realizzare una procedura (13%) coinvolgimento di più operatori nella gestione di un caso (13%) realizzazione di più casi in una stessa seduta chirurgica (10%) La letteratura internazionale riconosce fra le buone pratiche per evitare gli errori legati alla non corretta identificazione del paziente, l'introduzione di braccialetti identificativi. In Toscana, nel biennio , è stata lanciata la campagna Aida o Lidia? che ha visto l introduzione sperimentale di braccialetti identificativi di altrettanti pazienti. I braccialetti identificativi devono contenere informazioni capaci di riconoscere in maniera univoca il paziente, e devono essere accompagnati da procedure di identificazione attiva, che coinvolgano sia l operatore che il paziente. L'obbiettivo generale è stato ridurre i casi di non corretta identificazione del paziente, mentre obiettivi specifici sono stati l individuazione di processi e metodi per identificare in maniera univoca il paziente.. La campagna per la corretta identificazione dei pazienti ha avuto inizio con la costituzione di un gruppo di lavoro a livello regionale coordinato dal Centro GRC. Il progetto regionale si è articolato in tre fasi di sviluppo: La fase preparatoria in cui dopo aver fatto una ricognizione delle procedure attualmente in atto nelle aziende coinvolte si valutano le sperimentazioni in corso in altre aziende sanitarie italiane relativamente a strumenti e processi per la identificazione del paziente. La fase di sperimentazione: questa fase comprende le attività di formazione e comunicazione agli operatori insieme alla implementazione della soluzione stessa. Nel corso della fase di sperimentazione si effettuerà una valutazione delle soluzione.

5 Pag.: 5 di 5 La fase di valutazione della sperimentazione e definizione di linee guida regionali per la corretta identificazione del paziente: una volta conclusa la fase di sperimentazione è necessario effettuare una valutazione complessiva dell'impatto organizzativo e dell'efficacia della soluzione sperimentata. Il monitoraggio conclusivo ha dato risultati positivi sia per l utilità del braccialetto sia per i commenti dei pazienti che lo hanno accettato di buon grado e quindi la campagna è diventata buona pratica da diffondere sul territorio regionale. 2.2 Adozione della Buona Pratica per la corretta identificazione del paziente: introduzione di un braccialetto identificativo nell Azienda USL 3 (Pistoia) Con la presente procedura si adotta ufficialmente, a livello aziendale, la Buona Pratica per la corretta identificazione del paziente: introduzione di un braccialetto identificativo. Al fine di improntare l organizzazione aziendale per la corretta gestione della Buona Pratica per la corretta identificazione del paziente il D.G., i Direttori di PO, i Responsabili delle strutture semplici e complesse, e tutto il personale sanitario s impegnano a: implementare l adozione del braccialetto identificativo e delle procedure per una sua corretta gestione in tutte le strutture e a tutto il personale interessato; applicare gli strumenti e le procedure previste dal Centro GRC a livello di tutte le strutture aziendali interessate; favorire l installazione delle stampanti in ogni punto dove è possibile che sia applicato il braccialetto; revisionare le procedure Aziendali, di Presidio e di struttura sulla base delle indicazioni fornite dal Centro GRC; organizzare programmi aziendali di formazione e informazione che riguardino sia il personale sanitario, che i pazienti; monitorare attivamente l implementazione delle indicazioni fornite dal documento regionale. 3. ALLEGATI Allegato 1: Campagna per l identificazione del paziente: Presentazione per la formazione del personale dei reparti che partecipano alla sperimentazione della buona pratica: introduzione di un braccialetto identificativo. In collaborazione con: Centro Sangue Regionale, HPH, SIFO Toscana.

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