U.S.A.P. Unione Sindacale Allenatori di Pallacanestro. Riconosciuta dalla Federazione Italiana Pallacanestro con Delibera

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1 U.S.A.P. Unione Sindacale Allenatori di Pallacanestro Riconosciuta dalla Federazione Italiana Pallacanestro con Delibera Via Dell Abbadia, Bologna Tel 051/ Fax 051/ E.mail: usap@usap.it Sito internet: Elaborazione grafica a cura di Federico FILESI

2 Coach Walter DE RAFFAELE Allenatore Nazionale A SPASSO PER PORTSMOUTH Quando mi ha chiamato Gianni (n.d.r. Zappi) chiedendomi la disponibilità a scrivere un articolo tecnico ho accettato subito e con piacere. Abbiamo un pò parlato di quale potesse essere un buon argomento da trattare e nel comunicargli che ero in partenza per il P.I.T (Portsmouth Invitation Tournment) lui mi ha proposto di raccontare ciò che avrei visto di tecnico e non. Devo dire con grande sincerità che inizialmente ero un pò scettico poiché immaginavo che non ci sarebbero stati molti spunti tecnici in un torneo che ritenevo esclusivamente una vetrina e una passerella per i giocatori senior in uscita dai vari College. Dentro di me pensavo che le cose da raccontare non sarebbero state per niente interessanti, almeno dal punto di vista tecnico, poi riflettendo ho pensato che fare una cosa un pò diversa dal solito (senza nulla togliere agli articoli pubblicati ci mancherebbe), raccontando di basket e non, poteva essere stuzzicante. Ed eccomi qui a scrivere ciò che ho vissuto! Per me è stata la prima partecipazione (meno male...lavoravo!) ed ero molto curioso in quanto a detta di tutti insieme al Pre - draft era la migliore occasione per vedere i 60/70 senior in uscita dai rispettivi college in una cornice particolare. C è da dire che in questa edizione i giocatori di primissima fascia hanno dato forfait ma con il lock out dell NBA non so se stata una grande idea perdere una vetrina così di buon livello... Il torneo è arrivato alla 59 sima edizione. Incredibile!!!!!!! Si svolge da sempre nella stessa palestra: la Churchland High School. Per loro una palestrina...da noi ad averne cosi!!!! Per arrivare alla palestra si guida su una strada ai cui lati è un susseguirsi di campi da football, da baseball, da calcio, da volley che si perdono a vista d occhio,

3 tutti invasi da centinaia di bambini e ragazzi che giocano a tutti questi sport... davvero uno spettacolo! Bellissimo ed affascinante il clima old style che si respira; la gestione è molto familiare dalla biglietteria alla zona ristoro e perfino alla zona gadget (immancabili) con signore e signori oramai non più giovanissimi, ma che probabilmente sono stati i protagonisti delle precedenti edizioni e che si danno un gran da fare affinché tutto proceda nel migliore dei modi. Ed è così che in effetti è andata. Tanti gli addetti ai lavori, scout e agenti dell NBA, agenti europei e non in cerca di una procura, quasi una processione davanti ai vari talenti per convincerli a fare quella che per questi ragazzi è in assoluto la scelta migliore per il loro futuro. Tanti, tantissimi biglietti da visita come in un carnevale del basket. General manager da tutto il mondo per visionare questi prospetti. Senza voler togliere niente ad altri G.M. presenti, e certamente non per piaggeria che ahimè non fa parte del mio carattere, tra tutti merita una citazione Bruno Arrigoni, che a mio avviso sembrava una specie di Santone dal quale tutti andavano in processione per svariati motivi e credo a ragion veduta vista la sua enciclopedica conoscenza e competenza. Allenatori (...non troppi devo dire...) presenti per proprio aggiornamento personale provenienti un po' da ogni parte del globo. Tante le possibilità di conoscere persone nuove, confrontarsi con loro su vari argomenti e aspetti professionali. Insomma un insieme di cose che contribuivano, per uno come me alla prima partecipazione, a rendere l atmosfera molto stimolante. Otto squadre di 8/9 giocatori, qualche assenza, qualche infortunato che prontamente è stato rimpiazzato da altri. Quattro giorni, in un programma intenso, che prevedeva 3/4 partite al giorno in modo da avere la possibilità di vedere e rivedere i soliti giocatori in diverse situazioni di gioco. Il primo giorno è servito per riconoscere i partecipanti e associare il nome alla persona; il secondo per cominciare a farsi un idea dei giocatori; il terzo per avere una conferma o meno sulle idee che cominciavano a maturare e con il quarto giorno c è stata la possibilità di confermare o meno le proprie idee e andare un pò più in profondità rispetto alle caratteristiche tecniche. Denominatore comune a tutti i giocatori grandi o piccoli è stato un atletismo e una fisicità sbalorditiva con picchi veramente altissimi; alcune partite sembravano un festival della schiacciata e della stoppata come si riesce a vederne raramente. Ho visto molti giocatori buoni per l Europa, naturalmente secondo il mio modesto parere, alcuni pronti subito, magari con una caratteristica tecnica che veramente spiccava sulle altre (1 vs 1, tiro, rimbalzi, playmaking, etc), alcuni di ottimo livello, ma di questi pochi che potessero essere considerati giocatori totali.

4 Dobbiamo comunque prendere in considerazione che si tratta di giocatori che non hanno mai giocato insieme, magari si conoscono per essersi incrociati in stagione regolare, ma certamente sulle prestazioni incide la non conoscenza tecnica reciproca, abitudini e caratteristiche che hanno portato a molte palle perse specialmente il primo giorno. Oltre a questo gli ipotetici prospetti NBA venivano fatti giocare nel ruolo ideale che avrebbero potuto occupare nella prima lega americana in caso di scelta e questo differisce un pò dai ruoli che occuperebbero in Europa (un 3 NBA da noi ricopre tranquillamente il ruolo di 4 in molti momenti della partita); in questo modo aumentavano le loro difficoltà, ma anche le nostre, che faticavamo nell immaginare o ipotizzare il ruolo che un giocatore avrebbe potuto meglio ricoprire. Anche il modo in cui gli allenatori hanno scelto di far giocare i team è stato figlio di quanto detto in precedenza; c è stata quindi la ricerca di una traccia offensiva e difensiva comune, che, visto il poco tempo a disposizione, consentisse di costruire qualcosa di più strutturato: - contropiede primario: sempre in ogni modo e condotto da tutti (...non ci dimentichiamo che il primo obbiettivo per questi giocatori resta quello di farsi vedere...magari a volte strafare); - 1 vs 1 sempre dal contropiede o a metà campo; - grandissima attitudine al rimbalzo offensivo compresi i piccoli; - nessuna traccia di transizione organizzata (credo perché non c era abbastanza tempo per costruirla); - nella meta campo poche tracce organizzate: doppia uscita per i tiratori, gioco per isolare il centro, box con 2 Pick & Roll alti, Pick &Roll di chiusura. Non a caso la ricerca di gioco a due col centro titolare è stata costante in quanto ogni squadra aveva un pivot di ruolo importante e presente fisicamente e, come al College, molto coinvolto come fulcro del gioco. Poco mobili invece gli altri sia sul lato forte, dopo passaggio in pivot basso, sia dal lato debole (pochi tagli se non con iniziativa personale). Poca ricerca ossessiva del Pick & Roll (come invece succede da noi) se non per situazioni di chiusura quarto o chiusura dell azione. Quindi poca anche la capacità di lettura dopo Pick & Roll come, ad esempio, il riconoscere l arrivo degli aiuti da lato forte o lato debole e di conseguenza scegliere il passaggio migliore per mantenere il vantaggio acquisito. - Difesa su Pick & Roll: sempre sotto, passando in quarta o in mezzo, tranne situazioni finali dove veniva chiesto uno show aggressivo sulla palla; questo permetteva vista la non conoscenza reciproca (e il poco tempo per lavorarci), di non andare in rotazione tranne che nelle situazioni finali già citate.

5 - Difesa 1 vs 1 senza palla, sempre sulle linee di passaggio per rubare, mentre sulla palla grande pressione visto anche l atletismo che contraddistingue questi giocatori. Unica eccezione che ho notato, la poca capacità di usare il corpo nel contrastare fisicamente, il prendere posizione del centro avversario e restare semplicemente dietro per poi provare la stoppata (al massimo andare davanti contando sulle proprie indubbie qualità atletiche). Credo però che queste siano abitudini difensive consolidate nel tempo nei propri College, naturalmente con eccezioni, e comuni a molti dei giocatori presenti. Ho compreso ancor di più quanto giocatori rookie che vengono in Italia hanno la disabitudine assoluta a molte delle richieste tecniche e tattiche (spesso esasperate) che i vari allenatori di club propongono, assolutamente distanti da quelle dei loro ultimi 4 anni di formazione. Per rendermi veramente conto di tutti gli aspetti di vita quotidiana di questi ragazzi nel tempo libero ho visitato la vicina Università di Old Dominion veramente bellissima, organizzata ed efficiente. Dobbiamo prendere in considerare l ambiente in cui vivono per quattro anni: il College. Se consideriamo il College sia dal punto di vista degli studi, sia per la vita quotidiana che per quella sportiva (che senza dubbio ha una minore pressione per quanto riguarda il raggiungimento del risultato) comprendiamo ancora di più come trovarsi a dover cambiare radicalmente stile di vita per iniziare a lavorare in situazioni cosi diverse può essere difficile (si tratta di ragazzi di 22 anni!) specie sapendo che gli verranno chiesti risultati immediati. Ho voluto scrivere dei pensieri a ruota libera senza nessuna pretesa e solo per raccontare una esperienza che reputo molto bella e formativa sotto molti aspetti. Ritengo che questo clima un po speciale che si era creato in assoluta libertà tra i presenti mi abbia consentito un arricchimento sia professionale che umano sicuramente un pò diverso dalle classiche Summer League. Walter De Raffaele