L'Acquedotto di Bologna Emilia Guberti SIAN DSP Az. USL Bologna Claudio Anzalone, Laura Minelli Hera SpA Direzione Acqua

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1 L'Acquedotto di Bologna Emilia Guberti SIAN DSP Az. USL Bologna Claudio Anzalone, Laura Minelli Hera SpA Direzione Acqua Il controllo delle acque potabili: nuovi orizzonti Bologna, Unità Organizzativa 5 giugno - Direzione 2013 Acqua 1

2 IL SISTEMA ACQUEDOTTISTICO BOLOGNESE L ACQUEDOTTO PRIMARIO riveste un importanza strategica per complessità, estensione e abitanti serviti. 2

3 IL SISTEMA IDRICO BOLOGNESE La CITTÀ DI BOLOGNA è alimentata DALL ACQUEDOTTO PRIMARIO tramite una condotta di grosso diametro (TANGENZIALE IDRICA DN ) che circonda ad anello la città. Alla tangenziale idrica sono collegati i centri di produzione ed i tre maggiori serbatoi di compenso ZOLA PREDOSA ZOLA PREDOSA Centrale Borgo Panigale Centrale San Vitale Centrale Tiro a Segno Serbatoio Vallescura Impianto Viale Aldini Centrale Fossolo Serbatoio Casalecchio Serbatoio San Lazzaro

4 ACQUEDOTTO PRIMARIO Opera di presa sul torrente Setta LE FONTI IDRICHE DI ALIMENTAZIONE Murale in via Triumvirato sulle pareti del centro Borgo TORRENTE SETTA FIUME RENO POZZI BORGO PANIGALE POZZI DI TIRO A SEGNO POZZI FOSSOLO POZZI DI MIRANDOLA POZZI DI SAN VITALE sono di natura SUPERFICIALE e PROFONDA 4

5 ACQUEDOTTO PRIMARIO L APPROVVIGIONAMENTO DA ACQUE SUPERFICIALI Le acque del torrente Setta e del fiume Reno alimentano il centro Val di Setta che per il 54% contribuisce all approvvigionamento del sistema idrico bolognese (dati 2012). 5

6 ACQUEDOTTO PRIMARIO: IL CENTRO VAL DI SETTA IL CENTRO VAL DI SETTA È IL PRINCIPALE IMPIANTO DI POTABILIZZAZIONE DEL SISTEMA IDRICO BOLOGNESE. Oggi è in grado di potabilizzare fino a 2400 L/s con una produzione annua di 45 Mmc di acqua potabile. 6

7 CENTRO VAL DI SETTA: FILIERA DI POTABILIZZAZIONE 7

8 RETI DI ADDUZIONE E SERBATOI Dal centro Val di Setta partono quattro condotte: la condotta adduttrice principale (DN1500) che collega Sasso Marconi a Casalecchio e si sviluppa con una rete ad anello di diametro variabile da a 900 mm (tangenziale idrica); il cunicolo romano che da Sasso Marconi alimenta la parte sud della tangenziale idrica; due condotte (DN 500 e DN 300) che alimentano parte delle vallate del Setta e del Reno. 8

9 ACQUEDOTTO PRIMARIO L APPROVVIGIONAMENTO DA FALDA Le principali opere di prelievo da falda profonda consistono in una serie di campi pozzi (con profondità da 200 a 450 m) realizzati nell area pedecollinare delle conoidi fluviali del fiume Reno e dei torrenti Savena e Idice, all interno dei CENTRI DI BORGO PANIGALE (1913), TIRO A SEGNO ( ), FOSSOLO (1948), S.VITALE (1973), MIRANDOLA (1979). 9

10 ACQUEDOTTO PRIMARIO: IMPIANTI ALIMENTATI DA FALDA Borgo Panigale e Mirandola sono centri in cui il trattamento dell acqua si limita alla sola disinfezione con biossido di cloro (ClO2), reagente derivato dalla combinazione di clorito di sodio (NaClO2) con acido cloridrico (HCl) e preparato in sede. Tiro a Segno, S.Vitale e Fossolo sono centri nei quali le acque dei pozzi vengono sottoposte a specifici trattamenti di rimozione di ferro, manganese e composti organoalogenati Colonna litologica del pozzo 11 perforato nel centro di S.Vitale 10

11 CENTRO S.VITALE A S.Vitale l abbattimento del ferro e del manganese è ottenuto grazie ad un processo biologico. L acqua viene fatta passare attraverso una batteria di filtri, riempiti con sabbia quarzifera attivata con ossigeno iniettato nella corrente di ingresso. Sulla superficie dei granelli di sabbia si forma uno strato attivo di film biologico, capace di trattenere il manganese ed il ferro contenuti nell acqua. 11

12 CENTRI FOSSOLO E TIRO A SEGNO A Fossolo il trattamento dei composti organoalogenati è realizzato mediante un passaggio dell acqua attraverso due batterie di filtri, la prima di filtri a sabbia quarzifera e la seconda di filtri a carboni attivi. A Tiro a Segno il processo di trattamento è finalizzato alla rimozione dei composti di ferro e manganese e dei composti organoalogenati. All interno dei centri sono collocati gruppi di pompaggio per la pressurizzazione delle reti di distribuzione. 12

13 SERBATOI DI CASALECCHIO E SAN LAZZARO I serbatoi di Casalecchio e San Lazzaro sono il nodo di congiunzione tra l adduzione e la distribuzione e svolgono una funzione di compenso. Hanno una capacità di metri cubi ciascuno. Consentono di fare fronte alle richieste di punta delle utenze e di compensare eventuali fermi degli impianti. 13

14 LA SUBSIDENZA E L IMPATTO AMBIENTALE DA CARENZA IDRICA Dall'inizio del secolo e in particolare dopo il 1950, si è riscontrato un abbassamento medio del suolo dell ordine di 2-3 cm all'anno. Questo fenomeno, subsidenza, ha in parte cause naturali, ma è soprattutto dovuto al forte sfruttamento della falda acquifera. Il regime torrentizio del Setta ha punte di portata minima nel corso della stagione estiva. Il ricorso all uso idropotabile del fiume Reno ha contribuito a contrastare questi fenomeni. 14

15 L ACQUEDOTTO ROMANO DI BOLOGNA.. E un acquedotto realizzato in epoca romana intorno al 30 a.c. ed è una delle più importanti opere idrauliche della regione. Partiva da un pozzo scavato nel Setta e, attraverso un cunicolo di 18 chilometri (pendenza di 1,5, largo dai 60 ai 90 cm e alto 190 cm) giungeva in una cisterna nel centro di Bologna, all'incrocio fra via Farini e D'Azeglio. Di qui, attraverso tubi di piombo l'acqua era distribuita alle terme e alle abitazioni civili. L'acquedotto rimase attivo fino al Medioevo. Poi a seguito delle invasioni barbariche e dell'incuria, fu quasi dimenticato e finì con il rimanere interrato. Val di Setta Bologna km Oggi la sua eccezionalità sta nel fatto che è uno dei pochi acquedotti romani ancora interamente percorribile e ancora attivo nel trasporto di acqua potabile in città.

16 ..BOLOGNA AI TEMPI DEL COLERA.. Nell estate del 1855 Bologna fu colpita da una violenta epidemia che causò oltre 4000 morti in pochi mesi. All epoca l acqua da bere era ricavata esclusivamente dai canali e attinta da pozzi scavati nei cortili e nelle cantine delle abitazioni. A metà dell'ottocento ne erano presenti quasi Grazie a studi epidemiologi si era intuito che l'acqua rappresentava la principale via di diffusione del "veleno" alle persone sane. Il colera era ancora una malattia misteriosa di cui non si sapeva nulla. 16

17 ..RIPRISTINO DELL ACQUEDOTTO ROMANO.. 5 giugno (!) 1881 A fronte di nuove minacce epidemiche nel 1865, la Municipalità di Bologna prese la decisione di dotarsi di un civico acquedotto per rifornire di acqua buona i propri cittadini centralizzandone la distribuzione e il controllo. Si deve a Zannoni la riscoperta dell'antico cunicolo e la sua riattivazione per captazione delle acque di subalveo del Setta mediante pozzi e cunicoli di sponda, integrati poi da una galleria trasversale che drenava l acqua ad una profondità di 5 m sotto il letto del fiume. Il 5 giugno (!) 1881 dopo 15 secoli di abbandono avvenne la cerimonia di inaugurazione 17

18 ..UN ALTRO PO DI STORIA.. Agli inizi del 1900 per aumentare la potenzialità di pozzi e cunicoli, venne effettuata la costruzione di vasche (savenelle) di ravvenamento del deposito alluvionale naturale nel punto di confluenza Setta - Reno (200L/s). Nel 1920, l'ulteriore richiesta idrica portò alla costruzione di un impianto di filtrazione rapida utilizzando quale opera di presa un canale esistente (canale d'albano). L'acqua superficiale subiva una chiarificazione tramite l addizione di sali d'alluminio a cui seguiva una filtrazione rapida su letti di sabbia. La potenzialità di questo impianto era di 150 L/s. Questo sistema è rimasto attivo fino al 1984 con una portata massima di 500 L/s. 18

19 .. FINO ALL ADDUTTORE RENO SETTA! E il 17 gennaio 1984 che entra in servizio il nuovo impianto di potabilizzazione con potenzialità iniziale pari a 1200 l/s,incrementata a 2400 L/s nel Nel 2010 viene poi realizzato l adduttore Reno- Setta. Intervento che ha reso possibile una riduzione dell acqua prelevata da falda di circa 10 milioni di metri cubi rispetto al Oggi il centro Val di Setta produce giornalmente metri cubi di acqua buona e sicura. 19

20 L ATTIVITA DI CONTROLLO DELLE ACQUE I controlli di qualità dell acqua sono effettuati internamente da parte di HERA ed esternamente da parte di AUSL /ARPA e interessano le fonti, gli impianti di potabilizzazione e accumulo, le reti di adduzione e distribuzione. 20

21 PIANO DI CONTROLLO ANALITICO SII HERA SpA Servizio Acquedottistico HERA fin dalla sua costituzione (quindi dal 2003) si è dotata di un Piano di Autocontrollo realizzato nel rispetto del principio espresso nella Circolare Regionale dell Emilia Romagna n. 32/91 secondo cui l acquedotto costituisce un impianto di produzione di acqua potabile. Dunque, il controllo dei requisiti di qualità del prodotto viene pianificato ed PER TUTTI GLI ACQUEDOTTI secondo criteri di Gruppo con una particolare attenzione rivolta ai cosiddetti punti critici. 21

22 L ATTIVITA DI CONTROLLO DI HERA Annualmente viene redatto il Piano di Controllo Analitico del Servizio Idrico Integrato con l obiettivo di garantire la conformità legislativa e assicurare un elevato standard qualitativo del prodotto. Nel Piano sono documentati: i punti di campionamento: sono sottoposti a controllo programmato le fonti, le filiere di trattamento e le reti distributive; i parametri analitici oggetto di monitoraggio; le frequenze di analisi. I criteri di impostazione del Piano tendono a privilegiare l ottenimento di dati di significatività. Pur prevedendo una base di controllo tendenzialmente omogenea per tutto il territorio servito, il Piano è concepito per rispondere a particolari esigenze impiantistiche e di area geografica. 22

23 CRITERI DI PIANIFICAZIONE: TEMPESTIVITA D INTERVENTO Per tutti gli acquedotti la pianificazione dei controlli è strutturata in modo da garantire la tempestività di individuazione di situazioni potenzialmente a rischio, sia causate dall eventuale immissione in rete di acqua priva dei requisiti di potabilità, che dalla perdita di tali requisiti per cause legate alla fase di distribuzione. In modo tale da rimuoverne le cause al più presto e restituire quanto prima acqua potabile e buona ai cittadini. 23

24 LINEE GUIDA DI PIANIFICAZIONE DEI CONTROLLI Le linee guida di pianificazione della sorveglianza routinaria dei requisiti di qualità delle acque sono sostanzialmente le seguenti: L esecuzione di un maggior numero di controlli per alcuni parametri ha più significato dell esecuzione di pochi controlli tesi al rilevamento di numerosi parametri, spesso non giustificati dalla storia della fonte di approvvigionamento; il controllo più frequente dei parametri più significativi nei punti più significativi, è preferibile al controllo meno frequente di un maggior numero di parametri in tutti i punti di prelievo. 24

25 ACQUEDOTTO DI BOLOGNA - NUMERO PUNTI DI CAMPIONAMENTO, CAMPIONI E PARAMETRI Consuntivo 2012 TIPOLOGIA FONTI SOTTERRANEE Pdc Campioni Parametri Analitici FONTI SUPERFICIALI USCITE POTABILIZZATORI RETE Previsione 2013 TIPOLOGIA Pdc Campioni Parametri Analitici FONTI SOTTERRANEE SERBATOI FONTI SUPERFICIALI TOTALE USCITE POTABILIZZATORI RETE SERBATOI TOTALE

26 L OBIETTIVO DI MIGLIORAMENTO Tuttavia, malgrado l intensa e progressiva attività di armonizzazione e razionalizzazione portata avanti fin dal 2003, il Piano di controllo analitico risente ancora, a seconda delle aree territoriali, di impostazioni in parte diverse, alcune delle quali non sempre giustificabili da specificità oggettive di prodotto o di processo. Questo si evidenzia in una serie di differenze e ridondanze ancora esistenti sia a livello di profili analitici sia di frequenze di controllo applicate a matrici equivalenti. Il nuovo assetto organizzativo di HERA impostato per linea di business e non più per società operative territoriali ha tra i suoi scopi anche il superamento di questo aspetto. 26

27 NUOVI ORIZZONTI PER IL CONTROLLO: LA SPERIMENTAZIONE Considerato che Hera persegue per la propria attività di controllo l applicazione di criteri omogenei validi per tutto il territorio servito, ha accolto con estremo interesse la proposta di partecipare alla sperimentazione di un modello statistico di controllo insieme ad ARPA E AUSL con la supervisione della Direzione Sanità e Politiche Sociali della Regione Emilia Romagna. L applicazione di tale metodologia statistica, attraverso l elaborazione e la valutazione delle serie analitiche storiche, può rappresentare lo strumento per una nuova impostazione dell attività di controllo basata sull oggettiva identificazione dei rischi ai fini della loro prevenzione. 27

28 LA SCELTA DELL ACQUEDOTTO Ai fini della sperimentazione è stato scelto l acquedotto di Bologna: sono stati condivisi i punti di campionamento della filiera dalla captazione, al trattamento e alla distribuzione delle acque in rete; per tali punti è stata effettuata l elaborazione dei dati analitici prodotti nell arco temporale prescelto; è stata concordata la serie di parametri analitici significativi per ciascuna tipologia di punto di campionamento; ed è stata condivisa l attribuzione dei valori da assegnare ai fattori rientranti nel calcolo dell indice di priorità del Rischio (IPR) 28

29 I VANTAGGI A fronte dei risultati favorevoli di tale sperimentazione, potrà essere possibile ricavarne benefici: operativi per affidabilità delle impostazioni di controllo economici per contenimento/ridistribuzione dei costi di riduzione dei tempi di risposta grazie all individuazione di situazioni potenzialmente più critiche di confrontabilità degli esiti analitici ottenuti dai Gestore e dagli Enti preposti al controllo. 29

30 CANALE ACQUA DI INFORMAZIONE: Seleziona il tuo Comune e visualizza i parametri medi dell'acqua erogata Comune di residenza: 30

31 g1 I LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA COLLETTIVA D.P.C.M. 14/02/2001 SERVIZI IGIENE ALIMENTI E NUTRIZIONE Dipartimento di Prevenzione Controllo igienico-sanitario nei settori di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione degli alimenti. Prevenzione e controllo delle Malattie Trasmesse da Alimenti ACQUA ALIMENTO PER ECCELLENZA! ACQUE destinate al CONSUMO UMANO (D.Lvo. 31/2001 e s.i.m) DIRETTO acque trattate e non trattate destinate a uso potabile o per altri usi domestici INDIRETTO acque utilizzate in un impresa alimentare per sostanze destinate uso umano. 31

32 Diapositiva 31 g1 guberti; 07/10/2005

33 CONTROLLI EFFETTUATI da SIAN Az. USL Bologna SULL ACQUA DELL ACQUEDOTTO di Bologna Quasi abitanti serviti, 5 centrali oltre 500 km di condotte SIAN Az. USL, con la collaborazione di ARPA, controlla i caratteri fisici, chimici e biologici delle acque fornite al consumo secondo precisi programmi annuali che consentono di: - Verificare se tali acque hanno i requisiti di Legge, - Individuare precocemente eventuali variazioni dei requisiti per provvedere sollecitamente alla loro correzione - Dare garanzia ai consumatori sulla salubrità dell acqua fornita e sulla sua buona qualità. 32

34 ACQUA AD USO UMANO D.P.C.M. 14/02/2001 SERVIZIO IGIENE ALIMENTI E NUTRIZIONE Dipartimento di Sanità Pubblica 1) Sorveglianza epidemiologica MTA 2) Vigilanza e il controllo ufficiale che prevede: - Valutazione di congruenza ed efficacia del piano di autocontrollo - Controllo diretto, mediante campionamento dell acqua nei punti di approvvigionamento, accumulo e distribuzione 3) Punto di ascolto: informazione all utenza, ricevimento segnalazioni e verifica sul campo delle problematiche segnalate. 4) Assistenza ai gestori, Informazione, Educazione alla salute 33

35 COMPETONO AL SERVIZIO IGIENE ALIMENTI NUTRIZIONE AZ. U.S.L. D.Lgs 31/2001 COMPETONO al SIAN Az. U.S.L. territorialmente competente COMPETONO al SIAN Az. U.S.L. territorialmente competente Giudizio di idoneità dell acqua al consumo umano ( controlli interni ed esterni ) Controlli esterni Comunicazione al Gestore di avvenuto superamento valori di parametro (all. I D.Lgs 31/2001 ) Proposta al sindaco di eventuali provvedimenti cautelativi a tutela della salute pubblica Informazione ai consumatori in ordine ai provvedimenti di competenza adottati 34

36 ACQUEDOTTO DI BOLOGNA NUMERO PUNTI DI CAMPIONAMENTO, CAMPIONI E PARAMETRI Consuntivo 2012 TIPOLOGIA PDC Campioni Parametri FALDA SUPERFICIALE USCITA CENTRO RETE SERBATOIO Totale complessivo

37 CONDOTTE DI CEMENTO AMIANTO Acquedotto di Bologna circa un terzo delle sue condotte in cemento amianto ( grande diffusione da metà anni 60, uso interrotto dagli anni 90 a seguito del divieto di produzione - commercializzare prodotti contenenti amianto L. 257/92). Possibile rilascio di fibre dalla matrice cementizia: sottrazione di ioni calcio e da aggressività dell acqua ( ph, alcalinità e durezza calcica ). Assenza di limiti previsti da norme europee e da linee guida OMS Unico limite di Legge negli U.S.A. : 7 milioni di fibre/litro. Presupposto: studi statunitensi per cui acque con contaminazione di 20 milioni di fibre/l sarebbero in grado di aumentare il livello di fibre aerodisperse nelle abitazioni di 5 volte rispetto al fondo.. 36

38 RICERCA AMIANTO ACQUEDOTTO DI BOLOGNA ( ) Evidenziare eventuale presenza di fibre di amianto nell acqua controllo mirato ai tratti a valle delle tubature dopo rotture o sostituzioni di condotte in cemento amianto. Il conteggio delle fibre di amianto eseguito in microscopia elettronica a scansione (5.000 x ingrandimenti), a cura della sez. A.R.P.A. di Reggio Emilia. Dei 396 campioni eseguiti sono risultati positivi 29 (7%) in cui è stata rinvenuta la presenza difibrein quantità da a volte inferiori al limite U.S.A. di ff/l. 37

39 VALUTAZIONI IN MERITO ALL AMIANTO NELL ACQUA DI BOLOGNA Presenza di fibre di amianto nell acqua di Bologna sporadica ed in quantità limitata. Amianto - Conclusioni Acque dure e poco aggressive, come quelle dell acquedotto di Bologna, contrastano la cessione di fibre dai manufatti di cemento-amianto. Risultati hanno confermato la validità della scelta di procedere con una progressiva sostituzione delle condotte in cemento amianto in base stato di manutenzione (necessarie cautele a tutela umana ed ambientale!) per evitare di immettere in circolazione massicci quantitativi di fibre. 38

40 LA DUREZZA DELL ACQUA POTABILE La durezza dell acqua potabile(30-50 C) IMPIANTI per TRATTAMENTO ACQUA è un problema per la salute? E per gli impianti domestici? Ministero della Salute Decreto 07 febbraio 2012, n. 25 Disposizioni tecniche concernenti apparecchiature finalizzate al trattamento dell'acqua destinata al consumo umano. 1) Filtri Meccanici 2) Addolcitori 3) A membrana osmotica 4) A filtro composito 5) Apparecchi refrigeratori 39

41 TRATTAMENTO AL PUNTO D USO Apparecchiature ( microfiltrazione/osmosi inversa) per trattamento di acqua potabile al punto d'uso installate presso: strutture assistenziali per anziani scuole mense ospedaliere ristoranti/bar utenze sensibili Modifica qualità microbiologica (colonie a 22 C e 37 C e Ps.aeruginosa) più evidente con i sistemi di microfiltrazione. Eccessiva demineralizzazione dell acqua nei sistemi ad osmosi inversa. Necessità di manutenzione adeguata, accurata e continua Informazione dei consumatori (opuscolo informativo, sito dipartimento sanità pubblica) 40

42 CORSI EDUCAZIONE ALIMENTARE PER GRUPPI DI POPOLAZIONE E SCUOLE Acqua Minerale, Trattata, Del Rubinetto LIBERI DI SCEGLIERE! A cura Az. USL Bologna 41

43 INFORMARE I CITTADINI/UTENTI RISULTATI DI OLTRE CONTROLLI EFFETTUATI DAL SERVIZIO IGIENE ALIMENTI E NUTRIZIONE dell AZIENDA USL di BOLOGNA SULL ACQUEDOTTO BOLOGNA NEGLI ULTIMI 23 ANNI ( ) sito Az. USL Bologna e Comune di Bologna 42

44 Grazie per l attenzione!..ricordate di bere! emilia.guberti@ausl.bologna.it laura.minelli@gruppohera.it 43

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