LECTIO: Beati gli afflitti, quelli che piangono, perché saranno consolati

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1 Comunità SMA-NSA Scuola della Parola 20 novembre 2011 BEATI GLI AFFLITTI/QUELLI CHE PIANGONO perché SARANNO CONSOLATI INTRODUZIONE Entriamo nella riflessione della seconda Beatitudine Beati gli afflitti/quelli che piangono perché saranno consolati. Le Beatitudini nel Vangelo di Matteo si riferiscono per lo più ad atteggiamenti che l uomo cerca di esprimere: la povertà di spirito, la mitezza, la misericordia, la pace, la purezza di cuore, la fame e sete della giustizia. Tuttavia ve ne sono alcune che evocano situazioni non direttamente dipendenti da noi. Le accettiamo, le subiamo, le patiamo così è per la beatitudine dell afflizione. 1. Ordinariamente noi non scegliamo di essere afflitti lo siamo, quando il momento arriva, a causa di realtà, di fatti, di condizioni non causate da noi. ESEMPI: palestinesi espropriati della loro terra, rifugiati politici, i genitori che hanno perso un figlio giovane in un incidente stradale, i licenziati che non riescono più a rientrare nel giro del lavoro 2. Non è difficile constatare che in ogni tempo e in ogni terra ci sono stati, ci sono e ci saranno uomini e donne che soffrono, che piangono. E tutte le religioni cercano di dare una risposta al tema della sofferenza, del pianto. È importante però sapere che questa parola di Gesù su quelli che piangono può essere indirizzata a ogni persona, sia essa discepolo di Gesù o che non lo conosca, sia essa credente o non credente. Questa beatitudine ci apre ad un orizzonte universale! 3. Penso che ciascuno di noi sia consapevole che la beatitudine non sta nell afflizione (uno non è beato perché è afflitto!) bisognerebbe essere masochisti per affermare questo anche se purtroppo nel passato ci sono state delle distorsioni del tipo: peggio si sta e meglio è oppure se stai così male è perché il Signore ti vuole più bene degli altri e altre espressioni di questo genere. No! Non è questa la beatitudine! La felicità è annunciata nel fatto che saranno consolati! Dio li consolerà Dio sarà il loro consolatore. Fatte queste premesse vediamo un po in che cosa consiste questa beatitudine LECTIO: Beati gli afflitti, quelli che piangono, perché saranno consolati Andiamo per gradi: ci chiederemo che cosa vuol dire AFFLITTI e perché sono proclamati BEATI e che cosa vuol dire che gli afflitti/coloro che piangono SARANNO CONSOLATI. Mi rifaccio ad alcuni commenti di autori/biblisti famosi come il Card. Martini, Maggi, Doglio, Cantalamessa, e anche il nostro attuale Papa, dal suo libro Gesù di Nazareth.

2 1. Beati gli afflitti Il termine greco penthoûntes comprende sia l afflizione che la tristezza e richiama direttamente il LUTTO, le lacrime il pianto per la perdita di una persona cara, ad esempio. Questo senso del vocabolo si può allargare tuttavia a tutte le realtà che procurano dolore, sofferenza, amarezza, pena. ESEMPIO: Manaus C è una pagina dell AT (che poi verrà ripresa da Gesù nel Vangelo di Luca) che presenta gli afflitti in un contesto più ampio. Questo ci permette di cogliere alcuni sinonimi dell afflizione: Lo Spirito del Signore è su di me/ mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri,/ a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,/ a proclamare la libertà agli schiavi,/ la scarcerazione dei prigionieri,/ per consolare tutti gli afflitti,/per allietare gli afflitti di Sion (Is 61,1-3). Qui per due volte il profeta ripete il termine afflitti e lo mette in parallelo con i miseri, con i piagati, con coloro che hanno il cuore spezzato, con gli schiavi, con i prigionieri. E Continua: per dare loro una corona invece della cenere,/olio di letizia invece dell abito da lutto,/canto di lode invece di un cuore mesto. Gli afflitti sono qui paragonati a persone in lutto, a gente dal cuore spezzato abbattuto. A partire da questo testo di Isaia e anche da altri, i commentatori sono d accordo nell intendere per afflitti tutti coloro che subiscono una disgrazia, che vivono un dolore personale ma anche sociale, nazionale, politico, religioso. ESEMPIO: Il coro del Nabucco (Va pensiero..) che esprime l afflizione dei popoli esiliati, che non hanno più la patria. Anche ai giorni nostri. Pensare anche all immenso dolore della tratta degli schiavi africani (15-20 milioni lungo i tre secoli della tratta africana. Il NT ci offre altri significati del vocabolo afflizione. In Luca 19,41 Gesù piange su Gerusalemme che non ha compreso la via della pace. Quando fu vicino alla vista della città pianse su di essa. Gesù scoppia in lacrime presso la tomba dell amico Lazzaro (Gv 11,35: Gesù scoppiò in pianto) e il suo pianto nasce da un drammatico contrasto interiore, misto tra il dolore per la morte dell amico e la consapevolezza che la sua ora sta arrivando. Anche il ministero di Paolo è accompagnato da momenti di grande sofferenza: Ho servito il Signore in tutta umiltà, tra le lacrime e le prove che mi hanno procurato gli avversari dice nel suo addio agli anziani di Efeso e aggiunge per tre anni, di notte e di giorno, non ho cessato di esortare tra le lacrime ciascuno di voi (At 20,19.31) Affliggersi per i propri peccati, piangere nella penitenza, è un altro significato importante per l evangelista Matteo. (il dono delle lacrime. La vita penitenziale nella vita di alcuni santi )

3 Pietro, dopo aver rinnegato il suo Maestro, pianse amaramente, scoprendosi colpevole (Lc 22,62). Paolo scrive alla comunità di Corinto una lettera severa, che rattrista i fedeli, di una tristezza però che li porta a pentimento e quindi produce, alla fine, gioia. (2 Cor 7,8-13) Anche l apostolo Giacomo sottolinea la necessità della penitenza. (Gc 4,8-10) In generale si può dire che l afflizione proclamata come beatitudine nasce da questo sguardo contemplativo rivolto, da una parte al mistero di Dio, che è Amore, e dall altra alla condizione umana nella sua fragilità È questo sguardo di amore profondo (di affetto profondo e quanto più forte è l affetto tanto più intensa è la partecipazione!) che, rendendo la persona simile a Gesù, discepola autentica la rende beata anche nell attraversamento del dolore, dell afflizione. In questo senso gli afflitti sono beati cioè uomini e donne evangelici, discepoli autentici del Maestro 2. Saranno consolati Se guardiamo il verbo greco consolare scopriamo che è il verbo del Paraclito (parakaleo = chiamare a sé, assistere), è il verbo dello Spirito Santo, il Consolatore; e la consolazione è la presenza di Dio che riempie la vita, è quell elemento affettivo forte che offre la capacità di resistere, di sopportare anche il male, è quella relazione affettuosa che non delude, che non viene meno. È il Signore il fondamento! È il fondamento della persona, nelle sue dimensioni sentimentali e affettive è la garanzia che l amore non è frutto dell egoismo e il segno è proprio la presenza della consolazione. Lo si trova molte volte nell AT: Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio (Is 40,1) Nella pagina del profeta Isaia che abbiamo letto sopra accanto ai sinonimi dell afflizione, troviamo i sinonimi della consolazione e da cui vediamo che la consolazione è quelli insieme di gioia, letizia, esultanza, vittoria che riempie il cuore superando così il sentimento di afflizione: Lo Spirito del Signore è su di me/ mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri,/ a fasciare le piaghe dei cuori spezzati,/ a proclamare la libertà agli schiavi,/ la scarcerazione dei prigionieri,/ per consolare tutti gli afflitti,/per allietare gli afflitti di Sion per dare loro una corona invece della cenere,/olio di letizia invece dell abito da lutto,/canto di lode invece di un cuore mesto. (Is 61,1-3). questo stesso passo è presentato in Luca 4, : È la Missione di Gesù essere il consolatore degli afflitti, essere quella presenza potente di Dio che da senso che dà il coraggio di affrontare anche la perdita anche il peccato che crea quel rapporto forte di amore: Come una madre consola un figlio, così io vi darò consolazione (Is 66,13: immagine materna di Dio)

4 Ci sono dei Salmi come il 30 e il 126 che fanno vedere come si possa passare, come per miracolo, dalla sofferenza alla gioia. Tutta la persona viene trasformata dal pianto sgorga un puro canto di lode e di ringraziamento: Hai mutato il mio lamento in danza, la mia veste di sacco in abito di gioia, perché io possa cantare senza posa. Signore, mio Dio, ti loderò per sempre (S. 30,12-13) Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion, ci sembrava di sognare. Allora la nostra bocca si aprì al sorriso, la nostra lingua si sciolse in canti di gioia. Allora si diceva tra i popoli: il Signore ha fatto grandi cose per loro. Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ci ha colmati di gioia (S. 126,1-3) A tutti coloro che piangono, nella loro sofferenza Dio promette: Io vi consolerò (Is 66,13) e li rassicura dicendo: Io cambierò il vostro lutto in gioia, vi consolerò e vi renderò felici, senza afflizioni Per arrivare alla gioia, alla consolazione promessa da questa beatitudine è necessario anche per noi attraversare la Pasqua È il Signore con il dono del Suo Spirito Consolatore! ATTUALIZZAZIONE Mi sembra che questa Beatitudine, più che altre, racchiuda in sé alcuni inviti: Un invito a essere persone autentiche Il primo invito è proprio questo: siate persone autentiche vere! Persone disponibili e aperte alla vita in tutti i suoi aspetti di gioia e di dolore. L autenticità della vita comporta necessariamente una dose di afflizione. Persone che, proprio perché hanno esperienza del loro cuore, non temono la loro fragilità che accettano di lasciarsi attraversare anche da momenti di lutto, (di crisi di difficoltà) sapendo che dall altra parte c è una Mano tesa che non abbandona. Persone che osano dirsi e darsi anche a partire da questi momenti sapendo che ciò che vivono può essere un dono per gli altri. Potete avere il coraggio di stringere relazioni forti, autentiche. Rischiate tranquillamente, compromettetevi, donate la vita, abbiate questo coraggio. Tranquilli! La solidità è in Dio: non c è nessun dolore che possa raggiungervi, più forte di questa consolazione che viene da Dio. Abbiate proprio questo legame affettuoso con lui e allora rischierete di soffrire per il peccato; certamente, più volete bene a Dio e più soffrite per il vostro peccato, per la vostra solitudine, per il peccato delle persone care. Ma la soluzione non è l indifferenza, anzi, questa è la beatitudine. E noi crediamo che Gesù ha ragione, crediamo che fonte della beatitudine è proprio questa capacità di essere legati a lui, affettuosamente uniti, col rischio di soffrire di più! Potete, beati voi, perché Dio è il vostro consolatore. (Doglio) Un invito a soffrire le ingiustizie È la condizione di chi è testimone di un ingiustizia e rischia con il suo comportamento di esserne complice è dunque un invito a stare dalla parte di coloro che soffrono a causa

5 dell ingiustizia, anche se questo può causare isolamento, derisione a soffrire con loro, anche se inizialmente non sembra esserci via d uscita a scegliere la via del silenzio come atteggiamento di protesta Dice il Papa: L afflizione di cui parla il Signore è il NON-CONFORMISMO con il male, è un modo di opporsi a quello che fanno tutti e che si impone al singolo come modello di comportamento. Si tratta di persone che non seguono il branco, che non si lasciano coinvolgere con spirito gregario in una ingiustizia divenuta normale, ma ne soffrono. Anche se non sta in loro potere di cambiare la situazione nel suo insieme, oppongono tuttavia al dominio del male la resistenza passiva della sofferenza l afflizione che pone il limite al dominio del male Il Papa parla in questo caso di AFFLIZIONE RISANATRICE e ci dona come esempio Maria ai piedi della croce: sotto la croce di Gesù si comprende al meglio la parola beati gli afflitti perché saranno consolati. Maria è aflitta sotto la croce (addolorata), ma è la stessa che diventa madre della Chiesa sotto la croce e nella Pentecoste, che ha un ruolo fondamentale nella Chiesa degli inizi È un invito a non indurire il proprio cuore di fronte al bisogno dell altro, a non sottomettersi al potere del male, ma piuttosto ad accettare di soffrire sotto il potere del male, sperando che trionfi la verità. A questi afflitti afferma ancora il Papa - è promessa la grande consolazione. Un invito a diventare fratelli e sorelle in umanità È l invito ad adoperarci perché non esistano più lacrime da nessuno consolate (Qo, 4,1). Si potrebbe quasi sviluppare questa beatitudine trasformandola in Beati gli afflitti perché, da consolati, saranno capaci di consolare. Questo significa, come ci indica S. Paolo (2Cor 1,3-4), che se riconosciamo di aver ricevuto la Consolazione del Signore in determinate circostanze dolorose o difficili della nostra vita, siamo resi capaci di consolare quelli che si possono imbattere in situazioni simili o anche peggiori della nostra Diventiamo in qualche modo un canale perché la consolazione che abbiamo ricevuto, passi, attraverso di noi, ad altri. Ma non ci basta! Un invito a promuovere cammini di comunione di fraternità Credo che siamo chiamati a fare della via dell afflizione una via di comunione, nella misura in cui partecipiamo attivamente e insieme a eliminare alla radice le cause di certe sofferenze, soprattutto quando queste sono provocate da ingiustizie e schiacciano la dignità delle persone perché questa è la vera e duratura Consolazione promessa e donata dal Signore. Sr Marta Pettenazzo