Prot. n. (SCS/03/43075) LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

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1 Prot. n. (SCS/03/43075) LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA Premesso che la Regione Emilia-Romagna, da anni impegnata sul terreno dello sviluppo e della qualificazione dei servizi per l infanzia e della formazione degli operatori, ha avviato, attraverso l adozione di provvedimenti legislativi (legge regionale n.1/00, legge regionale n. 26/2001, legge regionale n. 12/2003), un processo di riforma nel settore tale da consentire un potenziamento e una diversificazione delle opportunità educative, una ridefinizione delle competenze e dei ruoli dell Amministrazione regionale e degli Enti locali, nonché forme di collaborazione tra soggetti pubblici e privati, in una logica di valorizzazione delle realtà educative e di evoluzione complessiva delle esperienze; Richiamate: la legge regionale del 10 gennaio 2000, n. 1 "Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia"; e in particolare l art. 10, laddove si prevede che la Regione definisca le linee di indirizzo per la realizzazione di progetti di ricerca, formazione dei coordinatori pedagogici, documentazione, monitoraggio, verifica e valutazione della qualità dei servizi e degli interventi, anche in raccordo con gli Enti locali; - la legge regionale dell 8 agosto 2001, n. 26 "Diritto allo studio ed all apprendimento per tutta la vita. Abrogazione della L.R. 25 maggio 1999, n.10" persegue, tra l altro, il raccordo delle istituzioni e dei servizi educativi, scolastici, formativi, socio-sanitari, culturali, ricreativi e sportivi; Visto in particolare l art. 7, commi 2 e 4, della richiamata legge regionale n. 26/2001 che prevede la realizzazione di interventi di rilevanza regionale, anche mediante la concessione di contributi agli Enti locali, nonché azioni di monitoraggio e di controllo sulla finalizzazione delle risorse destinate alla realizzazione degli interventi; Richiamate inoltre: la Legge 28 agosto 1997, n. 285 "Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l infanzia e l adolescenza"; - la Legge 28 marzo 2003, n. 53 "Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale"; - la deliberazione del Consiglio regionale 26 luglio 2001, n. 238 "Programma degli interventi per lo sviluppo e la qualificazione dei servizi educativi rivolti ai bambini in età 0-3 anni. Indirizzi di programmazione per il triennio "; o la deliberazione del Consiglio regionale del 18 giugno 2002, n. 373 per il triennio "Indirizzi triennali per interventi di qualificazione delle scuole dell infanzia (progetti 0-6 anni) ai sensi della L.R. 8 agosto 2001, n. 26 in particolare il paragrafo B), punto 2 "Realizzazione di interventi di rilevanza regionale" che prevede l attuazione di progetti, di azioni, di ricerche e della loro documentazione e diffusione; Preso atto che la complessità del quadro istituzionale e le innovazioni che caratterizzano il nuovo contesto comportano necessariamente percorsi di riflessione comune tra le istituzioni e le figure

2 professionali che nei diversi ruoli operano all interno dei servizi, al fine di approfondire e valorizzare una cultura dell infanzia, promuovere un integrazione e una qualità diffusa delle offerte educative rivolte ai bambini in età 0-6 anni, attraverso forme di concertazione e modalità sistematiche di collaborazione tra tutti i soggetti interessati; Dato atto: che la Regione e gli Enti locali promuovono e realizzano la continuità dei nidi e dei servizi integrativi nonché dei servizi cosidetti integrativi sperimentali con gli altri servizi educativi, in particolare la scuola dell infanzia, secondo principi di coerenza e di integrazione degli interventi e delle competenze; che la Regione Emilia-Romagna da anni sostiene la qualificazione dei servizi per l infanzia attraverso un insieme articolato e differenziato di interventi, tra i quali particolare rilievo ha assunto la promozione e il sostegno alla figura di coordinamento pedagogico - anche in forma associata tra più Amministrazioni locali, e tra scuole dell infanzia private convenzionate - nonché la recente costituzione di coordinamenti pedagogici provinciali per consentire un elaborazione condivisa dei progetti e degli interventi relativi ai servizi per l infanzia in ambito provinciale; Considerato: che la formazione permanente dei coordinatori pedagogici costituisce il terreno privilegiato per l acquisizione da parte degli stessi di una professionalità adeguata ai molteplici compiti che il loro ruolo prevede, così come indicati nella L.R. 1/2000, in particolare per quanto riguarda il sostegno tecnico al lavoro degli operatori, un organizzazione e gestione dei servizi efficiente ed omogenea, un raccordo tra gli stessi servizi - in un ottica di sistema educativo territoriale - nonché la promozione e valutazione della loro qualità; che lo sviluppo degli scambi assume una particolare rilevanza per la Regione poiché attraverso la conoscenza, il dialogo e la messa in comune delle differenti prospettive di lavoro è possibile non solo contribuire a diffondere la cultura dell infanzia nel territorio, ma anche a creare le condizioni per una conoscenza e divulgazione oltre confine, consapevoli della opportunità di attivare un dialogo e uno scambio, con le esperienze europee e internazionali, nonché di promuovere e sostenere intese e collaborazioni con altre Regioni unitamente alla cooperazione tra Comuni in ambito interregionale; Dato atto inoltre che, nel quadro delle azioni di formazione dei coordinatori e degli operatori dei servizi educativi per l infanzia, la Regione è impegnata da diverso tempo con azioni formative finalizzate alla realizzazione di scambi sul piano culturale e scientifico con altre realtà locali, per una conoscenza reciproca delle esperienze sviluppatesi sul territorio regionale; Ritenuto che, nella fase conclusiva dell attività formativa, attuata come da propria deliberazione n. 2253/2000, sono stati realizzati ulteriori confronti (seminariali, somministrazione questionari) con i coordinatori pedagogici e gli operatori dei servizi, pubblici e privati, che hanno partecipato all attività, i quali hanno considerato l esperienza estremamente positiva e significativa per tutti coloro che ne hanno usufruito, richiedendo unanimemente alla Regione Emilia-Romagna di dare continuità al progetto sostenendo azioni formative per una evoluzione del percorso degli scambi pedagogici; Valutato quindi di assumere gli scambi pedagogici quale strumento formativo privilegiato per il confronto e la collaborazione tra soggetti gestori di servizi educativi, pubblici e privati, per il biennio formativo 2003/4 e 2004/5 prefigurando un evoluzione che si articola su due azioni prioritarie: 1."consolidamento", per prevedere, con tale azione, il rafforzamento dell esperienza avviata superando la fase della conoscenza formale per introdurre una riflessione più approfondita sulla progettualità educativa che sottende alle differenti esperienze;

3 2."l innovazione" per introdurre e per sperimentare elementi innovativi focalizzati sul tema della continuità pedagogica e sulle implicazioni determinate dalle nuove norme: la Legge n. 53/2003 nonché le leggi regionali n. 26/2001 e n. 12/2003; Visto il progetto allegato alla presente deliberazione che costituisce parte integrante e sostanziale, il quale è stato oggetto di confronto con i responsabili dei servizi per l infanzia delle Amministrazioni provinciali e con i referenti dei coordinamenti pedagogici provinciali, al fine di cogliere le specificità e le esigenze del territorio regionale, sia per quanto riguarda i contenuti che la metodologia di lavoro; Dato atto che per attuare le attività formative e di scambio la Regione Emilia-Romagna si avvarrà dell impegno dei seguenti Comuni, individuati in relazione alle significative esperienze maturate nell ambito dei servizi per l infanzia ai quali è richiesto di coordinare gli scambi tra servizi pubblici e privati a livello provinciale, unitamente al coordinamento delle iniziative e alla partecipazione al comitato tecnico ed all équipe tecnica, come indicato di seguito e meglio specificato nel progetto allegato: a. Comune di Reggio Emilia, al quale sono affidati i compiti di attivazione e coordinamento degli scambi tra: scuole dell infanzia comunali e scuole dell infanzia private convenzionate in una prospettiva di consolidamento dell esperienza già avviata; scuole dell infanzia comunali, statali e scuole dell infanzia private convenzionate di nuova aggregazione al progetto; Il Comune di Reggio Emilia opererà all'interno del proprio territorio e - con funzioni di Comune capofila - in collaborazione con i Comuni di Ravenna e Rimini, interessati a scambi analoghi per la stessa tipologia di servizio nei rispettivi territori; per la cura dei rapporti e organizzazione degli incontri; per il monitoraggio delle esperienze sia nel proprio territorio sia in quelli di Ravenna e Rimini; al Comune di Reggio Emilia è altresì affidato il coordinamento generale del progetto regionale, definendo una cornice di carattere metodologico per l organizzazione degli scambi, cura dei rapporti e degli incontri con i Comuni di Bologna e Modena impegnati nelle attività di cui ai successivi punti b) e c); verifica in itinere dell esperienza; predisposizione delle convocazioni del comitato tecnico e dell équipe tecnica indicati nel progetto allegato, nonché dei rispettivi ordini del giorno; gestione delle giornate di studio, a livello regionale, sui temi specifici che verranno individuati dal comitato tecnico; a. Comune di Modena, al quale sono affidati i compiti di attivazione e coordinamento degli scambi tra: nidi d infanzia comunali e nidi privati convenzionati in una prospettiva di consolidamento dell esperienza già avviata; nidi d infanzia comunali e nidi privati convenzionati di nuova aggregazione nonché della tipologia di servizio riferita ai nidi aziendali presenti sul territorio; Il Comune di Modena opererà all'interno del proprio territorio, e - con funzioni di Comune capofila - in collaborazione con i Comuni di Forlì e Parma, interessati a scambi analoghi per la stessa tipologia di servizio nei rispettivi territori; per la cura dei rapporti e organizzazione degli incontri; per il monitoraggio delle esperienze sia nel proprio territorio sia in quelli di Forlì e Parma nonché di promozione di formule innovative quali ad esempio quelle riferite a gemellaggi o corsi formativi su ambiti tematici di comune interesse; a. Comune di Bologna, al quale sono affidati i compiti di attivazione e coordinamento degli scambi tra:

4 servizi integrativi ai nidi, comunali e privati convenzionati, in una prospettiva di consolidamento dell esperienza già avviata; servizi integrativi ai nidi, comunali e privati convenzionati, nonché servizi sperimentali di nuova aggregazione; Il Comune di Bologna opererà all'interno del proprio territorio, e - con funzioni di Comune capofila - in collaborazione con i Comuni di Ferrara e Piacenza interessati a scambi analoghi per la stessa tipologia di servizio nei rispettivi territori avendo cura di inserire alcuni Comuni che sui loro territori hanno avviato esperienze sui servizi sperimentali al fine di compiere una riflessione su questa tipologia di servizi; per la cura dei rapporti e organizzazione degli incontri; per il monitoraggio delle esperienze sia nel proprio territorio sia in quelli di Ferrara e Piacenza; Richiamate: la deliberazione del Consiglio regionale n. 156 del 28 febbraio 2001 esecutiva ai sensi di legge, con la quale è stato approvato il "programma regionale per il triennio 2000/2002 per l attuazione della Legge 28 agosto 1997 n Obiettivi, criteri di assegnazione delle risorse finanziarie e linee di indirizzo per la predisposizione dei piani territoriali di intervento" (Proposta con propria deliberazione n. 2675/2000) con cui si stabilisce tra l altro di riservare una quota pari al 4% del budget regionale per la realizzazione di programmi interregionali di scambio e formazione ai sensi del medesimo art.2, della L. 285/97; la propria deliberazione n del 30 giugno 2003 "Assegnazione dei finanziamenti agli enti locali per la realizzazione dei piani territoriali di intervento previsti dalla L. 285/97 e dalla LR 40/99 quota 2002 in attuazione della delibera del Consiglio regionale 156/01" ed in particolare il punto 4 del dispositivo con cui si rinvia "ad ulteriori atti deliberativi la definizione delle attività interregionale di formazione e di scambio"; Dato atto che dall esame dei diversi provvedimenti amministrativi adottati all Ente Regione, con i quali si è provveduto ad attuare e finanziare le varie attività di scambio e formazione interregionale, risultano ancora disponibili sulla quota del 4% del budget regionale Euro ,30 relativi all anno 2002; Ritenuto di utilizzare per la realizzazione delle attività di cui trattasi la somma complessiva di Euro ,00 a valere sul capitolo di bilancio e l'importo di Euro ,84 a valere sul capitolo quale contributo concesso a favore del Comune di Reggio Emilia coordinatore del progetto regionale; Richiamate: L.R. 23 dicembre 2002, n.39 "Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per l anno finanziario 2003 e Bilancio pluriennale ; L.R. 26 luglio 2003, n.16 "Assestamento del bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per l esercizio finanziario 2003 e del Bilancio pluriennale a norma dell art. 30 della L.R. 15 novembre 2001, n.40.primo provvedimento generale di variazione."; la L.R. 15 novembre 2001, n.40 recante "Ordinamento contabile della Regione Emilia-Romagna, abrogazione delle L.R.6 luglio 1977, n. 31 e 27 marzo 1972, n. 4; la L.R. 26 novembre 2001, n. 43 recante "Testo unico in materia di organizzazione e di rapporti di lavoro nella regione Emilia-Romagna"; il D.P.R. n. 252/1998;

5 la propria deliberazione n. 447 del 24 marzo 2003 concernente "Indirizzi in ordine alle relazioni organizzative e funzionali tra le strutture e sull'esercizio delle funzioni dirigenziali"; Ritenuto che ricorrano gli elementi di cui all art. 47 secondo comma della L.R. 40/01 e che pertanto l impegno di spesa possa essere assunto con il presente atto; Dato atto dei sottoelencati pareri espressi sul presente atto ai sensi dell'art.37, quarto comma, della L.R. 43/2001, nonché della deliberazione n. 447/2003: di regolarità amministrativa dal Direttore Generale Sanità e Politiche Sociali, Dott. Franco Rossi; di regolarità contabile dalla Responsabile del Servizio Bilancio-Risorse Finanziarie, Dott.ssa Amina Curti; Su proposta dell Assessore alle Politiche sociali, Immigrazione, Progetto giovani e Cooperazione internazionale, Gianluca Borghi A voti unanimi e palesi delibera 1. di approvare, per le ragioni espresse in premessa, la realizzazione delle iniziative di formazione per coordinatori pedagogici e operatori dei servizi educativi per l infanzia, con riferimento agli anni formativi 2003/2004 e 2004/2005, così come descritte nel progetto, allegato parte integrante e sostanziale della presente deliberazione, nel quale sono indicati la metodologia di lavoro, l organizzazione e i contenuti specifici, nonché le indicazioni di spesa; 2. di quantificare in complessivi Euro ,84, la spesa prevista per l attuazione delle attività relative alla prima annualità (anno scolastico 2003/2004); 3. di attribuire e riconoscere ai Comuni sottoriportati i finanziamenti a titolo di rimborso spese o partecipando alle medesime spese che sosterrà il Comune di Reggio Emilia quale coordinatore del progetto attraverso la concessione di un contributo secondo gli importi indicati a fianco di ciascuno di essi per l attuazione del progetto allegato e, in particolare, per le attività individuate in premessa, ai precedenti punti a), b), e c): Comune di Reggio Emilia: ,84; Comune di Modena: ,00; Comune di Bologna: ,00; 1. di imputare la spesa di Euro ,84 registrata nel seguente modo: - quanto a Euro ,84 registrata al n.5797 sul cap "contributi a favore di Enti locali per la realizzazione di interventi di rilevanza regionale finalizzati al diritto allo studio e all'apprendimento per tutta la vita (art. 7, L.R. 8 agosto 2001, n. 26)" U.P.B del bilancio per l'esercizio finanziario 2003 che presenta la necessaria disponibilità; - quanto a Euro ,00 relativamente alla quota del 4% dell'anno 2002, come già specificato in premessa registrata al n sul cap , "Interventi per la realizzazione dei piani di intervento territoriale e per la realizzazione di programmi interregionali di scambi e di formazione in materia di servizi per l infanzia (legge 28 agosto 1997, n. 285 e L. 8 novembre 2000 n. 328) Mezzi statali" U.P.B del bilancio per l esercizio finanziario 2003, che presenta la necessaria disponibilità;

6 2. di dare atto che in attuazione della normativa regionale vigente ed in applicazione della delibera n 447/03 il Dirigente regionale competente per materia provvederà, con propri atti formali, alla liquidazione nonché alla richiesta di emissione dei titoli di pagamento del finanziamento complessivo di cui al precedente punto 2) secondo le seguenti modalità: il 50% previa presentazione di comunicazione di avvio dell attività; il restante 50% a saldo, previa presentazione da parte dei Comuni interessati di una relazione sull attività svolta e di un rendiconto consuntivo delle spese sostenute; 1. di dare altresì atto che all'esatta quantificazione delle spese relative all attuazione delle attività previste nel secondo anno formativo (anno scolastico ) e al conseguente impegno di spesa si provvederà, con proprio atto, sulla base dei risultati conseguiti a conclusione del primo anno e nell ambito delle risorse finanziarie disponibili dando atto che il presente provvedimento non costituisce obbligo finanziario per l'ente Regione. PROMOZIONE DEGLI SCAMBI PEDAGOGICI QUALE STRUMENTO FORMATIVO PRIVILEGIATO PER IL CONFRONTO E LA COLLABORAZIONE TRA SOGGETTI GESTORI DI SERVIZI EDUCATIVI, PUBBLICI E PRIVATI PER CREARE UNA CULTURA CONDIVISA DEL SERVIZIO EDUCATIVO. Progetto biennale (2003/ /2005) della Regione Emilia-Romagna per la formazione dei coordinatori pedagogici e degli operatori dei servizi per l infanzia. FINALITA La complessità del quadro istituzionale e le innovazioni che caratterizzano il nuovo contesto di riferimento ha evidenziato la necessità di sostenere: da un lato, percorsi di riflessione comune tra le istituzioni e le figure professionali che nei diversi ruoli operano all interno dei servizi, al fine di approfondire e valorizzare una cultura dell infanzia, promuovere un integrazione e una qualità diffusa delle offerte educative rivolte ai bambini in età 0-6 anni, attraverso forme di concertazione e modalità sistematiche di collaborazione tra tutti i soggetti interessati; dall altro, occasioni di confronto più sistematico tra servizi rivolti ai bambini in età 0-6 anni, gestiti da soggetti diversi, pubblici e privati, sia sul progetto pedagogico sia sulla organizzazione degli stessi servizi per meglio definirne le peculiarità, superare l autoreferenzialità e sostenere l attuazione di un sistema educativo integrato territoriale, come indicato dalla legge regionale n.1/2000. Obiettivo del presente progetto formativo è soprattutto quello di sollecitare uno scambio di culture e di esperienze tra le diverse realtà locali e i diversi interlocutori, attraverso l'introduzione di modalità innovative di attuazione, capaci di coinvolgere un numero più ampio e diretto di Comuni e di soggetti privati convenzionati, favorendo un loro protagonismo attivo. La realizzazione di scambi pedagogici, promossi e sostenuti nel quadro di un progetto regionale, e organizzati in modo sistematico e condiviso con le realtà locali, viene pertanto individuata come modalità per mettere in relazione le diverse realtà educative e sollecitare la costruzione di una cultura del confronto che, valorizzando le specificità di ognuno, contribuisca a far diventare ricchezza le differenze, in una logica di crescita complessiva delle esperienze a livello regionale. In modo più specifico le finalità del progetto sono le seguenti:

7 o dare visibilità alle peculiarità proprie di un sistema integrato di servizi educativi rivolti all'infanzia, ampiamente sottolineato dalle leggi regionali 1/2000 e 26/2001; o promuovere a diversi livelli una conoscenza reciproca delle diverse identità pedagogiche che caratterizzano il sistema integrato; o lavorare in una logica di progetto unitario rivolto all'infanzia (0-6 anni), pur nella consapevolezza delle profonde differenze che connotano i servizi per i bambini in età 0-3 anni e 3-6 anni; o sostenere e favorire il confronto tra i diversi soggetti attraverso esperienze agite, pratiche educative, scambio di documenti, promuovendo un idea di "osservatorio" con eventuali focus di ricerca locali, mettendo al centro la coerenza delle relazioni tra aspetti pratici e aspetti teorici; o creare luoghi e contesti di presentazione delle differenti identità pedagogiche, delle varie organizzazioni, a cui fanno riferimento i soggetti gestori; o costruire opportunità di confronto e scambio tra diverse realtà educative, valorizzando le differenti identità pedagogiche come risorsa, affinchè il dialogo e il confronto possano contribuire a conoscere e a qualificare ciascuna esperienza pedagogica; o attivare un progetto in progress che, partendo dalla valorizzazione delle qualità specifiche di ogni soggetto gestore e dalle qualità sostenute dai progetti pedagogici, sia capace di individuare e definire strategie innovative e adeguate a sollecitare il confronto e il dialogo; o sollecitare e favorire l autoproposizione delle singole esperienze dei diversi soggetti gestori che, attivando il più ampio numero di protagonismi, valorizzino identità e autonomie; o offrire ai Comuni un quadro di riferimento, attraverso un progetto sostenuto a livello regionale, che possa favorire una metodologia di lavoro e un approccio culturale condiviso per la costruzione del sistema integrato territoriale dei servizi educativi per l'infanzia. METODOLOGIA DI ATTUAZIONE E ORGANIZZAZIONE Il progetto "scambi pedagogici" coinvolgerà tutto il territorio regionale e prevederà scambi tra nidi d infanzia, nidi aziendali, servizi integrativi, servizi sperimentali pubblici e privati e scuole dell infanzia, statali, comunali e private. Il coordinamento generale del progetto è affidato al Comune di Reggio Emilia, al quale viene demandato il compito di creare una cornice di carattere metodologico in merito all organizzazione, alla conduzione, al monitoraggio degli scambi, nonché quello di curare, unitamente ai Comuni capofila di Modena e Bologna, a conclusione del secondo anno formativo, un elaborato che illustri le condizioni, le modalità di realizzazione e di verifica degli scambi tra servizi educativi, nell ottica del consolidamento e dell innovazione, e che documenti una riflessione, su precisi ambiti tematici, individuati come oggetto degli scambi pedagogici. In collaborazione con i rappresentanti della Regione e dei Comuni di Bologna e Modena, individuati dai rispettivi Enti, il Comune di Reggio Emilia curerà quindi anche le convocazioni e gli ordini del giorno del comitato tecnico e dell équipe tecnica e l organizzazione delle giornate di studio a livello regionale.

8 Tre comuni capoluogo di provincia, Modena, Bologna e Reggio Emilia, sono stati individuati come Comuni capofila con il compito di affrontare le tematiche relative ai nidi d'infanzia e ai nidi aziendali, ai servizi integrativi ed ai servizi integrativi sperimentali nonché alle scuole dell'infanzia, attraverso la costituzione di tre gruppi locali di ricerca-scambio, prevedendo nel contempo varie forme di collaborazione tra essi, con gli altri Comuni capoluogo di provincia, con Comuni di piccole e medie dimensioni, al fine di cogliere quanto più possibile le specificità locali. In particolare: a. il Comune di Modena coordinerà gli scambi tra nidi d infanzia comunali convenzionati e nidi aziendali privati, per la propria realtà; curerà i rapporti e gli incontri con i Comuni di Forlì e Parma, interessati agli scambi per la stessa tipologia di servizio; monitorerà l andamento delle esperienze sia nel proprio territorio sia in quelli di Forlì e Parma; b. il Comune di Bologna coordinerà gli scambi tra servizi integrativi e servizi integrativi sperimentali comunali e privati convenzionati del proprio territorio, curerà i rapporti e gli incontri con i Comuni di Ferrara e Piacenza, interessati agli scambi per la stessa tipologia di servizio; monitorerà l andamento delle esperienze sia nel proprio territorio sia in quelli di Ferrara e Piacenza; c. il Comune di Reggio Emilia, oltre a quanto precedentemente indicato sul piano del coordinamento generale del progetto, coordinerà altresì gli scambi tra scuole dell infanzia statali, comunali e private convenzionate del proprio territorio, curerà i rapporti e gli incontri con i Comuni di Ravenna e Rimini, interessati agli scambi per la stessa tipologia di servizio; monitorerà l andamento delle esperienze sia nel proprio territorio sia in quelli di Ravenna e Rimini. Ogni Comune capoluogo, a sua volta, dovrà coinvolgere nel progetto un Comune medio ed un Comune piccolo della propria Provincia, entrambi identificati in sede di coordinamento provinciale, per rendere l esperienza degli scambi una modalità di ricerca e di lavoro diffusa e da sottoporre a monitoraggio in modo condiviso e tale inoltre da prevedere un numero più allargato di interlocutori. I Comuni di Bologna, Modena e Reggio Emilia cureranno i rapporti con gli altri Comuni-capoluogo per la definizione dei progetti specifici relativi agli scambi tra nidi d infanzia, nidi aziendali, servizi integrativi, servizi integrativi sperimentali e scuole dell infanzia, e il monitoraggio delle esperienze. Ogni gruppo, coordinato da ciascun Comune capofila, individuerà proprie strategie, modalità e tempi di attuazione del progetto, al fine del conseguimento degli obiettivi. Ai fini di una riflessione allargata sull esperienza si considera con particolare attenzione la promozione e l organizzazione, da parte dei Comuni capofila, delle seguenti iniziative: - incontri tra tutti i Comuni e i servizi interessati per l organizzazione delle visite; - visite programmate di operatori ai servizi pubblici e privati; - lo studio di documenti (normative, regolamenti, convenzioni, protocolli, documentazione sulle attività dei servizi, ecc.); - la presentazione e il confronto di progetti educativi di singoli servizi interessati allo scambio; - giornate seminariali, in collaborazione con la Regione, a sia a livello regionale (gestite dal Comune di Reggio Emilia) che locale (gestite dai rispettivi Comuni capofila), per tutti gli aderenti al progetto, operatori di servizi pubblici e privati convenzionati, da definirsi in sede di comitato tecnico e concordate con l équipe tecnica di cui al successivo punto 3. - ai Comuni coinvolti nel progetto, e in particolare a quelli capofila, è altresì richiesto di rendersi parte attiva nei confronti dei diversi soggetti gestori, pubblici e privati: IPAB, cooperative, associazioni, FISM, MIUR/Ufficio Scolastico Regionale al fine di garantirne un'ampia partecipazione fin dalla fase di progettazione delle iniziative locali; - incontri tra i Comuni interessati per l'attuazione degli scambi; - le visite programmate di operatori ai servizi pubblici e privati;

9 - la presentazione di progetti educativi delle singole istituzioni interessate agli scambi; - le giornate seminariali, in collaborazione con la Regione, sia a livello regionale (gestite dal Comune di Reggio Emilia) sia a livello locale (gestite dai rispettivi Comuni capofila), per tutti gli aderenti al progetto, operatori di servizi pubblici e privati convenzionati, da definirsi in sede di comitato tecnico e concordate con l équipe tecnica STRUMENTI OPERATIVI E DI COORDINAMENTO Per favorire modalità di confronto, di corresponsabilizzazione e di verifica del lavoro, è prevista la costituzione a livello regionale di due organismi rappresentativi di tutti i soggetti coinvolti negli scambi pedagogici: il comitato tecnico e l équipe tecnica di coordinamento. 1. Il comitato tecnico è composto dal Responsabile e da funzionari del Servizio Politiche familiari, infanzia e adolescenza della Regione Emilia-Romagna e dai rappresentanti del coordinamento pedagogico dei Comuni capofila del progetto (Reggio Emilia, Modena e Bologna) indicati dai rispettivi Enti. Al comitato è affidata la responsabilità dell'attuazione del progetto, in particolare per quanto riguarda l'informazione a tutti i soggetti interessati, la realizzazione degli scambi nei vari territori e delle giornate seminariali a livello locale e regionale, la valutazione delle esperienze, la documentazione delle iniziative. Esso svolge la funzione di collegamento tra i Comuni capofila e la Regione. Il comitato tecnico segue, nell ambito del progetto generale, l attuazione dei progetti locali coordinati dai Comuni capofila nell'ambito dei rispettivi territori. 2. L équipe tecnica di coordinamento costituisce un organismo più allargato di confronto e verifica sull'attuazione del progetto. Essa è composta dai membri del comitato e da rappresentanti dei soggetti gestori di servizi pubblici (Comuni capoluogo, medi e piccoli individuati nelle diverse realtà provinciali dai rispettivi coordinamenti pedagogici) e privati convenzionati coinvolti nell esperienza degli scambi pedagogici. L'équipe tecnica di coordinamento si riunirà almeno due volte all anno per valutare le proposte del comitato, monitorare in itinere le esperienze, affrontando collegialmente gli elementi positivi e le criticità che verranno individuate nel corso dell'attuazione del progetto. Compito dell'équipe è altresì quello di partecipare attivamente all'organizzazione e attuazione delle giornate seminariali di approfondimento indicate in precedenza. INDICAZIONI DI SPESA Le voci di spesa riguardano il coordinamento generale del progetto, l'elaborazione e l attuazione delle iniziative da realizzarsi ai fini del conseguimento degli obiettivi in esso indicati, a livello locale, provinciale e sovraprovinciale, la segreteria organizzativa, il rimborso delle spese di viaggio e di ospitalità che andranno sostenute nel corso degli scambi, la produzione e la diffusione di materiali di documentazione, le eventuali spese per l'utilizzo di spazi ed attrezzature necessarie allo svolgimento delle attività e iniziative indicate in precedenza e comunque necessarie all'attuazione del progetto.

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