NOZIONI DI PRIMO SOCCORSO

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1 Progetto Ustica Formazione dei cittadini delle Isole Eolie alle attività di autosoccorso NOZIONI DI PRIMO SOCCORSO Lipari, 14 Dicembre 2013 Dott. Vincenzo Geraci E.S.T. 118 ASP MESSINA

2 PRIMO SOCCORSO FERITE EMORRAGIE USTIONI CORPI ESTRANEI ELETTROCUZIONI FRATTURE ANNEGAMENTO LESIONI DA BASSA TEMPERATURA LESIONI DA ALTA TEMPERATURA CONVULSIONI MORSI PUNTURE DI ANIMALI INTOSSICAZIONI

3 ANNEGAMENTO

4 ANNEGAMENTO DROWING Insufficienza respiratoria primaria per ostacolo a ingresso di aria nelle vie aeree derivante da sommersione (tutto il corpo) o immersione (vie aeree) in mezzo liquido.

5 ANNEGAMENTO MORTALITA (ICD10 ) Annegamento e sommersione nella vasca da bagno Annegamento e sommersione a seguito di caduta nella vasca da bagno Annegamento e sommersione in piscina Annegamento e sommersione in seguito di caduta in piscina Annegamento e sommersione in acque naturali Annegamento e sommersione a seguito di caduta in acque naturali Altri tipi specificati di annegamento e sommersione Annegamento e sommersione non specificati

6 ANNEGAMENTO CAUSE CHE DETERMINANO L EVENTO: Traumi Convulsioni Malattie cardiache Ipoglicemia Stanchezza ed ipotermia Alcool e droghe Imprudenza e Inesperienza : sport e nautica Suicidio Tentativi soccorso ad annegato Mancata protezione piscine Mancata vigilanza minori

7 ANNEGAMENTO EPIDEMIOLOGIA Nel mondo oltre morti/anno per annegamento (7% di tutte le morti per incidente) 3 posto tra le cause di morte per incidente dopo gli incidenti stradali e le cadute. Oltre il 60% in Africa, Asia del pacifico occidentale e del Sud-Est asiatico 96% degli annegamenti in paesi a basso e medio reddito

8 ANNEGAMENTO EPIDEMIOLOGIA Seconda causa di morte accidentale negli USA nei bambini da 0 a 14 anni Terza causa in GB, preceduta solo da incidenti stradali e ustioni La morte per immersione Nei bambini sotto i 5 anni piscine domestiche Nelle età successive acque libere Prevale il sesso maschile 3:1 (soprattutto tra gli adolescenti) Importante PREVENZIONE

9 ANNEGAMENTO EPIDEMIOLOGIA ITALIA (ISTAT 2010) 374 decessi 25 casi in meno rispetto al 2009 (-6,2%) 361 casi del casi del 2000 Maschi adulti (81%) Età media alla morte 48,6 anni.

10 Tipologie Per ESAURIMENTO in nuotatore capace, in acque mosse o correntizie Per PANICO in nuotatore incapace che non nuota ma si dibatte per non affondare Sincope riflessa Perdita di coscienza a causa di stato morboso critico Per trauma ANNEGAMENTO

11 INCIDENTE DA ANNEGAMENTO ANNEGAMENTO FATALE: MORTE ANNEGAMENTO NON FATALE : INCIDENTE SENZA COMPROMISSIONE RESPIRATORIA CON SALVATAGGIO IN ACQUA DELLA VITTIMA

12 ANNEGAMENTO PRIMARIO Fisiopatologia Ingestione acqua Riflesso chiusura glottide (laringospasmo) Apnea Ipossia ed ipercapnia Perdita coscienza Rilasciamento glottide e liquidi nei polmoni ARRESTO RESPIRATORIO ( anossia cerebrale) ARRESTO CARDIACO

13 ANNEGAMENTO SECONDARIO O IDROCUZIONE Malore che precede la caduta in acqua con morte del soggetto prima ancora che i polmoni possano riempirsi di acqua. Arresto cardiaco precede arresto respiratorio. (ANNEGAMENTO BIANCO)

14 ACQUA DOLCE (Laghi,Fiumi,Piscine..) Ipotonica rispetto al sangue Ipervolemia, emodiluizione Emolisi, iperpotassiemia,danno renale Gravi alterazioni miocardiche Fibrillazione Ventricolare Arresto cardiocircolatorio

15 ACQUA SALATA Ipertonica rispetto al sangue Inondazione alveoli (E.P.A.) Ipovolemia Indebolimento dell attività cardiaca Collasso cardiocircolatorio Asistolia

16 TRATTAMENTO: 4 FASI SOCCORSO IN ACQUA BLS ALS TRATTAMENTO POST-RIANIMATORIO

17 SOCCORSO IN ACQUA AVVICINARSI CON NATANTE PARLARE ALLA VITTIMA EVITARE DI ENTRARE IN ACQUA : SALVATAGGIO E RECUPERO IN ACQUA IN SICUREZZA E SOLO PER SOCCORRITORI ESPERTI, MEGLIO IN DUE E CON AUTOPROTEZIONE (SALVAGENTE) USARE PRESIDI (CORDA, REMO, PERTICA, SALVAGENTE, INDUMENTI.) MANTENERE LA PERSONA IN POSIZIONE ORIZZONTALE PER EVITARE ULTERIORE INGESTIONE DI ACQUA E PREVENIRE IPOTENSIONE E COLLASSO CARDIOVASCOLARE

18 SOCCORSO IN ACQUA

19 SOCCORSO IN ACQUA

20 SOCCORSO IN ACQUA

21 SOCCORSO IN ACQUA - Rimuovere le vittime di annegamento dall acqua nel modo più veloce e sicuro possibile - Denudare e asciugare la vittima - Immobilizzazione spinale in acqua è difficile e ritarda manovre RCP non indicata senza segni evidenti o sospetto di trauma.

22 VENTILAZIONE IN ACQUA CAB BOCCA- BOCCA ABC BOCCA-NASO vicino natante o terra lontano natante o terra ventilazioni/m 1 minuto di ventilazioni

23 ANNEGAMENTO A TERRA o SU NATANTE BLSD 30: 2 DAE ASCIUGARE LA VITTIMA

24 ANNEGAMENTO Fattori prognostici sfavorevoli: Episodio prolungato di immersione Ritardo nell inizio delle manovre BLS Asistolia all arrivo in ospedale Grave stato di coma

25 ANNEGAMENTO Fattori prognostici favorevoli: Età della vittima Stato di salute precedente l incidente Temperatura dell acqua (bambino in acque fredde può essere rianimato anche dopo 15 min) Diving reflex: riduzione danno anossico da freddo con bradicardia, vasocostrizione periferica, adattamenti cardiovascolari, rallentamento metabolismo. Soccorso immediato ed eventuale tempestivo inizio delle manovre BLS

26 ASSIDERAMENTO O IPOTERMIA E il danno sistemico da prolungata esposizione al freddo intenso. Meccanismo di difesa Vasocostrizione riduzione dispersione calore Brividi e contrazioni muscolari produzione interna calore

27 ASSIDERAMENTO O IPOTERMIA Si parla di Ipotermia con temperatura corporea inferiore a 35. Se la temperatura è inferiore a 30 l Ipotermia è considerata grave, perché il centro della termoregolazione non funziona più e la vasocostrizione e i brividi non riescono a ridurre la dispersione o produrre calore.

28 ASSIDERAMENTO O IPOTERMIA SINTOMI C: Paziente pallido, brividi, polso frequente C: Brividi violenti; il paziente avrà difficoltà a parlare C: Progressiva perdita di contatto con l ambiente fino all incoscienza, respiro lento e superficiale, polso debole e lento con insorgenza di aritmie. Rigidità muscolare.

29 ASSIDERAMENTO O IPOTERMIA SINTOMI Sotto i 25 C: arresto dei meccanismi di controllo di polso e respiro. Fibrillazione ventricolare. Morte del paziente

30 ASSIDERAMENTO O IPOTERMIA COSA FARE Procedere alla valutazione dell ABC RCP Portare il paziente all asciutto eliminando gli indumenti umidi e coprirlo con coperte calde e asciutte Somministrare bevande calde e zuccherate (non alcolici) se il paziente è cosciente e collaborante

31 ASSIDERAMENTO O IPOTERMIA COSA FARE Trasportare il paziente in posizione antishock (cioè con le gambe sollevate rispetto al capo) Evitare ogni tipo di trauma. Riscaldare il paziente Massaggi e frizioni cutanee con cautela Il riscaldamento deve interessare il tronco, le ascelle e l inguine; per ultimi gli arti.

32 ASSIDERAMENTO O IPOTERMIA ATTENZIONE! In caso di IPOTERMIA GRAVE (temperatura corporea anche di 26,5 C, paziente incosciente e assenza di parametri vitali NON RISCALDARE IL PAZIENTE: il rischio di fibrillazione ventricolare è elevatissimo (aritmia cardiaca letale!) Cominciare la rianimazione cardio-polmonare ed allertare il 118.

33 CONGELAMENTO E il danno dei tessuti circoscritto soprattutto a zone periferiche dell organismo ( arti,naso, orecchie ) da esposizione a basse temperature e rallentamento locale della circolazione sanguigna Vasocostrizione aumento della permeabilità capillare edemi necrosi tissutale

34 CONGELAMENTO CLASSIFICAZIONE 1 grado (edema, rossore) 2 grado (vescicolazione) 3 grado (perdita di tessuti molli fino allo scheletro) 4 grado (perdita di parti comprensive anche di elementi scheletrici).

35 CONGELAMENTO Subito prima del congelamento, la pelle può apparire arrossata, ma con il procedere del congelamento la pelle diventa bianca o grigio-giallastra. Può esservi o no dolore.

36 CONGELAMENTO COSA FARE Coprire la regione congelata, con indumenti o coperte. Portare la persona colpita in luogo chiuso al più presto possibile. Dare bevande calde (non alcoliche). Quando il paziente si è riscaldato esortarlo a muovere le parti colpite. Se occorre, medicare con garze sterili.

37 CONGELAMENTO COSA NON FARE Non strofinare energicamente gli arti gelati Non immergere la parte congelata in acqua calda non applicare borse d acqua calda o termofori : Il calore eccessivo danneggia più che mai i tessuti

38 COLPO DI CALORE E' un severo disturbo che può mettere a rischio la vita del paziente causato da : temperatura ambientale elevata; elevato tasso di umidità; mancanza di ventilazione; sforzo fisico; L organismo non riesce ad adattarsi per l impossibilità di scambiare calore con l esterno e quindi non si può realizzare la normale dispersione di calore corporeo.

39 COLPO DI CALORE La normale temperatura corporea è di circa 37 C Il centro della termoregolazione del nostro cervello riesce a controllare un aumento della temperatura corporea attraverso la termodispersione, vasodilatazione e sudorazione. La termoregolazione non è più efficace a T > 41,5 C corporei per una azione diretta sulle cellule nervose dovuto alla temperatura e alla eccessiva vasodilatazione cerebrale e esaurimento dei meccanismi di difesa e cessazione della sudorazione.

40 COLPO DI CALORE SINTOMI Malessere generale, sete,, rossore al viso, nausea, vomito, elevata temperatura corporea (> 41 C) con pelle secca e molto calda (Fase rossa) Alterazione della respirazione Alterazione del polso (prima è rapido poi diventa debole) Alterazione della di coscienza dal torpore fino al coma irreversibile Fase grigia: coma, viso pallido e grigiastro, labbra bluastre cianosi, shock da disidratazione.

41 COLPO DI CALORE RICORDA! Il colpo di calore è un evento gravissimo che porta alla morte della vittima se non prontamente soccorsa

42 COLPO DI CALORE COSA FARE Portare il paziente in luogo fresco, ombroso, ventilato Sdraiare sulla schiena con gambe sollevate (posizione antishock) Svestire completamente la persona Raffreddare il corpo con un asciugamano o un telo imbevuto di acqua non ghiacciata, su testa, polsi, caviglie, collo, ascelle, inguine,evitando di far scendere bruscamente la temperatura corporea. Al di sotto dei 38 C sospendere gli impacchi e asciugare bene la persona. In attesa del 118 controllare le funzioni vitali (ABC)

43 COLPO DI CALORE COSA FARE In emergenza la termodispersione ottimale si ottiene mediante nebulizzazione di acqua e ventilazione

44 IL COLPO DI SOLE Irritazione soprattutto delle meningi e in misura minore dell encefalo senza coinvolgimento del centro della termoregolazione nell ipotalamo, da esposizione prolungata al sole senza protezione del capo, in particolare nei bambini.

45 IL COLPO DI SOLE Sintomi e segni: Cefalea, nausea, vomito Volto arrossato e capo caldo Rigidità nucale: dolore alla nuca e alla testa (irritazione delle meningi) Stato di agitazione e confusione Alterazione della coscienza sino al coma nei casi gravi.

46 IL COLPO DI SOLE COSA FARE Trasportare l infortunato in un luogo fresco, ventilato e in penombra Raffreddare la fronte e la nuca con panni umidi, freschi e applicare la borsa del ghiaccio sulla testa con cautela Somministrare liquidi freschi (non bevande ghiacciate, non alcolici) Monitoraggio funzioni vitali in attesa dei soccorsi avanzati

47 CONVULSIONI Stato di sofferenza cerebrale acuta espressione di una sottostante condizione patologica (lesione o malattia)

48 CONVULSIONI EZIOLOGIA Epilessia Traumi Danno anossico cerebrale Colpo di calore Febbre (soprattutto nei bambini) Vasculopatie cerebrali Tumori cerebrali Difetti cerebrali congeniti Infezioni Cause metaboliche ( es. diabete) Cause tossiche (alcool, droghe) Eclampsia ( gravidanza)

49 CONVULSIONI Clinicamente la crisi convulsiva può manifestarsi in molti modi, ma l evenienza più eclatante è quella di una forma cosiddetta generalizzata ( grande male) in cui possono riconoscersi tre fasi in successione temporale: fase tonica fase clonica fase post-critica

50 1. Fase tonica: CONVULSIONI improvvisa perdita di coscienza e caduta a terra rigidità, talora apnea anche prolungata (durata circa 30 ).

51 CONVULSIONI 2. Fase clonica: contrazioni violente e ritmiche, bava alla bocca, cianosi, perdita di feci e urine (durata da 1-2 sino a 5 minuti).

52 CONVULSIONI 3. Fase post-critica: periodo d incoscienza definito post-critico, stato confusionale, cefalea (durata da pochi minuti sino a minuti).

53 CONVULSIONI COSA FARE DURANTE LA CRISI Allertare il 118 Attenzione che il paziente non si faccia male cadendo a terra Proteggere il paziente da eventuali traumi accidentali: allontanare oggetti pericolosi, tavoli, sedie, o spostare il paziente in luogo più sicuro Tenere il paziente supino Allentare gli indumenti troppo stretti Posizione laterale di sicurezza, se c è vomito Controllare il paziente in attesa del 118

54 CONVULSIONI COSA NON FARE DURANTE LA CRISI Non ostacolare le crisi in nessun modo Non cercare di immobilizzare con la forza Attenzione non mettere niente in bocca e non tentare di aprire la bocca

55 CONVULSIONI ABC DOPO LA CRISI Attenzione ad eventuali lesioni traumatiche riportate nella caduta Attenzione non mettere niente in bocca Posizione laterale di sicurezza

56 CONVULSIONI FEBBRILI Crisi che si verificano in relazione ad un brusco aumento della temperatura corporea superiore a 38,5 C. Frequenti entro i primi 5 anni di vita ( Immaturità del SNC)

57 CONVULSIONI FEBBRILI Sintomatologia Improvvisa perdita di coscienza Fissità dello sguardo Ipertono generalizzato (crisi tonica) Scosse muscolari (crisi clonica) Fase postcritica

58 CONVULSIONI FEBBRILI COSA FARE ABC Abbassare la temperatura (spogliare paziente, bagno e/o spugnature non fredde, arieggiare) Annotare la durata della crisi Rilevare parametri vitali: FC, FR, temperatura corporea Farmaci: Valium per via rettale (Micronoan)

59 Morsi e punture di animali Morsi di serpenti Morsi di animali Punture di insetti Punture di animali marini

60 MORSI DI SERPENTE Gli unici serpenti velenosi in Italia sono le Vipere VIPERA ASPIS

61 MORSO DI VIPERA La vipera è facilmente distinguibile dalla serpe innocua in base alle caratteristiche morfologiche e tipologia di morso

62 MORSO DI VIPERA Il corpo della vipera è caratterizzato da una testa sub-triangolare a forma di cuore, ben distinta dal corpo

63 MORSO DI VIPERA Le pupille sono verticali, a fessura, e sono scaglie disposte su più file tra occhio e bocca vi

64 MORSO DI VIPERA La coda è tronca e tozza, ben distinta dal corpo.

65 Il morso di vipera e identificato dai segni delle zanne velenifere a 7 10 mm; MORSO DI VIPERA Può essere presente un solo foro di inoculo (la vipera può aver perso uno dei denti veleniferi oppure il morso non è andato a segno correttamente)

66 SERPE COMUNE Testa allungata non distinguibile dal corpo

67 SERPE COMUNE Pupilla rotonda,una sola fila di squame tra occhio e bocca;

68 Morso a stampo leggero, come due piccole parentesi tonde E presente escoriazione da lesione da strappo SERPE COMUNE

69 MORSO DI VIPERA La pericolosità del morso dipende: Quantità del veleno Zona della morsicatura Età della vittima Il veleno della vipera non è, di solito, sufficiente ad uccidere un adulto sano, ma sono a rischio un bambini e anziani. Tipo di Vipera Veleno contenuto nelle ghiandole (in mg di peso secco) Dose letale per l uomo (in mg di peso secco) Vipera comune (aspis) 8-20 mg mg

70 MORSO DI VIPERA Il veleno è composto da diverse frazioni: neurotossine, che agiscono sul Sistema Nervoso Centrale; cardiotossine, che agiscono sull apparato cardiocircolatorio; emolisine, capaci di lisare (rompere) i globuli rossi. Nessuna di queste sostanze è, di per sé, mortale. La morte di solito si verifica per complicanze insorte in soggetti defedati o per allergie.

71 MORSO DI VIPERA Sintomi locali: Intenso dolore nella zona colpita, emorragia a chiazze, gonfiore dopo 10 minuti, crampi più o meno acuti La zona colpita si fa presto gonfia, dura, arrossata e compaiono piccole chiazze rosso-bluastre.

72 MORSO DI VIPERA Sintomi generali (30 minuti 1 ora) : Cefalea, malessere, senso di vertigine, calo della temperatura corporea, tachicardia, riduzione della pressione arteriosa fino allo stato di shock, vomito, diarrea. Nei casi più gravi: depressione respiratoria.

73 MORSO DI VIPERA COSA FARE Rassicurare l'infortunato e mantenerlo calmo Rimuovere bracciali e anelli prima che l'arto si gonfi Evitare i movimenti (aumentano la circolazione del sangue) Effettuare un bendaggio che comprima l'arto colpito (può rallentare il manifestarsi dei disturbi sopra elencati di qualche ora) Attendere i soccorsi o raggiungere al più presto un ospedale

74 MORSO DI VIPERA Tecnica americana laccio a monte spostato in senso prossimale ogni venti minuti associato a sistemi di estrazione del veleno a pressione negativa per estrarre il veleno senza suggere con la bocca

75 MORSO DI VIPERA Tecnica australiana: la piu efficace Fasciatura con bendaggio compressivo linfostatico dall alto al basso non serrato dalla radice dell arto all estremità lasciando libere le dita e tale da rendere sempre apprezzabili i polsi

76 MORSO DI VIPERA

77 MORSO DI VIPERA COSA NON FARE NON SUCCHIARE IL VELENO DALLA FERITA CON LA BOCCA NON INCIDERE LA FERITA (pericolo di altre lesioni o addirittura di favorire il contatto del veleno col sangue) NON SOMMINISTRARE ALCOLICI (hanno effetto depressivo sul sistema nervoso centrale e vasodilatatore periferico, facilitando quindi l assorbimento del veleno)

78 MORSO DI VIPERA NON DISINFETTARE CON ALCOOL NON APPORRE GHIACCIO COSA NON FARE NON UTILIZZARE IL LACCIO EMOSTATICO TROPPO STRETTO NON SOMMINISTRARE IL SIERO ANTIVIPERA (IL SIERO DEVE ESSERE SOMMINISTRATO SOLTANTO IN OSPEDALE O SOTTO IL DIRETTO CONTROLLO MEDICO

79 MORSI - CANI, GATTI, VOLPI ecc. Agire sulla morsicatura trattandola come una ferita!

80 MORSI - CANI, GATTI, VOLPI ecc. Lavate subito la ferita per asportare la saliva dell animale ricca di microbi con acqua e sapone abbondanti. Risciacquate accuratamente con acqua corrente, disinfettate e ricoprite la ferita con garza sterile. Se ferita sanguinante praticare emostasi Sarà poi di pertinenza medica stabilire quali precauzioni sarà opportuno prendere per impedire che insorgano la rabbia, il tetano o altre malattie infettive.

81 PUNTURE DI IMENOTTERI

82 PUNTURE DI IMENOTTERI Le punture di api, vespe e calabroni sono, di solito, più allarmanti che pericolose. Il veleno contiene sostanze irritanti responsabili per lo più di effetti locali :arrossamento, gonfiore con dolore intenso. Alcune persone, tuttavia, sono allergiche a questi veleni e possono sviluppare una grave reazione che è lo shock anafilattico.

83 PUNTURE DI IMENOTTERI Introducono il veleno nella pelle con un pungiglione

84 IL CALABRONE Nei confronti dell'uomo è tendenzialmente indifferente; questi insetti possono diventare molto aggressivi se provocati o in vicinanza del nido.

85 IL CALABRONE Gli individui di genere femminile sono dotati di pungiglione, le cui punture,conseguenti a una reazione difensiva dell'animale, possono essere molto dolorose per gli esseri umani.

86 LA VESPA Le femmine sono dotate di un aculeo velenoso non seghettato retrattile, può pungere più volte e così può introdurre maggiori quantità di veleno; inoltre il veleno contiene sostanze che acuiscono il dolore.

87 L APE Il pungiglione dell'ape operaia è dotato di uncini e quindi, una volta conficcato nei tessuti epiteliali, vi rimane.

88 L APE L'ape non è più in grado di liberarsi finché, lacerando i propri tessuti, lascia il pungiglione, l'apparato velenifero e una parte delle viscere. Le contrazioni dell'apparato velenifero continuano dopo il distacco liberando quindi il veleno che continua a fluire.

89 PUNTURE DI IMENOTTERI SINTOMI nella zona colpita Dolore pungente Arrossamento Gonfiore Prurito

90 PUNTURE DI IMENOTTERI Bisogna tenere presente che sono elementi pericolosi: il numero elevato di punture; il luogo della puntura (faccia, lingua e gola per il rischio di edema della glottide, occhio); sensibilità individuale accentuata (bambino, soggetto allergico)

91 PUNTURE DI IMENOTTERI Il gonfiore, la difficoltà di respiro ed il prurito diffuso sono sintomi importanti e se si presentano precocemente (entro minuti dalla puntura) segnalano l imminente comparsa di una importante crisi allergica SHOCK ANAFILATTICO

92 PUNTURE DI IMENOTTERI COSA FARE Trattare la zona punta come una ferita : fate scorrere acqua fredda sopra e attorno alla puntura per alleviare il dolore e ostacolare i fenomeni infiammatori oppure applicate del ghiaccio Se presente cercare di togliere il pungiglione con pinzette disinfettate o ago sterile senza premere e senza insistere ( in caso di puntura d ape ) Coprire con una garza sterile Attenzione al soggetto allergico!

93 PUNTURE DI IMENOTTERI COSA FARE L uso di bagnare con ammoniaca diluita è consolidato dalla tradizione popolare ma non risulta documentato anzi può avere azione irritante. Comunque Il veleno delle api è a reazione acida e l ammoniaca può alleviare il dolore. Il veleno delle vespe è a reazione alcalina e può essere neutralizzato da impacchi di aceto o succo di limone

94 PUNTURE DI IMENOTTERI Creme al cortisone o contenenti antistaminico: il loro effetto locale non è dimostrato e non esistono a tutt oggi prove convincenti della loro utilità. A sconsigliarne l uso si aggiunge il fatto che possono indurre dermatiti da contatto.

95 ADRENALINA AUTOINIETTABILE La necessità di usare il farmaco ai primi sintomi di una reazione allergica potenzialmente mortale ha portato alla realizzazione di un preparato per autosomministrazione, disponibile anche in Italia (Fastjekt ). Il kit è formato da una fiala di adrenalina con autoiniettore (per adulti e per bambini), resa stabile anche a temperatura ambiente e che pertanto può essere portata sempre con sé.

96 ADRENALINA AUTOINIETTABILE

97 ADRENALINA AUTOINIETTABILE 1) Afferrare l iniettore con il pollice il più vicino possibile al tappo grigio di sicurezza; 2) Con l altra mano, togliere il tappo grigio di sicurezza;

98 ADRENALINA AUTOINIETTABILE 3) Tenere l iniettore approssimativamente a 10 cm di distanza all esterno-coscia puntando la punta nera verso la gamba;

99 ADRENALINA AUTOINIETTABILE 4) Puntare in maniera decisa verso l esterno coscia in maniera da formare un angolo di 90 con la gamba stessa e avendo tolto gli indumenti, se necessario; 5) Mantenere in questa posizione per almeno 10 secondi; 6) Massaggiare la zona di iniezione per 10 secondi;

100 ADRENALINA AUTOINIETTABILE 7) Il paziente deve sempre consultare un medico e/o in ogni caso recarsi in un Pronto Soccorso dopo la somministrazione di adrenalina in quanto è possibile una nuova presentazione dei sintomi di anafilassi con necessità di ulteriore trattamento.

101 PUNTURE DI ANIMALI MARINI Tra gli altri animali che possono provocare inconvenienti analoghi agli imenotteri si possono ricordare alcuni pesci dotati di spine velenose, come lo scorfano o la tracina, e le meduse i cui tentacoli rilasciano una sostanza urticante.

102 MEDUSA Provocano lesioni che appaiono come striature con vesciche che riproducono la forma dell ombrella e dei tentacoli.

103 MEDUSA Reazione infiammatoria locale con bruciore e dolore. Piccole rilevatezze dette pomfi Dopo circa 20 minuti la sensazione di bruciore si esaurisce e resta la sensazione di prurito

104 MEDUSA Il veleno è termolabile, si inattiva con il calore, perciò è sufficiente immergere la parte in acqua marina o soluzione salina tiepido calda tollerabile 45.

105 MEDUSA Il calore di una pietra o della sabbia non servono assolutamente perché per annullare le tossine bisognerebbe raggiungere gradi. Nemmeno l'ammoniaca e l urina che la contiene servono: non sono disattivanti della tossina delle meduse e potrebbero ulteriormente infiammare la parte colpita

106 MEDUSA L acqua di mare, invece, è fondamentale per pulire la pelle da parti di medusa rimaste attaccate alla pelle e per diluire la tossina non ancora penetrata

107 MEDUSA Creme al cortisone o contenenti antistaminico, entrano in azione solo dopo 30 minuti dall applicazione e cioè quando il massimo della reazione è esaurita naturalmente

108 MEDUSA Non usare acqua dolce perché essendo ipotonica provoca l apertura delle nematocisti

109 TRACINE La puntura delle loro spine provoca dolore violentissimo seguito da nausea, vomito e a volte collasso cardiocircolatorio

110 TRACINE Il veleno è termolabile, procedere come per le meduse ma prolungare l immersione fino ad un ora

111 TRACINE

112 TRACINE

113 SCORFANO

114 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI Nell'ambiente sono presenti molte sostanze che per le loro caratteristiche possono danneggiare più o meno gravemente il nostro organismo. Tali sostanze sono dette genericamente veleni o tossici e le malattie che esse determinano avvelenamenti o intossicazioni.

115 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI VELENO o TOSSICO è qualsiasi sostanza che, introdotta nell organismo per quantità e vie idonee, determina una alterazione dannosa dell equilibrio dell organismo e, quindi, un danno alla salute. VELENO dal latino venenum, probabilmente connesso con Venere, da cui il significato originario di filtro d amore. Dal greco βέλος dardo o τόξον arco = veleno per le punte delle frecce.

116 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI I veleni possono presentarsi allo: STATO GASSOSO (ad esempio l'ossido di carbonio, un veleno presente nei gas di scarico degli autoveicoli, nel gas domestico, nei fumi da combustione in genere) STATO LIQUIDO (ad esempio vari prodotti di uso domestico, industriale o agricolo, come diluenti,detersivi, acidi, alcali, insetticidi, diserbanti,...) STATO SOLIDO (ad esempio bacche, piante,funghi, prodotti chimici..., gli stessi farmaci.

117 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI I veleni sono tantissimi e di conseguenza gli avvelenamenti Le modalità di avvelenamento sono 4

118 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI 1. INALAZIONE (es. fumi, gas,vapori, spray); 2. INOCULAZIONE O INIEZIONE (es. morso di animali, ferite aperte,errata somministrazione di farmaci o overdose ); 3. INGESTIONE (es. cibi, farmaci ed antiparassitari); 4. CONTATTO (es. solventi, alcali ed acidi).

119 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI AVVELENAMENTO PER INALAZIONE: il veleno, sotto forma di gas o di vapore, viene respirato, scende nei polmoni, passa nel sangue e dal sangue viene distribuito a tutto l'organismo AVVELENAMENTO PER CONTATTO: il veleno si deposita sulla pelle, attraverso la pelle viene assorbito, passa nel sangue e si distribuisce a tutto l organismo

120 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI AVVELENAMENTO PER INGESTIONE: il veleno viene ingerito, assorbito dalle pareti dell'intestino, passa nel sangue e si diffonde a tutto l'organismo AVVELENAMENTO PER INOCULAZIONE: il veleno viene iniettato direttamente nei tessuti dell'organismo (è il caso delle iniezioni e dei morsi di serpente), passa poi nel sangue e con il sangue raggiunge tutte le cellule dell'organismo

121 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI I segni e i sintomi delle intossicazioni dipendono da diversi fattori: Tipo si sostanza assunta Quantità di sostanza assunta Tempo trascorso dall assunzione Tempo di esposizione all agente tossico Peso corporeo ed età del soggetto Concomitanza di altre patologie

122 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI È la dose che fa il veleno Paracelso ( ) L entità del danno è tanto maggiore quanto più è concentrato il tossico. Di norma il danno è più grave negli anziani e nei bambini.

123 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI I veleni possono danneggiare direttamente le strutture dell organismo con cui vengono in contatto, oppure, una volta assorbiti nel circolo sanguigno, vanno a danneggiare le cellule di organi specifici, che vengono detti organi bersaglio.

124 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI Nel primo caso si tratta di sostanze molto aggressive, che vengono definite caustiche ; molte di queste appartengono ai prodotti di largo uso, quali, ad esempio, l acido cloridrico (muriatico), l acido fosforico (usato per rimuovere macchie di ruggine), l ipoclorito di sodio (candeggina), l ammoniaca, la soda caustica.

125 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI Altri veleni, detti sistemici, non danneggiano le superfici di contatto ma, assorbiti e diffusi nell organismo dalla circolazione sanguigna, vanno a danneggiare le cellule di organi specifici, a seconda del veleno in causa, detti organi bersaglio.

126 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI Molti avvelenamenti sono accidentali. E ancora diffusa la pericolosa abitudine di conservare sostanze velenose in contenitori impropri all'insaputa di altre persone, senza una chiara etichetta all'esterno. In questo caso le vittime sono soprattutto i bambini e i veleni in causa sono quelli di uso domestico o i farmaci, incautamente conservati alla loro portata.

127 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI Per gli adulti l'avvelenamento accidentale è soprattutto causato da incidenti industriali, dall'uso incauto di alcuni prodotti chimici o dal cattivo funzionamento di alcuni dispositivi, in particolare di riscaldamento. In altri casi gli avvelenamenti sono invece volontari, riguardano pressoché gli adulti, spesso con risvolti criminali (suicidi, omicidi, aborti).

128 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI Caratteristica di molti veleni è quella di agire in piccola quantità e in modo molto rapido. Diventa perciò molto importante che i primi soccorritori siano in grado di riconoscere o perlomeno sospettare una intossicazione; quando è nelle loro possibilità applicare specifiche modalità di soccorso, importantissime per limitare i danni più gravi o addirittura in grado di risolvere l'avvelenamento.

129 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI Segni e sintomi dell intossicazione per via parenterale Reazione locale nel punto di penetrazione: Gonfiore Arrossamento Prurito Bruciore Dolore

130 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI Segni e sintomi dell intossicazione per via cutanea Lesioni cutanee irritative o allergiche Prurito Aumento della temperatura cutanea

131 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI Sintomi e segni dell ingestione Dolore alla deglutizione Ustioni alla bocca e alle mucose Salivazione eccessiva e schiumosa Dolori addominali Nausea e vomito Diarrea

132 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI Segni e sintomi dell inalazione Bruciore agli occhi Irritazione delle vie respiratorie Insufficienza respiratoria Cianosi

133 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI COSA FARE SICUREZZA! ALLERTA! GESTIONE DELLE FUNZIONI VITALI!

134 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI COSA FARE Teniamo innanzitutto presente che l avvelenamento può essere secondario ad una contaminazione ambientale, soprattutto in caso di veleni gassosi, liquidi o polveri In questo caso l intervento può richiedere l adozione di particolari Dispositivi di Protezione Individuali (D.P.I.) che hanno lo scopo di isolare il soccorritore dal veleno e il cui uso richiede un adeguato addestramento. Allerta subito il 118 e segui le istruzioni della C.O. che deciderà quali soccorritori inviare, con il supporto tecnico dei Vigili del Fuoco

135 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI Se necessario, inizia il sostegno delle funzioni vitali col BLS (negli avvelenamenti da ingestione evitare la tecnica bocca a bocca); Cerca di individuare la causa e il tempo trascorso. A tal fine sono utili le confezioni vuote e le notizie fornite dallo stesso paziente o dagli astanti); Cercare di identificare la sostanza o l alimento ingerito comunicandolo alla C.O. il 118 che direttamente o tramite consulenza telefonica di un Centro Antiveleni darà le istruzioni su cosa fare nell attesa dell ambulanza.

136 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI E necessario che il soccorritore raccolga le informazioni possibili sulle cause dell'avvelenamento, il tipo di veleno, la quantità assunta, ricercando e conservando eventuali contenitori, annotando il nome della ditta produttrice e cercando poi di stabilire all'incirca quanto tempo è trascorso dall'inizio dell'avvelenamento. Queste informazioni preziosissime, di regola raccoglibili solo da chi è presente sul posto, andranno comunicate al 118, ai soccorritori professionisti o ai medici che si prenderanno poi cura della vittima o al Centro Antiveleni

137 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI COSA FARE AVVELENAMENTO PER INALAZIONE: Valutare pericoli di avvelenamento per il soccorritore stesso e di esplosione nell ambiente e quindi e importante evitare di schiacciare interruttori o accendere fiamme Allontanare la vittima dall ambiente contaminato Arieggiare l ambiente Gestire le funzioni vitali della vittima

138 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI COSA NON FARE AVVELENAMENTO PER INGESTIONE NON STIMOLARE IL VOMITO! Se il paziente diviene incosciente c è rischio di inalazione Nell ingestione di sostanze caustiche (segni di ustioni a livello del cavo orale e delle labbra) il materiale vomitato provoca un peggioramento delle lesioni. Evitare l impiego del latte. Infatti, contrariamente ad una credenza popolare, è un composto che facilita ed accelera l assorbimento dei veleni da parte del tubo digerente, aggravandone così gli effetti dannosi sull organismo.

139 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI Sono denominate ANTIDOTI quelle sostanze in grado di contrastare gli effetti dei veleni sull organismo. Sono generalmente specifici per un veleno o una classe di veleni con caratteristiche comuni. Negli avvelenamenti per ingestione, possono essere utilizzate delle sostanze in grado di contrastare l assorbimento di un gran numero di veleni da parte dello stomaco e dell intestino; tali sostanze sono innanzitutto innocue per la mucosa gastrointestinale, sono esse stesse non assorbibili nel tubo digerente (per cui vengono completamente espulse), legano a sé o assorbono i veleni, ne impediscono così il passaggio nel circolo sanguigno e ne favoriscono l eliminazione per via naturale.

140 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI Tali sostanze,denominate ANTIDOTI UNIVERSALI, sono il carbone attivato, l olio di vaselina (paraffina) e il simeticone. Si tratta di prodotti di libera vendita, abitualmente usati per problemi di meteorismo intestinale (carbone e simeticone) o di stipsi (olio di vaselina). In caso di avvelenamento tali prodotti, se a disposizione dei soccorritori, vanno sempre e comunque somministrati a persone coscienti e su indicazione medica (118, Centro Anti Veleni). Somministrare carbone attivo, 2 cucchiai in un bicchiere d acqua, oppure olio di vaselina, 1 cucchiaio ogni 5 Kg di peso corporeo

141 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI COSA FARE AVVELENAMENTO PER CONTATTO Rimuovere i vestiti sospettati di essere contaminati Se la vittima è cosciente, eseguirà da sola queste manovre altrimenti lo farà il soccoritore usando DPI; Lavare abbondantemente con acqua o con acqua e sapone cercando di non venire a contatto né con la vittima, né con l acqua di scarico utilizzando dei DPI ( es. guanti impermeabili); Ricoprire eventualmente con teli sterili o puliti le zone di pelle lesionate (arrossamenti, vesciche, bolle,...);

142 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI COSA FARE AVVELENAMENTO PER INOCULAZIONE Medicare eventualmente la ferita Applicare ghiaccio sulla sede di inoculazione Eseguire un bendaggio elastico o applicare un laccio (non emostatico) se l inoculazione è avvenuta su un arto

143 Intossicazione da CO E la condizione patologica derivante dall esposizione più o meno prolungata a CO. Essa è identificata dal riscontro di valori positivi di carbossiemoglobina (= >5% nei bambini e nei soggetti non fumatori, = >10% nei soggetti fumatori. o di CO plasmatico), cui possono corrispondere quadri clinici di presentazione totalmente silenti oppure disfunzioni di diversa gravità di uno o più organi e apparati, sia in fase acuta che post-acuta.

144 CLASSE DI GRAVITA CLASSIFICAZIONE DI GRAVITÀ INTOSSICAZIONE DA CO SEGNI SINTOMI 1 Asintomatico Assenti (+++ COHb nel sangue) 2 Lieve AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI Cefalea Vertigini Nausea Vomito

145 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI CLASSE DI GRAVITA 3 Moderata CLASSIFICAZIONE DI GRAVITÀ INTOSSICAZIONE DA CO Confusione mentale Anomalie comportamentali Visione offuscata Astenia SEGNI SINTOMI Atassia Respiro superficiale Dispnea da sforzo Tachipnea Tachicardia

146 AVVELENAMENTI o INTOSSICAZIONI CLASSE DI GRAVITA 4 Grave CLASSIFICAZIONE DI GRAVITÀ INTOSSICAZIONE DA CO Sopore Coma Convulsioni Ipotensione Sincope SEGNI SINTOMI Aritmie Dolore toracico Infarto E.P.A. Acidosi lattica

147 Intossicazione da CO ATTENZIONE! L'intossicazione da CO porta a sintomi facilmente associabili ad altre patologie comuni Il colorito rosso ciliegia della cute, spesso descritto come importante segno di intossicazione da CO,è quasi sempre assente nei pazienti sopravvissuti all intossicazione,i quali possono avere a secondo dei casi colorito normale, pallido o cianotico.

148 Intossicazione da CO In emergenza le misure terapeutiche mirano ad allontanare il paziente dalla fonte di esposizione (devono essere allontanati dalla fonte di esposizione tutti i pazienti presenti sul luogo dell intossicazione) Mantenere le funzioni vitali Assicurare precocemente un apporto di ossigeno al 100%: il trattamento antidotico con ossigeno è imperativo in tutti i pazienti (ambiente normobarico sul territorio, eventualmente in ambiente iperbarico a livello ospedaliero).

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150 GRAZIE REGIONE SICILIANA

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