Diritto comunitario e applicazioni giurisprudenziali in tema di sicurezza alimentare. Afro Ambanelli

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1 Diritto comunitario e applicazioni giurisprudenziali in tema di sicurezza alimentare Afro Ambanelli

2 Corriere della sera La depenalizzazione nella bozza del Codice di sicurezza alimentare Vendere cibi adulterati non sarà più reato Le nuove norme prevedono soltanto multe fino a 100 mila euro

3 Nessun reato penale, nessuna sanzione come il carcere, previsto dalla legge 283 del 1962 attualmente in vigore.

4 Il legislatore Comunitario (Regolamenti, Direttive) Nazionale (Leggi, Decreti Legislativi, Decreti ministeriali)

5 Materie regolate Disposizioni generali (reg ) Sicurezza alimentare (reg. 852 e ) Informazione del consumatore (Reg. 1169/2011)

6 I controlli Norme nazionali (Legge 283/1962 DPR 327/1980) Norme comunitarie (Regolamento 882/2004)

7 I controlli Norme nazionali (Legge 283/1962 DPR 327/1980) Norme comunitarie

8 Sanzioni Le sanzioni sono stabilite dal legislatore italiano Sanzioni Penali Sanzioni Amministrative

9 Diritto penale italiano Codice Penale Artt Codice penale Artt Legge 283/1962

10 Codice Penale (1930) Norme a tutela della salute pubblica artt Art Commercio di sostanze alimentari nocive - Chiunque detiene per il commercio, pone in commercio ovvero distribuisce per il consumo sostanze destinate all alimentazione, non contraffatte né adulterate, ma pericolose per la salute pubblica, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa non inferiore a lire centomila. La pena è diminuita se la qualità nociva delle sostanze è nota alla persona che le acquista o le riceve.

11 Tutela della lealtà commerciale Codice penale Artt Frode nell esercizio del commercio - Chiunque nell esercizio di una attività commerciale, ovvero in uno spaccio aperto al pubblico, consegna all acquirente una cosa mobile per un altra, ovvero una cosa mobile per origine, provenienza, qualità o quantità, diversa da quella dichiarata o pattuita è punito, qualora il fatto non costituisca più grave delitto, con la reclusione fino a due anni o con la multa fino a lire ottocentomila.

12 1962 Il problema dell igiene degli alimenti impone una ulteriore azione legislativa per carenza di sanzioni penali per i minori reati in materia di genuinità, salubrità e buona conservazione

13 Articolo 5 E' vietato impiegare nella preparazione di alimenti o bevande, vendere, detenere per vendere o somministrare come mercede ai propri dipendenti, o comunque distribuire per il consumo sostanze alimentari: a) private anche in parte dei propri elementi nutritivi o mescolate a sostanze di qualità inferiore o comunque trattate in modo da variarne la composizione naturale, salvo quanto disposto da leggi e regolamenti speciali;

14 Art. 5 Lett. b) - cattivo stato di conservazione fattispecie di reato di pericolo; essa si realizza mediante la condotta di conservazione del prodotto inidonea ad evitare possibili condizioni di "alterazione" la cui effettiva realizzazione comporta la presenza di distinte ipotesi di reato. Cosicché l'inosservanza delle prescrizioni igienico-sanitarie intese a garantire la buona conservazione del prodotto è già di per sé sufficiente per integrare gli estremi della detta contravvenzione.

15 Cattivo stato di conservazione In materia di alimenti, l'art. 5 lett. b) l. 30 aprile 1962, n. 283 delinea una contravvenzione integrata dalla inosservanza delle prescrizioni igienico-sanitarie intese a garantire la buona conservazione del prodotto. Trattasi di reato di pericolo, per integrare il quale non è necessario che il "cattivo stato di conservazione" abbia danneggiato o alterato il prodotto

16 Articolo 5 legge 283 del 1962 Lettera c) con cariche microbiche superiori ai limiti che saranno stabiliti nel regolamento di esecuzione da ordinanze ministeriali La norma ha avuto scarsa applicazione.

17 Articolo 5 legge 283 del 1962 Lettera d) insudiciate, invase da parassiti, in stato di alterazione o comunque nocive ovvero sottoposte a lavorazioni o trattamenti diretti a mascherare un preesistente stato di alterazione;

18 Articolo 5 g) con aggiunta di additivi chimici di qualsiasi natura non autorizzati con decreto del Ministro per la sanità o, nel caso che siano stati autorizzati, senza l'osservanza delle norme prescritte per il loro impiego. I decreti di autorizzazione sono soggetti a revisioni annuali

19 Articolo 5 h) che contengano residui di prodotti, usati in agricoltura per la protezione delle piante e a difesa delle sostanze alimentari immagazzinate, tossici per l'uomo. Il Ministro per la sanità, con propria ordinanza, stabilisce per ciascun prodotto, autorizzato all'impiego per tali scopi, i limiti di tolleranza e l'intervallo per tali scopi, i limiti di tolleranza e l'intervallo minimo che deve intercorrere tra l'ultimo trattamento e la raccolta e, per le sostanze alimentari immagazzinate tra l'ultimo trattamento e l'immissione al consumo.

20 Articolo 19 Le sanzioni previste dalla presente legge non si applicano al commerciante che vende, pone in vendita o comunque distribuisce per il consumo dei prodotti in confezioni originali, qualora la non corrispondenza alle prescrizioni della legge stessa riguardi i principi intrinseci o la composizione dei prodotti o le condizioni interne dei recipienti e sempre che il commerciante non sia a conoscenza della violazione o la confezione originale non presenti segni di alterazioni.

21 Cass. Pen Condanna per avere, quale rivenditore presso il mercato di (OMISSIS), venduto mele contenenti residui di prodotti tossici per l'uomo in misura superiore a quella tollerata dalla normativa vigente. In particolare, le mele, provenienti da azienda il cui titolare è stato oggetto di separato procedimento, risultavano presentare 0,40 mg/kg di bromopropilato, a fronte di un limite di legge pari a 0,050 mg/kg.

22 3. In via generale la Corte di Cassazione ha più volte affermato il principio secondo cui "l'istituto della successione delle leggi penali (art. 2 cod. pen.) riguarda la successione nel tempo delle norme incriminatrici" tra le quali non rientrano "le vicende successorie di norme extrapenali che non integrano la fattispecie incriminatrice nè quelle di atti o fatti amministrativi che, pur influendo sulla punibilità o meno di determinate condotte, non implicano una modifica della disposizione sanzionatoria penale, che resta, pertanto immutata e quindi in vigore

23 8. Ritiene, in conclusione, questa Corte, che l'attività dei grossisti si caratterizzi per un volume di affari e per tempi di smaltimento dei prodotti alimentari che, in presenza di merci deperibili, effettivamente non consentono sistematici e capillari controlli. Tuttavia, proprio la presenza di un elevato volume d'affari e le caratteristiche del commercio svolto consentono al grossista la programmazione di forme di verifica della qualità della merce trattata che non possono essere richieste al commerciante al dettaglio. In questo senso va richiamato il principio di diritto fissato dalla Terza Sezione Penale con la sentenza n del 19 settembre - 22 ottobre 2001, Loggia e altri (rv ), e cioè che la responsabilità del grossista "può essere esclusa solo ove, quantomeno periodicamente, siano stati eseguiti controlli a campione su ciascuna delle categorie di prodotti acquisiti per la rivendita o sia stata richiesta al produttore la prova di tali indagini".

24 Cass. Pen condanna in primo grado del rappresentante di una società che aveva prodotto hamburger in cui era stata riscontrata la presenza di Salmonella Panama L'imputato aveva posto in essere una serie notevole di controlli, verifiche interne ed esami basati sul piano di autocontrollo interno aziendale. Il giudice di prime cure, pur dando atto di questa ampia attività di prevenzione e controllo, era pervenuto ad una condanna, evidenziando nella sua motivazione una sostanziale sfiducia nel sistema dei controlli.

25 In particolare, il giudice riteneva che l imputato avrebbe dovuto dimostrare o l eccezionalità dell evento riconducibile a una causa occasionale e fortuita o l aver adottato tutte le cautele igieniche, comportamentali e di lavorazione - idonee ad evitare (addirittura) l insorgenza dei batteri. Questa impostazione, inoltre, riteneva che il rinvenimento del patogeno fosse di per sé sufficiente a dimostrare l'inadeguatezza dei controlli posti in essere.

26 Il Tribunale avrebbe dovuto chiarire sotto quale aspetto e in quale misura non fosse idoneo il piano di autocontrollo adottato e messo in atto dalla società, non essendo sufficiente né l accertata presenza di salmonella nel campione prelevato, né il fatto che l imputato non abbia provato che l evento fosse riconducibile a una causa eccezionale e fortuita. il Tribunale avrebbe dovuto spiegare quale e più incisiva metodologia di controlli avrebbe potuto effettuare il legale rappresentante della società di non piccole dimensioni se non quelle a campioni effettivamente svolte.

27 La buona fede può esimere da responsabilità penale quando il soggetto sia incorso nella violazione della legge per cause indipendenti dalla sua volontà, nonostante la sua concreta intenzione di uniformarsi alla legge stessa e le incisive misure da lui poste in essere al fine di evitare che la sua attività si ponesse in contrasto con le norme ad essa relative.

28 Il Tribunale di Milazzo aveva ritenuto colpevole l amministratore di una ditta che aveva detenuto prodotti alimentari in cattivo stato di conservazione, alterati ed insudiciati. L imputato aveva proposto ricorso per Cassazione sul rilievo che l ipotesi di insudiciamento del prodotto doveva essere esclusa, visto che le modestissime tracce di Escherichia coli rinvenute nei campioni prelevati nulla aveva a che vedere con il cattivo stato di conservazione. Inoltre, il primo giudice non aveva tenuto conto del fatto che l amministratore aveva predisposto un piano di autocontrollo aziendale ai sensi dell'allora vigente decreto legislativo 155 del 1997 e tale comportamento avrebbe dovuto escludere l ipotesi di negligenza penalmente rilevante.

29 La Corte di Cassazione dichiarava inammissibile il ricorso, confermando la condanna e formulando una serie considerazioni che sono state esposte in modo assai schematico nella stessa sentenza e che qui si riproducono: - la presenza di Escherichia coli negli alimenti destinati al pubblico non è consentita in alcuna misura; - il rinvenimento di un quantitativo modesto del batterio patogeno rappresenta comunque indice di insudiciamento del prodotto; - non è sufficiente ad escludere il profilo di colpa la predisposizione di un piano di autocontrollo aziendale ai sensi del decreto legislativo 155/1997;

30 - la presenza del batterio oggettivamente dimostra una cattiva osservanza del piano medesimo in quanto, come dispone il comma 1 dell art. 3 del citato decreto legislativo, il responsabile dell industria alimentare deve garantire che la preparazione dei prodotti siano effettuati in modo igienico; - la vendita o somministrazione di un prodotto sfuso, in quanto maggiormente esposto a contaminazioni esterne, richiede che l applicazione delle precauzioni necessarie ed idonee ad evitare l immissione sul mercato di merci dannose o, comunque, non conformi a legge sia costantemente assicurata e non subisca interruzioni per l intero

31 Cass. Pen Condanna per aver prodotto per la vendita confezioni di tonno all'olio di oliva con presenza di istamina superiore al limite consentito dalla legge.

32 Gli accertamenti relativi alla salubrità degli alimenti, infatti, devono essere eseguiti nel momento stesso della loro preparazione, sicché a nulla rileva, se non ai fini della determinazione della pena, il fatto che successivamente alla preparazione ed alla distribuzione per il consumo delle confezioni di tonno, come avvenuto nel caso in esame, l'azienda sia intervenuta per ritirare la merce dagli acquirenti ai quali era già stata distribuita

33 Alessandro Manzoni Parlavan tutti insieme. - Non c'è carestia, - diceva uno: - sono gl'incettatori... - E i fornai, - diceva un altro: - che nascondono il grano. Impiccarli. - Appunto; impiccarli, senza misericordia. - De' buoni processi, - gridava il podestà. - Che processi? - gridava più forte il conte Attilio: - giustizia sommaria. Pigliarne tre o quattro o cinque o sei, di quelli che, per voce pubblica, son conosciuti come i più ricchi e i più cani, e impiccarli. - Esempi! esempi! senza esempi non si fa nulla. - Impiccarli! impiccarli!; e salterà fuori grano da tutte le parti.

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