RISCHIO BIOLOGICO e PREVENZIONE
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- Franco Marchetti
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1 RISCHIO BIOLOGICO e PREVENZIONE
2 ARGOMENTI Introduzione (patogeni, modalità di trasmissione, difese) Epatiti virali, meningite, TBC, HIV- AIDS Presidi Guanti Mascherine Camici Occhiali Manipolazione Pulizia Ambulanza Lavaggio mani Oggetti taglienti Rifiuti pericolosi Biancheria
3 MICRORGANISMI E OSPITE Saprofiti, commensali Microrganismi ospitati dall uomo senza che si sviluppi malattia Ruolo Esempio: aiuto digestione, produzione vitamina K, competizione patogeni Opportunisti Convivono con l uomo, ma se le difese immunitarie calano malattia (es. candidosi) PATOGENI possono causare malattia anche in soggetti SANI MALATTIA alterazione dello stato fisiologico e psicologico dell organismo che porta a ridurre o modificare le funzionalità normali del corpo
4 PATOGENO OSPITE - AMBIENTE Agente infettante RISERVA degli AGENTI INFETTIVI malato UOMO portatore ANIMALE (es. salmonella) AMBIENTE (es. tetano, tifo)
5 COME SI POSSONO TRASMETTERE LE MALATTIE INFETTIVE? CONTATTO DIRETTO: cute non integra (ferite, screpolature, macerazione) ferita con oggetti taglienti (aghi) contatto pelle pelle con un sogg. portatore es. scabbia Epatite HIV CONTATTO INDIRETTO: alimenti contaminati (es. salmonella, epatite A ed E) oggetti contaminati superfici contaminate (es. papilloma virus della verruca) N.B. Insetti e roditori = vettori Contaminazione alimenti o trasmissione diretta (es. Plasmodio)
6 COME SI POSSONO TRASMETTERE LE MALATTIE INFETTIVE? VIA AEREA 1) Goccioline piccole (aerosol): microbi nelle cavità nasali e orale vengono emessi nell ambiente tramite starnuto, tosse e microgoccioline nel parlare Restano sospese nell aria anche per ore, si possono spostare negli ambienti ed essere inalate Es. morbillo, varicella, tubercolosi 2) Goccioline grosse (> 5 micron): da cavità nasali o faringe NON restano sospese NON superano il metro di distanza dopo emissione Es. Meningite e virus influenza
7 LE NOSTRE DIFESE Barriere naturali cute mucose (muco ed enzimi anti-batterici) sudore (ph acido) Sistema immunitario macrofagi natural killer cells anticorpi
8 EPATITI VIRALI Con il termine epatiti virali si intendono una serie di forme infettive di origine virale che colpiscono il fegato. Numerosi sono i virus in grado di provocare danni a livello epatico, ma alcuni virus hanno un tropismo elettivo per il fegato. Suddividiamo i virus in: virus epatitici a trasmissione oro-fecale: EPATITE A (HAV) EPATITE E (HEV) virus epatitici a trasmissione parenterale (e sessuale): EPATITE B (HBV) EPATITE C (HCV) EPATITE delta (HDV)
9 EPATITE A Il virus HAV penetra per via orale, raggiunge l intestino e da qui il fegato. - L infezione per via orale può essere diretta interumana oppure indiretta attraverso veicoli l acqua e gli alimenti (soprattutto frutti di mare e verdure consumati crudi) La malattia acuta si risolve in 4-6 settimane; pochi casi (5-10%) sono a durata protratta (2-4 mesi). La malattia non cronicizza mai. VACCINO ANTI-EPATITE A Somministrazione: - almeno 2 settimane prima dell'eventuale esposizione; - iniezione per via intramuscolare. 2 Dosi:- 1^ dose al tempo 0-2^ dose dopo 6 mesi Protezione: - il vaccino risulta efficace in circa il 100% dei casi; - la protezione ha una durata di anni
10 EPATITE B L infezione é diffusa in tutto il mondo, specie nelle zone tropicali e subtropicali; in correlazione con professioni, condizioni o abitudini a rischio (dentisti, chirurghi, politrasfusi, tossicodipendenti, promiscuità sessuale). In Italia la malattia rappresenta circa il 40% delle epatiti notificate Unica sorgente di infezione é l uomo, malato o portatore. Incubazione: giorni in media TRASMISSIONE: via parenterale. L HBV presente in: sangue, urina, saliva, lacrime, bile, latte materno Contatto diretto: contatto con sangue di sogg. portatori, ferite con ogg. Contaminati, schizzi materiale infetto nelle mucose, per via sessuale Trasmissione verticale: madre-neonato. 90% dei neonati da madri portatrici di HBV diventa portatore cronico
11 HBV Contagiosità: da varie settimane prima della comparsa dei sintomi, permane durante tutta la malattia Altamente infettante: 100 volte più dell HIV Resiste nell ambiente (più di 7 giorni) Inattivato a 100 C per 15 Se cronicizza Cirrosi epatica Epatocarcinoma Sintomi: febbre, mal di testa, nausea, vomito, urine scure, ittero Vaccinazione: obbligatoria in Italia per i nuovi nati dal 1991, efficacia del 95% circa, protezione per 5-10 anni. La vaccinazione va fatta anche a soggetti a rischio (conviventi di malati, politrasfusi, personale sanitario, detenuti, addetti ai rifiuti etc.).
12 EPATITE C L agente causale e un virus (HCV) che ha un notevole grado di variabilità strutturale, e, probabilmente, in questo modo elude la risposta immune dell ospite. Il contagio avviene per via parenterale. La malattia é diffusa in tutto il mondo. In Italia la malattia da HCV rappresenta il 15-18% di tutte le epatiti: sono a rischio i tossicodipendenti per via e.v., i politrasfusi, gli emodializzati e gli operatori sanitari. Il 70% dei casi cronicizza: rischio di cirrosi epatica e epatocarcinoma
13 MENINGITE MENINGITE VIRALE Generalmente benigna, raramente fatale. Enterovirus: circa 80% dei casi; altri virus, specie del gruppo Herpes Virus, rappresentano la quota rimanente. Nella maggior parte dei casi non occorre trattamento specifico guarigione senza terapia in 3-8 giorni. Le forme erpetiche richiedono terapia antivirale sistemica ed hanno durata maggiore e prognosi peggiore rispetto a quelle da Enterovirus. MENINGITE BATTERICA E l'infezione più comune e rilevante del Sistema Nervoso Centrale, che può progredire rapidamente e portare a morte o disabilità permanente. - Nel neonato: streptococco =βemolitico gruppob; Lysteria monocytogenes; bacilli gram negativi (E. coli, Proteus, altri) - Dopo il periodo neonatale: Haemophilus influenzae tipo b (Hib); Streptococcus pneumoniae (pneumococco); Neisseria meningitidis (meningococco)
14 TIPI DI BATTERI COINVOLTI In Europa la meningite è: 1 da Pneumococco; 2 da Neisseria meningitidis; 3 da Haemophilus Influentiae In Italia le forme da meningococco (Neisseria M.) rappresentano circa 200 casi all anno Esistono 13 sierogruppi classificati in base alla reattività anticorpale della capsula. Di essi, solo una parte (5) sono responsabili per la maggior parte delle meningiti: i ceppi A, B, C, Y e W-135. Il Ceppo B è la causa del 75 % dei casi di meningite meningococcica e presenta il più alto tasso di mortalità.
15 Neisseria meningitidis scarsa resistenza nell ambiente e ai disinfettanti Fonte: uomo sia malato che portatore Trasmissione: contatto diretto con goccioline grosse nasali / faringee Incubazione: 3-4 giorni in media Sintomi: febbre, cefalea, letargia, rigidità nucale Di solito causa solo una nasofaringite Polmonite Colonizzazione naso-faringea Otite Disseminazione ematogena Sepsi Meningite purulenta
16 VACCINI ANTI MENINGOCOCCO Il vaccino contro il meningococco C è attivo e ben tollerato. Gli effetti collaterali nel 3-5% dei casi sono dolore, astenia, rossore nella zona di iniezione, febbricola. L immunità compare a 8-15 giorni dall iniezione. Non esiste vaccino per il sierotipo B.
17 TBC Agente eziologico: Micobacterium tubercolosis Fonte: malato TBC aperta / NB il pz con TBC in atto NON aperta NON è pericoloso Modalità di trasmissione: le goccioline cariche di bacilli, emesse dal paziente affetto da TBC contagiosa, tramite starnuti, espettorazione. Le goccioline rimangono sospese nell aria per ore, possono spostarsi tra gli ambienti ed essere inalate. Trasmissibilità stato di immunitario ospite, tempo di esposizione, infettività del pz. Incubazione: 2-12 settimane, rischio di tubercolosi polmonare progressiva entro il 1 anno dall infezione; l infezione latente resta tutta la vita Sintomatologia : cefalea, malessere, astenia, febbricola, sudorazione e dimagramento
18 Cenni clinici: l infezione da primo impianto del micobatterio nell organismo ospite non significa necessariamente malattia tubercolare. La maggior parte degli individui, infatti, viene infettata in modo del tutto asintomatica I segni dell avvenuta infezione sono di carattere radiologico (calcificazioni apprezzabili solo quando raggiungono dimensioni di una certa entità) e biologico (positività mantoux). Circa il 90 % -95 % di questi soggetti con infezione iniziale entrano in una fase di latenza per cui per tutta la vita vi e il rischio di riattivazione La tubercolosi polmonare progressiva ha origine da reinfezione esogena (da bacilli introdotti dall esterno) o da riattivazione endogena di un focolaio latente che e residuato da un infezione iniziale. Il completamento di una chemioterapia appropriata quasi sempre porta a guarigione, anche nelle persone con HIV. Se non trattata, circa la metà dei pazienti muore nell arco di 5 anni,una maggioranza di questi nel giro di 18 mesi.
19 HIV - AIDS L A.I.D.S. o S.I.D.A. è una sindrome da immunodeficienza acquisita. E uno stato patologico in cui si ha la riduzione delle funzioni del sistema immunitario la cui causa non è congenita ma dipende da cause esterne. Il virus H.I.V. è la causa dell immunodeficienza acquisita Barriere anatomiche Risposta infiammatoria Interferon Risposta Immunitaria Linfociti B Linfociti T Macrofagi Un soggetto positivo al test anti-hiv si definisce caso di AIDS se presenta una o più tra le patologie seguenti:
20 Vie di trasmissione Rapporto sessuale non protetto con un partner sieropositivo Trasmissione verticale (da madre a figlio) - in utero; - durante il parto; - durante l allattamento Uso di droghe per endovena (ormai raro in Occidente: sangue o derivati di sangue infetto) La maggior parti dei fluidi corporei delle persone sieropositive contengono una quantità di virus sufficiente a trasmettere l infezione ad altre persone. Questi fluidi corporei includono il sangue, le secrezioni vaginali, lo sperma e il latte materno. Anche le lacrime e la saliva sarebbero teoricamente in grado di trasmettere il virus. Tuttavia, non sono mai stati segnalati casi di trasmissione dell HIV attraverso questi fluidi. Trasfusioni sanguigne: in occidente, l infezione tramite trasfusione è ora estremamente rara grazie agli eccellenti controlli delle banche del sangue.
21 Trasmissione per via parenterale Rischio d infezione professionale è % rispetto al 20-25% del rischio per l epatite B La malattia però è molto seria DPI fondamentali. Considerare ogni sogg. potenzialmente infetto da HIV
22 PRECAUZIONE STANDARD E DPI Insieme di norme e dispositivi finalizzati ad evitare il diffondersi delle infezioni e a prevenire / ridurre il rischio di infortuni caratterizzati dall esposizione parenterale o della mucosa o della cute non integra a liquidi biologici Misure di controllo DPI CORRETTO LAVAGGIO delle MANI CORRETTA GESTIONE MATERIALE POTENZIALMENTE INFETTO
23 DPI: guanti, occhiali protettivi e visiere, mascherine e filtri facciali, camice Guanti da indossare SEMPRE, prima del contatto col pz. o liquidi biologici da cambiare tra 1 pz. e l altro da cambiare prima di iniziare la sistemazione dell ambulanza lavare le mani dopo aver tolto i guanti scegliere la misura adeguata tenere un paio di scorta in tasca in situazione ad alto rischio usare 2 paia NON proteggono da tagli o punture da ago verificare che siano sempre INTEGRI
24 LAVAGGIO DELLE MANI 1) Lavaggio SEMPLICE 2) Lavaggio ASETTICO Utilizzare sapone e acqua corrente, strofinare le mani ed i polsi per almeno 20 Utilizzare un appropriato antisettico o soluzione alcoolica e acqua corrente, strofinare le mani ed i polsi per circa 1 minuto Il lavaggio va fatto: Prima dell inizio del servizio Dopo aver controllato ambulanza e zaino Mani visibilmente sporche Mani a contatto con oggetti o superfici a rischio A termine servizio Dopo aver tossito o soffiato il naso Dopo aver tolto i guanti (sterili e non)
25 Lavaggio semplice delle mani con detergente 8. Risciacquare con acqua corrente accertandosi che non vi siano residui di sapone 9. Asciugare le mani
26 DOPO IL LAVAGGIO Importante ASCIUGARE BENE le mani Prevenire screpolature Prevenire proliferazione di germi NON usare asciugamani di stoffa: meglio MONOUSO o carta Sulla stoffa i germi proliferano facilmente Utilizzare un panno monouso per chiudere il rubinetto e poi gettare il panno
27 Igiene delle mani con utilizzo di un GEL disinfettante 1. Togliere anelli, bracciali, orologio - Versare il gel 2. Strofinare i palmi 3. Strofinare intrecciando le dita 4. Strofinare tutta la superficie delle mani 5. Strofinare ciascun pollice, chiudendolo nella mano opposta 6. Strofinare i palmi con la punta delle dita Continuare i vari passaggi (2-6) fino a che le mani sono ben asciutte Tempo minimo 15 secondi NON usare un panno per asciugare le mani NON usare acqua mentre si strofina Se le mani sono visibilmente sporche lavaggio sapone e acqua Dopo circa 7 applicazioni di gel lavare con acqua e sapone
28 OCCHIALI E VISIERE PREVENIRE l esposizione delle MUCOSE di bocca e occhi Da indossare quando si eseguono procedure che possono determinare l emissione di: schizzi di sangue schizzi di liquidi biologici frammenti ossei Occhialini e visiere vanno PULITI e DISINFETTATI dopo l uso!
29 MASCHERINE E FILTRI FACCIALI Mascherina chirurgica: protegge l ambiente dai microrganismi che, presenti nel cavo orale, possono essere emessi dal soggetto. blocca/ limita la trasmissione di goccioline di grandi dimensioni (5 micron) che vengono emesse a brevi distanze e non si propagano Chi la indossa? Come si indossa? Operatore a tutela del malato (es. sala operatoria; paz con AIDS) Paziente infetto o potenzialmente infetto a protezione dell esterno 1) Fissare i lacci o gli elastici posizionando quello superiore dietro la testa e sopra le orecchie e quello inferiore dietro al collo 2) Adatta la striscia flessibile alla radice del naso
30 Filtri facciali Proteggono da goccioline di ridotte dimensioni e che possono persistere nell aria ed essere trasportate anche in diversi ambienti, lontano dal malato infetto - Costituiti da strati sovrapposti di materiale filtrante (polipropilene) - Senza valvola o con valvola espirazione migliore, ridotta umidità del filtro, non si appannano gli occhiali Chi la indossa? Operatore: deve proteggersi dagli agenti infettivi trasmessi dal paziente per via area Dicitura CE e EN 149 FFP2: protezione medio alta. OK nel caso di paz con TBC, meningite FFP3: protezione alta. Da utilizzare ad es con paz affetti da SARS
31 Come si indossa? 1. appoggiare il filtro facciale sul volto e posizionare lo stringinaso verso l alto e modellarlo 2. Prendere con una mano il filtro e con l altra l elastico 3. Appoggiare il lembo inferiore del filtro sotto il mento e tirare gli elastici dietro la nuca (1 per volta) 4. Verificare la tenuta del filtro inspirando ed espirando: se attorno ai bordi del respiratore passa dell aria riposizionare il filtro aiutandosi con entrambe le mani ed aggiustare la posizione degli elastici Con la respirazione il filtro si inumidisce e perde nel tempo la sua efficacia Non usarlo per più di 6 ore Se la respirazione diventa faticosa cambiare il filtro facciale
32 CAMICE Per proteggere cute la divisa da imbrattamento (sangue, liquidi biologici) Tipologie 1. Impermeabilizzato: camice chirurgico, condizione asepsi 2. Con rinforzi impermeabili (maniche): manovre a rischio emissione di liquidi biologici 3. Monouso: durante l assistenza a malati ad es. con scabbia o pediculosi Rimozione del camice: - aprire tutti i lacci - rimuoverlo dal collo e dalle spalle toccando la parte interna - rovesciare il camice - piegarlo/ arrotolarlo ed eliminarlo nei rifiuti speciali Cambiare i guanti prima di rimuovere il camice Dopo aver rimosso il camice LAVARE le MANI per non contaminare la divisa
33 GESTIONE MATERIALE PERICOLOSO O POTENZIALMENTE INFETTO Oggetti taglienti: maneggiare con attenzione non re-incappucciare gli aghi e non rimuoverli dalle siringhe non indirizzare gli oggetti taglienti verso parti del corpo non piegare o rompere lame e aghi riposti nei contenitori appositi i contenitori devono avere posizione sicura e devono essere correttamente chiusi Biancheria contaminata da materiale biologico: maneggiare utilizzando i guanti riporre nei sacchi idonei evitare la contaminazione della divisa
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