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1 CORSO DI METODI DI INDAGINE E VALUTAZIONE NELLE SCIENZE SOCIALI Gli indicatori statistici Cosa sono gli indicatori statistici L'indicatore statistico è un valore numerico scelto per rappresentare sinteticamente un fenomeno e riassumerne l andamento. 2 1

2 A cosa servono gli indicatori Osservare fenomeni non direttamente osservabili Rilevarne La presenza La direzione L intensità Etc. etc.. 3 Problemi di misurazione nelle scienze sociali concetto Dimensione 1 Dimensione 2 Dimensione n. Ind. 1 Ind. 2 Ind. 3 Ind. 4 Ind. 5 Definizione operativa v1 v2 v3 v4 v5 Operazioni sulle variabili Indicatori semplici Indicatori semplici Indicatori semplici Indici sintetici Indicatori semplici Indicatori semplici 4 2

3 GLI INDICATORI: ASPETTI LOGICO- DEFINITORI Sono parte integrante del processo che permette la traduzione dei fenomeni complessi in dati statistici, che rende cioè misurabili concetti astratti e figurati (la qualità della vita, l efficacia di un servizio, lo sviluppo del territorio) attraverso una progressiva specificazione dei concetti stessi e l individuazione dei referenti empirici 5 INDICATORI (DA DATI) GIA DISPONIBILI: ANALISI SECONDARIA DEI DATI ogni ulteriore analisi relativa ad informazioni che sono state ottenute in precedenza. Tale analisi può essere in relazione con il fine per cui i dati sono stati raccolti, o può indirizzarsi a un problema diverso da quello che ha generato la collezione di dati originari. Può coinvolgere l integrazione di informazioni da molteplici fonti o una rianalisi dei dati di una singola fonte *. * Zajczyk 1996, p

4 ANALISI SECONDARIA: DUE AVVERTENZE Il percorso di costruzione degli indicatori è inverso rispetto ad una indagine diretta: non va dai concetti agli indici empirici, ma dalle variabili ai concetti. La definizione operativa è data a priori; Quasi mai i dati secondari (specie se aggregati) consentono di fare riferimento diretto alle caratteristiche dei soggetti sociali interessati dai fenomeni che si stanno studiando 7 Un esempio: Indicatori del Mercato del lavoro Italia - agosto 2013: Tasso di occupazione = 55,8%, (- 0,8 pp su base annua) Tasso di disoccupazione = 12,2% (+ 1,5 pp su base annua) Tasso di disoccupazione giovanile = 40,01% (+5,5 pp su base annua) Le persone 15-24enni in cerca di lavoro sono 667 mila (l'11,1% della popolazione di pari età) Gli individui inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono rispetto a dodici mesi prima (-0,8%, 113 mila) Fonte Istat, Occupati e disoccupati (dati provvisori) agosto 2013, pubblicato 1 ottobre

5 Popolazione in età prescolare e scolare (obbligo) Persone in cerca di prima occ.zione Disoc- cupati Popolazione iscritta a corsi post-obbligatori Anziani INDICAZIONI CONTRADDITTORIE? L occupazione diminuisce e la disoccupazione aumenta di più Aumenta la disoccupazione e diminuisce l inattività Il tasso di disoccupazione giovanile è del 40% e l 11% dei giovani cerca lavoro 9 Come si interpretano gli indicatori: l importanza del costrutto I METADATI: LA MAPPA PER ORIENTARSI occupazione disoccupazione inattività occupati Non forze di lavoro in età lavorativa 10 Rappresentazione grafica del mercato del lavoro: rielaborazione da Reyneri,

6 LE DIMENSIONI DEL MERCATO DEL LAVORO Dimensione demografica Peso delle generazioni in età attiva e non attiva Tendenze evolutive della popolazione (ammontare e struttura) Dimensione istituzionale Norme che regolano l ingresso e l uscita dalla popolazione attiva (obbligo scolastico, sistema pensionistico) Norme che regolano l ingresso e l uscita dall occupazione (CIG, Mobilità, REI, ecc) Norme che regolano le forme di occupazione (dal lavoro a tempo pieno e indeterminato al voucher) 11 LE DIMENSIONI DEL MERCATO DEL LAVORO Dimensione economica Input di lavoro e domanda aggregata Ore lavorate Valore aggiunto Dimensione sociale Condizione professionale e non professionale Strategie individuali di ricerca (aspettative, capabilities, ) Autopercezione e Self-labeling (condizione oggettiva e percezione soggettiva di status) 12 6

7 I metadati: istruzioni per l uso degli indicatori statistici Nel corso degli anni si è sviluppato a livello nazionale e internazionale l'uso di glossari e classificazioni comuni, al fine di agevolare la comparabilità delle informazioni statistiche prodotte da organismi diversi e in diverse aree tematiche Il Sistema informativo delle classificazioni ufficiali offre un'interfaccia web per la navigazione e il download delle classificazioni ufficiali dell'istat Glossario Istat Classificazioni nazionali e internazionali 13 Le definizioni: un linguaggio comune Chi è occupato? La persona di 15 anni e più che dichiara: - di possedere un'occupazione, anche se nel periodo di riferimento non ha svolto attività lavorativa (occupato dichiarato) - di essere in una condizione diversa da occupato, ma di aver effettuato ore di lavoro nel periodo di riferimento (altra persona con attività lavorativa) Chi è in cerca di occupazione? La persona di 15 anni e più che dichiara: - una condizione professionale diversa da quella di occupato; - di non aver effettuato ore di lavoro nel periodo di riferimento; - di essere alla ricerca di un lavoro - di aver effettuato almeno un'azione di ricerca di lavoro nei trenta giorni che precedono il periodo di riferimento; - di essere immediatamente disponibile (entro due settimane) ad accettare un lavoro, qualora gli venga offerto 14 7

8 Le definizioni: significato degli aggregati Chi è occupato? 15 Le definizioni: significato degli aggregati Chi è in cerca di occupazione? 16 8

9 Le definizioni: significato degli aggregati Non forze di lavoro Le persone che dichiarano di essere in condizione non professionale (casalinga, studente, ritirato dal lavoro) e di non aver svolto alcuna attività lavorativa, né di aver cercato lavoro nel periodo di riferimento; oppure di averlo cercato ma non con le modalità già definite per le persone in cerca di occupazione Le non forze di lavoro comprendono, inoltre, gli inabili e i militari di leva o in servizio civile sostitutivo e la popolazione in età fino a 15 anni 17 Le definizioni: quello che gli indicatori (non) dicono Gli indicatori Al fine di effettuare comparazioni tra fenomeni nel tempo, nello spazio o in situazioni diverse, si utilizzano degli indicatori o rapporti statistici 9

10 I confronti internazionali Il sito dell Eurostat consente delle comparazioni internazionali 19 Problemi di metodo: l analisi degli indicatori e il livello territoriale 1. L indicatore: un informazione complessa 2. Analisi territoriale 3. Aspetti di analisi statistica degli indicatori territoriali 20 10

11 L INDICATORE SEMPLICE : UN INFORMAZIONE COMPLESSA Indicatore = sintesi di più variabili I = f (v 1, v 2 ) I V1 V2 I V1 V2 V1 V2 21 ANALISI TERRITORIALE: L UNITÀ ECOLOGICA dal greco oikos (casa, territorio): è una unità di analisi aggregata, definita cioè per somma o altra funzione di sintesi di unità elementari (individui, enti, ecc) che presenta la caratteristica di riferirsi ad un territorio geograficamente delimitato unità amministrative con funzioni generali (es. Comuni) Con funzioni specifiche (es. ASL, Distretti scolastici) unità non amministrative Aree territoriali di soggetti privati (es. parrocchie o diocesi) Aree omogenee costruite empiricamente 22 11

12 GLI INDICATORI TERRITORIALI: ASPETTI DI ANALISI STATISTICA Lo squilibrio dimensionale tra le diverse unità territoriali (effetto popolazione; effetto territorio) limita la possibilità di utilizzare i valori assoluti per i confronti ed impone la ricerca di metodi di normalizzazione degli indicatori 23 GLI INDICATORI TERRITORIALI: ASPETTI DI ANALISI STATISTICA (2) Soluzione 1: utilizzare valori relativi, come percentuali, tassi, quozienti, rapporti medi o rapporti di densità (generici e specifici). In questo modo si assegna lo stesso peso a tutti i casi, anche quando sono di grandezza molto differente tra loro

13 SOLUZIONE 1 (SEGUE) Il 10% di un fenomeno riferito ad un piccolo centro sarà valutato come il 10% riferito ad un centro di grandi dimensioni Nell analisi delle variazioni relative si corre il rischio di evidenziare come particolarmente rilevanti fenomeni che invece hanno un entità modesta o addirittura trascurabile se valutati in termini assoluti 25 GLI INDICATORI TERRITORIALI: ASPETTI DI ANALISI STATISTICA (3) Soluzione 2: aggregare le unità riducendole ad avere grandezza simile i casi che si aggregano possono essere molto simili in base ad alcune caratteristiche e notevolmente diversi in base ad altre un dato medio territoriale è funzione dei singoli dati delle unità originarie: l aggregazione può annullare o attutire differenze significative La scelta del criterio di aggregazione non è neutra e può essere discussa 26 13

14 GLI INDICATORI TERRITORIALI: ASPETTI DI ANALISI STATISTICA (4) Soluzione 3: elaborare e confrontare i dati solo per unità territoriali di dimensioni o di caratteristiche analoghe analisi separate per classe di ampiezza dimensionale analisi separate tra i casi più influenti e l aggregato degli altri casi 27 Bes dei territori: proprietà della base informativa Le criticità nell analisi degli indicatori territoriali Minore disponibilità di dati (tempestività, segmentazione) Performance diverse a seconda delle scale territoriali (over dispersion, extravariabilità) Minore affidabilità e confidenza (robustezza, errore campionario, ecc.) Cambio di significato di alcuni indicatori quando si cambia il dettaglio territoriale 28 14

15 Minore affidabilità: i fenomeni rari Tasso di mortalità infantile: morti nel primo anno di vita per per nati vivi. Italia, anni 2010 e 2011 Fonte: Il benessere equo e sostenibile delle province Effetto di scala e casi influenti Differenza tra la retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti > 40 anni e la retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti < 40 anni. Differenze assolute in euro (dati Inps) Italia, Anno

16 Effetto di scala e casi influenti Differenza tra la retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti > 40 anni e la retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti < 40 anni. Differenze assolute in euro (dati Inps) Italia, Anno 2013 Fonte: Il benessere equo e sostenibile delle province Bes dei territori: proprietà della base informativa Analisi degli indicatori territoriali: avvertenze Minore validità e rilevanza di alcuni indicatori (effetti di compensazione e di spill over) Scelta del benchmark o del parametro di riferimento: squilibrio dimensionale e autocorrelazione spaziale Cambio di significato di alcuni indicatori quando si cambia il dettaglio territoriale Trade-off tra parsimonia e dettaglio informativo Valutare e gestire gli outliers 32 16

17 Scelta del benchmark: lo squilibrio dimensionale Struttura insediativa delle province e delle città metropolitane Popolazione residente nelle aree interne (% tot provinciale) Fonte: Il benessere equo e sostenibile delle province Scelta del benchmark e autocorrelazione spaziale Distribuzione provinciale ordinata da nordovest (area sinistra del grafico) a Sud e Isole (area destra). Anno 2014, Valori % Tasso di mancata partecipazione: vedi glossario Bes. Fonte: Il benessere equo e sostenibile delle province

18 Individuare e gestire gli outliers Fonte: Il benessere equo e sostenibile delle province

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