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- Simona Arianna Carletti
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3 !"#$(("2*01 %&&''(&)*"+ 1. PREMESSA 2. ATTRIBUZIONE DEI PROFILI DI RISCHIO (CAPITOLO G.3) 2.1. PROFILO DI RISCHIO R VITA 2.2. PROFILO DI RISCHIO R BENI 2.3. PROFILO DI RISCHIO R AMBIENTE 3. REAZIONE AL FUOCO (CAPITOLO S.1) 4. RESISTENZA AL FUOCO (CAPITOLO S.2) 5. COMPARTIMENTAZIONE (CAPITOLO S.3) 6. ESODO (CAPITOLO S.4) 6.1. CARATTERISTICHE GENERALI DEL SISTEMA D ESODO 6.2. PROGETTAZIONE DEL SISTEMA D ESODO 7. GESTIONE DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO (CAPITOLO S.5) 8. CONTROLLO DELL INCENDIO (CAPITOLO S.6) 8.1. CARATTERISTICHE DELL IMPIANTO DI SPEGNIMENTO SECONDO UNI EN RIVELAZIONE ED ALLARME (CAPITOLO S.7) 9.1. CONTROLLO DI FUMI E CALORE (CAPITOLO S.8) 9.2. OPERATIVITA ANTINCENDIO (CAPITOLO S.9) 9.3. SICUREZZA DEGLI IMPIANTI TECNOLOGICI E DI SERVIZIO (CAPITOLO S.10) ALLEGATI ALLEGATO 1 INDIVIDUAZIONE DEI COMPARTIMENTI ALLEGATO 2 CALCOLO DEL CARICO D INCENDIO ALLEGATO 3 IMPIANTO SEFC - SEZIONE 4&25&6&5 %708(31*.#"39*3+25-:08(31*.#""33*")* -;&<'5= ==='&<'
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5 -% &&''(&)*"+ 1. PREMESSA La presente relazione tecnica vuole dare riscontro alla nota prot. FIN-GEN A dd del Comando Provinciale dei vigili del Fuoco di Pordenone, nell ambito del procedimento di valutazione del progetto. Per quanto relativo alle seguenti attività presenti: o Attività 49.3.C: Gruppi per la produzione di energia elettrica sussidiaria con motori endotermici ed impianti di cogenerazione di potenza complessiva superiore a 700 kw o Attività 74.3.C: Impianti per la produzione di calore alimentati a combustibile solido, liquido o gassoso con potenzialità superiore a 700 kw resta valido e si deve pertanto fare riferimento a quanto indicato nell elaborato 1.025/18/PI/VP/RT - Relazione tecnica datato ottobre Inoltre, con riferimento ai seguenti elaborati: 1.025/18/PI/VP/T01 REV.01 Layout antincendio piano secondo interrato 1.025/18/PI/VP/T02 REV.01 - Layout antincendio piano primo interrato 1.025/18/PI/VP/T03 REV.01 Layout antincendio piano terra 1.025/18/PI/VP/T04 REV.01 Layout antincendio piano I 1.025/18/PI/VP/T05 REV.01 Layout antincendio piano II 1.025/18/PI/VP/T06 REV.01 Layout antincendio piano III 1.025/18/PI/VP/T07 REV.01 Layout antincendio piano IV Si precisa che per quanto riguarda i seguenti impianti: impianto di rilevazione impianto di allarme impianto di spegnimento a gas inerte l indicazione grafica dei sensori e dei pulsanti non indica l esatto numero e posizione degli stessi (il dimensionamento degli impianti verrà eseguito in sede di progettazione esecutiva secondo le norme tecniche di riferimento) ma serve ad individuare quali aree e locali verranno protetti con i citati impianti. 4&25&6&5 %708(31*.#"39*3+25-:08(31*.#""33*")* -;&<'5= ==='&<'
6 $ -? 2. ATTRIBUZIONE DEI PROFILI DI RISCHIO (Capitolo G.3) 2.1. Profilo di rischio R vita Nella tabella che segue si riporta l attribuzione dei profili di rischio R vita per i singoli compartimenti dell attività in relazione alle caratteristiche prevalenti degli occupati (tabella G.3-1) e della velocità caratteristica prevalente di crescita dell incendio (tabella G.3-2). Trattandosi di luoghi di lavoro, gli occupanti sono in stato di veglia ed fanno familiarità con l edificio: pertanto la caratteristica degli occupanti δ occ è pari ad A. Solo nel caso dei locali posti al piano terra, in quanto uffici aperti al pubblico, agli occupanti può essere attribuita la caratteristica δ occ pari a B. Per i locali ad uso archivio con deposito di materiale cartaceo raccolto in faldoni ordinati, la caratteristica prevalente di crescita dell incendio δ a è pari a 2. Analoghe considerazioni possono essere fatte per i locali ad uso ufficio, mentre per i compartimenti nei quali sono presenti locali a rischio specifico (vani tecnici) viene attribuito un valor di δ a pari a 3. Si precisa che per effetto della compartimentazione delle zone a rischio specifico vengono di conseguenza ad essere delimitati altri locali come ad esempio i locali Q.E. di piano, l ingresso ed i servizi igienici. Fatta eccezione per la cabina ENEL ed il vano contatori, i locali di alloggiamento dei gruppi elettrogeni, delle cisterne di gasolio, del vano scale e del cavedio impianti meccanici ed elettrici, il piano S1 viene considerato un unico compartimento. Da questo sono attualmente esclusi i due locali indicati come non utilizzabili ; essi non sono infatti accessibili per la mancanza delle finiture. Quando saranno completati e la loro destinazione d uso sarà decisa spetterà al responsabile dell attività eseguire il calcolo specifico del carico d incendio. Nota: i compartimenti sono numerati mentre i locali per i quali non sono richieste caratteristiche di resistenza al fuoco sono privi di numerazione. Compartimento Superficie (mq) δ occ. δ a R vita Piano S2 (quota -10m) 0 Vano scale 140 A 1 A1 1a Cavedio impianti meccanici 20 A 3 A3 1b Cavedio impianti elettrici 10 A 3 A3 2 Archivi 1 e A 2 A2 3 Archivio A 2 A2 4 Archivio A 2 A2 5 Archivio 5 (nuovo) 460 A 2 A2 Vano Q.E. di piano 25 A 3 A3 Deposito 220 A 2 A2 Imp. Soll. dep. forestali - dep. pulizie 90 A 1 A1 Piano S1 (quota -5m) Superficie (mq) δ occ. δ a R vita 0 Vano scale 110 A 1 A1
7 1a Cavedio impianti meccanici 20 A 3 A3 1b Cavedio impianti elettrici 10 A 3 A3 2 Compartimento unico 1300 A 3 A3 Piano terra (quota 0m) 0 Vano scale 160 A 1 A1 1a Cavedio impianti meccanici 20 A 3 A3 1b Cavedio impianti elettrici 10 A 3 A3 2 Uffici 420 B 2 B2 3 Uffici 430 B 2 B2 Servizi igienici 35 B 1 B1 Ingresso 120 B 1 B1 Q.E. di piano 10 A 3 A3 Piano I (quota +4,9m) 0 Vano scale 110 A 1 A1 1a Cavedio impianti meccanici 20 A 3 A3 1b Cavedio impianti elettrici 10 A 3 A3 2 Uffici 670 A 2 A2 Servizi igienici 35 A 1 A1 Piano II (quota +9,3m) 0 Vano scale 110 A 1 A1 1a Cavedio impianti meccanici 20 A 3 A3 1b Cavedio impianti elettrici 10 A 3 A3 2 Uffici 900 A 2 A2 Servizi igienici 35 A 2 A2 Piano III (quota +13,65m) 0 Vano scale 110 A 1 A1 1a Cavedio impianti meccanici 20 A 3 A3 1b Cavedio impianti elettrici 10 A 3 A3 2 Uffici 900 A 2 A2 Servizi igienici 35 A 1 A1 Piano IV (quota +18m) 0 Vano scale 95 A 1 A1 1a Cavedio impianti meccanici 15 A 3 A3 1b Cavedio impianti elettrici 7 A 3 A3 Medicina del lavoro 110 A 1 A1 Centrale termica 80 A 3 A Profilo di rischio R beni L attribuzione del profilo di rischio R beni viene effettuata per l intero edificio: nel caso specifico non è vincolato per arte o storia, ne risulta strategico in considerazione di pianificazione di soccorso pubblico e difesa civile, pertanto viene attribuito R beni pari ad 1 (tabella G.3-6). 4&25&6&5 %708(31*.#"39*3+25-:08(31*.#""33*")* -;&<'5= ==='&<'
8 $ -? 2.3. Profilo di rischio R ambiente Il rischio ambiente R ambiente si ritiene mitigato dall applicazione delle misure antincendio connesse ai profili di rischio R vita e R beni e pertanto viene attribuito R ambiente pari ad REAZIONE AL FUOCO (Capitolo S.1) La reazione al fuoco è una misura antincendio di protezione passiva che esplica i suoi principali effetti nella fase di prima propagazione dell incendio, con l obiettivo di limitare l innesco dei materiali e la propagazione stessa dell incendio. Con riferimento alle tabelle S.1-1, S.1-2 ed S.1-3 del Codice, è possibile attribuire ai diversi compartimenti i livelli di prestazione di seguito indicati: Compartimento R vita Livello di prestazione Soluzioni conformi Vie di esodo Altri ambienti Vie di esodo Altri ambienti Piano S2 0 A1 I I N.R. N.R. 1a A3 I I N.R. N.R. 1b A3 I I N.R. N.R. 2 A2 I I N.R. N.R. 3 A2 I I N.R. N.R. 4 A2 I I N.R. N.R. 5 A2 I I N.R. N.R. A3 I I N.R. N.R. A2 I I N.R. N.R. A1 I I N.R. N.R. Piano S1 0 A1 I I N.R. N.R. 1a A3 I I N.R. N.R. 1b A3 I I N.R. N.R. 2 A3 I I N.R. N.R. Piano terra 0 A1 I I N.R. N.R. 1a A3 I I N.R. N.R. 1b A3 I I N.R. N.R. 2 B2 III II GM2 GM3 3 B2 III II GM2 GM3 B1 I I N.R. N.R. B1 I I N.R. N.R.
9 A3 I I N.R. N.R. Piano I 0 A1 I I N.R. N.R. 1a A3 I I N.R. N.R. 1b A3 I I N.R. N.R. 2 A2 I I N.R. N.R. A1 I I N.R. N.R. Piano II 0 A1 I I N.R. N.R. 1a A3 I I N.R. N.R. 1b A3 I I N.R. N.R. 2 A2 I I N.R. N.R. A2 I I N.R. N.R. Piano III 0 A1 I I N.R. N.R. 1a A3 I I N.R. N.R. 1b A3 I I N.R. N.R. 2 A2 I I N.R. N.R. A1 I I N.R. N.R. Piano IV 0 A1 I I N.R. N.R. 1a A3 I I N.R. N.R. 1b A3 I I N.R. N.R. A1 I I N.R. N.R. A3 I I N.R. N.R. N.R = nessun requisito 4. RESISTENZA AL FUOCO (Capitolo S.2) La finalità della resistenza al fuoco è quella di garantire la capacità portante delle strutture in condizioni di incendio, nonché la capacità di compartimentazione per un tempo minimo necessario al raggiungimento degli obiettivi di sicurezza di prevenzione incendi. Nel caso in esame si è scelto di attribuire a tutti i compartimenti il livello di prestazione III (scelta più conservativa rispetto a quanto indicato nell elaborato 1.025/18/PI/VP/RT Relazione tecnica datato ottobre 2018). La soluzione conforme per il livello di prestazione III prevede che siano verificate le prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni in base agli incendi convenzionali di progetto come previsto al paragrafo S.2.5. Per i compartimenti destinati ad archivio e ad uffici è stata effettuata la valutazione del carico d incendio specifico di progetto in conformità al paragrafo S.2; per i restanti locali e per l archivio 5 (nuovo archivio) si è scelto il criterio dell autolimitazione ovvero, stabilita la resistenza al fuoco delle strutture, il carico d incendio presente nei locali dovrà essere tale da non superare il 4&25&6&5 %708(31*.#"39*3+25-:08(31*.#""33*")* -;&<'5= ==='&<'!
10 $ -? carico d incendio specifico di progetto compatibile con la classe del compartimento, tenuto conto degli eventuali fattori di correzione legati alla dimensione del compartimento, all attività svolta ed alle misure antincendio adottate. I risultati sono di seguito riportati: " Compartimento Superficie (mq) Carico d incendio specifico di progetto Q f,d (MJ/mq) Classe minima livello III Classe di progetto Piano S N.R. 60 1a b , , , N.R. N.R N.R. N.R N.R. N.R. Piano S N.R. 60 1a b N.R. N.R. Piano terra N.R. 60 1a b , , N.R. N.R N.R. N.R N.R. N.R. Piano I N.R. 60 1a b , N.R. N.R. Piano II N.R. 60 1a
11 1b , N.R. N.R. Piano III N.R. 60 1a b , N.R. N.R. Piano IV N.R. 60 1a b N.R. N.R Il dettaglio dei calcoli è riportato in allegato COMPARTIMENTAZIONE (Capitolo S.3) Per questo aspetto si rimanda a quanto già analizzato nel capitolo 12 della Relazione Tecnica già agli atti del Comando. In questa sede si aggiunge che per garantire l adeguatezza del sistema delle vie di esodo è stata prevista la compartimentazione del vano scala. L individuazione dei compartimenti è fornita in allegato 2. La superficie lorda dei compartimenti rispetta i valori massimi previsti dalla tabella S.3-4 del Codice. 4&25&6&5 %708(31*.#"39*3+25-:08(31*.#""33*")* -;&<'5= ==='&<' #
12 $ -? 6. ESODO (Capitolo S.4) La finalità del sistema d esodo è quella di assicurare che gli occupanti dell attività possano raggiungere o permanere in un luogo sicuro, a prescindere dall intervento dei Vigili del Fuoco. In base alle caratteristiche dell attività, il livello di prestazione individuato è I (Esodo degli occupanti verso un luogo sicuro). Quale luogo sicuro viene identificata la pubblica via, nel rispetto delle indicazioni del paragrafo S del Codice; il luogo sicuro verrà individuato e contrassegnato con apposito cartello ai sensi della norma UNI EN ISO 7010:2012. Il tipo di soluzione adottata per garantire il raggiungimento del livello di prestazione scelto è: conforme Caratteristiche generali del sistema d esodo $ La determinazione delle caratteristiche necessarie alla gestione delle vie di esodo è stata eseguita pertanto nel rispetto delle indicazioni del paragrafo S.4.5 del D.M , con le modalità descritte nel seguito. Sono state inoltre applicate le misure antincendio aggiuntive di cui al paragrafo S La procedura seguita per l esodo sarà quella dell esodo simultaneo.
13 Le vie di esodo saranno conformi al paragrafo S La scala a servizio del palazzo, per effetto degli interventi di adeguamento, diventerà una scala di esodo protetta e verrà inserita in compartimento dedicato; di tale compartimento faranno parte alcuni vani a servizio degli impianti tecnologici a servizio dell attività, nel rispetto delle limitazioni di cui ai capitoli S.10 e V.1 del Codice. Le porte installate lungo le vie di esodo avranno caratteristiche conformi a quelle previste al paragrafo S Le uscite finali avranno caratteristiche conformi a quelle previste conformi al paragrafo S La segnaletica d esodo e d orientamento sarà conforme a quanto previsto al paragrafo S L impianto di illuminazione di sicurezza sarà realizzato secondo quanto previsto al paragrafo S Progettazione del sistema d esodo Il numero di persone presenti, dichiarato dal responsabile dell attività e che costituisce il principale dato di ingresso del calcolo, è riportato nella seguente tabella: Compartimento R vita Affollamento Numero minimo di vie di esodo indipendenti Piano S a A b A A A A A2 2 1 Piano S a A b A A3 8 1 Piano terra a A b A B B Piano I a A b A A &25&6&5 %708(31*.#"39*3+25-:08(31*.#""33*")* -;&<'5= ==='&<' %
14 $ -? Compartimento R vita Affollamento Numero minimo di vie di esodo indipendenti Piano II a A b A A Piano III a A b A A Piano IV 7 1 1a A b A3 1 1 La porzione di scala d'esodo interrata che serve piani a quota inferiore a -5 m sarà inserita in compartimento distinto rispetto alla parte di scala fuori terra. Tipologia di esodo: simultaneo tramite utilizzo di scala protetta, quindi non sono richiesti i requisiti aggiuntivi di cui al paragrafo S Di seguito sono riportati le caratteristiche principali del sistema di esodo simultaneo, distinte per ogni compartimento & Calcolo delle lunghezze d esodo e dei corridoi ciechi Compartimento R vita Max lungh. d esodo Max lungh. corridoio cieco Max lungh. d esodo di progetto Max lungh. corridoio cieco di progetto Piano S2 1a A b A A , A , A , A , A A A Piano S1 1a A b A Trasformatori A3 51, Imp. A3 51, ,75 23 meccanica 2 - Agricoltura A
15 Compartimento R vita Max lungh. d esodo Max lungh. corridoio cieco Max lungh. d esodo di progetto Max lungh. corridoio cieco di progetto Piano terra 1a A b A uff. ala dx B2 57, uff. ala sx B2 57, Piano I 1a A b A A Piano II 1a A b A A Piano III 1a A b A A Piano IV 1a A b A Calcolo delle larghezze delle vie d esodo Compartim. R vita Larghezza unitaria vie di esodo orizzontali (mm) n. occupanti Larghezza minima vie di esodo orizzontali (mm) Larghezza disponibile vie di esodo orizzontali (mm) Piano S2 16 1a A3 4, b A3 4, A2 3, A2 3, A2 3, A2 3, &25&6&5 %708(31*.#"39*3+25-:08(31*.#""33*")* -;&<'5= ==='&<'
16 $ -? Compartim. R vita Larghezza unitaria vie di esodo orizzontali (mm) n. occupanti Larghezza minima vie di esodo orizzontali (mm) Larghezza disponibile vie di esodo orizzontali (mm) Piano S1 10 1a A3 4, b A3 4, A3 4, Trasformatori 2 - Imp. A3 4, meccanica 2 - Agricoltura A2 3, Piano terra 87 1a A3 4, b A3 4, B2 4, B2 4, Servizi igienici B1 3, ingresso B1 3, Q.E piano A3 4, Piano I 42 1a A3 4, b A3 4, A2 3, Servizi igienici A1 3, Piano II 52 1a A3 4, b A3 4, A2 3, Servizi igienici A1 3, Piano III 52 1a A3 4, b A3 4, A2 3, Servizi igienici A1 3, Piano IV 1a A3 4, b A3 4, Med. lavoro A1 3, C.T. A3 4,
17 Si procede infine alla verifica della larghezza minima della via d esodo verticale rappresentata dalla scala a servizio di tutti i piani dell edificio. La procedura seguita per l esodo sarà quella dell esodo simultaneo. Considerando che: il rischio vita più elevato presente all interno dell edificio è pari ad A3; secondo al tabella S 4-12 del Codice per questo profilo di rischio vita per 7 piani serviti corrisponde una larghezza unitaria per le vie di esodo verticali di 2,85 mm; la larghezza della scala è pari al 1800 mm; si ottiene che la scala è in grado di evacuare 1800/2,85 = 631 persone, quando l affollamento massimo previsto nell edificio è inferiore a 300. Il valore della lunghezza unitaria della via di esodo verticale non necessita di incrementi in quanto la pedata degli scalini è 30 cm e l alzata 17 cm. 4&25&6&5 %708(31*.#"39*3+25-:08(31*.#""33*")* -;&<'5= ==='&<'
18 $ -? 7. GESTIONE DELLA SICUREZZA ANTINCENDIO (Capitolo S.5) Il livello di prestazione è pari a II e viene raggiunto tramite l applicazione delle seguenti soluzioni conformi.
19 Il responsabile dell attività acquisisce dalla presente progettazione le indicazioni, le limitazioni e le modalità di esercizio ammesse per l appropriata gestione della sicurezza antincendio dell attività, al fine di limitare la probabilità d incendio, garantire il corretto funzionamento dei sistemi di sicurezza e la gestione dell emergenza qualora si sviluppi un incendio. A titolo esemplificativo e non esaustivo si richiamano di seguito alcune di queste informazioni. Il responsabile dell'attività ha dichiarato un valore dell'affollamento inferiore a quello determinato secondo quanto previsto al paragrafo S.4.6.2, comma 1 e pertanto si impegna a rispettare l'affollamento e la densità d'affollamento massimi dichiarati per ogni ambito ed in ogni condizione d'esercizio dell'attività.! 4&25&6&5 %708(31*.#"39*3+25-:08(31*.#""33*")* -;&<'5= ==='&<'
20 $ -? Ulteriori informazioni fornite dal responsabile dell attività e che sono state acquisite ed utilizzate dalla scrivente come dati di ingresso per la progettazione della sicurezza antincendi sono: la destinazione d uso dei locali; la quantità e la tipologia dei materiali in deposito nei locali; la tipologia di attività svolte nei locali (anche in riferimento all eventuale presenza di lavorazioni pericolose); la presenza di persone che non hanno familiarità con l edificio; la presenza di persone con ridotte capacità motorie. Nel caso in cui queste informazioni vengano ad essere modificate sarà cura del responsabile dell attività valutare la necessità di una nuova valutazione del rischio ed in caso di aggravio procedere con un aggiornamento progettuale e/o gestionale. Limitazioni: accesso al pubblico consentito solo al piano terra. Al piano IV dell edificio sono presenti alcuni locali che fanno capo ad un diverso responsabile dell attività (INSIEL): la gestione unitaria delle emergenze per l intero edificio sarà assicurata dalla predisposizione e revisione periodica di una procedura condivisa e approvata dai due responsabili delle attività, atta a garantire l esodo in sicurezza da questi locali da parte delle persone eventualmente presenti. Alcuni locali situati al piano S1 mancano attualmente di alcune finiture (pavimenti, impianti, ecc ) e pertanto la loro destinazione d uso non può essere definita: il progettista e il responsabile dell attività hanno concordato che questi locali non saranno resi accessibili. Essi sono appunto indicati come tali nelle tavole grafiche allegate. Quando la loro destinazione d uso verrà definita, il responsabile dell attività provvederà ad un aggiornamento progettuale, in particolare per quel che riguarda le caratteristiche del sistema d esodo, la compartimentazione, il carico d incendio e l eventuale implementazione dei sistemi di protezione attiva. Per effetto delle modifiche progettuali: gli impianti di spegnimento a gas inerte esistenti e quello di nuova realizzazione l impianto di rivelazione e allarme incendi l impianto di evacuazione di fumo e calore saranno gestiti tramite l esistente centralina Notifier. Per quanto riguarda gli impianti di spegnimento a gas inerte si ricorda che qualunque variazione del volume del locale, nonché aggiunta o rimozione di contenuti fissi non prevista nel progetto originale influenza la concentrazione degli agenti estinguenti. In questo caso il sistema dovrà essere ricalcolato. 8. CONTROLLO DELL INCENDIO (Capitolo S.6) Compartim. R vita Superf. Carico incendio Affollam. Densità affollam. Piano S2 16 1a A ,7 III 1b A ,7 III Livello Prestazione "
21 2 A ,34 2 0,7 IV 3 A ,10 2 0,7 IV 4 A ,50 2 0,7 IV 5 A ,7 IV Piano S1 10 1a A ,7 III 1b A ,7 III 2 A ,7 III Piano terra 87 1a A ,7 III 1b A ,7 III 2 B , ,7 II 3 B , ,7 II Piano I 42 1a A ,7 III 1b A ,7 III 2 A , ,7 II Piano II 52 1a A ,7 III 1b A ,7 III 2 A , ,7 II Piano III 52 1a A ,7 III 1b A ,7 III 2 A , ,7 II Piano IV 7 1a A ,7 III 1b A ,7 III Nota: per i locali destinati ad archivio nell elaborato 1.025/18/PI/VP/RT era stato erroneamente indicato il livello V: il livello prestazionale corretto è invece il IV. Per tutti i livelli di prestazione si applicano le soluzioni conformi previste dal Codice. # 4&25&6&5 %708(31*.#"39*3+25-:08(31*.#""33*")* -;&<'5= ==='&<'
22 $ -? %# &#' %# &#' # ( )&# %# &#' # ( )&# * + )&#'( %& +&#'))% & # Attualmente è presente nell edificio un sistema di spegnimento automatico a gas inerte a saturazione totale per i locali archivio presenti al piano S2 interrato. Inoltre vi sono impianti analoghi nei cavedi tecnici dislocati sui vari piani dell edificio ed al livello S1 interrato (locale tecnico). Al piano IV è presente anche un sistema di spegnimento automatico a gas inerte a saturazione totale per i locali CED e Nodo di rete e la cui gestione sotto tutti i profili è demandata esclusivamente ad altro responsabile dell attività e che impatta sulla gestione emergenze aziendale solo come attivazione dell allarme e non come previsione di intervento. L attivazione degli impianti di spegnimento avviene con la contemporaneità di 2 rivelatori di fumo del locale protetto o da remoto (portineria secondo specifica procedura che sarà inserita nel piano di emergenza). Per effetto delle attuali scelte progettuali anche il nuovo archivio 5 verrà dotato di un impianto di spegnimento analogo. Il presente progetto prevede inoltre che tutti gli impianti di spegnimento a gas inerte vengano gestiti tramite la centralina Notifier a servizio dell impianto di rivelazione. I sistemi di estinzione automatica, collegati all impianto IRAI, saranno programmati come segue: il personale che sta operando all'interno dei locali protetti o che sta transitando nelle vicinanze, in presenza di incendio grave, viene avvisato di una possibile scarica di gas estinguente o della sua scarica imminente attraverso segnali acustico-luminosi. Tutto questo avviene in modo assolutamente automatico prendendo in considerazione molti fattori che vanno dal numero di rilevatori sollecitati fino allo stato delle porte di accesso, che devono essere necessariamente chiuse. In caso di attivazione di uno o più sensori antincendio si accende il pannello ottico acustico posto sopra la porta di ingresso del locale ed il personale presente nel locale deve ABBANDONARE celermente il locale medesimo avendo una cura particolare nella chiusura delle porte d ingresso ed avvisare immediatamente il presidio in portineria al numero telefonico interno di emergenza In caso di incendio nei locali in questione sono esposte apposite procedure per utenti ed addetti alle emergenze riportate in allegato. Gli allarmi che investono il sistema di rivelazione e di spegnimento automatico di incendio vengono riportati in portineria. $
23 8.1. Caratteristiche dell impianto di spegnimento secondo UNI EN Vengono di seguito elencate le parti della norma che dovranno essere applicate per la realizzazione del nuovo impianto di spegnimento a servizio dell archivio 5 e per l eventuale adeguamento degli impianti esistenti. Per calcoli, dimensionamenti e valutazioni specifiche verrà redatto apposito progetto esecutivo. Caratteristiche UNI EN Agente estinguente argon (IG-01) SICUREZZA Pericolo per il personale 5.1 Precauzioni di sicurezza 5.2 Generalità Aree generalmente non occupate Aree occupabili 5.3 Pericoli elettrici 5.4 Messa a terra elettrica 5.5 Scariche elettrostatiche 5.6 PROGETTAZIONE Erogazione Agente estinguente 6.2 Quantità Qualità UNI EN :2018 Sistemazione contenitori Archivio 1 e 2: interno Archivi 3 e 4: esterno Archivio 5: da definire (preferibilmente esterno) Contenitori stoccaggio Ciascun contenitore avrà una marcatura permanente che specifica la sostanza estinguente, il livello di pressurizzazione del contenitore e il volume nominale Temperatura di esercizio: -20 C T 50 C Distribuzione 6.3 Generalità Tubazioni Raccordi Supporti per tubi e valvole Valvole ugelli Rivelazione, attuazione e controllo 6.4 Generalità Sistema di rivelazione Automatico. con possibilità di funzionamento manuale. Sistema di funzionamento Manuale Allarmi e indicatori di funzionamento % 4&25&6&5 %708(31*.#"39*3+25-:08(31*.#""33*")* -;&<'5= ==='&<'
24 $ -? Agente estinguente 7 Generalità 7.1 Specifiche, progetti e approvazioni 7.2 Calcoli di portata del sistema 7.3 si rimanda al progetto esecutivo Volumi si rimanda al progetto esecutivo Requisiti di concentrazione dell agente si rimanda al progetto esecutivo estinguente Fuochi di classe A (archivi) Quantità di saturazione totale 7.6 Generalità Gas non liquefatti Compensazione altitudine 7.7 non necessaria Durata della protezione min Tempo di scarica 7.9 Agente estinguente non liquefatto RIVELAZIONE ED ALLARME (Capitolo S.7) & Compartim. R vita Superf. Carico incendio Affollam. Densità affollam. Piano S A ,2 I 1a A ,2 III 1b A ,2 III 2 A ,34 2 0,2 IV 3 A ,10 2 0,2 IV 4 A ,50 2 0,2 IV 5 A ,2 IV A ,2 II A ,2 I A ,2 I Piano S A ,2 I 1a A ,2 III 1b A ,2 III 2 A ,2 II Piano terra 87 0 A ,2 I 1a A ,2 III 1b A ,2 III 2 B , ,2 III 3 B , ,2 II B ,2 II B ,2 II Livello Prestazione
25 A ,2 III Piano I 42 0 A ,2 I 1a A ,2 III 1b A ,2 III 2 A , ,2 III A ,2 I Piano II 52 0 A ,2 I 1a A ,2 III 1b A ,2 III 2 A , ,2 III A ,2 I Piano III 52 0 A ,2 I 1a A ,2 III 1b A ,2 III 2 A , ,2 III A ,2 I Piano IV 7 0 A ,2 I 1a A ,2 III 1b A ,2 III A ,2 I A ,2 III Per tutti i livelli di prestazione si applicano le soluzioni conformi previste dal Codice, pertanto: per la rivelazione e allarme incendio demandata dagli occupanti ( livello di prestazione I), sarà codificata, nelle procedure di emergenza, idonea procedura finalizzata al rapido e sicuro allertamento degli occupanti. 4&25&6&5 %708(31*.#"39*3+25-:08(31*.#""33*")* -;&<'5= ==='&<'
26 $ -? per i livelli di prestazione II, III e IV, gli impianti IRAI saranno progettati, installati e gestiti in conformità alla vigente regolamentazione e alle norme e documenti tecnici adottati dall'ente di normazione nazionale.
27 Attualmente nell edificio sono presenti due impianti di rivelazione incendi, che segnalano l allarme nella portineria posta al piano terra e presidiata da personale adeguatamente formato. Impianto rivelazione incendi marca Autronica centrale bs100 situata in sala controllo al 4 piano: l impianto è composto da rivelatori ottici di fumo e da pulsanti di allarme manuali distribuiti in tutto l edificio ad eccezione degli archivi 3 e 4 del piano S2 che sono protetti da altro impianto (notifier am6000). I rivelatori ed i pulsanti manuali attivano le segnalazioni ottico-acustiche di allarme incendio ai piani indipendentemente se intervengono uno o più dispositivi. Nota: da una ricerca effettuata risulta che i ricambi per questo impianto non siano più disponibili, pertanto si ritiene che il manutentore non sarà in grado di assicurare gli interventi di manutenzione; l impianto di rivelazione sarà mantenuto in funzione quindi fintanto che riuscirà a garantire le prestazioni progettuali. Accanto a questo impianto, nei locali dove sono previsti i livelli di prestazione II, III e IV verranno implementati nuovi rivelatori ottici di fumo e nuovi pulsanti di allarme che saranno collegati e gestiti dalla centrale Notifier am6000. Impianto di rivelazione incendi marca Notifier centrale am6000 situata in portineria al piano terra: l impianto è composto da rivelatori ottici di fumo e da pulsanti di allarme manuali a protezione degli archivi 3 e 4 del piano -2. I rivelatori ed i pulsanti manuali attivano le segnalazioni ottico-acustiche di allarme incendio ai piani indipendentemente se intervengono uno o più dispositivi. Per effetto delle scelte progettuali in oggetto, l impianto di rivelazione sarà implementato a copertura anche del nuovo archivio 5. Tutte le operazioni di verifica, tacitazione e ripristino vengono effettuate dalla centrale am6000 in portineria al piano terra. 4&25&6&5 %708(31*.#"39*3+25-:08(31*.#""33*")* -;&<'5= ==='&<'
28 $ -? 9.1. CONTROLLO DI FUMI E CALORE (Capitolo S.8) All edificio in esame è stato attribuito il livello II di prestazione. I criteri che determinano l attribuzione del livello di prestazione II sono: presenza non occasionale di occupanti superficie lorda del compartimento maggiore di 25 m2; carico di incendio specifico qf superiore a 600 MJ/m2 Fanno eccezione i locali cavedio impianti elettrici, cavedio impianti meccanici e Q.E. di piano, a cui è attribuito il livello I. Sebbene i servizi igienici non siano dotati di opportune aperture di smaltimento nel rispetto delle Tabelle S S.8-4 del Codice, si ritiene che la soluzione possa essere accettabile in relazione alla presenza sporadica di persone all interno del locale ed al carico d incendio nullo. Per il livello di prestazione II si applica la soluzione conforme. Lo smaltimento dei fumi e del calore è operato tramite le aperture ordinariamente disponibili per la funzionalità dell attività e sarà pertanto di tipo SEd. Le dimensioni delle aperture di smaltimento che verranno garantite per ogni compartimento sono riportate di seguito. Compartimento R vita Superficie (mq) Carico d incendio Livello di prestazione Superficie di areazione garantita dalle aperture esistenti Piano terra 2 B ,92 II 11 3 B ,92 II 11 Piano I 2 A ,50 II 19 Piano II 2 A ,50 II 17 Piano III 2 A ,50 II 17 Piano IV Medicina lavoro A II 3 La gestione delle aperture di emergenza sarà inserita nel piano di emergenza. Per gli archivi presenti al piano S2 si è adottata invece la soluzione alternativa consistente nella realizzazione di un sistema di ventilazione meccanica in conformità alle caratteristiche indicate nell appendice H della norma UNI 9494:2017 che riporta i requisiti dei sistemi meccanici dei Sistemi per lo smaltimento del fumo e calore di emergenza (SEFC). Per questo aspetto si rimanda ai contenuti dell elaborato 1.025/18/PI/VP/RT. Nel caso in oggetto le superfici del locale o del serbatoio di fumo (compartimento a soffitto) sono superiori a 300 mq e inferiori a 1600 mq, e l altezza non è inferiore a 3 m, pertanto la portata in estrazione ha:
29 un limite inferiore pari a 1 mc/s ogni 100 mq di superficie in pianta con un minimo di 4 mc/s; un limite superiore pari a quello previsto dal prospetto 2 della norma (75000 mc). considerando l altezza dello strato libero di fumi di 2,5 m e gruppo di dimensionamento GD = 3 (considerato di solito come riferimento). In allegato 3 viene fornita una sezione schematica dell impianto. Al primo piano interrato S1 i locali costituiscono un solo compartimento. Le superfici di areazione presenti non sono sufficienti a garantire le dimensioni minime delle aperture necessarie in funzione della superficie del compartimento. Verranno quindi realizzate delle nuove aperture di smaltimento attraverso la porzione di solaio che si trova in corrispondenza del giardino pensile, sul lato frontale dell edificio OPERATIVITA ANTINCENDIO (Capitolo S.9) Si rimanda ai contenuti dell elaborato 1.025/18/PI/VP/RT SICUREZZA DEGLI IMPIANTI TECNOLOGICI E DI SERVIZIO (Capitolo S.10) Si rimanda ai contenuti dell elaborato 1.025/18/PI/VP/RT.! 4&25&6&5 %708(31*.#"39*3+25-:08(31*.#""33*")* -;&<'5= ==='&<'
30 $ -? ALLEGATI "
31 ALLEGATO 1 INDIVIDUAZIONE DEI COMPARTIMENTI # 4&25&6&5 %708(31*.#"39*3+25-:08(31*.#""33*")* -;&<'5= ==='&<'
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39 $ -? ALLEGATO 2 CALCOLO DEL CARICO D INCENDIO $
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48 ALLEGATO 3 IMPIANTO SEFC - SEZIONE % 4&25&6&5 %708(31*.#"39*3+25-:08(31*.#""33*")* -;&<'5= ==='&<'
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