La riva di Palermo in un dipinto del 1836

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1 La riva di Palermo in un dipinto del 1836 Collezione Carige di Matteo Scognamiglio Soprintendente Regionale BBAA di Palermo

2 Si conferma sempre più preziosa l opera pittorica di Francesco Zerilli, ai fini della documentazione storica della città di Palermo.

3 Un quadro di Francesco Zerilli che la Carige ha recentemente acquistato, datato 1836, rappresenta il fronte a mare della città che è una straordinaria e dettagliata descrizione di quella sua parte che si prospettava sul mare con aspetti fortemente rappresentativi, che al visitatore, per lo più proveniente dal mare, dovevano dare un immediata idea sulla monumentalità di questa capitale. La città si presenta quasi pianeggiante; solo l infilata del Cassaro, tra gli stretti piloni di Porta Felice, dona l idea di un abitato che ascende, oltre il profondo fornice di Porta Nuova, verso Monreale. La Conca d oro non appare nascosta com è da una città possente, ancora murata; la corona dei monti glabri la circonda, avvolgente nel morbido turchese, colore che solo si intuisce nella sfocata giornata scelta da Zerilli per stendere la sua tempera pastosa. Lì, a mezza costa, si intravede Monreale con il suo stradone che taglia la montagna, in modo anomalo forse, per seguire la strana posizione sguinciata dei piloni di Porta Felice. Su monte Caputo si erge il Castellaccio. Il quadro fotografa inoltre scene di vita; in primo piano dai gozzi i pescatori ritirano la rete; più in là su una tartana alla rada due uomini discutono, uno dei due indica la città sul fondo. L ambito visivo del fronte a mare è incorniciato a destra dal Forte della Garita che, col suo retrostante molo nasconde in parte il bacino della Cala, segnata dagli alberi dei velieri ed è abbracciata da una palazzata continua che poggia le sua fondamenta su una cortina muraria, ancora integra. Dietro, si erge la chiesa di Santa Cita, più in là svettano i campanili di San Domenico; la Vicaria incombe possente, nonostante la distanza. I campanili della Cattedrale sormontano in lontananza il più prossimo Ospedale di San Bartolomeo, incombente su Porta Felice. Le mura delle Cattive, affrancate dalle necessità belliche fanno degli spalti passeggiata pubblica ed in parte terrazzi dei Palazzi retrostanti; spicca tra tutti il Palazzo Butera dei Principi di Trabia; mentre il contiguo Hotel Trinacria, primo tra i grandi alberghi cittadini, offre ai blasonati ospiti uno straordinario affaccio sulla passeggiata della Marina. Meno maestosa, seppur austera è la fabbrica del limitrofo Palazzo Lampedusa. Le mura mantengono la 1)Fortino Tonnarazza; 2) Borgo S. Erasmo; 3) Casino Cutò; 4) obelisco; 5) Villa Giulia; 6) obelisco; 7) Gymnasium; 8) Spasimo; 9) Palazzo Forcella; 10) Santa Teresa; 11) San Mattia; 12) Palazzo Petrulla; 13) Pietà. 8 Collezione Carige

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6 loro continuità nei pressi di Palazzo Petrulla, dove in seguito verrà costruito il neoclassico palco di musica; qui minuziosamente e puntigliosamente spuntano le parti più elevate della Chiesa della Pietà. San Mattia dei Crociferi precede Santa Teresa, più arretrata, coperta in parte dalle mura che obbligano chi voglia raggiungere la piazza della Kalsa a passare sotto il fornice della Porta dei Greci, ancora sormontata dall aquila bifronte di Carlo V, ed incastonata nel Casino dei Principi della Cattolica, che già nel 1832 il Marchese Forcella aveva acquistato e che presto avrebbe ristrutturato; l alta mole retrostante sembrerebbe essere quella di Santa Maria dello Spasimo. La sequenza delle mura raggiunge l innesto dello stradone di S. Antonino, contraddistinto dall obelisco. La villa Giulia imprime vigore alla veduta con il rigoglioso sistema arboreo; interessante è notare il padiglione prossimo all incrocio con lo stradone di S. Antonino, poiché tale fabbrica non è più esistente se non nel suo tracciato basamentale, recentemente ritrovato durante i restauri della villa. Dietro l alta vegetazione si scorge la cupola del Gymnasium dell Orto Botanico; il coffee house della Villa chiude verso il piano di S. Erasmo dove svetta un secondo obelisco. La casina del Principe di Cutò si tende sul mare, su un braccio di terra che, con quello opposto del fortino della Tonnarazza, chiude il piccolo approdo; in mezzo, più in profondità, si stende l abitato di borgo S. Erasmo. Tutta la passeggiata si prepara per i riti serali, le carrozze degli aristocratici si muovono pigramente, mentre nugoli di cittadini si godono le ultime ore di luce. La città ancora aristocratica è però permeata, come molte altre nel XIX secolo, da costumi borghesi che ripudiano l ardore libertino del secolo precedente e pertanto non è più possibile prevedere i fugaci incontri sulle carrozze ed i furtivi, melanconici sguardi delle captivae sulle mura che consentivano una partecipazione separata della vita pubblica e dei suoi piaceri. 14) Monreale; 15) Palazzo Tomasi; 16) Albergo Trinacria; 17) Palazzo Butera; 18) Mura delle Cattive; 19) Cattedrale; 20) ospedale di San Bartolomeo; 21) Vicaria; 22) Porta Felice; 23) San Domenico; 24) S. Cita; 25) Mura della Cala; 26) Forte della Garitta; 27) Baida; 28) Castellammare; 29) Castellaccio. Collezione Carige 11