VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

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1 PROVINCIA DI COSENZA SETTORE CACCIA PIANO FAUNISTICO VENATORIO PROVINCIALE VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA RAPPORTO AMBIENTALE (art. 23 commi 3 e 4 del R.R. 3/2008 e ss.mm.ii.) e allegato STUDIO DI INCIDENZA (art. 6 e Allegato A del R.R. 16/2009) MAGGIO 2010 REDAZIONE: ING. GIACOMO MARTIRANO

2 INDICE 1 ITER PROCEDURALE E METODOLOGIA DELLA VAS DEL PFVP DELLA PROVINCIA DI COSENZA Introduzione Il processo di VAS del PFVP, documenti e riferimenti per la valutazione Il rapporto preliminare Le consultazioni Esiti della fase di scoping STRUTTURA, CONTENUTI ED OBIETTIVI DEL PFVP DELLA PROVINCIA DI COSENZA Il contesto territoriale e socio economico Contenuti ed obiettivi del piano QUADRO NORMATIVO E PROGRAMMATICO PER LA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE Riferimenti normativi e strategici internazionali, nazionali e regionali Individuazione dei piani e dei programmi pertinenti Schede di sintesi degli obiettivi di sostenibilità ambientale, generali e specifici IL CONTESTO AMBIENTALE E TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Descrizione degli aspetti pertinenti allo stato dell'ambiente attuale Considerazioni generali La componente ambientale Acqua La tematica ambientale Beni culturali, archeologici, architettonici, paesaggio La tematica ambientale Cambiamenti climatici La tematica ambientale Energia La componente/tematica ambientale Flora, fauna e biodiversità La tematica ambientale Inquinamento atmosferico La tematica ambientale Popolazione e salute La tematica ambientale Rifiuti La tematica ambientale Rumore La componente/tematica ambientale Suolo, sottosuolo, rischio Il sistema dei vincoli Quadro di sintesi delle criticità, delle pressioni e dei problemi ambientali pertinenti al piano DETERMINAZIONE E VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI DEL PIANO VERIFICA DI COERENZA E VALUTAZIONE DELLE ALTERNATIVE Verifica di coerenza esterna Coerenza interna del piano Alternative MISURE, CRITERI E INDIRIZZI PER LA MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI ATTESI Quadro delle criticità, degli indirizzi e dei criteri per annullare, ridurre, compensare gli eventuali impatti negativi IL MONITORAGGIO Modalità e periodicità del monitoraggio Definizione degli indicatori necessari alla valutazione degli impatti Gli indicatori per la componente ambientale Acqua Gli indicatori per la tematica ambientale Beni culturali, archeologici, architettonici, paesaggio Gli indicatori per la tematica ambientale Cambiamenti climatici Gli indicatori per la tematica ambientale Energia Gli indicatori per la componente/tematica ambientale Flora, fauna e biodiversità Gli indicatori per la tematica ambientale Inquinamento atmosferico Gli indicatori per la tematica ambientale Popolazione e salute Gli indicatori per la tematica ambientale Rifiuti Gli indicatori per la tematica ambientale Rumore Gli indicatori per la componente/tematica ambientale Suolo, sottosuolo, rischio La mappa della meta-informazione Risorse per la realizzazione del monitoraggio e soggetto preposto alla redazione dei report periodici 117 Allegato 1 - STUDIO DI INCIDENZA INTRODUZIONE Il PFVP della Provincia di Cosenza La Rete Natura 2000 della Calabria Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 2 di 243

3 3.1 I Siti Natura 2000 della provincia di Cosenza Il Piano di Gestione dei SIC della Provincia di Cosenza I SIN e SIR della provincia di Cosenza Le ZPS della Provincia di Cosenza Gli obiettivi di sostenibilità ambientale Analisi di Incidenza Valutazione delle alternative Misure di mitigazione CONCLUSIONI Allegato 2 SINTESI NON TECNICA DELLE INFORMAZIONI CONTENUTE NEL RAPPORTO AMBIENTALE INTRODUZIONE Il rapporto preliminare Le consultazioni Esiti della fase di scoping CONTENUTI ED OBIETTIVI DEL PFVP DELLA PROVINCIA DI COSENZA QUADRO NORMATIVO E PROGRAMMATICO PER LA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE Riferimenti normativi e strategici internazionali, nazionali e regionali Individuazione dei piani e dei programmi pertinenti Schede di sintesi degli obiettivi di sostenibilità ambientale, generali e specifici IL CONTESTO AMBIENTALE E TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Descrizione degli aspetti pertinenti allo stato dell'ambiente attuale Il sistema dei vincoli DETERMINAZIONE E VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI DEL PIANO VERIFICA DI COERENZA E VALUTAZIONE DELLE ALTERNATIVE Verifica di coerenza esterna Coerenza interna del piano Alternative MISURE, CRITERI E INDIRIZZI PER LA MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI ATTESI Quadro delle criticità, degli indirizzi e dei criteri per annullare, ridurre, compensare gli eventuali impatti negativi IL MONITORAGGIO Allegato 3 SCANSIONI DELLE OSSERVAZIONI PERVENUTE DURANTE LA FASE DI SCOPING Autorità competente Dipartimento Politiche Ambientali Regione Calabria ARPACAL Dipartimento Provinciale di Cosenza Corpo Forestale Stato Ufficio Territoriale Biodiversità di Cosenza Comune di Belsito Comune di Rossano / Settore Ambiente Parco della Sila ISPRA Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 3 di 243

4 1 ITER PROCEDURALE E METODOLOGIA DELLA VAS DEL PFVP DELLA PROVINCIA DI COSENZA 1.1 Introduzione La Direttiva 42/2001/CE (c.d. Direttiva VAS Valutazione Ambientale Strategica), concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull ambiente, nonché il Testo Unico sull Ambiente (Titolo II - D. Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii) ed il Regolamento Regionale della Regione Calabria n. 3/2008 e ss.mm.ii. - Capo II - che disciplinano, rispettivamente a livello nazionale e regionale, le attività in materia di VAS, introducono l obbligo di valutazione ambientale per tutti i piani e programmi che possono avere effetti significativi sull ambiente. La valutazione condotta ai sensi della normativa VAS sopra citata rappresenta lo strumento per l integrazione delle considerazioni ambientali durante l elaborazione del Piano e comunque prima della sua adozione al fine dell eventuale implementazione di strategie e strumenti per la mitigazione in caso di effetti negativi. Poiché il Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza rientra, per effetto dell Art. 4 comma 2 del Regolamento Regionale n. 16/2009, nella disciplina della Valutazione di Incidenza e, di conseguenza, ai sensi dell Art. 20 comma 2, lett. b del Regolamento Regionale n. 3/2008 e ss.mm.ii., tra quelli da assoggettare a VAS, l Autorità Competente Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, di concerto con l Autorità Procedente Servizio Caccia e Pesca della Provincia di Cosenza, sulla scorta del primo incontro avvenuto presso il Dipartimento Ambiente della Regione Calabria in data 11/03/2009, ha ritenuto, per i motivi di cui sopra, superato il momento della verifica di assoggettabilità di cui all art. 22 del Regolamento Regionale n. 3/2008 e ss.mm.ii. e, di conseguenza, ha avviato la VAS secondo le fasi e le modalità di cui all art. 21 del Regolamento Regionale n. 3/2008 e ss.mm.ii.. L Autorità Procedente, con determinazione dirigenziale n del 22/05/2009, ha costituito il gruppo di lavoro per la progettazione e la redazione e del PFVP, affidando all Ing. Giacomo Martirano le attività relative alla VAS e alla VI (Valutazione di Incidenza). Nell incontro del 11/03/2009 l Autorità Procedente e l Autorità Competente hanno concordato che, nell ambito delle attività della VI da svolgersi ai sensi del Disciplinare Procedura sulla Valutazione di Incidenza approvato dalla Regione Calabria con D.G.R. n. 604/2005, lo studio preliminare di incidenza finalizzato alla VI secondo il Livello 1 Screening, fosse allegato al rapporto preliminare VAS, fermo restando quanto stabilito dal comma 5 dell art. 6 del Disciplinare e cioè che il Rapporto Ambientale dovrà includere tutte le informazioni richieste dallo studio di incidenza. Successivamente all avvio della consultazione preliminare VAS prevista dall art. 23 commi 1 e 2 del Regolamento Regionale n. 3 del e ss.mm.ii., in data 4 novembre 2009 la Giunta Regionale con Deliberazione n. 749 (pubblicata sul BURC in data ) ha approvato il Regolamento Regionale n. 16/2009 relativo alla Procedura di Valutazione di Incidenza, abrogando Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 4 di 243

5 il precedente disciplinare di cui alla D.G.R. n. 604/2005 e pertanto la VI è stata svolta secondo le previsioni della nuova regolamentazione. Essendo stata avviata in data 20/10/2009 e conclusa in data 03/12/2009 la consultazione preliminare VAS (i cui esiti sono riportati in dettaglio nel successivo paragrafo 1.5), il presente documento contiene il Rapporto Ambientale e la Sintesi Non Tecnica relativi alla VAS e allo Studio di Incidenza relativo alla Valutazione di Incidenza. 1.2 Il processo di VAS del PFVP, documenti e riferimenti per la valutazione Ad integrazione di quanto esposto nel paragrafo precedente, nella tabella 1.1 sono schematizzate le fasi della VAS del PFVP della Provincia di Cosenza: FASI DELLA VAS Scoping: definizione della portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale Consultazione sul rapporto preliminare Invio delle osservazioni sul rapporto preliminare da parte dei soggetti consultati Rapporto Ambientale e Sintesi Non Tecnica Consultazione sul Rapporto Ambientale Invio delle osservazioni sul Rapporto Ambientale e sulla Sintesi Non Tecnica da parte dei soggetti consultati Valutazione del Rapporto Ambientale e degli esiti della consultazione Eventuale revisione ed integrazione del programma Decisione Informazioni sulla decisione Monitoraggio ATTIVITA Redazione del rapporto preliminare (o rapporto di scoping) sulla base della bozza del piano (art. 5 - comma 4 - DIR 42/2001/CE; art comma 1 - D.Lgs 152/2006 e s.m.i.; art comma 1 - R.R. 3/2008) Invio all Autorità Competente e ai soggetti con competenze ambientali del rapporto preliminare (art comma 2 - D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.; art comma 2 - R.R. 3/2008) Esame delle considerazioni scaturite dalla consultazione e presa in considerazione ai fini della redazione del Rapporto Ambientale Redazione del Rapporto Ambientale e della Sintesi Non Tecnica (art commi 3 e 4 - D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.; art commi 3 e 4 - R.R. 3/2008) Invio e messa a disposizione dell Autorità Competente, dei soggetti con competenze ambientali e del pubblico del Rapporto Ambientale, della Sintesi Non Tecnica e della proposta di piano (art commi 5 e 6 -, art. 14 D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.; art commi 5 e 6 -, art. 24 R.R. 3/2008) Esame delle considerazioni scaturite dalla consultazione e presa in considerazione L Autorità Competente, in collaborazione con l Autorità Procedente, acquisisce e valuta tutta la documentazione prodotta ed esprime il motivato parere (art comma 1 - D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.; art comma 1 - R.R. 3/2008) L Autorità Procedente, in collaborazione con l Autorità Competente, provvede alla eventuale revisione del piano alla luce del parere motivato (art comma 2 - D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.; art comma 2 - R.R. 3/2008) Il piano ed il Rapporto Ambientale, insieme con il parere motivato e la documentazione acquisita, è trasmesso all organo competente all adozione o approvazione (art. 16 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i; art. 26 R.R. 3/2008) Procedure di informazione previste dall art. 17 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. e dall art. 27 R.R. 3/2008 Modalità di monitoraggio previste dall art. 18 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. e dall art. 28 R.R. 3/2008 Tabella 1.1 Il processo di VAS del PFVP della Provincia di Cosenza, documenti e riferimenti per la valutazione Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 5 di 243

6 1.3 Il rapporto preliminare Il prodotto principale del processo di VAS consiste nell elaborazione del Rapporto Ambientale, tuttavia lo schema procedurale della VAS ha previsto una prima fase, c.d. di Scoping, consistente nello svolgimento di considerazioni preliminari necessarie a stabilire la portata e le necessità conoscitive del piano. Tali considerazioni preliminari sono servite per organizzare e inquadrare gli elementi fondamentali del Piano e hanno avuto l obiettivo di porre in evidenza il contesto, gli ambiti di analisi, le interrelazioni, gli attori, le sensibilità, gli elementi critici, i rischi e le opportunità del Piano stesso. Le condizioni minime dell attività di scoping sono richiamate dall articolo 5 comma 4 della Direttiva, laddove si prevede che Le autorità di cui all'articolo 6, paragrafo 3 devono essere consultate al momento della decisione sulla portata delle informazioni da includere nel rapporto ambientale e sul loro livello di dettaglio. Le fasi dello scoping, elemento essenziale per la completezza e la coerenza dell intero processo di piano, sono state: 1. La costruzione del quadro pianificatorio e programmatico, ossia la ricognizione preliminare di indirizzi, obiettivi e vincoli espressi da altri piani, programmi e politiche vigenti e dei dati disponibili, attività propedeutica alla successiva analisi del contesto; 2. L analisi di contesto, ossia una prima analisi ad ampio spettro delle questioni ambientali, socioeconomiche e territoriali che formano il contesto del Piano; 3. La verifica di interferenza preliminare tra gli obiettivi del Piano e gli obiettivi di sostenibilità ambientale di riferimento. 4. L identificazione dei soggetti da coinvolgere, ossia l identificazione dei soggetti, istituzionali e non, potenzialmente interessati alle decisioni. 1.4 Le consultazioni In base alle definizioni riportate dall art. 4 del R.R. 3/2008 ed alle modalità di consultazione riportate dagli art. 23 e 24 del R.R. 3/2008, i soggetti da invitare alla consultazione sul rapporto preliminare sono i soggetti competenti in materia ambientale, cioè le Pubbliche Amministrazioni e gli Enti Pubblici che, per le loro specifiche competenze o responsabilità in campo ambientale, possono essere interessati agli impatti sull ambiente dovuti all attuazione del Piano, mentre alla consultazione sul rapporto ambientale, oltre ai soggetti competenti in materia ambientale, deve essere invitato anche il pubblico, cioè una o più persone fisiche o giuridiche nonché, ai sensi della legislazione vigente, le associazioni, le organizzazioni o i gruppi di tali persone. Nel caso del PFVP, le associazioni e le organizzazioni maggiormente interessate sono quelle che fanno capo al mondo venatorio, al mondo ambientalista e al mondo agricolo. Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 6 di 243

7 E da sottolineare che in una fase preliminare della redazione del PFVP, per lo più incentrata sulla determinazione della SASP (Superficie Agro-Silvo-Pastorale) e delle sue quote massime a diversa destinazione previste dalla normativa vigente in materia faunistico-venatoria, l Autorità Procedente ha svolto un intensa e documentata attività di concertazione con le associazioni e le organizzazioni del mondo venatorio, di quello ambientalista e di quello agricolo. Con loro ha condiviso i criteri prima e i risultati poi di una serie di analisi che hanno portato alla determinazione di inderogabili indirizzi di pianificazione, quali l impossibilità di prevedere l istituzione di aree a protezione totale in aggiunta a quelle già esistenti, essendo queste ultime già presenti in misura superiore a quella massima fissata per legge. Nell elenco seguente sono riportate le date delle riunioni della concertazione: Riunione del 9/2/09 Riunione del 16/2/09 Riunione del 02/3/09 Riunione del 30/3/09 Riunione del 03/8/09 Nell elenco seguente sono invece riportati i soggetti invitati alle riunioni della concertazione: ATC CS1 (Ambito Territoriale Caccia Cosenza1) ATC CS2 (Ambito Territoriale Caccia Cosenza2) ATC CS3 (Ambito Territoriale Caccia Cosenza3) FIDC Federazione Italiana della Caccia ANLC Associazione Nazionale Libera Caccia ENALCACCIA ARCICACCIA ITALCACCIA EPS ANUU Associazione Migratoristi Italiani CONFAVI COLDIRETTI CONFAGRICOLTURA CIA VAS Associazione Verdi Ambiente e Società ONLUS LIPU Lega Italiana Protezione Uccelli GIZA CNAS LISA Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 7 di 243

8 AIA CAP PRONATURA WWF ITALIA NOSTRA ECOCLUB LEGA AMBIENTE KRONOS CORPO DI POLIZIA PROVINCIALE Copia dei verbali delle predette riunioni è consultabile presso il Servizio Caccia della Provincia di Cosenza. E proprio in virtù di questa concertazione effettuata in precedenza che l Autorità Proponente e quella Competente hanno concordato sulla possibilità, prevista dal comma 2 dell art. 23 del R.R. 3/2008, di concludere i tempi della consultazione sul rapporto preliminare entro 45 (anziché 90) giorni dal suo avvio. Tutta la documentazione necessaria per la consultazione sul rapporto preliminare è stata resa disponibile sia sul sito web della Provincia all indirizzo e da qui mediante il link al Settore Agricoltura Caccia e Pesca, che sul sito web del Dipartimento Politiche dell Ambiente della Regione Calabria all indirizzo e da qui mediante il link alla sezione VAS Procedimenti in corso, oltre che consultabile presso gli uffici del Servizio Caccia Dottor Lorenzo Vitari Responsabile del Servizio, via Crati c/da Vaglio Lise. Tel , lvitari@provincia.cs.it. Ai fini dell individuazione dei soggetti da consultare in base alla normativa VAS, nell elenco sottostante sono indicati i soggetti con competenze ambientali, invitati alla prima consultazione: 1) Provincia di Catanzaro; 2) Provincia di Crotone; 3) Provincia di Potenza; 4) Provincia di Matera; 5) Regione Calabria Dipartimento Politiche dell Ambiente; 6) Regione Calabria Dipartimento Attività Produttive; 7) Regione Calabria Dipartimento Lavori Pubblici; 8) Regione Calabria Dipartimento Presidenza Settore Protezione Civile; Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 8 di 243

9 9) Regione Calabria Dipartimento Urbanistica; 10) Regione Calabria Dipartimento Agricoltura Foreste e Forestazione; 11) Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA); 12) Soprintendenza per i Beni A.A.A.S. ; 13) Soprintendenza per i Beni Archeologici; 14) Corpo Forestale dello Stato; 15) Consorzi di Bonifica; 16) ATO Provincia di Cosenza; 17) Autorità di Bacino Regionale per la Calabria; 18) ArpaCal; 19) Afor; 20) Enti Parchi nazionali e regionali: Parco Nazionale del Pollino, Parco Nazionale della Sila, Parco Regionale della Riviera dei Cedri, Parco Regionale degli Scogli di Isca; 21) Enti di gestione delle riserve naturali regionali: Riserva Regionale Bacino di Tarsia, Riserva Regionale Foce del Crati; 22) Enti di gestione delle riserve naturali statali (Riserva Naturale Gole del Raganello, Riserva Naturale Serra Nicolino - Piano d Albero, Riserva Naturale Gallopane, Riserva Naturale Giganti della Sila Fallistro, Riserva Naturale Golia Corvo, Riserva Naturale Iona Serra della Guardia, Riserva Naturale Macchia della Giumenta San Salvatore, Riserva Naturale Tasso Camigliatello, Riserva Naturale Trenta Coste ); Ufficio Territoriale Biodiversità di Cosenza; 23) Enti di gestione delle aree Sic, Sin e Sir: Provincia di Cosenza Settore Ambiente; 24) Azienda Sanitaria Provinciale ( ASP); 25) Comunità montane: Greca/Destra Crati, Alto Jonio, Alto Tirreno / Appennino Paolano, Pollino, Silana, Savuto, Media Valle del Crati/Cosentina; 26) Comuni Provincia di Cosenza: Acquaformosa, Acquappesa, Acri, Aiello calabro, Aieta, Albidona, Alessandria del Carretto, Altilia, Altomonte, Amantea, Amendolara, Aprigliano, Belmonte Calabro, Belsito, Belvedere Marittimo, Bianchi, Bisignano, Bocchigliero, Bonifati, Buonvicino, Calopezzati, Caloveto, Campana, Canna, Cariati, Carolei, Carpanzano, Casole Bruzio, Cassano Jonio, Castiglione C., Castrolibero, Castroregio, Castrovillari, Celico, Cellara, Cerchiara di Calabria, Cerisano, Cervicati, Cerzeto, Cetraro, Civita, Cleto, Colosimi, Corigliano C., Cosenza, Cropalati, Crosia, Diamante, Dipignano, Domanico, Fagnano Castello, Falconara Albanese, Figline Vegliaturo, Firmo, Fiumefreddo Bruzio, Francavilla Marittima, Frascineto, Fuscaldo, Grimaldi, Grisolia, Guardia Piemontese, Lago, Laino Borgo, Laino Castello, Lappano, Lattarico, Longobardi, Longobucco, Lungro, Luzzi, Maierà, Malito, Malvito, Mandatoriccio, Mangone, Marano M., Marano P., Marzi, Mendicino, Mongrassano, Montalto Uffugo, Montegiordano, Morano C., Mormanno, Mottafollone, Nocara, Oriolo, Orsomarso, Paludi, Panettieri, Paola, Papasidero, Parenti, Paterno C., Pedace, Pedivigliano, Piane Crati, Pietrafitta, Pietrapaola, Plataci, Praia a Mare, Rende, Rocca Imperiale, Roggiano Gravina, Rogliano, Rose, Roseto Capo Spulico, Rossano, Rota Greca, Rovito, San Basile, San benedetto Ullano, San Cosmo Albanese, San Demetrio Corone, San Donato di Ninea, San Fili, San Giorgio Albanese, San Giovanni in F., San Lorenzo Bellizzi, San Lorenzo del Vallo, San Lucido, San Marco Argentano, San Martino di Finita, San Nicola Arcella, San Pietro in Amantea, San Pietro in Guarano, San Sosti, San Vincenzo la Costa, Sangineto, Santa Caterina Albanese, Santa Domanica Talao, Santa Maria del Cedro, Santa Sofia d Epiro, Sant Agata d Esaro, Santo Stefano di Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 9 di 243

10 Rogliano, Saracena, Scala Coeli, Scalea, Scigliano, Serra d Aiello, Serra Pedace, Spezzano Albanese, Spezzano della Sila, Spezzano Piccolo, Tarsia, Terranova da Sibari, Terravecchia, Torano Castello, Tortora, Trebisacce, Trenta, Vaccarizzo Albanese, Verbicaro, Villapiana, Zumpano; 27) Unical; 28) Ordine Provinciale dei Dottori Agronomi e Forestali; 29) Ordine Provinciale dei Dottori Veterinari; 30) Collegio Provinciale dei Periti Agrari; 31) Ambiti territoriali di caccia : ATC CS1, ATC CS2, ATC CS3; 32) Associazioni venatorie: FIDC, ANLC, ENALCACCIA, ARCICACCIA, ITALCACCIA, EPS, ANUU, CONFAVI; 33) Associazioni agricole: COLDIRETTI, CONFAGRICOLTURA, CIA; 34) Associazioni ambientaliste : VAS, LIPU, GIZA, CNAS, LISA, AIA, CAP, PRONATURA, WWF, ITALIA NOSTRA, LEGA AMBIENTE, ECOCLUB, KRONOS, AMICI DELLA TERRA ITALIA; 35) Provincia di Cosenza Settore Corpo Polizia Provinciale. 1.5 Esiti della fase di scoping Nella tabella 1.1 seguente sono riportate le osservazioni pervenute da parte dei soggetti consultati e le relative controdeduzioni da parte dell Autorità Procedente. Da rilevare che l Autorità Competente, il Comune di Belsito, il Comune di Rossano, l Ufficio Territoriale Biodiversità di Cosenza del Corpo Forestale Stato e il Parco Nazionale della Sila hanno utilizzato il questionario-guida per la formulazione delle osservazioni, mentre l ISPRA e l ARPACAL hanno utilizzato testo libero. Inoltre, le osservazioni del Parco Nazionale della Sila, pur pervenute oltre i termini previsti, sono state comunque sottoposte a valutazione da parte dell Autorità Procedente. Nell Allegato 3 sono state inserite le copie scannerizzate di tutte le osservazioni pervenute. Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 10 di 243

11 Soggetto consultato Osservazione pervenuta Controdeduzione Autorità Procedente ISPRA Autorità Competente Regione Calabria Dip. Ambiente Viene osservato che: - la procedura Vas, così come avviata dalla Provincia di Cosenza, é condotta in maniera impropria; - la procedura é caratterizzata da gravi carenze sostanziali e procedurali e non assolve agli previsti; - viene suggerito un prospetto minimo a cui far riferimento per la portata ed il livello delle informazioni da includere nel rapporto ambientale. Condivisione della schematizzazione del PFVP proposta Si evidenzia che la descrizione del piano faunistico venatorio provinciale della provincia di Cosenza andrebbe approfondita e maggiormente dettagliata anche in questa fase di Rapporto preliminare (capitolo 2.) per consentire una determinazione e una valutazione appropriata e degli impatti sull ambiente. Condivisione della schematizzazione del PFVP proposta La schematizzazione in macro-obiettivo (obiettivo generale) e in obiettivi specifici è condivisibile, andrebbe però specificato meglio il macro-obiettivo che appare troppo generico e non riferibile soltanto ad un piano faunistico venatorio. Condivisione della schematizzazione del PFVP proposta La schematizzazione proposta può essere condivisibile per quel che concerne il macro-obiettivo, mentre proprio in base al MO.1 che si pone come fine la tutela della fauna selvatica, andranno considerati gli eventuali interventi in maniera approfondita e soprattutto basati su dati scientifici e tecnici, cioè supportati da indagini di campo e ricerca. Condivisione della schematizzazione del PFVP proposta Attualmente non si possono ipotizzare interventi di pianificazione di miglioramento ambientale, e soprattutto di immissioni di fauna selvatica basandosi soltanto su carte di vocazione agro-forestale potenziali in quanto non si hanno dati attuali delle specie e densità sul territorio; pertanto pur essendo condivisibili gli obiettivi specifici, i mezzi attraverso i quali si vogliono attuare risultano non condivisibili. Osservazioni non accolte e controdedotte con nota Autorità Procedente n del e nota Autorità Competente prot del Ulteriori chiarimenti sono stati prodotti il giorno 8 febbraio 2010 in sede di riunione con ISPRA ed il Settore Caccia e Pesca della Regione Calabria. Il capitolo 2 del RA contiene i riferimenti al PFVP che descrivono il dettaglio richiesto. Nel RA la schematizzazione del PFVP è effettuata mediante la descrizione degli obiettivi specifici. Il capitolo 2 del RA richiama le azioni previste nella parte propositiva che derivano dai dati scientifici e tecnici riportati nel Quadro Conoscitivo. Il capitolo 2 del RA riporta la pianificazione degli interventi di miglioramento ambientale e delle immissioni di fauna selvatica introdotta nei paragrafi 3.11 e 3.12 della pianificazione preliminare. Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 11 di 243

12 Soggetto consultato Osservazione pervenuta Controdeduzione Autorità Procedente Condivisione della schematizzazione del PFVP proposta Altri obiettivi specifici potrebbero essere: definizione dell assetto faunistico; applicazione dei principi di corretta gestione faunistica e venatoria al territorio della provincia di Cosenza. Completezza dell analisi di coerenza interna del PFVP Per quel che concerne l analisi della coerenza interna non è ritenuta completa in quanto rimanda semplicemente alla tabella 2.1 già utilizzata per illustrare la schematizzazione del piano. Non si evincono le criticità del piano. Gli obiettivi specifici inseriti devono recepire solo quelli indicati nel documento di indirizzo della Regione Calabria. Ad ogni modo, i due obiettivi specifici suggeriti sono riconducibili a quelli già espressamente contenuti nel Piano. Nel capitolo 2 del R.A. è stato evidenziato che alcune criticità del piano consistono nella parziale disponibilità di dati delle specie faunistiche presenti sul territorio provinciale al di fuori delle aree protette e che tali criticità saranno superate con le attività di censimento che saranno attuate nell ambito del nuovo Piano. Altre criticità sono state descritte nel paragrafo 6.2 del R.A. Inoltre, a completamento dell analisi di coerenza interna, sono stati forniti ulteriori commenti alla tabella 2.1, sia nel capitolo 2 che nel paragrafo 6.2 del R.A. Autorità Competente Regione Calabria Dip. Ambiente Esaustività dei riferimenti normativi Il quadro normativo di riferimento deve comprendere i riferimenti normativi del PFVP e cioè le: convenzioni internazionali direttive comunitarie normativa nazionale normativa regionale documenti di indirizzi regionali di programmazione Si fa presente che il Decreto del Ministero dell Ambiente in cui e definito l elenco dei SIC a cui si deve fare riferimento per la Calabria e il DM del 30 marzo 2009 riferito ai SIC della regione biogeografica mediterranea e non quello del 25 marzo 2009 che fa riferimento ai SIC della regione biogeografica alpina. È inoltre più corretto elencare, tra i documenti e quaderni tecnici ISPRA ex INFS da consultare, quelli che si riferiscono alle specie faunistiche presenti in Calabria. Considerazione di tutti i piani e i programmi territoriali e settoriali per la costruzione del contesto programmatico Oltre ai piani indicati si ritiene vadano inseriti anche i piani e/o i regolamenti delle aree protette nazionali e regionali, delle riserve naturali, delle oasi di protezione. I piani faunistici-venatori sono strumenti di pianificazione settoriale che si devono raccordare con gli altri strumenti provinciali di pianificazione che riguardano direttamente o indirettamente la gestione faunistico venatoria. Il paragrafo 3.1 del R.A. contiene i riferimenti normativi ed il richiamo al quadro completo e dettagliato dei provvedimenti legislativi e normativi a cui il lavoro di pianificazione ha fatto riferimento, contenuto nella parte prima del PFVP Disposizioni generali, in cui sono stati eliminati i quaderni ISPRA n. 1, 4, 10, 11, 12, 12bis, 15, 17, 20, 19bis, sono stati inclusi i riferimenti IUCN ISPRA ed è stato corretto il numero del DM con regione biogeografica mediterranea. Nel paragrafo 3.2 del R.A. è stato evidenziato che i parchi e le altre aree protette all interno dei parchi non sono allo stato dotati di piani di gestione (in via di redazione o in via di approvazione). Le riserve regionali allo stato non sono dotate di piano di assetto naturalistico (in corso di approvazione). Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 12 di 243

13 Soggetto consultato Osservazione pervenuta Controdeduzione Autorità Procedente Autorità Competente Regione Calabria Dip. Ambiente Osservazioni /commenti sulla matrice di coerenza esterna orizzontale e verticale Nella tabella 4.4. pagine alla pagina 35 vi e incoerenza tra l obiettivo specifico os.5 (immissione di fauna selvatica) e l obiettivo del piano di gestione dei sic (eliminare o ridurre i fattori di pressione e disturbo sugli ecosistemi e sugli habitat e le specie tutelate da rete natura 2000). Tale problematica, risulta di rilievo e va affrontata in maniera adeguata da un punto di vista scientifico e tecnico. Infatti le immissioni al di là delle opportune distinzioni, in generale comportano tutte impatti più o meno significativi sulle cenosi locali. Pertanto, questo obiettivo specifico deve essere valutato molto attentamente e con la consultazione dell ISPRA prima eventualmente di essere posto in atto. Si ribadisce che prima di operare qualunque scelta di pianificazione venatoria o applicativa di interventi di gestione, occorre avere informazioni dettagliate sulle popolazioni faunistiche delle specie coinvolte, quali, distribuzione, densità, struttura e dinamica. Conduzione dell analisi ambientale in maniera tale da mettere in luce i principali problemi ambientali del PFVP della Provincia di Cosenza I principali problemi ambientali sono indicati nella matrice preliminare di interferenza tra gli obiettivi del PFVP e le tematiche/componenti ambientali. Sono emerse le seguenti criticità: Flora, Fauna e biodiversità: gli elementi di criticità sono diversi, sia in aree sottoposte a tutela che non. Le criticità principali che possono determinare perturbazione degli habitat sono: una scorretta determinazione della vulnerabilità della fauna sottoposta all attività venatoria, una inadeguata immissione della fauna selvatica e un sistema di sorveglianza inadeguato. Popolazione e salute: La mancata individuazione di efficaci azioni del PFVP mirate alla riduzione dei danni al patrimonio causati dalla fauna selvatica può aumentare il livello di criticità, già alto in alcune aree limitrofe ad alcune aree protette. Le criticità emerse rivelano la necessità di individuare alcuni obiettivi da introdurre ex novo, al fine di migliorare il grado di rispondenza del PFVP alle politiche e strategie comunitarie e nazionali inerenti lo sviluppo sostenibile. Nel paragrafo 6.1 del R.A. l incoerenza segnalata nel R.P. diventa coerenza in virtù di quanto specificato nella pianificazione preliminare nel par. 3.12, lett. f dei criteri operativi dei piani di immissione. Nel capitolo 5 del R.A. (così come anche nel cap. 2) sono state richiamate le tecniche di immissione di cui al par della pianificazione preliminare ed è stato evidenziato come tali tecniche annullino le interferenze negative evidenziate nel R.P. Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 13 di 243

14 Soggetto consultato Osservazione pervenuta Controdeduzione Autorità Procedente Autorità Competente Regione Calabria Dip. Ambiente Obiettivi da inserire/integrare nel PFVP e relative motivazioni 1. uno dei principali obiettivi dei PFVP risulta essere il conseguimento di densità ottimali per le principali specie di indirizzo gestionale o conservazioni stico. La finalità basilare di un piano faunistico, dovrebbe perseguire il raggiungimento di equilibrio complicato tra le varie componenti. 2. pianificazione del territorio agro-silvo-pastorale nel rispetto dei principi di conservazione realizzabile mediante una gestione faunistica e venatoria che consideri la necessità di riqualificazione e di ripristino ambientale del territorio, nonché di rispetto delle attività produttive e delle tradizioni locali. Studio di incidenza preliminare: osservazioni/commenti alla matrice di correlazione tra obiettivi specifici del PFVP e gli obiettivi del Piano di Gestione dei SIC. Esaustività dell individuazione dei potenziali impatti del PFVP, con riferimento alla matrice di incidenza preliminare Si evidenzia che, nella matrice di incidenza, laddove si valuta l incidenza del piano sui i Siti di interesse comunitario (SIC), e in particolare sugli indicatori: perturbazione delle specie protette e frammentazione delle specie nei siti Natura 2000 si afferma che visto il divieto di attività venatoria sul sito non si prevedono effetti o se ne prevedono pochi ; in realtà nella valutazione di incidenza devono essere considerati gli impatti e le interferenze che tutte le attività legate al piano e realizzate al di fuori dei siti natura 2000 hanno sui siti stessi. Studio di incidenza preliminare: osservazioni/commenti alla matrice di correlazione tra obiettivi specifici del PFVP e gli obiettivi del Piano di Gestione dei SIC. Esaustività dell individuazione dei potenziali impatti del PFVP, con riferimento alla matrice di incidenza preliminare Non viene considerata tra l altro l incidenza significativa che le eventuali immissioni di specie faunistiche e le varie tipologie di caccia possono determinare sulle specie presenti nei SIC. Studio di incidenza preliminare: osservazioni/commenti alla matrice di correlazione tra obiettivi specifici del PFVP e gli obiettivi del Piano di Gestione dei SIC. Esaustività dell individuazione dei potenziali impatti del PFVP, con riferimento alla matrice di incidenza preliminare Sarebbe opportuno inoltre valutare la problematica legata alla dispersione dei pallini di piombo (DM ). Nel capitolo 2 del R.A. sono richiamate alcune azioni previste dal PFVP che mirano al raggiungimento delle densità ottimali delle varie specie. Esplicito riferimento è fatto inoltre al progetto già avviato dalla Provincia denominato Recupero degli antichi sentieri dei cacciatori attraverso il quale sono state avviate e si potranno completare progetti di riqualificazione ambientale del territorio nel rispetto delle tradizioni locali ed attraverso il recupero di antichi manufatti per la costituzione dei rifugi dei cacciatori (comuni interessati: Aprigliano, S. Agata d Esaro, Cetraro, Amendolara, S. Pietro in Guarano, Cervicati). Lo Studio di Incidenza ha evidenziato quanto già riportato nei paragrafi 3.12 e 3.15 della pianificazione preliminare. Lo Studio di Incidenza ha evidenziato quanto già riportato nel paragrafo della pianificazione preliminare.. Lo Studio di Incidenza ha richiamato le disposizioni di cui al DM 17/10/07 Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS) art. 5 comma 1 lett. d) (divieto di utilizzo di munizionamento a pallini di piombo). Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 14 di 243

15 Soggetto consultato Osservazione pervenuta Controdeduzione Autorità Procedente Autorità Competente Regione Calabria Dip. Ambiente Studio di incidenza preliminare: osservazioni/commenti alla matrice di correlazione tra obiettivi specifici del PFVP e gli obiettivi del Piano di Gestione dei SIC. Esaustività dell individuazione dei potenziali impatti del PFVP, con riferimento alla matrice di incidenza preliminare Si chiede di chiarire sin da ora come ci si intende determinare per ciò che riguarda l attività venatoria nelle ZPS che non ricadono nei perimetri di aree protette nazionali (PN del Pollino, PN della Sila). Studio di incidenza preliminare: osservazioni/commenti alla matrice di correlazione tra obiettivi specifici del PFVP e gli obiettivi del Piano di Gestione dei SIC. Esaustività dell individuazione dei potenziali impatti del PFVP, con riferimento alla matrice di incidenza preliminare Si rammenta che lo studio di valutazione di incidenza ambientale va redatto secondo la D.G.R. 604/2005, in particolare secondo l'allegato A (contenuti dello studio di incidenza dei piani e programmi) del disciplinare. Suggerimenti in merito all indice del Rapporto Ambientale Al punto 1.2. inserire motivazioni del PFVP. Punto 1.3 obiettivi del PFVP e azioni da attuare. Non sembrano indicati nella proposta alcune sezioni rilevanti al fine della valutazione del piano come per es. la determinazione e valutazione degli impatti del piano intesi come effetti cumulativi e sinergici e la metodologia e i criteri adottati per la determinazione e la valutazione degli impatti. Si suggerisce di rivedere l indice alla luce delle indicazioni riportate nella struttura dell indice del rapporto ambientale pubblicato sul sito della Regione Calabria (Ambiente > VAS> documentazione> Schema Indice Rapporto ambientale) e redatto ai sensi dell art 13 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. e dell allegato f del R.R. n.3 del e s.m.i. CALCOLO DELLA SASP E DELLE SUE QUOTE PER IL PFVP. Si chiede di chiarire il calcolo della superficie E10 fasce di rispetto stradali e ferroviarie. Si chiede se possibile di indicare l ubicazione delle ZAC, AFV, AA, CRFS e nel caso delle AFV e delle AA di indicare le specie faunistiche. Le attività venatorie nelle ZPS sono disciplinate dal DM 17/10/07 Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS). Lo studio di incidenza è stato redatto secondo l Allegato A del RR 16/2009. Per il Rapporto Ambientale è stato utilizzato lo schema tipo dell Autorità Competente. Nel paragrafo 3.2 della pianificazione preliminare sono state esplicitate le metodologie di calcolo delle singole superfici. Nelle tavole allegate alla pianificazione preliminare é stata indicata l ubicazione dei singoli istituti. Le specie faunistiche presenti nelle AFV e AA sono state riportate nel Quadro Conoscitivo. Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 15 di 243

16 Soggetto consultato Osservazione pervenuta Controdeduzione Autorità Procedente Autorità Competente Regione Calabria Dip. Ambiente ARPACAL Dipartimento Provinciale di Cosenza PER LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA IN PARTICOLARE SI DOVRA : VALUTARE LA POSSIBILITA CHE DALLA REALIZZAZIONE DEL PIANO DERIVINO EFFETTI SIGNIFICATIVI PER GLI OBIETTIVI DI CONSERVAZIONE DEL SITO Natura 2000 VERIFICARE SE IL PFVP POSSA AVERE UNA INCIDENZA NEGATIVA SULL INTEGRITÀ DEL SITO NATURA 2000 E EVENTUALMENTE INDIVIDUARE LE MISURE DI MITIGAZIONE. INDIVIDUARE E ANALIZZARE EVENTUALI SOLUZIONI ALTERNATIVE PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI DEL PIANO EVITANDO INCIDENZE NEGATIVE SUI SITI NATURA NEL CASO IN CUI NON ESISTANO SOLUZIONI CHE OTTENGANO I RISULTATI DESIDERATI SI DOVRÀ PROCEDERE ALLA DEFINIZIONE DI MISURE DI COMPENSAZIONE CHE GARANTISCANO LA COERENZA GLOBALE DELLA RETE NATURA 2000 (SIC E ZPS). Indicatori ambientali: Chiarire modalità di rilevazione dati. Prevedere le azioni correttive e le misure di mitigazione agli impatti ambientali significativi. Previsione di report annuali di verifica ( modello Arpacal), successivamente utili nella fase di monitoraggio da parte dell Arpacal. Integrare il contesto ambientale con il piano di tutela delle acque e valutazione di nuovi indicatori. Lo Studio di Incidenza contiene le valutazioni e le verifiche richiamate. In termini di misure di conservazione dell integrità dei Siti Natura 2000, la pianificazione riporta le necessarie misure di conservazione ed in particolare per le ZPS quelle di cui al DM 17/10/07 Nella mappa della meta informazione illustrata nel paragrafo 8.3 è stata inserita la colonna modalità di rilevazione. Le misure di mitigazione sono contenute nel paragrafo 7.1 del R.A e nel paragrafo 7 dello Studio di Incidenza. In particolare, lo Studio di Incidenza richiama le disposizioni di cui al DM 17/10/07 Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS). Inoltre, per la problematica legata ai pallini di piombo, è stato richiamato l art. 5 comma 1 lett. d) (divieto di utilizzo di munizionamento a pallini di piombo). In termini di misure di conservazione dell integrità dei Siti Natura 2000, la pianificazione riporta le necessarie misure di conservazione ed in particolare per le ZPS quelle di cui al DM 17/10/07. Il capitolo 8 del R.A. contiene le modalità di monitoraggio, da integrare eventualmente con il modello di report annuale ARPACaL. Il Piano di Tutela delle Acque è già stato considerato nell Analisi di Coerenza esterna verticale. La dettagliata descrizione del contesto ambientale è contenuta nel Quadro Conoscitivo. L eventuale definizione di nuovi indicatori avverrà nella fase di monitoraggio. Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 16 di 243

17 Soggetto consultato Osservazione pervenuta Controdeduzione Autorità Procedente ARPACAL Dipartimento Provinciale di Cosenza Attuazione di sistemi alternativi della raccolta dei rifiuti ( previsione aree per la raccolta differenziata). Diverse professionalità nel gruppo di progettazione. I cacciatori hanno già l obbligo di raccogliere le cartucce. Il piano prevede la proposta di inasprimenti delle sanzioni in caso di violazione della norma in oggetto. Osservazione non pertinente. Previsione di censimenti faunistici. Il piano lo prevede al par Individuazione di nuove zone a protezione totale (oasi, zone di ripopolamento e cattura, rotte di migrazione). Riformulazione obiettivo OS.3: maggiore accuratezza nella formulazione della tabella di correlazione fra gli obiettivi del piano ed i piani di gestione delle SIC. Riduzione immissioni, monitoraggio degli ATC sulle specie immesse e previsione di zone ripopolamento e cattura. E già superato il limite del 30% di superficie delle aree a protezione. Nella matrice della coerenza esterna verticale del R.P., per un errore di digitazione, l obiettivo specifico OS.3 del PFVP, correttamente riportato nella tabella 2.1 Schematizzazione del PFVP Valutazione della eventuale vulnerabilità delle specie presenti all interno dei siti Natura 2000, derivante dalle attività faunistico-venatorie è stato riportato come Valutazione della eventuale vulnerabilità delle attività faunistico-venatorie all interno delle ZPS. Nel paragrafo dell Assetto Faunistico contenuto nel Quadro Conoscitivo sono ampiamente riportate, classificate e censite le specie di avifauna presenti nelle ZPS che insistono sul territorio della Provincia di Cosenza. Nella matrice di coerenza esterna orizzontale è stata evidenziata la coerenza diretta (cioè l analogia o comunque la presenza di forti elementi di integrazione) tra alcuni degli obiettivi del PdG dei SIC della Provincia di Cosenza e l obiettivo OS.3 del PFVP. La tabella di correlazione è invece la matrice riportata nel paragrafo 6.2 del Rapporto Preliminare, che indica la presenza o meno di correlazione tra gli obiettivi specifici del PFVP e ciascuna delle 10 componenti/tematiche ambientali. Tale matrice di correlazione non è più riportata nel R.A., in quanto la correlazione tra il PFVP e le tematiche/componenti ambientali è espressa nella matrice degli impatti nel paragrafo 5 del R.A. La pianificazione delle immissioni è contenuta nel paragrafo 3.12 della pianificazione preliminare. Per quanto riguarda le zone di ripopolamento e cattura è già superato il limite del 30% di superficie delle aree a protezione. Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 17 di 243

18 Soggetto consultato Osservazione pervenuta Controdeduzione Autorità Procedente ARPACAL Dipartimento Provinciale di Cosenza Corpo Forestale Stato Ufficio Territoriale Biodiversità Normativa di riferimento. Inserimento dei DPCM , e Allegato 1: - Esatta individuazione delle specie cacciabili; corretta denominazione di alcune specie; - I dati ornitologici delle ZPS riportano rettili, mammiferi e anfibi; - Errate alcune denominazioni scientifiche. Allegato 3: Nei siti rete natura 2000 la frammentazione delle specie é di rilevanza 1. Allegato 4: è suggerita l intensificazione dei controlli nelle aree ZPS, in particolare nelle zone confinanti con le aree protette. Allegato 4: è suggerita maggiore attenzione alla sensibilizzazione dei cacciatori. Considerazione di tutti i piani e i programmi territoriali e settoriali per la costruzione del contesto programmatico Sono stati trascurati i Piani di Gestione SIC interni alle riserve naturali statali. Osservazioni /commenti sulla matrice di coerenza esterna orizzontale e verticale Si veda l osservazione precedente. Esaustività del sistema di indicatori considerato Nell indicatore della componente tematica Cambiamenti climatici si potrebbero inserire le componenti laghi artificiali di Roggiano, Tarsia e quelli silani. Suggerimento di altre fonti informative per integrare i dati disponibili Dati CFS Esaustività del sistema degli obiettivi di sostenibilità ambientale Approfondire la sezione salvaguardia della biodiversità. Il R.A. contiene il quadro di riferimento normativo completo. La descrizione del contesto ambientale per la C/T ambientale Flora, Fauna, Biodiversità del R.A: rimanda integralmente ai dettagliati contenuti del Quadro Conoscitivo, in particolare all intera Sezione Assetto Faunistico e al capitolo 2 Aree tutelate della Sezione Assetto Territoriale. Nella mappa della meta-informazione (par. 8.3 del R.A.) la rilevanza è stata posta uguale a 1. Le attività venatorie nelle ZPS sono disciplinate dal DM 17/10/07 Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS). Lo Studio di Incidenza riprende nel paragrafo 7 quanto riportato nel par della pianificazione preliminare (campagne di sensibilizzazione e di educazione/formazione ambientale). Le due riserve naturali statali sul territorio della Provincia di Cosenza e non sono comprese all interno dei due Parchi sono: R.N.S. Serra Nicolino Piano d Albero (codice AP EUAP0051) e R.N.S. Iona Serra della Guardia (codice AP EUAP 0047). La prima delle due è in gran parte sovrapposta al SIC IT omonimo, incluso nel PdG dei SIC della Provincia di Cosenza e, quindi, ampiamente analizzato. Allo stato attuale, di queste due riserve risulta approvato il solo piano AIB. Quasi tutti i laghi presenti sul territorio della Provincia di Cosenza ricadono all interno di aree protette (parchi, riserve e siti Natura 2000), la cui descrizione è contenuta nel Quadro Conoscitivo. L opportunità di acquisire informazioni pertinenti al PFVP relativamente al lago artificiale di Roggiano (pure noto come invaso dell Esaro ), non incluso in alcuna area protetta, sarà effettuata nella fase di monitoraggio del Piano. I dati saranno presi in considerazione in fase di monitoraggio. Gli obiettivi di sostenibilità relativi alla C/T ambientale Flora, Fauna, Biodiversità sono stati aggiornati nel R.A. alla luce della strategia nazionale per la biodiversità in Italia. Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 18 di 243

19 Soggetto consultato Osservazione pervenuta Controdeduzione Autorità Procedente Corpo Forestale Stato Ufficio Territoriale Biodiversità Comune di Belsito Osservazioni/commenti alla matrice di correlazione tra obiettivi specifici del PFVP e le tematiche/componenti ambientali. Studio di incidenza preliminare: osservazioni/commenti alla matrice di correlazione tra obiettivi specifici del PFVP e gli obiettivi del Piano di Gestione dei SIC. OS.1, OS 3: sarebbe opportuno aggiungere Acqua (Lontra, osteitti, ecc.), Energia (usi idroelettrici e ambienti ripariali) e inquinamento. OS.5: Idem togliendo il paesaggio. Obiettivi da inserire/integrare nel PFVP e relative motivazioni OS.1, OS.3 e OS.5. Correttezza della strutturazione del processo di VAS. Suggerimenti per le prossime consultazioni Sarebbe auspicabile una maggiore opera di informazione preliminare delle tematiche trattate. Considerazione di tutti i piani e i programmi territoriali e settoriali per la costruzione del contesto programmatico Sulla base di quanto evidenziato dalla locale sezione della ANLC si ritiene doveroso inserire nell analisi di piano ed in particolare nel computo delle aree sottoposte ai divieti di caccia i terreni cui fanno riferimento rimboschimenti ARSSA, Consorzi di Bonifica e fondi chiusi privati. Sarebbe opportuno riportare le aree percorse da incendi, almeno nell ultimo quinquennio, e quindi sulle quali insiste il divieto di caccia, informazioni disponibili presso i Comuni della Provincia tutti obbligati alla redazione del Catasto Incendi Boschivi. Suggerimento di altre fonti informative per integrare i dati disponibili Comuni della Provincia obbligati alla redazione del Catasto Incendi Boschivi in relazione alle aree percorse da fuoco. Obiettivi da inserire/integrare nel PFVP e relative motivazioni Migliorare il servizio di indicazione delle aree sottoposte a vincolo ed in particolare al divieto di caccia, con cartellonistica e segnali più diffusi sul territorio al fine di evitare sconfinamenti involontari plausibili in zone silvopastorali poco urbanizzate e infrastrutturale. Puntare molto sulla migliore definizione della regolamentazione del prelievo venatorio, peraltro obiettivo già inserito. La matrice di correlazione non è più riportata nel R.A. in quanto la correlazione tra il PFVP e le tematiche/componenti ambientali è espressa nella matrice degli impatti nel paragrafo 5 del R.A.. OS1, OS3 e OS5 sono già obiettivi del PFVP. Osservazione non accolta. Non previsto dalla normativa vigente, inoltre l iter del piano è stato preceduto dalla fase di concertazione con le associazioni venatorie, ambientaliste e agricole. Si è proceduto al reperimento dei dati relativi alle superfici percorse dal fuco, ai rimboschimenti e ai fondi chiusi, rispettivamente presso il CFS-SIM, ARSSA e Consorzi di Bonifica e presso il Settore Caccia e Pesca della Regione Calabria, che sono stati inseriti nel calcolo aggiornato della SASP. Per le aree percorse dal fuoco sono stati considerati i dati reperiti presso il CFS-SIM. Ciò che viene suggerito rientra tra gli obblighi di legge (art. 10 comma 9 della 157/92). Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 19 di 243

20 Soggetto consultato Osservazione pervenuta Controdeduzione Autorità Procedente Comune di Rossano / Settore Ambiente Condivisione della schematizzazione del PFVP proposta Nell applicazione degli obiettivi specifici sarebbe opportuno, dopo aver svolto un proficuo lavoro di conoscenza, supportata dagli obiettivi OS.1, OS.2, OS.3, chiarire meglio gli aspetti riguardanti gli interventi di miglioramento ambientale. Correttezza della strutturazione del processo di VAS. Suggerimenti per le prossime consultazioni Si solleciti la partecipazione dei professionisti in materia forestale, veterinaria quali dottori agronomi e forestali, dottori veterinari, dottori in scienze naturali, in quanto cultori di materie specifiche, affinché possano dare il loro contributo tecnico. Esaustività dei riferimenti normativi regionali e provinciali Nel far riferimento alle normative in ambito di gestione faunistica si tenga in considerazione la normativa in campo forestale in quanto è principalmente ad essa che bisogna far riferimento per alcuni aspetti concernenti la stessa gestione faunistica. Considerazione di tutti i piani e i programmi territoriali e settoriali per la costruzione del contesto programmatico Sono da prendere altresì in considerazione i Piani Attuativi di Forestazione a livello regionale, le prescrizioni di massima e di polizia forestale e laddove presenti nel territorio provinciale i Piani d assestamento. Esaustività del sistema di indicatori considerato Per quanto riguarda la tematica ambientale inquinamento atmosferico si potrebbero utilizzare dati forniti dall ARPACaL qualora fossero disponibili. Per la tematica Flora, fauna e biodiversità potrebbe esser presa in considerazione la tipologia di superfici boscate (macchia mediterranea, rimboschimenti, fustaie, cedui, ecc.) e le relative percentuali sul territorio provinciale. I chiarimenti sono riportati ed esplicitati nel paragrafo 3.11 della parte propositiva. Ai sensi dell art. 4 lettere u) e v) del R.R. 3/2008, tali soggetti rientrano tra il pubblico ed il pubblico interessato e, pertanto, avranno l opportunità di esprimersi, per come stabilito nell art. 23 comma 5 dello stesso R.R. 3/2008. Nei paragrafi 3.2 e 6.1 del R.A. sono stati analizzati sia il Piano Forestale Regionale (approvato con D.G.R. n. 701 del ) che il Piano Attuativo 2010 di Forestazione della Provincia di Cosenza approvato con D.G.R. n. 6 del Nella fase di monitoraggio saranno prese in considerazione tutte le fonti di dati disponibili per il popolamento degli indicatori. Suggerimento di altre fonti informative per integrare i dati disponibili C5 Flora, fauna e biodiversità, IC5.3: Piani attuativi forestazione, eventuali Piani d assestamento presenti sul territorio, nell ambito dei vari PFVP provinciali, laddove già redatti, la parte relativa alla relazione agro-forestale. Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 20 di 243

21 Soggetto consultato Osservazione pervenuta Controdeduzione Autorità Procedente Comune di Rossano / Settore Ambiente Esaustività della descrizione del contesto ambientale, relativamente alle tematiche trattate nel rapporto preliminare. Considerato che in alcune aree della provincia (vedi Parco del Pollino) l aumento demografico del cinghiale, così come la diminuzione in altre aree della provincia, è assente l attenzione a questo mammifero, sia in termini di analisi delle esigenze ecologiche, del suo habitat, ecc., sia in termini di valutazione dello stato attuale di presenza sul territorio provinciale. Conduzione dell analisi ambientale in maniera tale da mettere in luce i principali problemi ambientali del PFVP della Provincia di Cosenza E da suggerire una maggiore attenzione al cinghiale, considerata la sua importanza ecologica, non di meno rilevante il correlato aspetto venatorio. Osservazioni/commenti alla matrice di correlazione tra obiettivi specifici del PFVP e le tematiche/componenti ambientali. Nel raggiungimento dell obiettivo OS.4 (dopo aver precisato quali saranno le metodologie applicate nella pianificazione) si tenga conto della pianificazione forestale (Piani di assestamento, P.M.P.F.) e dei sistemi di gestione in agricoltura (gestione integrata, biologico) per poter conciliare gli obiettivi della salvaguardia della fauna selvatica con quelli di una corretta gestione faunistica. Obiettivi da inserire/integrare nel PFVP e relative motivazioni In riferimento all obiettivo OS.5 pianificazione delle immissioni di fauna selvatica si tenga presente che è importante avere dei dati di riferimento reali della densità delle popolazioni di selvatici e delle correlazioni con l ambiente, che può essere supportato solo da un attività di monitoraggio costante. Il Quadro Conoscitivo contiene gli approfondimenti sul cinghiale (assetto faunistico par. 2.5 pagg ). Non risulta corretta la formulazione dell osservazione, in quanto la matrice di correlazione (non più presente nel R.A.) non contemplava piani e programmi ma metteva in relazione gli obiettivi specifici del PFVP con le tematiche/componenti ambientali fissate dalla Direttiva 42/2001. Ad ogni modo, la pianificazione forestale è stata tenuta in considerazione nell analisi di coerenza esterna, sia verticale che orizzontale, riportata nel paragrafo 6.1 del R.A.; inoltre, nel par della pianificazione preliminare è riportata in maniera esaustiva la conciliazione tra gli obiettivi di salvaguardia della fauna selvatica con i sistemi di gestione in agricoltura. L osservazione suggerita trova risposta nei dati riportati nel Quadro Conoscitivo che tiene conto delle densità delle popolazioni di selvatici e delle loro correlazioni con l ambiente, in particolare per i SIC. Il par della pianificazione preliminare descrive compiutamente l attività di monitoraggio costante che sarà messa in atto quale obiettivo portante della pianificazione. Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 21 di 243

22 Soggetto consultato Osservazione pervenuta Controdeduzione Autorità Procedente Parco della Sila Condivisione della schematizzazione del PFVP proposta Si ritiene parzialmente condivisibile la schematizzazione proposta, anche se fra gli obiettivi specifici se ne dovrebbe aggiungere uno che tenga conto che all interno delle Aree Protette istituite ai sensi della legge 394/91 e s.m.i Legge Quadro in Materia di Aree Protette, è vietata la caccia e l immissione di specie di fauna estranee a quelle del Parco, cosi come per i beni demaniali. Inoltre, si fa rilevare che mentre per le Aree Natura 2000 (elaborato Rapporto Amb. Preliminare VAS PFVC, Cap. 2 il piano faunistico venatorio provinciale della provincia di cosenza par. 2.1 I contenuti e la strategia del PFVP, lettera F le eventuali attività faunistico-venatorie all interno dei siti natura 2000 ) viene disciplinata l attività Faunistica Venatoria, nessun riferimento viene invece fatto per i Parchi Nazionali, anche in considerazione del fatto che ai sensi della Legge 394/91, art. 11 comma 3 lett. a, su tutto il territorio del Parco è vietato la cattura, l'uccisione, il danneggiamento, il disturbo delle specie animali; la raccolta e il danneggiamento delle specie vegetali, salvo nei territori in cui sono consentite le attività agrosilvo-pastorali, nonché l'introduzione di specie estranee, vegetali o animali, che possano alterare l'equilibrio naturale. Inoltre, si tenga presente che nel perimetro dell Ente Parco nazionale della Sila, ricadono ben 25 Aree SIC e, seppur parzialmente 3 ZPS, oltre a un SIN e un SIR, afferenti a Rete Natura Il Quadro Conoscitivo descrive compiutamente il sistema dei Parchi, delle Riserve Statali e dei siti della Natura 2000 interne ai Parchi, che allo stato non sono dotati di Piani di Gestione, eccetto il SIC Macchialonga. Completezza dell analisi di coerenza interna del PFVP Risulta parzialmente completa, in virtù delle considerazioni sopra esposte. Esaustività dei riferimenti normativi regionali e provinciali Complessivamente si, ma si dovrebbe inserire la Legge Regionale 14 luglio 2003, n. 10 Norme in materia di aree protette. Considerazione di tutti i piani e i programmi territoriali e settoriali per la costruzione del contesto programmatico Parzialmente, non si è tenuto conto degli altri Piani di gestione delle Aree Afferente a Natura 2000 (ad es. quelli redatti dall Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Cosenza per i SiC ricadenti nell Ex Azienda di Stato per le Foreste Demaniali, oggi UTB). Il quadro di riferimento normativo completo è descritto nel paragrafo 3.1 del R.A. e nella parte prima del PFVP Disposizioni generali. L unico SIC non presente nel PdG dei SIC della Provincia di Cosenza e dotato di PdG è il SIC Pianori di Macchialonga, interno al territorio del Parco della Sila. Il PdG del sito non è stato preso in considerazione, dal momento che il sito, essendo ben lontano dalla zona di confine del Parco, non potrà subire interferenze con le possibili attività del PFVP effettuate esternamente al Parco, anche in prossimità dei suoi confini. Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 22 di 243

23 Soggetto consultato Osservazione pervenuta Controdeduzione Autorità Procedente Parco della Sila Osservazioni/commenti sulla matrice di coerenza esterna orizzontale e verticale Per i parchi è consigliabile inserire i Piani Approvati, mentre, in assenza di questi, dei D.P.R Istitutivi, per il Parco Nazionale della Sila il D.P.R Istituzione del Parco Nazionale della Sila e dell Ente Parco. Inoltre, si vedano le osservazioni fatte al Cap. 4 Par. 4.2 e Cap. 2 Par Esaustività del sistema di indicatori considerato Nell indicatore componente tematica Acqua (C.1), si potrebbero inserire le componenti: Laghi artificiali della Sila, nonché ad es. dei Neto, Trionto, ecc. per la parte ricadente nel territorio di competenza di Codesta Amministrazione Provinciale. E consigliabile fare riferimento anche ai Parchi Nazionale quando si parla Flora - Fauna e Biodiversità (C.5). E consigliabile per i rifiuti (C.8), prendere in considerazione il Dossier presentato da Legambiente La vigilanza ambientale per la Tutela della Biodiversità nella ZPS Sila Grande nel Parco Nazionale della Sila. - nell Indicatore tematica ambientale Flora, Fauna e Biodiversità, le fonti utilizzate per i dati riferiti alla sopra citata competente ( flora, fauna e biodiversità ), sono state: Piano di Gestione dei SIC della Provincia di Cosenza; Studio del Dipartimento di Ecologia UNICAL per la revisione regionale delle ZPS DGR n. 350 del 5 maggio 2008 ed il Quadro Conoscitivo del PFVP. Per ampliare i suddetti dati si potrebbe utilizzare quelli in possesso degli Enti Parco, per il Parco Nazionale della Sila, abbiamo: - studio Tutela e valorizzazione della Flora e della Fauna nelle Zone protette della Sila Grande. Nello stesso vie una banca dati aggiornata riguardante la Flora, la Fauna (indagine sul lupo, sulla lontra, sull ornitofauna, sull erpetofauna, sull ittiofauna, sull invertebratofauna) nonché descrizione degli Habitat presenti. - Studio specialistico sulle presenza della Lontra nel Parco Nazionale della Sila. In assenza di Piani di Gestione dei Parchi e delle altre aree protette, la pianificazione preliminare ed il R.A. richiamano le norme di tutela e salvaguardia allegate ai dispositivi di legge istitutivi dei Parchi e delle aree protette. Quasi tutti i laghi presenti sul territorio della Provincia di Cosenza ricadono all interno di aree protette (parchi, riserve e siti Natura 2000), la cui descrizione è contenuta nel Quadro Conoscitivo. Nella fase di monitoraggio saranno prese in considerazione tutte le fonti di dati disponibili per il popolamento degli indicatori. Suggerimento di altre fonti informative per integrare i dati disponibili Sarebbe opportuno inserire anche eventuali dati in possesso di altri Enti Pubblici (ad es. Gli Enti Parco ed il Corpo Forestale dello Stato). Esaustività della descrizione del contesto ambientale, relativamente alle tematiche trattate nel rapporto preliminare. Valgono le stesse osservazioni di cui sopra - nell Indicatore tematica Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 23 di 243

24 Parco della Sila ambientale Flora, Fauna e Biodiversità, le fonti utilizzate per i dati riferiti alla sopra citata competente ( flora, fauna e biodiversità ), sono state Piano di Gestione dei SIC della Provincia di Cosenza; Studio del Dipartimento di Ecologia UNICAL per la revisione regionale delle ZPS DGR n. 350 del 5 maggio 2008 ed il Quadro Conoscitivo del PFVP riportati Per ampliare i suddetti dati si potrebbe utilizzare quelli in possesso degli Enti Parco, per il Parco Nazionale della Sila, abbiamo: - studio Tutela e valorizzazione della Flora e della Fauna nelle Zone protette della Sila Grande. Nello stesso vie una banca dati aggiornata riguardante la Flora, la Fauna (indagine sul lupo, sulla lontra, sull ornitofauna, sull erpetofauna, sull ittiofauna, sull invertebratofauna) nonché descrizione degli Habitat presenti. - Studio specialistico sulle presenza della Lontra nel Parco Nazionale della Sila. Esaustività del sistema degli obiettivi di sostenibilità ambientale NO, perché vanno inserite i parchi Nazionali i quali tutelano aree di cui alla legge 394/91, ricche di Biodiversità ed importanti per l Ambienta, per la Tutela della Fauna e della Flora, inoltre, ad essi è demandata la gestione dei Siti Natura 2000 che ricadono al loro interno, ai sensi del Decreto del Ministero dell Ambiente del Osservazioni/commenti alla matrice di correlazione tra obiettivi specifici del PFVP e le tematiche/componenti ambientali. Andrebbe integrata la matrice tenendo conto della biodiversità, della flora, della fauna e dell ambiente dei Parchi nonché dei Siti Natura Di conseguenza si dovrebbero prevedere i possibili impatti del PFVC con questi. Ovviamente andrebbe fatto una volta acquisite tutte le osservazioni sopra esposti. Esaustività dell individuazione dei potenziali impatti del PFVP, con riferimento alla matrice di incidenza preliminare. NO, perche gli impatti del PFVP vanno considerati tenendo conto della Aree Protette e dei Siti Natura 2000 che ricadono al loro interno. In assenza di Piani di Gestione dei Parchi e delle altre aree protette, la pianificazione preliminare ed il R.A. richiamano le norme di tutela e salvaguardia allegate ai dispositivi di legge istitutivi dei Parchi e delle aree protette Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 24 di 243

25 Soggetto consultato Osservazione pervenuta Controdeduzione Autorità Procedente Parco della Sila Studio di incidenza preliminare: esaustività dell individuazione dei potenziali impatti del PFVP, con riferimento alla matrice di incidenza preliminare Non perché ai sensi del DPR 357/97 La valutazione di incidenza di piani o di interventi che interessano proposti siti di importanza comunitaria, siti di importanza comunitaria e zone speciali di conservazione ricadenti, interamente o parzialmente, in un'area naturale protetta nazionale, come definita dalla legge 6 dicembre 1991, n. 394, e' effettuata sentito l'ente di gestione dell'area stessa. Inoltre, ai sensi della DGR 604/05 I proponenti di piani e programmi territoriali, urbanistici (a tutti i livelli di dettaglio,compresi i piani attuativi così definiti dalla L.R. 16 aprile2002 n.19 «Norme per la tutela, governo ed uso del territorio») e di settore, ivi compresi i piani dei parchi, agricoli e faunistico-venatori e le loro varianti, che interessano in tutto o in parte o che comunque, pur interessando l esterno del perimetro del sito, possono avere incidenza sui siti Natura2000, devono predisporre uno studio di incidenza. Pertanto, la Valutazione di Incidenza andrebbe rivista alla luce delle considerazioni sin qui esposte. Tabella 1.1 Esiti dello scoping Per la valutazione di incidenza sono state attivate unicamente le procedure previste dalla vigente normativa in materia (RR 16/2009). Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 25 di 243

26 Nella tabella 1.2 sono riportati i riferimenti delle note inviate dall Autorità Procedente ad alcuni Enti per richiedere informazioni ambientali aggiuntive sollecitate da alcune osservazioni pervenute nella fase di scoping. Soggetto consultato Data/prot. Provincia OGGETTO Consor. Bonifica Ferro e Sparviero Cons. Bonifica Pollino Cons. Bonifica Sibari - Crati Cons. Bonifica Valle Lao Dipart. Agricoltura Regione Calabria ARSSA Polo soprassuoli boschivi 10/12/2009 prot /12/2009 prot /12/2009 prot /12/2009 prot /12/2009 prot /12/2009 prot Tabella 1.2 Riferimenti note inviate dall Autorità Procedente Richiesta dati aree rimboschimento Richiesta dati aree rimboschimento Richiesta dati aree rimboschimento Richiesta dati aree rimboschimento Richiesta estremi approvazione Piani attuativi di forestazione e piani assestamento forestale Richiesta dati aree rimboschimento Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 26 di 243

27 2 STRUTTURA, CONTENUTI ED OBIETTIVI DEL PFVP DELLA PROVINCIA DI COSENZA 2.1 Il contesto territoriale e socio economico Il Quadro Conoscitivo del PFVP della Provincia di Cosenza, così per come redatto dai progettisti incaricati, riporta in modo esaustivo contenuti ed informazioni relativi sia al contesto territoriale che a quello socio-economico. In particolare, le sezioni denominate Assetto Territoriale ed Assetto Sociale descrivono i contesti in questione in forma molto dettagliata. Per tali ragioni si fa riferimento e si rinvia a questi contenuti. 2.2 Contenuti ed obiettivi del piano Obiettivo generale del piano è quello di attuare concretamente il principio che sottende tutta la normativa in materia faunistica e venatoria, secondo il quale la fauna selvatica italiana costituisce patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell interesse della comunità nazionale ed internazionale. La definizione di una corretta politica di gestione della fauna selvatica, come l individuazione dei principi tecnico-scientifici sui quali fondarla, costituisce una delle finalità principali del piano stesso e rappresenta il presupposto su cui costruire dei rapporti quanto più corretti fra ambientalisti, cacciatori ed agricoltori e fra queste categorie sociali e tutti i cittadini. Nella tabella 2.1 seguente sono riportati gli obiettivi specifici del PFVP su cui dovrà essere imperniata la fase attuativa del Piano Faunistico Venatorio nel prossimo quinquennio. Codice Obiettivo Specifico OS.1 OS.2 OS.3 OS.4 OS.5 OS.6 Individuazione dei comprensori omogenei Obiettivo Specifico del PFVP Realizzazione di carte di vocazione agro-forestale potenziale Valutazione della eventuale vulnerabilità delle specie presenti all interno dei siti Natura 2000, derivante dalle attività faunistico-venatorie Pianificazione degli interventi di miglioramento ambientale Pianificazione delle immissioni di fauna selvatica Istituzione e operatività dell osservatorio faunistico-venatorio provinciale Tabella 2.1 Obiettivi specifici del PFVP Nella Pianificazione Faunistica Preliminare - parte terza del PFVP sono stati esplicitati i criteri di pianificazione, qui appresso sintetizzati, utilizzati per la realizzazione di ciascuno di questi obiettivi. Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 27 di 243

28 OS.1: Individuazione dei comprensori omogenei Per la delimitazione dei Comprensori omogenei sono state considerate come variabili significative di caratterizzazione alcune variabili geografiche, i cui dati e informazioni derivano dal PTCP della Provincia di Cosenza. In dettaglio esse sono: paesaggio ecologico prevalente paesaggio ambientale prevalente indice di boscosità indice sintetico di valenza forestale percentuale di superficie classificata come forestale dalla categorie CORINE Land Cover. L entità geografica elementare adottata per l elaborazione dei dati è stata il comune, anche al fine di poter poi attuare le successive fasi gestionali nel modo più efficace possibile. Dall analisi dei parametri prima ricordati risultano quindi individuati 2 Comprensori Omogenei, il primo costituito da comuni classificati come prevalentemente agricoli (superficie forestale inferiore al 40% della superficie totale) l altro costituito da comuni classificati come prevalentemente forestali (superficie forestale superiore al 40% della superficie totale). La Pianificazione Faunistica Preliminare - parte terza, paragrafo 3.3 evidenzia in dettaglio la classificazione e la formazione dei comprensori omogenei. OS.2: Realizzazione di carte di vocazione agro-forestale potenziale Come indicato nel paragrafo 3.6 della Pianificazione Faunistica Preliminare, il PFVP è uno strumento dettagliato di programmazione che deve indirizzare la gestione della fauna oggetto di caccia al fine di ottimizzare il rapporto tra presenza dei selvatici e ambiente. Per raggiungere tale obiettivo è pertanto necessario adottare strumenti oggettivi di analisi territoriale, e valutare la teorica capacità portante dell ambiente nei confronti delle diverse specie selvatiche. Tali indicazioni sono infatti una delle basi fondamentali su cui si potranno programmare i vari interventi gestionali, quali: tutela, pianificazione del prelievo, ripopolamenti e reintroduzioni, miglioramenti ambientali. Si è quindi scelto di operare secondo un metodo che consente di valutare ed analizzare le diverse caratteristiche territoriali e che rende possibile la produzione di una cartografia di facile lettura per le principali specie oggetto di caccia. Sono quindi state prodotte le carte di vocazione potenziale delle seguenti specie animali selvatiche (o gruppi di specie) giudicate di maggior valenza gestionale per il territorio cosentino: turdidi beccaccia (Scolopax rusticola L.) fagiano (Phasianus colchicus L.) Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 28 di 243

29 coturnice (Alectoris graeca, Meisner) lepre europea (Lepus europaeus Pallas) lepre appenninica (Lepus corsicanus De Winton) cinghiale (Sus scrofa L.) capriolo (Capreolus capreolus L.) Non disponendo di dati attuali reali di densità sul territorio delle specie citate, si è proceduto alla realizzazione di carte di vocazione agro-forestale potenziale. La metodologia adottata è stata la seguente: acquisizione, in base al sistema di classificazione CORINE Land-Cover, dei dati relativi alla distribuzione delle tipologie di uso del suolo; acquisizione dei dati altimetrici; costruzione di un modello articolato in classi di idoneità ambientale elaborato poi per le specie animali prima citate. Anche in questo caso l entità geografica elementare adottata ai fini dell elaborazione è stata individuata nel comune, e ciò per poter poi attuare le successive fasi gestionali nel modo più efficace possibile. Il lavoro ha comportato in primo luogo un'analisi qualitativa del sistema in esame, quindi la misurazione delle sue caratteristiche, poi la formulazione di modelli. Tutto ciò ha condotto alla redazione di carte tematiche attraverso le quali rappresentare i risultati ottenuti con l applicazione dei modelli. La caratterizzazione ambientale è stata effettuata prendendo in considerazione lo strato cartografico di base a disposizione, cioè il CORINE Land Cover. Si é quindi provveduto alla definizione di quelle caratteristiche ambientali (variabili) potenzialmente rilevanti per le varie specie oggetto di studio e che potessero essere misurate e successivamente usate nei modelli. Questa fase e` consistita essenzialmente nell' identificazione di quelle variabili che possono influenzare l'idoneità di un ambiente per una determinata specie. Sono state utilizzate le 44 categorie del terzo livello di tale sistema, a cui è stata aggiunta una categoria del primo livello, comprensiva di tutte le superfici artificiali cartografate, seguendo la procedura individuata per la redazione della Rete Ecologica Nazionale. Per le singole specie trattate sono quindi state impiegati i punteggi di idoneità ambientale in relazione con l uso del suolo già validati dal fondamentale lavoro prima citato. Gli esiti di questa analisi ed i risultati ottenuti sono riportati dettagliatamente nel paragrafo 3.6 della Pianificazione Faunistica Preliminare. OS.3: Valutazione della eventuale vulnerabilità delle specie presenti all interno dei siti Natura 2000, derivante dalle attività faunistico-venatorie Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 29 di 243

30 Il raggiungimento di questo obiettivo specifico è indissolubilmente legato alla realizzazione di studi ed indagini finalizzati ad aggiornare le conoscenze in materia ed i dati in possesso dell Ente Provincia, attraverso la promozione della costituzione dell Osservatorio Faunistico Provinciale. OS.4: Pianificazione degli interventi di miglioramento ambientale Nel paragrafo 3.11 della Pianificazione Faunistica Preliminare è illustrato il Piano di interventi di miglioramento ambientale e dei criteri per la corresponsione degli incentivi, con annesso disciplinare per la corresponsione di incentivi a proprietari o conduttori che si impegnino per il ripristino di habitat. Scopo dei miglioramenti ambientali è quello di indurre un generalizzato incremento della diversità e della densità delle zoocenosi che perduri il più a lungo possibile. Il meccanismo per la realizzazione dei miglioramenti ambientali è costituito dalla presentazione, da parte di proprietari e conduttori dei fondi agricoli, di specifici progetti agli ATC e da questi alla Provincia per la definitiva approvazione e finanziamento. In base alle caratteristiche ambientali e vegetazionali del territorio della provincia di Cosenza si ritiene che i progetti potranno riguardare le seguenti tipologie di intervento: mantenimento e/o ripristino degli elementi fissi del paesaggio: siepi, fasce di arbusti, frangivento, vecchie sistemazioni agricole, laghetti, ecc.; semina di colture a perdere e/o rinuncia alla raccolta di coltivazioni idonee all alimentazione della fauna selvatica su appezzamenti inferiori ad 1 ha; incremento e/o conservazione delle superfici ad incolto poste in ambienti ad agricoltura intensiva; predisposizione di punti di alimentazione e di abbeverata da rifornire nei periodi di maggiore carenza idrica od alimentare; modificazione dei sistemi di coltivazione, attraverso una maggiore frammentazione degli appezzamenti e delle colture, il ripristino o l adozione di rotazioni colturali con cereali autunno vernini e foraggere, il ricorso a lavorazioni minime del terreno ed a tecniche di agricoltura biologica; ripulitura di prati e pascoli da essenze erbacee infestanti e non appetite dalla selvaggina su appezzamenti di superficie non superiore a 3 ha; riduzione dell impiego di fitofarmaci più dannosi alla fauna selvatica, astensione dalle irrorazioni delle tare aziendali, dei fossati, dei ciglioni, delle scoline, dei frangivento, dei boschetti, dei confini tra una coltura ed un altra, per una larghezza da 4 a 6 m; posticipazione dello sfalcio o dell eventuale sovescio della vegetazione spontanea presente nelle tare aziendali e nei terreni ritirati dalla produzione a dopo la metà di luglio. posticipazione dell aratura o dell interramento delle stoppie; Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 30 di 243

31 adozione di misure di salvaguardia della fauna selvatica durante le operazioni di sfalcio e di raccolta dei foraggi, di mietitura dei cereali (adozione di barre di involo, taglio ad iniziare dal centro dell appezzamento); interventi di gestione della vegetazione e del livello delle acque in specchi d acqua naturali od artificiali non utilizzati a fini venatori; prevenzione dell interramento di specchi d acqua e di acquitrini nonché mantenimento e ripristino di prati umidi; predisposizione di fasce permanenti di vegetazione erbacea od arbustiva (20-30 m) come separazione tra aree coltivate intensivamente e bacini idrici naturali od artificiali; interventi di rimozione di condizioni di inquinamento dai rifiuti ordinari o speciali; altri progetti da sottoporre al giudizio della Provincia. OS.5: Pianificazione delle immissioni di fauna selvatica Nel paragrafo 3.12 della Pianificazione Faunistica Preliminare sono ampiamente descritti i piani di immissione di fauna selvatica e dei relativi criteri per la programmazione e l attuazione dei ripopolamenti. Dopo una premessa metodologica sulla differenza che corre tra introduzioni, reintroduzioni e ripopolamenti, sono identificate le strategie operative che gli A.T.C. dovranno adottare nell ambito dei loro piani di immissione: a. individuazione delle aree idonee alla immissione sulla base delle caratteristiche di idoneità e vocazionalità per le diverse specie; b. adozione delle metodologie di rilascio più idonee per le singole specie; c. sospensione di qualsiasi forma di ripopolamento in data successiva al 31 luglio, per consentire un sufficiente ambientamento degli animali prima dell inizio dell attività di allenamento dei cani; d. qualificazione del ruolo delle zone di ripopolamento e cattura (nel caso di loro istituzione), quali elementi portanti per la produzione di selvaggina di alta qualità, da utilizzare soprattutto per progetti di reintroduzione; e. istituzione di aree vincolate all esercizio venatorio a tempo determinato e per superfici non molto estese, tenuto conto di quanto previsto tra i compiti del Comitato di gestione degli A.T.C., che determinano il quantitativo di selvaggina da immettere, il numero di capi prelevabili, prevedendo eventuali limitazioni nel prelievo venatorio. In altri termini creazione di aree di rispetto, in cui sia possibile consentire l insediamento e la riproduzione di nuclei di selvaggina di interesse venatorio in aree strettamente collegate agli A.T.C. La loro istituzione e distribuzione sul territorio sarà legata ad un tempo sufficiente a consentire un efficace insediamento della popolazione, per poter poi usufruire della produzione ottenuta; Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 31 di 243

32 f. consultazione del Comitato Tecnico Scientifico, previsto dall art. 11 del Regolamento del Piano di Gestione dei Siti Natura 2000 della Provincia di Cosenza, per attività di ripopolamento nelle aree contermini ai Sic ovvero dei rispettivi Enti Gestori per le altre aree protette. Nel paragrafo 3.12 della Pianificazione Faunistica Preliminare sono inoltre descritte opportune tecniche di immissione per Galliformi (Fagiano, Starna, Coturnice), per la Lepre e per gli Ungulati. OS.6: Istituzione e operatività dell osservatorio faunistico-venatorio provinciale Come indicato nel paragrafo 3.13 della Pianificazione Faunistica Preliminare, la Provincia di Cosenza intende promuovere l istituzione dell Osservatorio Faunistico Provinciale allo scopo di favorire lo studio della biologia della fauna selvatica presente sul territorio e per verificarne i rapporti con l'ambiente. Alla competenza dell istituendo osservatorio andrà assegnata la realizzazione di molteplici obiettivi, per il raggiungimento dei quali l osservatorio si avvarrà della creazione e gestione: di una stazione ornitologica, di una stazione di inanellamento, di punti di osservazione dell'avifauna selvatica, aventi lo scopo di sviluppare le attività scientifiche e di ricerca, predisporre lo studio della biologia degli uccelli, effettuare ricerche qualitative e quantitative delle popolazioni nidificanti, migratrici e svernanti. Per il funzionamento dell osservatorio è proposto un apposito disciplinare, la cui bozza è anch essa contenuta nel paragrafo 3.13 della Pianificazione Faunistica Preliminare. In aggiunta ai criteri su menzionati, nel paragrafo 3.4 della Pianificazione Faunistica Preliminare si ribadisce che le popolazioni di animali selvatici, rappresentando risorse finite, ma rinnovabili, richiedono una serie di attenzioni al fine di garantirne la conservazione, sia a livello di specifiche popolazioni, sia nel loro complesso. A tal fine occorre prevedere precise norme di tutela e protezione di quegli ambienti che, per peculiarità botaniche o zoologiche considerate rare o endemiche, risultino meritevoli di un regime di particolare protezione. Sempre nel paragrafo 3.4 si ricorda, a tale proposito, come la provincia di Cosenza presenti molti ambiti caratterizzati dalla presenza di fauna stanziale tipica e rivesta anche una fondamentale importanza, grazie alla sua particolare posizione geografica, per ciò che concerne i luoghi di sosta e transito di un considerevole numero di specie migratrici. Sebbene l obiettivo prioritario che deve ispirare una politica di pianificazione delle zone protette sia rappresentato dalla conservazione e tutela di specifiche realtà ambientali e faunistiche, non va tuttavia trascurato l importante ruolo che può essere rivestito da istituti di protezione quando siano Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 32 di 243

33 realizzati anche in funzione della gestione faunistico - venatoria che viene svolta sul restante territorio. La pianificazione faunistica regionale prevede la destinazione di almeno il 24% del territorio agrosilvo-pastorale a zone di protezione della fauna selvatica di cui all'art. 10, commi 3 e 4 della L. 157/92. Preme tuttavia evidenziare come il regime di divieto di caccia non rappresenti, di per sè, elemento sufficiente a caratterizzare e definire un ambito di protezione per la fauna selvatica, essendo la valenza faunistica di un territorio il risultato di una serie di attributi che lo caratterizzano. Tra questi notevole importanza rivestono, in un contesto ambientale favorevole, la realizzazione di adeguati interventi gestionali. A sostegno di questa affermazione occorre ricordare che la legge n.157/1992 all'art. 10 comma 4, sancisce che il divieto di abbattimento e cattura a fini venatori deve essere accompagnato da provvedimenti atti ad agevolare la sosta della fauna, la riproduzione e la cura della prole. Il PFVP, vista la percentuale di territorio già facente parte della quota destinata a protezione totale della fauna, risultante pari a ettari ,61 e dunque ad una percentuale del 32,43% della SASP, può unicamente porsi l obiettivo di mantenere in essere tale assetto territoriale, valorizzando al massimo gli interventi gestionali da attuarsi sul territorio degli Ambiti Territoriali di Caccia, costituiti e già operanti in ambito provinciale. Nel paragrafo 3.4 si sottolinea anche come alla percentuale di aree destinate a protezione della fauna vengano a sommarsi ulteriori ,03 ettari ricompresi in zone interdette all attività venatoria, quali superfici a rimboschimento, superfici percorse dal fuoco e la porzione della fascia di rispetto del Valico di Monte Scuro non ricompresa nel Parco della Sila. Ciò porta ad un totale di ,50 ettari, corrispondenti ad un 34,29% della SASP, la superficie posta in divieto di caccia. Il superamento del limite massimo del 30% previsto dalla Legge quadro nazionale n.157, incide negativamente sulla possibilità di individuare nuove superfici a protezione totale quali per esempio oasi e zone di ripopolamento e cattura, oppure l istituzione di zone di protezione lungo le rotte di migrazione. Ad ogni modo, nel caso in cui nel periodo di vigenza del PFVP si rendessero disponibili percentuali di territorio per l istituzione di nuove superfici a protezione, nel paragrafo 3.7 della Pianificazione Faunistica Preliminare sono illustrate le linee guida per la costituzione e gestione delle oasi di protezione, delle zone di ripopolamento e cattura, nonché linee guida per la costituzione e gestione di istituti di gestione privata della caccia, quali i centri di riproduzione della fauna selvatica, le aziende faunistico venatorie e le aziende agrituristico venatorie, oltre alla regolamentazione dell addestramento e allenamento dei cani da caccia. Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 33 di 243

34 Infine, per come indicato nel paragrafo 3.1 della Pianificazione Faunistica Preliminare - parte terza del PFVP, gli obiettivi specifici del PFVP potranno essere raggiunti attraverso il dispiego di opportune azioni volte ad: attuare una politica di riequilibrio del territorio volta alla salvaguardia degli habitat ed al ripristino delle condizioni ottimali per la fauna; mantenere il giusto equilibrio fra le diverse specie animali che vivono in un determinato territorio, in quanto queste sono legate da rapporti di competizione inter ed intraspecifica; mettere in atto tecniche di gestione affinché le singole specie animali selvatiche siano presenti sul territorio a livelli di densità compatibili con la loro conservazione nel tempo e in equilibrio con le altre componenti ambientali; salvaguardare, e se possibile ricostituire, il patrimonio genetico di talune specie, compromesso nella loro integrità a seguito di immissioni di soggetti provenienti da altri paesi o anche allevati secondo i criteri che sono propri di una zootecnia intensiva o comunque produttiva; incrementare gli interventi di miglioramento ambientale oltre quelli già messi in campo dalla Provincia di Cosenza, tra cui la realizzazione del progetto Recupero degli antichi sentieri dei cacciatori, in corso di attuazione, le cui idee progettuali sottendono le finalità di: - consolidare il rapporto fra cacciatore e territorio; - migliorare il rapporto fra cacciatori e agricoltori e fra cacciatore ed ambiente; - creare socializzazione tra persone che condividono lo stesso interesse. Ciò attraverso la riscoperta dei sentieri storicamente utilizzati dai cacciatori durante l attività venatoria; il ripristino ambientale ed il mantenimento di questi antichi sentieri per farne percorsi tipici, segnalati e descritti nella loro specificità ambientale, paesaggistica e naturalistica con opportuna cartellonistica; il recupero di vecchi immobili da destinare a rifugio diurno dei cacciatori per farne momento socializzante a tutti gli effetti. Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 34 di 243

35 3 QUADRO NORMATIVO E PROGRAMMATICO PER LA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE 3.1 Riferimenti normativi e strategici internazionali, nazionali e regionali Per la costruzione del quadro delle politiche ambientali internazionali, nazionali e regionali sono stati individuati i riferimenti normativi, le strategie, i programmi ambientali ritenuti significativi; tali documenti si riferiscono all ambito internazionale, nazionale e regionale. L obiettivo è quello di disporre di un quadro il più esaustivo possibile che consenta di utilizzare documenti e normative di riferimento per le tematiche ambientali rilevanti ai fini dell integrazione e della definizione di strategie ed obiettivi ambientali per i piani e programmi da sottoporre a VAS. Il quadro delle strategie e normative è pertanto riferito a tutte le componenti ambientali, così come riportate nell'allegato F del R.R. 3/2008. Ciò ha permesso di procedere in base alla tipologia ed alla dimensione territoriale del piano alle opportune estrapolazioni, con l obiettivo di pervenire alla definizione di un quadro ricognitivo per la specificazione della dimensione ambientale utile a costituire il contesto su cui individuare gli obiettivi e gli indicatori necessari alla verifica ed alla misurazione degli impatti del piano stesso. I riferimenti generali per lo sviluppo sostenibile e la normativa in materia ambientale vengono di seguito elencati: Conclusioni della Presidenza Consiglio Europeo di Göteborg 15 e 16 giugno 2001; Sesto Programma d azione ambientale comunitario - Decisione n. 1600/2002/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, 22 luglio 2002; Decisione 2002/358/CE del Consiglio, del 25 aprile 2002, relativa all'approvazione, in nome della Comunità Europea, del Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e l'esecuzione congiunta degli impegni che ne derivano; Strategia di Lisbona e Goteborg (2005); Riesame della strategia dell'ue in materia di sviluppo sostenibile (SSS dell'ue) Nuova strategia adottata dal Consiglio Europeo il 15/16 giugno 2006; Strategia d azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia - Gazzetta Ufficiale n. 255 del 30 ottobre 2002, supplemento ordinario n. 205; Strategia tematica per l'uso sostenibile delle risorse naturali, COM(2005) 670; Decreto legislativo 3 Aprile 2006 n.152 e ss.mm.ii Norme in materia ambientale. I documenti e le normative settoriali per ciascuna tematica di riferimento sono riportati nelle tabelle che seguono, rispettivamente per il livello internazionale, nazionale e regionale; non si manca di evidenziare che la parte prima Disposizioni generali del PFVP riporta il quadro completo e dettagliato dei provvedimenti legislativi e normativi a cui il lavoro di pianificazione ha fatto riferimento. Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 35 di 243

36 ACQUA TEMATICA / COMPONENTE AMBIENTALE BENI CULTURALI, ARCHEOLOGICI, ARCHITETTONICI, PAESAGGIO CAMBIAMENTI CLIMATICI ENERGIA FLORA, FAUNA E BIODIVERSITA DOCUMENTI E NORMATIVE DI RIFERIMENTO DI LIVELLO INTERNAZIONALE Direttiva 2000/60/CE del parlamento europeo e del consiglio del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque Direttiva 91/676/CE del Consiglio, del 12 dicembre 1991, relativa alla protezione delle acque contro l'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole Direttiva 91/271/CE del Consiglio, del 21 maggio 1991, concernente il trattamento delle acque reflue urbane Direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento" Convenzione europea del paesaggio, Firenze 20 Ottobre 2000 Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo - Potsdam, maggio 1999 Decisione 2002/358/CE del Consiglio, del 25 aprile 2002, relativa all' approvazione, in nome della Comunità europea, del Protocollo di Kyoto alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e l'esecuzione congiunta degli impegni che ne derivano. Comunicazione della commissione al consiglio e al parlamento europeo - Strategia tematica sull inquinamento atmosferico COM(2005) 446 Direttiva 2001/81/CE: Parlamento europeo e Consiglio del 23 ottobre 2001 relativa ai limiti nazionali di emissione di alcuni inquinanti atmosferici Direttiva 2001/77/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 settembre 2001 sulla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità Direttiva 2002/91/ce del parlamento europeo e del consiglio del 16 dicembre 2002 sul rendimento energetico nell'edilizia Direttiva 2003/30/ce del parlamento europeo e del consiglio dell'8 maggio 2003 sulla promozione dell'uso dei biocarburanti o di altri carburanti rinnovabili nei trasporti Direttiva 2006/32/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 5 aprile 2006 concernente l efficienza degli usi finali dell energia e i servizi energetici e recante abrogazione della direttiva 93/76/CE del Consiglio. Convenzione internazionale relativa alle zone umide di importanza internazionale, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici Ramsar (1971) Convenzione di Berna relativa alla conservazione della vita selvatica e dell'ambiente naturale in Europa (1979) Convenzione sulla biodiversità (CBD), Nazioni Unite - Rio de Janeiro 1992 Comunicazione commissione strategia comunitaria per la diversità biologica (1998) Direttiva 79/409/CEE concernente la conservazione dell'avifauna selvatica. Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. Comunicazione della commissione: arrestare la perdita di biodiversità entro il 2010 e oltre (2006) Piano d azione comunitario per la biodiversità (2001) Regolamento n. 1698/2005/CE Programma di azione forestale comunitaria (1989) Strategia forestale dell unione europea (risoluzione 1999/c/56/01) Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 36 di 243

37 TEMATICA / COMPONENTE AMBIENTALE INQUINAMENTO ATMOSFERICO DOCUMENTI E NORMATIVE DI RIFERIMENTO DI LIVELLO INTERNAZIONALE Convenzione delle nazioni unite sulla lotta contro la desertificazione UNCDD Libro Bianco - La politica europea dei trasporti fino al 2010: il momento delle scelte -COM/2001/0370 Direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento" Comunicazione della commissione al consiglio e al parlamento europeo - Strategia tematica sull inquinamento atmosferico COM(2005) 446 Direttiva 2001/81/CE: Parlamento europeo e Consiglio del 23 ottobre 2001 relativa ai limiti nazionali di emissione di alcuni inquinanti atmosferici Strategia europea per l ambiente e la salute,com (2003) 338 def. Brussels, Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo relativa all istituzione di un secondo Programma d azione comunitaria in materia di salute ( ), COM(2007) 150 def. - Brussels, Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo relativa ad una Strategia tematica sull ambiente urbano - Bruxelles, 11 gennaio 2006 Direttiva 96/82/CE del Consiglio, del 9 dicembre 1996, sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose POPOLAZIONE E SALUTE Direttiva 2003/105/CE del Parlamento e del Consiglio, del 16 dicembre 2003, che modifica la direttiva 96/82/CE, sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose Libro Bianco - La politica europea dei trasporti fino al 2010: il momento delle scelte -COM/2001/0370 Carta del Turismo Sostenibile, Conferenza internazionale Lanzarote (1995); Codice Globale di Etica per il Turismo, World Tourism Organisation (1999) Mediterranean Action Plan on Tourism, UNEP (1999) Carta di Rimini, Conferenza Internazionale per il Turismo Sostenibile (2001) Raccomandazione dell OCSE per una gestione ambientalmente compatibile dei rifiuti (approvata con dec. Cons. CE 90/170/CEE) Strategia tematica per la prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti COM (2005) 666 Strategia tematica concernente l'utilizzo sostenibile dei pesticidi" COM(2006) 372 def. Verso una strategia tematica per la protezione del suolo (COM(2002) 179 def. Direttiva 2004/35/CE sulla responsabilità ambientale in materia di RIFIUTI prevenzione e riparazione del danno ambientale del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 aprile 2004 Direttiva 12/2006/CE quadro legislativo della politica comunitaria in materia di gestione dei rifiuti (sostituisce la Dir. 75/442/CE) Direttiva 689/1991/CE sui rifiuti pericolosi Direttiva 12/2004/CE sugli imballaggi e rifiuti da imballaggio (di modifica della Direttiva 94/62/CE) Direttiva 31/1999/CE sulle discariche Direttiva 76/2000/CE Incenerimento dei rifiuti RUMORE Piano Generale dei Trasporti e della logistica - Gennaio 2001 Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 37 di 243

38 TEMATICA / COMPONENTE AMBIENTALE SUOLO, SOTTOSUOLO, RISCHIO DOCUMENTI E NORMATIVE DI RIFERIMENTO DI LIVELLO INTERNAZIONALE Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2000 che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque Regolamento (CEE) n. 2158/92 del Consiglio del 23 luglio 1992 relativo alla protezione delle foreste nella Comunità contro gli incendi. Strategia Europea sulla Gestione Integrata delle Zone Costiere - ICZM (2000). Tabella 3.1 Documenti e normative per ciascuna tematica di riferimento a livello internazionale ACQUA TEMATICA / COMPONENTE AMBIENTALE BENI CULTURALI, ARCHEOLOGICI, ARCHITETTONICI, PAESAGGIO CAMBIAMENTI CLIMATICI ENERGIA FLORA, FAUNA E BIODIVERSITA DOCUMENTI E NORMATIVE DI RIFERIMENTO DI LIVELLO NAZIONALE D.Lgs 11 Maggio 1999 n. 152, Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole L. 5 gennaio 1994 n. 36 Disposizioni in materia di risorse idriche Decreto Legislativo 18 febbraio 2005, n. 59 "Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento" Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio - Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 Legge 120 del 1 giugno 2002 Ratifica del Protocollo di Kyoto Piano di Azione Nazionale per la riduzione delle emissioni dei gas serra Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n. 171 "Attuazione della direttiva 2001/81/CE relativa ai limiti nazionali di emissione di alcuni inquinanti atmosferici" Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 "Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità" Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 192, "Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia" Decreto Legislativo 29 dicembre 2006, n. 311, Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell'edilizia" Decreto 20 luglio 2004 Nuova individuazione degli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili, di cui all'art. 16, comma 4, del decreto legislativo 23 maggio 2000, n Decreto 20 luglio 2004 Nuova individuazione degli obiettivi quantitativi per l'incremento dell'efficienza energetica negli usi finali di energia, ai sensi dell'art. 9, comma 1, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79. Decreto 16 giugno Linee Guida di programmazione forestale (Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio) L. 394/1991 Legge quadro sulle aree protette L. 157/1992 Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio DPR 357/97 e ss.mm.ii Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche Strategia Nazionale per la biodiversità in Italia Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 38 di 243

39 TEMATICA / COMPONENTE AMBIENTALE INQUINAMENTO ATMOSFERICO POPOLAZIONE E SALUTE RIFIUTI RUMORE SUOLO, SOTTOSUOLO, RISCHIO DOCUMENTI E NORMATIVE DI RIFERIMENTO DI LIVELLO NAZIONALE Piano Generale dei Trasporti e della logistica - Gennaio 2001 Decreto Legislativo 18 febbraio 2005, n. 59 "Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento" Legge 120 del 1 giugno 2002 Ratifica del Protocollo di Kyoto Piano di Azione Nazionale per la riduzione delle emissioni dei gas serra Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n. 171 "Attuazione della direttiva 2001/81/CE relativa ai limiti nazionali di emissione di alcuni inquinanti atmosferici" Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 "Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità" Piano Generale dei Trasporti e della logistica - Gennaio 2001 Decreto Legislativo 17 agosto 1999, n Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose Decreto Legislativo 21 settembre 2005, n Attuazione della direttiva 2003/105/CE, che modifica la direttiva 96/82/CE, sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose Decreto Legislativo 13 gennaio 2003, n. 36 Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti D. M. Ambiente 18 settembre 2001, n. 468 Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati D.M. 25 ottobre 1999, n Regolamento recante criteri, procedure e modalita' per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati, ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni e integrazioni Piano Generale dei Trasporti e della logistica - Gennaio 2001 Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 1 marzo 1991, recante "Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno", Legge 26 ottobre 1995, n. 447, "Legge quadro sull'inquinamento acustico" L. 18 maggio 1989, n. 183 Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo. Legge 21 novembre 2000, n Legge quadro in materia di incendi boschivi Tabella 3.2 Documenti e normative per ciascuna tematica di riferimento a livello nazionale TEMATICA/COMPONENTE AMBIENTALE ACQUA BENI CULTURALI, ARCHEOLOGICI, ARCHITETTONICI, PAESAGGIO CAMBIAMENTI CLIMATICI DOCUMENTI E NORMATIVE DI RIFERIMENTO DI LIVELLO REGIONALE LR 3 ottobre 1997, n. 10 Norme in materia di valorizzazione e razionale utilizzazione delle risorse idriche e di tutela delle acque dall inquinamento. Delimitazione degli ambiti territoriali ottimali (ATO) per la gestione del Servizio Idrico Integrato Presa d atto sottoscrizione dell Accordo per l attuazione dei principi della Convenzione Europea del Paesaggio in Calabria Carta Calabrese del Paesaggio - BUR Calabria, Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 39 di 243

40 TEMATICA/COMPONENTE AMBIENTALE ENERGIA FLORA, FAUNA E BIODIVERSITA INQUINAMENTO ATMOSFERICO POPOLAZIONE E SALUTE RIFIUTI RUMORE DOCUMENTI E NORMATIVE DI RIFERIMENTO DI LIVELLO REGIONALE Piano Energetico Ambientale della Regione Calabria, approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 315 del 14 febbraio 2005 Legge Regionale n. 10/2003 sulle aree protette PIS Rete Ecologica Regionale (POR Calabria ) Legge Regionale n. 9/ Norme per la tutela e la gestione della fauna selvatica e l organizzazione del territorio ai fini della disciplina programmata dell esercizio venatorio L.R. 20/92 Forestazione e difesa del suolo Programma autosostenibile di sviluppo nel settore regionale forestale Legge regionale 30 ottobre 2003, n. 16 Incentivazione del trasporto ciclistico in Calabria - Supplemento straordinario n. 1 al B.U. della Regione Calabria - Parti I e II - n. 20 del 31 ottobre 2003 Piano regionale per la sicurezza alimentare, D.G.R , n. 319 BUR Calabria del Relazione sanitaria regionale BUR Calabria del Legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 Norme per la tutela, governo ed uso del territorio - Supplemento straordinario n. 3 al B.U. della Regione Calabria - Parti I e II - n. 7 del 16 aprile 2002 Legge regionale n. 14 del 24 novembre 2006 Modifiche e integrazioni alla Legge regionale 16 aprile 2002, n Supplemento straordinario n. 1 al B.U. della Regione Calabria - Parti I e II n. 22 dell 1 dicembre 2006 Legge regionale 30 ottobre 2003, n. 16 Incentivazione del trasporto ciclistico in Calabria - Supplemento straordinario n. 1 al B.U. della Regione Calabria - Parti I e II - n. 20 del 31 ottobre 2003 Piano Regionale Gestione rifiuti (2002) Piano regionale discariche (2002) Piano Regionale Gestione Rifiuti ( integrazione 2007) SUOLO, SOTTOSUOLO, RISCHIO Piano Stralcio di Bacino per l Assetto Idrogeologico, Consiglio Regionale, Delibera n. 115 del 28 dicembre Legge Regionale 10 gennaio 2007, n. 5 - Promozione del sistema integrato di sicurezza. Legge Regionale 19 ottobre 1992, N Forestazione, difesa del suolo e foreste regionali in Calabria. Programma d'area per le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola (D.G.R. 393 del 6 Giugno 2006) Norme tecniche per l'utilizzazione agronomica delle acque di vegetazione dei frantoi oleari (D.G.R. n.17 del 16 Gennaio 2006). Tabella 3.3 Documenti e normative per ciascuna tematica di riferimento a livello regionale Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 40 di 243

41 3.2 Individuazione dei piani e dei programmi pertinenti Per quadro pianificatorio e programmatico si intende l'insieme dei piani e programmi che governano i settori e il territorio oggetto del PFVP della Provincia di Cosenza. L'esame della natura del PFVP e della sua collocazione in tale quadro è finalizzata a stabilire la rilevanza dello stesso e la sua relazione con gli altri piani e programmi. La costruzione del quadro pianificatorio e programmatico è propedeutica alla verifica di coerenza esterna tra gli obiettivi del PFVP e gli obiettivi degli altri programmi territoriali e settoriali. Al fine di garantire la massima coerenza con la programmazione regionale, il PFVP deve tenere conto delle indicazioni contenute negli strumenti di programmazione sovraordinati (analisi di coerenza verticale) e di quanto previsto dagli altri piani e programmi settoriali (analisi di coerenza orizzontale). In tale ottica, per la verifica di coerenza sono stati presi i considerazione solo i principali Piani e Programmi a livello regionale, provinciale e comunale già approvati. Per la costruzione del quadro sono stati individuati i principali piani e programmi a livello regionale, provinciale e comunale, che sono elencati nella tabella 3.4, in cui è schematizzata l associazione di ciascun piano/programma con le 10 tematiche e/o componenti ambientali: 1. Acqua 2. Beni culturali, architettonici, archeologici e paesaggio 3. Cambiamenti climatici 4. Energia 5. Flora, Fauna e biodiversità 6. Inquinamento atmosferico 7. Popolazione e salute 8. Rifiuti 9. Rumore 10. Suolo e sottosuolo e Rischio TEMATICA E/O COMPONENTE AMBIENTALE PIANO/PROGRAMMA A LIVELLO REGIONALE PIANO/PROGRAMMA A LIVELLO PROVINCIALE Acqua Piano di tutela per le acque PTCP Beni culturali, architettonici, archeologici e paesaggio Cambiamenti climatici Energia Fauna flora e biodiversità Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) PIS Rete Ecologica Regionale (POR Calabria ) Piano per la valorizzazione dei beni paesaggistici e storici della Provincia di Cosenza PTCP PTCP PTCP Piano di gestione Provinciale dei SIC PTCP Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 41 di 243

42 Fauna, flora e biodiversità Inquinamento atmosferico Popolazione e salute Piano Forestale Regionale Piano Attuativo di Forestazione anno 2010 della Provincia di Cosenza PTCP PTCP Rifiuti Piano Regionale Gestione Rifiuti PTCP Rumore Suolo sottosuolo e Rischio Piano Stralcio di Bacino per l assetto Idrogeologico (PAI) Programma regionale d azione per le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola Piano Forestale Regionale PTCP Programma provinciale previsione e prevenzione rischio PTCP Piano Attuativo di Forestazione anno 2010 della Provincia di Cosenza Tabella 3.4 Pianificazione/Programmazione a livello regionale/provinciale In particolare, con riferimento alla componente/tematica ambientale Flora, fauna e biodiversità, per quanto riguarda i Piani di Gestione delle aree protette presenti nel territorio provinciale, dettagliatamente descritte nel capitolo 2 Aree tutelate della Sezione Assetto Territoriale del Quadro Conoscitivo - parte terza del PFVP, si evidenzia che: esiste un Piano di Gestione dei SIC della provincia di Cosenza, riferito ai 35 siti (degli 81 totali presenti sul territorio provinciale) totalmente esterni ai parchi nazionali, elencato nella precedente tabella 3.4 e preso in considerazione nell analisi di coerenza esterna del PFVP (nel paragrafo 6.1); per il SIC Pianori di Macchialonga, interamente compreso nel Parco della Sila, esiste un Piano di Gestione, di cui risulta la presa d atto da parte dell Ente Gestore del Parco della Sila; tale PdG non è stato preso in considerazione, dal momento che il sito, essendo ben lontano dalla zona di confine del Parco, non potrà subire interferenze con le possibili attività del PFVP effettuate esternamente al Parco, anche in prossimità dei suoi confini. per gli altri SIC ricompresi nei 2 parchi nazionali, la competenza è degli Enti Gestori dei Parchi e, in attesa che questi ultimi si dotino dei rispettivi Piani per il Parco, valgono le misure di tutela e salvaguardia indicate nei Decreti istitutivi dei Parchi medesimi; per i 4 SIN e i 3 SIN individuati nell ambito del progetto BioItaly si è ipotizzato, nell ambito del presente RA e dell allegato Studio di Incidenza, che per essi siano applicabili gli stessi obiettivi di sostenibilità ambientale di cui al PdG dei 35 SIC; per le ZPS risultano in fase di redazione i relativi Piani di Gestione, da parte delle Province; per le due riserve naturali regionali di Tarsia e Foce Crati esiste un Piano di Assetto Naturalistico in corso di approvazione (con nota n del l Ente Gestore ah avviato la procedura di assoggettabilità VAS ai sensi dell art. 22 del R.R. n. 3/2008 e ss.mm.ii.); Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 42 di 243

43 per le riserve naturali statali, il cui Ente Gestore è l Ufficio Territoriale Biodiversità di Cosenza del Corpo Forestale dello Stato, in assenza dei Piani di Gestione valgono le misure di tutela indicate nei rispettivi Decreti istitutivi. Nelle tabelle che seguono sono descritti, per ciascun Piano e/o Programma, gli obiettivi, i vincoli e, qualora ve ne siano, le prescrizioni. Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 43 di 243

44 PIANIFICAZIONE/PROGRAMMAZIONE A LIVELLO REGIONALE PIANO O PROGRAMMA BREVE DESCRIZIONE OBIETTIVI QUALITATIVI E/O QUANTITATIVI VINCOLI/PRESCRIZIONI Il PIS Rete Ecologica è un progetto complesso finalizzato alla creazione della Rete Ecologica Regionale. Progetto Integrato Strategico Rete Ecologica Regionale Con il PIS Rete Ecologica si è inteso valorizzare e sviluppare gli ambiti territoriali regionali caratterizzati dalla presenza di rilevanti valori naturali e culturali, garantendo al contempo l integrazione tra i processi di tutela ambientale e di sviluppo sociale ed economico. Corrispondenti a quelli del Piano di Gestione dei SIC. Completare il quadro dei Siti Natura 2000 Piano regionale gestione dei rifiuti Il Piano Regionale di gestione dei rifiuti, elaborato dall ufficio del Commissario Delegato per l Emergenza Ambientale in Calabria, prevede l organizzazione del sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani, individua i fabbisogni e l offerta di smaltimento complessiva per i rifiuti speciali, effettua una prima indagine sui siti inquinati o potenzialmente inquinati da rifiuti urbani, inerti, ingombranti e speciali. Garantire la gestione dei rifiuti urbani secondo criteri di efficienza ed economicità all interno degli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) coincidenti con le cinque province; Riduzione quali-quantitava dei rifiuti; Conseguimento obiettivi di raccolta differenziata (35% a partire dal 2003) (D. Lgs. n.22/97); Abbandono della discarica come sistema di smaltimento e minimizzazione degli impatti degli impianti; Contenimento dei costi e attivazione di opportunità di lavoro connesse con il sistema di gestione Stabilisce i criteri per l individuazione di aree idonee e non idonee alla localizzazione di impianti; Stabilisce la dotazione impiantistica primaria del sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani (non ancora completata per mancanza del consenso da parte delle popolazioni) Piano Stralcio di Bacino per l assetto Idrogeologico (PAI) Il Piano Stralcio di bacino per l assetto idrogeologico (PAI) persegue le finalità del DL 180/ 98 (Decreto Sarno) emanato per accelerare quanto già previsto dalla legge organica sulla difesa del suolo n. 183/ 89. Il Piano è finalizzato alla valutazione del rischio di frana ed alluvione ai quali la Regione Calabria, per la sua specificità territoriale (730 Km di costa), ha aggiunto quello conseguente l erosione costiera. Perimetrazione delle aree a diverso grado di pericolosità e di rischio, da alluvione e da frana; Definizione delle misure di salvaguardia e i vincoli all uso del suolo, atti a non incrementare il rischio nelle zone in cui esiste già un pericolo; Individuazione degli interventi di difesa (strutturali, non strutturali, di manutenzione, ecc.) con relative stime Il PAI ai sensi della legge 365/2000 art. 1 comma 5 bis, ha valore sovraordinatorio sulla strumentazione urbanistica locale. Pertanto è necessario recepire nei Piani sotto-ordinati tutte le misure di salvaguardia e i vincoli all uso del suolo, atti a non incrementare il rischio nelle zone in cui esiste già un pericolo Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 44 di 243

45 dei costi, atti a ridurre il rischio idrogeologico nelle aree riconosciute a rischio e a non incrementarlo nelle aree critiche. Piano Energetico Ambientale Regionale La Regione, in armonia con gli indirizzi della politica energetica nazionale e dell Unione Europea, disciplina con il proprio piano gli atti di programmazione e gli interventi operativi della Regione e degli enti locali in materia di energia, in conformità a quanto previsto dall articolo 117, comma terzo, della Costituzione, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile del sistema energetico regionale garantendo che vi sia una corrispondenza tra energia prodotta, il suo uso razionale e la capacità di carico del territorio e dell ambiente Stabilità, sicurezza ed efficienza della rete elettrica. Sviluppo di un sistema energetico che dia priorità alle fonti rinnovabili ed al risparmio energetico come mezzi per una maggior tutela ambientale, al fine di ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera senza alterare significativamente il patrimonio naturale della Regione. Diversificazione delle fonti energetiche. Tutela dell ambiente attraverso la promozione di interventi di efficienza e risparmio energetici. Le infrastrutture energetiche dovranno esser realizzate in armonia con il territorio, il paesaggio e gli altri insediamenti Per le infrastrutture che determinano esuberi va verificata la capacità di trasporto delle reti ai fini dell export Piano di Tutela delle Acque (PTA) Programma regionale d azione per le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, 2006 Il Piano di Tutela delle Acque (PTA), recentemente adottato con Deliberazione di Giunta regionale n. 394 del , permette di avere un quadro conoscitivo finalizzato al raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici e, più in generale, alla protezione dell'intero sistema idrico superficiale e sotterraneo. E uno strumento dinamico che comporta costante aggiornamento ed implementazione dei dati nonché continuo aggiornamento alla normativa di settore. Il Programma, a seguito della delimitazione attraverso l ARSSA delle aree vulnerabili da nitrati di origine agricola, contiene norme tecniche vincolanti per le aziende agricole finalizzate al contenimento del rischio di Risanamento dei corpi idrici significativi e d interesse che mostrano uno stato di qualità ambientale compromesso Mantenere lo stato di qualità buono per tutti quei corpi idrici significativi e d interesse che non risentono di pressioni antropiche alteranti il loro stato Raggiungere il miglioramento dello stato di qualità delle acque a specifiche destinazione d uso ed attuare un sistema di protezione delle stesse per garantirne un uso quali-quantitativo da parte di tutti Conservare la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici superficiali, nonché mantenere la capacità di sostenere comunità animali ampie e ben diversificate. Individuare e cartografare le zone vulnerabili ai fini della tutela delle risorse idriche sotterranee. Limitare l applicazione al suolo dei Il PTA (adottato con DGR n. 394 del ) deve essere approvato definitivamente, previa acquisizione dei pareri prescritti dalla legge ed espletamento della procedura VAS, e alla redazione dei Piano di Gestione delle Acque a livello del distretto idrografico dell'appennino Meridionale. Il Programma prevede divieti di utilizzo di letami, concimi azotati e liquami in particolari zone e obbliga le aziende zootecniche all adozione del Piano di Utilizzazione Agronomica (PUA) Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 45 di 243

46 Piano Forestale Regionale inquinamento Il Piano Forestale della Regione Calabria (approvato con DGR n. 701 del ) recepisce gli indirizzi e i contenuti degli accordi internazionali (Strategia forestale dell Unione Europea, Protocollo di Kyoto, Strategia di Helsinki e Strategia di Lisbona) e i Decreti Legislativi n. 227/01 e n. 386/03 le cui finalità principali sono quelle di coniugare le esigenze ambientali con quelle economiche e sociali. fertilizzanti azotati sulla base dell equilibrio tra il fabbisogno prevedibile di azoto delle colture e l apporto alle colture di azoto provenienti dal suolo e dalla fertilizzazione. A) Criteri generali di intervento: sviluppo delle risorse forestali e contributo al ciclo globale del carbonio mantenimento della salute e vitalità dell ecosistema forestale promozione delle funzioni produttive delle foreste conservazione e sviluppo della biodiversità negli ecosistemi forestali mantenimento e adeguato sviluppo delle funzioni protettive (suolo e acqua) mantenimento di altre condizioni socioeconomiche B) Obiettivi e azioni di miglioramento dell efficienza e dell efficacia della pianificazione e della gestione del sistema forestale regionale: adeguamento della normativa regionale adeguamento del quadro conoscitivo pianificazione territoriale comprensorialee aziendale C) Miglioramento dell assetto idrogeologico e conservazione del suolo: gestione forestale e conservazione del suolo interventi di bonifica montana a carattere estensivo ed intensivo prevenzione e contenimento del rischio di desertificazione miglioramento della capacità di fissazione del carbonio prevenzione e lotta agli incendi boschivi monitoraggio aspetti fitopatologici conservazione e miglioramento della biodiversità gestione e miglioramento delle foreste pubbliche e private Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 46 di 243

47 miglioramento e naturalizzazione dei rimboschimenti gestione dei boschi nelle aree protette gestione orientata dei boschi periurbani di interesse turistico-ricreativo D) Ampliamento delle superfici forestali: realizzazione di impianti per arboricoltura da legno e per produzione di biomasse realizzazione di filari e boschetti con funzione ecologica, faunistica e paesaggistica realizzazione di foreste periurbane gestione, indirizzo e controllo della produzione di materiale di propagazione forestale E) Sviluppo delle produzioni e delle attività economiche: sviluppo e miglioramento della filiera del legno sviluppo della filiera biomasse combustibili sviluppo delle produzioni forestali non legnose sviluppo delle attività di turismo ambientale e naturalistico F) Sviluppo del potenziale umano e sicurezza sui luoghi di lavoro: miglioramento delle capacità imprenditoriali e professionali sicurezza sui luoghi di lavoro sicurezza e capacità operativa del personale addetto alle operazioni di spegnimento degli incendi boschivi Tabella 3.5 Obiettivi della Pianificazione/Programmazione a livello regionale Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 47 di 243

48 PIANIFICAZIONE/PROGRAMMAZIONE A LIVELLO PROVINCIALE PIANO O PROGRAMMA BREVE DESCRIZIONE OBIETTIVI QUALITATIVI E/O QUANTITATIVI VINCOLI/PRESCRIZIONI Rendere lo sviluppo del territorio compatibile con le risorse naturali Tutelare e salvaguardare l'integrità fisica del territorio Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Il PTCP rappresenta lo strumento fondamentale di governo del territorio provinciale. Il Piano si occupa di tutti i settori strategici della pianificazione territoriale. Nell'ambito idrico, il Piano ha chiaramente distinto la parte del servizio idrico integrato (acquedotti, fognature e depurazione) dagli usi industriali e irrigui. Per tutti gli usi e le macroaree in cui il territorio provinciale è stato suddiviso, per i settori dei rifiuti, ambientale, energetico, infrastrutturale, urbanistica il Piano compie scelte precise e detta indirizzi strategici cogenti per la redazione dei rispettivi piani di settore. Incrementare la qualità del sistema insediativo Ridurre l'uso del suolo a fini insediativi Integrare la pianificazione della mobilità con la pianificazione territoriale ed urbanistica Garantire il soddisfacimento dei bisogni legati alla carenza di acqua Colmare lo scarto che si verifica tra superficie dominata, superficie irrigabile e irrigata Incrementare efficienza e razionalità negli usi finali dell'energia e accrescere il ricorso alle fonti rinnovabili Potenziamento del quadro conoscitivo sui rifiuti e razionalizzazione del sistema di gestione Sono contenuti nel documento Indirizzi per l attuazione del PTCP e per la redazione dei PFVP e dei PSA, che costituisce parte integrante del PTCP Piano di Gestione Provinciale dei SIC Con il Piano si cerca di garantire il mantenimento e/o il ripristino degli equilibri ecologici che caratterizzano gli habitat, mirando a preservare le qualità ambientali e naturalistiche che i SIC hanno attualmente, favorendo l obiettivo principale di sostenere una fruizione degli stessi compatibile con le loro esigenze conservazionistiche. Migliorare lo stato delle conoscenze sulle specie e habitat di interesse comunitario; Eliminare e/o ridurre i fattori di pressione e disturbo sugli ecosistemi, sugli habitat e sulle specie di interesse comunitario; Minimizzare e limitare la diffusione di specie alloctone; Minimizzare/limitare il disturbo sulle comunità costiere e dunali; Contribuire ad aumentare la sensibilizzazione nella popolazione locale riguardo le esigenze di tutela degli habitat e specie di interesse comunitario presenti nei SIC ; Vieta l attività venatoria nei SIC Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 48 di 243

49 Promuovere una gestione forestale che favorisca l evoluzione naturale della vegetazione; Salvaguardare le interconnessioni biologiche tra i SIC limitrofi valorizzando gli elementi di connettività ambientale. Programma provinciale previsione prevenzione del rischio La concezione di una nuova cultura di previsione e prevenzione dei rischi è stata sviluppata nel contesto di un progetto organico di Autotutela e Autoprotezione che ha riguardato tre ambiti fondamentali: la organizzazione tecnica e amministrativa interna alla Provincia, la conoscenza scientificamente basata dei rischi naturali, la loro previsione, prevenzione e possibile riduzione ed il sostegno alla formazione, crescita e autorganizzazione di un sistema di volontariato moderno, attrezzato e consapevole del proprio importante ruolo istituzionale e sociale. Le attività del Piano sono state articolate in tre fasi, caratterizzate da obiettivi diversi. La prima è stata finalizzata alla previsione, attraverso l identificazione dei rischi presenti nel territorio provinciale, analizzando a scala comunale le principali tipologie (inondazione, frana, sisma, incendio, mareggiata ed erosione costiera). L indagine è stata sviluppata sia attraverso la raccolta e la riorganizzazione delle informazioni disponibili, sia attraverso approfondimenti sistematici ed indagini mirate. Le attività sviluppate nella prima fase sono state riportate in un volume di sintesi realizzato nel La seconda fase è stata dedicata all aggiornamento dei dati, all approfondimento di alcuni tematismi come il rischio di erosione costiera. In questa fase è stato affrontato anche il problema della prevenzione e in particolare degli interventi non strutturali, sviluppando numerose problematiche connesse alla gestione dell emergenza. La terza fase ha consentito di sviluppare un ulteriore aggiornamento dell analisi del rischio, per tener conto dei risultati conseguiti con il PAI (Piano di Assetto Idrogeologico Regionale), che aveva comunque ampiamente attinto ai risultati conseguiti nella prima fase di attuazione del Programma di Previsione e Prevenzione. La terza fase, tuttavia, riguarda principalmente la prevenzione, attraverso l identificazione di interventi di tipo strutturale (interventi di sistemazione di versanti in frana e di difesa Il Piano contiene norme ed indirizzi per la mitigazione dei rischi, recepiti e parte integrante dalle norme di indirizzo del PTCP. Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 49 di 243

50 di aree soggette a rischio di inondazione) e non strutturale (aggiornamento del Piano di Emergenza Provinciale). Piano per la valorizzazione dei beni paesaggistici e storici Il Piano mira ad una rinascita culturale del territorio attraverso l individuazione del patrimonio culturale costituito da beni storici, architettonici e paesaggistici al fine di promuoverne la valorizzazione senza pregiudicare il valore contenuto nel bene. Il Piano mira inoltre ad attivare strategie di utilizzo, fruizione e valorizzazione attraverso attività dirette, indirette, protocolli d intesa e azioni di coordinamento. Censimento, analisi e valutazione del patrimonio culturale provinciale e individuazione di Distretti Culturali Locali. Il Piano non contiene vincoli ma richiama quelli dettati dal D. Lgs. N.42/2004. Piano Attuativo di Forestazione anno 2010 della Provincia di Cosenza Il Piano Attuativo 2010 è redatto sulla base degli indirizzi del Programma auto sostenibile di sviluppo nel settore forestale regionale L obiettivo è quello di una pianificazione integrata degli interventi di tipo idraulico e forestale, finalizzata ad intervenire in modo organico sia attraverso la realizzazione di nuove opere a basso impatto ambientale e la manutenzione delle esistenti, sia al recupero di territori molto degradati, alla gestione dei rimboschimenti e dei boschi, nell ottica di rinaturalizzazione. La struttura del Piano è articolata essenzialmente per ambiti di applicazione, indicando per ciascuno dei sistemi individuati (BIOTICO E ABIOTICO) le finalità e le relative modalità di attuazione. In una sezione a parte saranno invece indicati gli interventi di protezione civile e pronto intervento ambientale, i Progetti Speciali ed eventuali accordi di programma da stipulare con gli enti locali. Infine l ultima sezione indicherà il fabbisogno finanziario e le fonti di finanziamento del Piano. Monitoraggio delle opere esistenti; Interventi per migliorare la funzionalità idraulica dei suoli forestali nel territorio montano e collinare, con particolare riferimento alla forestazione, al recupero, manutenzione e rinaturalizzazione delle superfici boscate; Adeguamento e manutenzione delle opere di difesa degli alvei; Ripristino dell efficienza del complesso delle opere di difesa e sistemazione del suolo attualmente bisognevole di interventi di manutenzione e di rifacimento di quelle opere collassate, anche con tecniche di ingegneria naturalistica; Interventi sui rimboschimenti non ancora sottoposti ai previsti tagli di diradamento per migliorare la stabilità dei soprassuoli; Miglioramento delle formazioni boschive di origine naturale secondo i principi della gestione sostenibile delle risorse forestali e con tecniche finalizzate alla prevenzione degli incendi; Difesa dei boschi dagli incendi; Gestione delle aree a verde urbano e periurbano; Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 50 di 243

51 Monitoraggio delle discariche (margini stradali, alvei dei fiumi) durante la stagione estiva; Miglioramento delle condizioni di sicurezza lungo la viabilità provinciale attraverso opere di consolidamento dei versanti; Allargare le potenziali sfere di intervento per la manodopera forestale, promovendo protocolli di intesa con le varie Amministrazioni Comunali, Enti e Società con capitale pubblico, mediante l utilizzo di accordi di programma quadro. Tabella 3.6 Obiettivi della Pianificazione/Programmazione a livello provinciale Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 51 di 243

52 3.3 Schede di sintesi degli obiettivi di sostenibilità ambientale, generali e specifici Gli obiettivi di protezione ambientale generali sono definiti a partire dall analisi di: normativa e strumenti di programmazione e pianificazione vigenti; strategie nazionali ed internazionali; contesto ambientale, che permette di evidenziare criticità e potenzialità, sinteticamente individuate, per ciascuna componente. Tali obiettivi generali sono specificati in parallelo con la definizione degli obiettivi specifici derivanti principalmente dall analisi del piano e dalla specificità di alcune aree geografiche-territoriali, quali le aree protette e le aree Natura Gli obiettivi di sostenibilità sono individuati sia per i fattori primari e le componenti ambientali (aria e fattori climatici, acqua, suolo, flora, fauna e biodiversità, beni materiali e culturali, paesaggio, popolazione e salute umana), che per i fattori di interrelazione (mobilità, energia, rifiuti, rischi naturali e antropogenici). Gli obiettivi di sostenibilità ambientale derivano dall interazione tra gli obiettivi ambientali individuati dagli strumenti di programmazione e pianificazione a vari livelli e le criticità e potenzialità emerse dall analisi di contesto; essi sono utilizzati come criteri di riferimento per condurre la valutazione ambientale, a livello qualitativo, dei potenziali impatti del piano sulle componenti ambientali e sui fattori di interrelazione. Gli obiettivi possono essere articolati in: obiettivi di sostenibilità di primo livello: tutelano o valorizzano i fattori e le componenti ambientali nel loro complesso; obiettivi di sostenibilità di secondo livello: in genere tutelano o valorizzano specifici elementi/aspetti delle componenti ambientali in relazione alle pressioni antropiche; Nella tabella che segue vengono elencati gli obiettivi di sostenibilità in relazione a ciascuna componente ambientale: Componente Obiettivi di sostenibilità generali Ambientale Obiettivi di primo livello Obiettivi di secondo livello Migliorare la qualità delle acque superficiali e sotterranee: raggiungere per i corpi idrici significativi superficiali e sotterranei il livello di Acqua qualità ambientale buono (Obiettivo 2016 D.Lgs Promuovere l uso sostenibile del sistema 152/99) delle acque, tutelando la risorsa idrica e gli ambienti acquatici e valorizzandoli dal Promuovere l uso razionale e sostenibile delle punto di vista socio-economico risorse idriche, con priorità per quelle potabili Recuperare e tutelare le caratteristiche ambientali delle fasce fluviali e degli ecosistemi acquatici, anche al fine di sviluppare gli usi non convenzionali delle acque (ad es. usi ricreativi ) Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 52 di 243

53 Beni culturali, architettonici, archeologici e paesaggio Cambiamenti climatici Energia Fauna flora e biodiversità Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche, culturali e paesaggistiche del territorio regionale nel suo complesso (Convenzione europea del Paesaggio - CEP) Stabilizzare le concentrazioni dei gas a effetto serra ad un livello tale da escludere pericolose interferenze delle attività antropiche sul sistema climatico (VI EAP) Ridurre il costo economico e ambientale dell energia per il sistema (imprese, cittadini) Migliorare la gestione e prevenire il sovrasfruttamento delle risorse naturali, riconoscendo i molteplici valori degli ecosistemi (Strategia di Goteborg 2005) Raggiungere livelli di qualità dell aria che non comportino rischi o impatti negativi significativi per la salute umana e per l ambiente( VI EAP) Conservare i caratteri che definiscono l identità e la leggibilità dei paesaggi attraverso il controllo dei processi di trasformazione, finalizzato alla tutela delle preesistenze significative e dei relativi contesti; Promuovere la gestione sostenibile e creativa dei paesaggi considerati eccezionali così come dei paesaggi della vita quotidiana del territorio regionale (SSE CEP) Promuovere il ripristino della qualità paesaggistica ed architettonica delle aree degradate (SSE) Ridurre le emissioni di gas climalteranti (CO2, CH4 e N2O), contribuendo alla riduzione del 6,5% delle emissioni rispetto ai valori del 1990 (Obiettivo nazionale 2012) Promuovere l impiego e la diffusione capillare sul territorio delle fonti energetiche rinnovabili, potenziando l industria legata alle FER (Target 12% dell energia consumata entro eventuale aumento al 15% entro % dell energia elettrica prodotta) (Dir. 2001/77/CE) Ridurre i consumi specifici di energia migliorando l efficienza energetica e promuovendo interventi per l uso razionale dell energia (Target: Diminuzione del 9% negli usi finali di energia rispetto allo scenario BAU in 9 anni: dal 2008 al 2017). (Dir. 2006/32/CE) Completare la rete ecologica regionale, attraverso l individuazione delle aree di corridoio ecologico, la conservazione ed il miglioramento naturalistico ambientale di tali aree; Ridurre la perdita di biodiversità, tutelando le specie minacciate e i relativi habitat (dimezzare la perdita di biodiversità entro il Strategia di Goteborg 2005) Promuovere il consolidamento e la gestione sostenibile del sistema delle aree protette regionali Ridurre le emissioni di inquinanti atmosferici (con particolare riferimento alle sostanze acidificanti, ai precursori dell Ozono troposferico, alle Polveri sottili) Inquinamento atmosferico Popolazione e salute Sviluppare un sistema dei trasporti secondo modalità economicamente, socialmente ed ambientalmente sostenibili (Strategia di Goteborg ) Orientare la domanda di trasporto passeggeri verso forme di mobilità sostenibile (Strategia di Goteborg 2005) Promuovere un offerta di trasporto efficiente, integrata e ambientalmente sostenibile, soprattutto in ambito urbano, e finalizzata ad incentivare il riequilibrio modale e a garantire parità di accesso a funzioni e servizi insediati Promuovere un utilizzo più efficiente e sostenibile del trasporto merci Tutelare la salute pubblica e migliorare la protezione rispetto ai fattori di minaccia (inquinamento atmosferico, rumore, ) (St. Goteborg) Assicurare e migliorare la qualità della vita come precondizione per un benessere individuale durevole (St. Goteborg) Favorire l inclusione sociale (St. Goteborg) Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 53 di 243

54 Rifiuti Rumore Garantire che il consumo di risorse rinnovabili e non rinnovabili e l impatto che esso comporta non superi la capacità di carico dell ambiente e dissociare l utilizzo delle risorse dalla crescita economica (VI EAP Strategia risorse naturali) Riduzione dell inquinamento acustico e della popolazione esposta Ridurre la produzione di rifiuti; Sostenere il riutilizzo, il recupero di materia e il relativo mercato; Contenere l utilizzo delle risorse naturali e migliorare l efficienza delle risorse. Rispettare i limiti ammissibili di esposizione al rumore Suolo sottosuolo e Rischio Promuovere un uso sostenibile del suolo, con particolare attenzione alla prevenzione dei fenomeni di erosione, deterioramento e contaminazione. (VI EAP) Tutelare la popolazione, le infrastrutture e i sistemi insediativi dai rischi naturali ed antropici Bonificare le aree contaminate e proteggere il suolo da fenomeni di inquinamento puntuale e diffuso; Limitare il consumo di suolo, contenere i fenomeni di sprawling urbano e favorire il recupero e la rifunzionalizzazione delle aree dismesse Mantenere la funzionalità idrogeologica del territorio (manutenzione dei versanti aree montane e collinari, mantenimento della naturalità degli alvei, aree di espansione) Tabella 3.7 tabella di obiettivi di sostenibilità ambientale Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 54 di 243

55 4 IL CONTESTO AMBIENTALE E TERRITORIALE DI RIFERIMENTO 4.1 Descrizione degli aspetti pertinenti allo stato dell'ambiente attuale Considerazioni generali Per ciascuna delle 10 componenti/tematiche ambientali identificate in precedenza e schematicamente riportate nella tabella 4.1, nel presente capitolo è fornita una descrizione dello stato e, ove disponibili, indicazioni sul relativo trend. Gli indicatori relativi al contesto ambientale di riferimento idonei per la misurazione degli effetti derivanti dalle azioni del piano, individuati per ciascuna delle componenti/tematiche ambientali, sono descritti nel paragrafo 8.2. Codice componente/tematica ambientale Componente/tematica ambientale C.1 Acqua C.2 Beni culturali, archeologici, architettonici, paesaggio C.3 Cambiamenti climatici C.4 Energia C.5 Flora, fauna e biodiversità C.6 Inquinamento atmosferico C.7 Popolazione e salute C.8 Rifiuti C.9 Rumore C.10 Suolo, sottosuolo, rischio Tabella 4.1 Componenti/Tematiche ambientali La componente ambientale Acqua Sebbene la componente ambientale Acqua rivesta un ruolo di primaria importanza nella definizione del contesto ambientale della Provincia di Cosenza, soprattutto per le sue implicazioni di natura socio-economica, nell ambito del PFVP la descrizione del contesto sarà limitata agli aspetti della qualità biologica delle acque superficiali. In particolare, per la valutazione della qualità biologica delle acque superficiali, sono disponibili dei dati relativi all indice I.B.E. (Indice Biotico Esteso) 1, il cui scopo è quello di formulare diagnosi di qualità di ambienti di acque correnti sulla base delle modificazioni nella composizione della comunità di macroinvertebrati, indotte da fattori di inquinamento delle acque e dei sedimenti o da 1 Rapporto sullo stato dell Ambiente Regione Calabria Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 55 di 243

56 significative alterazioni fisico-morfologiche dell'alveo bagnato. Nella tabella 4.2 sono riportati i dati disponibili, elaborati per la Provincia di Cosenza e relativi al periodo , a seguito dell applicazione del D.Lgs. 130/92 (dati prodotti dall ARPACal di Cosenza, che tuttavia negli ultimi anni ha ridotto sensibilmente il numero dei punti di monitoraggio, limitandosi nel 2006 all indagine di un solo corso d acqua). CORSO D'ACQUA SAVUTO BUSENTO ESARO MUCONE LAO CRATI COSCILE ABATEMARCO PUNTO DI MONITORAGGIO IBE Loc. Spineto (staz. SV-1) 7,5 8 8 Loc. ponte per Saliano (staz. SV-2) 11 12,3 10 9,5 Loc. ponte nuovo per Carpanzano (staz. SV-3) 8,3 8 8,5 12 Loc. Persico (staz. SV-4) 10,3 8,5 8,5 10 Loc. sotto ponte per Nocera (staz. SV-5) 8,6 8,6 6,6 6 Loc. Cotura (staz. B-1) 11, Loc. Madrigrano (staz. B-2) 10,7 11,3 9,5 Loc. piazza Valdese (staz. B-3) 5, Domanico (staz. B-1) 9,4 C.da Vadue - Carolei (staz. B-2) 8,6 Loc. Cerasia (staz. ES-1) 8,5 11 9,5 Loc. S. Nicola (staz. ES-0) 11,51 8 Loc. Pauciuri (staz. ES-2) 8,2 9 8,5 Loc. Patriarco (staz. ES-3) 7,5 7 6 Loc. Serricella (staz. MC-1) 10,1 9,6 7 Presso pompe di sollev. (staz. MC-2) 6 4,5 7 SP bivio per Bisignano (staz. MC-3) n.e. n.e. n.e. Loc. Pianette (staz. L-1) Loc. Petroso (staz. L-2) 10,3 10,5 8 Loc. Piano della Corte (staz. L-3) 10 9,5 8 Loc. Grotta del Romito (staz. L-4) 9,2 9,5 Loc. dep. Papasidero (staz. L-5) 9,6 9,2 9 Loc.Bonicose (staz. L-6) 9 7,1 7 Loc. Craticello. (staz. C-1) 10, Loc. Malopasso (staz. C-2) 8,6 10 8,5 9 Loc. Caricchio (staz. C-3) 8,6 8 7 confl. Torr. Annea (staz. C-4) 5,4 6,5 4,5 6 Loc. Ferramonti (staz.c-5) ,5 3 ponte per Terranova (staz. C-6) 6 7 5,5 7 C.da Foce (staz. CS-1) ,5 a valle di S. Rocco (staz. CS-2) 7,3 8 8 Loc. Cammarata (staz. CS-3) 7,6 7 7,5 Antistante vecchio rudere (staz. AB-1) 10,5 9,5 Sotto ponte SS (staz. AB-2) 8 5,5 Loc. Gaddia (staz. AB-0) 8 Tabella 4.2 I.B.E. in Provincia di CS ( ). Fonte: Rapporto sullo stato dell Ambiente Regione Calabria Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 56 di 243

57 4.1.3 La tematica ambientale Beni culturali, archeologici, architettonici, paesaggio Il paesaggio naturale e quello costruito rappresentano una delle più importanti risorse della provincia di Cosenza, nella misura in cui a questo patrimonio si riescono ad attribuire nuovi usi compatibili con le sue caratteristiche. L attività di tutela territoriale/paesistica si configura, in questo caso, come lo strumento con il quale conservare e trasmettere alle generazioni future un capitale equivalente almeno a quello di cui, oggi, si può disporre. Poiché sul territorio provinciale esistono numerose testimonianze di elementi naturali e seminaturali caratteristici del paesaggio agrario con alta valenza ecologica, tra cui siepi, frangivento, arbusti, boschetti, residui di sistemazioni agricole, vecchi frutteti e vigneti, maceri, laghetti, occorrerà che nell ambito degli interventi di miglioramento ambientale previsti dal PFVP, siano evitate forme di alterazione del paesaggio, salvaguardando, mantenendo ovvero ripristinando gli elementi di interesse ecologico e paesaggistico. Di particolare importanza appare l esplicito richiamo di una delle azioni del PFVP agli interventi di miglioramento ambientale già messi in campo dalla Provincia di Cosenza, tra cui la realizzazione del progetto Recupero degli antichi sentieri dei cacciatori, in corso di attuazione, le cui idee progettuali sottendono le finalità di consolidare il rapporto fra cacciatore e territorio, migliorare il rapporto fra cacciatori e agricoltori e fra cacciatore ed ambiente e creare socializzazione tra persone che condividono lo stesso interesse. Ciò attraverso la riscoperta dei sentieri storicamente utilizzati dai cacciatori durante l attività venatoria; il ripristino ambientale ed il mantenimento di questi antichi sentieri per farne percorsi tipici, segnalati e descritti nella loro specificità ambientale, paesaggistica e naturalistica con opportuna cartellonistica; il recupero di vecchi immobili da destinare a rifugio diurno dei cacciatori per farne momento socializzante a tutti gli effetti La tematica ambientale Cambiamenti climatici L unica fonte di informazione utile relativa al contesto climatico è al momento costituita dal risultato a cui è pervenuta l ARPACal nella redazione dell Indice di Qualità Climatica realizzato nell ambito del progetto Interreg IIIB Medocc, denominato Desertnet, per il quale è stato necessario indagare su una serie di parametri climatici al fine di individuare sul territorio regionale le aree a rischio desertificazione 2. L Indice di Qualità del Clima (CQI, Climate Quality Index) considera il cumulato medio climatico di precipitazione, aridità ed esposizione dei versanti secondo la considerazione di fondo che la distribuzione annuale e infra-annuale delle precipitazioni e la frequenza degli eventi estremi sono i 2 Fonte PSR Calabria Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 57 di 243

58 fattori che contribuiscono maggiormente alla degradazione del suolo nella regione arida e semiarida del Mediterraneo. Nella figura 4.1 è rappresentata la carta regionale dell indice, mentre nella tabella 4.3 sono riportati i dati di ripartizione delle classi di qualità climatica per la Provincia di Cosenza. Provincia Classe % COSENZA Alta 45 Moderata 54 Bassa 1 Tabella 4.3 dati di ripartizione delle classi di qualità climatica per la Provincia di Cosenza - Fonte ARPACal Figura Carta dell indice di qualità climatica (CQI) - Fonte ARPACal La tematica ambientale Energia Per quanto riguarda la tematica ambientale Energia, nell ambito del PFVP il contesto sarà limitato ad alcuni aspetti legati alla produzione di energia da fonti rinnovabili, in particolare alla presenza attuale e futura di impianti eolici, che possono avere un effetto di disturbo sulle attività dell avifauna. Sebbene in tal senso l autorizzazione alla realizzazione di un impianto eolico richieda il preventivo superamento di articolati iter quali la VIA e, ove occorra, anche la VI, nell ambito dei quali sono prescritte le misure di mitigazione per gli eventuali impatti/incidenze negative, da adottarsi necessariamente e preliminarmente alla realizzazione dell impianto, si ritiene opportuno in questa sede effettuare due raccomandazioni: l effettuazione di studi mirati a valutare l eventuale insorgenza o permanenza di impatti/incidenze negativi causati sulle attività dell avifauna dagli impianti eolici; l obbligo per i realizzandi impianti eolici di includere nelle procedure di VIA/VI analisi di interferenza con il PFVP. Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 58 di 243

59 Inoltre, l autorizzazione di eventuali parchi solari dovrà essere valutata anche in funzione della conseguente riduzione di Superficie Agro-Silvo-Pastorale La componente/tematica ambientale Flora, fauna e biodiversità La componente/tematica ambientale Flora, fauna e biodiversità, riferita al territorio della provincia di Cosenza, trova ampia, diffusa e articolata trattazione nel Quadro Conoscitivo - parte seconda del PFVP - ed in particolare nell intera Sezione denominata Assetto Faunistico e nel capitolo 2, denominato Aree tutelate, della Sezione Assetto Territoriale. Per la quantità e per la qualità degli elementi e delle informazioni in esse riportate si ritiene che in questa sede non sia necessario un ulteriore approfondimento La tematica ambientale Inquinamento atmosferico La tematica ambientale Inquinamento atmosferico non presenta criticità nel territorio della Provincia di Cosenza. Vista la scarsa presenza sul territorio di attività industriali che producono emissioni inquinanti in atmosfera, la principale fonte di inquinamento atmosferico è senz altro rappresentata dagli scarichi degli autoveicoli, i cui effetti dannosi assumono rilevanza in prossimità dei pochi punti ad elevato congestionamento del traffico (area urbana e grandi agglomerati urbani della Provincia). Ciò malgrado, é auspicabile la realizzazione di un sistema di monitoraggio della qualità dell aria, oggi assente, al fine di raccogliere i dati necessari per effettuare una valutazione quantitativa del contesto. Ad ogni modo, non si prevede che il PFVP abbia delle interferenze significative con la tematica ambientale La tematica ambientale Popolazione e salute Per la descrizione del contesto di questa tematica ambientale si rimanda a quanto esposto nella sezione del Quadro Conoscitivo, parte seconda del PFVP, denominata Assetto Sociale, nella quale sono fornite dettagliate informazioni relative a: Distribuzione e densità dei cacciatori Vigilanza ed infrazioni Danni prodotti dalla fauna selvatica La tematica ambientale Rifiuti Sebbene la tematica ambientale Rifiuti rivesta un ruolo di primaria importanza nella definizione del contesto ambientale della Provincia di Cosenza, anche per le sue implicazioni di natura socio- Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 59 di 243

60 economica, nell ambito del PFVP l attenzione è limitata agli aspetti legati ai rifiuti costituiti dai bossoli delle cartucce usati dai cacciatori e che si disperdono nel terreno e nei corsi d acqua La tematica ambientale Rumore La tematica ambientale Rumore non presenta criticità nel territorio della Provincia di Cosenza; non esistono dati rilevanti, sia di natura qualitativa che quantitativa, per una descrizione del contesto. Gli unici dati disponibili sono quelli relativi all operatività dell ARPACal in termini di sopralluoghi effettuati per i controlli delle sorgenti sonore ed in termini di nulla osta rilasciati. Da tali dati è emerso che delle 98 sorgenti controllate (tra attività produttive e di servizio e/o commercio) nel 2005, 37 hanno superato il limite consentito dalla legge. Nell ambito del PFVP l attenzione è limitata agli aspetti legati all inquinamento acustico causato dagli spari La componente/tematica ambientale Suolo, sottosuolo, rischio I principali elementi da considerare nell inquadramento del contesto ambientale relativamente alla tematica/componente ambientale Suolo, sottosuolo, rischio sono le caratteristiche fisiche dei suoli, le condizioni di uso dei suoli e i rischi che minano l integrità dei suoli (rischio di inondazione, rischio di frana, rischio di mareggiata ed erosione costiera, rischio di incendi boschivi). Tali elementi presentano un forte livello di inter-relazione, che spesso, purtroppo, produce effetti negativi e determina condizioni di elevata criticità. Per contro, la definizione e l attuazione di politiche e buone prassi di gestione sostenibile della risorsa suolo, quali, ad esempio, quelle introdotte dall ARSSA Agenzia Regionale di Servizi di Sviluppo in Agricoltura in materia di spandimento dei reflui di origine olearia e di vulnerabilità dei suoli ai nitrati di origine agricola, nonché quelle introdotte dalla Legge Urbanistica Regionale in materia di limitazione dell uso dei suoli sottoposti a vincoli di natura idrogeologica e ancora tutte quelle che si potrebbero introdurre a partire da una razionalizzazione dei risultati ottenuti a valle di numerosi ed autorevoli studi effettuati in materia dal sistema della ricerca regionale, costituirebbero risposte di notevole efficacia alle molteplici minacce cui la risorsa suolo è sottoposta. Uso del suolo Per quanto riguarda l uso del suolo della Provincia di Cosenza sono stati utilizzati i dati prodotti nell ambito del progetto della Commissione Europea CORINE LAND COVER CLC 2000, che costituisce uno standard ufficiale di riferimento a livello europeo in materia di classificazione di uso Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 60 di 243

61 del suolo. Il livello della classificazione utilizzato è il livello 3, la cui legenda è riportata nella tabella 4.4. E da rilevare che malgrado l unità minima mappata sia di 25 ha, e quindi la classificazione presenti livelli di accuratezza potenzialmente bassi nel caso di aree ad elevata frammentazione di uso/copertura del suolo, vista la indisponibilità di dati di ulteriore dettaglio spaziale che coprano l intero territorio provinciale, i dati CLC 2000 costituiscono una fonte preziosa e affidabile per gli scopi della presente analisi. Nella figura 4.2 è mostrata la mappa di classificazione di uso del suolo CLC 2000 livello 3 per la Provincia di Cosenza, con l indicazione in legenda delle percentuali di estensione delle varie classi. Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 61 di 243

62 Tabella 4.4 Legenda classificazione CLC 2000 Livello 3 Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 62 di 243

63 CLC2000 Figura 4.2 Mappa di classificazione di uso del suolo CLC 2000 livello 3 della Provincia di Cosenza - Fonte APAT Elaborazioni PTCP Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 63 di 243

64 Sempre in merito all uso del suolo, é da sottolineare che nel 2005, l ARSSA ha realizzato la Carta della Capacità d uso del suolo in scala 1: secondo la metodologia Land Capability Classification (Klingebiel e Montgomery, 1961) dalla quale si evince che il territorio regionale calabrese può essere ripartito in 11 classi di Capacità d Uso delimitate, nel contesto territoriale calabrese, in base alla loro capacità di produrre colture comuni o essenze da pascolo senza nessun deterioramento e per un periodo indefinito di tempo. Il principale concetto utilizzato è quello della maggiore limitazione, ossia della caratteristica fisico chimica più sfavorevole in senso lato, all uso agricolo. I risultati dell indagine e del relativo prodotto cartografico, sono riportati nella tabella 4.5. Classi individuate Descrizione I Suoli privi o con lievi limitazioni all utilizzazione agricola; possono essere utilizzati per quasi tutte le colture diffuse nella regione, senza richiede particolari pratiche di conservazione I II prevale la II classe Classe intermedia II Suoli con moderate limitazioni che riducono la scelta delle colture e/o richiedono pratiche di conservazione II III prevale la III classe Classe intermedia II IV prevale la IV Classe intermedia classe III Suoli con severe limitazioni che riducono la scelta delle colture e/o richiedono speciali pratiche di conservazione. III IV prevale la IV Classe intermedia classe IV Suoli con limitazioni molto forti che riducono la scelta delle colture e/o richiedono una gestione molto accurata. VI Suoli con severe limitazioni che generalmente restringono il loro uso al pascolo, alla produzione di foraggi, alla forestazione e al mantenimento dell ambiente naturale. VI VIII prevale la VIII VII suoli con limitazioni molto severe che restringono il loro uso al pascolo brado, alla classe forestazione e al mantenimento ambientale. VII VIII prevale la VIII VIII suoli e aree che presentano limitazioni tali da precludere qualunque uso produttivo e classe che restringono il loro uso a fini estetico ricreativi e al mantenimento dell ambiente naturale. Aree urbane Tabella 4.5 Classi di Capacità d uso dei Suoli - Fonte dati: ARSSA/PTCP Circa le classi individuate, quelle progressivamente numerate con i numeri romani da I a IV, sono riconducibili ai terreni cosiddetti arabili, mentre le restanti classi, numerate dal V a VIII, comprendono terreni il cui uso è limitato al pascolo, alla forestazione od al mantenimento dell ambiente naturale. Il dato disaggregato per la provincia di Cosenza è sintetizzato nella tabella 4.6. Classi individuate CS % I 0,71 I II prevale la II classe 0,41 II 4,02 Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 64 di 243

65 II III prevale la III classe 7,02 II IV prevale la IV classe 4,88 III 8,16 III IV prevale la IV classe 23,16 IV 5,98 VI 7,73 VI VIII prevale la VIII classe 29,10 VII VIII prevale la VIII classe 7,13 Aree urbane 1,69 Tabella 4.6 Classificazione della Capacità d uso dei Suoli per la Provincia di Cosenza Fonte dati: ARSSA/PTCP Figura 4.3 Carta della capacità d uso dei suoli Scala 1: Fonte ARSSA/PTCP Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 65 di 243

66 Rischio frane Nella figura 4.4 sono mostrate le aree a rischio frana - fonte PTCP. Figura 4.4 Dettaglio Aree a rischio frana Fonte PTCP Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 66 di 243

67 Rischio piene Nella figura 4.5 sono mostrate le aree classificate come inondabili fonte PTCP. Figura 4.5 Dettaglio Aree a rischio inondazione Fonte PTCP Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 67 di 243

68 Rischio erosione costiera Nella figura 4.6 sono mostrati i tratti di costa soggetti a fenomeni di erosione/ripascimeinto. Figura 4.6 Tratti di costa a rischio erosione Fonte PTCP Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 68 di 243

69 Rischio incendi Nel quadro conoscitivo del Sistema Ambientale del PTCP è stata effettuata una valutazione qualitativa del rischio di incendio a scala comunale, classificando i 155 Comuni della Provincia di Cosenza in base a 4 classi di rischio ottenute correlando il numero medio annuo di incendi (indice di pericolosità) con un indice di superficie percorsa dal fuoco. Aree boscate A complemento di quanto descritto nel sotto-paragrafo relativo alla tematica ambientale Flora, fauna e biodiversità, nella figura 4.7 è riportato il dettaglio delle aree forestali presenti nella Provincia di Cosenza per come classificate dal PTCP, mentre nella figura 4.8 sono riportate le aree boscate per come classificate in base a CLC 2000 appartenenti al livello 3.1 (3.1.1 boschi di conifere, boschi di latifoglie, boschi misti). Figura 4.7 Dettaglio aree forestali Fonte PTCP Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 69 di 243

70 CLC2000 Figura 4.8 Mappa di classificazione delle aree boscate (a partire da CLC 2000 livello 3) della Provincia di Cosenza Fonte APAT Elaborazioni PTCP Contaminazione da nitrati 3 La causa principale dell inquinamento delle acque, è rappresentata dai nitrati di origine agricola. Considerando che l inquinamento idrico dovuto ai nitrati si ripercuote a livello globale, ne consegue la necessità di un azione a livello comunitario cui attenersi. Con la Direttiva 91/676/CEE, cosiddetta Direttiva Nitrati, la Comunità Europea si è proposta di dare indicazioni sul controllo e sulla riduzione dell inquinamento idrico risultante dallo spandimento e dallo scarico di deiezioni di animali allevati o dall uso di quantità eccessive di fertilizzanti. La Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola, prodotta dall ARSSA (2002), in scala 1: , illustrata nella figura 4.9 è stata realizzata con l intento di asseverare al recepimento della Direttiva nitrati e rappresenta un progresso significativo nell applicazione delle norme di salvaguardia dei corpi idrici considerati nella loro interazione con il suolo (D. Lgs. 152/99 e DM 258/2000). Essendo l inquinamento idrico da nitrati favorito da metodi di produzione agricola intensiva che comportano impiego di fertilizzanti chimici e concentrazioni di capi bestiame in piccoli 3 Fonte: PSR Piano di Sviluppo Rurale della Regione Calabria Maggio 2010 Rapporto Ambientale pag. 70 di 243

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