Lectio divina. 1. Chiamata e missione e esilio, divisione del Regno, dissidio tra i ministeri del popolo di Dio
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- Arturo Belloni
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1 Lectio divina 15.a Domenica del Tempo Ordinario Anno B 1. Chiamata e missione e esilio, divisione del Regno, dissidio tra i ministeri del popolo di Dio Siamo nella terza parte di questo che è il primo tra gli scritti ispirati, cioè il primo dei profeti scrittori (750 a C) quasi contemporaneo di Osea, primo rappresentante della giustizia sociale. Nell insieme il libro è diviso in tre parti: nella prima sono ricordati i peccati di sette nazioni, nella seconda i misfatti di Israele, e nella terza, della quale fa parte il nostro brano, il giorno del Signore opera il giudizio. Il brano narra un episodio della biografia del profeta che, mandriano, cioè ricco possessore di bestiame, profeta per ispirazione divina, viene cacciato dal santuario di Bet-el (Casa di Dio). Amos 7, 12-15: Vattene: La maledizione, l esilio a chi predice l esilio, la non sopportazione della Parola, delle parole di chi è abilitato a parlare dallo spirito di profezia: 12 Amasia disse ad Amos: «Vattene, veggente, ritirati verso il paese di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare, 13 ma a Betel non profetizzare più, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno». 14 Amos rispose ad Amasia: «Non ero profeta, né figlio di profeta; ero un pastore e raccoglitore di sicomori; 15 Il Signore mi prese di dietro al bestiame e il Signore mi disse: Và, profetizza al mio popolo Israele. 1
2 Il salmo responsoriale (sl 84) poi dice come il Signore fa ritornare dall esilio, giustizia e misericordia si incontrano La vicenda è questa: al tempo di Geroboamo, re di Israele Amasia sacerdote di Bet-el scaccia Amos. Amos profetizza la fine del regno e l esilio di Israele in quel santuario dal culto antichissimo che rappresentava uno dei due luoghi di culto simbolo dell idolatria del popolo. Era lo stesso santuario nominato al tempo della prima chiamata fatta ad Abramo, anche a lui la Parola di Dio aveva detto vattene, e Abramo aveva eretto un altare che aveva Betel a occidente e Ai a Oriente (stranamente la storia di Abramo è incrociata di benedizione (la chiamata originaria) e di maledizione, la cacciata, o l esilio. Era poi lo stesso santuario dove Giacobbe inciampa e fa il sogno, dove dice: Questa è veramente la casa di Dio (Bet- el) e la porta del cielo,(1 Re 11-13), e finalmente il santuario era divenuto luogo di culto importante e alternativo a Gerusalemme, insieme a Dan al momento dello scisma politico di Israele.. Il profeta Achia aveva dato a Geroboamo 10 dei dodici pezzi nei quali aveva stracciato il mantello nuovo, solo due (Giuda) erano rimasti con Gerusalemme. Inizia dunque uno scisma politico che ha basi anche culturali (per differenze di vario genere nord-sud) e che diventa scisma di fede. Geroboamo sarebbe stato il primo dopo Salomone: ma il regno dopo l infedeltà di Salomone non permane unito. Si divide allora in Geroboamo e Roboamo: A Roboamo rimane la sola tribù di Giuda (sud) e a Geroboamo il resto del paese. Inizia la storia dei due regni. Tutto questo stabilisce un nesso evidente tra le letture in una liturgia che finisce con il cantare le benedizione che unisce due popoli in uno: giudei e greci! Dunque solo dal chiederci cos è questo santuario possiamo intuire la grande linea teologica unitaria che percorre i testi: dallo scisma all interno di Israele, scisma politico, culturale e di fede, all unificazione attorno a Cristo di due popoli ben diversi, neppure solo all interno di Israele, ma tra Israele e l universalità delle nazioni! Alla fine questo è il percorso della Bibbia. Questi capitoli del primo libro dei Re ci fanno anche intravvedere cosa significava la profezia: Achia che strappa il mantello, un profeta senza nome che predice la fine del santuario, Geroboamo lo minaccia, ma la sua mano si inaridisce, solo la parola dello sconosciuto uomo di Dio gliela restituisce, ma Bet-el finirà E simbolico anche l incontro tra i due profeti, il profeta anziano e il più giovane che ha ricevuto il comando di Dio di non mangiare e non bere e di ritornare da un altra strada (Cf. i Magi, cf. i comandi dati nel vangelo di questa settimana, agli apostoli! Dopo Salomone il regno è diviso: le dodici tribù di Israele sono divise 2
3 Dopo la morte di Gesù i dodici sono 11, mancanti del traditore e proseguono la loro missione Nella prima lettura inoltre troviamo un interessante triangolo di ministeri e funzioni Sacerdote/re Amasia-Geroboamo Sacerdote/profeta Amasia-Amos re/profeta Geroboamo-Amos La prima lettura ci pone davanti al fallimento delle mediazioni messianiche dell AT: Il sacerdote era a servizio del re e il re a sua volta avrebbe dovuto essere a servizio della Parola di Dio a lui detta dal profeta. Ma nella lettura le tre mediazioni non sono in accordo: il sacerdote è a servizio di un re che ha rifiutato la profezia e che ha servito gli interessi politici. Il peccato di Geroboamo consiste anche nell aver preso a casaccio dal popolo i sacerdoti non traendoli più dalla tribù di Levi. Così fra i sacerdote e il profeta si stabilisce un conflitto di competenze La liturgia ci fa passare da Geroboamo che con lo scisma divide il popolo i Israele, a Cristo che riunifica non solo Israele ma con lui tutti i popoli per mezzo della missione dei suoi e ricapitola in sé le tre funzioni sacerdotale, profetica e regale che diventano anche il sigillo di ogni battezzato. Nel Vangelo Gesù prima chiama a sé i suoi, poi li invia (ciò significa che ogni movimento di missione parte da una appartenenza più intimamente stretta a Cristo,) li manda in povertà, come dice la RB, come andavano i profeti dell At., ricchi della Parola, dell obbedienza alla Parola, li manda a compiere guarigioni e ad annunciare la parola stessa. Proprio la Parola è causa dell esilio di Amos...il popolo non poteva più sopportare, non conteneva non teneva le sue parole, Amos poi è il profeta della giustizia e della povertà personale. 3
4 2. Chiamata, missione e invio degli apostoli del Regno Marco 6, Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. 8 E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; 9 ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. 10 E diceva loro: «Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. 11 Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro». 12 E partiti, predicavano che la gente si convertisse, 13 scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano. É molto suggestivo leggere la RB sullo sfondo di questo vangelo di missione, a proposito del non permettersi di mangiare fuori e sui fratelli inviati in viaggio: Capitolo LI - I monaci che si recano nelle vicinanze 1. Il monaco, che viene mandato fuori per qualche commissione e conta di tornare in monastero nella stessa giornata, non si permetta di mangiare fuori, anche se viene pregato con insistenza da qualsiasi persona, 2. a meno che l'abate non gliene abbia dato il permesso. 3. Se contravverrà a questa prescrizione, sarà scomunicato. Capitolo LV - Gli abiti e le calzature dei monaci 1. Bisogna dare ai monaci degli abiti adatti alle condizioni e al clima della località in cui abitano, 2. perché nelle zone fredde si ha maggiore necessità di coprirsi e in quelle calde di meno: 3. il giudizio al riguardo è di competenza dell'abate. 4. Comunque riteniamo che nei climi temperati bastino per ciascun monaco una tonaca e una cocolla, 5. quest'ultima di lana pesante per l'inverno e leggera o lisa per l'estate; 6. inoltre lo scapolare per il lavoro e come calzature, scarpe e calze. 7. Quanto al colore e alla qualità di tutti questi indumenti, i monaci non devono attribuirvi eccessiva importanza, accontentandosi di quello che si può trovare sul posto ed è più a buon mercato. Capitolo LXVII - I monaci mandati in viaggio 1. I monaci, che sono mandati in viaggio, si raccomandino alle preghiere di tutti i confratelli e dell'abate; 2. e nell'orazione conclusiva dell'ufficio divino si ricordino sempre tutti gli assenti. 4
5 3. Quelli, poi, che rientrano, nel giorno stesso del loro ritorno si prostrino in coro al termine di tutte le Ore canoniche, 4. implorando dalla comunità una preghiera per riparare le mancanze eventualmente commesse durante il viaggio, guardando o ascoltando qualcosa di male o perdendosi in chiacchiere. 5. E nessuno si permetta di riferire ad altri quello che ha visto o udito fuori del monastero, perché questo sarebbe veramente rovinoso. 6. Se poi qualcuno si provasse a farlo, sia sottoposto al castigo previsto dalla Regola. 7. Allo stesso modo sia punito chi osasse oltrepassare i confini del monastero o andare in qualunque luogo o fare qualsiasi cosa, sia pur minima, senza il consenso dell'abate. Didaché: Ogni apostolo sia ricevuto come il Signore, ma resterà un solo giorno, se rimane tre giorni è un falso profeta 3. La benedizione: il giubilo di Paolo apostolo delle genti che canta la pienezza della benedizione tornata a Israele e sovrabbondata sulle genti; disegno di salvezza che ricompone l unità in Cristo, Re, Sacerdote e Profeta La benedizione della vocazione degli apostoli che compiono la vocazione delle dodici tribù di Israele è visibile nel brano degli Efesini: benedizione nella creazione, nella redenzione, nella quale i dodici sono istituiti, e nella missione di annunciare il regno di Cristo fino ai confini della terra. - dallo scisma all unità universale - dalla maledizione alla benedizione - dalla chiamata alla missione - imitazione di Cristo in parole e atti - Cristo compie ciò che le mediazioni sacerdotale profetica e regale dell AT non avevano potuto compiere e le consegna come identità a ogni battezzato Ef 1, 3-14 Benedizione: il brano può essere facilmente diviso in chiamata, istituzione, missione di noi, del nuovo popolo benedetto che è la chiesa chiamata I3 Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, I prima benedizione: che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. 5
6 4 In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, II seconda benedizione per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, 5 predestinandoci a essere suoi figli adottivi III terza benedizione per opera di Gesù Cristo, 6 secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto; 7 nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, IV la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia. 8 Egli l'ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, 9 poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, V secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito 10 per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra. istituzione 11 In lui siamo stati fatti anche eredi, VI essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà, 12 perché noi fossimo a lode della sua gloria, noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo. missione 13 In lui anche voi, VII la pienezza della benedizione dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza e avere in esso creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso, 14 il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato, a lode della sua gloria. E questi tre passaggi, chiamata, istituzione e missione possiamo facilmente reperirli nei tre episodi di Marco in cui il Signore prima chiama, poi istituisce gli Apostoli come gruppo, poi li invia 6
7 1, sul mare..ll vede, li chiama, lasciano tutto e lo seguono, li chiama nella situazione concreta in cui sono e la trasforma 3, sul monte: li porta sul luogo che è tradizionalmente il luogo dell incontro con Dio, il monte li costituisce per stare con lui, per mandarli per aver potere sui demoni 6, 7, 13 lunga la via mentre passa per i villaggi insegnando: li associa alla sua stessa missione inviandoli. Li chiama, li forma, li invia: son le tappe formative del gruppo degli apostoli E finalmente: 6,30 Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato, come i fiumi vanno al mare, ritornano alla sorgente che li ha inviati e rendo o coto del loro operare. 7
8 Chiamata Istituzione Missione GESU 1, Postquam traditus est Joanne Venit Jesue in Galileam Praedicans evangelium regni Dei Ed dicens Quondam impletum est tempus Et appropinquavit regnum Dei Marco 1,14-15 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo». Chiamata dei primi quattro discepoli Marco 3,7-12 Gesù intanto si ritirò presso il mare con i suoi discepoli e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme e dall'idumea e dalla Transgiordania e dalle parti di Tiro e Sidone una gran folla, sentendo ciò che faceva, si recò da lui. Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a disposizione una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti ne aveva guariti molti, così che quanti avevano qualche male gli si gettavano addosso per toccarlo. Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li sgridava severamente perché non lo manifestassero. Marco 6,6-6 (E si meravigliava della loro incredulità.) Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando. DISCEPOLI Marco 1,16-20 Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono. Gesù insegna a Cafàrnao e guarisce un indemoniato Marco 3,13-19 Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; poi Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì. Marco 6,7-13 Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. E diceva loro: «Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro». E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano.
9 Efesini 1, Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. CHIAMATA 4 In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, 5 predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, 6 secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto; 7 nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia. 8 Egli l'ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, 9 poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito 10 per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra. ISTITUZIONE 11 In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà, 12 perché noi fossimo a lode della sua gloria, noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo. MISSIONE 13 In lui anche voi, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza e avere in esso creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso, 14 il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato, a lode della sua gloria.
10 "Predicare il Regno di Dio, senza essere preoccupati di avere successo" Omelia pronunciata da Benedetto XVI a Frascati (domenica, 15 luglio 2012) Cari fratelli e sorelle! Sono molto lieto di essere oggi in mezzo a voi per celebrare questa Eucaristia e per condividere gioie e speranze, fatiche e impegni, ideali e aspirazioni di questa Comunità diocesana. Saluto il Signor Cardinale Tarcisio Bertone, mio Segretario di Stato e titolare di questa Diocesi. Saluto il vostro Pastore, Mons. Raffaello Martinelli, e il Sindaco di Frascati, ringraziandoli per le cortesi parole di benvenuto con cui mi hanno accolto a nome di tutti voi. Sono lieto di salutare il Signor Ministro, i Presidenti della Regione e della Provincia, il Sindaco di Roma, gli altri Sindaci presenti e tutte le distinte Autorità. E sono molto felice di celebrare oggi con il vostro vescovo questa Messa. Come egli ha detto è stato per più di venti anni per me un fedelissimo e molto capace collaboratore nella Congregazione per la Dottrina della Fede, dove ha lavorato soprattutto nel settore del catechismo e della catechesi con grande silenzio e discrezione: ha contribuito al Catechismo della Chiesa cattolica e al Compendio del Catechismo. In questa grande sinfonia della fede anche la sua voce è molto presente. Nel Vangelo di questa domenica, Gesù prende l iniziativa di inviare i dodici Apostoli in missione (cfr Mc 6,7-13). In effetti il termine «apostoli» significa proprio «inviati, mandati». La loro vocazione si realizzerà pienamente dopo la risurrezione di Cristo, con il dono dello Spirito Santo a Pentecoste. Tuttavia, è molto importante che fin dall inizio Gesù vuole coinvolgere i Dodici nella sua azione: è una specie di «tirocinio» in vista della grande responsabilità che li attende. Il fatto che Gesù chiami alcuni discepoli a collaborare direttamente alla sua missione, manifesta un aspetto del suo amore: cioè Egli non disdegna l aiuto che altri uomini possono recare alla sua opera; conosce i loro limiti, le loro debolezze, ma non li disprezza, anzi, conferisce loro la dignità di essere suoi inviati. Gesù li manda a due a due e dà loro istruzioni, che l Evangelista riassume in poche frasi. La prima riguarda lo spirito di distacco: gli apostoli non devono essere attaccati al denaro e alla comodità. Gesù poi avverte i discepoli che non riceveranno sempre un accoglienza favorevole: talvolta saranno respinti; anzi, potranno essere anche perseguitati. Ma questo non li deve impressionare: essi devono parlare a nome di Gesù e predicare il Regno di Dio, senza essere preoccupati di avere successo. Il successo lo lasciano a Dio. La prima Lettura proclamata ci presenta la stessa prospettiva, mostrandoci che gli inviati di Dio spesso non vengono accolti bene. Questo è il caso del profeta Amos, mandato da Dio a profetizzare nel santuario di Betel, un santuario del regno d Israele (cfr Am 7,12-15). Amos predica con grande energia contro le ingiustizie, denunciando soprattutto i soprusi del re e dei notabili, soprusi che offendono il Signore e rendono vani gli atti di culto. Perciò Amasia, sacerdote di Betel, ordina ad Amos di andarsene. Egli risponde che non è stato lui a scegliere questa missione, ma il Signore ha fatto di lui un profeta e lo ha inviato proprio là, nel regno d Israele. Pertanto, sia che venga accettato sia che venga respinto, egli continuerà a profetizzare, predicando ciò che Dio dice e non ciò che gli uomini vogliono sentirsi dire. E questo rimane il mandato della Chiesa: non predica ciò che vogliono sentirsi dire i potenti. Il loro criterio è la verità e la giustizia anche se sta contro gli applausi e contro il potere umano. Similmente, nel Vangelo, Gesù avverte i Dodici che potrà accadere che in qualche località vengano rifiutati. In tal caso dovranno andarsene altrove, dopo aver compiuto davanti alla gente il gesto di
11 scuotere la polvere sotto i piedi, segno che esprime il distacco in due sensi: distacco morale come dire: l annuncio vi è stato dato, siete voi a rifiutarlo e distacco materiale non abbiamo voluto e non vogliamo nulla per noi (cfr Mc 6,11). L altra indicazione molto importante del brano evangelico è che i Dodici non possono accontentarsi di predicare la conversione: alla predicazione si deve accompagnare, secondo le istruzioni e l esempio Gesù, la cura dei malati. Cura dei malati corporale e spirituale. Parla delle guarigioni concrete delle malattie, parla anche dello scacciare i demoni, cioè purificare la mente umana, pulire, pulire gli occhi dell anima che sono oscurati dalle ideologie e perciò non possono vedere Dio, non possono vedere la verità e la giustizia. Questa duplice guarigione corporale e spirituale è sempre il mandato dei discepoli di Cristo. Quindi la missione apostolica deve sempre comprendere i due aspetti di predicazione della parola di Dio e di manifestazione della sua bontà con gesti di carità, di servizio e di dedizione. Cari fratelli e sorelle, rendo grazie a Dio che mi ha mandato oggi a ri-annunciarvi questa Parola di salvezza! Una Parola che è alla base della vita e dell azione della Chiesa, anche di questa Chiesa che è in Frascati. Il vostro Vescovo mi ha informato circa l impegno pastorale che maggiormente gli sta a cuore, che è in sostanza un impegno formativo, rivolto prima di tutto ai formatori: formare i formatori. E proprio quello che ha fatto Gesù con i suoi discepoli: li ha istruiti, li ha preparati, li ha formati anche mediante il «tirocinio» missionario, perché fossero in grado di assumere la responsabilità apostolica nella Chiesa. Nella comunità cristiana, questo è sempre il primo servizio che i responsabili offrono: a partire dai genitori, che nella famiglia compiono la missione educativa verso i figli; pensiamo ai parroci, che sono responsabili della formazione nella comunità, a tutti i sacerdoti, nei diversi campi di lavoro: tutti vivono una prioritaria dimensione educativa; e i fedeli laici, oltre al ruolo già ricordato di genitori, sono coinvolti nel servizio formativo con i giovani o gli adulti, come responsabili nell Azione Cattolica e in altri movimenti ecclesiali, o impegnati in ambienti civili e sociali, sempre con una forte attenzione alla formazione delle persone. Il Signore chiama tutti, distribuendo diversi doni per diversi compiti nella Chiesa. Chiama al sacerdozio e alla vita consacrata, e chiama al matrimonio e all impegno come laici nella Chiesa stessa e nella società. Importante è che la ricchezza dei doni trovi piena accoglienza, specialmente da parte dei giovani; che si senta la gioia di rispondere a Dio con tutto se stessi, donandola nella via del sacerdozio e della vita consacrata o nella via del matrimonio, due vie complementari che si illuminano a vicenda, si arricchiscono reciprocamente e insieme arricchiscono la comunità. La verginità per il Regno di Dio e il matrimonio sono entrambe vocazioni, chiamate di Dio a cui rispondere con e per tutta la vita. Dio chiama: occorre ascoltare, accogliere, rispondere. Come Maria: Eccomi, avvenga di me secondo la tua parola (cfr Lc 1,38). Anche qui, nella comunità diocesana di Frascati, il Signore semina con larghezza i suoi doni, chiama a seguirlo e a prolungare nell oggi la sua missione. Anche qui c è bisogno di una nuova evangelizzazione, e per questo vi propongo di vivere intensamente l Anno della Fede che inizierà ad ottobre, a 50 anni dall apertura del Concilio Vaticano II. I Documenti del Concilio contengono una ricchezza enorme per la formazione delle nuove generazioni cristiane, per la formazione della nostra coscienza. Quindi leggetelo, leggete il Catechismo della Chiesa cattolica e così riscoprite la bellezza di essere cristiani, di essere Chiesa di vivere il grande «noi» che Gesù ha formato intorno a sé, per evangelizzare il mondo: il «noi» della Chiesa, mai chiuso, ma sempre aperto e proteso all annuncio del Vangelo. Cari fratelli e sorelle di Frascati! Siate uniti tra voi e al tempo stesso aperti, missionari. Rimanete saldi nella fede, radicati in Cristo mediante la Parola e l Eucaristia; siate gente che prega, per rimanere sempre legati a Cristo, come tralci alla vite, e al tempo stesso andate, portate il suo messaggio a tutti, specialmente ai piccoli, ai poveri, ai sofferenti. In ogni comunità vogliatevi bene tra voi, non siate divisi ma vivete da fratelli, perché il mondo creda che Gesù è vivo nella sua Chiesa e il Regno di Dio è vicino. I Patroni della Diocesi di Frascati sono due Apostoli: Filippo e
12 Giacomo, due dei Dodici. Alla loro intercessione affido il cammino della vostra Comunità, perché si rinnovi nella fede e ne dia chiara testimonianza con le opere della carità. Amen.
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