IL SEGNO SCRITTO LABORATORIO DI COMUNICAZIONE VISIVA PER EVENTI CULTURALI

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1 IL SEGNO SCRITTO Fin dall antichità l uomo ha comunicato con i suoi simili. Alcuni studiosi fanno addirittura iniziare la storia dell umanità dalla comparsa della scrittura. Tuttavia, anche i nostri antenati comunicavano, e non solo con i suoni e le parole: si servivano della grafica.

2 La comunicazione visiva di un messaggio avviene attraverso dei segni, delle lettere e delle immagini. Per comunicare si possono utilizzare vari canali (fogli di carta, monitor, insegne,..) ed utilizzare differenti tecniche, che devono essere studiate attentamente ed apprese, per poter acquisire una corretta metodologia progettuale.

3 Il grafico, infatti, deve apprendere le nozioni tipografiche di base e le regole legate all organizzazione dello spazio. I messaggi visivi che riceviamo spesso sono costituiti da lettere dell alfabeto o numeri, come possiamo facilmente verificare osservando le insegne dei negozi o i giornali.

4 Le lettere costituiscono un alfabeto, mentre un insieme finito di segni grafici, convenzionalmente usati per rappresentare, conservare e trasmettere delle informazioni, viene definito scrittura. Noi percepiamo la scrittura come un immagine: questo significa che ogni parola ha una sua forma particolare, che la differenzia dalle altre. Le parole sono costituite da segni che devono essere visibili e riconoscibili. Dato che i segni utilizzati per trasmettere delle informazioni sono sempre visibili, non importa se sono organizzati per formare l alfabeto latino, cinese o arabo. In ogni caso essi hanno una forma.

5 Dal momento in cui le forme delle lettere diventano convenzionali e riconosciute da tutti come tali, possiamo parlare di codici visivi. Definita in questo modo, qualunque scrittura è (almeno virtualmente) di competenza della progettazione grafica, per cui si può affermare che tutte le scritture sono grafica, tutta la grafica è scrittura.

6 In questo senso, il centro focale del fare grafica diventa l utilizzazione consapevole dei codici visivi e dei segni, che assicurino al destinatario la possibilità di decodificare il messaggio, cioè di interpretare le informazioni, in modo semplice e corretto. Il procedimento di trasmissione e comunicazione delle informazioni viene chiamato tipografico (scrivere con il carattere).

7 I caratteri tipografici sono, dunque, delle immagini visive che ci comunicano informazioni. Affinchè, però, possano svolgere correttamente questa funzione, è necessario porre grande attenzione alla loro scelta.

8 Un lettering sbagliato a livello progettuale può compromettere uno stampato riducendone o impedendone la leggibilità, o creando un fastidioso contrasto col contenuto del testo. Le basi nozionistiche su cui si fonda il design grafico sostanzialmente rimangono quelle della tradizione tipografica, con tutte le buone regole connesse con l architettura della pagina, la percezione visiva ed il bagaglio culturale personale.

9 La tipografia è una parte fondamentale della progettazione grafica.

10 LA STORIA E LE FAMIGLIE DEI CARATTERI Nel corso dei Secoli, da una trasmissione delle informazioni orale, si è passati ad una trasmissione scritto-figurativa, che si serve di segni codificati e di figure. Con la comunicazione orale le informazioni erano accessibili solo ad un numero limitato di persone, ed erano destinate per lo più a perdersi nella memoria dei singoli, a non superare le barriere del tempo.

11 Attraverso lo sviluppo della scrittura, invece, le informazioni hanno sconfitto il tempo così che noi, oggi, siamo in grado di conoscere gli aspetti più importanti della storia, dal lontano passato sino ai giorni nostri.

12 Conoscere il numero di alfabeti utilizzati dall uomo nell antichità, nei diversi paesi, richiede uno studio lungo ed approfondito. Innanzitutto, un alfabeto per essere considerato tale, deve essere formato da un certo numero fisso di segni, ognuno dei quali corrisponde ad un singolo suono, e tutti i segni possono essere combinati fra loro, visualizzando così le parole.

13 Come detto, il nostro attuale sistema di scrittura si è formato attraverso una serie di esperienze e di modificazioni operate da molti popoli. In sintesi, ecco le principali tappe della sua evoluzione.

14 LA SCRITTURA FENICIA

15 LA SCRITTURA GRECA La rivoluzione operata sta nel non considerare più la sillaba come unità linguistica fondamentale, ma nello scioglierla in consonanti e vocali, dando loro un identità visiva.

16 LA SCRITTURA ROMANA

17 LA SCRITTURA CAROLINGIA

18 LA SCRITTURA GOTICA Con l invenzione della stampa (Gutenberg, 1450), il Gotico venne riprodotto in caratteri mobili: nacque così il primo libro della storia, la Bibbia a 42 linee.

19 LA SCRITTURA DEL 700 La diffusione del libro e delle stamperie in tutta Europa rese popolari i disegnatori di caratteri, considerati dei veri e propri artisti. Il disegno dei caratteri si basò sui rapporti armonici del modulo rettangolare, del cerchio e del quadrato.

20 L italiano Bodoni, nel 1768, elaborò un carattere tipografico chiamato bodoniano, nella cui costruzione delle lettere si individuano quattro virtù: regolarità (conforme ad uno schema strutturale), buon gusto (sobrietà), nitidezza (leggibile) e bellezza.

21 LA SCRITTURA DELL 800 E DEL 900 Con la rivoluzione industriale la bottega tipografica venne sostituita dall industria meccanizzata. Si introdussero nuovi alfabeti, detti fantasia, costituiti da stili differenti, da deformazioni geometriche.

22 The Times Nei primi anni del 900, nella scuola della Bauhaus, lo studio degli alfabeti portò ad un disegno dai tratti neri, semplici e funzionali. Nel 1932, in Inghilterra, nacque il quotidiano The Times, la cui testata era disegnata con un nuovo carattere, chiamato Times New Roman, che viene tuttora utilizzato. Times New Roman

23 LE FAMIGLIE DEI CARATTERI Una famiglia di caratteri include la differenza di spessore, larghezza e corsivi. I nomi più noti di famiglie con un ampia gamma di variazioni sono: Univers, Times New Roman, Arial e Garamond. Spesso le famiglie di caratteri prendono il nome dal loro ideatore. Il continuo studio ed incremento dei caratteri da stampa ha portato ad individuare criteri di classificazione che tendono a raggruppare i caratteri in famiglie secondo soluzioni grafiche ben precise e funzionali, essenziali alla lettura.

24 Una prima distinzione considera l esistenza o meno dei tratti terminali delle lettere, suddividendoli in: - graziati con tratti terminali di diverso spessore (serif) - lineari con tratti terminali senza grazie (sans serif) - fantasia con tratti terminali disegnati in modi differenti

25 IL SEGNO ALFABETICO L unità di misura del carattere tipografico è il punto, e lo strumento per la sua misurazione è il tipometro. Il punto Didot (1770) misura mm, il suo multiplo è la riga tipografica, composta da 12 punti. (la sola Inghilterra usa il punto Pica di mm)

26 Ogni lettera, minuscola o maiuscola che sia, è costituita da una struttura grafica chiamata asta. Le aste possono essere regolari o di vario spessore. Nelle minuscole le aste fuoriescono da linee parallele (occhio) in cui sono inserite le parti centrali delle lettere. Le aste possono essere: - discendenti - ascendenti - centrali

27 TONO ASTA ASCENDENTE LINEA ASCENDENTI MINUSCOLE LINEA ASCENDENTI MAIUSCOLE OCCHIO CORPO LINEA BASE LINEA DISCENDENTI ASTA DISCENDENTE Ogni lettera, minuscola o maiuscola che sia, è costituita da: - Asta, parte piena, dritta, curva o inclinata del carattere - Tono, il valore dello spessore dell asta principale del carattere (- Grazia, parte terminale della lettera che differenzia i diversi stili) - Corpo, la dimensione del carattere - Occhio, la parte centrale di una lettera

28 LA CLASSIFICAZIONE DEI CARATTERI Tutte le lettere hanno punti e segni di riferimento comuni che ne consentono il riconoscimento delle varie parti delle loro forme e ci aiutano ad identificare morfologicamente famiglie e font. Lo stile di un carattere viene identificato sulla base di vari interventi proporzionali: tra altezza e larghezza, tra chiaro e scuro, tra essenzialità e abbellimento, tra parte centrale e complessiva, tra aste e grazie, tra presenza o assenza delle grazie.

29 Secondo lo schema di Aldo Novarese ( ), studioso e disegnatore di estetica del carattere presso la famosa fonderia di caratteri Nebiolo, i caratteri vanno suddivisi in dieci gruppi:

30 I LAPIDARI derivano dalle incisioni romane, hanno poco contrasto tra le aste e le grazie che si presentano a sezione rettangolare.

31 I MEDIEVALI derivano dal periodo gotico, hanno grazie e forma a losanga. Sono molto decorati.

32 I VENEZIANI con grazie dagli spigoli arrotondati e aste poco contrastate, derivano dalla scrittura umanistica.

33 I TRANSIZIONALI derivano dal tardo Barocco, hanno aste contrastate e grazie triangolari.

34 I BODONIANI derivano dalla tecnica di incisione a bulino con lama larga e con punta sottile. Hanno aste fortemente contrastate alle grazie sottili.

35 GLI EGIZIANI hanno aste e grazie rettangolari quasi uniformi.

36 I LINEARI hanno aste uniformi e non possiedono le grazie.

37 I FANTASIA sono dei caratteri dalle soluzioni fantasiose e personali.

38 Oggi si possono ancora individuare alcuni caratteri di origine antica sebbene l era del digitale abbia consentito un notevole incremento nella creazione e realizzazione di caratteri, alcuni totalmente nuovi, altri rivisti sulla morfologia di famiglie esistenti.

39 Lo stile del carattere può essere: Roman (regolare) Light (chiaro) Boldface (grassetto) Italic (corsivo) Condensed (compresso) Extended (esteso)

40 La grafica senza la tipografia è impensabile F. H. K. Henrion Il carattere è senza dubbio il protagonista della grafica, così come lo è il punto per il disegno. Il termine stesso di carattere ha un doppio significato nella lingua italiana: quello di carattere tipografico, appunto, e quello di insieme dei tratti fisici, morali e comportamentali che contraddistinguono e differenziano le singole persone. A ben vedere, c è un filo comune che collega entrambi i significati.

41 Infatti, come il carattere del singolo individuo è diverso dagli altri per tratti fisici o sociali, così il carattere tipografico si differenzia per famiglie. Il carattere tipografico ha una doppia valenza: iconica (dove l importanza si ferma alla visione estetica della forma) e verbale (in cui lo strumento diviene prevalentemente tecnico a servizio del contenuto).

42 Il lettore chiede al lettering leggibilità e chiarezza di contenuto del testo, più che una costruzione rigorosa e piacevolezza armonica. In questo caso il lettering ha una funzione strettamente tecnica, a servizio del contenuto, parla cioè di altro e non di se stesso. Ma il lettore attento sa bene che non ci può essere una buona percezione del testo se la disposizione e la scelta del carattere, del suo corpo, del suo stile, non sono appropriate al contenuto del testo stesso.

43 Quindi la cultura della tipografia non è determinata soltanto dalla leggibilità del carattere. È anche definita, ad esempio, dalla sua forma grafica (i bianchi all interno delle lettere e i bianchi tra le lettere) o dal rapporto tra questa e il corpo del carattere. Nel lettering, cultura e tecnica di scrittura lavorano insieme, al servizio dell immagine. Anche il lettering è un immagine visiva, ci comunica ricordi, storia, sedimentazioni culturali.

44 Consideriamo inoltre il carattere come mezzo grafico utilizzabile anche come immagine, e farlo diventare punto centrale per creare interesse o per produrre una particolare atmosfera. La personalità insita nei caratteri tipografici contribuisce a suggerire particolari sensazioni al lettore, mentre l uso attento del font può caratterizzare il messaggio.

45 - È vietato utilizzare contemporaneamente troppi caratteri - È vietatissimo stretchare e deformare i caratteri

46 Ci sono diversi modi di comporre un testo: A BLOCCHETTO Questo è un testo finto che mi serve solo per farvi vedere i diversi modi di composizione di un blocco testo. Questo è un testo finto che mi serve solo per farvi vedere i diversi modi di composizione di un blocco testo. Questo è un testo finto che mi serve solo per farvi vedere i diversi modi di composizione di un blocco testo.

47 A EPIGRAFE Questo è un testo finto che mi serve solo per farvi vedere i diversi modi di composizione di un blocco testo. Questo è un testo finto che mi serve solo per farvi vedere i diversi modi di composizione di un blocco testo. Questo è un testo finto che mi serve solo per farvi

48 A BANDIERA Questo è un testo finto che mi serve solo per farvi vedere i diversi modi di composizione di un blocco testo. Questo è un testo finto che mi serve solo per farvi vedere i diversi modi di composizione di un blocco testo. Questo è un testo finto che mi serve solo per farvi vedere i diversi modi di composizione di un blocco testo. Questo è un testo finto che mi serve solo per farvi vedere i diversi modi di composizione di un blocco testo. Questo è un testo finto che mi serve solo per farvi vedere i diversi modi di composizione di un blocco testo. Questo è un testo finto che mi serve solo per farvi vedere i diversi modi di composizione di un blocco testo.

49 I caratteri sono la voce delle parole e specificano il tono di un testo. La scelta di un font rispetto ad un altro nasce dalla valutazione estetica e di comunicazione visiva appropriata al messaggio. Per rafforzare il concetto si può integrare il significato delle parole in un aspetto iconico che lo rappresenti. Le parole diventano, così, immagini delle parole, dei gesti, dei suoni, dei rumori.

50 L IDENTITÀ VISIVA: IL MARCHIO Con questo termine s intende un segno che propone e distingue, attraverso un particolare disegno, i tratti caratterizzanti di un determinato referente (persona, azienda, ente,..), rendendolo riconoscibile da parte del pubblico e differenziandolo dalla concorrenza. La realizzazione di un marchio è uno dei compiti più difficili, perchè si deve creare un supersegno che esprima delle idee, uno stile, una filosofia.

51 Per ottenere un marchio, si può sviluppare una semplice rappresentazione grafica del nome, un simbolo astratto che esprime la ragione sociale o il nome del prodotto, o un segno privo di qualsiasi significato referenziale. Il marchio può essere:

52 FIGURATIVO Il segno rappresenta in modo realistico una forma esistente o immaginata (animali, figure umane, vegetali, oggetti,..)

53 ASTRATTO Il segno non fa riferimenti né rappresenta forme esistenti. Può essere costituito sia da forme geometriche sia da segni gestuali. Si può creare una struttura che crei illusione ottica continua, oppure si può usare il marchio per esaltare l aspetto funzionale ed emotivo del prodotto, dandogli ad esempio un senso di energia e di movimento. I simboli astratti richiedono grande abilità, perchè devono rispondere contemporaneamente ad esigenze di appeal e di differenziazione.

54 SIMBOLICO Il segno simboleggia il suo referente o lo suggerisce per associazione di idee. Ognuno vede quello che sa. Bruno Munari Qualsiasi elemento può diventare simbolo: il sole, l acqua, i numeri. Le forme astratte o quelle geometriche sono diventate simboli quando implicavano qualcosa che stava al di là del loro significato ovvio e di immediata percezione.

55 LOGOTIPO S intende il particolare aspetto grafico-verbale, espresso in forma tipografica, di un referente. Il logotipo può essere l espressione grafica di un nome, di una parola. Può anche essere integrato con forme geometriche o iconiche. Può essere costituito da una parola per esteso, da una sigla o da una semplice iniziale (per estensione di significato).

56 LOGOTIPO BASATO SUL NOME Deve la sua unicità al nome del prodotto, scritto in uno stile grafico particolare. Trasmette un messaggio chiaro ed è particolarmente appropriato quando il nome è corto e facile da usare.

57 LOGOTIPO EMBLEMA È formato dal nome, nel suo stile caratteristico, racchiuso in un simbolo visivo: un ovale o un cerchio (simboli femminili), un riquadro o un triangolo (simboli maschili).

58 LOGOTIPO FIGURATO La rappresentazione d insieme ha un valore preponderante rispetto al nome che testimonia la marca. La combinazione del design col nome crea uno stile molto efficace.

59 LOGOTIPO ALLUSIVO Il logotipo della A di Alitalia è stato certamente studiato per richiamare alla mente lo stabilizzatore orizzontale di un aereo. In un certo senso, l allusione contenuta in un marchio funziona come richiamo ad un messaggio segreto, tant è che l allusione può sfuggire alla maggior parte degli osservatori.

60 LOGOTIPO ASSOCIATIVO È un logotipo di libera invenzione: di solito non contiene il nome del prodotto, ma evoca sempre un associazione diretta col nome, il prodotto o l area di attività. Ne è un esempio la conchiglia della Shell, Monsieur Bibendum della Michelin,..

61 LOGOTIPO TIPOGRAMMA È quello composto dall iniziale, o dalle iniziali del nome, composte ed assemblate tra loro, a formare una sigla.

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