UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE
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- Riccardo Bevilacqua
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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE CORSO «LA GESTIONE DEI RIFIUTI IN ATENEO» Modulo SPECIALISTICO 1 a PARTE dott. Deborah GORI SERVIZI INTEGRATI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE D7/2015 DISPENSE Servizi Integrati di Prevenzione e Protezione UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE
2 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Programma formativo «ABC-Ambiente» LA GESTIONE DEI RIFIUTI IN ATENEO Modulo specialistico - 1 a parte Deborah Gori Servizi Integrati di Prevenzione e Protezione Servizio di Tutela Ambientale 27 maggio SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE D ATENEO Il programma del corso 2 CORSO: «La GESTIONE dei RIFIUTI in ATENEO» Modulo SPECIALISTICO prima parte La gestione dei rifiuti prodotti in laboratorio Destinatari: Addetti locali che operano in laboratorio Addetti SPEP Argomenti principali (approccio: ambiente + sicurezza) Le fasi della gestione dei rifiuti di laboratorio; Analisi preliminare delle attività, caratterizzazione dei rifiuti; Classificazione, codifica e schedatura dei rifiuti La raccolta finalizzata in laboratorio; casi particolari Preparazione contenitori, tracciabilità interna, etichettatura Trasmissione dati Trasporto contenitori, deposito in aree di stoccaggio Deposito temporaneo Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 1
3 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - I rifiuti di laboratorio 3 Rivediamo lo schema della gestione dei RIFIUTI DI LABORATORIO: DIPARTIMENTO con laboratori Addetto Locale (funzioni operative) PRODUZIONE RIFIUTO RACCOLTA FINALIZZATA SERVIZIO TUTELA AMBIENTALE CARICHI DB e SISTRI GESTIONE LIMITI e SCADENZE DEP. ETICHETTATURA TRASPORTO AL DEPOSITO DEPOSITO TEMPORANEO SMALTIMENTI: Modulistica smaltitore Schede SISTRI Redazione FIR ed eventuale DdT Supervisione operazioni asporto SCARICHI DB e SISTRI REGISTRAZIONE CARICO DEPOSITO RIFIUTI GESTIONE QUARTE COPIE FIR INVIO DATI al SERVIZIO PRESENTAZIONE ANNUALE MUD I rifiuti di laboratorio 4 REGOLA GENERALE Per legge (e per la sicurezza di tutti) i rifiuti di laboratorio contaminati o costituiti da sostanze pericolose NON devono essere: gettati nel normale cestino della spazzatura versati nel lavandino ma devono essere raccolti e gestiti correttamente Inadempienze: possibili danni alla salute possibili danni ambientali pesanti sanzioni (anche penali) Una corretta gestione dei rifiuti: Rispetta un obbligo di legge Tutela la sicurezza Tutela la salute collettiva Tutela l ambiente Corso «Sicurezza in Laboratorio» Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 2
4 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Fasi della gestione dei rifiuti di laboratorio LE FASI RACCOLTA Disposizione 1/ art.5, comma 1, lett. c RACCOLTA FINALIZZATA: l'insieme delle operazioni volte a identificare, classificare e raccogliere i rifiuti speciali nel luogo di produzione, nonché a confezionarli correttamente per il successivo deposito temporaneo. DEPOSITO TEMPORANEO DEPOSITO RIFIUTI SMALTIMENTO La «Raccolta Finalizzata» 6 Fasi della RACCOLTA FINALIZZATA: ANALISI PRELIMINARE individuazione e codifica dei possibili rifiuti PREDISPOSIZIONE dei contenitori per ogni tipologia INFORMAZIONE al PERSONALE DI LABORATORIO RIEMPIMENTO dei contenitori CONFEZIONAMENTO dei RIFIUTI Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 3
5 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Analisi preliminare delle attività 7 1. Individuare le FASI dell attività in cui si producono SOSTANZE e MATERIALI DI SCARTO 2. Individuare la COMPOSIZIONE del futuro rifiuto: in una miscela si considerano i due o tre composti prevalenti per quantità, che caratterizzano meglio il rifiuto. 3. Prevedere la PRODUZIONE: di ogni tipologia dobbiamo stimare le QUANTITÀ e le dobbiamo rapportare al TIPO di produzione (continua/occasionale) 4. CLASSIFICAZIONE DEL RIFIUTO: assimilabile agli urbani / speciale non pericoloso / speciale pericoloso + eventaule classif. ADR UNIUD001 RIFIUTO AB CODIFICA DEL RIFIUTO: attribuzione del corretto codice CER che lo identificherà in tutte le successive fasi di gestione. Analisi preliminare delle attività 8 La SCHEDA di CARATTERIZZAZIONE del rifiuto è lo strumento che consente di raccogliere e certificare i dati su: 1. COMPOSIZIONE del rifiuto 2. TIPO di PRODUZIONE 3. RADRL di riferimento Sulla base dei dati raccolti mediante la scheda, il Servizio assegnerà al rifiuto: codice CER caratteristiche di pericolosità (HP) etichettatura classificazione ADR L Addetto locale custodisce ed aggiorna, sulla base delle informazioni dei RADRL, la raccolta delle Schede dei rifiuti normalmente prodotti nella Struttura. UNIUD001 RIFIUTO AB-01 Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 4
6 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Analisi preliminare delle attività 9 In ogni laboratorio, ad uso degli utenti, potrebbe essere affisso un QUADRO SINOTTICO: 1. ELENCO degli SCARTI di laboratorio 2. CODICE COLORE delle taniche 3. CODICE CER corrispondente La tabella fornisce: informazioni semplici e chiare agli utenti del laboratorio; quadro riassuntivo per l addetto locale in occasione dei carichi. L Addetto locale tiene aggiornata la tabella, sulla base delle Schede Rifiuto presenti in laboratorio. Analisi preliminare delle attività 10 Ogni addetto locale avrà a disposizione una TABELLA RIASSUNTIVA dei rifiuti prodotti normalmente, da usare anche come promemoria nelle successive fasi di etichettatura e registrazione dei rifiuti. Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 5
7 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Analisi preliminare delle attività 11 ATTENZIONE ALLE FASI INIZIALI: la CLASSIFICAZIONE e la CODIFICA CER (con l eventuale attribuzione delle appropriate CARATTERISTICHE di PERICOLO) condizionano il corretto svolgimento delle fasi successive: Manipolazione e movimentazione del rifiuto in sicurezza Eventuale deposito temporaneo effettuato nei termini di legge Scelta dei contenitori idonei ed eventuale etichettatura Corretta individuazione del trasportatore e del destinatario Corretta applicazione della norma ADR, ove necessario Corretta gestione documentale (FIR - registro MUD - SISTRI) Le inadempienze agli obblighi in materia di gestione rifiuti possono comportare SANZIONI PENALI. Ogni rifiuto va correttamente individuato e caratterizzato per poter essere correttamente gestito. Codifica dei rifiuti: il codice CER 12 Per la corretta gestione, il produttore deve assegnare ad ogni rifiuto un CODICE, che si ricava dal Catalogo Europeo dei Rifiuti (CER) pubblicato nell allegato D del D.lgs. 152/2006. Il codice CER è costituito da sei cifre, tre coppie di numeri: Classe: la prima coppia di numeri del codice individua l attività da cui deriva il rifiuto (da 01 a 20) Sottoclasse: la seconda coppia di numeri individua il processo produttivo di provenienza Categoria: la terza coppia di numeri individua il nome del rifiuto classe 07 Rifiuti dei processi chimici organici sottoclasse 07 Rifiuti da produzione, formulazione, fornitura e uso di prodotti della chimica fine e di prodotti chimici non specificati altrimenti categoria 04* Altri solventi organici, soluzioni di lavaggio ed acque madri NB: i rifiuti contrassegnati con un asterisco * sono rifiuti pericolosi Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 6
8 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Rifiuti LIQUIDI pericolosi a rischio chimico 13 CER DESCRIZIONE DETTAGLI COMPOSIZIONE * Acido solforico Acido solforico concentrato. Miscela solfo-cromica esaurita * Soluzioni acquose basiche Sodio idrossido in soluzione. Potassio idrossido in soluzione * Soluzioni saline contenenti metalli Soluzioni acquose tipicamente inorganiche, contenenti sali metallici * Soluzioni acquose di lavaggio Soluzioni acquose di lavaggio, anche a ph acido, costituite da acidi organici e inorganici (ad es. acetico, nitrico, solforico, cloridrico ) e sostanze chimiche di laboratorio. Soluzioni acquose diluite, di lavaggio, costituite da reagenti vari di laboratorio. Rifiuti LIQUIDI pericolosi a rischio chimico 14 CER DESCRIZIONE DETTAGLI COMPOSIZIONE * * Miscela di solventi e sostanze chimiche alogenate Miscela di solventi e composti chimici di laboratorio Miscele o soluzioni acquose contenenti prevalentemente solventi alogenati, ad es. cloroformio, cloruro di metilene Miscele o soluzioni acquose contenenti prevalentemente solventi organici non alogenati ad esempio: acetone, acetonitrile, esano, DMSO, xilene, etere etilico, etere di petrolio, metanolo, etanolo, butanolo, isopropanolo, fenolo, DMF, glutaraldeide, formaldeide * Liquidi di sviluppo Soluzioni acquose di sviluppo esauste * Liquidi di fissaggio Soluzioni acquose di fissaggio esauste * * Oli minerali esausti Olio lubrificante per motore Olio per circuiti idraulici Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 7
9 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Rifiuti SOLIDI pericolosi a rischio chimico 15 CER DESCRIZIONE DETTAGLI COMPOSIZIONE * Rifiuti solidi contaminati da sostanze pericolose Materiale contaminato da sostanze pericolose (vetreria monouso, pasteur, cuvette, puntali, provette) ; Piccola vetreria non bonificabile; Carta assorbente, guanti, mascherine, filtri di carta contaminati da sostanze pericolose; Stracci e cartoni sporchi di olio minerale o altre sostanze pericolose * Imballaggi contaminati da sostanze pericolose Contenitori vuoti, non bonificabili, che contenevano sostanze pericolose: reagenti chimici, olio minerale, vernici, fitofarmaci * Reagenti di scarto Reagenti chimici scaduti, deteriorati, inutilizzabili Rifiuti SOLIDI pericolosi a rischio chimico 16 CER DESCRIZIONE DETTAGLI COMPOSIZIONE * Batterie al piombo Batterie al piombo esauste * Batterie Ni-Cd Batterie al nichel-cadmio esauste Altre batterie ed accumulatori Pile alcaline esauste, pile ricaricabili litio, pile a bottone ecc * Filtri dell olio Filtri dell olio esauriti * Tubi fluorescenti ed altri rifiuti contenenti mercurio Neon esauriti, lampade a basso consumo, lampade a vapori di mercurio. Termometri a mercurio rotti/da eliminare Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 8
10 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Rifiuti pericolosi a RISCHIO BIOLOGICO 17 CER Descrizione Dettagli composizione * Rifiuti che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni rifiuti a rischio biologico provenienti da attività di ricerca medica e microbiologica rifiuti contaminati da fluidi o materiali biologici, di provenienza umana, potenzialmente infetti (sangue, urine, feci ecc.) colture cellulari, batteriche ecc * Rifiuti che devono essere raccolti e smaltiti applicando precauzioni particolari per evitare infezioni rifiuti a rischio biologico provenienti da attività di ricerca veterinaria rifiuti contaminati da fluidi o materiali biologici, di provenienza animale, potenzialmente infetti (latte, sangue, urine, feci...) parti anatomiche, carcasse animali da laboratorio Rifiuti speciali non pericolosi e assimilabili 18 CER DESCRIZIONE DETTAGLI COMPOSIZIONE Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) Tutte le apparecchiature ad alimentazione elettrica e i loro componenti: computer, (esclusi monitor=rifiuti pericolosi) stampanti fotocopiatrici ecc Componenti RAEE Cartucce toner e ink-jet esaurite Carta e cartone Carta da macero (scarto d archivio) Ferro e acciaio Rottami di ferro, scaffalature metalliche ecc Rifiuti inerti Rifiuti da manutenzioni edili Provini calcestruzzo Campioni di sabbie, ghiaie, terreni Oli vegetali esausti Scarti prove di frittura; campioni DIAL Rifiuti assimilati agli urbani (raccolta differenziata) Frazione secca non recuperabile Carta e cartoni Plastica - Vetro Rifiuti ferrosi - Legno - Sfalci e ramaglie Frazione organica ( umido ) Carta e plastica non recuperabili, tessuti, gomma, cuoio, lampadine a incandescenza/alogene, CD/DVD, floppy disk, ceramica, polistirolo. Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 9
11 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - La «Raccolta Finalizzata» - Fase 2 19 Fasi della RACCOLTA FINALIZZATA: ANALISI PRELIMINARE individuazione e codifica dei possibili rifiuti PREDISPOSIZIONE dei contenitori per ogni tipologia INFORMAZIONE al PERSONALE DI LABORATORIO RIEMPIMENTO dei contenitori CONFEZIONAMENTO dei RIFIUTI Contenitori per la raccolta dei rifiuti 20 Identificati i rifiuti prodotti, dobbiamo predisporre un contenitore per la raccolta di ciascuna tipologia (individuata dal CER). Devono avere queste caratteristiche generali: Omologazione ONU per il successivo trasporto ADR Resistenza alle sostanze chimiche da contenere Dimensioni adeguate ai volumi prodotti Chiusura ermetica, con tappo a tenuta munito di guarnizione (taniche per liquidi) Capacità e dimensioni adeguate alla movimentazione manuale (il contenitore pieno non dovrà pesare più 10 kg circa) u n 3H1 / Y1,8 / 150 / -- F / BVT / Pi Esempio di omologazione ONU di un contenitore per la raccolta dei rifiuti liquidi (tanica da 11 litri): Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 10
12 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Contenitori per la raccolta dei rifiuti 21 Il Servizio fornisce agli utenti interessati: u n TANICHE e BOTTIGLIE per rifiuti LIQUIDI: Capacità: 1, 5, 11 litri Polietilene ad alta densità e alto peso molecolare (HDPE-HMW) Omologate ONU Tappo a tenuta con guarnizione SECCHIELLI per la raccolta di rifiuti SOLIDI: volume: 30 litri chiusura ermetica: il secchiello pieno si chiude premendo bene lungo il bordo del coperchio, meglio se con dei lievi colpi di martello È comunque possibile utilizzare contenitori non forniti dal servizio: devono essere OMOLOGATI ONU se non omologati, il contenuto finale deve essere trasferito in un contenitore ONU Contenitori per la raccolta dei rifiuti 22 Il Servizio fornisce agli utenti interessati anche i contenitori specifici per RIFIUTI SANITARI. Si tratta di: Scatole in cartone o polipropilene, con sacchetto interno, da 60 litri Secchielli neri in polietilene HDPE da 30 litri Secchielli gialli in polietilene da 3 litri (coperchio con doppia apertura, per taglienti) Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 11
13 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Contenitori per la raccolta dei rifiuti 23 Contenitori «da bancone»: punti di raccolta allestiti presso la postazione di lavoro. Utilizzo in sicurezza: Puntali, cuvette, pasteur Oggetti acuminati o taglienti Piccole aliquote di scarti liquidi Bottiglia ONU da 1 litro Il contenuto deve essere chiaramente indicato e leggibile I contenitori devono resistere alle sostanze chimiche contenute Se il contenitore non è omologato, a riempimento si deve travasare il contenuto in un contenitore ONU Il travaso dei liquidi va fatto con la massima cura e attenzione (rischio di spandimenti e schizzi) Contenitori per la raccolta dei rifiuti 24 Casi particolari: le sostanze costituenti il rifiuto sono chimicamente incompatibili con il contenitore in polietilene. Esempi: Miscela solfocromica esausta Acido nitrico >75% Solventi clorurati (cloroformio, tricloroetilene) molto concentrati In questi casi non è opportuno stoccare per lungo tempo i rifiuti nelle taniche in HDPE. Per la raccolta è possibile utilizzare le bottiglie in vetro con cui i reagenti vengono spediti dal fornitore. L imballo finale deve essere lo stesso dell arrivo: celle antiurto, confezione esterna in cartone omologata ONU con etichettatura ADR. Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 12
14 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Contenitori per la raccolta dei rifiuti 25 PREPARAZIONE DEI CONTENITORI PER IL RIEMPIMENTO i contenitori di raccolta degli scarti di laboratorio devono essere facilmente identificabili, soprattutto per evitare miscelazioni, potenzialmente pericolose - e vietate - tra tipologie diverse. su ogni contenitore deve essere chiaramente indicato il rifiuto da raccogliere, scritto in modo leggibile, comprensibile e indelebile aggiungere eventualmente il nome inglese o la formula chimica sistema interno di codifica: colore/cer (rosso=solventi ; verde=acidi+metalli ; ecc.) legenda specifica in ogni laboratorio se il rifiuto presenta particolari rischi (es: infiammabile, tossico, corrosivo) è opportuno apporre il relativo simbolo di pericolo Facilmente infiammabile Estremamente infiammabile Tossico Molto tossico Corrosivo Casi particolari: CONTENITORI di REAGENTI 26 I contenitori vuoti di reagenti e la vetreria di laboratorio in plastica, vetro, alluminio possono essere avviati alla RACCOLTA DIFFERENZIATA con una appropriata procedura di bonifica. N.B. È preferibile non procedere alla bonifica dei contenitori vuoti di sostanze particolarmente pericolose (molto tossiche, cancerogene, mutagene ecc.), che vanno gestiti come rifiuti solidi pericolosi (imballaggi contaminati - CER ). Sostanze volatili: far evaporare sotto cappa o all aria (a seconda della natura e della pericolosità della sostanza) Sostanze non volatili: asportare i residui sciacquando con minime aliquote di acqua/etanolo/acetone (a seconda della miscibilità) fino a raggiungere un buon livello di bonifica del contenitore. NB: i residui del lavaggio vanno gestiti come il corrispondente rifiuto liquido pericoloso. Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 13
15 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Casi particolari: CONTENITORI di REAGENTI 27 Togliere l etichetta, o renderla illeggibile coprendo con cura nome della sostanza ed eventuali simboli di pericolo, frasi R ecc. Conferire il contenitore bonificato nel cassonetto dedicato (vetro o plastica) Casi particolari: REAGENTI CHIMICI 28 FUSTO 1 Lista dei reagenti 1 1) Redigere una tabella (file Excel fornito dal Servizio) con l elenco dei reagenti da eliminare dove sono indicati: specie chimica -numero CAS frasi di rischio; stato fisico; quantità (g o ml); tipo di confezione (vetro/plastica). 2) Inviare la lista al Servizio per la verifica di conferibilità alla ditta autorizzata allo smaltimento. 3) CONFEZIONAMENTO: utilizzare l imballo originale oppure i contenitori forniti dal Servizio (fusti blu da 30 litri a bocca larga) Raggruppare nello stesso imballo reagenti con lo stesso stato fisico e adeguata compatibilità chimica Inserire le confezioni originali, avendo cura di circondarle di materiale antiurto (carta, paglia sintetica, chips in polistirolo, film plastico a bolle d aria ecc.) Siglare ciascun contenitore per renderlo identificabile e predisporre una lista dei reagenti contenuti in ciascun fusto (per lo smaltitore). Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 14
16 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Casi particolari: RIFIUTI RADIOATTIVI I RIFIUTI RADIOATTIVI 29 I rifiuti radioattivi sono espressamente esclusi dal campo di applicazione della normativa rifiuti (parte quarta del D.Lgs. 152/2006). Devono essere smaltiti mediante conferimento a ditta specializzata ai sensi del D.Lgs 230/95 e s.m.i. Caso particolare: rifiuti contenenti radioisotopi con tempo di dimezzamento breve (T 1/2 < 75 giorni) In questo caso i rifiuti si lasciano a decadere fino a quando la loro radioattività scende sotto la soglia prescritta (1Bq/g). Da questo momento possono essere smaltiti «in esenzione», come rifiuti speciali. Il referente locale per la radioprotezione cura il deposito dei rifiuti in decadimento all interno dei locali del laboratorio radioisotopi; i contenitori sono opportunamente schermati (eventuale doppio contenitore) e distinti per data di scadenza del decadimento. Coordinamento con il Servizio di Radioprotezione Casi particolari: RIFIUTI RADIOATTIVI I RIFIUTI RADIOATTIVI Smaltimento in esenzione: 30 Quando sussistono le condizioni per uno smaltimento in esenzione: Il rifiuto radioattivo viene lasciato decadere per il tempo necessario, a seconda del radioisotopo. Il referente per la radioprotezione accerta l avvenuto decadimento al disotto della soglia prescritta. Coordinamento con il Servizio di Radioprotezione Il rifiuto viene «scaricato» dalle giacenze del laboratorio radioisotopi e diventa «rifiuto speciale»: Etichettatura Registro Carico/Scarico Deposito temporaneo e Smaltimento Adempimenti SISTRI e Dichiarazione MUD Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 15
17 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Casi particolari: Sottoprodotti Origine Animale 31 I SOTTOPRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE (SOA) Disciplinati dal Regolamento CE/1069/2009. Si tratta di norme sanitarie per la tutela dai rischi per la salute pubblica connessi alla gestione di questi materiali. SOA: «corpi interi o parti di animali, prodotti di origine animale o altri prodotti ottenuti da animali, non destinati al consumo umano». Nel nostro Ateneo: si tratta soprattutto delle carcasse degli animali allevati presso la nostra sede di Pagnacco (Rustici via San Mauro). La prassi corrente prevede che la gestione di questi materiali sia effettuata in autonomia dalla struttura interessata (Azienda Agraria, sez. acquacoltura del DIAL) e che le carcasse vengano conferite alla ditta autorizzata. Asporto SOA: non prevede FIR, tenuta di registro c/s, SISTRI, MUD. Il destino delle carcasse è sempre più spesso l incenerimento presso impianto autorizzato. N.B: orientamento giurisprudenziale sui SOA destinati in ogni caso allo smaltimento (cfr. nozione di rifiuto D.lgs. 152/2006) La «Raccolta Finalizzata» - Fase 3 32 Fasi della RACCOLTA FINALIZZATA: ANALISI PRELIMINARE individuazione e codifica dei possibili rifiuti PREDISPOSIZIONE dei contenitori per ogni tipologia INFORMAZIONE al PERSONALE DI LABORATORIO RIEMPIMENTO dei contenitori CONFEZIONAMENTO dei RIFIUTI Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 16
18 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Riempimento dei contenitori 33 I contenitori di rifiuti chimici/biologici in riempimento NON DEVONO COSTITUIRE UN PERICOLO Dove posizionare i contenitori in riempimento: in una parte del laboratorio facilmente accessibile, il più possibile vicina alla postazione di lavoro se necessario sotto cappa, o all interno di un armadio aspirato, avendo cura di tenere il tappo ben chiuso lontano da fonti di calore, irraggiamento solare, quadri elettrici, apparecchiature in funzione lontano da zone molto frequentate o di passaggio non a ingombrare le vie di fuga non in posizione di equilibrio precario scarti liquidi: possibilmente all interno di un recipiente più basso, di volume e resistenza adeguati, che funga da bacino di contenimento Riempimento dei contenitori 34 I contenitori di rifiuti chimici/biologici in riempimento NON DEVONO COSTITUIRE UN PERICOLO Questo non è un bacino di contenimento Buone pratiche: Collocare opportunamente sia le taniche in riempimento che quelle piene. Evitare di accumulare troppi contenitori pieni nei laboratori, procedendo con regolarità al deposito nel sito di stoccaggio della sede. Tenere in laboratorio prodotti utili all assorbimento di liquidi pericolosi in caso di spandimento accidentale. prima di tutto è un presidio di emergenza! Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 17
19 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Riempimento dei contenitori 35 I contenitori di rifiuti chimici/biologici in riempimento NON DEVONO COSTITUIRE UN PERICOLO LIQUIDI: non riempire troppo la tanica, potrebbe spandere durante la movimentazione! Buone pratiche: sulle taniche vuote indicare con un pennarello il livello massimo raggiungibile. Richiudere sempre il tappo, ma non stringere troppo per non sigillare la tanica SOLIDI: se si tratta di materiale leggero e voluminoso (carta, guanti) pressare bene il materiale per sfruttare l intera capacità del secchiello. Cercare comunque di non superare i 10 kg di carico, per agevolarne la movimentazione. MISCELE di rifiuti liquidi: sono possibili (anche se non sempre consigliabili) solo tra soluzioni appartenenti alla stessa tipologia (CER) È opportuno verificare sempre la compatibilità chimica tra le specie miscelate Riempimento dei contenitori 36 I contenitori di rifiuti chimici/biologici in riempimento NON DEVONO COSTITUIRE UN PERICOLO USARE SEMPRE I DPI: Nella manipolazione e movimentazione dei rifiuti pericolosi è necessario adottare tutte le misure di prevenzione e i dispositivi di protezione che si adottano per l utilizzo delle corrispondenti sostanze pericolose (cfr. SCHEDE DI SICUREZZA). Corrosivo Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 18
20 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Riempimento dei contenitori 37 I contenitori di rifiuti chimici/biologici in riempimento NON DEVONO COSTITUIRE UN PERICOLO RIFIUTI A RISCHIO BIOLOGICO: in alcuni casi è opportuno sterilizzare in autoclave il materiale prima del conferimento come rifiuto valutazione RADRL di solito il materiale viene depositato direttamente nel secchiello o nel cartone, per strati successivi. Se necessario si disinfetta ogni strato con una soluzione di sali di ammonio quaternari particolari materiali (parti anatomiche, provette con fluidi biologici) sono conservati in congelatore a -20 C fino allo smaltimento liquidi di colture cellulari: concordare con il Servizio le opportune modalità operative per l eliminazione del rifiuto allo stato liquido. (diverse possibilità in base ai quantitativi) aghi e taglienti: da raccogliere sempre in un contenitore rigido per la nostra sicurezza: utilizziamo i DPI in ogni fase della gestione Riempimento dei contenitori 38 I contenitori di rifiuti chimici/biologici in riempimento NON DEVONO COSTITUIRE UN PERICOLO Materiale ACUMINATO / TAGLIENTE (anse, puntali, pipette, lame, frammenti di vetro contaminato ) per evitare la foratura del cartone durante la movimentazione, tutti i rifiuti taglienti, acuminati o appuntiti vanno raccolti in contenitori rigidi (anche non omologati) dotati di chiusura, da tenere accanto alla postazione di lavoro il contenitore, accuratamente chiuso dopo il riempimento, va quindi inserito nel cartone da 60 litri Corso «Sicurezza in Laboratorio» Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 19
21 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Riempimento dei contenitori 39 CARTONI per RIFIUTI SANITARI seguire scrupolosamente le indicazioni di montaggio stampate sul cartone; inserire il sacchetto giallo in polietilene, avvolgendo il bordo superiore dello scatolone procedere alla raccolta dei rifiuti, evitando con cura qualsiasi fuoriuscita di liquidi. IMPORTANTE: non superare il carico massimo di 7 kg! Le maniglie potrebbero rompersi e il rifiuto verrebbe respinto dall impianto a riempimento avvenuto, chiudere bene il sacchetto giallo con il laccio in dotazione chiudere bene lo scatolone facendo attenzione ad estrarre le maniglie Riempimento dei contenitori 40 Secchiello per RIFIUTI SANITARI da 30 litri: carico massimo: circa 10 kg inserire un sacchetto interno in polietilene (vanno bene anche quelli da immondizie) e depositarvi i rifiuti. Se non sterilizzati, ad ogni strato procedere alla disinfezione dei rifiuti con sali di ammonio quaternario a riempimento chiudere bene il sacchetto chiudere il coperchio del secchiello martellando lungo il bordo: se l operazione è corretta il coperchio si salda al contenitore. Verificare che la chiusura sia ermetica prima del conferimento. Secchiello in HDPE da 3 litri per taglienti: Per praticità, quando è pieno inserirlo in un cartone da 60 litri. Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 20
22 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - La «Raccolta Finalizzata» - Fase 4 41 Fasi della RACCOLTA FINALIZZATA: ANALISI PRELIMINARE individuazione e codifica dei possibili rifiuti PREDISPOSIZIONE dei contenitori per ogni tipologia INFORMAZIONE al PERSONALE DI LABORATORIO RIEMPIMENTO dei contenitori CONFEZIONAMENTO dei RIFIUTI Confezionamento dei rifiuti 42 PREPARAZIONE DEI RIFIUTI PER IL DEPOSITO TEMPORANEO Quando il contenitore è pieno lo scarto di laboratorio diventa RIFIUTO a tutti gli effetti di legge. RADUNARE I CONTENITORI PIENI I contenitori giunti a riempimento devono essere allontanati dal laboratorio quanto prima possibile. Prima della movimentazione, sigillare le taniche stringendo bene il tappo, avvitandolo fino a fine corsa. Controllare la tenuta. PER OGNI CODICE CER: si raggruppano i contenitori e ad ognuno si assegna un numero progressivo che identifica il contenitore (ID da riportare sull etichetta informativa v. slide seguenti). 2 di 2 N.B. annotare accuratamente tutti i dati relativi ai contenitori (composizione, CER, ID, volume, peso, tipo di contenitore, laboratorio di provenienza ) 1 di 2 Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 21
23 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Confezionamento dei rifiuti 43 ETICHETTATURA SISTEMA INTERNO DI TRACCIABILITÀ I contenitori pieni devono essere identificabili: rischi associati alle sostanze contenute, laboratorio di provenienza, data del carico Su ogni contenitore vengono apposte 3 etichette: «R NERA» = RIFIUTO PERICOLOSO D.C.I. 27 luglio 1984 punto lettera b) Sui contenitori dei rifiuti pericolosi, oltre alle etichettature previste dalle norme ADR deve essere in ogni caso apposta una etichetta inamovibile a fondo giallo, indelebile, aventi le misure di cm 15 15, recanti la lettera R di colore nero, alta cm 10, larga cm 8, con larghezza del segno di cm 1,5. I colori delle targhe, delle etichette e dei marchi devono essere indelebili e rispondenti alle caratteristiche cromatiche stabilite dalle norme Uni. Confezionamento dei rifiuti 44 ETICHETTATURA SISTEMA INTERNO DI TRACCIABILITÀ I contenitori pieni devono essere identificabili: rischi associati alle sostanze contenute, laboratorio di provenienza, data del carico Su ogni contenitore vengono apposte 3 etichette: SIMBOLO DI PERICOLO ADR Etichette di pericolo - cm 10 x 10 Classe 9 Pericoloso per l ambiente Classe 6.1 Materie tossiche Classe 3 Materie liquide infiammabili Classe 8 Materie corrosive Classe 6.2 Materie infettanti Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 22
24 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Confezionamento dei rifiuti 45 ETICHETTATURA SISTEMA INTERNO DI TRACCIABILITÀ I contenitori pieni devono essere identificabili: rischi associati alle sostanze contenute, laboratorio di provenienza, data del carico Su ogni contenitore vengono apposte 3 etichette: ETICHETTA INFORMATIVA UNIUD TRACCIABILITÀ DEL SINGOLO CONTENITORE I dati identificativi di ciascun contenitore vengono registrati nel database interno del Servizio. L elaborazione dei dati consente: organizzazione degli smaltimenti cura degli adempimenti di legge gestione magazzino contenitori programmazione attività e spese controllo produzioni Confezionamento dei rifiuti ETICHETTATURA 46 X ETICHETTA INFORMATIVA UNIUD Numero operazione di carico sul registro relativa a quel codice CER Struttura 24/ di 2 27/05/2015 Numero progressivo assegnato al contenitore tra tutti i contenitori con il codice CER Data dell operazione di carico; la stessa verrà riportata sul registro Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 23
25 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Trasmissione dati al Servizio TRASMISSIONE DEI DATI DEL CARICO 47 I dati dettagliati del carico effettuato devono essere riportati nella tabella di trasmissione dati (file Excel fornito dal Servizio). Il file viene inviato al Servizio via . Ecco un fac-simile della tabella: Oper. ID DATA St.Fisico Litri Kg CER Contaminanti Tipo contenitore 20/ di 3 27/05/2015 solido (2) / di 3 27/05/2015 solido (2) / di 3 27/05/2015 solido (2) Solidi contaminati da sostanze chimiche di laboratorio (materiale monouso, carta, guanti ecc) Solidi contaminati da sostanze chimiche di laboratorio (materiale monouso, carta, guanti ecc) Solidi contaminati da sostanze chimiche di laboratorio (materiale monouso, carta, guanti ecc) Secchiello 30 litri Secchiello 30 litri Secchiello 30 litri 21/ di 2 27/05/2015 liquido (4) Sodio idrossido in soluzione acquosa Tanica HDPE 5 lt 21/ di 2 27/05/2015 liquido (4) Sodio idrossido in soluzione acquosa Tanica HDPE 5 lt 22/ di 1 27/05/2015 liquido (4) Acetone e Isopropanolo in soluzione Tanica HDPE 5 lt PASSAGGIO CRITICO: un errore in questa fase condiziona tutte le fasi successive (dati SISTRI, documenti smaltimento, denuncia MUD). Fasi della gestione dei rifiuti di laboratorio - 2 LE FASI 48 RACCOLTA DEPOSITO TEMPORANEO DEPOSITO RIFIUTI SMALTIMENTO Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 24
26 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Deposito temporaneo dei rifiuti TRASPORTO dei RIFIUTI al sito di DEPOSITO MOVIMENTAZIONE DEI CONTENITORI in sicurezza! 49 Le taniche e i secchielli sono tutti dotati di maniglie; una volta riempiti non devono superare un peso totale compatibile con un agevole trasporto a mano (non oltre i kg). sollevare il carico a gambe divaricate e piegate e con la schiena eretta quando possibile bilanciare il carico trasportando un contenitore per lato; se il contenitore è singolo bisogna alternare frequentemente il lato evitare posizioni pericolose con la schiena piegata all indietro o torsioni pericolose della colonna vertebrale portare il carico per un tempo limitato, deponendolo di tanto in tanto deporre il carico a gambe piegate e a schiena diritta, così come per il sollevamento Deposito temporaneo dei rifiuti TRASPORTO dei RIFIUTI al sito di DEPOSITO MOVIMENTAZIONE DEI CONTENITORI in sicurezza! 50 Prima di iniziare il trasporto: indossare camice, guanti e gli altri eventuali DPI necessari verificare la chiusura e la tenuta dei contenitori (rischio spandimenti); verificare di aver preso tutto (es. chiavi stoccaggio): non dobbiamo lasciare il carrello incustodito! Ove possibile eseguire il trasporto mediante un carrello idoneo: portata adeguata buona stabilità contenimento lavabilità resistenza dei materiali Carrello RIZZI Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 25
27 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Deposito temporaneo dei rifiuti 51 TRASPORTO dei RIFIUTI al sito di DEPOSITO RISCHI DA INTERFERENZE Durante il trasporto dei rifiuti è necessario evitare il più possibile le interferenze con altri soggetti (studenti, personale ecc.). stabilire opportunamente il percorso, evitando il più possibile il transito in aree aperte al pubblico (corridoi, scale, ascensori) compatibilmente con i propri impegni, programmare il trasporto evitando le ore di massima affluenza nella sede utilizzare l ascensore come montacarichi, evitando la permanenza nella cabina insieme alle sostanze pericolose. se necessario segnalare al pubblico il divieto di utilizzo dell ascensore durante il trasporto dei rifiuti. non effettuare mai il trasporto da soli: è necessario che, mentre si spinge il carrello, qualcuno controlli la stabilità dei contenitori, sorvegli le zone di transito, apra le porte ecc. portarsi sempre un cellulare, per eventuali chiamate di emergenza o altre segnalazioni. in sicurezza! Deposito temporaneo dei rifiuti TRASPORTO dei RIFIUTI al sito di DEPOSITO DEPOSITO DEI CONTENITORI in sicurezza! 52 I contenitori dei rifiuti vanno depositati: distinti per stato fisico (separare i solidi dai liquidi) raggruppati per codice CER, insieme alle altre eventuali taniche già presenti (controllare la corrispondenza delle etichette ) in maniera ordinata (taniche e secchielli sono impilabili) CONTROLLI Controllare sempre le condizioni del sito di deposito: è importante segnalare subito al Servizio gli eventuali problemi riscontrati, ad es. precedenti conferimenti «non conformi» spandimenti rigonfiamento anomalo dei contenitori infiltrazioni d acqua nei locali Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 26
28 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Deposito temporaneo dei rifiuti 53 REQUISITI DEL DEPOSITO TEMPORANEO D.Lgs. 152/ art. 183 «Definizioni» - c.1 lett.bb Raggruppamento dei rifiuti nel luogo di produzione Rispetto delle norme tecniche (es. D.C.I. 27/7/1984 paragrafo 4); Divieto di miscelazione di rifiuti diversi; Rispetto delle norme sul deposito e sull imballaggio e l etichettatura delle sostanze pericolose contenute nei rifiuti; Rispetto dei limiti temporali e quantitativi: i rifiuti devono essere smaltiti - con cadenza trimestrale, indipendentemente dalla quantità depositata - oppure al raggiungimento dei 30 mc (di cui al massimo 10 mc di rifiuti pericolosi) - in ogni caso il deposito non può durare più di 1 anno N.B: se il deposito dei rifiuti non soddisfa i requisiti di legge diventa «STOCCAGGIO», con attività di smaltimento (D15) o recupero (R13) che devono essere AUTORIZZATE. Deposito temporaneo dei rifiuti 54 REQUISITI DEL DEPOSITO TEMPORANEO D.Lgs. 152/ D.P.R. 15 luglio 2003 n. 254 Caso particolare: RIFIUTI SANITARI la durata del deposito temporaneo deve essere più breve: Limite temporale: dalla data di produzione il deposito può durare al massimo: - 5 giorni per quantitativi > 200 litri - 1 mese per quantitativi < 200 litri N.B: la data di produzione nella nostra prassi è la data di chiusura del carico. Normalmente chiudiamo i carichi il giorno prima dello smaltimento, anche per poter effettuare le registrazioni SISTRI. Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 27
29 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - Il sito di deposito temporaneo dei rifiuti 55 CARATTERISTICHE DEL SITO DI DEPOSITO TEMPORANEO Dimensioni adeguate alla produzione di rifiuti della sede Adeguata protezione dagli agenti atmosferici Ubicazione ideale: se lo stoccaggio è un locale dell edificio principale, dovrebbe avere anche un accesso diretto verso l esterno se lo stoccaggio è una capannina esterna deve essere: compresa nella stessa area dell edificio principale non troppo distante dall edificio principale raggiungibile agevolmente con carrelli o transpallet in luogo sufficientemente riparato e poco soleggiato lontano da zone di passaggio molto frequentate (meglio se poco visibile dall esterno) dovrebbe essere garantito un facile accesso ai mezzi pesanti Il sito di deposito temporaneo dei rifiuti 56 CARATTERISTICHE DEL SITO DI DEPOSITO TEMPORANEO Segnalazione esterna di sicurezza (alcune criticità da valutare) Accesso consentito al solo personale autorizzato Porte di ingresso di dimensioni tali da consentire il passaggio con carrelli o transpallet Assenza di gradini: eventuali dislivelli andrebbero corretti con rampe transitabili con carrelli e transpallet Impermeabilizzazione del pavimento (es. rivestimento con resine epossidiche) e/o utilizzo di cassapallet omologati Assenza di fonti di calore, quadri elettrici, apparecchiature in tensione Sufficiente aerazione dei locali Separazione fisica tra rifiuti solidi e rifiuti liquidi e tra rifiuti contenenti sostanze incompatibili tra loro. Utilizzo di soli contenitori omologati. Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 28
30 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - I siti di deposito dell Ateneo 57 CAPANNINA RIFIUTI del Polo Scientifico Rizzi I siti di deposito dell Ateneo 58 RIZZI Deposito: taniche raggruppate per CER in cassapallet separati Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 29
31 Corso "La gestione dei rifiuti in Ateneo" - I siti di deposito dell Ateneo 59 CHIMICA Deposito: taniche raggruppate per CER in settori diversi del bacino 60 fine della prima parte GRAZIE per l attenzione Dispense ad uso didattico interno - a cura di Deborah Gori Servizio di prevenzione e protezione d Ateneo 30
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