INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO, PROGETTALE ED AMBIENTALE RELAZIONE

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1 ASSOGGETTABILITA ALLA V.I.A. (SCREENING) (art. 20 D.Lgs. 152/06 e. s.m.i. Legge Regionale E-R 9/1999 Circolare Regione E-R prot.2009/49760 del ) INQUADRAMENTO PROGETTALE ED RELAZIONE SOCIETA PROPONENTE ECO DEMOLIZIONI s.r.l. Via Nabucco n Rimini (RN) Tel.: 0541/ Cell.: 335/ Fax: 0541/ ufficio@ecodemolizioni.com Responsabile Tecnico: Salvatori William

2 INDICE 0 INTRODUZIONE QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Ubicazione dell intervento e inquadramento geografico dell area Previsioni e vincoli della pianificazione territoriale ed urbanistica Descrizione di inquadramento del Piano Territoriale Regionale (PTR) Descrizione di inquadramento del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) Descrizione di inquadramento del Piano Territoriale di coordinamento provinciale (PTCP) Descrizione di inquadramento del Piano Provinciale di gestione dei rifiuti urbani e speciali (PPGR) Descrizione di inquadramento del Piano Regolatore Generale (PRG) Coerenza del progetto con le norme Descrizione delle concessioni, autorizzazioni, licenze, pareri, nulla osta, assensi comunque denominati, preordinati progetto proposto QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE Identificazione della ditta Tipologia di attività svolta Tipologia e caratteristiche dei rifiuti autorizzati al trattamento Elenco rifiuti autorizzati Elenco e caratteristiche dei rifiuti da trattare Impianto mobile Caratteristiche tecniche dell impianto mobile Descrizione del processo di trattamento Rifiuti prodotti dal processo di trattamento Caratteristiche dell area Delimitazione e collocazione dell impianto mobile Pavimentazione e sistema di raccolta acque meteoriche Impianto di umidificazione generale dell area Considerazioni di impatto ambientale Polveri ed emissioni in atmosfera Produzione di rumore Pag.1 di 51

3 2.6.3 Esalazioni moleste Proliferare di ratti, animali, insetti ecc Inquinamento del suolo Produzione di rifiuti e loro destinazione Sistemi di trattamento dei rifiuti incompatibili Recuperi energetici Traffico indotto nella rete viaria urbana di accesso al cantiere Piano di bonifica ambientale a fine esercizio QUADRO DI RIFERIMENTO Alternative di progetto in relazione ai relativi impatti ambientali Alternative strategiche Alternative di localizzazione Alternative di processo o strutturali Alternative di compensazione o di mitigazione degli effetti negativi Alternativa zero Sintesi e scelta tra le alternative prese in esame Impatti ambientali attesi a scala locale Impatti su atmosfera e clima Impatti su acque superficiali e sotterranee Impatti su suolo e sottosuolo Impatti su flora, fauna ed ecosistemi Impatti da rumore Impatti sul benessere umano Impatti conseguenti al verificarsi di incidenti a rischio di incidente rilevante Impatti sul paesaggio ed il patrimonio storico/culturale Impatti ambientali cumulativi Mitigazione degli impatti ambientali negativi Pag.2 di 51

4 0 INTRODUZIONE Il presente Studio Preliminare Ambientale viene presentato dalla Società Eco Demolizioni s.r.l., con sede legale in via del Nabucco n 58 a Rimini, titolare dell autorizzazione n 292 del rilasciata dalla Provincia di Rimini, alla gestione di un impianto mobile esercizio delle operazioni di recupero (R5) di rifiuti urbani e speciali non pericolosi mediante mezzo mobile di vagliatura marca REV tipo GCS 106 finalizzato al recupero (R5), di rifiuti urbani e speciali non pericolosi. Si precisa che in data 28/03/2011 con nota prot è avvenuta l accettazione della relativa garanzia finanziaria da parte della Provincia di Rimini. La Società Eco Demolizioni s.r.l. ha anche inoltrato comunicazione, ai sensi dell art. 208 comma 15 del D. Lgs.152/06, per l effettuazione di attività di recupero rifiuti inerti tramite impianto mobile, che intende svolgere presso l area denominata ex pastificio Ghigi sita in Comune di Morciano di Romagna, in Via Roma di proprietà della Società Rinnovamento Ghigi s.r.l. con sede legale in via F.Olivucci n 7 a Forlì (vedi ALLEGATO 5 ) Con la presente documentazione si intende espletare la procedura di verifica SCREENING dell impianto mobile di trattamento rifiuti inerti, da collocarsi nel sito indicato del Comune di Morciano di Romagna (RN), ai sensi della normativa vigente (Legge Regionale 9/99, dal D.Lgs. 152/06 e smi). Si prevede, compatibilmente con le condizioni meteorologiche e con l organizzazione di cantiere, di effettuare le operazioni di trattamento per un numero massimo di 30 giorni di effettivo TRATTAMENTO DEI RIFIUTI. Ciò comporterà un quantitativo di rifiuti trattabili giornalmente pari a circa 734 ton/giorno, che conferma la necessità di effettuare preventivamente la suddetta procedura poiché l attività in oggetto risulta ricompresa in quanto previsto al punto 7 lettera zb) dell Allegato IV al D.Lgs 3 aprile 2006 n 152 e s.m.i: z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 In questa relazione sarà illustrato sia il quadro di riferimento programmatico sia quello progettuale, sia quello ambientale, relativamente al sito interessato dal cantiere in oggetto. Costituiscono parte integrane del presente documento i seguenti Allegati : ALLEGATO 1 - Planimetria catastale dell area di cantiere e di un intorno; ALLEGATO 2 - Planimetria dell area di cantiere, con indicati i cumuli di rifiuti inerti ed il posizionamento del frantoio mobile nonché i contenitori scarrabili per il deposito dei rifiuti prodotti dall attività R5; ALLEGATO 3 - Copia dell autorizzazione n 292 del emessa dalla Provincia di Rimini in data per la gestione (R5) dell impianto mobile REV GCS 106 Pag.3 di 51

5 ALLEGATO 4 - Documentazione tecnica relativa al gruppo di frantumazione mobile marca REV, tipo GCS 106 matricola (estratto parti significative del relativo manuale d uso e manutenzione e dichiarazione CE di conformità) ALLEGATO 5 - Copia della comunicazione alla Provincia di Rimini, ai sensi dell art. 208 comma 15 del D. Lgs.152/06, per l effettuazione di attività di recupero rifiuti inerti tramite impianto mobile, che presso l area denominata ex pastificio Ghigi sita in Comune di Morciano di Romagna ALLEGATO 6 - Documentazione tecnica relativa all impianto di nebulizzazione esterna impiegato per abbattere le polveri nell area oggetto della attività di recupero R5 ALLEGATO 7 - Previsione di impatto acustico a firma di tecnico competente in acustica Pag.4 di 51

6 1 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Il quadro di riferimento programmatico fornisce gli elementi conoscitivi sulle relazioni tra gli interventi in progetto e gli strumenti di pianificazione e programmazione territoriale e Settoriale. Tali elementi costituiscono il parametro di riferimento per esprimere un giudizio di coerenza con gli atti pianificatori e normativi vigenti. 1.1 Ubicazione dell intervento e inquadramento geografico dell area L area in oggetto denominata ex pastificio Ghigi si colloca immediatamente a ridosso del centro storico del Comune di Morciano di Romagna (RN), ed esattamente tra via Roma e via Guglielmo Marconi. In FIG. 1.1 si riporta la foto da satellite con individuazione dell area di cantiere ed il limite del centro storico. FIG. 1.1 Foto da satellite dell area Pag.5 di 51

7 In FIG. 1.2 si riportano 2 viste fotografiche dell area. FIG. 1.2 Pag.6 di 51

8 I riferimenti catastali dell area di cantiere in cui sarà effettuata la campagna di recupero dei rifiuti inerti di demolizione sono i seguenti: Comune - Morciano di Romagna; Catasto fabbricati - Foglio 7, particelle n 99 e n 105 Catasto terreni Foglio 7, particella n 700 L area di cantiere, entro su cui sarà collocato il frantumatore è la medesima. La sua superficie complessiva è pari a circa mq Proprietario dell area è la Società Rinnovamento Ghigi s.r.l. con sede legale in via F.Olivucci n 7 a Forlì. La campagna di recupero in sito dei rifiuti di demolizione derivanti dal cantiere stesso è stata affidata alla Ditta Eco Demolizioni s.r.l. con sede legale in via del Nabucco n 58 a Rimini. In ALLEGATO 1 si riporta lo stralcio catastale dell area di cantiere ed in ALLEGATO 2 viene indicata l ubicazione del frantoio, dei cumuli di rifiuti inerti prodotti dalla demolizione e delle materie prime che saranno ottenute dal trattamento (MPS), nonché degli stoccaggi degli altri rifiuti che verranno prodotti da tale attività di recupero. 1.2 Previsioni e vincoli della pianificazione territoriale ed urbanistica Descrizione di inquadramento del Piano Territoriale Regionale (PTR) Il Piano territoriale regionale (PTR) è lo strumento di programmazione con il quale la Regione delinea la strategia di sviluppo del territorio regionale definendo gli obiettivi per assicurare la coesione sociale, accrescere la qualità e l efficienza del sistema territoriale e garantire la qualificazione e la valorizzazione delle risorse sociali ed ambientali. Il PTR è predisposto in coerenza con le strategie europee e nazionali di sviluppo del territorio. I valori paesaggistici, ambientali e culturali del territorio regionale sono oggetto di specifica considerazione nel Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) che è parte integrante del PTR. Il PTR definisce indirizzi e direttive per la pianificazione di settore, per i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciali (PTCP) e per gli strumenti della programmazione negoziata. In data 3 febbraio 2010 è stato approvato il nuovo PTR Descrizione di inquadramento del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) La Legge 142/90 ha sancito, di fatto, il passaggio delle competenze per la pianificazione territoriale della scala regionale e quella provinciale demandando quindi ogni decisione di programmazione urbanistica a tale livello. Il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) è parte tematica del Piano Territoriale Regionale (PTR) e si pone come riferimento centrale della pianificazione e della programmazione regionale dettando regole e obiettivi per la conservazione dei paesaggi Pag.7 di 51

9 regionali. Esso influenza le strategie e le azioni di trasformazione del territorio sia attraverso la definizione di una quadro normativo di riferimento per la pianificazione provinciale e comunale, sia mediante singole azioni di tutela e di valorizzazione paesaggistico-ambientale. Il PTPR persegue i seguenti obiettivi, determinando specifiche condizioni ai processi di trasformazione ed utilizzazione del territorio: a) conservare i connotati riconoscibili della vicenda storica del territorio nei suoi rapporti complessi con le popolazioni insediate e con le attività umane; b) garantire la qualità dell'ambiente, naturale ed antropizzato, e la sua fruizione collettiva; c) assicurare la salvaguardia del territorio e delle sue risorse primarie, fisiche, morfologiche e culturali; d) individuare le azioni necessarie per il mantenimento, il ripristino e l'integrazione dei valori paesistici e ambientali, anche mediante la messa in atto di specifici piani e progetti. In funzione delle predette finalità il PTPR provvede, con riferimento all'intero territorio regionale, a dettare disposizioni volte alla tutela: a) dell'identità culturale del territorio regionale, cioè delle caratteristiche essenziali ed intrinseche di sistemi, di zone e di elementi di cui è riconoscibile l'interesse per ragioni ambientali, paesaggistiche, naturalistiche, geomorfologiche, paleontologiche, storicoarcheologiche, storico-artistiche, storico-testimoniali; b) dell'integrità fisica del territorio regionale. Il Piano Paesistico può quindi essere considerato come la «interpretazione amministrativa» dei paesaggi regionali; esso individua infatti le grandi suddivisioni di tipo fisiografico (montagna, collina, pianura, costa), i sistemi tematici (agricolo, boschivo, delle acque, insediativo) e le componenti biologiche, geomorfologiche o insediative che per la loro persistenza e inerzia al cambiamento (le cosiddette «invarianti» del paesaggio) si sono poste come elementi ordinatori delle fasi di crescita e di trasformazione della struttura territoriale regionale a formare quel palinsesto entro cui si possono distinguere gli elementi più significativi delle diverse epoche che ne determinano il carattere e la forma. Inoltre, identifica 23 unità di paesaggio quali ambiti in cui è riconoscibile una sostanziale omogeneità di struttura, caratteri e relazioni e che costituiscono il quadro di riferimento generale entro cui applicare le regole della tutela, avendo ben presenti il ruolo e il valore degli elementi che concorrono a caratterizzare il sistema (territoriale e ambientale) in cui si opera. Sulla base di tale suddivisione l area che sarà occupata temporaneamente dall impianto mobile insiste nell unità di paesaggio n.12: COLLINA DELLA ROMAGNA CENTRO- MERIDIONALE (vedi FIG.1.3) i cui caratteri distintivi, stralciati dagli elaborati del PTPR, sono riportati in FIG.1.4. Pag.8 di 51

10 INQUADRAMENTO FIG. 1.3 PTPR Unità di paesaggio Area impianto FIG. 1.4 PTPR Unità di paesaggio n 12 Pag.9 di 51

11 FIG. 1.4 PTPR Unità di paesaggio n 12 Pag.10 di 51

12 FIG. 1.4 (segue) PTPR Unità di paesaggio n 12 Dall analisi delle schede relative agli elementi di paesaggio di cui sopra non si evidenziano motivi di incompatibilità dell impianto in esame con le previsioni del PTPR Descrizione di inquadramento del Piano Territoriale di coordinamento provinciale (PTCP) Il PTCP 2007, approvato il , costituisce aggiornamento del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, approvato dalla Regione Emilia-Romagna con Delibera della Giunta Regionale n.656 del 11/05/1999, modificato con Variante approvata dalla Regione Emilia-Romagna con Delibera della Giunta Regionale n.2377 del 12/11/2001, il quale si conferma ancora largamente condivisibile nelle sue opzioni di fondo relative a un vasto campo di temi. Recentemente, in data 29/11/2011, il PTCP è stato aggiornato a seguito del passaggio dei territori dell Alta Val Marecchia dalla provincia di Pesaro-Urbino a quella di Rimini. Ciò non ha comportato modifiche in riferimento all area oggetto del presente screening. Il PTCP costituisce adeguamento tecnico alla legge urbanistica regionale (LR 20/2000), ed al tempo stesso considera e tiene conto di alcune condizioni di scenario generale che sono andate rapidamente evolvendosi anche rispetto ai tempi, non lontani, in cui lo strumento sostituito è stato elaborato. Due, in particolare, sono gli aspetti da considerare da questo punto di vista: la forte accelerazione registrata dai fenomeni di globalizzazione, che con la comparsa di nuovi protagonisti fortemente competitivi tendono a mettere in discussione un ordine economico internazionale consolidato da lungo tempo; la più forte maturazione del tema della sostenibilità come criterio guida delle politiche territoriali. Declinata in tutte le sue accezioni ambientale, territoriale, sociale, economica, istituzionale, la sostenibilità è divenuta in questi ultimi anni una chiave imprescindibile di verifica e impostazione di programmi e azioni rivolte alle trasformazioni del territorio, ed ha acquisito come tale una particolare profilatura negli indirizzi della Comunità Europea. Pag.11 di 51

13 Tra gli obiettivi specifici che il PTCP si pone, figurano anche i seguenti, ritenuti pertinenti rispetto ai fini del presente Studio Preliminare Ambientale: limitazione delle attività estrattive. Lo svolgimento delle attività estrattive trova la propria cornice programmatica e regolamentare nell apposito piano PIAE che individua e localizza le potenzialità estrattive nel territorio provinciale con orizzonte temporale all anno I siti individuati dal PIAE vigente rappresentano di fatto gli unici poli estrattivi sfruttabili, considerando il sistema dei vincoli ambientali e paesaggistici esistenti e l effettiva disponibilità di risorsa. Su questo presupposto, è da ritenersi che, esaurite le previsioni del vigente PIAE si dovrà tener conto delle considerazioni in merito alla limitata disponibilità di aree potenzialmente idonee ad ospitare nuove attività estrattive, il che porta a promuovere politiche e azioni volte a incrementare l utilizzo di materiali alternativi e di recupero; migliore gestione dei rifiuti. Per quanto attiene allo smaltimento dei rifiuti, la provincia di Rimini sconta da tempo una mancata autosufficienza d ambito. Dei rifiuti annualmente prodotti, solo il 23% è recuperato attraverso i circuiti di raccolta differenziata, del rimanente quantitativo ca. il 56% viene smaltita nell unico impianto presente nel territorio provinciale, mentre il residuo 44% ca. viene ancora conferito presso discariche di altre province. Coerentemente con le previsioni del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti (PPGR), e a fronte di uno scenario di tendenziale crescita dei rifiuti prodotti, le politiche e le azioni da sviluppare dovranno tendere ad assicurare l autosufficienza d ambito dello smaltimento. In considerazione di ciò, il PTCP formula le seguenti indicazioni: ridurre la produzione favorendo il recupero e il riciclaggio dei rifiuti, anche con un forte potenziamento della raccolta differenziata su tutto il territorio provinciale; realizzare una discarica provinciale; garantire l elevata protezione dell ambiente mediante l impiego di tecnologie appropriate. In particolare il PTCP 2007 aggiorna nella Tavola E Aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, il quadro degli indirizzi per il PPGR, ed individua nella Tavola A Assetto evolutivo del sistema Rimini, un sito dove preferibilmente possono essere allocati nuovi impianti per il deposito preliminare/messa in riserva e trattamento di rifiuti inerti provenienti da demolizioni costruzioni e scavi, finalizzati prevalentemente al recupero, al fine di dare una risposta a esigenze assai sentite nella parte nord del territorio provinciale. Ebbene, in riferimento all area oggetto del presente Studio Preliminare, valgono le seguenti considerazioni: è inserita nell ambito degli insediamenti principali, come è ovvio che sia trovandosi in adiacenza al centro storico di Morciano (vedi FIG.1.5, tratta dalla Tavola A- Assetto evolutivo del sistema di Rimini; Pag.12 di 51

14 non ricade in alcuna area di tutela del patrimonio paesaggistico come si evince dalla FIG.1.6, tratta dalla Tavola B2- Tutela del patrimonio paesaggistico ; ricade all interno dell insediamento principale del comune di Morciano di Romagna. Non si segnalano altri elementi di valorizzazione delle risorse storico culturali (vedi FIG.1.7, tratta dalla Tavola C2- Valorizzazione delle risorse paesaggistiche e storico culturali ); non ricade in ambiti a pericolosità idraulica e/o a pericolosità geomorfologia (vedi FIG.1.8, tratta dalla Tavola D2- Rischi ambientali ); ricade invece in Aree di Ricarica Indiretta della falda ARI (art.3.5) ricomprese tra le aree a vulnerabilità idrogeologica. L area ricade nel Bacino imbrifero del fiume Conca; insiste in una Zona potenzialmente idonea alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti (con le limitazioni di cui all'art. 6.2 comma 4 quinta linea) come si evince dalla FIG.1.9, tratta dalla Tavola E2- Aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti. Dal momento che l area non ricade in aree di ricarica diretta delle falde-ard in base a quanto evidenziato sopra (vedi FIG.1.8), ricadendo in aree ARI, è possibile affermare che non sussiste alcuna limitazione di idoneità di cui all art.6.2 comma 4 quinta linea. Da quanto sopra è possibile concludere che, l attività oggetto del presente Studio Preliminare, risulta coerente con gli obiettivi specifici del PTCP e compatibile con le previsioni del PTCP stesso. Pag.13 di 51

15 FIG. 1.5 PTCP Stralcio tavola A Assetto evolutivo del sistema di Rimini Area impianto Pag.14 di 51

16 INQUADRAMENTO FIG. 1.6 PTCP Stralcio tavola B2 Tutela del patrimonio paesaggistico Area impianto Pag.15 di 51

17 FIG. 1.7 PTCP Stralcio tavola C2 Valorizzazione delle risorse paesaggistiche e storico culturali Area impianto Pag.16 di 51

18 INQUADRAMENTO FIG. 1.8 PTCP Stralcio tavola D2 Rischi ambientali Area impianto Pag.17 di 51

19 FIG. 1.9 PTCP Stralcio tavola E2 Aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti Area impianto Pag.18 di 51

20 1.2.4 Descrizione di inquadramento del Piano Provinciale di gestione dei rifiuti urbani e speciali (PPGR) Il Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti (PPGR), è lo strumento che regola la pianificazione del settore dei rifiuti così come stabilito dalla Legge Regionale 12 luglio 1994, n. 27 "Disciplina dello smaltimento dei rifiuti" modificata ed integrata dalla Legge Regionale 21 aprile 1999, n. 3 "Riforma del sistema regionale e locale", in particolare gli artt. 125, 126, 127, 128, 129, 130. Il PPGR della Provincia di Rimini è stato approvato con Delibera del Consiglio Provinciale n.43 del 26 giugno Per la redazione del Piano, sono state prese come riferimento: la Legge Regionale 18 maggio 1999, n. 9 "Disciplina della procedura di valutazione dell'impatto ambientale" modificata con Legge Regionale 16 novembre 2000, n. 35 in particolare l'art. 4, la Legge Regionale 6 settembre 1999, n. 25 "Delimitazione degli ambiti territoriali ottimali e disciplina delle forme di cooperazione tra gli Enti locali per l'organizzazione del servizio idrico integrato e del servizio di gestione dei rifiuti urbani" modificata con la Legge Regionale 21 agosto 2001 n. 27 e la Legge Regionale 28 gennaio 2003 n.1 in particolare gli artt. 17 e 19 e la Legge Regionale 24 marzo 2000, n. 20 "Disciplina generale sulla tutela e l'uso del territorio" e successive modifiche. L art.13 ( Disposizioni speciali riguardanti la gestione di particolari tipologie di rifiuti speciali ) comma 2 delle NTA del PPGR, prevede, in particolare per i rifiuti da costruzione e demolizione quanto segue: I rifiuti da costruzione e demolizione rappresentano una frazione significativa di rifiuti speciali prodotti nel territorio provinciale. Anche se la loro composizione non è omogenea, risultano costituiti prevalentemente da rifiuti inerti Nella gestione dei rifiuti C&D devono essere perseguiti i seguenti obiettivi: ridurre la produzione e minimizzare l'impatto ambientale, attraverso l'introduzione di tecnologie di demolizione selettiva che consentano la successiva attività di recupero; massimizzare il loro recupero e riutilizzo come materiali; prevedere lo smaltimento finale in discarica soltanto come modalità residuale. La tavola 2 del piano, ripropone, di fatto, le previsioni del PTCP, individuando le aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero. In particolare, come si evince dalla FIG.1.10, l area sede della campagna di recupero in esame ricade nell ambito delle Zone potenzialmente idonee alla localizzazione di impianti di gestione dei rifiuti ad esclusione degli impianti di smaltimento finale (discariche ed inceneritori). Dalle considerazioni sopra riportate si evince che l impianto in oggetto risulta pienamente coerente con il PPGR stesso. Pag.19 di 51

21 FIG PPGR Stralcio tavola 2 Delimitazione delle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti Area impianto Pag.20 di 51

22 1.2.5 Descrizione di inquadramento del Piano Regolatore Generale (PRG) Il Piano Regolatore Generale è lo strumento che regola l'attività edificatoria in un territorio comunale. Il Comune di Morciano di Romagna ha approvato il PRG in data , successivamente sono state approvate varianti a tale piano regolatore, l ultima delle quali risale al Il materiale utilizzato per questa analisi è stato scaricato dal sito del Comune di Morciano di Romagna e fa riferimento alle norme tecniche di attuazione aggiornate appunto novembre L impianto ricade in Zona D4 aree produttive esistenti soggette a riqualificazione urbana soggetta alle prescrizioni dell art. 22 delle NTA che recita testualmente: 1. Sono classificate D4 le aree e gli immobili a specifica destinazione produttiva di tipo direzionale e industriale a speciale destinazione, in quanto comprendono attività e servizi di varia natura non classificabili nelle altre sottozone D, sostanzialmente sature. Sono consentite tutte le attività in atto al momento della adozione della Variante al P.R.G. relativa alla trasformazione e conservazione di materie prime di prodotti agricoli con i relativi servizi e uffici strettamente necessari allo svolgimento di tale attività, ammettendo le destinazioni a uffici e attività amministrative di servizio all azienda, attività produttive e magazzini, stoccaggio. Altre destinazioni o usi sono consentiti solo se in forma accessoria e di servizio all attività principale se non in osservanza ai successivi punti 4 e seguenti. 2. Sul patrimonio edilizio esistente, sono consentiti tutti gli interventi manutentivi e quelli di ristrutturazione edilizia. 3. Si opera per intervento diretto, ed è consentito il raggiungimento dell' indice di utilizzazione fondiaria di 0,5 mq/mq, con altezza massima (Hf) ml La trasformazione urbanistica del comprensorio D4, conseguente al trasferimento dell attività industriale, è subordinata all approvazione da parte del Consiglio Comunale del Programma di Riqualificazione Urbana, già previsto dalla delibera del Consiglio Comunale n. 75 del 6/12/1999 di individuazione degli Ambiti (ai sensi dell art. 2 della L.R. 19/98), e dalla delibera del Consiglio Comunale n. 2 del 7/02/2000, con la quale sono stati definiti gli indirizzi e gli obiettivi per la definizione del programma da parte degli operatori pubblici e privati. 5. Le destinazioni d uso, le superfici utili, i volumi realizzabili e le altre modalità di intervento saranno specificati, sulla base degli indirizzi prima richiamati, con la definizione del Programma di Riqualificazione Urbana, la cui approvazione seguirà le procedure previste dall art. 5 della L.R. n. 19/ In applicazione della L.R. n. 14/1999, che definisce i criteri di pianificazione territoriale e urbanistica riferiti alle attività commerciali in sede fissa, è prevista la localizzazione nel comprensorio D4 di una struttura alimentare, con superficie di vendita inferiore a 2500 mq., e di un complesso commerciale di vicinato, con superficie complessiva di vendita inferiore a 1500 mq. In riferimento a quanto indicato dall estratto del PRG del comune di Morciano di Romagna (rif. FIG.1.11) non si registrano prescrizioni conflittuali con l attività di recupero R5 oggetto Pag.21 di 51

23 del presente screening, anche in considerazione del suo carattere accessorio e limitato nel tempo rispetto alla prevista attività di demolizione dei manufatti esistenti approvata. FIG PRG Stralcio tavola D.1.m Definizione delle aree di espansione urbana congruenti con la vocazione di polo dei servizi di Morciano di Romagna Area impianto Pag.22 di 51

24 1.3 Coerenza del progetto con le norme Descrizione delle concessioni, autorizzazioni, licenze, pareri, nulla osta, assensi comunque denominati, preordinati progetto proposto Come scritto in precedenza la Ditta Eco Demolizioni s.r.l. ha ottenuto autorizzazione ai sensi dell art.208 del D.Lgs. 152/06 dalla Provincia di Rimini all esercizio delle operazioni di recupero (R5) di rifiuti urbani e speciali non pericolosi, mediante impianti mobile di vagliatura n 292 del , con validità sino al riportata in copia in ALLEGATO 3. Inoltre, la Società Eco Demolizioni s.r.l. ha inoltrato comunicazione, ai sensi dell art. 208 comma 15 del D. Lgs.152/06, per l effettuazione di attività di recupero rifiuti inerti tramite impianto mobile, che intende svolgere presso l area denominata ex pastificio Ghigi sita in Comune di Morciano di Romagna, in Via Roma (vedi ALLEGATO 5). L impianto mobile è del tipo eco frantumatore mobile marca REV, tipo GCS 106, matricola n le cui caratteristiche tecniche e modalità di impiego sono esplicitate nell ALLEGATO 4. Il recupero dei rifiuti inerti prevede l ottenimento di frazioni inerti di natura lapidea a granulometria idonea e selezionata (MPS - materie prime secondarie per l edilizia), con effettuazione del test di cessione conforme a quanto previsto nell'allegato 3 del DM 05/02/98 (come modificato dal D.M. 05/04/2006 n.186) e con caratteristiche conformi all allegato C della Circolare del Ministero dell Ambiente e tutela del territorio 15 luglio 2005, n UL/2005/5205 e precisamente alla EN 13242:2002+A1:2007 Aggregati per materiali non legati e legati idraulicamente da utilizzare per opere di ingegneria civile e costruzione di strade. Riepilogando le norme alle quali il suddetto impianto è soggetto e alle cui prescrizioni e vincoli esso è sottoposto sono quindi: Art. 208 del D.Lgs.152/06 e s.m.i. - autorizzazione all attività di recupero; Delibera della Giunta Regionale n.1991 del 13/10/2003 prestazione garanzie finanziarie per rilascio autorizzazione esercizio attività di recupero; Art.190 del D.Lgs.152/06 e s.m.i. adempimenti di contabilità ambientale (tenuta registri carico/scarico, compilazione formulari FIR e MUD); Art.208 comma 15 del D.Lgs.152/06 e s.m.i. - comunicazione di campagna di impianto mobile; D.M. 05/02/1998 e D.M. 05/04/2006 n.186 All.3 - attività di recupero di rifiuti inerti. L azienda possiede tutte le autorizzazioni per poter svolgere, nel pieno rispetto della normativa vigente, la campagna di frantumazione oggetto della procedura di screening. L attività di recupero R5 in esame si pone immediatamente a valle della attività di demolizione degli edifici costituenti l ex pastificio ed ex mangimificio Ghigi richiesta dalla Società Rinnovamento Ghigi s.r.l. al fine di dare attuazione, mediante Piano Urbanistico Pag.23 di 51

25 Attuativo (PUA), al Programma di riqualificazione urbana del comparto comprendente il pastificio Ghigi. Pag.24 di 51

26 2 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE Nel presente capitolo viene fornita la descrizione del quadro di riferimento progettuale che si identifica con le caratteristiche tecniche e gestionali dell impianto mobile di recupero. Sarà quindi possibile caratterizzare lo stato ante opera, con la descrizione e l illustrazione del quadro di riferimento ambientale; il progetto definitivo si identifica con la descrizione dell attività dell impianto mobile. Non rendendosi necessarie modifiche strutturali o impiantistiche all impianto mobile per l attività di gestione in progetto, il presente quadro di riferimento progettuale verterà principalmente sull analisi gestionale dell impianto mobile. 2.1 Identificazione della ditta Ragione sociale: Eco Demolizioni s.r.l. Sede Legale: Via Nabucco n 58, Rimini (RN); Legale Rappresentante: Salvatori Stefania; Partita IVA: In particolare, la ditta interviene nell attuazione del PUA (piano urbanistico attuativo) dell area comprendente l ex pastificio Ghigi con il preciso compito di gestire ed eseguire, da sola e quindi in assenza di interferenze con altre attività/imprese, tutte le attività di recupero (R5) in sito dei materiali ottenuti dalla demolizione dei manufatti ivi esistenti. Si precisa la Ditta Eco Demolizioni s.r.l. agisce nell ambito della Associazione Temporanea di Imprese (ATI) composta anche dalle imprese: Canghiari Costruzioni s.r.l. (capogruppo mandataria) con sede in via dell Artigianato n 7 a Monte Grimano Terme (PU); F.lli Ottaviani di Ottaviani Adriano e Carlo s.n.c. con sede in via Ornaccia n 7 a Monte Grimano Terme (PU); CTR Consorzio Trasporti Riviera Soc.Coop a.r.l. con sede in via Cella Raibanon 13 a MisanoAdriatico. 2.2 Tipologia di attività svolta L impresa Eco Demolizioni s.r.l. svolge attività correlate al settore edilizia ed in particolare opere di movimento terre, lavori stradali, trattamento e recupero di materiali inerti. Quest ultima attività può essere svolta, in generale, sia c/o cantieri edili interessati da grandi opere di demolizione dei manufatti esistenti, sia presso impianti a loro volta autorizzati alla messa in riserva e/o al trattamento che non sono dotati delle macchine e attrezzature o che si dovessero trovare con impianti momentaneamente fuori uso e/o non riparabili). Si precisa che anche in ottemperanza alle indicazioni contenute nel Contratto di programma approvato nell ottobre 2003 tra Enti, Associazioni di categoria, Ordini e Collegi professionali ed operatori economici, a livello della provincia di Rimini, preventivamente la Pag.25 di 51

27 demolizione dei manufatti esistenti relativi all ex pastificio Ghigi verrà effettuata solo dopo il completamento della bonifica dei materiali in fibrocemento contenenti fibre di amianto presenti, nel rispetto delle norme in materia, ad opera della ditta Protex Italia spa con sede legale in via Cartesio n 30 a Forlì, cui il Committente Rinnovamento Ghigi s.r.l. ha già affidato specifico incarico. I rifiuti contenenti amianto saranno quindi raccolti in modo differenziato in sede preventiva ed avviati a smaltimento in modo da poter escludere che le macerie prodotte dalla demolizione degli edifici possano in alcun modo contenere e quindi essere contaminate da tali rifiuti pericolosi La tipologia e le caratteristiche dei rifiuti prodotti oggetto della presente procedura di verifica sono dettagliate nel capitolo successivo. 2.3 Tipologia e caratteristiche dei rifiuti autorizzati al trattamento Elenco rifiuti autorizzati La Ditta Eco Demolizioni s.r.l. effettua, in generale, esclusivamente le lavorazioni di rifiuti inerti, macerie, materiali lapidei e rocce. La provenienza di questi rifiuti è da attività edile di costruzione e demolizione, fabbricazione di prodotti ceramici e laterizi. Il rifiuto da trattare, generalmente si presenta in forma di materiale da costruzione di scarto materiale lapideo misto, materiale ceramico e ceramico/cotto, conglomerati, terrecotte smaltate. Lo stato fisico è solido non polverulento, la pezzatura è di varia grandezza e dimensione. Spesso sono presenti frazioni lignee e metalliche, plastica, carta ed isolanti frammisti ai rifiuti. I rifiuti trattati sono esclusivamente speciali non pericolosi. L impianto mobile che effettua la frantumazione può operare su tali rifiuti con diversi gradi di macinazione del materiale da mm. Le modalità di recupero effettuate sono comunque quelle previste dalle vigenti normative in materia di recupero rifiuti e consentono di ottenere materie prime secondarie per l edilizia di cui al D.M. 05/02/98 come modificato dal D.M. 05/04/2006 n.186. I rifiuti che la ditta Eco Demolizioni s.r.l. è autorizzata a trattare, con l impianto mobile in esame, sono tutti speciali non pericolosi, e sono di seguito elencati: scarti di ghiaia e pietrisco, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti prodotti dalla lavorazione della pietra, diversi da quelli di cui alla voce rifiuti della produzione di materiali compositi a base di cemento, diversi da quelli di cui alle voci e altri rivestimenti e materiali refrattari provenienti dalle lavorazioni metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce Pag.26 di 51

28 cemento mattoni mattonelle e ceramiche miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce materiali da costruzione a base di gesso diversi da quelli di cui alla voce rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci , e rifiuti urbani non differenziati Il quantitativo complessivo di rifiuti per cui è autorizzato il trattamento ammonta a t/anno, corrispondente alla potenzialità annuale di trattamento. In particolare le (MPS) materie prime secondarie ottenibili dal recupero R5 del CER saranno sottoposte al test di cessione di cui allegato 3 del DM 05/02/98, come modificato dal D.M. 05/04/2006 n.186 ed avranno caratteristiche conformi all allegato C della Circolare del Ministero dell Ambiente e tutela del territorio 15 luglio 2005, n UL/2005/5205 e precisamente alla EN 13242:2002+A1:2007 Aggregati per materiali non legati e legati idraulicamente da utilizzare per opere di ingegneria civile e costruzione di strade Elenco e caratteristiche dei rifiuti da trattare La tipologia dei rifiuti prodotti nel cantiere in esame è rappresentata esclusivamente dal codice CER Rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci , e I rifiuti verranno opportunamente selezionati per verificarne la compatibilità con l'impianto. I requisiti indispensabili perché i rifiuti possano essere trattati sono: essere costituiti da rifiuti inerti; bassa percentuale di sostanze indesiderate; assenza di contaminazione da rifiuti pericolosi. Da ciò deriva che: non sono ammessi al trattamento rifiuti con alte percentuali di frazioni indesiderate; non sono ammessi al trattamento rifiuti che risultino incompatibili con le caratteristiche tecnologiche dell'impianto mobile; non sono ammessi al trattamento rifiuti contenenti amianto. Qualora rispondenti ai requisiti sopra elencati, i rifiuti vengono trattati in loco, al fine di realizzare materiali per rilevati e sottofondi, previa effettuazione del test di cessione. Pag.27 di 51

29 Relativamente al cantiere in oggetto si precisa che, come illustrato nella comunicazione ex art. 208 comma 15 del D.Lgs.152/06, durante la campagna di recupero a mezzo di impianto mobile (vedi ALLEGATO 5), verranno trattate le seguenti tipologie e quantitativi (questi ultimi indicativi da stima preventiva) di rifiuti: mc corrispondenti a t del rifiuto CER L attività svolta all interno dell area oggetto di studio si configura a tutti gli effetti come un attività di gestione dei rifiuti. I rifiuti da costruzione e demolizione da trattare CER , nonché le MPS per l edilizia ottenute dall attività di recupero svolta dalla Ditta Eco Demolizioni s.r.l., verranno stoccati in cumuli separati aventi altezza massima di 4m. I rifiuti prodotti dalla attività di trattamento R5 saranno invece depositati temporaneamente in cassoni separati in attesa di essere avviati a smaltimento / recupero presso impianti autorizzati a tal fine. La rappresentazione dei rifiuti inerti (CER ) da trattare, delle materie prime secondarie prodotte (MPS) con ubicazione del frantoio e dei cassoni scarrabili entro i quali saranno stoccati i rifiuti di risulta prodotti dal trattamento (R5), è riportata in ALLEGATO Impianto mobile La Ditta Eco Demolizioni s.r.l. effettuerà la campagna di recupero in esame avvalendosi della macchina frantumatrice semovente, identificata come segue: marca REV s.r.l. di Pennabilli (PU) località Pontemessa via Marecchiese n 66 tipo GCS 106 n matricola anno di costruzione 2010 Il macchinario è finalizzato alla frantumazione di materiale inerte derivante da scavi, cave, cantieri edili, demolizioni, e prefabbricati in cemento armato. Esso è dotata di un gruppo cingolato semovente che consente il trasportato con apposito carrello e posizionamento autonomo dell impianto nella zona identificata al processo di trattamento. In FIG. 2.1 sono riportate alcune foto relativo all impianto mobile operante in un altro sito rispetto a quello in esame. Pag.28 di 51

30 FIG. 2.1 Foto impianto mobile Caratteristiche tecniche dell impianto mobile In FIG. 2.2 e FIG. 2.3, tratte direttamente dal manuale d uso e manutenzione del GCS 106 (in ALLEGATO 4 è riportato un estratto dello stesso), sono individuati i principali elementi costituenti l impianto mobile il cui impiego è oggetto del presente screening. In sintesi, la macchina si compone di quattro parti principali: una tramoggia di carico con alimentatore a piastre atta a ricevere da un mezzo meccanico di carico (escavatore) il materiale inerte da frantumare e a distribuirlo nelle giuste quantità al frantoio attraverso l'alimentatore a vibrazione e il vaglio sgrossatore vibrante; un vaglio sgrossatore adibito alla vagliatura e sgrossatura del materiale allo scopo di non immettere nel frantoio le componenti fini del materiale. Il materiale fine che passa al di sotto del piano a barrotti può essere così convogliato direttamente o sul nastro laterale (nastro che nel cantiere in esame non sarà montato) o su quello principale Pag.29 di 51

31 assieme al materiale frantumato proveniente dal frantoio, il tutto per formare il cumulo delle MPS; FIG. 2.2 Elementi costituenti l impianto mobile REV GCS 106 un frantoio a mascelle nel quale è immesso il materiale da frantumare di varie pezzature e di varia natura, già depurato dalla frazione fine. Il frantoio è la parte più importante della macchina nella quale i massi vengono frantumati schiacciandoli fra una mascella fissa e una mobile. Il materiale non può uscire finché non ha raggiunto la dimensione di regolazione della bocca di uscita. un nastro deferizzatore (separatore magnetico) Il materiale frantumato, trasportato dal nastro principale, passa sotto al nastro deferizzatore (separatore magnetico) che separa il ferro contenuto nella demolizione del calcestruzzo Pag.30 di 51

32 FIG. 2.3 Elementi costituenti l impianto mobile REV GCS 106 L impianto è scarrabile e non necessità di montaggio e/o smontaggio. Viene trasportato con autocarro a semirimorchio con carrello ribassato di adeguata portata e scaricata direttamente nel cantiere di utilizzo. La macchina è dotata di cingoli. La macchina è alimentata con un motore diesel con una potenza di kw pari a 250 HP, mentre il suo peso complessivo, senza carburante ed in assetto di lavoro, è di Kg. (senza optional), il tutto come indicato in FIG. 2.4, ove sono riportate anche altre relative caratteristiche tecniche fornite dal costruttore REV. In FIG. 2.5 sono indicate le principali dimensioni/ingombri dell impianto in assetto da lavoro. Si ribadisce che nella campagna di recupero in esame non verrà impiegato il nastro laterale e quindi verrà formato un solo cumulo di MPS, alimentato dal nastro trasportatore principale. Pag.31 di 51

33 FIG. 2.4 Caratteristiche tecniche costituenti l impianto mobile REV GCS 106 La macchina è a norma di legge. In particolare rispetta i requisiti essenziali di sicurezza previsti dalla Direttiva Macchine 2006/42/CE, dalla Direttiva bassa tensione 2006/95/CE e dalla Direttiva compatibilità elettromagnetica 2004/108/CE come chiaramente indicato nella Dichiarazione CE di conformità riportata nell ALLEGATO 4. Sulla macchina è presente un impianto nebulizzatore integrato. La relativa pompa dell'acqua, per mezzo di appositi nebulizzatori posti sulla bocca del frantoio e nella zona di uscita del materiale dal frantoio, i quali rappresentano i punti di maggior produzione di polvere, consente di abbattere quasi totalmente la polvere prodotta. Gli ugelli montati sono doppi e sono di due misure diverse, e si può rendere operativo o l'uno o l'altro. In funzione della quantità di polvere prodotta, è possibile mandare più o meno acqua girando il corpo (particolare a di FIG. 2.6) che porta i due ugelli contrapposti. Pag.32 di 51

34 FIG. 2.5 Dimensioni/ingombri dell impianto mobile REV GCS 106 Pag.33 di 51

35 FIG. 2.6 Particolare impianto nebulizzatore integrato nell impianto mobile REV GCS 106 L impianto mobile è stata concepito per effettuare le lavorazioni di frantumazione dei materiali inerti conferiti e precisamente di: inerti di scavo quali roccia e alluvionale, calcestruzzo armato proveniente da demolizioni; componenti murali quali blocchi, laterizi mattoni ecc.; bloccame di asfalto proveniente dalle pavimentazioni stradali; residui di componenti prefabbricati e precompressi in c.a. Nel sito di utilizzo oggetto del presente screening verranno svolte unicamente le operazioni di manutenzione settimanale e giornaliera specificate nel manuale istruzioni riportato in ALLEGATO.4, tra le quali vanno segnalati, in quanto di diretta rilevanza ambientale, i controlli che non vi siano perdite di olio nei motori idraulici, nelle pompe, nei cilindri, nei tubi flessibili e nei raccordi idraulici. In ogni caso, qualunque inconveniente e/o disfunzione dell impianto mobile comporterà l immediato arresto dello stesso e la chiamata di uno dei preposti della società Eco Demolizioni s.r.l. e/o dell assistenza esterna (officine specializzate). Le operazioni di manutenzione annuale, tra le quali figura la sostituzione completa dell olio idraulico e dei motoriduttori, nonché il lavaggio periodico, stante la loro delicatezza Pag.34 di 51

36 verranno svolti unicamente presso il deposito di Rimini, via Marecchiese 227 e/o presso officine autorizzate. A fine attività presso il cantiere in esame, l impianto sarà portato presso altro sito per effettuare un altra campagna di trattamento, ovvero parcheggiato presso il deposito di Rimini, via Marecchiese 227 a Rimini. Infine, i rifornimenti di gasolio atti a garantire il normale funzionamento del motore termico dell impianto mobile non comporteranno sversamenti accidentali di gasolio, in quanto attuati avvalendosi dell apposita tubazione (vedi FIG. 2.7) atta ad aspirare direttamente il gasolio stesso dalla auto-cisterna esterna evitando così di effettuare travasi manuali da taniche con il rischio di sversamenti accidentali. FIG. 2.7 Particolare tubazione aspirante per rifornimento gasolio integrata nell impianto mobile REV GCS 106 Pag.35 di 51

37 2.4.2 Descrizione del processo di trattamento L'operazione di recupero R5 di rifiuti inerti provenienti dalle operazioni di demolizione consiste nella valutazione dei rifiuti da trattare, nella rimozione del materiale estraneo, nella riduzione meccanica della pezzatura degli inerti, nella successiva deferrizzazione, per poi riutilizzarli come materie prime secondarie (MPS) per la realizzazione di rilevati e sottofondi. II processo di frantumazione e selezione mediante impianto mobile consente l'ottenimento di un materiale le cui caratteristiche chimico/fisiche sono tali da renderlo direttamente riutilizzabile per la realizzazione di rilevati e sottofondi, previo test di cessione, come previsto dall'allegato 3 del DM 05/02/98. Prima di iniziare il processo di trattamento, il rifiuto viene privato delle parti indesiderate più grossolane, tramite macchinari di movimentazione terra o manualmente, se necessario. Questa operazione serve a togliere le parti più voluminose che si possono distinguere in due categorie: conglomerati di rifiuti inerti di grosse dimensioni, non direttamente trattabili nell'impianto. Questo rifiuto dovrà essere preventivamente ridotto di dimensioni, per mezzo di pinze o martelli idraulici, prima di essere re - immesso nel ciclo di trattamento; rifiuti di grosse dimensioni costituiti principalmente da metalli ferrosi e altri rifiuti (compresi materiali misti). Questi rifiuti verranno prelevati e stoccati direttamente in cassoni appositi scarrabili (vedi ALLEGATO 2) per poi essere avviati direttamente con formulario di identificazione ad impianti di recupero autorizzati. Il ciclo produttivo dell impianto mobile inizia quindi con il carico per mezzo di escavatore della tramoggia della macchina. Una catena all interno trasporta le macerie sul nastro vibrante. In questo punto viene eseguita la prima selezione all interno; infatti solo la sabbia più fine viene setacciata dal vibrante e convogliata dal nastro trasportatore principale all esterno della macchina ed accatastata in cumuli. Le parti più grosse vengono trasportate alle ganasce e frantumate dalle stesse. Il materiale frantumato viene convogliato sul nastro trasportatore principale ove è presente il deferrizzatore magnetico che ne preleva le parti ferrose. Lo stesso nastro trasporta poi il materiale all esterno della macchina accumulandolo. Nella campagna di recupero R5 in esame non è previsto l impiego del nastro trasportatore laterale e per tanto non viene descritto il suo ruolo nel processo di trattamento. Come già evidenziato l impianto mobile è dotato di impianto integrato nebulizzatore finalizzato ad abbattere quasi totalmente la polvere prodotta durante la lavorazione (frantumazione). Il FIG. 2.8 viene riportato uno spaccato dell impianto mobile che ben rappresenta in modo grafico il processo di trattamento sopra descritto, mentre in FIG. 2.9 viene riportato lo schema a blocchi del processo di trattamento stesso. Pag.36 di 51

38 FIG. 2.8 Schema a blocchi del processo di trattamento FIG. 2.3 Schema a blocchi del processo di trattamento Pag.37 di 51

39 A seconda della tipologia di materiale con cui verrà alimentato l impianto mobile le MPS ottenute, identificate come Aggregati per materiali non legati e legati idraulicamente da utilizzare per opere di ingegneria civile e costruzione di strade secondo la EN 13242:2002+A1:2007, saranno rispettivamente del tipo: stabilizzato 0/30 se derivano essenzialmente da blocchi di c.a. (essenzialmente da strutture di fondazione) aggregato grosso 40/70 se derivano da murature (essenzialmente da strutture fuori terra) Si precisa che, le materie prime secondarie ottenute dal trattamento rifiuti, saranno destinate ad un riutilizzo in primis in altri cantieri previa verifica che esse sono conformi ai limiti previsti per il test di cessione di cui all allegato 3 del D.M. 05/02/98, come modificato dal DM 186/2006. Pur non essendo previsti al momento riutilizzi diretti nel cantiere in esame, l effettuazione della attività di trattamento R5 direttamente in cantiere consentirà di ridurre di circa un 30% il volume totale dei rifiuti/residui derivanti dall attività di demolizione. Tale circostanza risulta di assoluto rilevo tenuto conto che essa implica che ci sia un consistente riduzione degli autotreni che verranno impiegati per liberare l area in esame da tali rifiuti/residui di demolizione, il tutto, lo ribadiamo nel centro abitato del comune di Morciano di Romagna ed in immediata adiacenza del suo centro storico. I quantitativi espressi precedentemente sia in tonnellate che in mc sono indicativi. I quantitativi dei rifiuti trattati rientrano, comunque, nel quantitativo massimo delle t/anno autorizzate dalla Provincia di Rimini per detto mezzo mobile Rifiuti prodotti dal processo di trattamento Dalle operazioni di trattamento verranno prodotti presumibilmente le seguenti tipologie di rifiuti: metalli ferrosi - codice CER altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifouti diversi da quelli di cui alla voce codice CER Detti rifiuti di risulta verranno tenuti separati dai rifiuti ancora da trattare e dalle materie prime secondarie ottenute, ed accumulati in cassoni scarrabili, separati per le varie tipologie di rifiuti (vedi ALLEGATO 2). Si prevede di impiegare in cantiere 3 cassoni scarrabili da 30mc ciascuno per depositare temporaneamente il CER e altrettanti per il CER , il che porta ad un deposito istantaneo di 90 mc per ciascuno di detti rifiuti. Detti cassoni verranno continuamente rimpiazzati da analoghi cassoni vuoti nel corso della giornata lavorativa mentre i cassoni pieni saranno trasportati agli impianti di recupero/smaltimento di seguito specificati. Pag.38 di 51

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