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1 UNA MONETA AL MESE: ASSE Ha caratterizzato la civiltà espressa dalla Roma Repubblicana sin dai primordi: 500 A.Ch., sino al primo secolo A.Ch.N. Come sempre, agli inizi di ogni civiltà, è documentato il baratto come base di scambio dei beni e Roma non fa eccezione. Con il progredire e l affermarsi del nucleo civile s impose presto, sugli altri, comprendendoli, il bene di scambio a più elevata tecnologia: ovvero il metallo fuso e sin dal periodo in cui governarono i re si ha notizia di pagamento dei beni con verghe di metallo. (Aes Signatum con Pegaso) Servio Tullio ( A.Ch.), dopo Tarquinio Prisco re di origini etrusche, quindi commerciali, Primus segnavit aes fece cioè in modo che la verga di metallo avesse, già in origine,dei punti di debolezza tali che si potesse operare la parcellizzazione e dare luogo a sottomultipli, favorendo così l acquisto di beni a valore diverso. (Aes sigantum frammento) 1

2 Nel 454 A.Ch. La legge Aternia Tarpeia fece accettare, per il pagamento, le verghe monetate in metallo di Rame, istituzionalizzando in questo modo la moneta. (Aes sigantum bove) Due anni dopo, nel 452 A.Ch. Con la legge Monenia Sestia si equiparò il pagamento in natura (Buoi e pecore) al pagamento con il metallo vergato; ma fu solo nel 450 A.Ch. con la Legge delle XII tavole che si sostituì definitivamente al pagamento in natura, il pagamento con il metallo: 1 pecora = 10 assi; 1 Bue = 100 assi. La base monetale: l Asse Librale, perse la forma di lingotto per divenire lenticolare del peso di 327 gr ( Libbra) e similmente alla moneta in uso a Siracusa, all epoca la più importante città della penisola, si suddivise in dodici once. (Asse librale) 2

3 Al dritto compare la prora di una nave su tutti i nominali, si crede: a) In omaggio ai Dioscuri: Castore e Polluce, protettori dei porti e della navigazione. b) A seguito della presa di Anzio del 476 a.ch da parte di Quinto Capitolino ( Colonna rostrata). Sul Rovescio campeggia Giano Bifronte ed il simbolo dell unita: ( I ) I sottomultipli dell asse librale sono: - Semisse ( S ): Valore 6 Once: Testa di Giove; peso 163,7 gr. - Triente ( ): Valore 4 Once: Testa elmata di Roma; 109,45 gr - Quadrante ( ): Valore 3 Once: Testa di Minerva; 81,86 gr. - Sestante ( ): Valore 2 Once: Testa di Ercole; 54,58 gr. - Oncia ( ): Valore 1 Oncia: Testa di Mercurio; 27 gr E questa la base metrologica della monetazione romana e giacchè la moneta scandisce sempre e da sempre, i tempi della storia, nell anno 286 A.Ch. dopo che con la terza guerra sannitica (290 A.Ch) Roma aveva ormai consolidato il dominio su: Lazio, Etruria, Umbria, Sabina, Sannio e Campania s impose una revisione della base monetaria e l asse da librale che era (327 gr) si dimezzò a semilibrale (163,5 gr) e conseguentemente i sottomultipli: Semiasse, Triente, Quadrante, Sestante ed Oncia portarono il loro peso alla metà. Semisse Dopo la vittoria su Pirro ( 275 A.Ch.) con l occupazione di Reggio Calabria( 270 A.Ch.) il dominio di Roma si era esteso su tutta la Magna Grecia e la nuova situazione fece acuire i motivi di contrasto con Cartagine Roma era oramai entrata nel Circuito internazionale e ci si doveva uniformare alle consuetudini vigenti, non solo con la riduzione dell asse; ma soprattutto con l introduzione dell Argento monetato Triente 3

4 L asse si pose così al peso delle quattro once (Asse Trientale) con 109,15 gr. Il Semisse pesava ora 54,58 gr.; il Triente 36,38 gr. Il Quadrante 27,79 gr. Il Sestante 18,19 gr. e L Oncia 9,09 gr.le tipologie del conio rimasero le stesse: prora di nave sul dritto e le divinità già dette, sul rovescio. Quadrante A seguito delle guerre intraprese con Cartagine e la necessità di denaro per esigenze belliche, la moneta romana continuò a deprezzarsi: L asse divenne Sestantario, al peso delle due once ( 54,50 gr.); il Semisse si pose a 27,25 gr. il Triente a 18,17 gr, il Quadrante a 13,62 gr per finire con l Oncia da 4,54 gr. Sestante La moneta d Argento conservò il peso e la parità si che il Denaro valeva ancora 10 Assi, come in precedenza; ma Sestantari e non più Trientali Dopo la solenne sconfitta del Lago Trasimeno (217 A.Ch.) ad opera dell esercito cartaginese, guidato da Annibale, con la legge Flaminia, detta anche Fabia, si assistè ancora una volta alla riduzione dell Asse, questa volta al peso dell Oncia di 27,25 gr. (Asse unciale); il Semisse scivolò a 12,62 gr. il Triente a 9,08 gr. il Quadrante a 4,54 gr. e l Oncia fu ridotta a 2,27 gr. Oncia 4

5 L ultima riduzione dell Asse avvenne nell 89 A.Ch. con la Legge Papiria che metteva fine alle sommosse sociali; L Asse prese il peso della semioncia ( 13,62 gr); Il Semisse si assestò a 6,81 gr. il Triente a 4,54 gr. il Quadrante a 3,41 gr. il Sestante a 2,27 gr. ed il peso dell Oncia fu di 1,13 gr. (Asse Unciale) Dopo esserci deliziati con i piaceri della numismatica, rivisitando la moneta oggetto dello studio ed averla giustamente inquadrata nel panorama metrologico dell epoca, ci sia consentito un breve escursus storico salottiero, giusto per completare il quadro, quasi uno sfondo all opera e che opera!! Anche se alcuno considera la moneta: Arte minore Non cercate, in quel che segue, troppo rigore storico, mi mettereste in imbarazzo e ne restereste delusi; ma con il pensiero libero, gli americani usano l espressione: Brain Storming riviviamo assieme l età della prima Roma ed il periodo che portò l Asse a rappresentarla Incuneata tra i Monti della Tolfa, a nord ed i monti Lapini a sud giace ampia pianura dove il fiume Tevere si distende in tortuosi meandri prima di sfociare al mare; su questa landa insalubre ed acquitrinosa, dove la zanzara anofele imperava ( l aes albopictus; leggi: Zanzara tigre allora non era conosciuta o forse non esisteva) sorgono sette colli e su quelli, pochi disperati conducevano una vita agra, estranea al vicino, opulento mondo estrusco, ricco di commerci, effettuati per lo più via terra; ma che non disdegnava i contatti via mare partendo dai più riparati e salubri approdi di Telamone e di Baratti. Alla confluenza nel mare, abitanti rivieraschi del Tevere, in parte stanziali, in parte venuti chissà da dove, quasi sicuramente via mare, le cui tracce di insediamento sono state ritrovate sul Palatino: i RAMNES facevano da tramite, per lo scambio con i popoli venuti di là dal mare, delle merci prodotte dagli ALBENSES (Tities), popolazione dei colli Albani, discendenti diretti dei Villanoviani; tracce del loro insediamento si trovano sul Celio e l Esquilino, e dai SABINI (Luceres; Quiriti)); montanari scesi a valle dalla zona di Rieti le cui tracce sono state ritrovate sul Quirinale. Furono questi tre raggruppamenti etnici che il 21 Aprile dell anno 753 A.Ch. si unirono per fondare una città che prese il nome di Roma; dai Ramnes appunto e Romani si chiamarono i suoi abitanti. Un Re; Un Senato costituito da 100 Patres; 300 da Tarquinio Prisco in poi; tre gruppi etnici ognuno dei quali era rappresentato da 10 curie che fornivano ciascuna: 100 fanti e 10 cavalieri ad un esercito forte di fanti e 300 cavalieri: questa era Roma e la sua Legione Alla Classe gentilizia della nuova città si affiancava la Plebe Insieme di uomini liberi dediti alle arti, al commercio, all artigianato né poteva mancare, come in tutte le civiltà dell epoca, la classe dei diseredati e degli schiavi. 5

6 Presentando l Asse nella sua proiezione metrologica già abbiamo posto come delle bandierine, nello slalom speciale della storia, la prima delimita i re e rivisitiamoli attraverso la tabella riepilogativa che segue cercando di immaginare il percorso crescente di questa nuova entità: ROMA. Dapprima l affermarsi delle istituzioni civili e militari, poi religiose; la difesa della propria indipendenza da chi dall esterno avversava la nuova istituzione, paventandone lo sviluppo oppure, come gli Etruschi, resisi conto della sua potenzialità, cercava di sfruttarla per i propri fini sino ad insediare al supremo potere di re, uomini di origine Etrusca. 753 A Ch. Diarchia: Romolo (Romani) Tito Tazio (Sabini) (Prime istituzioni civili e militari) (38 anni di regno) 715 A. Ch. Numa Pompilio (Sabino): Istituzioni religiose (42 anni) 673 A.Ch. Tullo Ostilio (Romano di madre Sabina): Distruzione di Alba Longa; Episodio del duello tra Oriazi e Curiazi (31 anni di regno) 642 A.Ch Anco Marcio (Romano): Allargamento dei confini Trionfò su Sabini e Veienti (640 A.Ch) Fondazione del porto di Ostia ( 26 anni di regno) 616 A.Ch. Tarquinio Prisco (Etrusco): Opere pubbliche (Circo massimo; Cloaca massima ecc ) Trionfò sui Latini ( 598 A.Ch.) Trionfò sugli Etruschi ( 588 A.Ch.) Trionfò sui Sabini (585 A.Ch.) (38 anni di regno) 578 A.Ch. Servio Tullio (Etrusco): Ordinamento dello stato (Acquedotto; Cinta muraria) Assoggettamento degli etruschi nel: 571 A.Ch. 567 A.Ch. e 564 A.Ch. ( 44 anni di regno) 534 A.Ch. Tarquinio il Superbo (Etrusco): Inpulso ai commerci Trionfò su Volsci e Sabini nel 534 A. Ch. Venne cacciato da Roma nel 509 A. Ch. (25 anni di regno) Un cenno particolare merita Servio Tullio (Mastarna) che tra le altre cose riformò l esercito chiamando a parteciparvi tutti i cittadini, in funzione del loro patrimonio, riuniti in sei classi di censo, come da tabella in calce Classe Censo (assi) Centurie Armamento 1 > di Cavalieri 40 di Fanti Juniores Cavallo, per i cavalieri; elmo, lorica,scudo, schinieri, aste e spada 40 di Fanti Seniores di Fanti juniores Elmo, scudo, schinieri, aste e spada. 10 di Fanti Seniores di Fanti juniores Elmo, scudo, gladio ed aste 10 di Fanti Seniores di Veliti juniores Elmo, aste e giavellotti 10 di Veliti Seniores di Veliti juniores Fionde, archi e pietre 15 di Veliti Seniores 6 < tra: suonatori di tromba, di corno; operai ecc Esentati dal combattimento 6

7 Ne uscirono 193 centurie ciascuna delle quali composta da 60 uomini alla guida del Centurione due centurie costituivano: un manipolo; 30 manipoli ( 60 centurie) costituivano una Legione coadiuvata da 300 Cavalieri raggruppati in 10 Torme di 30 cavalieri il cui comando era affidato al Decurione In totale, con Servio Tullio, erano già disponibili 3 legioni ciascuna composta da Fanti e 300 Cavalieri che nella guerra contro Veio ( A.ch.) saliranno a quattro, alla guida del Dittatore Furio Camillo il quale, per la prima volta concesse una paga ai soldati e versato un contributo ai cavalieri, ai meno abbienti dei quali era addirittura passato il Cavallo pubblico a spese dello Stato. Ho ritenuto opportuna questa breve digressione sull esercito perché dopo la seconda guerra punica la politica di Roma già improntata ad una forte valenza militare, con scopi difensivi, diverrà espansionistica rivolgendosi in primis al mondo ellenico: Filippo 5 di Macedonia alleato dei Galli a loro volta sostenitori dei Punici; ma non anticipiamo i tempi. Dopo 244 anni: ab urbe condita, nel 509 A.Ch. nacque la Repubblica; Due magistrati: i Consoli, scelti annualmente tra i patrizi, sostituirono il re assommando nelle loro mani tutto il potere: civile e militare In caso di pericolo bellico i consoli venivano sostituiti dal Dittatore coadiuvato da Magister Aequitum ovviamente responsabile della cavalleria e da tre Tribuni Militari Il Senato formato dai rappresentanti delle famiglie patrizie, continuava la sua opera e più che organo di consulto, costituiva il timone della Repubblica Immediato l accordo del nuovo governo repubblicano con Cartagine. La via del mare rappresentava per Roma un futuro irrinunciabile, una via che non si poteva precludere; ma che nel momento contingente, in cui gli Etruschi cacciati, rivendicavano la città con l aiuto dei Sabini e della Lega latina, era difficile da far valere, a sud poi imperavano e Greci meglio dunque tenersi amici i Cartaginesi. Gli inizi della Repubblica furono scanditi dalla lotta contro gli Etruschi ed i paesi confinanti oltre che dalle difficoltà interne, dovute alle rivendicazioni della Plebe su cui ricadeva Magna pars dello sforzo bellico: nel 494 A.Ch. si registrò la secessione della Plebe sul Monte Sacro e chi non ricorda il discorso tenuto da Menenio Agrippa sulle membra che assieme contribuiscono all unità ed alla salute del corpo umano? Gli scontri ripresero e sul palcoscenico del teatro storico romano si avvicendarono, di volta in volta: Volsci ed Ernici, Veienti e Sabini ed ancora Anziati (da Anzio) ed Equi. Tutto questo sino al 450 A. Ch. anno in cui i Decemviri un collegio istituito in sostituzione dei consoli a seguito del perdurare dei contrasti tra Patrizi e Plebei con la Legge delle XII Tavole istituirono, come abbiamo visto, la forma monetale romana Moderna sulla base dell Asse Librale. Vennero rafforzate le istituzioni, con la creazione dei Censori e le guerre ripresero e si spostarono via, via, verso Sud, sino in Campania: a Cuma e nel territorio sannitico; ma continuò, nel contempo, il contrasto con le città Etrusche e Veio fu una delle prime a farne le spese Gli inizi del nuovo secolo ( 390 A.Ch.) fecero registrare la calata dei Galli guidati da Brenno, su Roma l immaginario collettivo ricorda la storia delle oche capitoline e di Tarpeia traditrice, sepolta dagli scudi degli invasori. Nel 360 A.Ch. l episodio dei Galli si concluse definitivamente ad opera del Dittatore: T. Quintio Pennio Capitolino e del console: C. Petelio Libone Visulo e le guerre continuarono: ancora con gli Erici ed i Sabini, venne poi la volta dei Privernati, dei Tusci, dei Tiburtini mentre sul fronte etrusco a cedere ai romani fu Caere, l odierna: Cerveteri. Nel 343 A.Ch. Capua, minacciata dalle mire espansionistiche dei Sanniti, chiese aiuto a Roma la quale si impegnò in tre lunghe e sanguinose campagne militari prima di aver ragione del bellicoso popolo dei Sanniti. 7

8 Siamo al 290 A.Ch., altra bandierina, altro momento topico in poco più di 200 anni Roma aveva acquisito il dominio del centro sud: Lazio, Etruria, Umbria, Sabinia, Sannio e Campania erano oramai in suo potere la rotta di collisione con la potenza delle colonie che costituivano la Magna Grecia si avvicinava sempre di più e nel 282 A.Ch. sfociò a seguito del conflitto con Taranto: Alcune navi romane avevano sconfinato oltre capo Licino, indicato da un contratto stipulato nel 303 A.Ch. come limite invalicabile della sfera di influenza romana, in acque greche e tanto bastò. Il console L. Emilio Barbulo ebbe la meglio su Tarantini, Sanniti e Salentini; ma Roma aveva fatto i conti senza l oste che in questo caso portava il nome di Pirro, re dell Epiro che smanioso di gloria, chiamato dai Tarantini in soccorso, giunse in Italia e sbaragliò i romani nella battaglia di Eraclea: fu il primo scontro tra la Falange macedone e la Legione romana e la presenza degli elefanti, sconosciuti ai romani, fece pendere l ago della bilancia da parte greca. Vi furono tentativi di pacificazione, sempre dai romani respinti, si che Pirro si volse contro i Cartaginesi nel tentativo di aiutare i Siracusani a liberarsi della morsa punica Dopo qualche successo iniziale Pirro fu sconfitto, riprese così la lotta contro i romani; ma nei pressi di Malaventum, per l occasione ribattezzata: Beneventum, patì una sonora batosta tanto da costringerlo ad abbandonare l Italia. Nel 270 A.Ch. Con l occupazione di Reggio Calabria fu completo il dominio romano su tutta la Magna Grecia e la nuova situazione accrebbe i motivi di contrasto tra Roma e Cartagine. Altra bandierina oramai proiettata nell area internazionale Roma dovette rivedere la sua stabilità monetaria, ridurre l asse librale al peso delle quattro once (Asse trientale) ed in contemporanea introdurre l Argento nella monetazione. I contrasti con Cartagine si fecero sempre più stridenti; il casus belli fu offerto dai Mamertini, amici di Roma, cacciati da Messina dai cartaginesi era la prima guerra punica correva l anno 264 A:Ch. Cartagine, vinta per mare ad Ecnomo, sbaragliò l esercito romano nei pressi di Tunisi; dopo tre anni si esaurì la prima offensiva; ma la pace ebbe breve durata. Nel 219 A.Ch. a seguito dell assedio di Sagunto, città spagnola alleata dei romani, si riaccesero le ostilità; Annibale Barca, dalla penisola Iberica, attraversò il Rodano, valicò le Alpi, scese nella pianura padana e sconfisse presso il Ticino il Console P. Cornelio Scipione che ferito, fu salvato dal figlio: il futuro Africano Dalla Sicilia l esercito del console T. Sempronio Longo, a marce forzate, si ricongiunse a quello di Scipione ed affrontò Annibale presso la Trebbia rimediando una sonora sconfitta; a fatica gli scampati riuscirono a riparare in Piacenza. I Galli si ribellarono a Roma e si schierarono al fianco di Annibale che, varcato l appennino sconfisse C. Flaminio a Tuoro, sul lago Trasimeno: a Roma si avvertì netta la sensazione della fine. Con la Legge Flaminia, detta anche Fabia, venne definitivamente istituito l asse unciale del peso di 27 gr Fortunatamente per Roma, Annibale portò le truppe a svernare in Capua e la città fu salva. Roma riprese l offensiva, partendo dalla Spagna, contro Asdrubale, fratello di Annibale e ben presto ebbe ragione dei Cartaginesi portando le ostilità in Africa alla conquista di Cartagine; nel 202 A.Ch. anche questa seconda, terribile guerra ebbe fine. Vi fu un terzo scontro, questa volta definitivo e dopo aver ridotto Cartagine ad un cumulo di macerie, Roma rivolse la sua attenzione ai Galli ed ai Liguri che si erano schierati dalla parte cartaginese oltre che a Filippo 5 di Macedonia. Nel 197 A.Ch. il console Q. Minucio Rufo sistemò la partita con Galli e Liguri mentre il proconsole T. Quinzio Flaminio ridusse a più miti consigli, dopo la battaglia di Cinocefale, il re macedone: Filippo. 8

9 Le lotte appena descritte ebbero come conseguenza: a) Il rafforzamento di Roma, città oramai egemone non più costretta alla difesa; ma proiettata, grazie al suo esercito, verso l espansione territoriale b) Aumento dell autorità del senato che per le necessità della guerra si era oramai abituato ad agire senza interpellare i Comizi né tanto meno i Tribuni della Plebe c) L emergere di capi militari efficienti la cui solidarietà con i soldati li portò ad agire con sempre maggiore autonomia di decisione. Quest ultima condizione crescerà a tal punto che sarà causa, nel terzo secolo Dopo Cristo, dell inizio della fine dell Impero Romano di Occidente. Nel 154 A.Ch. venne sospesa la coniazione dell asse che riprenderà solo nel 104 A.Ch. mentre continuò la coniazione dei sottomultipli. Nel 153 A.Ch. Il censore M. Porcio Catone recatosi a Cartagine per trattare dei rapporti con Massinissa confermò la pericolosità di questa città, ripresasi dopo il secondo conflitto con Roma; Caeterum qauero Cartago delenda esset era solito ripetere alla fine di ogni sua allocuzione. I Cartaginesi, provocati dalle scorrerie dei Numidi di Massinissa reagirono ed il Senato Romano, dichiarate violate le condizioni di pace, intimò ai Cartaginesi di disarmare e distruggere la loro città per riedificarla più nell interno a 15 Km. dalla costa; al rifiuto Cartaginese prese il via la terza guerra punica. Nel 146 A.Ch. a Cartagine i difensori, comandati da Asdrubale, dopo un accanita resistenza, lasciarono nelle mani dei romani solo macerie. Nel 104 A.Ch. riprense la coniazione dell asse; che dall 89 A.Ch. sarà oramai semiunciale sono i tempi di Mario che aprì le porte dell esercito anche ai volontari privi di censo e dell aristocratico Silla; ma queste storie verranno trattate quando si parlerà di un altra moneta, la più importante tra quelle coniate da Roma: il Denaro che nato nel 270 A.Ch. era oramai diventato egemone tra le monete e continuerà il suo splendido escursus sino all introduzione dell Antoniniano, in età imperiale: nel 2 secolo dopo la nascita di Cristo. 9

10 UNA MONETA AL MESE: SESTERZIO Bronzea moneta rimasta simbolo dello splendore imperiale: di grande modulo, offriva agli artisti del tempo, ampi spazi ove poter realizzare la più bella iconografia degli imperatori che la romanità ci abbia tramandato. Nasce, il sesterzio, nel 268 A.Ch. dopo l occupazione di Reggio Calabria (270 A.Ch.) quando, a seguito della guerra contro Taranto e la sconfitta di Pirro del 275 A.Ch. il potere di Roma si era oramai esteso su tutta la Magna Grecia Il Sesterzio era il nominale inferiore delle argentee emissioni romane che in quell anno videro la luce: Denario: valore di 10 assi al peso di 1/72 della libbra romana, pari a 4,55 gr. Quinario: valore dei 5 assi; 1/144 di libbra per il peso di 2,27 gr. Sesterzio: valore 2,5 assi; 1/288 di libbra e peso eguale ad 1,14 gr. L espansione di Roma sul territorio della Magna Grecia portò inevitabilmente allo scontro con Cartagine, l altra grande potenza egemone del Mediterrane: c era in palio il controllo commerciale sui territori rivieraschi del grande mare. Già abbiamo accennato allo sviluppo storico del periodo e dal 268 A.Ch. con un salto di 50 anni, passiamo al 217 A.Ch. quando Annibale Barca, varcato l Appennino, sconfisse a Tuoro, sul lago Trasimeno, l ultimo esercito che Roma era riuscita, in tutta fretta ad allestire, per la sua difesa che fu affidata al console C. Flaminio. Dal 268 a.ch al 217 A.Ch. a seguito degli eventi bellici, era stato tutto un susseguirsi di riduzioni di peso della moneta e dopo la sconfitta al Trasimeno, con la legge Flaminia, la moneta di Roma aveva trovato nuovo assetto sulla base dell Asse semiunciale, al peso di ca. 27 grammi e sul Denario d argento ridotto a 1/84 di libbra, ca 3,90 gr di peso, il cui nuovo rapporto con l Asse si assestava 1:16 contro il precedente cambio imposto ad 1:10. In quell anno la coniazione del Sestersio venne sospesa, riprenderà nel 49 A.Ch. quando Cesare, rifiutando di deporre le armi, come ordinato da Senato, varcò il fiume Rubicone, al tempo ritenuto confine tra l Italia e le Gallie e marciò su Roma al cui ingresso venne salutato come Dictator e dal 44 A.Ch. perderà la sua argentea livrea per divenire bronzea moneta; ma fu con la riforma di Augusto, nel 15 A.Ch. che il Sesterzio assurse a nuovo prestigio. La riforma monetaria di Augusto prevedeva l utilizzo di tutti e tre i metalli normalmente impiegati per la monetazione. Oro; Argento e Bronzo Il rapporto Oro/Argento fu stabilito ad 1:12,5 ed i nominali erano costituiti da: Denario e Quinario, per entrambe i metalli, mentre il rapporto Argento/Bronzo fu posto ad 1:45 e nel bronzo vennero coniati quattro nominali: Quadrante (1/4 di Asse); Asse; Dupondio ( 2 Assi) e Sesterzio ( 4 Assi); due Sesterzi equivalevano ad un Quinario di Argento ( 8 assi); quattro Sesterzi ad un Denario( 16 Assi). 10

11 La libbra romana viene calcolata al peso di 327,45 gr. l Oncia, equivalente al taglio di 1/12 di libbra, al peso di 27,28 gr. Lo scrupolo, equivalente al taglio di 1/24 d oncia, al peso di 1,14 gr. Nella tabella che segue sono riportate le caratteristiche metrologiche delle singole monete Denario Aureo 1/42 di libbra (2/7 di oncia) 7,79 gr mm Quinario Aureo 1/84 di libbra (1/7 di oncia) 3,89 gr mm Denario Argenteo 1/84 di libbra (1/7 di oncia) 3,89 gr mm Quinario Argenteo 1/168 di libbra (1/14 di oncia) 1,94 gr mm Sesterzio di Bronzo 1/12 di libbra ( oncia) 27,28 gr mm Dupondio di Bronzo 1/24 di libbra (1/2 di oncia) 13,64 gr mm Asse di Bronzo 1/30 di libbra (2/5 di oncia) 10,91 gr mm Quadrante di Bronzo 1/192 di libbra (1/16 di oncia) 1,70 gr mm In altra tabella si vedono le equivalenze: Quadr. Bronzo Asse Bronzo Dupon. Bronzo Sest. Br. Quinario Ag Denario Ag Quinario Au Denario Au Quadr. 1 1/4 1/8 1/16 1/32 1/64 1/800 1/1.600 Asse 4 1 1/2 1/4 1/8 1/16 1/200 1/400 Dupon /2 1/4 1/8 1/100 1/200 Sest /2 1/4 1/50 1/100 Quinario /2 1/25 1/50 Ag Denario /12,5 1/25 Ag Quinario Au ,5 1 1/2 I nominali più prestigiosi furono: il Sesterzio per il bronzo ed il Denario per l Argento; moneta di grande modulo, la prima, ancor oggi ricercata ed apprezzata dai collezionisti che offriva, agli artisti del tempo, ampi spazi ove poter realizzare la più bella iconografia degli imperatori che la romanità ci abbia tramandato. Parlare di iconografia, nel primo Impero Romano significa legare inesorabilmente il volto alla sua linea di discendenza occorre pertanto riportare una sia pur castigata genealogia delle Gentes Giulio- Claudia; Flavia; degli Antonini e dei Severi 11

12 Giulia M.A. Balbo Genealogia della Gens Giulio Claudia Azia C. Ottavio Scribonia Augusto Livia Tiberio Nerone M. Agrippa Giulia Tiberio Vipsania Nerone Druso Antonia Agrippina S. Germanico Messalina Claudio Caligola Cesonia Agrippina J. Domizio Enobarbo Nerone Ottavia Augusto Livia Agrippina Madre In precedenza Augusto aveva sposato: Scribonia da cui ebbe una figlia: Giulia andata sposa a Marco Claudio Marcello; Tiberio e Marco Vispanio Agrippa da cui: Agrippina Madre andata sposa a Germanico Cesare. La sorella di Augusto: Ottavia andò sposa a Gaio Claudio Marcello e successivamente a Marco Antonio 12

13 Tiberio Oltre a Giulia sposò Vispania Agrippina Caligola Ebbe quattro mogli: Orestillia; Giunia Claudilla; Lollia Paolina e Cesonia. Claudio Agrippina Figlia Ebbe anch egli quattro mogli:valeria Messalina; Agrippina Figlia; Elia Petina e Plautia Urgulanilla Nerone Ottavia Ebbe come mogli: Ottavia; Messalina Statilia e Poppea Sabina 13

14 Genealogia della Gens Flavia Vespasiano Flavia Domitilla Marcia Furnilla Tito Domiziano Domizia Longina Vespasiano : sposò Flavia Domitilla Tito: fu unito a Giulia Sabina Domiziano Giulia Titti In precedenza aveva sposato: Domizia Longina 14

15 Gli eletti Nerva Traiano Pompea Plotina Adriano Sabina Genealogia degli Antonini Annio Vero Domizia Calvilla A.G. Faustina S. Antonino Pio Marco Aurelio A.Galeria Faustina J. Lucio Vero A. Lucilla Annio Vero Commodo B.Crispina 15

16 Antonino Pio Anna Galeria Faustina (Madre) Marco Aurelio Anna Galeria Faustina (Figlia) Lucio Vero Annia Lucilla Commodo Bruttia Crispina Vorremmo fermarci qui; con Commodo siamo oramai alle soglie del 193 A.D. anno turbolento questo in cui si alternarono al potere ben cinque imperatori. Pertinace, Didio Giuliano, Prescennio Nigro, Clodio Albino e Settimio Severo ed è con la dinastia dei Severi che l impero si trascina per altri quarant anni prima di cedere al turbolento periodo dell Anarchia Militare in cui sarà altra moneta a lasciar traccia nella storia di Roma. 16

17 Genealogia dei Severi Giulia Domna Settimio Severo Giulia Mamea Giulio Avito Caracalla Geta S.V. Marcello G. Soemia G. Mamea G. Marciano G. Severa Elogabalo G. Paula A. Severo S.Orbiana Annia Faustina Settimio Severo Julia Domna Julia Maesa Caracalla Plautilla Julia Paula Annia Faustina Elagabalo Julia Soemia 17

18 Alessandro Severo Julia Mamea Sallustia Orbiana Aquilia Severa Ovviamente il sesterzio, anche dopo i Severi continuò ad essere coniato e riproporre le sembianze di imperatori ed imperatrici sino al 275 D. Ch. ma oramai la parabola di questa splendida moneta era nella sua fase discendente mentre sorgeva alto, nel cielo numismatico di Roma, l astro dello Antoniniano 18

19 UNA MONETA AL MESE: ANTONINIANO Gordiano L ultimo imperatore ad emettere Denari era stato Gordiano ( D.Ch.); ma già anteriormente, con la sua riforma, Marco Aurelio Antonino Caracalla, nel 214 D.Ch. aveva introdotto nel sistema un nuovo nominale d Argento: l Antoniniano del valore doppio, rispetto al Denario. Denario Aureo 1/50 di libbra ( 6/25 di oncia) 6,54 gr mm Quinario Aureo 1/90 di libbra ( 1/7 di oncia) 3,89 gr mm Antoniniano di Argento 1/64 di libbra ( 3/16 di oncia) 5,11 gr mm Denario Argenteo 1/96 di libbra ( 1/8 di oncia) 3,41 gr mm Quinario Argenteo 1/192 di libbra (1/16 di oncia) 1,70 gr mm Sesterzio di Bronzo 1/12 di libbra ( 1 oncia) 27,28 gr mm Dupondio di Bronzo 1/24 di libbra (1/2 di oncia) 13,64 gr mm Asse di Bronzo 1/30 di libbra (2/5 di oncia) 10,91 gr mm L Antoniniano aveva all inizio, più o meno, lo stesso titolo in Argento del Denario; ai tempi di Nerone al 90 95% Il taglio era ad 1/64 di libbra per 5,11 gr. di peso e mm di modulo. Come il Denario ha rappresentato la moneta più prestigiosa della Repubblica Romana ed assieme al Sesterzio, del primo periodo imperiale, così l Antoniniano è rimasto a caratterizzare il periodo detto della Anarchia Militare L imperatore è qui rappresentato con la corona radiata del Sole: Invicto comites come sempre più spesso si legge nei rovesci della moneta Caracalla 19

20 Periodo di torbidi, il terzo secolo dell Era Cristiana, di instabilità politica e di lutti, ove l unica certezza era costituita dalla guerra e dalla lotta per il potere. Quella che segue è una sintesi storica travagliata in cui gli imperatori si susseguirono un dopo l altro al ritmo di quasi uno all anno: dal 214 A.D. al 235 D.Ch. nel periodo che vide il ritorno dei Severi al governo di Roma furono sei i porporati che si alternarono all impero; dal 235D.Ch. al 284 A.D. anno che segnò l ascesa al potere di Diocleziano: in 49 anni regnarono 47 imperatori Nel 211 D.Ch. In Britannia, ad Eboracum, l odierna York, moriva Settimio Severo, il giorno quattro del mese di Febbraio; gli succedettero i figli: Caracalla e Geta cui venne attribuito il titolo di Padri della Patria mentre, al solo Caracalla, quello di Pontefice Massimo. Era appena trascorso un anno quando Caracalla fece uccidere Geta ed ordinò la decapitazione del giurista Emilio Papiniano, reo di essersi rifiutato di comporre una apologia del fratricidio; nello stesso anno promulgò la Costituzione Antoniniana che riconosceva a tutti gli uomini liberi dell impero, la cittadinanza romana. Negli anni successivi Caracalla si spostò sul fronte Danubiano dove assistè ad operazioni militari contro gli Alemanni che tentavano la penetrazione nel territorio dell Impero; si recò poi in Tracia ed in Bitinia dove, a Nicomedia, diede inizio ai preparativi per la campagna militare contro i Parti i cui capi: Vologese 5 ed Artabano 5 messi da parte i rancori personali, si apprestavano a contrastare il dominio di Roma. Nel 216 D.Ch. ebbero iniziano le operazioni militari; ma una sollevazione dell esercito, fomentata dal Prefetto del Pretorio: Macrino, uccise a Carre l imperatore. A Roma la madre: Giulia Domna, vera ispiratrice della politica imperiale preferì il suicidio. Macrino ed il figlio: Diadumeniano, sconfitti dai Parti a Nisibi tornarono a Roma non prima di aver pagato un forte riscatto per i prigionieri ed abbandonato ai Persiani buona parte del territorio a suo tempo conquistato da Roma. In Siria le truppe acclamarono allora imperatore un cugino di Caracalla: Vario Avito Bassiano che nel successivo scontro con Macrino, abbandonato del resto dalla truppa, ebbe la meglio e l ex Prefetto del Pretorio, catturato fu messo a morte; iniziò così la dinastia dei secondi Severi che si consideravano anche discendenti degli Antonimi. Il 219 D.Ch. vide Bassiano reprimere le ultime sollevazioni filo macriniane in Oriente mentre il governo effettivo del paese era nelle mani delle Auguste: Giulia Maesa, la moglie e Giulia Soemia, la madre dell imperatore. Nel 221 D.Ch. Bassiano associò al trono il cugino Alessandro alla cui madre: Giulia Mamea venne attribuito il titolo di Augusta. La fine di Bassiano è dell anno successivo per opera dei pretroriani che uccisero anche la madre Giulia Soemia; gli succedette il quattordicenne: Alessandro; ma il potere dello Stato rimase saldamente nelle mani della madre Giulia Mamea e della nonna: Giulia Maesa. Nel 231 D.Ch. Alessandro Severo, dopo aver inutilmente tentato di fermare, per via diplomatica, il re dei Persiani: Ardarshir 1 che aveva invaso i possedimenti romani della Mesopotamia, Cappadocia e Siria, si recò in Oriente per una spedizione contro i Persiani terminata poi senza risultati apprezzabili; ma che operò un solco con l esercito e fu una sommossa militare, nel 235 D.Ch. che segnò la fine dell imperatore e con lui ebbe termine la dinastia dei secondi Antonini o dei secondi Severi o meglio ebbe fine il periodo dei grandi imperatori e si aprì lo scenario della Anarchia militare contrassegnato dallo sviluppo della moneta oggetto dello studio: L Antoniniano Prima di continuare con la noiosa litania degli imperatori che si sono succeduti in questo periodo della storia di Roma, merita un cenno l esercito che fu in fondo il vero protagonista della scena. Nella Roma arcaica il compito di difendere la città era considerato un diritto dovere sacrale cui erano chiamati anzitutto i cittadini padri della patria: I patrizi che erano anche economicamente più avvantaggiati rispetto agli altri; d altro canto le armi e l equipaggiamento erano costosi ed a totale carico dei soldati e solo i più facoltosi erano in grado di procurarsele. 20

21 L esercito di Roma era un esercito di fanti in cui il ruolo della cavalleria era marginale; attestata sui fianchi della legione, per proteggerla dagli aggiramenti, era tuttavia pronta ad inseguire il nemico in fuga ed in caso di necessità estrema il cavaliere smontava e combatteva a piedi: l animale era un bene troppo prezioso perché venisse compromesso, del resto ancora non era in uso la staffa per cui risultava difficoltoso mantenere un equilibrio stabile durante lo scontro. I compiti prevalenti della cavalleria, oltre quelli già menzionati, si limitavano alla ricognizione del territorio ed al recapito dei messaggi. L armamento difensivo del fante prevedeva: Lorica ed elmo di cuoio, spesso rinforzati con lamine di metallo. L elmo riparava anche la nuca ed aveva applicate ai lati, due appendici mobili: Le Bucculae a protezione delle guance. Anche la gamba destra era protetta da schinieri di cuoio, per la sinistra era sufficiente la copertura dello scudo: di varia foggia, ampio, circolare, oblungo, era fatto di legno, ricoperto di cuoio e rinforzato ai bordi con parti metalliche e di metallo era lo Umbone una robusta sporgenza al centro dello scudo al cui interno si celava una piccola cavità che i soldati utilizzavano come ripostiglio La corazza era costituita da un semplice pettorale di cuoio rinforzato e si reggeva alle spalle con larghe bretelle di cuoio proteggendole. L armamento offensivo prevedeva: - Appuntita e tagliente spada di ferro: il Gladio - Una robusta lancia per il combattimento ravvicinato: la Hasta. - Un giavellotto Pilum lungo circa 2 metri, per metà realizzato con un sottile tondello di ferro dolce che dopo aver raggiunto l obbiettivo, si piegava in modo da non poter essere eventualmente riutilizzato dal nemico, l altra metà era costituita da un robusto manico di legno del diametro di ca. 5 cm. Ogni famiglia, delle tre gens che avevano fondato Roma, forniva contingenti propri coadiuvati da: Clienti, amici e servi che si raggruppavano assieme e tale vicinanza era per il milite garanzia di massimo impegno per la difesa di se stesso e dei familiari ed orgoglio per la salvaguardia e l accrescimento del proprio onore; guai tradirlo, avrebbe portato discredito a tutta la famiglia, alla Gens di appartenenza. Fu la determinazione e la saldezza nell esercito che permise, al lago Regillo, di sconfiggere le forze etrusche e latine coalizzate nel tentativo di ripristinare in Roma, nel 496 A.Ch. la monarchia dei Tarquini. La battaglia vinta sul lago Regillo portò ad una svolta decisiva che trasformò la Città Eterna da Stato che lottava per sopravvivere a Potenza regionale in piena espansione. Durante l avventura punica del 3 secolo A.Ch. dopo Canne, con l esercito ridotto a misera cosa, i romani reclutarono persino gli schiavi; ma dopo aver sconfitto Annibale, a Zama, non ci furono più freni all espansione territoriale romana, fuori dalla penisola. Nel 2 secolo A.Ch. vennero allestite sino a 23 legioni, per un numero di soldati al limite delle possibilità demografiche di Roma e dell Italia intera; arruolati con ferme pluriennali anche i cittadini con censo molto basso, lo Stato forniva loro: armi e paga. Anche nella cavalleria fu concesso il Cavallo pubblico ai soldati che non potevano permettersi il mantenimento del nobile animale. Il reclutamento avveniva una volta all anno; erano i consoli a fissare la data in cui tutti gli uomini in grado di portare le armi erano tenuti a presentarsi. Al momento del congedo molti cercavano un nuovo ingaggio divenendo di fatto professionisti della guerra il cui presente e futuro dipendeva, in gran parte, dal comandante che assegnava: Premi, indennità, promozioni e quote di bottino; tutto li legava al comandante la clientela tipica della società civile romana, si era riversata nell ambito militare La mente corre alle lotte intestine tra Mario e Silla che prima di Cesare (88 A.Ch) marciò su Roma per farsi nominare Dictator Perpetuo 21

22 L esercito non era più legato alla Repubblica di quanto non lo fosse al comandante che lo utilizzava quale strumento delle proprie ambizioni; con la riforma di Augusto poi, venne aggiunto il giuramento di fedeltà dei soldati all Imperatore, quale comandante in capo dell esercito e tanto basti. Questo preambolo era necessario per meglio comprendere come sia stato possibile l ascesa alla porpora di tanti generali e comandanti militari e come l esercito abbia giocato un ruolo di primaria importanza nel periodo in esame. Lo scenario che fa da sfondo a questo periodo della storia è quello più sotto riportato. 22

23 235 Alessandro Severo, ultimo della dinastia degli Antonimi, cadde in Germania, vittima di un colpo di stato militare e le truppe ribelli proclamarono Imperatore: Massimino il Trace, prefetto delle reclute e promotore della sesta persecuzione contro i cristiani. Massimino il trace Massimino, passato il Reno, sconfisse gli Alemanni; per queste sue vittorie gli vennero attribuiti i titoli di: Padre della Patria, Pontefice Massimo e Pio In Africa si registrò una sollevazione popolare, fomentata dai proprietari terrieri che rifiutavano di pagare a Massimino i tributi straordinari richiesti e che portò alla proclamazione ad imperatore dell ottantenne proconsole: Gordiano 1 il quale associò il figlio: Gordiano 2 ed entrambe ricevettero i titoli di: Console, Pontefice massimo, Padre della patria ed Africano. Le truppe fedeli a Massimino, sotto la guida del legato di Numidia: Cipelliano, affrontarono le forze dei Gordiani e le vinsero a Tisdro il 12 Aprile; Gordiano figlio cadde in battaglia; il padre si suicidò. A Roma, il senato elesse, in tutta fretta due nuovi imperatori: Balbino e Pupieno. Balbino Pupieno Massimino sospese le operazioni militari sul fronte danubiano e scese in Italia; ma posto il campo vicino ad Aquileia, venne ucciso dai suoi stessi soldati. A Roma, i pretoriani, spaventati dopo la morte di Massimino, uccisero entrambe i nuovi imperatori: Balbino e Pupieno e proclamarono nuovo sovrano: Gordiano 3 figlio tredicenne di Gordiano 2 ; mentre sul Danubio il legato M. Tullio Menofilo respingeva il tentativo di invasione dei Goti e dei Daci carpatici verso la Mesia. Gordiano 3 23

24 241 - Gordiano 3 fu console con Clodio Pompeiano ed elesse prefetto del pretorio. Timesiteo, di cui sposò la figlia: Furia Sabina Tranquillina che assume il titolo di Augusta Gordiano si recò in Oriente dove Sapore 1, succeduto ad Ardarsir, aveva dato inizio ad una campagna antiromana ed in Siria ne ridimensionò le mire espansionistiche. 243 In Oriente il prefetto del pretorio Timesiteo, dopo aver riportato alcuni successi su Sapore 1 si ammalò gravemente ed in breve morì; lo sostituì: Filippo l Arabo. 244 A Dura Europs, sull Eufrate, una congiura militare, istigata dal prefetto del pretorio: Filippo l Arabo, eliminò Gordiano 3 e nominò imperatore lo stesso Filippo il quale conclusa in tutta fretta una pace con i Persiani tornò a Roma. Filippo padre Filippo figlio 245 Nell anno Filippo l Arabo fu console assieme a C. Mesio Tiziano e ricevette il titolo di persico. Sul fronte danubiano si verificarono offensive e razzie di popolazioni spinte dall incalzare dei Goti ed aizzate da masse di Germani, arruolati per le guerre in Oriente ed in seguito licenziati senza benservito, dopo la repentina pace con i Persiani. 247 A Roma, il senato ratificò l assunzione di Filippo 2 chiamato dal padre a condividere la carica di imperatore. Il 247 D.Ch. coincise con il millesimo Ab Urbe Condita e venne celebrato con i decimi Ludi secolari mentre continuarono le operazioni militari lungo i confini che videro la vittoria di Filippo contro i Carpi, costretti alla pace. 248 Sul fronte danubiano le incursioni delle popolazioni germaniche ripresero con vigore ed in alcune province dell impero si assistè alla proclamazione di effimeri imperatori. Il Senato concesse a Filippo i titoli di: Germanico e Carpico. 24

25 249 Traiano Decio,al comando delle truppe inviate in Pannonia, venne proclamato imperatore dalle legioni e calò in Italia. Traiano Decio A Verona si scontrarono gli eserciti: ribelle e fedele a Filippo che trovò la morte in battaglia mentre il figlio venne ucciso poco dopo. Decio diede inizio alla settima persecuzione contro i cristiani ed instaurò la prassi di dichiarare la propria fede accettando o rifiutando di sacrificare all imperatore deificato. 250 Decio si recò in Mesia, sul fronte danubiano per fronteggiare le incursioni dei Goti, guidati da Kniva, che vennero respinti dopo una dura ma vittoriosa battaglia nei pressi di Nicopoli. 251 Nell anno Decio ed il figlio: Q. Erennio Etrusco Messio ascesero alla carica di console e nel contempo venne associato al trono anche l altro figlio: C. Valente Ostiliano. Erennio Etrusco Valente Ostiliano Sempre nei pressi di Nicopoli Decio ed il figlio Erennio caddero in battaglia contro i Goti, nuovamente alla riscossa sotto la guida di Kniva. A Decio succede, per acclamazione dell esercito, il governatore della Mesia: Treboniano Gallo cui vennero attribuiti i titoli di: Pio; Felice; Pontefice massimo e Padre della Patria. Treboniano Gallo Volusiano 25

26 Stipulata la pace con i Goti, Treboniano si recò a Roma per associare al trono il figlio superstite di Decio: Ostiliano che tuttavia morì poco dopo a causa di una epidemia; Treboniano associò allora il proprio figlio: Vibio Alfio Velduniano Volusiano. 252 Sapore 1 re dei Persiani, riprese le ostilità contro i romani e giunge, con il proprio esercito sino sotto le mura di Antiochia. 253 In Mesia le operazioni militari contro le popolazioni trans danubiane procedevano con successo tanto che le legioni ritennero opportuno proclamare imperatore il loro comandante: Emiliano, oriundo della Mauretania. Emiliano Emiliano scese in Italia contro Treboniano Gallo che, in quel di Terni, venne ucciso dai suoi stessi soldati che si uniscono poi a quelli dell imperatore Emiliano. Nella Germania renana frattanto le legioni proclamarono imperatore: Valeriano. Valeriano Gallieno Valeriano era stato riconosciuto dal Senato come nuovo imperatore assieme al figlio Gallieno, associato al trono. 254 I Marcomanni, invasa la Pannonia, scesero in Italia e compirono scorrerie sino a Ravenna mentre in Asia: Sapore 1 re dei Persiani, continuava la sua offensiva contro i romani occupando la città di Nisibi. 26

27 256 I Franchi, insieme di tribù germaniche, formatisi nel corso del 3 sec. sulla dx. del medio e basso corso del Reno, organizzarono una spedizione navale che raggiunse la Spagna mentre gli Alemanni continuavano indisturbati le loro scorrerie nell Italia settentrionale. Frattanto i Goti, dalla Tracia, con una spedizione navale portata in Asia minore, saccheggiarono le città di Tessalonica e Nicomedia. Per Valeriano fu giocoforza interviene in Oriente contro Sapore 1 che frattanto aveva occupato anche Dura Europs ed Antiochia riuscendo a riconquistare quest ultima città A Roma vennero eletti consoli: Valeriano, cui fu conferito il titolo di germanico ed il figlio Gallieno che, per il successo ottenuto contro i Daci, ottenne il titolo di Dacico. Valeriano dette poi inizio a quella che viene computata come l ottava persecuzione contro i cristiani cui, per la prima volta, fu fatto divieto di frequentare le catacombe. 258 I Franchi si infiltrarono nella Gallia Belgica; In Pannonia, le legioni, al comando di Ingenuo, si ribellarono; ma la sommossa venne domata da Aureolo, generale di Gallieno. 259 Gli Alemanni, discesi ancora una volta in Italia, furono sconfitti da Gallieno nei pressi di Milano. Sapore 1 conquistò l Armenia e Valeriano riprese le armi contro i Persiani; ma subì una cocente sconfitta ad Emesa e venne fatto prigioniero senza che Gallieno facesse alcun tentativo per liberarlo; morirà l anno successivo. 260 Rimasto imperatore unico Gallieno abbandonò la politica filo senatoriale tenuta dal padre emarginando anzi l aristocrazia senatoria ed imponendosi come signore assoluto e come tale dette corpo ad una riforma militare che vide: * l accrescersi ed il riformarsi della cavalleria * la creazione di unità dotate di grande autonomia rispetto ai comandi della legione. * La sottrazione ai magistrati, a capo delle province, del comando diretto delle truppe che venne esercitato, per ogni legione, da un prefetto direttamente sottoposto all imperatore. In campo economico Gallieno sottrasse al senato il diritto di battere la moneta in bronzo. Nel settore religioso inaugurò un periodo di tolleranza che durerà per quarant anni, sino a Diocleziano. Frattanto, nelle regioni occidentali, il generale M. Casssiano Postumo, eliminato il figlio di Gallieno: Salonino, si proclamò imperatore e fondò l impero delle Gallie esteso, alla Germania renana, alla Britannia e parte della Spagna. Salonino Postumo 27

28 In Oriente, dopo la cattura di Valeriano, M. Fulvio Macriano allora governatore della Siria, fece proclamare imperatori i figli: T. Fulvio Iunio Macriano e T. Fulvio Iunio Quieto; Macriano e figli controllavano così quasi tutte le province asiatiche compreso l Egitto. Macriano Quieto Verso la fine dell anno vennero proclamati imperatori, dalle truppe, Calpurnio Pisone in Tessaglia e Valente in Acacia o Macedonia; entrambe vennero tuttavia presto eliminati; ma la proclamazione contemporanea di tanti imperatori è sintomatica delle tendenze disgregatrici dell impero. 261 Le truppe del generale di Gallieno: Aureolo travolsero l esercito di Fulvio Macriano e del figlio Junio che dall Oriente erano passati nella penisola Balcanica; Macriano ed il figlio vennero passati per le armi; poco dopo, ad Emesa anche Quieto Fece la stessa fine ad opera del re di Palmira: Odenato, alleato dei romani e fedele a Gallieno. 262 Fu lo stesso Odenato, al quale Gallieno aveva affidato la difesa delle regioni orientali, minacciate dai Persiani, a respingere gli attacchi di Sapore 1 contro la Siria, passato anzi alla controffensiva, negli anni a seguire, arrivò ad impadronirsi di Nisibi e Carre per giungere poi sino all Eufrate. Nello stesso anno, in Egitto, si autoproclamò imperatore: L. Mussio Emiliano; ma venne sconfitto da Teodoto, generale di Gallieno ed ucciso. A Roma a Gallieno, in seguito alle vittorie di Odenato, venne attribuito il titolo di Persico Massimo. Emiliano 264 A Palmira, il re Settimio Odenato venne associato, da Gallieno, al trono con il titolo di Dux Orientalis ed Augusto. 28

29 265 Nell impero delle Gallie: Postumo associò come nuovo imperatore M. Piavonio Vittorino mentre si registrano altre effimere proclamazioni: Regaliano in Pannonia e Trebelliano in Cilicia. Vittorino Regaliano 266 E le proclamazioni continuarono con Mario, in Gallia, ben presto eliminato ed Aureolo a Milano. In Grecia Goti ed Eruli dettero il colpo di grazia a ciò che restava di questa antica civiltà, con il saccheggio di Tebe, Atene, Argo, Corinto e Sparta. Ad Odenato, associato all impero e rimasto vittima di un attentato, successe la vedova Zenobia che assunse il potere in qualità di reggente del figlio Vabalato. Mario Vabalato 268 A Milano, durante l assedio ad Aureolo, Gallieno cadde vittima di una congiura militare e le truppe acclamarono nuovo imperatore il comandante della cavalleria: Claudio 2 che eliminata la ribellione di Aureolo pose poi fine ad una scorribanda dei Marcomanni, Suebi e Sarmati che attraverso la Rezia, si erano portati in Italia. Claudio 2 Lolliano 29

30 Nell impero delle Gallie, Postumo venne ucciso dalle truppe che acclamarono Lolliano, a sua volta eliminato da Vittorino il cui imperio durerà sino al 270 D.Ch. Un tempo brevissimo ebbe il regno di M. Aurelio Mario cui successe, come imperatore delle Gallie: C. Pio Esuvio Tetrico che associò il figlio all impero Tetrico padre Tetrico figlio 269 Ancora invasioni gotiche si registrarono in Macedonia;ma furono rintuzzate dall Imperatore Claudio 2 che si guadagnò per questo il titolo di Gotico. 270 Claudio 2 oramai detto il gotico, respinse ancora una volta gli Alemanni che erano nuovamente discesi in Italia; ma a Sirmio morì di peste; al suo posto ascese alla porpora il fratello: M. Aurelio Claudio Quintillo morto suicida pochi giorni dopo. Quintillo Aureliano In Pannonia: Aureliano, oriundo dell Illiria; si proclamò allora imperatore suggellando la sua carica con una serie di scontri con le popolazioni germaniche, penetrate in territorio romano; sconfisse gli Alemanni ed affrontò i Vandali, vincendo una prima volta; ma subendo poi una sonora sconfitta nei pressi di Piacenza. Erano i Vandali una popolazione germanica, proveniente dall odierno mar d Azov, in seguito stanziatasi nella regione tra l Oder e la Vistola e successivamente migrata in Boemia e Moravia, In Oriente la regina Zenobia abbandonò la politica filo romana del marito Odenato ed estense i propri domini sino ad occupare Alessandria d Egitto. 271 L anno vide l imperatore Aureliano ancora impegnato a respingere gli Alemanni ed i Vandali che nel frattempo erano scesi sino nell Umbria, e li sconfisse in due battaglie: sul Metauro prima, a Pavia poi; toccò successivamente ai Goti, penetrati in Tracia ed Illiria, e sul Danubio ebbe ragione dei bellicosi nemici; ma successivamente, con un accordo, decise l abbandono della provincia romana della Dacia. 272 Dopo che ad Aureliano fu conferito il titolo di Partico questi dette inizio ad una campagna militare contro la regina Zenobia con l intento di recuperare i territori strappati ai romani; vinse ad Emesa e cinse d assedio Palmira mentre inviò M. Aurelio Probo a ripristinare il dominio romano sull Egitto, già occupato da Zenobia che si era proclamata: erede di Cleopatra. 30

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