Massimo Musio-Sale Dip. INDACO Politecnico di Milano

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1 DDD - "Workshop. Un'esperienza di 15 giorni..." di Massimo Musio-Sale 139 DDD - Rivista trimestrale di Disegno Digitale e Design edita da Poli.Desing Anno 1 n. 3 - lug/set 2002 Registrazione n. 718 del Trib. di Milano Workshop. Un'esperienza di 15 giorni dove gli studenti del Master in Yacht Design del Politecnico di Milano hanno messo a punto innovativi progetti di barche. Massimo Musio-Sale Dip. INDACO Politecnico di Milano massimo.musiosale@polimi.it Abstract È la mattina del 10 giugno quando prende ufficialmente il via un esercitazione che durerà due settimane coinvolgendo 25 studenti e numerosi docenti, professionisti e appassionati di nautica in un'amalgama che, dall'aula CS 2.2 del Campus Bovisa del Politecnico di Milano, ha prodotto interessanti risultati progettuali nel campo della vela e del motore. Vela & Motore è appunto la chiave di lettura di questa esercitazione. Il concorso di progettazione organizzato e proposto annualmente dall omonima rivista, ha offerto, nell edizione 2002, l occasione di lavoro intorno a cui hanno operato i ragazzi del Master. Si è trattato di sviluppare due tipologie di imbarcazione dedicate alla crociera di ampio respiro : da un lato è stato proposto un monocarena. a vela di 18 metri, dall altro si è tentata la strada (ancora poco battuta) del catamarano a motore da 15 metri. Come c era da aspettarsi il tema della barca a vela ha sedotto la maggior parte dei partecipanti, sia per i contenuti di aspetto ecologico ambientale, sia per la componente astratta del sogno che è maggiormente evocata e presente nella barca a vela piuttosto che in quella a motore. fig. 1 Briefing sui temi prima dell avvio dei lavori. Esempi sul possibile sviluppo dei piani generali illustrati dall autore alla lavagna.

2 DDD - "Workshop. Un'esperienza di 15 giorni..." di Massimo Musio-Sale 140 fig. 2 schizzi di ideazione svolti per sviluppare il tema della barca a vela. Autori: d Antonia, Tarantini Non è stato questo il primo master in yacht design svolto in ambito universitario; oltre alle esperienze già svolte al Politecnico sotto il coordinamento di Andrea Vallicelli (per la conclusione del ciclo di studi di laboratorio al terzo e quarto anno del Corso di Laurea in Disegno Industriale negli AA.AA e e per esperienze ancora precedenti, quando il C.d.L. era ancora ospitato dalla I Facoltà di Architettura), si ricorda anche quello che nel lontano 1992 organizzò la neonata Scuola di Progettazione Nautica dell Università di Genova, svolgendo una performance di una settimana alla Facoltà di Architettura nel mese di Settembre, in conclusione dei corsi di Composizione e Principi di Design. fig. 3 Esempio di elaborazione svolta con l ausilio del calcolatore. Autori: Ferragni, Baldissara.

3 DDD - "Workshop. Un'esperienza di 15 giorni..." di Massimo Musio-Sale 141 Orbene, mentre dieci anni fa, la gestione del progetto avveniva quasi tutta tramite elaborazioni di disegno tradizionale, nelle più recenti esperienze, invece, l uso dell elaboratore è stato sempre più presente nello svolgimento dei lavori di progetto. Curiosamente quindi, se all inizio i candidati operavano in aula a tempo pieno a fianco dei docenti che fornivano assistenza continua, in seguito, la necessità di riferire le elaborazioni ad una macchina, ha portato ad una progressiva latitanza degli studenti dall aula, limitando la loro presenza ad un breve momento ideativo iniziale e a sporadiche revisioni in corso d opera. Questo atteggiamento, di fatto difforme dall esperienza propria del workshop collettivo, nell occasione ultima, di qui trattiamo in questo articolo, si è in pratica dissolta per ritornare ad un collettivo work in progress svolto in aula. In questo caso si può proprio dire che è stata la montagna ad andare a Maometto, infatti, l evolversi della tecnologia, ha reso accessibili a molti i computer portatili in grado di gestire sofisticati software di progettazione e modellazione, consentendo ai partecipanti a questa esperienza, operando in aula, di avvalersi continuativamente della consulenza da parte dei docenti. fig. 4 Un momento di lavoro in aula CS.2.3 nell esperienza di workshop edizione L iter progettuale ha pertanto integrato l ideazione e la restituzione iniziale con schizzi a mano libera, con la verifica immediata per mezzo di elaborati digitali in grado di controllare sia le dimensioni del prodotto, sia le caratteristiche meccanico-strutturali. Si è potuto inoltre verificare agevolmente le principali performance idrostatiche e idrodinamiche simulando condizioni di carico e di esercizio. Insomma, una vera e propria progettazione a tutto-tondo dove le varie esperienze disciplinari, interagendo fra loro, vengono controllate nell ambito dei diversi progetti da ciascun gruppo di lavoro, così da individuare le soluzioni che soddisfano al meglio i vari requisiti. L esperienza di questo workshop vuole pertanto essere un momento di sintesi degli apporti didattici maturati dal 31 gennaio al 10 giugno secondo una cadenza di tre giorni alla settimana e toccando aspetti disciplinari che vanno dalla rappresentazione grafica all architettura navale, all Idrostatica, agli impianti di bordo, e così via per tutti gli aspetti disciplinari che costituiscono la cultura del progetto dell imbarcazione.

4 DDD - "Workshop. Un'esperienza di 15 giorni..." di Massimo Musio-Sale 142 fig. 5 Diversi esempi di schizzi ideazione.

5 DDD - "Workshop. Un'esperienza di 15 giorni..." di Massimo Musio-Sale 143 I partecipanti a questo workshop, architetti, ingegneri o designer provenienti da tutt Italia iscritti al Master, non solo hanno manifestato un approccio culturale più maturo (rispetto alle esperienze svolte con gli studenti universitari), ma hanno caparbiamente perseguito l obbiettivo di centrare un progetto abbastanza compiuto sotto tutti gli aspetti, cercando di colmare le rispettive lacune culturali associandosi in gruppi di lavoro il più possibile eterogenei e complementari. Curioso è stato l approccio iniziale ideativo di ciascuno dove la provenienza culturale, risultava quasi sempre evidente: da un lato l ingegnere ostentava un approccio pragmatico e strutturale a fronte di quello più grafico ed estetico dell architetto o del designer. Sia da un lato sia dall altro si sono verificati alcuni eccessi culturali di approccio al progetto. L impostazione di progetti basati solo sul coerente (o incoerente) proporzionamento fra masse, volumi, performance e propulsioni, trascuravano spesso fattori legati al dimensionamento degli spazi di vivibili, all ergonomia e ai fattori di equilibrio generale del progetto. Al contrario, in altri casi, la partenza dell ideazione avveniva dall esterno secondo una bella (o brutta) linea grafica; silhouette che pretendeva di sintetizzare un volume non necessariamente legato con quanto avrebbe (o non avrebbe) potuto essere sistemato all interno. fig. 6 Elaborati grafici di verifica dimensionale dei piani generali (Antico, Stella, Vaino). La volontà didattica di questa esperienza è stata invece fortemente indirizzata verso un approccio sereno con le problematiche di progetto nel tentativo di formare proposte controllate ad un tempo secondo i diversi, concorrenti, aspetti disciplinari. Qui, i disegni che costituiscono la verifica preliminare del progetto, anche se realizzati a schizzo e a mano libera, devono contenere quelle indicazioni che verificano i diversi requisiti di base. Il progetto si forma sbozzandosi poco alla volta secondo tutti gli aspetti. Ecco che la logica procedura prevede l individuazione di un target di mercato a cui riferire la nuova proposta; in base a questo, dopo un attenta analisi di quanto già proposto e disponibile, si passa alla ipotesi di una serie di piani generali dove si individuano prevalentemente le funzioni ergonomiche e distributive. Dopo una preliminare stesura grafica, si completano le verifiche considerando anche (sommariamente) gli impianti e le interazioni delle varie masse. A questo rozzo semilavorato iniziale possono essere opportunamente associate una o più ipotesi formali in grado di definire e proporzionare l estetica generale del progetto. A questo punto, il buon progetto, prevede la verifica strutturale e dimensionale e la definizione di volumi maggiormente curati e descritti nello spazio.

6 DDD - "Workshop. Un'esperienza di 15 giorni..." di Massimo Musio-Sale 144 fig. 7 Dopo una preliminare stesura grafica, si completano le verifiche considerando anche (sommariamente) gli impianti e le interazioni delle varie masse (Basilico e Provantini). Tale spirale di progetto va percorsa e ripercorsa riverificando ogni volta requisiti sempre più precisi e definiti fino ad interrompere il processo nella misura in cui si ritenga soddisfatto il target di riferimento iniziale. Già, questo teorico processo si presenta come un attività permanente e senza fine. Infatti, in teoria, non vi sono limiti al possibile completamento di un progetto che potrebbe non essere compiuto neppure con la realizzazione del prototipo o la messa in linea della serie di prodotti. Come per un opera d arte, anche qui è l autore che deve stabilire dove fermarsi, in base alla sua esperienza e alla sua volontà egli pone un punto di arrivo alla definizione delle volontà progettuali. I migliori progetti saranno pertanto valutabili oltre che per la qualità e l originalità intrinsecamente connesse con la proposta, per la comprensibilità e la compiutezza delle informazioni trasmesse. Lo spirito del workshop non è tuttavia indirizzato alla valutazione assoluta del miglior progetto presentato, ma lo spirito di questa esperienza deve esprimersi al meglio con la partecipazione collettiva a tale momento, valutando più il processo di evoluzione dell idea, che il risultato finale in quanto tale. L atmosfera di de Coubertain si coniuga alla perfezione con quanto si è potuto verificare quest anno e questo rispecchia inoltre, in pieno, l aria di positiva fratellanza goliardica che ha permeato tutte le attività svolte nell intero Master: una magnifica classe che è maturata omogeneamente sia durante le attività didattiche ex cathedra, che nelle esercitazioni, nei viaggi di studio e, infine, naturalmente, anche in questo workshop di fine d anno.

7 DDD - "Workshop. Un'esperienza di 15 giorni..." di Massimo Musio-Sale 145 fig. 8 Un risultato ottenuto verificando le ipotesi di progetto con l aiuto del calcolatore e delle elaborazioni operate per mezzo di programmi di modellazione tridimensionale. Autori: Basilico e Provantini. fig. 9 Momenti di chiusura della performance: Intorno ad un tavolo, gli elaborati vengono esaminati e commentati da docenti ed allievi. Nell immagine, sul lato sinistro, fra i docenti sono riconoscibili in senso orario, dal basso verso l alto: Andrea Ratti, Paolo Padova, Federico Maggiulli alle spalle di Andrea Vallicelli, Silvia Piardi e Massimo Musio-Sale.

8 DDD - "Workshop. Un'esperienza di 15 giorni..." di Massimo Musio-Sale 146 Workshop conclusivo del Master in Yacht Design del Politecnico di Milano, AA Titolari: Andrea Vallicelli (Università di Chieti) Massimo Musio-Sale (Politecnico di Milano) Consulenza e assistenza: Carlo Bertorello, Giuseppe Di Bucchianico, Fabio Fossati, Aldo Gatti, Antonio Marano, Wanda Pennelli. Tutoring: Federico Maggiulli. Progetti sviluppati e autori. Imbarcazioni a vela: TheSign di Baldissara e Ferragni. M Buto di D Antonia e Tarantini. Lebeccio (quasi tutte) di Agazzi e Colombo. Atammi ULM 60 di Antico, Stella e Vaino. Volli 18 di Basilico e Provantini. Tattoo 60 di Giaculli, Roncoroni, Sironi. F 58 di Ruggiero. Duff 60 di Aimone, Bronda, Quaranta. Imbarcazioni a motore: Power cat di Canevari e Pianta. Catamarano Fast Commuter di Gilardoni, Patriarca, Zanetti. Catamarano charter di Palermo e Sacchi. Massimo Musio-Sale. Architetto e ricercatore universitario del Politecnico di Milano, III Facoltà di Architettura-Design. È docente coordinatore del "Laboratorio del Disegno", sezione Prodotto (P3), nonché titolare per lo stesso laboratorio del modulo di 100 ore di Disegno. Nell'ambito della stessa facoltà, egli è anche docente di Tecniche della Rappresentazione (nautica e navale) in seno al Laboratorio di Disegno Industriale e Ambientale indirizzato al settore dello Yacht-Design nonché uno dei docenti incaricati dello svolgimento del Master in Yacht Design. In questa esperienza egli ha coordinato le discipline legate alla rappresentazione e condiviso l'esperienza del Workshop a fianco di Andrea Vallicelli. Su incarico dell'università di Genova è infine docente dei corsi di Principi di Design 1 & 2 della Scuola D.F.S. in progettazione per la nautica da diporto, distaccata a La Spezia.

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