8. L arte del Rinascimento a Firenze: qualche esempio

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1 8. L arte del Rinascimento a Firenze: qualche esempio a) La pittura tra realismo borghese e idealismo aristocratico b) Il Crocifisso donatelliano di Bosco ai Frati c) Il Cristo di Brunelleschi

2 A rte La pittura rinascimentale a Firenze tra realismo borghese e idealismo aristocratico Profilo, L intellettuale, l artista e il principe, p. 74 Pittura e società nel Quattrocento Molta parte della pittura fiorentina del Quattrocento rispecchia i mutamenti che nel giro di un cinquantennio trasformarono l assetto sociale della città. Sconfitti i Ciompi, si affermò definitivamente l oligarchia mercantile e all inizio del secolo alcune grandi famiglie borghesi (tra cui gli Alberti, i Capponi, gli Albizi) si contendevano il primato a Firenze prima dell avvento dei Medici. La competizione coinvolse anche l arte, finanziando la quale i signori fiorentini gareggiavano per far risaltare il loro prestigio e contribuirono in tal modo alla fioritura di quell eccezionale movimento che si chiama Rinascimento: un periodo di forti innovazioni nell architettura, nelle arti plastiche e figurative. Nella pittura alcuni artisti puntarono alla rappresentazione realistica dei personaggi e del paesaggio attraverso la ricerca di una nuova scansione dello spazio (la prospettiva) e applicando una rinnovata tecnica del chiaroscuro. Antesignano di questa sensibilità innovativa fu senz altro Masaccio ( ). Continuatore di Giotto (anch egli interprete nel secolo precedente del gusto dei suoi committenti, i mercanti della lana), Masaccio portò alle estreme conseguenze il realismo del suo predecessore, interpretando le esigenze di ceti votati agli affari e agli interessi concreti della vita. Ormai completamente estranei al misticismo e al simbolismo medievali, i suoi soggetti religiosi sono calati nella quotidianità del tempo San Pietro distribuisce i beni ai poveri. La figura vestita di rosso inginocchiata dietro San Pietro forse rappresenta il cardinale Reinaldo o Tommaso della famiglia Brancacci. con scene di strada e interni domestici. I suoi personaggi hanno forme solide e massicce e obbediscono alle leggi della prospettiva. Masaccio, La distribuzione dei beni alla comunità. Anania a terra morto dopo la condanna di san Pietro per aver detto il falso. 1

3 La morale borghese in alcune scene della Cappella Brancacci Si rivelano a questo proposito esemplari gli affreschi della Cappella Brancacci. Felice Brancacci, uomo ricco e potente che ricoprì prestigiose cariche pubbliche, volle affrescare la cappella di famiglia nella chiesa di Santa Maria del Carmine a Firenze con le Storie di san Pietro. Vennero incaricati del lavoro due artisti toscani: Masolino da Panicale ( ) e il più giovane ma più innovativo Masaccio, a cui si deve la mag- Pietro ripete il gesto di Cristo in segno di obbedienza. Gesù, considerata giusta la richiesta dell esattore, indica le acque del vicino lago di Genesareth ordinando a san Pietro di andare a pescare un pesce. gior parte degli affreschi del ciclo realizzato tra il 1424 e il San Pietro vi compare più volte insieme a vari personaggi che, pur rivestiti di abiti semplici e collocati in luoghi realistici senza inutili ornamenti, acquistano una grande dignità nei gesti destinati ad esaltare il valore dell uomo, al di là dello stesso soggetto religioso. Nell affresco Tributo della moneta, ispirato a un episodio narrato nel Vangelo di Matteo, Cristo ordina a san Pietro il pagamento della tassa all esattore. La vicenda religiosa viene utilizzata da Masaccio come invito a obbedire al potere pubblico e trasformata in un episodio squisitamente civile che si richiamava alla morale borghese del mondo comunale e al Masaccio, Tributo della moneta. Pietro pesca un pesce, che miracolosamente tiene in bocca una moneta. Un esattore esige da Cristo e dagli apostoli il tributo dovuto per entrare nella città di Cafarnao. Il personaggio (ultimo a destra del gruppo) probabilmente è l autoritratto di Masaccio. Pietro paga l esattore con la moneta pescata. 2

4 rispetto delle leggi. L affresco La distribuzione dei beni alla comunità [a pag. 140 del Profilo] è invece ispirato a un passo degli Atti degli apostoli. I membri di una comunità cristiana vendono terreni e case per mettere a disposizione dei bisognosi il ricavato. Ma un uomo che ha trattenuto per sé parte del prezzo di un podere cade morto dopo essere stato rimproverato da san Pietro. Oltre al significato religioso e al tempo stesso civile della punizione per falsa testimonianza, è molto probabile il rimando all istituzione del catasto a Firenze (1427), una sorta di dichiarazione dei redditi destinata a garantire una più equa ripartizione delle tasse. I nuovi modelli aristocratici Masaccio morì appena ventisettenne e non ottenne i riconoscimenti dovuti. Del resto la società fiorentina stava gradualmente evolvendo verso il regime signorile, abbandonando il tradizionale impegno politico e civile per ripiegare su se stessa, ormai soddisfatta del benessere acquisito. Nell arte si fecero quindi strada concezioni estetiche conformi al nuovo orientamento culturale e al nuovo gusto della grande borghesia, orientata ad accomunarsi nei costumi e nei valori all antica aristocrazia del sangue. Il fenomeno si consolidò intorno alla metà del secolo, allorché Signorie e Principati si affermarono in gran parte dell Italia settentrionale e centrale, affossando definitivamente il sistema democratico delle istituzioni comunali. Il comportamento di questo ceto benestante, che stava convertendo le proprie ricchezze in terreni e palazzi, si ispirò alle maniere della nobiltà feudale importate dalla Francia e i soggetti pittorici preferiti divennero battaglie e tornei, favole mitologiche, cacce e cavalcate cariche di particolari rilievi decorativi, con figure convenzionali in atteggiamenti cortigiani e cerimoniali. A questo punto la «corposità» materiale dell arte di Masaccio fece posto all «eleganza» raffinata del tratto, del gesto e del colore di artisti al servizio di famiglie di altissimo rango. Un anticipatore di questa tendenza può essere considerato Gentile da Fabriano ( ) con l Adorazione dei Magi (1423), un dipinto in cui i personaggi in pose cavalleresche indossano preziosi vestiti, finemente lavorati all ultima moda fiorentina, forse su richiesta dello stesso committente Palla Strozzi, mercante di stoffe e tra i più facoltosi a Firenze prima dell avvento dei Medici. Gentile da Fabriano, L Adorazione dei Magi. Nei ricchi vestiti indossati dai personaggi si ritiene di poter individuare le lussuose produzioni tessili delle manifatture di Palla Strozzi. Firenze, Galleria degli Uffizi. e l esaltazione del potere signorile Un altro artista preoccupato di soddisfare i gusti della ricca borghesia che aspirava ad acquisire il ruolo di nuova nobiltà fu Benozzo Gozzoli ( ), il quale ricreò lo spirito dell arte di corte trecentesca nella raffinata decorazione della Cappella di Palazzo Medici-Riccardi a Firenze. Nell affresco Viaggio dei Re Magi (1459), che si snoda senza interruzioni su tre pareti di una sala del palazzo, anch egli raffigura il famoso soggetto religioso. A differenza di Masaccio che si era attenuto con assoluta fedeltà descrittiva al testo evangelico per le Storie di san Pietro e ancor più di Gentile da Fabriano, Benozzo Gozzoli arricchisce le immagini di particolari esotici (scimmie, ghepardi, cammelli) non presenti nei Vangeli. La lunga cavalcata dei Re Magi con i rispettivi cortei, tra personaggi sfarzosamente vestiti inseriti in un paesaggio semifantastico, propone poi numerosi ritratti di membri della potente famiglia committente (i Medici) che si apprestava a stabilire il potere signorile a Firenze. Il soggetto dell affresco prendeva forse spunto da un avvenimento politico del 1439, il trasferimento da Ferrara a Firenze del concilio che avrebbe dovuto risolvere lo scisma della Chiesa cattolica con quella ortodossa, trasferimento dovuto a una fortunata iniziativa di Cosimo de Medici. Sicuramente l artista era stato spettatore delle splendide parate che nella festa dei Magi e in altre importanti ricorrenze sfilavano per Via Larga, proprio sotto le finestre del palazzo mediceo. Bibliografia M. Baxandall, Pittura ed esperienza sociale nell Italia del Quattrocento, Torino, Einaudi, A. Hauser, Storia sociale dell Arte, Torino, Einaudi, R. Longhi, Fatti di Masolino e di Masaccio e altri studi sul Quattrocento italiano, Firenze, Sansoni, Stefano Zuffi, Il Quattrocento, Electa, Milano

5 Sulle alture dello sfondo roccioso, da cui discende il corteo festante, sono visibili scene di caccia con cavalli e cani, un divertimento tipicamente aristocratico del tempo. La fortezza in stile medievale che appare in alto e che dovrebbe rappresentare Gerusalemme, da dove il corteo dei re Magi prese avvio, assomiglia alla maestosa residenza di campagna dei Medici a Cafaggiolo. Benozzo Gozzoli, Viaggio dei Re Magi. Il corteo di re Baldassarre (affresco parete orientale). Firenze, Galleria degli Uffizi. Tra i seguaci del corteo sono identificabili, Piero de Medici, committente degli affreschi, che cavalca accanto al padre Cosimo (su un mulo marrone) e, più indietro, lo stesso Benozzo (riconoscibile dall iscrizione del proprio nome sul berretto rosso), preceduto dai due giovanissimi figli di Piero de Medici, Lorenzo e Giuliano. Alla testa del corteo cavalca il re più giovane, Baldassarre, che la tradizione considera il ritratto ideale di Lorenzo de Medici, il futuro Magnifico, anche se all epoca della pittura degli affreschi Lorenzo aveva solo dieci anni. 4

6 Il Crocifisso donatelliano di Bosco ai Frati Alla pittura realista di Masaccio si richiama direttamente Donatello ( ), più propriamente Donato di Niccolò di Betto Bardi. Anche se l attribuzione del Cristo ligneo di Bosco ai Frati (in Mugello) resta controversa, l opera rappresenta in ogni caso l esempio più significativo dell indirizzo seguito dallo scultore fiorentino. La figura è sgraziata, il volto di Cristo ha i lineamenti contratti, la bocca dischiusa, gli occhi semiaperti e la sofferenza è sottolineata dalle gocce di sudore, eppure testimonia una profonda dignità interiore che si manifesta anche nel momento dell agonia. Ancor più efficacemente del meglio conosciuto e di sicura attribuzione Crocifisso di Santa Croce (Firenze), qui si afferma l idea del realismo secondo la quale la perfezione e la grandezza dell uomo non stanno negli equilibri armonici esteriori, quanto invece nella grandezza dell animo. DOCUMENTI Cristo ligneo di ambito donatelliano conservato al Bosco ai Frati. 5

7 Il Cristo di Brunelleschi DOCUMENTI Filippo Brunelleschi ( ) o meglio Filippo di ser Brunellesco Lapi è stato architetto, ingegnere, scultore, orafo, scenografo e grande iniziatore del Rinascimento fiorentino con Donatello e Masaccio. Dopo aver visto il Crocifisso di Donatello a Santa Croce secondo quanto narrato da Giorgio Vasari Brunelleschi rimproverò all amico di aver messo in croce un contadino del tutto privo della solennità e della bellezza proporzionale che si confaceva a un tale soggetto. Così scolpì il Crocifisso di Santa Maria Novella con un attento studio delle proporzioni e dell anatomia del corpo nudo, in uno stile ispirato al mondo classico. Nel suo Crocifisso infatti il Cristo è impostato secondo una studiata proporzionalità ed è perfettamente inscrivibile in un quadrato, con le braccia aperte che misurano esattamente quanto l altezza, secondo un modello in cui la perfezione è l equilibrio armonico. Crocifisso di Brunelleschi Dettaglio 6