La digitalizzazione delle notifiche

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1 La digitalizzazione delle notifiche Avv. Antonio De Michele Quando, ai primi di gennaio, nella spazio dedicato dal congresso alla FIIF, è stata prospettata l ipotesi di relazionare a questo convegno, da qualche giorno era stato appena approvato il DL 193/2009, poi convertito con modificazioni nella legge n. 24 del 22 febbraio 2010, entrata in vigore il 27 febbraio 2010, che all art. 4 propone misure urgenti per la digitalizzazione della giustizia,. La novità consiste soprattutto nell adozione della posta elettronica certificata, quale strumento per le comunicazioni e notificazioni, non solo nei processi civili ( art 170 comma 1 cpc e 192 comma 1 cpc ), ma novità nella novità- anche nei processi penali, per soggetti del processo diversi dall imputato,andando ad incidere sugli artt. 148 comma 2 bis del cpp 1, 149cpp 2, 150cpp 3 e 151 comma 2 cpp 4 Le disposizioni dell art. 4 del DL dettano anche i tempi, per l attuazione delle misure,modificando la tempistica prevista,per le sole comunicazioni e notificazioni in sede di processo civile, per il processo telematico, dai 1 L autorità giudiziaria può disporre che le notificazioni o gli avvisi ai difensori, siano eseguiti con mezzi tecnici idonei. L ufficio che invia l atto attesta in calce ad esso di aver trasmessi il testo originale. 2 Notificazioni urgenti s mezzo del telefono e del telegrafi 3 Forme particolari di notificazioni disposte dal giudice 4 Notificazioni richieste dal PM 1

2 primi tre commi dell art. 51 del DL 112 del 2008 convertito in legge 6 agosto 2008 n In ogni caso la novità rilevante che scaturisce dalla lettura della novella del dicembre 2009 è quella del ricorso per le comunicazioni e le notificazioni alla posta elettronica certificata (la PEC), in quanto con il già citato DL 112 del 25 giugno 2008 convertito poi in legge 6 agosto n la cd manovra d estate - all art. 51 veniva disposto che a decorrere dalla data fissata con uno o più decreti del Ministero della Giustizia le notificazioni e le comunicazioni di cui al primo comma dell art. 170 cpc (quella nel corso del processo da effettuarsi al difensore della parte costituita),così come le notificazioni di nomina del CTU e ogni altra comunicazione dovevano essere effettuate all indirizzo di posta elettronica comunicato ai sensi dell art. 7 del regolamento di cui al DPR 13 febbraio 2001 n. 123, nel rispetto della normativa anche regolamentare relativa al processo telematico, concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. In definitiva la novella ha praticamente disposto,per le notifiche e comunicazioni, l abbandono meglio, la messa in disparte- del protocollo tecnico, collegato al processo telematico ( la cd CPECPT- Casella di Posta Elettronica Certificata Processo Telematico) e l avvento del protocollo tecnico collegato alla PEC!!! Tuttavia e qui si prone un problema, di non poco conto, che consente di dire che l accelerazione voluta dall esecutivo e fatta propria dal parlamento, è partita con il freno a mano tirato, in quanto la diposizione della seconda parte del secondo comma dell art. 4 del DL 2

3 192/2009 prevede che fino all adozione del Decreto del Ministero della giustizia, contente regole tecniche in materia di notificazioni e comunicazioni in via telematica, le stesse siano effettuate nei modi e nelle forme previste dalla disposizioni vigenti alla data di entrata in vigore del presente decreto e cioè nelle forme previste per il processo telematico e cioè nella forma della CPECPT - Casella di Posta Elettronica Certificata Processo Telematico-. In altri termini la PEC ordinaria, quella per la quale tutti si sono affannati a fare la comunicazione dell indirizzo entro il 29 novembre 2009,per diventare strumento idoneo a ricevere le notifiche e le comunicazioni, dovrà essere sottoposta ad un ulteriore regolamentazione tecnica,tanto è vero che il Ministero della Giustizia con circolare del 7 gennaio 2010 n. 133, si è affrettato a precisare che non è possibile procedere all immediata utilizzazione della PEC,per la trasmissione di atti giudiziari, in quanto il DL 193/2009 prevede per la trasmissione degli atti giudiziari la preventiva revisione delle regole tecniche ed in particolare l adozione della posta elettronica certificata standard e cioè la famigerata CPECPT, legata agli standard del processo telematico. Solo i decreti ministeriali, volti ad individuare le nuove regole tecniche, da emanarsi entro il 28 aprile 2010 (60 gg dalla data di entrata in vigore della legge di conversione), potranno dare il via all utilizzo della PEC ordinaria per le notifiche e le comunicazioni. Dalle disposizioni legislative contenute nel DL 193 e nella successiva legge di conversione, deriva che per le notifiche processuali, il passaggio dalla CPECPT alla PEC comporterà conseguenze di non poco conto, in quanto la 3

4 prima è gestita dal cd punto di accesso previsto dall art. 11 del DM , punti attualmente in numero 6, forse 5 e ½ in quanto uno di essi risulta funzionare solo.sulla carta,oltre quelli gestiti dai grandi ordini ( da Bergamo a Bologna, da Catania a Milano da Torino a Verona) e da ordini anche piccoli, ma che hanno avuto la capacità non solo tecnologica,ma anche economica, di ottenere l accreditamento come soggetti accreditati esterni ; di contro la PEC ordinaria è rilasciata dai gestori iscritti nell elenco CNIPA (art. 14 DPR 68/2005). Non solo, ma alla necessità di coordinamento normativo e tecnologico, si aggiunge il rischio di una vanificazione del delicato processo di certificazione informatica dei soggetti c.d. esterni, cioè dei destinatari delle notifiche e comunicazioni, id est i difensori, in quanto ad ogni CPECPT - Casella di Posta Elettronica Certificata Processo Telematico-, corrisponde un indirizzo elettronico che contiene un patrimonio informativo sicuro, che consente il corretto filtraggio dell indirizzo del difensore, nel senso che nel patrimonio informatico della posta certificata per il processo telematico civile è registrato lo status del difensore, di cui è dimostrata l attualità della sua iscrizione all albo e la legittimità della stessa ( si pensi ad esempio ad un iscritto che soffra di sospensione per eventi disciplinari). Infatti l albo informatico,per il processo telematico, viene costantemente aggiornato e le variazioni sono di volta in volta caratterizzate dalla firma digitale del presidente del COA o di un suo delegato. Nella attuale disciplina della PEC non è invece prevista alcuna iniziale certificazione del ruolo del soggetto titolare della casella di posta. La norma del dicembre 2009-febbraio 2010 ha cercato di ovviare in qualche modo al problema, operando, come sul dirsi a valle piuttosto che 4

5 a monte, nel senso che alla mancanza di certificazione iniziale del ruolo e della qualità del soggetto titolare (ad esempio una persona qualsiasi anche se non avvocato può chiedere ad Aruba o alle poste, di attribuirgli una casella di PEC, spendendo nell indicazione dell indirizzo il prefisso o qualche suffisso che possono far ritenere la esistenza di abilitazione professionale) il comma 3bis dell art. 4 del DL 193 /2009, nel testo convertito, introduce la novità della tenuta informatica dell albo degli avvocati, nel senso che nell Albo degli avvocati «e' indicato, oltre al codice fiscale, l'indirizzo di posta elettronica certificata comunicato ai sensi dell'articolo 16, comma 7, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2. Non solo, ma la norma prosegue disponendo che : Gli indirizzi di posta elettronica certificata e i codici fiscali, aggiornati con cadenza giornaliera 5, sono resi disponibili per via telematica al Consiglio nazionale forense e al Ministero della giustizia nelle forme previste dalle regole tecniche per l'adozione nel processo civile e nel processo penale delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione». Non credo di dire un eresia, se ritengo che il rendere disponibili per via telematica gli aggiornamenti degli albi al CNF e al Ministero debba essere fatto attraverso canali sicuri, che allo stato non possono che essere quelli con i protocolli utilizzati per il processo civile telematico,per cui rischiano 5 Quello dell aggiornamento con cadenza giornaliera sembra un eccesso del legislatore, che potrà valere per il COA di Roma, ma non varrà certamente per l ordine di Saluzzo o di Alba, che ben potrebbero provvedere asll aggiornamento in occasione di ogni variazione. 5

6 di partire ad handicap gli ordini che non ancora hanno a disposizione un punto di accesso. La novella ha introdotto poi, per quanto riguarda le notificazione un art. 149 bis al cpc che prevede : -Se non e' fatto espresso divieto dalla legge, la notificazione puo' eseguirsi a mezzo posta elettronica certificata, anche previa estrazione di copia informatica del documento cartaceo. -Se procede ai sensi del primo comma, l'ufficiale giudiziario trasmette copia informatica dell'atto sottoscritta con firma digitale all'indirizzo di posta elettronica certificata del destinatario risultante da pubblici elenchi. -La notifica si intende perfezionata nel momento in cui il gestore rende disponibile il documento informatico nella casella di posta elettronica certificata del destinatario. -L'ufficiale giudiziario redige la relazione di cui all'articolo 148, primo comma, su documento informatico separato, sottoscritto con firma digitale e congiunto all'atto cui si riferisce mediante strumenti informatici, individuati con apposito decreto del Ministero della giustizia. -La relazione contiene le informazioni di cui all'articolo 148, secondo comma, sostituito il luogo della consegna con l'indirizzo di posta elettronica presso il quale l'atto e' stato inviato. -Al documento informatico originale o alla copia informatica del documento cartaceo sono allegate, con le modalita' previste dal quarto 6

7 comma, le ricevute di invio e di consegna previste dalla normativa, anche regolamentare, concernente la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici trasmessi in via telematica. -Eseguita la notificazione, l'ufficiale giudiziario restituisce all'istante o al richiedente, anche per via telematica, l'atto notificato, unitamente alla relazione di notificazione e agli allegati previsti dal quinto comma.»; In questo caso riteniamo che il legislatore abbia voluto dare un accelerata, senza avere a disposizione il carburante. Ed infatti il primo comma, nel momento in cui parla di estrazione di copia informatica, prevede l utilizzo di tecnologie ad esempio uno scanner - per la scansione del documento cartaceo e la trasformazione di esso in formato digitale, di cui l ufficiale giudiziario dovrebbe essere dotato. Ora al di là del fatto che appare difficile immaginare che gli uffici notifica del paese, possano essere dotati a breve di supporti informatici tipo scanner, resta il fatto che nulla viene detto circa i protocolli da usarsi per la trasformazione del documento cartaceo in formato digitale, soprattutto per quanto riguarda la stabilità della conformità della copia in formato digitale all originale 6. Quello che lascia veramente perplessi, se non sconcertati, dalla lettura della norma è il fatto che attualmente non vi è nessuna norma, nemmeno a livello di decreto ministeriale che disciplini i requisiti di congiunzione ed allegazione delle ricevute di invio, per cui la norma che 6 Si dovrà digitalizzare la copia in formato TIF, oppure in formato PDF, oppure in altro formato, nessuno dei quali tuttavia presenta connotazioni di sicurezza tali atti ad impedirne la trasformazione del contenuto. 7

8 prevede il trasferimento degli atti cartacei in formato digitale appare destinata a rimanere per chissà quanto tempo sulla carta!!! Concludo ricordando ai colleghi la necessità di dotarsi comunque al più presto di PEC, perché al di là dei protocolli di sicurezza, al di là della questione CPECPT-PEC, all interno della novella vi è una norma, quella del 3 comma dell art. 4 che prevede che a decorrere dalla data fissata ai sensi del comma 1 e cioè nei 60 giorni dalla entrata in vigore della legge di conversione - saranno individuate per l adozione nel processo civile e penale le regole tecniche per consentile le notifiche e le comunicazioni da parte delle cancellerie,per cui alle parti che non hanno provveduto ad istituire e comunicare l indirizzo di PEC le notifiche degli atti saranno effettuate mediante deposito in cancelleria. Non so se questo sia l inizio di una nuova stagione, ma comunque la confusione in materia continua a farla da padrone. Nel 2001 con il DPR 123 del 13 febbraio venne emanato il regolamento per la disciplina sull uso degli strumenti informatici nel processo civile; sono passati quasi dieci anni e solo nel giugno 2009 con decreto del MINISTERO DELLA GIUSTIZIA, 26 maggio 2009, n. 57 è stato emanato il Regolamento che fissa la data a decorrere dalla quale, nel Circondario del Tribunale di Milano, si applicano le disposizioni dell'articolo 51 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 6 agosto 2008, n. 133, in materia di comunicazioni e notificazioni per via telematica nel processo civile. Questa evenienza è stata vista come una sorta di vittoria, tanto è vero che in molti si sono affrettati a strombazzarne i risultati. Chi parla ha invece la 8

9 sensazione che le innovazioni tecnologiche nel settore giustizia, stiano marciando a velocità differenziata, nel senso che vengono privilegiati alcuni uffici, a discapito di altri, con la conseguenza di aumentare il gap tra i vari uffici del paese in termini di efficienza. Sotto tale profilo appare preoccupante il contenuto del n. 2 del comma 3 dell art. 4 della legge n. 24/2010 laddove può leggersi di futura individuazione degli uffici giudiziari nei quali far applicare il disposto del comma 1 e cioè l individuazione degli Uffici, per i quali troverà ingresso il sistema delle notifiche in forma digitale. In definitiva secondo il legislatore un norma del codice di procedura civile si potrà applicare solo in alcuni uffici del paese, mentre in altri uffici continueranno ad applicarsi altre norme per quanto riguarda le modalità delle notifiche. Un codice di procedura a regime differenziato,appare essere una sorta di negazione dell uniformità del diritto. Roma, 12 marzo 2010 (Avv. Antonio De Michele) 9