Business Plan. Piano Aziendale, studio di fattibilità Progetto strategico
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- Gianluigi Palla
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1 IL BUSINESS PLAN Business Plan Piano Aziendale, studio di fattibilità Progetto strategico E uno strumento operativo che descrive l idea imprenditoriale, ne esamina i punti di forza e di debolezza al fine di pianificarli e valutarli. E uno strumento di pianificazione ma anche di comprensione, controllo e comunicazione. 1
2 IL BUSINESS PLAN:DESTINATARI Destinatari 1.per l impresa:consente di razionalizzare ed esplicitare l idea imprenditoriale(business idea) al fine di coinvolgere altri soggetti nella realizzazione del progetto; 2.per i terzi:consente di valutare l iniziativa economica, le sue potenzialità e i rischi ad essa connessa; Funzioni interne -per valutare la fattibilità di una nuova iniziativa; Funzioni esterne -per richiedere finanziamenti esterni; -per pianificare e valutare nuovi programmi di investimento; -per monitorare e controllare le dinamiche di sviluppo dell attività; -per concorrere ad agevolazioni pubbliche; -promuovere nuovi rapporti commerciali; -per conseguire certificazioni ambientali e di qualità 2
3 IL BUSINESS PLAN:CONTENUTO Non esiste un modello prestabilito per la sua redazione:il contenuto varia a seconda dei destinatari, della dimensione dell investimento, degli scopi che si vogliono realizzare. I contenuti sono comunque solitamente strutturati in due parti: PARTE DESCRITTIVA:sono illustrati tutti gli a- spetti fondamentali che contraddistinguono il progetto imprenditoriale:prodotti/servizi, vantaggi competitivi,mercati di sbocco,strategie commerciali,organizzazione,ecc. PARTE ANALITICA-NUMERICA:in cui sono illustrati i risultati economici-finanziari attesi dell iniziativa, per cui l elaborazione del: -piano degli investimenti; -piano economico; -piano patrimoniale; -piano finanziario. 3
4 IL BUSINESS PLAN: REQUISITI MINIMI 1.La Mission del Progetto: ossia la business idea, lo scopo per cui la nuova impresa viene costituita con riferimento ai bisogni dei clienti, ai concorrenti e ai fattori critici di successo individuati; 2.Rischi ed Opportunità: Rischi -prodotti obsoleti; -competitori/concorrenti; -minacce del mercato; -cambiamenti in atto nel mercato; Opportunità -nuove tecnologie; -cambiamenti in corso nella società; -alleanze strategiche pos sibili; 3.Tempi di realizzazione: in riferimento al progetto che si intende realizzare 4
5 IL BUSINESS PLAN: REQUISITI MINIMI (segue) 4.Obiettivi e Risultati: -gli obiettivi devono essere definibili in termini qualitativi e i risultati in termini quantitativi; -deve trattarsi di obiettivi e risultati chiari e facilmente interpretabili; -vanno pianificati in modo sistematico; -vanno comunicati all interno e all esterno dell impresa; 5.Punti di forza e di debolezza: Ci si riferisce solitamente a: -esperienza -mercati di riferimento; -aspetti tecnico-produttivi; -aspetti organizzativi; -aspetti finanziari; Per la loro individuazione è anche utile la S.W.O.T ANALYSIS (Strengths, Weaknesses, Opportunities, Threats) 5
6 IL BUSINESS PLAN: REQUISITI MINIMI (segue) 6.Progetto che si intende realizzare: a) suddividere la realtà aziendale in quattro aree: -tecnico-produttiva; -commerciale-marketing; -amministrativa-organizzativa; -finanziaria. b) scegliere la forma giuridica della società(società di persone e società di capitali); c) scegliere la sede ove localizzare l azienda; d) scegliere quali attività internalizzare / esternalizzare 6
7 IL BUSINESS PLAN: FINALITA Il Business Plan può essere finalizzato a: 1.Avviare una nuova attività: Al tal fine il B.P. è assai complesso in quanto vanno considerati molti aspetti: - adempimenti formali connessi alla costituzione (autorizzazioni, P.I.,Inps,Inail,Cciaa); - aspetti di tipo produttivo (layout di stabilmento, contatto con i possibili fornitori, ecc.); - aspetti commerciali (azioni promozionali per fare conoscere nuova attività); - investimenti da effettuare e i relativi fabbisogni finanziari; - tempi realizzazione. 2.Investire in un azienda già esistente -scelte di fondo: a)prenderla in affitto (contratto d affitto disciplinato dal 2561 e 2562 c.c.); b)acquistarla: - esaminare attentamente i bilanci; - indagini di mercato per valutare le - le effettive potenzialità; - valutare la congruità del prezzo. 3.Analizzare le dinamiche di sviluppo di un azienda -programmare le linee guida dell impresa in tutte le sue diverse componenti; -il B.P. è uno strumento di monitoraggio dell andamento a- ziendale (feedback). 7
8 IL BUSINESS PLAN: FINALITA (segue) 4.Accedere al credito bancario Il B.P.è lo strumento con cui attraverso simulazioni successive si individuano le forme tecniche di funzionamento più adeguate alle esigenze aziendali 5 Richiedere agevolazioni pubbliche Il B.P. per richiedere agevolazioni pubbliche è determinante perché: a)valuta l impatto dell eventuale agevolazione sulla finanza aziendale; b)sottopone il proprio progetto imprenditoriale all ente valutatore. 6.Promuovere nuovi rapporti commerciali -fusioni; -joint-venture -consorzi -associazioni temporanee d impresa -scambi di partecipazioni -franchising -decentramento produttivo 7.Ottenere certificazioni di qualità ambientali -miglioramento immagine -mantenimento di buone relazioni con la comunità -accesso facilitato a capitali e finanziamenti -riduzione costi assicurativi -utilizzo efficiente risorse -migliori relazioni con le autorità 8
9 IL BUSINESS PLAN:MODELLO DI RIFERIMENTO 1. FASE INTUIZIONE: nasce l idea di business 2. FASE SVILUPPO: si mette a punto e si sottopone a test l idea 3. FASE REALIZZAZIONE: si conquista la posizione desiderata sul mercato 4. FASE CONSOLIDAMENTO: si costituiscono difese e barriere all entrata sul mercato. 9
10 IL BUSINESS PLAN:MODELLO DI RIFERIMENTO (segue) 1. FRONTESPIZIO: la sintesi estrema dell idea imprenditoriale che deve contenere: il logo il nome dell organismo proponente l idea imprenditiva l indirizzo la data di preparazione il nome dei componenti gli organi sociali i riferimenti di autorizzazione. 2. DICHIARAZIONE DI INTENTI CIRCA L IDEA IMPRENDITIVA: trattasi di una dichiarazione da cui gli investitori / finanziatori debbono poter desumere tutti gli elementi fondamentali di conoscenza dell organismo proponente e del business plan da questi proposto: forma giuridica dimensioni natura dell attività illustrazione dell idea imprenditiva con individuazione del settore, degli obiettivi nel tempo e delle ricadute su fatturato profitto investimenti piano di rientro investimenti / finanziamenti. 10
11 IL BUSINESS PLAN:MODELLO DI RIFERMENTO (segue) Modello di riferimento per l analisi quantitativa Analisi di mercato Piano di marketing Piano tecnico produttivo Piano di struttura Piano del personale Piano degli investimenti Piano economico - finanziario Verifica fattibilità finanziaria Verifica fattibilità e nomica 11
12 STRUMENTI PER L ANALISI DEL MERCATO a) Linee di prodotto 1. Sviluppo, tasso, modello (stagionale ciclico) 2. Innovazione di prodotto b) Prodotti complementari sostitutivi c) Imprese esistenti d) Clienti 1. Tecnologia di produzione, strutture di costi, economie di scala, valore aggiunto, logistica, lavoro 2. Innovazione di processo e) Segmentazione di mercato f) Marketing g) Fornitori h) Barriere all entrata 1. Economie di scala 2. Differenziazione di prodotto 3. Fabbisogno di capitali 4. Costi di conversione 5. Accesso ai canali di distribuzione 6. Svantaggi di costo indipendenti dal volume di produzione 7. Politica pubblica 12
13 STRUMENTI PER L ANALISI DEL SETTORE ESPERTI DEL SETTORE -Organizzazioni che forniscono indici standard; -Sindacati; -Stampa tecnica, professionale -Organizzazioni locali -Camere di Commercio -Autorità statali; -Organizzazioni comunitarie; -Gruppi di pressione(consumatori); -Organismi impegnati nella regolamentazione, nella promozione nel finanziamento; SETTORE Fornitori Distributori Clienti Fonti di Informazioni Interne Organismi Di Servizio - Analisi di mercato; - Organizzazione di vendita; - Addetti servizi; - Addetti con esperienze precedenti presso concorrenti, osservatori; - Ufficio acquisti in contatto con fornitori; - Associazioni di categorie; - Banche di investimento; - Consulenti; - Certificatori; - Aziende di credito; - Agenzie di pubblicità; 13
14 PIANO DI MARKETING RICERCHE DI MERCATO STRATEGIE DI MARKETING MERCATO -clienti; -concorrenza; -dimensioni; -tasso di sviluppo MARKETING MIX -service idea; -prezzo; -comunica zione; -distribuzione; erogazione; PIANO DI MARKETING Piano delle vendite -mercato potenziale; -quota di mercato; -obiettivi vendita; Piano spese di marketing -costi di gestione; -investimento in capitale fisso e circolante; 14
15 PIANO TECNICO-PRODUTTIVO DOMANDA QUANTITA PRODOTTA MIX ALTERNATIVE PRODUTTIVE Qualità Livello servizio Capacità Produttiva Interna -costo materiali; -costo personale; -costo attrezzature Rigidità/Flessibilità Capacità Produttiva Interna -costi esterni; 15
16 PIANO DI STRUTTURA Si tratta di individuare le aree funzionali della struttura aziendale, le attività da svolgere coerentemente con gli obiettivi individuati, la definizione del livello di prestazioni desiderate nonché la quantificazione delle risorse necessarie. PIANO DEL PERSONALE Piano di Marketing Piano Produttivo Piano della struttura FABBISOGNO DEL PERSONALE Organico profilo funzionale Struttura Organizzativa Politiche di retribuzioni 16
17 PIANO DEGLI INVESTIMENTI ELEMENTI DEL CAPITALE FISSO -Immobili -Automezzi -Attrezzature -Marchi, brevetti ed altre immobiliz imm ELEMENTI DEL CAPITALE CIRCOLANTE -crediti v/clienti -scorte di mgazzino Preleva Informazioni dal: PIANO DI MARKETING -attrezzature necessarie per attività di marketing; -fatturato -attrezzature con relative necessarie aliquote per Iva attività e i gg di dilazione marketing; previsti per incassi; -eventuali -fatturato giacenze con relative magazzino; aliquote Iva e i g PIANO DI PRODUZIONE -attrezzature necessarie per la produzione con relative aliquote Iva nonché i relativi giorni di dilazione previsti per i pagamenti; -acquisti di materiali; -giorni medi di giacenza in magazzino dei materiali; PIANO DI STRUTTURA -attrezzature necessarie -materiali necessari 17
18 PIANO FINANZIARIO Cassa Crediti Scorte Tot.attività a breve Attività immobilizzate -F.di ammortamenti Debiti v/fornitori Debiti v/banche Altri debiti Tot.passività a breve Debiti a m/l termine Totale Passivo Capitale sociale Riserve Risultato d esercizio Totale Attivo Totale passivo +Utile/perdita d esercizio +costi non monetari -ricavi non monetari -/+ variazione netta rimanenze -/+ variazione netta crediti a breve, ratei e risconti +/- variazione netta debiti a breve, ratei e risconti passivi = CASH FLOW D ESERCIZIO 18
19 Ricavi lordi Sconti commerciali PIANO ECONOMICO Ricavi netti Rimanenze iniziali Acquisti Rimanenze finali Manodopera Prestazioni esterne Costi generali industriali Ammortamenti beni industriali Costo del venduto Margine lordo industriale Costi vendita Costi distribuzione Costi di comunicazione Accantonamento svalutazione crediti Costi generali e amministrativi Costo del personale Prestazioni esterne Ammortamenti Reddito operativo +/- saldo gestione finanziaria +/- saldo gestione straordinaria Risultato ante imposte - imposte Risultato netto 19
20 ANALISI FATTIBILITA ECONOMICA-FINANZIARIA Conto Economico Redditività contabile Situazione Patrimoniale Impieghi -Fonti Rendiconto finanziario Fattibilità Finanziaria Analisi Punto di pareggio Flessibilità struttura dei costi Valutazioni di periodo Indici di bilancio Indagine per aree gestionali DECISIONI DI INVESTIMENTO Pay-back period Tempo necessario affinchè il capitale impiegato per la realizzazione dell investimento sia recuperato attraverso i flussi positivi generati dallo stesso. V.A.N. Consiste nell attualizzazione dei flussi positivi(entrate) e negativi (uscite) causate dalle attività gestionali e di investimento T.I.R. E tasso di attualizzazione che rende pari a zero il VAN dei flussi di un investimento. 20
21 BUSINESS PLAN SWEET DREAM La Sweet Dream è una nuova iniziativa che verrà avviata nella tranquilla città di Varese a partire dal mese di aprile 2003 e la sua attività consiste nella produzione e commercializzazione di prodotti di pasticceria e gelateria. Il sig. Rossi, dipendente di un laboratorio di pasticceria e l amico sig.bianchi, ragioniere esperto del settore commerciale, hanno rinvenuto l antica ricetta di un dolce locale, che con opportuni accorgimenti può essere conservato per tre mesi. La società avrà la forma giuridica di srl con capitale sociale di euro, equamente apportato, e diverrà operativa dal 1 aprile. I soci individuano un locale nel quale ubicare il laboratorio e stipulano un contratto di locazione con decorrenza 1 aprile pattuendo un canone mensile di 1000 euro per sei anni. 21
22 BUSINESS PLAN (1)Analisi del prodotto SWEET DREAM Dolce locale Pasticceria classica Dolce locale: la sweet dream riprodurrà un tipo dolce locale, preparato seguendo l antica ricetta originale, usando e- sclusivamente ingredienti naturali, preparato fresco ogni giorno come fatto in caso. Pasticceria classica:riprodurrà anche torte e pasticceria fine seguendo le ricette della migliore tradizione italiana, preparati con ingredienti selezionati al fine di ottenere una produzione in grado di esaltare deliziose combinazioni di gusti e sapori. 22
23 BUSINESS PLAN (2)Analisi del mercato e della domanda a)varese è tranquilla città immersa nel verde, dinamica e sensibile ai prodotti della tradizione locale. I soci hanno individuato un area da servire che in base alla analisi svolte risulta a forte potenziale di mercato; b)dallo studio effettuato, i target costumer dell iniziativa sono così individuati: -bambini /ragazzi sino a 18 anni (3 scuole nelle vicinanze); -giovani 18/27 anni (Università nelle vicinanze); -professionisti (per la forte presenza di uffici nell area); -famiglie e anziani (vicinanza di area residenzale); c)da un analisi statistica è emerso che l 87% degli esercizi pubblici situati in zona che serve prodotti di pasticceria somministra anche caffè e gelati. Questo significa che l azienda a livello competitivo, adotterà una strategia di differenziazione; 23
24 BUSINESS PLAN (3)Strategie competitive a) di prodotto: salute, genuinità e gusto di pasticceria italiana; b) b) di servizio: consegne a domicilio, servizi per le aziende, ordini telefonici e on-line, proposte di pacchetti di prodotto per feste e ricevimenti; c) di immagine: pasticceria di assoluto livello, utilizzo di ingredienti di elevata qualità. Comunicazione dei messaggi di prodotto tradizionale locale, prodotto naturale e prodotto gustoso ; d) di identità: vetrina ben visibile per posizione, illuminazione. Locale confortevole con tavoli anche all aperto per acquisto della pasticceria pronta al consumo. e) di status: identità culturale differente, valenza etnica, ricordo di viaggio. 24
25 BUSINESS PLAN (4)Il piano operativo Il locale di circa 120 mq di cui 90 adibiti a laboratorio, preso in locazione con contratto con decorrenza dal 1 aprile ad un canone di 1000 mensile per 6 anni. La produzione. Il laboratorio situato nel retro del locale è suddivisa in due parti: una adibita alla preparazione degli ingredienti e ai macchinari di impasto e l altra alla cottura e allo stoccaggio delle materie. A livello di manodopera è prevista l assunzione di quattro pasticceri. Macchinari impiegati nella produzione: -Pastorizzatore; -Mantecatore; -Impastatrice; -sfogliatrice; -forno elettrico; -lavapiatti -vetrina pasticceria -tavolo da lavoro -cella frigorifera 25
26 BUSINESS PLAN (4)Il piano di marketing Le strategie sono volte alla costruzione di una immagine di impresa di valori e tradizione e di prodotti genuini e naturali. Le leve di marketing sono: -prodotto/servizio; -prezzo; -Promozione/pubblicità; E necessaria una campagna pubblicitaria così articolata: -radio (20 spot a settimana per 2 settimane e 18 a intermittenza per le successive 4 settimane); -quotidiano locale (1/4 di pagina per settimane, 1/8 per altre 2 settimane e 1/16 ogni due settimane successive) + campus magazine; -Web. Il sito della Sweet dream sarà promosso da alcuni quotidiani on-line.ù I costi per la campagna pubblicitaria sono stimati in: N1 N2 N
27 BUSINESS PLAN (5)L organigramma Socio Bianchi amministratore Socio Rossi responsabile produzione Sig.ra Villa Addetta alla vendita Sig.Pandolfi Pasticcere Sig.ra Cattaneo Aiuto pasticcere Sig.Colombo Pasticcere 27
28 PIANO DEGLI INVESTIMENTI Costo storico N1 N2 N3 % Quote annue amm. am. N1* N2 N3 Costi d impianto % Costi pubblicità % Software % Tot.imm.immater Impianti e macch % ** Attrezzature % Automezzi % *** 5360 Arredamento % Macchine d ufficio % Tot. imm.materia Totale *Nel 1 esercizio di utilizzo dei beni materiali le quote d ammortamento sono ridotte del 50%; **Euro (19000x12% x6%) *** Euro (9800x20% x10%) N1 N2 N3 Obiettivo di vendita unità unità unità Quantità da produrre unità unità unità Prezzo di vendita 6,80 euro 6,80 euro 6,80 euro 28
29 PIANO ECONOMICO N1 N2 N3 Ricavi di vendita (1) (2) (3) +Rim finali prod Rim iniz prodot Valore Produzione Acquisti materie prime Acquisti materiali Rim.iniz. materie prime Rim.fin di materie -9010(4) -9624(5) Costi per servizi Canoni di locazione Costo del lavoro (6) Ammortamenti Costi della produzione A-B Oneri finanziari Risultato prime imposte Imposte esercizio -8145(7) (8) (9) Utile esercizio (1) 6,80x60075 (2) 6,80x82800 (3) 6,80x89700 (4) (5) (6) x2% (7) x 32% = 8144,96 =8145 (8) x 35% = 24052,35 =24052 (9) x 35% =
30 STATO PATRIMONIALE ATTIVO N1 N2 N3 Immob.immat Immobi.materiali Rimanenze (1) Crediti Disponibilità liquide Totale attivo PASSIVO N1 N2 N3 F.do amm.imm.imm F.di amm.materiali Debiti per Tfrl 4875 (2) 9875 (3)14975 Debiti v/fornitori Debiti v/inps Debiti Tributari (4) 9919 (4)18823 (4) 3939 Banca c/c passivo Capitale sociale Riserve Utile d esercizio Totale passivo (1) Importi ottenuti sommando le rimanenze finali stimate di materie prime, materiali di confezionamento e prodotti finiti; (2) ; (3) ; (4) anno n1 anno n2 anno n3 conguaglio iva ritenute fiscali da versare imposte dirette acconto 98 % totale debiti tributari
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