Laboratorio integrato di Rilievo e Restauro Modulo Restauro

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1 UNIVERSITA DEGLI STUDI DICAGLIARI FACOLTA DI ARCHITETTURA Corso di Laurea magistrale in Architettura_LM4 a.a Laboratorio integrato di Rilievo e Restauro Modulo Restauro I FENOMENI DI DEGRADO Prof. Arch. Caterina Giannattasio Maria Serena Pirisino

2 CAUSE GENERALI DI DEGRADO: Cause Intrinseche Ilsito I difetti di progettazione Il cantiere di costruzione I materiali, le tecnologie costruttive Indice MECCANISMI DI DEGRADO: Cause Estrinseche Cause naturali (Ad azione prolungata nel tempo, ad azione improvvisa) Cause antropiche(ad azione diretta, ad azione indiretta) Alterazioni Fisiche Sollecitazioni da carico Dilatazione termica Gelività Cristallizzazione Erosione alveolare Alterazioni Chimiche Carbonatazione Solfatazione Argillificazione Ossidazione

3 TIPOLOGIE DI DEGRADO NELL EDIFICIO: Degrado delle superfici Lessico NorMaL NorMaL, abaco dei degradi Indice Degrado strutturale Cedimenti di fondazione Dissesti dei muri in elevazione e dei pilastri Dissesti strutture orizzontali Dissesti coperture RILIEVO DEL DEGRADO: Rilevamento e misurazione del degrado Sopralluogo Tecniche di indagine ai fini di conoscenza Schedatura di rilevamento Rilievo grafico del degrado Restituzione grafica del degrado Tavole tematiche BIBLIOGRAFIA

4 CAUSE GENERALI DI DEGRADO

5 Cause generali di degrado «L esigenza di conservare il monumento tramandatoci dal passato in ogni sua parte ha posto la necessità, di indagare in merito alle cause che ne producano l invecchiamento e il degrado, allo scopo di migliorare l azione preventiva da una parte e, dall altra di fermare o almeno rallentare l alterazione e il decadimento»( D. Fiorani, p. 297) Lo studio del degrado costituisce una fase fondamentale per il progetto di restauro. Questo processo scientifico e metodologico mira a riconoscere all interno di manifestazioni di degrado, spesso complesse ed articolate, le cause agenti, i relativi meccanismi e gli effetti finali sul sistema. L analisi delle patologie del degrado è necessaria per scegliere il tipo e le modalità di intervento più idonee. I processi di degrado su una struttura possono essere causati da vari fattori. La distinzione classica, già introdotta dall Alberti nel suo De Re Aedificatoria, è fra: cause intrinseche, «i difetti degli edifici possono essere quasi congeniti e connaturali, e provengono dall architetto»; cause estrinseche, quelle che possono«derivare da cause esterne».

6 CAUSE GENERALI DI DEGRADO 1. Cause intrinseche

7 Cause intrinseche «In questo senso l individuazione dei luoghi adatti alla costruzione, i criteri di selezione dei materiali, i principi progettuali e tecnologici corretti, possono essere letti all inverso, come la rassegna delle più importante cause intrinseche del degrado».( D. Fiorani, p.299) Sin dal momento del concepimento dell edificio, è possibile, attraverso scelte progettuali sicure e a un esecuzione il più possibile condotta a regola d arte, garantire la sopravvivenza nel tempo dell edificio stesso. Le cause intrinseche del degrado, pertanto, possono derivare da: Il sito; I difetti di progettazione; Il cantiere di costruzione; I materiali, le tecnologie costruttive.

8 Cause intrinseche dovute al sito Nel progetto, il mancato riferimento al contesto ambientale, e quindi l assenza di un adeguata previsione progettuale ed esecutiva, possono contribuire all insorgere di importanti fenomeni di degrado intrinseco all edificio. (mancanza di opere idonee, impermeabilizzazione delle fondazioni) I fattori da considerare sono: Le condizioni meteorologiche e climatiche; La morfologia e orografia del sito; La composizione geologiche del terreno.

9 Cause intrinseche dovute ai difetti di progettazione Errori strutturali, distributivi o di scelta dei materiali, trovano la loro severa verifica nell invecchiamento della struttura. L assestamento fisiologico dell organismo in relazione all ambiente mette in luce patologie inattese e spesso molto gravi. Rappresentano una responsabilità progettuale molto grave ai fini della conservazione: Una serie di errori di carattere tecnologico e strutturale (il sottodimensionamento della struttura resistente, la realizzazione di elementi spingenti non adeguatamente contrastanti eviadicendo); La scelta di materiali inadeguati alla funzione, l abbinamento di materiali non compatibili. Inadeguatezza tipologica e impiantistica possono agire sia come fattori di degrado diretti, provocando danni al fabbricato, sia indiretti, postulando successivi interventi di adeguamento, tali da alterare la consistenza originale del monumento. Un progetto carente nella sua impostazione di base genera molteplici tipi di cause intrinseche di degrado, agenti a scala diversa sul fabbricato.

10 Cause intrinseche dovute al cantiere di costruzione L esecuzione dell opera effettuata in maniera non appropriata può essere causa di degrado intrinseco dell opera. I criteri capaci di garantire la buona riuscita e la lunga durata dell opera sono: La scelta del materiale che deve risultare di qualità e consistenza opportune; L accuratezza realizzativa. I casi di carenze esecutive localizzate si trovano principalmente nelle architetture cosiddette «minori», sicuramente più povere, ma non è raro trovarne anche nell architettura di carattere monumentale, accresciuta e trasformata nel tempo, dove gli accordi tra preesistenze e fasi successive rappresentano il banco di prova per la capacità del cantiere che subentra all antico.

11 Cause intrinseche dovute ai materiali, alle tecnologie costruttive Ulteriori responsabili del degrado intrinseco degli edifici sono una serie di alterazioni fisiologiche, cui ogni elemento viene sottoposto nel tempo. Oltre che da fattori agenti esterni, queste alterazioni dipendono dalla natura propria dell elemento stesso. Tali osservazioni interessano i materiali da costruzione, soggetti a un processo di modifica e di adeguamento all ambiente che produce inesorabilmente un degrado, e si estendono a scelte di tipo tecnologico, il cui degrado è diretta conseguenza dell alterazione dei materiali con cui esse sono state esplicitate.

12 CAUSE GENERALI DI DEGRADO 2. Cause estrinseche

13 Cause estrinseche Le cause estrinseche di degrado rappresentano tutti quei fattori che intervengono effettivamente dall esterno ma che esplicano un fenomeno di alterazione legato principalmente a una vulnerabilità costituzionale dell edificio. Queste, legate alla storia e alle vicende dell edificio, possono essere messe in rapporto con le cause intrinseche precedentemente analizzate. La tradizionale distinzione tra le cause estrinseche è quella fra: CAUSE NATURALI Ad azione prolungata nel tempo: Umidità (Risalita capillare, igroscopia, condensazione dell umidità atmosferica, infiltrazioni) Fattori meteorologici e climatici Inquinamento naturale Aggressioni biologiche Fattori geologici ad andamento progressivo Ad azione improvvisa: Fattori meteorologici Fattori geologici e idrogeologici ad azione improvvisa Incendi Aggressione animale

14 CAUSE ANTROPICHE Ad azione diretta Cause estrinseche Ad azione indiretta: Interventi sull ambiente Inquinamento Sollecitazioni sismiche artificiali

15 Cause estrinseche naturali ad azione prolungata I fenomeni naturali, sollecitazioni meccaniche o alterazioni chimiche, anche se non molto intensi, possono indurre danni significativi alla struttura. La durata prolungata nel tempo costituisce la loro pericolosità: spesso gli effetti conseguenti alla loro azione alterativa sono evidenti solo dopo un notevole periodo di tempo. UMIDITÀ La maggiorparte di fenomeni di alterazione e di degrado sono legati allapresenza di acqua, in prevalenza sotto forma di umidità contenuta nei materiali. La presenza di umidità in una costruzione può ricondursi ai seguenti casi: Risalita capillare; Igroscopia; Condensazione dell umidità atmosferica; Infiltrazioni. A questi, di possono affiancare fenomeni di carattere più occasionale, come le alluvioni, o la presenza e la crescita di organismi vegetali, responsabili del trattamento dell acqua presso gli edifici.

16 Cause estrinseche naturali ad azione prolungata La risalita capillare «La capillarità è il fenomeno legato alla capacità delle pareti interne delle microcavità del materiale di esercitare attrazione nei confronti delle molecole d acqua, consentendo così il movimento all interno del muro». (D. Fiorani, P.305) Il fenomeno della risalita è capace di opporsi alla forza di gravità, fino ad un altezza massima calcolabile, dipendente dal raggio dei capillari del materiale. Pertanto l umidità per risalita capillare è legata al tipo di materiale costituente la muratura. Essa risulta massima nei laterizi, e praticamente nulla nei materiali compatti, come alcuni materiali lapidei. Ulteriori parametri che influiscono su tale fenomeno sono: Lo spessore della muratura; L evaporazione dell acqua. Infatti, l umidità di risalita si distribuisce lungo l intero spessore della muratura e la sua altezza tende a diminuire in prossimità delle superfici esterne, soprattutto in corrispondenza delle zone ventilate.

17 Cause estrinseche naturali ad azione prolungata La risalita capillareè il principale responsabile della risalita dal suolo dell acqua, proveniente da falde freatiche o da acque disperse. Le due cause si differenziano dall andamento del fenomeno: La falda freatica genera delle manifestazioni superficiali su tutta la muratura dell edificio, a carattere persistente(macchie, presenza di muffe, erosione del materiale). Le acque disperse hanno un comportamento e una distribuzione nell edificio a carattere discontinuo e irregolare. Schematizzazione grafica relativo alla presenza di umidità nella muratura.

18 Umidità d origine igroscopica Cause estrinseche naturali ad azione prolungata La risalita d acqua dal sottosuolo può comportare il trasporto di sali all interno del muro, la cui natura igroscopica agisce da ulteriore fattore di trattenimento dell acqua. L insorgenza di umidità igroscopica è determinata dal contenuto di sali igroscopici, come solfati e nitriti, nella muratura e da una percentuale di umidità relativa persistente nell aria(nei nostri climi30%). Umidità di condensa Il fenomeno della condensa è molto importante per il degrado della struttura perché il suo particolare meccanismo produce effetti molto dannosi. Nel fenomeno della condensa, sono determinanti le condizioni igroscopiche: Umidità assoluta: quantità di umidità effettivamente contenuta nell aria; Umidità assoluta di saturazione: quantità di umidità massima che può essere assorbita dall aria; Umidità relativa: rapporto tra la quantità di umidità effettiva contenuta nell aria e di umidità assoluta di saturazione corrispondente alla temperatura data.

19 Cause estrinseche naturali ad azione prolungata Umidità di condensa Ad una temperatura maggiore corrisponde un valore di umidità assoluta di saturazione più elevata. Quindi, a parità di contenuto di umidità assoluta, l umidità relativa sarà più bassa in ambienti più caldi, mentre in ambienti o su materiali più freddi sarà più facilmente raggiungibile la soglia di saturazione. La condensa si forma, infatti, quando l aria umida e calda presente nell ambiente viene a contatto con una superficie fredda. L'aria calda assorbe molta più acqua di quella fredda e, quando si raffredda (per es. sulla superficie del vetro di una finestra), raggiunge la saturazione ed il vapore si trasforma in acqua depositandosi sulla superficie stessa. La condensa, deposito in superficie di un velo di umidità di saturazione, è verificabile nel periodo notturno, più freddo, e su materiali a maggiore conducibilità termica. Tale umidità può bagnare i materiali più impermeabili o può penetrare, in fase successiva, nei materiali assorbenti, quali intonaco e laterizi.

20 Cause estrinseche naturali ad azione prolungata Umidità di condensa Un fenomeno molto frequente è la condensazione interstiziale che avviene all interno della muratura in corrispondenza del «punto di rugiada», in cui la temperatura del materiale è tale da provocare la saturazione dell umidità e una riduzione dell inerzia termica del muro. Questo fenomeno è proprio del periodo invernale: la parete può trovarsi a dividere due ambienti a temperatura diversa. Schematizzazione del fenomeno di condensazione interstiziale.

21 Cause estrinseche naturali ad azione prolungata Infiltrazioni L aumento di umidità per infiltrazione è riconducibile alla rottura di tubature interne o alle perdite dai condotti di raccolta delle acque. Queste danno origine a manifestazioni abbastanza circoscrivibili e controllabili. La presenza di discontinuità nell edificio può causare la raccolta, la penetrazione e il ristagno dell acqua piovana, accentuando i danni connessi a tale causa di degrado. Infiltrazioni d acqua

22 Cause estrinseche naturali ad azione prolungata FATTORI METEOROLOGICI E CLIMATICI Le condizioni atmosferiche spesso influiscono sullo stato di salute del monumento. Vento, pioggia e soleggiamento sono fattori principali che favoriscono o determinano il degrado dell edificio. In alcuni casi, questi contribuiscono ad aggravare i processi di degrado già in atto. Fattori essenziali: Acqua meteorica: azione meccanica, dilavamento per ruscellamento, fissaggio degli agenti inquinanti contenuti nell atmosfera. Nebbia: dannosa per presenza di atmosfera inquinata. Vento: esercita sollecitazioni meccaniche sulla superficie, sulle zone specifiche e sull intera struttura. Irraggiamento solare: alterazione cromatica delle superfici, dilatazione termica dei materiali, erosione. Gelività: cicli di gelo e disgelo dell acqua possono causare sollecitazioni meccaniche, o il ristagno di elementi inquinanti all interno della struttura interna del materiale. Nei climi caldi umidi, gli edifici, di norma, sono più soggetti a degrado causato dall azione del vento e del sole. Mentre i danni da gelività sono più frequenti nelle zone continentali.

23 FATTORI METEOROLOGICI E CLIMATICI Cause estrinseche naturali ad azione prolungata Schema di interazione tra azione del vento e quella dell acqua piovana. a. Vistainpiantadiunedificio b. Vistainalzatoeinpiantadidueedifici

24 Cause estrinseche naturali ad azione prolungata INQUINAMENTO NATURALE Sono definiti inquinanti naturali tutti quegli elementi gassosi o particellari che non rientrano nella «miscela naturale», formata da anidride carbonica, ossido di carbonio, ozono e ammoniaca, o che sono presenti in percentuali maggiori alla norma. Tra gli inquinanti particellari rientrano: Sostanze viventi sospese nell aria di dimensioni comprese tra e 10 3m micron, quali i pollini e alcuni tipi di insetti e microorganismi, che partecipano ai fenomeni degenerativi dell architettura innescando processi di attacco biologico. Sostanze non viventi costituite da fibre e da composti del metabolismo organico, che nei processi di degrado dell architettura vanno a costituire parte delle «croste nere» superficiali. Tra gli altri inquinanti non presenti nella miscela di aria pura, vi sono l anidride solforosa e solforica, prodotte dalle eruzioni vulcaniche, i cloruri, presenti in ambienti marini, gli idrocarburi, conseguenti da combustioni, i nitrati, derivanti da decomposizioni organiche o da reazioni chimiche atmosferiche.

25 Cause estrinseche naturali ad azione prolungata AGGRESSIONI BIOLOGICHE «Per aggressione biologica si intende l azione degenerativa originata da microorganismi vegetali e animali, da vegetali superiori, da insetti e da organismi marini, dal guano degli uccelli».(d. Fiorani, p.312) La dinamica dell azione del biodeterioramento consiste in una prima fase caratterizzata dalla contaminazione del materiale, a cui seguono la proliferazione in superficie e lo sviluppo in profondità, quest ultima responsabile dell azione alterativa diretta. Gli effetti dell aggressione biologica si possono presentare in modo apparentemente diverso. «Il tipo di agente biologico e l entità del danno prodotto sono legati, da una parte, alle condizioni ambientali del sito e, dall altra, alla natura del materiale interessato.» ( D. Fiorani, p. 312) È evidente che l effetto del biodeterioramento sarà prevalente nelle aree meno urbanizzate e scarsamente industriali. I parametri che condizionano il tipo e l entità della colonizzazione biologica sono: l acqua, l aria, la luce, i sali minerali, la temperatura, il ph ambientale. Agenti biologici, causa del biodeterioramento, sono: i batteri, i licheni, le alghe, i funghi.

26 Cause estrinseche naturali ad azione prolungata AGGRESSIONI BIOLOGICHE Organismi vegetali superiori hanno come effetto più dannoso l azione meccanica delle radici, accompagnata da un attività chimica innescata dallo scambio di ioni idrogeno tra le radici stesse e i minerali costituenti il supporto. Non va sottovalutato il danno apportato dalle piante assai diffuse, tipo l edera e altri rampicanti, queste tendono a scalzare la malta presente nei giunti e negli interstizi della muratura e a disintegrare l intonaco degli inerti più teneri. L aggressione da insetti e da organismi marini, comune a quella dei funghi, ha la predilezione particolare per il materiali ligneo. «Per completare il quadro, occorre menzionare il guano degli uccelli, la cui azione alterativa è legata alla stessa composizione chimica: infatti esso è costituito dal il 5-15% di ammoniaca e nitrati contenenti azoto. I nitrati agiscono come sali solubili, provocando l alterazione fisicochimica del materiale e agevolano la colonizzazione algale e batterica; altro sale solubile è il fosfato di potassio, contenuto nella percentuale del 5-14%». (D. Fiorani, p.318)

27 Cause estrinseche naturali ad azione prolungata FATTORI GEOLOGICI AD ANDAMENTO PROGRESSIVO I bradisismi e le subsidenze sono le principali alterazioni geologiche a carattere progressivo. Questi fenomeni si riflettono sugli edifici con conseguenze difficilmente controllabili e prevenibili. Il bradisismo è il lento movimento del terreno verso l alto o verso il basso, connesso alla dinamica generale della litosfera e appare, molto spesso, preceduto da eruzioni locali. La subsidenza è anche esso uno spostamento di terreno, ma la sua genesi è legata a circostanze locali. Tra gli esempi più eccezionali, si ricorda il caso della Città del Messico, dovesisonoregistratiabbassamentidi9metri,comeancheicasidiveneziaedipisa. Spesso, in questa grave causa di degrado è difficile determinare in maniera equivoca la matrice antropica o naturale del fenomeno. Tutti gli interventi sulla falda freatica, attuati senza un controllo geologico del territorio, possono provocare alterazioni profonde dell assetto statico del terreno. Gli effetti più palesi, prodotti dallo spostamento del suolo, consistono nel dissesto statico dell edificio, dovuto al cedimento delle fondazioni. In tal caso, l intervento sul singolo edificio non è sufficiente e deve essere accompagnato, quando è possibile, dal restauro delle condizioni geologico-ambientali.

28 Cause estrinseche naturali ad azione improvvisa La manifestazione di cause di alterazione ad azione improvvisa è spesso di entità e rapidità d impatto tali da provocare immediatamente fenomeni di degrado. È proprio «la forte intensità di questi fenomeni che fa sì che il degrado derivante sia prima di carattere meccanico e connesso con l alterazione delle condizioni di equilibrio originali dell edificio».( D. Fiorani, p. 320) Tutto ciò si verifica maggiormente nei cosiddetti eventi catastrofici, sia di origine metereologica che geologica.

29 Cause estrinseche naturali ad azione improvvisa FATTORI METEOROLOGICI ECCEZIONALI Le sollecitazioni prodotte su un edificio da tifoni, trombe d aria, uragani, o qualsiasi altra calamità metereologica, oltre ad avere una un elevata intensità, «tendono ad essere applicate lungo direzioni e assi non coincidenti con quelli rispetto ai quali l edificio stesso è stato progettato e realizzato» p.320. Infatti le componenti orizzontali di tali sollecitazioni producono sforzi di trazione a cui l edificio antico non è in grado di resistere e pertanto possono causare il collasso parziale o totale della struttura. Tra i fattori meteorologici ad azione improvvisa, non bisogna sottovalutare l azione dei fulmini, che ha avuto un interesse fatale nei fabbricati antichi di notevole altezza. L effetto distruttivo del fulmine deriva dalla presenza di umidità contenuta nei materiali e alla sua repentina trasformazione in vapore. Il fenomeno provoca la formazione di lesioni nelle murature ed è frequentemente seguito dall incendio degli elementi lignei.

30 Cause estrinseche naturali ad azione improvvisa FATTORI GEOLOGICI E IDROGEOLOGICI AD AZIONE IMPROVVISA I fenomeni geologici o idrogeologici a manifestazione improvvisa e spesso di intensità elevata sono il prodotto di concause sia naturali che artificiali. Le manifestazioni di matrice interamente naturali sono gli eventi sismici e le esplosioni vulcaniche, mentre frane e alluvioni, episodi sempre più consueti nella realtà italiana, sono da attribuire a responsabilità umane. I terremoti creano delle sollecitazioni di intensità normalmente più elevata rispetto alla capacità di resistenza delle antiche costruzioni. Oltre al danno diretto degli eventi sismici, un rischio connesso a tale fenomeno è quello relativo alla demolizione dei resti degli edifici danneggiati dal terremoto, ad opera dell uomo nella fase successiva all evento calamitoso. Le frane e gli smottamenti sono riconducibili a modificazioni geologiche o idriche naturali o di origine antropica. Questi fenomeni sono sempre più frequenti e di grave entità. In questo caso, è di primaria importanza l azione di controllo e di prevenzione, e risulta essere uno strumento valido per combattere un degrado tale da causare la scomparsa totale del monumento.

31 Cause estrinseche naturali ad azione improvvisa INCENDI L incendio, spesso imputabile all azione umana, costituisce un fenomeno naturale a sé, ed è una delle principali cause di scomparsa del patrimonio edilizio antico. I parametri fondamentali per la valutazione della vulnerabilità dell edificio sono: La temperatura critica per la combustione del materiale; L intervallo di tempo tra l avvio della combustione e il collasso della struttura. L incendio attacca con facilità le strutture a rapido innesco, come il legno stagionato dei solai antichi, e da esse si diffonde attraverso strade preferenziali costituite da intercapedini, canali Pertanto tutto l edificio, in tutte le sue parti, è legato all entità dei danni prodotti dal fenomeno. Un ulteriore minaccia è data dai sistemi di estinzione. Infatti i getti d acqua, raffreddando improvvisamente i materiali, provocano un forte sbalzo termico che causano delle fessurazioni all interno dei materiali. AGGRESSIONE ANIMALE L opera di degrado ad opera di alcuni animali, prevalentemente roditori è assai ridotta, soprattutto nei materiali organici, ed è predominante negli ambienti rurali. Tuttavia è bene tenere sempre in considerazione tale fattore.

32 Cause estrinseche antropiche ad azione diretta La nascita, il destino e la morte di un edificio sono connesse direttamente all intervento umano, sia in modo attivo che passivamente. Secondo Max Dvořák, sono quattro i tipi di «pericoli che minacciano i monumenti antichi», da imputare agli atteggiamenti umani: 1. «ignoranza o indolenza»; 2. «aviditàefrode»; 3. «malintesa idea di progresso»; 4. «smania di falso abbellimento». Sino a poco tempo fa, l azione diretta dell uomo determinava meccanismi di alterazione di natura prevalentemente meccanica, danni riconducibili ad un attività speculativa e indifferente alla logica conservativa. Ora occorre includere tra i possibili fattori di degrado, anche quelli indotti dagli stessi lavori di restauro. Infatti, interventi recenti ed errati su edifici storici hanno provocato nuove forme di alterazione fisica, legati a processi di natura chimica, soprattutto a causa dell incompatibilità dei materiali più moderni con quelli antichi. Il cambio di destinazione, per esempio, può essere causa di alterazione, anche se non comporta una trasformazione diretta, ma può determinare il degrado molto spesso violento della fabbrica.

33 Cause estrinseche antropiche ad azione diretta L incuria e l abbandono, due delle principali cause di degrado degli edifici antichi, sono da considerare come interventi umani«in negativo». L abbandono produce un degrado molto spesso sottovalutato. Il fenomeno di degrado aumenta esponenzialmente con la rovina delle coperture, e si propaga dall alto verso il basso, attraverso vegetali e animali, con meccanismi fisico-chimici di alterazione«naturale». Vandalismi, spoliazioni e furti che seguono all abbandono del manufatto, contribuiscono all impoverimento, strutturale e architettonico dell edificio.

34 Cause estrinseche antropiche ad azione indiretta INTERVENTI SULL AMBIENTE Molto spesso una fonte diretta di degrado del monumento è costituito da un alterazione naturale, concausa dello sfruttamento indiscriminato del territorio da parte dell uomo. Come già detto, fenomeni come subsidenze, frane e alluvioni sono alterazioni naturali riconducibili direttamente ad azioni antropiche. INQUINAMENTO Unica fonte di Inquinamento naturale che compete quantitativamente con una fonte artificiale è quello marino: nelle zone costiere, i cloruri emessi dagli aerosol marini risultano anche superiori a quelle emessi da fonti di inquinamento artificiale. Le principali fonti di inquinamento artificiale sono: I trasporti a motore; Il riscaldamento; L attività industriale; L incenerimento. Queste attività provocano l emissione di gas, di vario genere e in varie percentuali, tutti elementi molto aggressivi.

35 INQUINAMENTO La gravità del fenomeno non è legata dall intensità dell azione, ma piuttosto dalla costanza del fenomeno. Nell impatto dell inquinamento sui monumenti sottolinea un incremento di velocità del degrado registratosi con l avanzare dei processi di industrializzazione, la crescita della quantità di mezzi di trasporto, la diffusione del riscaldamento domestico. È evidente che la concomitanza del fattore climatico con quello inquinante ha un peso determinante per la durata dei materiali di cui il monumento è costituito. Cause estrinseche antropiche ad azione indiretta Schema relativo al condizionamento diretto e indiretto esercitato dai fattori metereologici.

36 Cause estrinseche antropiche ad azione indiretta INQUINAMENTO L anidride carbonica a contatto con l acqua si trasforma in acido carbonico, causa di una modesta alterazione di materiali lapidei e metallici, mediante meccanismi di carbonatazione e di ossidazioni. Gli idrocarburi incombusti sono tra i maggiori costituenti delle croste nere dei materiali a base calcarea. Un ruolo importante nel degrado da inquinamento è svolto dall anidride solforosa e dall anidride solforica. Questi due componenti si trovano nell aria in percentuali ridotte, e possono essere assorbiti dai materiali (marmo e materiale calcareo), o combinarsi con l acqua o con ossigeno dell atmosfera e formare l acido solforoso e solforico. Anche questi sono responsabili di processi di alterazione per solfatazione e ossidazione. I cloruri presenti soprattutto in ambiente marino, ma anche prodotti da scarichi industriali, partecipano all azione corrosiva. Gli ossidi di azoto, in presenza di acqua, si trasformano in acido nitrico, acido particolarmente forte, che può innescare un azione corrosiva sui materiali calcarei e sui silicati. Le polveri tendono a depositarsi in aree riparate, dando origine a «deposizione secca», tali depositi alterano lo stato cromatico della superficie e possono attivarsi chimicamente in presenza di acqua.

37 Cause estrinseche antropiche ad azione indiretta SOLLECITAZIONI SISMICHE ARTIFICIALI Il traffico veicolare, oltre ad essere fonte di degrado da inquinamento, presenta effetti dannosi in quanto causa vibrazioni. La presenza di discontinuità nel manto stradale, o di qualsiasi irregolarità di percorso possono produrre vibrazioni che si propagano dal terreno al fabbricato, determinando anche la compattazione del terreno di fondazione, se particolarmente coerente. L entità del fenomeno è influenzata dalla composizione geologica del terreno. Effetti delle sollecitazioni dovute al traffico automobilistico. Il grafico esprime l accelerazione verticale dal terreno a seguito del passaggio dei veicoli.

38 MECCANISMI DI DEGRADO

39 Il processo di alterazione può essere distinto in: Meccanismi di degrado ALTERAZIONE FISICA che si attua essenzialmente tramite sforzi e sollecitazioni: ALTERAZIONE CHIMICA che comporta la modifica della composizione profonda del materiale, i processi chimici sono assai profondi anche se più localizzati.

40 MECCANISMI DI DEGRADO 1.Alterazioni fisiche

41 Alterazione fisica I meccanismi di alterazione fisica si possono applicare a scale: Macroscopiche, attraverso meccanismi che riguardano la solidità strutturale dell elemento coinvolto. Microscopiche, quando le sollecitazioni agenti sul singolo elemento resistente possono risultare da «stress interni», conseguenza di meccanismi macroscopici di alterazioni meccaniche, o da cause termiche, oppure da quelli «interni», provenienti da cristallizzazione dei sali o da gelività. Esaminiamo i meccanismi agenti a scala microscopica, mentre per le alterazioni fisiche a carattere macroscopico si rimanda al degrado strutturale. Le ALTERAZIONI FISICHE sono distinte in: Sollecitazioni da carico Dilatazione termica Gelività Cristallizzazione Erosione alveolare

42 Alterazione fisica SOLLECITAZIONI DA CARICO Il meccanismo di alterazione fisica attraverso la sollecitazione meccanica consiste nell applicazione di sforzi di trazione e di compressione sul materiale e nella sua conseguente risposta, legata alla natura specifica. La risposta del materiale allo sforzo applicato può avvenire con deformazioni più o meno reversibili, e portare alla rottura dell elemento sollecitato. rilevabile attraverso i grafici «sforzi- L andamento macroscopico del fenomeno è deformazioni», relativi ai materiali. A livello microscopico, il fenomeno evidenzia che i legami atomici del materiale si oppongono alla sollecitazione da carico fino un certo limite, oltre l elemento si microfrattura. «La presenza di microfratturazioni provoca concentrazioni di tensione nell apice delle fratture, aggravando localmente lo stato di sollecitazione e portando alla rottura progressiva dell elemento.»(d. Fiorani, p.336) L entità e la tipologia delle deformazioni, la grandezza delle forze in gioco e le dimensioni del fenomeno variano con la natura dei materiali interessati e dal loro ruolo nella costruzione.

43 Alterazione fisica DILATAZIONE TERMICA La dilatazione termica è il processo di contrazione per raffreddamento e di dilatazione per riscaldamento, definito, per ogni materiale, da un coefficiente. La deformazione subita può esprimersi mediante la relazione: Δl=L c Δt Dove: Δl è la variazione di lunghezza dell elemento; L è la lunghezza dell elemento; c è il coefficiente di dilatazione termica; Δt è la variazione di temperatura. Il coefficiente di dilatazione termica è tanto più alto quanto più il materiale è deformabile. La dilatazione può comportare uno stress fisico del materiale e, se contrastata, può tradursi in deformazioni evidenti. È il caso di pavimentazioni o rivestimenti che, se disposte senza opportuni giunti, sono trattenute nell espansione dalla presenza di vincoli e quindi soggette a rigonfiamenti, a distacchi e a fessurazioni superficiali. Nel caso di un materiale di composizione eterogenea, dove ogni elemento presenta un diverso coefficiente di dilatazione termica, si parla di dilatazione differenziale, responsabile dell insorgere di stress meccanici. Ne è un esempio il granito, dove il quarzo è in grado di dilatarsi quattro volte più dei feldspati.

44 Alterazione fisica DILATAZIONE TERMICA Nel caso del materiale lapideo, si possono individuare due casi particolari: 1. Dilatazione differenziale degli elementi di grosse dimensioni, nei quali, a causa dell inerzia termica del materiale, le zone più interne sono sottoposte a oscillazioni termiche minori rispetto alle parti più superficiali e pertanto subiscono deformazioni meno marcate. 2. Dilatazione termica di pietre costituite da grossi cristalli, tendenti a subire deformazioni opposte nei due assi ortogonali, come nel caso del marmo. Il fenomeno della dilatazione termica ha effetti più accentuati sui materiali scuri e con cicli frequenti e veloci di escursione termica. Il prodotto finale di questa alterazione fisica è la frantumazione superficiale del materiale. Per quanto riguarda la dilatazione differenziale, all interno di grossi blocchi lapidei si possono verificare deformazioni che provocano sforzi di taglio in grado di frantumare la materia. Tabella dei coefficienti di dilatazione termica dei diversi materiali.

45 Alterazione fisica GELIVITÀ La gelività è «il meccanismo attraverso il quale l acqua contenuta all interno di un materiale, trasformandosi in ghiaccio ne provochi la disgregazione.»(d.fiorani, p. 337) Una prima spiegazione semplicistica riconduce il fenomeno all aumento di volume prodotto dal cambiamento di stato dell acqua, pari al 1/9-1/10 del valore originale. L ipotesi più completa chiarisce che, inizialmente, la formazione dei cristalli di ghiaccio avviene nei pori più grandi, mentre è interdetta in quelli più piccoli dall attrazione capillare esercitata dalle pareti sulle molecole d acqua. Nella fase successiva, l attrazione capillare si manifesta nei capillari intermedi formatisi tra cristalli di ghiaccio e pareti di pori più grandi, richiamando l acqua trattenuta nei pori più piccoli, accrescendo così i cristalli.

46 Alterazione fisica GELIVITÀ Quando lo spazio del poro grande è saturo, rimangono alcuni canali in grado di esercitare un attrazione capillare e di produrre una pressione tale da orientare le diverse molecole d acqua contenute nei capillari più piccoli, determinando la formazione di nuovi cristalli. La variazione di pressione determina l insorgere di stress all interno del materiale. Le tensioni interne generano la frantumazione del materiale in corrispondenza della superficie esterna, dove lo spessore dei pori non è in grado di opporre una resistenza superficiale. I materiali più «gelivi» sono quelli costituiti da una struttura di pori piccoli, nei quali la formazione di ghiaccio nei pori più grandi determina maggiori pressioni di richiamo. L entità dei danni provocati dalla gelività è connessa alla quantità dei cicli di oscillazione. Meccanismi di rottura del materiale poroso per gelività.

47 Meccanismi di rottura del materiale poroso per cristallizzazione dei sali. Alterazione fisica CRISTALLIZZAZIONE Il fenomeno della cristallizzazione dei sali è legata, anch essa, alla presenza di acqua nei materiali. Questa può formare una soluzione liquida in cui i sali vengono condotti dall esterno all interno del materiale o da un materiale all altro. La sua evaporazione permette la cristallizzazione dei sali trasportati e il danneggiamento del materiale, attraverso un meccanismo analogo a quello della gelività. Gli effetti dovuti alla cristallizzazione dei sali di differenziano con la velocità di evaporazione dell acqua. Se questa è superiore alla velocità migratoria della soluzione entro il materiale, la cristallizzazione dei sali avverrà all interno del muro e determinerà tensioni sulle pareti dei pori secondo il meccanismo di SUBFLORESCENZA. Se l acqua evapora più lentamente e la soluzione è in grado si risalire in superficie, la cristallizzazione dei sali apporterà un danno di tipo estetico, la EFFLORESCENZA. Gli effetti maggiori avvengono con il trasporto dei sali per risalita capillare, all interno della superficie e con la successiva formazione di zone sottoposte a intense subflorescenze. La crescita di cristalli in senso parallelo alla parete, comporterà il distacco del materiale, in senso ortogonale, fenomeni di corrugamento superficiale.

48 Meccanismi di formazione della subflorescenza e dell efflorescenza. CRISTALLIZZAZIONE Alterazione fisica

49 Alterazione fisica EROSIONE ALVEOLARE Il processo di erosione alveolare è il risultato dell azione combinata del vento e della cristallizzazione dei sali, ma deve la sua denominazione dalla precedente teoria che riteneva responsabile del fenomeno l azione abrasiva delle particelle trasportate dal vento. La subflorescenza determina la lenta e progressiva disgregazione del materiale e la formazione di cavità superficiali. L azione del vento contribuisce ad accelerare l evaporazione dell acqua e la cristallizzazione dei sali, e innescando moti vorticosi all interno delle cavità, accentuando l intensità del fenomeno Processo di erosione alveolare su una muratura.

50 MECCANISMI DI DEGRADO 2.Alterazioni chimiche

51 Alterazione chimica L alterazione chimica si verifica prevalentemente in presenza dell acqua. In modo particolare, l acqua proveniente dall esterno, di condensa o piovana, che costituisce da veicolo per i fenomeni di alterazione chimica. Mentre l acqua interna alla muratura dà luogo ad un azione di degrado più moderata, avendo perso la sua reattività in contatto con il materiale. Un fattore in grado di condizionare fortemente l aggressività dell attacco è decisamente la presenza dei sali. Le ALTERAZIONI CHIMICHE si distinguono in: Carbonatazione Solfatazione Argillificazione Ossidazione

52 Alterazione chimica CARBONATAZIONE La carbonatazione dei materiali si verifica tramite l azione dell acido carbonico, ottenuto dalla combinazionediacquaeanidridecarbonica:co 2 +H 2 O H 2 CO 3 Si tratta di un acido debole, ad azione lenta, in grado di solubilizzare il materiale calcareo attraverso una reazione in cui il carbonato di calcio, combinato con l acido carbonico dà origine albicarbonatodicalcio,solubileinacqua:caco 3 +H 2 CO 3 Ca(HCO 3 ) 2 +H + Il processo è reversibile: dopo il trasporto del bicarbonato di calcio all interno del materiale calcareo, con l evaporazione dell acqua, si verifica la riprecipitazione del carbonato di calcio: Ca(HCO 3 ) CaCO 3 +CO 2 +H 2 O Il fenomeno di riprecipitazione del carbonato avviene attraverso un processo lento con il quale il materiale trasforma il suo aspetto e la sua struttura originaria, restando privo di coesività al suo interno e riempendosi di incrostazioni in superficie. Processo di carbonatazione sul cemento armato.

53 Alterazione chimica SOLFATAZIONE La solfatazione è un processo di reazione dell anidride solforosa che interessa le rocce carbonatiche. Dei differenti modi di reagire, i cicli più importanti e pericolosi sono i seguenti: Trasformazione dell anidride solforosa in acido solforico Ciòpuòavvenireinduemodi: 1. Direttamente in presenza di pioggia: SO 2 + H 2 O + O H 2 SO 4 2. In due fasi: Tramite la formazione intermedia di anidride solforica nell aria asciutta e la reazione dell anidride solforica con l acqua: S 2 O + 1/2O 2 = SO 3 + H 2 OH 2 SO 4 O viceversa, con la formazione in acqua inizialmente di acido solforoso e successivamente in acido solforico: prima SO 2 +H 2 O = H 2 SO 3, H 2 SO 3 + 1/2O 2 = H 2 SO 4 Azione diretta dell anidride solforica sul materiale La reazione, dipendente dalla natura del materiale e dalla presenza di umidità, più studiata ed analizzata è quella in presenza dei materiali calcarei: L attacco diretto dell acido solforico dà luogo ad anidride carbonica e carbonato di calcio biidrato,solubileinacqua:h 2 SO 4 +CaCO 3 =CaSO 4 2H 2 O+CO 2

54 Alterazione chimica SOLFATAZIONE Se il contatto avviene senza umidità, i prodotti della reazione sono elementi intermedi capaci di legarsi con l acqua e l ossigeno in fasi successive. il processo di solfatazione dà origine al solfato di calcio bi-idrato (CaSO4 2H2O), ossia il gesso. Il gesso è un composto fortemente espansivo, più solubile del carbonato e con un coefficiente termico due volte superiore ad quello del carbonato. Ed è il responsabile della formazione di croste nere sulle superfici carbonatiche. Crosta nera formatasi con il processo di solfatazione.

55 Alterazione chimica ARGILLIFICAZIONE L argillificazione è un processo di alterazione dei materiali silicatici, in presenza di acqua acida. La reazione, responsabile di questo fenomeno, è frequente negli ossidi di silicio e alluminio, e avviene con la sostituzione degli ioni idrogeno H+, contenuti nell acqua acida, con gli ioni facenti parte del reticolo cristallino del materiale, ioni potassio e sodio(k+, Na+). I primi elementi ad essere attaccati sono i plagioclasi (feldspati alcalini), essi vengono così alterati e si trasformano in un idrosilicato di alluminio (caolite). L azione dilavante può in seguito allontanare la silice e le basi solubili, lasciando il posto a sostanze meno solubili, quali gliidrossididiferroedialluminio,che,intalcaso,formanolelateritielebauxiti. Plagioclasio alterato, con nucleo debolmente argillificato.

56 Alterazione chimica OSSIDAZIONE Il processo di corrosione è la tendenza, da parte di un metallo, di ritornare allo stato del minerale originario da cui è stato ottenuto, sottoponendosi ad una riduzione della propria energia libera. Il comportamento dei metalli è influenzato dalla loro struttura atomica, portato a perdere elettroni; gli atomi si legano in modo ordinato, lasciando gli elettroni più esterni liberi di muoversi tra loro. Questi formano la cosiddetta «colla atomica», determinanti la conduttività termica ed elettrica del materiale, e la sua capacità di innescare legami con altri elementi. Da quest ultima caratteristica, deriva la formazione della patina superficiale del metallo esposto all aria, dipendente dalla reazione fra il metallo e l ossigeno o un altro componente ambientale. Si distinguono diversi tipi di corrosione: La corrosione secca, a carattere strettamente chimico, riconducibile alla tendenza degli atomi metallici di legarsi tra loro. La corrosione umida, di natura elettrochimica, che richiede la presenza di una soluzione elettrolitica. La corrosione secca: La patina generata dall ossidazione di un metallo è il caso più naturale di corrosione secca. La reazione chimica generata dipende dalla temperatura e provoca un aumento di peso nel materiale. La corrosione atmosferica è conseguenza di una reazione tra il metallo e l ossigeno con altri gas, come l anidride carbonica e i componenti solforosi. Questi gas agiscono come acceleratori del processo di corrosione.

57 Alterazione chimica La corrosione umida Il processo di corrosione elettrochimica si verifica in presenza di acqua, per immersione di un metallo o di condensa. Nel caso di immersione di un metallo, la velocità di degrado è influenzata dal flusso di ossigeno. La corrosione legato alla condensa sarà ad intermittenza. Infatti, la condensa è possibile ad alte percentuali di umidità assoluta nell atmosfera ed è facilitata dalla presenza di Sali e di particelle inquinanti, oltre che dall inerzia termica del materiale. Tale processo può essere ricondotto allo schema della pila in cui i due metalli, con differente potenziale elettrostatico, tendono a cedere o acquisire ioni: il metallo meno nobile si corrode, l altro si mantiene integro. La differenza di potenziale può interessare anche lo stesso metallo e dipende da: La concentrazione salina; La presenza di ossigeno; L esistenza di una temperatura diversa; L eterogeneità strutturale. Ossidazione superficie metallica

58 TIPOLOGIE DI DEGRADO NELL EDIFICIO

59 Tipologie di degrado nell edificio Le patologie di degrado, fino a questo momento analizzate in termini di cause-meccanismieffetti, vanno esaminate nell ottica di una attenta osservazione dell edificio degradato. Nel considerare la tipologia delle diverse patologie di degrado si intende costruire una limitata e plausibile casistica e un metodo necessario per legare, anche visivamente, l alterazione alla sua fonte e questa all intervento più adeguato. La lettura attenta e critica del manufatto è il primo stadio di approccio alla valutazione del degrado, e diventa una fase ulteriore di rilievo, migliorando la conoscenza del fabbricato. Spesso, a questa fase fondamentale di analisi conoscitiva diretta seguono indagini più mirate e approfondite, anche con l utilizzo di strumentazioni sofisticate.

60 TIPOLOGIE DI DEGRADO NELL EDIFICIO 1. Degrado delle superfici

61 Degrado delle superfici La manifestazione del degrado nelle zone superficiali è il primo fondamentale elemento da considerare in una corretta analisi, in alcuni casi fa comprendere al meglio la patologia presente, in altri rappresenta il campanello d allarme di stati alterativi che implicano la struttura in profondità. «La determinazione di una tipologia cui ricondurre le forme di alterazione più diffuse nei materiali si scontra con la difficoltà di sintetizzare e unificare fenomeni complessi legati a parametri molteplici.»(d.fiorani, pp ) Risulta indispensabile uno studio finalizzato a definire una terminologia comune di riferimento e, di conseguenza, a agevolare il confronto tra le diverse ricerche in atto e a facilitare la didattica relativa all analisi dei problemi e all intervento di restauro.

62 LESSICO NORMAL: Alterazione del materiale lapideo Degrado delle superfici Il lavoro che la commissione NorMaL sta eseguendo con l intenzione di porre ordine nell ambito eterogeneo e in continuo evoluzione della ricerca sul degrado, è un punto di riferimento per il nostro studio. Lo studio, aperto ad ulteriori sviluppi, ha condotto notevoli risultati soprattutto nei confronti della definizione di un lessico atto a descrivere le alterazioni de materiali lapidei. QuestolessicoèapparsoindueschedeNorMaL1/80e1/88. Come risulta dalla scheda NorMaL 1/80, i criteri per suddividere le diverse patologie sono molteplici: Patologia indipendente dalla morfologia(corrosione); Aspetto finale del materiale alterato(pitting, alveolizzazione, spotting); Stesso tipo di fenomeno, ma contraddistinto da stati di gravità differenti (decoesione, disgregazione e polverizzazione) Nella scheda NorMaL 1/88 si privilegia le definizioni che riportano direttamente al rapporto tra causa ed effetto dell alterazione.

63 RACCOMANDAZIONI NorMaL 1/88_ABACO DEI DEGRADI Degrado delle superfici

64 RACCOMANDAZIONI NorMaL 1/88_ABACO DEI DEGRADI Degrado delle superfici

65 ALTERAZIONE CROMATICA Descrizione: Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta (hue), chiarezza (value), saturazione(chroma). Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie o localizzate. Cause: Biodeteriogeni; Inquinanti atmosferici; Radiazioni solari; Affioramento di macchie; Assorbimento differenziato del supporto; Emersione del pigmento in fase di decoesione e successivo dilavamento della superficie. Degrado delle superfici Alterazione cromatica della pietra forte.

66 ALVEOLIZZAZIONE Degrado delle superfici Descrizione: Degradazione che si manifesta con la formazione di cavità di forma e dimensione variabili. Gli alveoli sono spesso interconnessi e hanno distribuzione non uniforme. Nel caso particolare in cui il fenomeno si sviluppa essenzialmente in profondità con andamento a diverticoli si può usare il termine «alveolizzazione a cariatura» Cause: Movimento dell acqua all interno del substrato; Azione disgregatrice esercitata dalla pressione di cristallizzazione dei Sali all interno dei pori del materiale lapideo; Dilavamento; Affioramento di macchie; Correnti eoliche con conseguente rapida evaporazione delle superfici. Processo di alveolizzazione di una muratura in lapidei

67 CROSTA Degrado delle superfici Descrizione: Strato superficiale di alterazione del materiale lapideo o dei prodotti utilizzati per eventuali trattamenti. Di spessore variabile, è duro, fragile e distinguibile dalle parti sottostanti per le caratteristiche morfologiche e, spesso, per il colore. Può distaccarsi anche spontaneamente dal substrato che, in genere, si presenta disgregato e/o pulverulento. Cause: Azione di microorganismi e di inquinanti; Ossidazione; Circolazione d aria scarsa o assente; Residui della combustione di oli derivanti dal petrolio. Particolare crosta nere

68 DEPOSITO SUPERFICIALE Degrado delle superfici Descrizione: Accumulo di materiali estranei di varia natura, quali, ad esempio, polvere, terriccio, guano, ecc. Ha spessore variabile e, generalmente, scarsa coerenza e aderenza al materiale sottostante. Cause: Esposizione, scabrosità e deformazione della superficie; Impiego di prodotti verniciante; Inquinanti atmosferici. Deposito superficiale su statua in marmo

69 DISGREGAZIONE Degrado delle superfici Descrizione: Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche. Comporta un sensibile peggioramento delle caratteristiche meccaniche originarie ed un notevole aumento di porosità Cause: Biodeteriogeni; Radici di piante superiori; Infiltrazioni di acqua, risalita capillare; Reazione tra i materiali edilizi e atmosfera; Degrado di interfaccia tra laterizi e malte. Elemento con avanzato grado di disgregazione

70 DISTACCO Descrizione: Soluzione di continuità tra strati superficiali del materiale, sia tra loro che rispetto al substrato; prelude in genere alla caduta degli strati stessi. Il termine si usa in particolare per gli intonaci e i mosaici. Nel caso di materiali lapidei naturali le parti distaccate assumono spesso forme specifiche in funzione delle caratteristiche strutturali e tessiturali, e si preferiscono allora voci quali crosta, scagliatura, esfoliazione. Cause: Fenomeni di umidità ascendente, formazione di ghiaccio negli strati più superficiali; Perdite localizzate degli impianti di smaltimento e/o di convogliamento delle acque; Consistente presenza di formazione saline, efflorescenze; Soluzioni di continuità conseguenti alla presenza di fessurazioni e/o di lesioni strutturali; Dilatazioni differenziali tra materiali di supporto e finitura; Soluzioni di continuità conseguenti agli stress termici in prossimità dell innesto di elementi metallici. Degrado delle superfici Distacco dei vari strati di intonaco dalla muratura

71 EFFLORESCENZA Descrizione: Formazione di sostanze cristalline, in genere di colore biancastro e di aspetto cristallino, o polverulento o filamentoso, sulla superficie del manufatto e poco aderente alla superficie. Nel caso di efflorescenze saline, la cristallizzazione può avvenire anche all interno del materiale provocando, spesso, il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno, in questi casi, prende il nome di cripto efflorescenza o di sub-efflorescenza. Cause: È conseguente alla pressione di cristallizzazione dei Sali. Tale fenomeno è accentuato da: Umidità da risalita capillare, da condensazione, da perdite localizzate di impianti; Ruscellamento delle acque meteoriche; Presenza di solfati; Azione del vento; Sostanze aggiunte in trattamenti restaurativi; Degrado di interfaccia tra laterizi e malte. Degrado delle superfici Evidente efflorescenza sul supporto lapideo

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