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Filomena Massaro
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978-88-6628-219-8 copyright 2013 Caosfera

3 IL DRAGO «Basta. Devo uscire da qui! L aria è mefitica ed irrespirabile. Vuoi mettere quei magnifici bagni turchi ad altissime temperature (mi sfuggono gli esatti riscontri termici) che mi facevo da piccolo come sauna?» Chi aveva appena sbottato era un vecchio esemplare di drago, sugli otto-dieci metri, pieno di cicatrici e con la corazza più dura del diamante. Nei suoi anni giovanili era stato un grande re ed aveva governato su di un regno senza confini: quello della fantasia e della mitologia. I suoi sudditi erano stati fra i più variopinti: arpie mangiatrici di uomini, meduse ammaliatrici, ciclopi in continua ricerca dei loro nessuno, giganti abitanti in magnifiche piante di fagioli e via dicendo. «Non c è limite all immaginazione degli uomini - soleva dire nelle udienze che teneva ai suoi sudditi nella sala del trono - finché qualcuno sognerà e scriverà noi vivremo nella sua mente e tra le sue pagine.» E così, nel corso dei millenni, si era andata formando quella reggia altissima che dominava su quello strano mondo abitato da esseri di ogni genere e forma. Non che ci fossero state battaglie e teste calde fra loro: il motivo era sempre lo stesso. Il potere! 5

» Chi aveva appena sbottato era un vecchio esemplare di drago, sugli otto-dieci metri, pieno di cicatrici e con la corazza più dura del diamante.

4 Governare aveva di certo i suoi vantaggi: magnifici pranzi a base di carni di ogni tipo, bruciacchiate al punto giusto, e dragoncelle con cui assicurare la progenie negli anni a venire. Ma vi erano anche gli oneri: al di là delle nuvole basse dell orizzonte vi era il regno degli uomini con i quali Golia doveva mantenere un ottima collaborazione. In fondo lui viveva grazie a loro. Lo chiamavano il duca a causa della sua signorilità nella gestione degli affari interni del regno: tanto salomonico in quanto a vertenze inerenti la giustizia, tanto staliniano nell estirpare fiammate di rivolta. Gli anni, però, cominciavano a farsi pesanti anche per lui. Li percepiva negli scricchiolii tra le sue scaglie e nella comparsa di funghi fra le unghie delle sue zampe: non aveva più quei magnifici maghi delle lampade che lo ringiovanivano con il tocco delle bacchette, né quelle fonti dell immortalità dove immergersi almeno una volta alla settimana. Ormai nessuno sognava più e lui si sentiva sempre più schiacciato dai continui crolli del suo regno. Ma, forse, vi era una possibilità. Le spie che ogni tanto mandava, sottoforma di sogni, al di là delle nuvole, pare che avessero trovato l uomo della profezia: un ragazzo puro ed incontaminato. IL PRESCELTO Abitava alla periferia della metropoli ed era la negazione di tutto quello che rappresentava la routine ed il progresso. Non vestiva in modo elegante né ricercato, non amava il lusso che la sua agiatezza gli forniva, si spostava con una bicicletta arrugginita ed a volte con il treno. Amava leggere di tutto con una preferenza per l irrealtà e la fantasia. I suoi capelli lunghi, peraltro ben curati, associati ad una barba un po sporgente ed ispida, gli davano un aria da peripatetico sognatore. Dopo un eccezionale curriculum scolastico, aveva scelto di coltivare la sua indole, alternativa a quella dei genitori, di studioso della storia nelle sue più varie sfaccettature. Con gli amici dell infanzia coltivava giochi di gruppo, dove personaggi dei miti e delle fiabe venivano personificati da loro stessi. Gli emissari del drago ancora non erano penetrati a fondo nella mente del ragazzo, ma assicuravano che erano ad un buon punto: quella notte avrebbe rappresentato la salvezza per entrambi. 6 7

Lo chiamavano il duca a causa della sua signorilità nella gestione degli affari interni del regno: tanto salomonico in quanto a vertenze inerenti la giustizia, tanto staliniano nell estirpare

5 IL SOGNO Sovente nasce come l irrefrenabile desiderio di fuggire alle scaglie della realtà, altre volte si forma nella mente sottoforma di volute di fumo sempre più chiare e distinte. Il sogno di quella notte lasciò il segno nella mente del ragazzo. Si vide a parlare con un enorme drago morente circondato dai crolli di edifici senza limiti di età e di tempo con al capezzale esseri mitologici mai visti sinora. E giocò. Giocò la partita della sua vita, quella scritta nelle pagine di un vecchio libro cartonato. L UNIONE «Finalmente! - disse Golia negli effluvi di quel bagno a 1000 gradi - sono rinato» alludendo alla fotografia di quel ragazzo appesa sopra la testata del suo trono. Giganti di varia altezza stavano cementando le numerose crepe del regno con una malta intessuta di sogni: l unione era stata ritrovata e la speranza aveva ripreso a volare come un ape laboriosa in cerca di nettare da depositare. 8 9

Si vide a parlare con un enorme drago morente circondato dai crolli di edifici senza limiti di età e di tempo con al capezzale esseri mitologici mai visti sinora. E giocò.

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