DE VULGARI ELOQUENTIA

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Sebastiano Di Giovanni
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1 DE VULGARI ELOQUENTIA Dante Alighieri

2 Dante Alighieri e la ricerca di un volgare illustre De vulgari eloquentia: Probabilmente scritto, in latino, tra il 1303 e il 1305 conesso strettamente con Il Convivio. Rimase interrotto al XIV capitolo del secondo libro, nel vivo della trattazione sulla canzone, per dar vita al più ambizioso e rivoluzionario progetto (La Commedia). Scopo: Convincere i dotti del valore della lingua volgare. Il trattato affronta in modo deciso la questione di una lingua italiana unitaria, questione che ha provocato discussioni secolari. Struttura: Primo Libro 19 brani Secondo Libro 14 brani

IL PRIMO LIBRO Teoria del volgare illustre Distinzione tra la lingua volgare (carattere naturale) e la gramatica (Latino codificato ormai in un rigido sistema grammaticale che si apprende

3 IL PRIMO LIBRO Teoria del volgare illustre Distinzione tra la lingua volgare (carattere naturale) e la gramatica (Latino codificato ormai in un rigido sistema grammaticale che si apprende con lo studio ed è governato dall arte) Adamo dalla Torre di Babele tre lingue diverse: A oriente LA GRECA Nell Europa settentrionale LA GERMANICO-SLAVA Nell Europa meridionale L IDIOMA ROMANZO

6 LA LINGUA DEL SÌ (Italiano) 14 Gruppi principali sette a oriente e sette all occidente degli Appennini: Il romano (pretenzioso e reboante) Il marchigiano, lo spoletano e il milanese (troppo presuntuosi) Il friulano (rude) Il sardo (pedissequo imitatore del latino) Il genovese... Il romagnolo... Il veneto...

7 Concede invece largo spazio e tributo di elogi al SICILIANO ILLUSTRE, considerato degno di elevarsi a parlare sovramunicipale. Da salvare è però soltanto il vernacolo usato dai rimatori della Scuola di Federico II i quali si sono discostati dalla matrice più rozza del dialetto che ha la sua manifestazione negativa e plebea. Ma questa espressione linguistica, se presa in tutta la sua accezione, non può assurgere al rango di parlare illustre e lo stesso vale per il TOSCANO. Il volgare illustre deve essere: UNITARIO, ILLUSTRE (fulgido), CARDINALE, AULICUM (aulico), CURIALE.

8 IL SECONDO LIBRO Lasciato incompiuto Dante analizza i modi e le possibilità d uso di questo volgare: servirà per gli argomenti più nobili, quelli che esprimono i fini più alti dell animo. Il Convivio in volgare / De vulgari eloquentia in latino Poesia / Prosa Seguendo la distinzione tradizionale fra stile tragico, comico ed elegiaco, Dante afferma che al volgare illustre della canzone conviene superiorem stilum, lo stile superiore, cioè quello tragico; mentre alla commedia, genere inferiore, conviene il volgare sia mediocre, sia umile e all elegia, stile della miseria e della disperazione, soltanto il volgare umile.

9 Dante tesse le lodi sulla priorità del latino nei confronti del volgare e determina per quest ultimo i confini e le possibilità espressive. Si scaglia contro quei malvagi uomini d Italia che commendano lo volgare altrui e lo loro proprio dispregiano. QUESTO SARÀ LUCE NUOVA, SOLE NUOVO, LO QUALE SURGERÀ LÀ DOVE L USATO TRAMONTERÀ, E DARÀ LUME A COLORO CHE SONO IN TENEBRE E IN OSCURITADE, PER LO USATO SOLE CHE A LORO NON LUCE

Libro I cap 16-18 Esamina tutti i dialetti; nessuno può essere quello Illustre Dante definisce il volgare ideale che è presente in ogni dialetto.

10 Libro I cap Esamina tutti i dialetti; nessuno può essere quello Illustre Dante definisce il volgare ideale che è presente in ogni dialetto. Illustre, aulico, cardinale e curiale. Il ruolo degli intellettuali e dei poeti nell affermazione del volgare. Unità linguistica come presupposto di quella politica.

11 Modernità del De vulgari Opera di carattere teorico-liguistico e non manualistica-precettistica. Giustificare il volgare contro il latino imperante era operazione molto ardita. La trasmissione dei classici non è più affidata ad uno strumento specifico, ma ad una capacità poetica dello scrittore. Dante non è classista: non ci sono limiti di classe o di censo per i fruitori della cultura, smentendo quanto aveva affermato nel Convivio. Dante intuisce che la lingua è un organismo in evoluzione, ma solo gli uomini desiderano fermarlo con le grammatiche. Il latino è una lingua artificiale perché imposta; inoltre quel latino nel mondo romano di fatto non esisteva.

12 De Monarchia o Monarchia 1. Titolo: non si riferisce ad uno stato generico con un sovrano, ma Impero. 2. Datazione: nessun riferimanto se non ad un passo del Paradiso. Intorno il 1313/ Altri l anticipano di qualche anno in coincidenza con la discesa di Arrigo VII di Lussemburgo, re di Germania. 4. Il contrasto tra la Chiesa e L Impero.

13 Trattato in Latino TRE LIBRI Dante si pone tre quesiti: 1.La Monarchia è necessaria per il bene dell umanità? 2.L autorità imperiale spetta di diritto al popolo romano? 3.L autorità del monarca dipende dal Papa e dalla Chiesa?

14 I TRE LIBRI I libro: 16 capitoli. Dante afferma, attraverso un argomentazione filosofica e con continui riferimenti ad Aristotele, che l impero è la sola istituzione che può generare giustizia e pace. Questo è possibile perché il monarca possiede tutto ed è quindi lontano dalla cupidigia.

15 II Libro 11 Capitoli Dio ha concesso l impero al popolo romano per unificarlo e per pacificare il mondo. In questo modo ha preparato il campo all avvento di Cristo. Dante cita eventi della storia romana, soprattutto arcaica e repubblicana, quando il popolo s era dimostrato nobile e rispettoso della legge.

16 III Libro 15 capitoli Tratta il rapporto tra potere temporale e quello spirituale Derivano tutti e due da DIO

17 I Due Soli L autorità imperiale è una guida terrena per il benessere materiale e morale. L autorità papale è una guida spirituale per la felicità dell anima. Si devono integrare perfettamente

18 Dante rifiuta la subordinazione dell impero alla Chiesa Non può essere la volontà di Dio perché l Impero è precedente alla nascita della Chiesa

19 DIO Affida la guida degli uomini a 2 autorità ognuna con fini precisi PAPA Potere spirituale IMPERATORE Potere temporale Felicità della vita eterna Felicità della vita terrena Scopo supremo: la felicità umana

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