Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell aria ambiente

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1 Assessorato Regionale Territorio e Ambiente Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell aria ambiente Adempimenti attuativi del decreto legislativo maggio 004, n. 83 Attuazione della direttiva 00/3/CE relativa all ozono nell aria - Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare. Luglio 009

2 Adempimenti attuativi del D. Lgs. maggio 004, n Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare Assessorato Regionale Territorio e Ambiente Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell aria ambiente Adempimenti attuativi del decreto legislativo maggio 004, n. 83 Attuazione della direttiva 00/3/CE relativa all ozono nell aria - Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare. Autori : Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente Ph.D. Salvatore Anzà (), Dott. Giovanni Di Leo (), Ing. Enzo La Rocca (), Ing. Francesco Rosario Lipari () Arpa Sicilia Dott. Gaetano Capilli (), Dott. Giuseppe Ballarino (), Dott. Vincenzo Ruvolo () Università di Palermo Prof. Ing. Salvatore Barbaro (3), Ph.D. Rosario Caracausi (3), Ing. Gaetano Cognata (3) Università di Messina Prof. Francesco Arena (4), Prof. Fortunato Munaò (5), Dott.ssa Isabella Ferrara (4) Techne Consulting Dott. Carlo Trozzi (6), Dott.ssa Cristina Leonardi (6), Dott. Silvio Villa () () (3) (4) (5) (6) Dipartimento Territorio e Ambiente Servizio 3 Tutela dall inquinamento atmosferic o Arpa Sicilia ST IV Atmosfera Università di Palermo - Facoltà di Ingegneria CIRIAS Centro Interdipartimentale di Ricerca in Ingegneria dell Automazione e dei Sistemi. Università di Messina Dipartimento di Chimica Industriale ed Ingegneria dei Materiali. Università di Messina Facoltà di Scienze MM.FF.NN. Techne Consulting s.r.l. Roma Regione Siciliana - Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente

3 Adempimenti attuativi del D. Lgs. maggio 004, n Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare SOMMARIO. Premessa... pag. 5. Definizioni... pag L ozono... pag Cos è l ozono... pag Dove e quando si forma... pag Effetti sulla salute umana... pag Effetti sulla vegetazione... pag La prevenzione... pag Riduzione dell inquinamento e mitigazione del rischio... pag Il contesto normativo... pag Valori di riferimento... pag. 6. Competenze della Regione... pag Metodologia utilizzata per la valutazione preliminare... pag Il monitoraggio... pag Il biomonitoraggio... pag Superamenti delle soglie di informazione e di allarme... pag Soglia di informazione... pag Soglia di allarme... pag Valutazione preliminare... pag Valori di riferimento per protezione della salute umana... pag Valori di riferimento per la protezione della vegetazione... pag La Sicilia nel contesto italiano ed europeo... pag. 33. Zonizzazione preliminare... pag. 36. Informazione al pubblico... pag Aspetti generali... pag Informazioni relative ai piani d azione a breve termine... pag Adempimenti attuativi... pag Misure preliminari adottate o da adottare a livello regionale... pag Misure adottate... pag Razionalizzazione ed adeguamento della rete regionale... pag Integrazione delle misure con altri metodi di valutazione... pag Misure da adottare... pag Bibliografia essenziale... pag. 43 ALLEGATI I. Rete regionale di biomonitoraggio della qualità dell aria Biomonitoraggio dell ozono troposferico mediante piante vascolari (Nicotiana tabacum L. CV. Bel- W3) Regione Siciliana - Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente 3

4 Adempimenti attuativi del D. Lgs. maggio 004, n Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare ELENCO DELLE TABELLE Tabella Sensibilità all ozono delle principali specie forestali in Italia Tabella Standard di qualità dell aria per l inquinante ozono Tabella 3 Stazioni di monitoraggio e inquinanti monitorati (008) Tabella 4 Superamenti delle soglia di informazione Tabella 5 Superamenti della soglia di allarme Tabella 6 Superamenti degli standard per l ozono (articolo 0, paragrafo, lettera b, e Allegato III della direttiva 00/3/CE) Protezione della salute umana Tabella 7 Elenco dei comuni appartenenti alle zone A e B ELENCO DELLE FIGURE Figura Variazione tipica dei componenti dello smog fotochimico in atmosfera urbana Figura Postazioni in cui si effettua il monitoraggio dell ozono Figura 3 Concentrazioni di ozono: AOT40 per la protezione della vegetazione (005) Figura 4 Numero di giorni in cui le concentrazioni di ozono hanno superato l obiettivo di lungo termine per la protezione della salute umana (estate 008) Figura 5 Numero di giorni in cui le concentrazioni di ozono hanno superato la soglia di informazione (estate 008) Figura 6 Concentrazioni di ozono: AOT40 per la protezione delle foreste (005) Figura 7 Zonizzazione preliminare per l ozono Regione Siciliana - Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente 4

5 Adempimenti attuativi del D. Lgs. maggio 004, n Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare Adempimenti attuativi del decreto legislativo maggio 004, n. 83 Attuazione della direttiva 00/3/CE relativa all ozono nell'aria - Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare.. Premessa E noto che l ozono stratosferico da solo filtra circa il 99% della radiazione ultravioletta solare e costituisce un elemento di protezione contro gli effetti nocivi dei raggi UV. Nella troposfera l ozono (O 3 ) diventa invece un inquinante di un certo peso, per i suoi effetti negativi sull ecosistema e le sue relazioni con i mutamenti climatici. Il progressivo incremento delle temperature e dell insolazione promuove infatti, in presenza dei precursori, l aumento della concentrazione di ozono, che a sua volta influisce sul clima, sia in modo diretto che indiretto. L ozono infatti, oltre ad essere un gas serra, influenza anche la concentrazione di altri gas climalteranti, come il metano. Nell ambito dell Unione Europea il bacino del Mediterraneo viene considerato, viste le condizioni climatiche, come l area a maggior rischio di ozono. All interno del Mediterraneo poi risulta evidente che l Italia (in particolare la Sicilia) è fra i paesi più esposti, poiché si trova in una zona climatica di transizione fra la fascia tropicale e sub tropicale africana e quella temperata delle medie latitudini europee. Nel nostro paese si registrano infatti livelli che sono, in media, 3 volte superiori a quelli svedesi [9]. Negli ultimi anni l UE è quindi intervenuta per adeguare la legislazione vigente in materia di inquinamento atmosferico. La direttiva 00/3/CE, infatti, è finalizzata a garantire un efficace protezione dagli effetti nocivi sulla salute umana dell esposizione all ozono e ridurre gli effetti nocivi dell ozono sulla vegetazione, sugli ecosistemi e sull ambiente nel suo complesso. La direttiva è stata recepita nel nostro ordinamento dal decreto legislativo maggio 004, n. 83, che stabilisce: i valori bersaglio, gli obiettivi a lungo termine, la soglia di allarme e la soglia di informazione, al fine di prevenire o ridurre gli effetti nocivi dell ozono sulla salute umana, sugli ecosistemi e sull ambiente; i metodi ed i criteri per la valutazione delle concentrazioni di ozono e per la valutazione delle concentrazioni dei precursori dell ozono nell aria; le misure volte a consentire l informazione del pubblico in merito alle concentrazioni di ozono; le misure volte a mantenere la qualità dell aria laddove la stessa risulta buona in relazione all ozono, e le misure dirette a consentirne il miglioramento negli altri casi; le modalità di cooperazione con gli altri Stati membri dell Unione europea ai fini della riduzione dei livelli di ozono. Il D. Lgs. maggio 004, n. 83, prevede che le regioni effettuino una valutazione preliminare della qualità dell aria ai fini della prima individuazione delle zone e degli agglomerati nei quali i livelli di ozono superano i cosiddetti valori bersaglio e/o gli obiettivi a lungo termine, predisponendo successivamente le necessarie misure di controllo (misurazioni in siti fissi, indagini, stime, modellizzazione, ecc.), di intervento ( piani d azione, programmi, misure efficaci, misure proporzionate, ecc.), e di informazione ai fini della protezione della salute e dell ambiente. Premesso quanto sopra, considerato che sul territorio regionale non sono state ancora attivate le stazioni da utilizzare ai fini della protezione della vegetazione dall ozono, e visto Regione Siciliana - Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente 5

6 Adempimenti attuativi del D. Lgs. maggio 004, n Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare che la Regione Siciliana al momento attuale non dispone di dati relativi alla valutazione dei valori bersaglio per la protezione della vegetazione, il Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente si è attivato, in collaborazione con ARPA Sicilia, con il CIRIAS dell Università degli studi di Palermo, con l Università di Messina, e con la Techne Consulting s.r.l., per effettuare la valutazione preliminare prevista dall art. 6, comma, del D. Lgs. n. 83/04, e la conseguente zonizzazione preliminare. Di seguito vengono descritti i metodi utilizzati per dare seguito agli adempimenti sopra citati, e vengono fornite informazioni relative alla rete di monitoraggio regionale. Viene adottata la zonizzazione preliminare per l ozono, in funzione dei livelli misurati o stimati per l intero territorio, e vengono definiti i criteri per il monitoraggio dell ozono e dei suoi precursori. Il presente documento costituisce, infine, adempimento attuativo del Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell aria ambiente adottato con il D.A. 76/GAB del 9 agosto 007 [0]. Regione Siciliana - Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente 6

7 . Definizioni Adempimenti attuativi del D. Lgs. maggio 004, n Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare Per le finalità di questo documento si applicano, in linea con quanto stabilito dalla direttiva 008/50/CE del maggio 008 [3], dal D. Lgs. 4 agosto 999, n. 35 [4], dal Decreto Ministeriale aprile 00, n. 60 [5], e dall art. del D. Lgs. maggio 004, n. 83 [8], le seguenti definizioni: a) agglomerato: zona con una popolazione superiore a abitanti o, se la popolazione è pari o inferiore a abitanti, con una densità di popolazione per km tale da richiedere, secondo la regione competente per territorio, l applicazione delle disposizioni del D. Lgs. maggio 004, n. 83, riferite agli agglomerati; b) AOT40: (espresso in µg/m 3 ora) s intende la somma della differenza tra le concentrazioni orarie superiori a 80 µg/m 3 (= 40 parti per miliardo) e 80 µg/m 3 in un dato periodo di tempo, utilizzando solo i valori orari rilevati ogni giorno tra le 8:00 e le 0:00, ora dell Europa centrale; c) aria ambiente: l aria esterna presente nella troposfera, ad esclusione di quella presente nei luoghi di lavoro quali definiti dalla direttiva 89/654/CEE a cui si applichino le disposizioni in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro e a cui il pubblico non ha accesso regolare; d) area di superamento: area, ricadente all interno di una zona o di un agglomerato, nella quale è stato rilevato il superamento del valore obiettivo; tale area è individuata sulla base della rappresentatività delle misurazioni fisse o indicative, o sulla base dei modelli di diffusione degli inquinanti; e) contributi da fonti naturali: emissioni di inquinanti non causate direttamente o indirettamente da attività umane, inclusi eventi naturali quali eruzioni vulcaniche, attività sismiche, attività geotermiche, incendi spontanei, tempeste di vento, aerosol marini o trasporto o risospensione atmosferici di particelle naturali dalle regioni secche; f) composti organici volatili (COV): tutti i composti organici, diversi dal metano, provenienti da fonti antropogeniche e biogeniche, i quali possono produrre ossidanti fotochimici reagendo con gli ossidi di azoto in presenza di luce solare; g) indicatore di esposizione media: livello medio determinato sulla base di misurazioni in siti di fondo urbano e che rispecchia l esposizione della popolazione; h) inquinante: qualsiasi sostanza presente nell aria ambiente e che può avere effetti nocivi per la salute umana e/o per l ambiente nel suo complesso; i) livello: concentrazione nell aria ambiente di un inquinante o deposizione dello stesso su una superficie in un dato periodo di tempo, espressa secondo l unità di misura indicata negli allegati da I a VI del D. Lgs. maggio 004, n. 83; j) livello critico: livello fissato in base alle conoscenze scientifiche al di sopra del quale vi possono essere effetti negativi diretti su recettori quali piante, alberi o ecosistemi naturali, esclusi gli esseri umani; k) misurazione in siti fissi: misurazione effettuata ai sensi dell articolo 6, comma 7, del decreto legislativo 4 agosto 999, n. 35; Regione Siciliana - Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente 7

8 Adempimenti attuativi del D. Lgs. maggio 004, n Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare l) obbligo di concentrazione dell esposizione: livello fissato sulla base dell indicatore di esposizione media al fine di ridurre gli effetti nocivi sulla salute umana, da raggiungere nell arco di un determinato periodo; m) obiettivo a lungo termine: concentrazione di ozono nell aria al di sotto della quale si ritengono improbabili, in base alle conoscenze scientifiche attuali, effetti nocivi diretti sulla salute umana e sull ambiente nel suo complesso; tale obiettivo è conseguito nel lungo periodo, sempreché sia realizzabile mediante misure proporzionate, al fine di fornire un efficace protezione della salute umana e dell ambiente; n) obiettivo nazionale di riduzione dell esposizione: riduzione percentuale dell esposizione media della popolazione di uno Stato membro dell Unione Europea fissata per l anno di riferimento al fine di ridurre gli effetti nocivi per la salute umana, da raggiungersi, ove possibile, entro un termine prestabilito; o) ossidi di azoto (NOx): la somma dei rapporti in mescolamento in volume (ppbv) di monossido di azoto (ossido nitrico) e di biossido di azoto espressa in unità di concentrazione di massa di biossido di azoto (µg/m 3 ); p) piani per la qualità dell aria: piani che stabiliscono misure per il raggiungimento dei valori limite o dei valori-obiettivo; q) precursori dell ozono: sostanze che contribuiscono alla formazione dell ozono troposferico (alcune delle quali sono elencate nell Allegato X alla direttiva 008/50/CE del maggio 008); r) sito di fondo urbano: sito all interno delle zone urbane dove i livelli sono rappresentativi dell esposizione della popolazione urbana generale; s) smog fotochimico: inquinamento dell aria che si produce in giornate caratterizzate da condizioni meteorologiche di stabilità e forte insolazione a causa di reazioni fotochimiche, indotte dalla luce ultravioletta, che trasformano inquinanti primari (ossidi d azoto, composti organici volatili) in inquinanti secondari (ozono, ed altre sostanze); t) soglia di allarme: livello (stabilito dall Allegato II, Parte I, al D. Lgs. maggio 004, n. 83) oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata e raggiunto il quale devono essere adottate le misure previste dall articolo 5, comma 3, del D. Lgs. maggio 004, n. 83; u) soglia di informazione: livello (stabilito dall Allegato II, Parte I, al D. Lgs. maggio 004, n. 83) oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione e raggiunto il quale sono necessarie informazioni adeguate e tempestive; v) valutazione: qualsiasi metodo utilizzato per misurare, calcolare, prevedere o stimare i livelli; w) valore bersaglio: livello fissato al fine di evitare a lungo termine effetti nocivi sulla salute umana e sull ambiente nel suo complesso, da conseguirsi per quanto possibile entro un dato periodo di tempo; x) zona: parte del territorio nazionale delimitata ai sensi dell art., comma, lettera i), del D. Lgs. 4 agosto 999, n. 35. Regione Siciliana - Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente 8

9 Adempimenti attuativi del D. Lgs. maggio 004, n Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare Per quanto non espressamente previsto dal presente documento si farà riferimento alle definizioni delle vigente normativa di settore, con particolare riferimento alla direttiva 008/50/CE del maggio 008, al D. Lgs. 4 agosto 999, n. 35, al D. M. aprile 00, n. 60, al D. M. ottobre 00, n. 6, al D. Lgs. maggio 004, n. 83, ed alle relative norme di attuazione. Regione Siciliana - Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente 9

10 3. L ozono Adempimenti attuativi del D. Lgs. maggio 004, n Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare 3.. Cos è l ozono L ozono è un gas naturale, forma allotropica triatomica dell ossigeno (O 3 ) con una struttura chimica particolare un ibrido di risonanza tra tre formule limite possibili che gli conferisce grande reattività. Si tratta di un gas tossico con un forte potere ossidante, di colore bluastro, nocivo per inalazione, originato da complessi processi fotochimici. Viene solitamente misurato come ozono colonnare (Unità Dobson) su una ipotetica colonna d aria che dalla superficie terrestre si spinge fino all apice dell atmosfera. 3.. Dove e quando si forma Circa il 90% dell ozono totale si trova nella stratosfera, dove la sua presenza risulta di fondamentale importanza per la vita sulla terra dato che opera come un filtro trattenendo le radiazioni ultraviolette (UV), potenzialmente cancerogene. La sua formazione avviene a più di 30 km di altezza e preferenzialmente in corrispondenza della zona equatoriale, dove risulta più rilevante l irraggiamento solare. Di seguito viene brevemente descritto il meccanismo. Le radiazioni UV con lunghezza d onda inferiore ai 4 nm posseggono energia sufficiente a dissociare la molecola di ossigeno e formare ossigeno tripletto che successivamente si combina l ossigeno molecolare formando ozono: O + h? O + O (? < 4 nm) O + O + M O 3 + M (M = N, O, CO ) L ozono così formatosi assorbe il 95% della radiazione solare compresa fra 40 nm e 340 nm (impedendole quindi di raggiungere la troposfera), e si scinde nuovamente (fotolisi) liberando nuovamente ossigeno atomico e molecolare: O 3 + h? (40 nm <? < 340 nm) O + O (filtro UV B e UV C ) L insieme delle reazioni sopra riportate definisce un equilibrio dinamico che mantiene la concentrazione dell ozono quasi costante, e permette di schermare per assorbimento gran parte dei raggi ultravioletti. Dalle zone equatoriali l ozono viene quindi trasportato verso i poli dai venti stratosferici associati con le grandi aree cicloniche che si trovano sopra gli stessi poli. Il quantitativo di ozono prodotto a livello stratosferico può variare sia per cause naturali (cicliche od occasionali) che per l azione degli inquinanti prodotti dall uomo, e si ritiene che la sua produzione globale, attraverso il meccanismo sopra descritto, ammonti a circa tonnellate al secondo [7]. Nei bassi strati dell atmosfera, invece, l ozono è di norma presente in piccole concentrazioni (0% dell ozono totale), tranne nelle aree urbane e suburbane dove la presenza di altri inquinanti chimici (precursori) può indurne la formazione, con conseguente aumento della sua concentrazione. Le reazioni chimiche che producono ozono danno luogo anche a diverse altre sostanze ossidanti, come perossiacetilnitrato (PAN), Regione Siciliana - Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente 0

11 Adempimenti attuativi del D. Lgs. maggio 004, n Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare acido nitrico e acido nitroso, oltre alle aldeidi. Si assume in genere che tale miscela ( smog fotochimico ) sia per lo più costituita da ozono. Nella troposfera l ozono non ha sorgenti proprie di origine antropogenica, e si forma quindi come inquinante secondario, principalmente nelle giornate caratterizzate da condizioni meteorologiche di stabilità e forte insolazione, a causa di reazioni fotochimiche che coinvolgono altre sostanze (i precursori), ovvero gli idrocarburi e gli ossidi di azoto emessi dalle sorgenti antropogeniche (in particolare il traffico veicolare). Di seguito viene brevemente sintetizzato il meccanismo di formazione. A livello della bassa troposfera, e dove è presente lo smog fotochimico, il monossido di azoto emesso con i gas di scarico viene ossidato rapidamente a biossido. Il biossido di azoto subisce quindi un processo di fotoattivazione in quanto è in grado di assorbire i fotoni con lunghezza d onda compresa tra 95 e 430 nm, che filtrano dalla stratosfera, con formazione di monossido di azoto e ossigeno atomico: NO + h? (95 nm <? < 430nm) NO + O * L ossigeno tripletto per reazione con quello molecolare produce ozono: O * + O + M O 3 + M (M = N, O, CO ) L ozono prodotto reagisce prontamente con il monossido di azoto e si forma nuovamente il biossido di azoto: NO + O 3 NO + O In assenza di altri inquinanti il sistema di reazione biossido d azoto / ozono / radiazione UV si porterebbe quindi ad una fase stazionaria, secondo lo schema semplificato riportato nella figura a lato []. Ne deriva che se questo fosse l unico meccanismo di generazione di ozono, in aree altamente inquinate, la concentrazione di questo gas dovrebbe essere modesta. Le reazioni sopra riportate pertanto, pur considerando costante la radiazione solare, non giustificano le quantità di ozono effettivamente riscontrate. In realtà il ciclo fotolitico dell NO viene perturbato, e quindi aperto, da una serie di reazioni nelle quali altre sostanze competono con l ozono (nei processi ossidativi) e di fatto ne impediscono la rimozione. In presenza di COV la complessità chimica del sistema aumenta infatti notevolmente, e si assiste alla formazione di molti inquinanti secondari, come perossiacetilnitrato, aldeidi e centinaia di altre sostanze. L interazione dei composti organici volatili con gli ossidi di azoto e l ozono ha inizio con la degradazione degli stessi ad opera del radicale idrossilico (HO * ). La serie di reazioni parte con la fotolisi dell ozono con fotoni di lunghezza inferiore a 35 nm, costituenti quella piccola parte (5%) di radiazione solare che riesce a passare l ozonosfera. Segue la successiva reazione con il vapor d acqua con formazione del radicale ossidrilico: O 3 + hν O + O * O * + H O HO * Altra sorgente di radicali HO* è l acido nitroso che fotolizza nelle prime ore del mattino. Regione Siciliana - Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente

12 Adempimenti attuativi del D. Lgs. maggio 004, n Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare La sequenza delle reazioni che porta alla formazione dello smog inizia con l estrazione da parte dell HO * di un atomo di idrogeno dagli idrocarburi (rilasciati in atmosfera come solventi, carburanti incombusti, ecc.) e porta alla formazione di un radicale alchilico (RCH * ). Il radicale alchilico reagisce velocemente con l ossigeno molecolare per dare un radicale alchilperossidico (RCH OO*), che a sua volta reagisce con l ossido di azoto per formare biossido di azoto e un radicale alcossile (RCH O*). Quest ultimo, a sua volta, reagisce con l ossigeno per dare una molecola di aldeide (RCHO) ed un radicale idroperossidico (HOO*) che reagisce con il monossido di azoto per formare ancora biossido di azoto e generare nuovamente il radicale HO *, che riprende il ciclo. Questo ciclo determina un consumo netto di idrocarburi e di monossido di azoto, portando alla formazione di altri composti organici secondari e di biossido di azoto, mentre non si verifica consumo di radicali HO *. D altra parte la trasformazione del monossido di azoto in biossido aumenta indirettamente la quantità di ozono: NO + h? NO + O O + O O 3 Tra gli idrocarburi costituenti i COV presenti nell atmosfera contaminata, gli alcani sono gli idrocarburi più stabili. Nell atmosfera gli alcani reagiscono con il radicale HO* e si formano radicali organici ossigenati reattivi ROO*. Gli alcheni nell atmosfera sono ancora più reattivi e danno luogo a reazioni con il radicale ossidrile che si addiziona al doppio legame. Il prodotto della reazione è un altro radicale libero, che per reazione con ossigeno produce un perossiradicale organico. Gli alcheni danno luogo anche a reazioni di somma con ozono per formare ozonuri molto reattivi. Anche gli idrocarburi aromatici danno luogo a reazioni di addizione con l idrossi radicale. Nel caso del benzene e dei suoi derivati, l addizione del radicale HO * all anello benzenico porta alla formazione di specie radicaliche instabili che reagiscono prontamente con l ossigeno molecolare per dare luogo ad una molecola di fenolo stabile e ad un radicale idroperossidico []. Sebbene per le tre classi di idrocarburi sopra citate la reazione iniziale sia diversa, le reazioni successive procedono in modo analogo nei diversi casi, e alla fine tutti hanno come prodotto finale uno o più composti carbonilici RCHO. Spesso le aldeidi danno luogo alla reazione di decomposizione fotochimica con produzione di radicali perossidici (RCOO*, HOO*): RCHO * + h? + O ROO* + CO + HOO* Le aldeidi sia di origine primaria che secondaria giocano anche un importante ruolo nella formazione di perossiacetilnitrato: le aldeidi, infatti, possono reagire con l ossigeno atomico e con i radicali idrossilici per formare radicali acilici (RC * O): RCHO + O * RC * O + HO * RCHO + HO * RC * O + H O I radicali acilici per reazione con l ossigeno molecolare formano radicali perossiacilici (RCOO * ). Quando la concentrazione di NO è sufficientemente bassa, i radicali perossiacilici reagiscono con il biossido d azoto per dare luogo alla formazione di perossiacilnitrati (PAN) []. Il PAN non viene fotolizzato in atmosfera e la reazione con OH è lenta. In realtà il PAN può subire un processo di decomposizione termica: a 5 C il Regione Siciliana - Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente

13 Adempimenti attuativi del D. Lgs. maggio 004, n Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare tempo di emivita del PAN è 30 minuti, ma sale a circa tre giorni alla temperatura di 7 C. Di conseguenza il PAN può essere trasportato per lunghe distanze. Gli inquinanti sopra citati definiti anche secondari a causa della loro origine vengono indicati col nome collettivo di smog fotochimico, dato che sono generati da reazioni chimiche catalizzate dalla luce, e costituiscono la componente principale del pesante inquinamento atmosferico che in certe condizioni affligge molte città ed aree industrializzate. Come evidenziato nella figura che segue (Figura ) le atmosfere urbane in cui è presente smog fotochimico mostrano tipiche variazioni nei livelli di NO, NO, idrocarburi, aldeidi ed agenti ossidanti in funzione dell ora del giorno, e cioè in funzione dell intensità della radiazione luminosa e del traffico autoveicolare. Figura Variazione tipica dei componenti dello smog fotochimico in atmosfera urbana [] La figura mostra che, nelle prime ore della mattina, man mano che aumenta l attività umana aumenta la concentrazione di NO e degli idrocarburi a causa prevalentemente dell inquinamento dovuto al traffico automobilistico. Man mano che il sole avanza e l intensità della radiazione UV diventa consistente diventa importante anche la produzione dei radicali organici perossidici (RCH O * ). Contemporaneamente aumenta, progressivamente, la concentrazione di NO mentre comincia a diminuire gradualmente quella di NO a causa della sua conversione in NO secondario. L ossidazione, ad opera del radicale perossidico, del monossido di azoto a biossido aumenta indirettamente la quantità di ozono secondario secondo lo schema seguente: RCH O * + NO RCH O* + NO NO + O + h? NO + O 3 Verso mezzogiorno, quando la concentrazione di NO scende ad un livello molto basso, i livelli delle aldeidi e degli ossidanti diventano relativamente elevati. La concentrazione degli idrocarburi nell atmosfera ha un massimo durante il mattino e diminuisce durante le rimanenti ore del giorno. Ne consegue che la formazione di biossido di azoto tramite una via che non implica la rimozione dell ozono troposferico (tipica del ciclo fotostazionario) fa sì che la concentrazione dell ozono possa aumentare fino al raggiungimento di valori che possono risultare tossici [7]. Regione Siciliana - Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente 3

14 Adempimenti attuativi del D. Lgs. maggio 004, n Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare Quando la concentrazione di NO è di poco superiore al minimo giornaliero, comincia a diminuire anche quella di NO, mentre aumenta quella del PAN. Nelle ore pomeridiane, quando il traffico autoveicolare diventa nuovamente intenso, la concentrazione di NO aumenta di nuovo in quanto l energia solare non è più sufficiente per la conversione di NO in NO attraverso l interazione di idrocarburi, ma l NO immesso dal traffico reagisce con l ozono accumulatosi durante il giorno. Ne risulta un aumento di NO e un consumo di O 3, che si porta su livelli leggermente superiori al minimo giornaliero. Pertanto la formazione dello smog fotochimico dovuta all interferenza degli idrocarburi nel ciclo fotolitico del biossido di azoto, consiste nell accumulo di ozono, biossido di azoto, perossiacilnitrati ed altri composti organici. Le più alte concentrazioni di ozono si rilevano nei mesi più caldi dell anno e nelle ore di massimo irraggiamento solare, mentre nelle ore serali e notturne diminuiscono. Negli ambienti interni la sua concentrazione è molto più bassa rispetto alla sua concentrazione all aria aperta. A differenza degli inquinanti primari, che si trovano in prossimità delle sorgenti che li producono, l ozono si forma principalmente dalle reazioni fotochimiche che coinvolgono altre sostanze (i precursori), ovvero i COV e gli ossidi di azoto (NO x ) emessi dalle sorgenti antropogeniche. Ciò dà luogo ad un comportamento dell O 3 assai diverso rispetto ad inquinanti primari le cui concentrazioni in un punto tendono ad essere linearmente correlate con le emissioni degli stessi da parte di una sorgente vicina (a parità di altri fattori). Le relazioni che legano invece le concentrazioni di O 3 con le emissioni di COV e NO x risultano fortemente non-lineari, e si possono sintetizzare come segue. Ambienti urbani L ossido di azoto può combinarsi rapidamente con l ozono e ridurne la concentrazione. A causa di un insieme di reazioni chimiche un calo delle emissioni di NO x può provocare aumento delle concentrazioni di ozono nelle città. Ciò dipende del fatto che in questa situazione la scomparsa dell ozono (per reazione con NO) ha minor peso rispetto alla generazione di ozono da parte dei COV. La diminuzione di COV determina una notevole diminuzione di ozono. Aree rurali In aree meno inquinate da COV, invece, una diminuzione degli NO x porta ad una riduzione dei livelli di ozono. Per ridurre la concentrazione di ozono nell aria è necessario quindi contenere le emissioni di NO x. La situazione può diventare ancora più complessa in quanto il miscuglio fotochimico può passare dalla situazione di COV-dipendenza a quella di NO x -dipendenza, a causa dei processi atmosferici e man mano che le masse di aria si allontanano da una conurbazione. L atmosfera reagisce infatti in maniera diversa rispetto alle variazioni delle concentrazioni di NO x in funzione del potere ossidante dell aria e del suo contenuto di COV. In genere le concentrazioni di O 3 sono più elevate nelle aree rurali che in quelle cittadine. Sia i precursori che l ozono stesso sono infatti stabili nell alta circolazione atmosferica e possono essere trasportati a grande distanza (anche da un continente all altro), cosicché sono soggette all esposizione all ozono anche le grandi zone forestali, con conseguenti effetti negativi sulla vegetazione. Regione Siciliana - Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente 4

15 Adempimenti attuativi del D. Lgs. maggio 004, n Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare Alcune recenti ricerche condotte da chimici della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA; USA) e della Calgary University (Canada) sull inquinamento atmosferico in aree costiere e in zone portuali, ipotizzano infine che un meccanismo simile a quello sopra descritto possa attivarsi anche nelle zone portuali e lungo i litorali. Gli autori teorizzano che fino al 30 % dell ozono troposferico presente nelle città costiere potrebbe essere il risultato di un inquinamento che mescola il sale con la foschia dell oceano [3, 4]. Gli studi in questione presentano incertezze e sono in fase di approfondimento Effetti sulla salute umana La molecola dell ozono è estremamente reattiva ed è in grado di ossidare numerosi componenti cellulari, fra i quali aminoacidi, proteine e lipidi. L ozono penetra nell organismo quasi esclusivamente attraverso l inalazione. L assorbimento avviene principalmente nel tratto superiore delle vie respiratorie e aumenta nelle persone sottoposte a sforzo fisico. Anche il sesso e l età influenzano l assorbimento, che sembra essere maggiore nelle donne e nei bambini. La diffusione dell ozono attraverso l epitelio delle vie respiratorie sembra determinata dalla sua reattività. L ozono infatti a contatto con il fluido epiteliale di rivestimento (ELF - epithelial lining fluid) reagisce con i substrati presenti in tale fluido (proteine, lipidi insaturi, acido ascorbico, acido urico) ossidandoli (Postlethwait et al. 994). La rimozione e la riformazione costante del fluido epiteliale di rivestimento funziona come una barriera protettiva prevenendo, o minimizzando, il danneggiamento delle cellule epiteliale sottostanti. L ossidazione dei componenti del fluido di rivestimento epiteliale però produce anche sostanze bioattive che, come idroperossidi lipidici, ozonidi e aldeidi, possono indurre processi infiammatori e danno cellulare (Cross et al. 998). Esistono diversi meccanismi che mediano la tossicità dell ozono, alcuni dei quali sono elencati di seguito (WHO 006). L inalazione per brevi periodi determina una infiammazione diffusa dell intero tratto respiratorio che può essere rilevata quasi immediatamente dopo l esposizione. Tale infiammazione non sembra essere limitata al sistema respiratorio in quanto vi sono evidenze di infiammazione sistemica. L ozono danneggia le difese polmonari mediante diversi meccanismi: alterazione della clearance mucociliare, diminuzione dell attività dei macrofagi, effetti sui linfociti circolanti; inoltre causa una ipersensibilizzazione dei bronchi. Studi sugli animali dimostrano che l ozono può ridurre la capacità del sistema immunitario di combattere le infezioni batteriche nel sistema respiratorio. In seguito a esposizioni ripetute sembra esserci un adattamento determinato da un incremento della efficienza antiossidante del fluido di rivestimento epiteliale e al rilascio di eicosanoidi e citochine. Esposizioni prolungate causano alterazioni strutturali ai polmoni caratterizzate da iperproduzione di muco, restringimento dei bronchi e fibrosi alveolare. Queste alterazioni sono parzialmente reversibili quando cessa l esposizione. Malattie polmonari preesistenti, l età e fattori genetici influenzano la suscettibilità agli effetti tossici. Vi sono evidenze di attività neurotossica e di attività mutagena a livello delle cellule respiratorie, anche se i risultati relativi alla cancerogenicità non sono conclusivi []. Regione Siciliana - Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente 5

16 Adempimenti attuativi del D. Lgs. maggio 004, n Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare A tutt oggi, vi sono alcune evidenze che indicano che gli anziani o le persone con malattie cardiache hanno un aumentata sensibilità all ozono. Comunque, come altri adulti, le persone anziane possono essere ad alto rischio se soffrono di malattie respiratorie o se sono attivi all aperto, o se sono particolarmente suscettibili all ozono. Studi sugli animali dimostrano che l ozono può ridurre la capacità del sistema immunitario di combattere le infezioni batteriche nel sistema respiratorio Effetti sulla vegetazione Negli ultimi anni ci si è accorti che, alle nostre latitudini, il livello di presenza di ozono nell aria è aumentato di 3-4 volte e, soprattutto in estate, gli elevati valori di questo gas si ripercuotono sulle coltivazioni provocando danni visibili alle specie più sensibili, fino a provocare evidenti processi di invecchiamento prematuro. L ozono, penetrando all interno delle foglie, determina alterazioni funzionali a livello cellulare che poi si mostrano macroscopicamente in clorosi e necrosi fogliare e ridotto accrescimento a livello di organismo. Questo sembra essere uno dei principali fattori alla base del declino forestale osservato sia in Europa che in America. Il primo effetto visibile della presenza di ozono si manifesta sui cloroplasti che, dopo l esposizione, assumono una colorazione verde chiara e si rompono facilmente, disperdendo la clorofilla nel citoplasma cellulare. Alcune specie (come il tabacco, gli spinaci, l erba medica, l avena, la segale, i fagioli, l orzo e il noce) sono più sensibili di altre. Su queste piante è possibile notare la comparsa dei primi sintomi di sofferenza già a concentrazioni di 80 µg/m 3 di ozono [5]. Nella tabella seguente (Tabella ) viene riportata la sensibilità all ozono delle principali specie forestali in Italia [8]. Tabella Sensibilità all ozono delle principali specie forestali in Italia [8] Sensibilità Conifere Latifoglie Alta Abies alba, Larix decidua, Picea abies, Fagus sylvatica, Fraxinus excelsior, Populus Pinus cembra, Pinus sylvestris sp. Media Pinus halepensis Carpinus betulus, Fraxinus ornus, Quercus robur Bassa Ceratonia siliqua, Quercus ilex, Quercus cerris, Quercus suber 3.5. La prevenzione Alcune categorie di persone possono essere maggiormente sensibili agli effetti dell ozono: bambini (si tratta del gruppo più a rischio per via dell attività fisica svolta all aperto e della potenziale sensibilità; hanno maggiori probabilità di sviluppare fenomeni asmatici o altre malattie respiratorie); atleti e/o adulti che svolgono attività fisica intensa all aperto (queste persone sono più esposte rispetto alla popolazione meno attiva; per loro, come abbiamo visto, l introduzione di inquinanti nei polmoni può aumentare fino a 0 volte rispetto alla situazione di riposo); Regione Siciliana - Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente 6

17 Adempimenti attuativi del D. Lgs. maggio 004, n Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare persone con malattie respiratorie (in generale alcune patologie, come asma e broncopneumopatie croniche, rendono i polmoni più vulnerabili); anziani e/o le persone con malattie cardiache (da alcuni studi risulta che tali categorie possono sviluppare una sensibilità all ozono superiore alla media); persone con una specifica suscettibilità nei confronti dell ozono (la reazione varia da individuo ad individuo; anche soggetti in buona salute possono risultare più predisposti e sensibili di altri). Quando i livelli di ozono sono più alti del normale bisognerebbe diminuire il tempo passato all aperto, o almeno ridurre l attività fisica, per proteggere la propria salute fino al momento in cui la concentrazione del gas non scende. Le ore più calde della giornata andrebbero trascorse in ambienti chiusi, avendo l accortezza di ventilarli nei momenti freschi come la mattina presto o la sera. Poiché l intensità degli effetti dell ozono cresce con la durata dell esposizione dell individuo, la regola principale è quella di limitare l esposizione e quindi principalmente limitare le attività all aria aperta nelle ore di maggiore insolazione, generalmente dalle ore.00 alle ore E quindi consigliabile fare lavori pesanti o attività sportive nelle prime ore della mattina o in serata, quando i livelli di ozono sono minori. L esercizio fisico infatti può aumentare la frequenza respiratoria e quindi l introduzione di sostanze inquinanti nei polmoni fino a 0 volte rispetto alla situazione di riposo [5]. Anche l alimentazione nelle giornate di alti livelli di ozono ha una grande importanza. Una dieta ricca di sostanze antiossidanti può aiutare ad abbassare la sensibilità di un individuo all ozono ed è quindi consigliato, in questi periodi, privilegiare cibi che contengano tali elementi. I cibi ricchi di antiossidanti sono principalmente frutta e verdura di stagione; per esempio la vitamina C è disponibile in pomodori, peperoni, patate, cavoli, broccoli, verdure a foglia verde, agrumi, fragole, meloni. Utile a tale scopo sono anche la vitamina E (uova, asparagi, avocado, noci, mandorle, germe di grano, olio di oliva, olio di arachidi, olio di germe di grano, olio di fegato di merluzzo) e il selenio (pollo, fegato, tonno, molluschi, pomodori, broccoli, cavoli, cipolle, funghi, cereali integrali, lievito di birra, germe di grano). Per i soggetti rientranti nelle categorie a rischio, e in generale per le persone anziane e per i bambini, è consigliabile seguire questi suggerimenti anche con livelli di ozono inferiori alla soglia di informazione (80 µg/m 3 ) [5] Riduzione dell inquinamento e mitigazione del rischio Abbattere l ozono è difficile perché, come abbiamo visto, non si tratta di un inquinante primario ma è frutto di una interazione tra luce solare, ossidi di azoto (derivanti dal traffico) e composti organici volatili (prodotti prevalentemente dall industria). Occorre quindi intraprendere azioni mirate contro i precursori e considerare l ambiente territoriale in cui si opera. Per quanto concerne la possibilità di definire azioni volte alla riduzione delle concentrazioni in aria, l approccio deve essere necessariamente differente rispetto a quello adottabile per gli inquinanti primari. Le azioni a livello locale possono avere una incidenza relativa, se non correlate con azioni di livello generale. Per questo motivo la normativa di attuazione della direttiva 00/3/CE [] dispone che le possibili azioni da intraprendere a livello locale debbano essere correlate con il Regione Siciliana - Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente 7

18 Adempimenti attuativi del D. Lgs. maggio 004, n Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare Piano nazionale delle emissioni di cui al D. Lgs maggio 004, n. 7 [7], che ha dato attuazione della Direttiva 00/8/CE del 3 ottobre 00, relativa ai limiti nazionali di emissione delle sostanze inquinanti ad effetto acidificante ed eutrofizzante e dei precursori dell ozono. La direttiva stabilisce che ogni stato membro debba, entro il 00, rispettare determinati tetti di emissione di biossido di zolfo, ossidi di azoto, composti organici volatili ed ammoniaca, provenienti da trasporti, riscaldamento per uso civile, industrie, agricoltura, allevamento, e altri settori. Regione Siciliana - Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente 8

19 Adempimenti attuativi del D. Lgs. maggio 004, n Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare 4. Il contesto normativo I principi di base per la valutazione e gestione della qualità dell aria ambiente sono introdotti dai seguenti atti normativi: Direttiva 96/6/CE in materia di valutazione e gestione della qualità dell aria ambiente recepita da: Decreto Legislativo 4 Agosto 999, n. 35 Attuazione della direttiva 96/6/CE, del Consiglio, del 7 settembre 996, in materia di valutazione e di gestione della qualità dell aria ambiente [4] (Gazzetta Ufficiale n. 4 del 3 ottobre 999); regolata da: Decreto del Ministero dell ambiente e della tutela del territorio ottobre 00, n. 6 Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell'aria ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 999, n. 35 [6] (Gazzetta Ufficiale n. 7 del 0 novembre 00); La direttiva dispone la progressiva abrogazione di tutte le precedenti normative con le quali erano stati fissati, per gli specifici inquinanti, i valori di riferimento per il controllo della qualità dell aria, demandando alle cosiddette direttive figlie la fissazione di valori limite, valori di allarme e valori obiettivo. Essa fissa inoltre i criteri di base per valutare la qualità dell aria e per impostare le azioni atte a mantenere la qualità dell aria laddove essa è buona e migliorarla negli altri casi. Per tale valutazione, la direttiva prevede la possibilità di fare ricorso, a seconda dei livelli di inquinamento riscontrati, non solo alla misura diretta, ma anche a tecniche di modellizzazione ed a stime obiettive. Con riferimento agli inquinanti principali i valori di riferimento sono stati introdotti dai seguenti atti normativi: Direttiva 999/30/CE del Consiglio del aprile 999, concernente i valori limite di qualità dell aria ambiente per biossido di zolfo, ossidi di azoto, particelle e piombo; Direttiva 000/69/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 6 novembre 000, concernente i valori per il benzene ed il monossido di carbonio nell aria ambiente; recepite da: Decreto del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio del Aprile 00, n. 60 Recepimento della direttiva 999/30/CE del Consiglio del aprile 999 concernente i valori limite di qualità dell aria ambiente per il biossido di zolfo, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 000/69/CE relativa ai valori per il benzene ed il monossido di carbonio nell aria ambiente [5] ; Direttiva 00/8/CE del 3 ottobre 00, relativa ai limiti nazionali di emissione delle sostanze inquinanti ad effetto acidificante ed eutrofizzante e dei precursori dell ozono [] ; recepita da: Decreto Legislativo maggio 004, n. 7 Attuazione della direttiva 00/8/CE relativa ai limiti nazionali di emissione di alcuni inquinanti atmosferici [7] ; Regione Siciliana - Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente 9

20 Adempimenti attuativi del D. Lgs. maggio 004, n Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare Direttiva 00/3/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del febbraio 00, relativa all ozono nell aria [] ; recepita da: Decreto legislativo /05/004 n. 83 Attuazione della direttiva 00/3/CE relativa all ozono nell aria [8] ; Direttiva 004/07/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 dicembre 004, concernente l arsenico, il cadmio, il mercurio, il nichel e gli idrocarburi policiclici aromatici nell aria ambiente; recepita da: Decreto Legislativo 3 Agosto 007, n. 5 Attuazione della direttiva 004/07/CE concernente l'arsenico, il cadmio, il mercurio, il nichel e gli idrocarburi policiclici aromatici nell'aria ambiente. Con riferimento agli inquinanti sopra citati sono necessarie le seguenti azioni finalizzate alla classificazione del territorio regionale: valutazione preliminare della qualità dell aria ambiente, come previsto dal Decreto Legislativo 4 agosto 999, n. 35 [4] ; classificazione del territorio in zone o agglomerati, in conformità a quanto fissato dal Decreto Ministeriale aprile 00 n. 60 [5] ; elaborazione dei piani e programmi previsti dal Decreto Legislativo 4 agosto 999, n. 35 [4]. Con riferimento alla classificazione del territorio regionale, la Regione Siciliana ha recentemente aggiornato la valutazione della qualità dell aria e la zonizzazione del territorio regionale per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, il particolato atmosferico, il monossido di carbonio ed il benzene con il D.A. 94/GAB 4 luglio 008 [], mentre è in fase di adozione la zonizzazione preliminare per IPA e metalli pesanti, ai sensi del D. Lgs. 3 agosto 007, n. 5. In data giugno 008 è entrata in vigore la nuova direttiva sulla qualità dell aria ambiente e un aria più pulita per l Europa, adottata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio Il maggio 008, la direttiva 008/50/CE [9]. Tale direttiva riunisce in un unico atto legislativo la maggior parte della legislazione vigente in materia, ossia la direttiva 96/6/CE, le prime tre direttive figlie e la Decisione sullo scambio di informazioni 97/0/CE, senza introdurre sostanziali modifiche nell assetto generale del quadro normativo di riferimento e negli standard esistenti. Le principali novità introdotte riguardano il monitoraggio ed il controllo del PM.5, la valutazione del contributo delle fonti naturali di inquinamento, e la possibilità di richiedere estensioni temporali al rispetto dei valori limite stabiliti per il biossido di azoto, il benzene ed il PM 0. Gli Stati membri dell Unione hanno a disposizione due anni per il recepimento della nuova direttiva negli ordinamenti nazionali e fino a quel momento continuerà ad applicarsi la legislazione vigente. Va comunque sottolineato che, per quanto riguarda l ozono troposferico, la nuova direttiva non introduce cambiamenti rilevanti nelle disposizioni già previste dalla direttiva 00/3/CE. L ozono è stato trattato da un normativa di settore, il Decreto Legislativo maggio 004, n. 83 [5], che ha recepito la Direttiva 00/3/CE [] e ha abrogato, con l art. 0, le precedenti norme contenenti disposizioni riferite all ozono nell aria ambiente. Il decreto definisce: Regione Siciliana - Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente 0

21 Adempimenti attuativi del D. Lgs. maggio 004, n Valutazione preliminare e zonizzazione preliminare i valori bersaglio, gli obiettivi a lungo termine, la soglia di allarme e la soglia di informazione, al fine di prevenire o ridurre gli effetti nocivi dell ozono sulla salute umana, sugli ecosistemi e sull ambiente; i metodi e criteri per la valutazione delle concentrazioni di ozono nell aria ambiente; le modalità per il trasferimento delle informazioni sulle concentrazioni di ozono e suoi precursori e per garantire che tali informazioni siano rese pubbliche; le disposizioni finalizzate a mantenere la qualità dell aria relativamente all ozono dove essa è buona e migliorarla negli altri casi. Il D. Lgs. n. 83/04 prescrive inoltre: l elaborazione di piani o di programmi (che possono essere integrati con quelli relativi agli altri inquinanti) di miglioramento della qualità dell aria nelle zone e negli agglomerati in cui l ozono supera i valori bersaglio; l adozione di misure efficaci, coerenti con quanto disposto al punto precedente e con le misure nazionali, ai fini del conseguimento degli obiettivi a lungo termine; l adozione di misure al fine di preservare la qualità nell aria nelle zone e negli agglomerati in cui le concentrazioni sono inferiori agli obiettivi a lungo termine Il decreto prevede infine l obbligo di effettuare misurazioni dei precursori dell ozono (ossidi di azoto e composti organici volatili) finalizzate ad analizzare le tendenze, verificare l utilità delle strategie di riduzione delle emissioni, verificare gli inventari delle emissioni e la correlazione fra le fonti di emissioni e l inquinamento. Le misurazioni hanno inoltre la finalità di approfondire la conoscenza dei processi di formazione dell ozono e di dispersione dei precursori, e di migliorare l applicazione di modelli fotochimici. Regione Siciliana - Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente

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