Detenzione e Disagio Psichico

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1 Istituto MEME s.r.l. Modena associato a Université Européenne Jean Monnet A.I.S.B.L. Bruxelles A.I.S.B.L. Bruxelles Detenzione e Disagio Psichico Tirocinante: Odette Corni

2 INTRODUZIONE Il mondo carcere è un mondo parallelo rispetto alla Società; ; fatto di leggi, ristrettezze e di una subcultura, che influenzano il modo di vivere dei detenuti e forse anche il modo di vivere degli ex detenuti nella Società. In questo mondo parallelo esistono problematiche che impediscono il reinserimento del reo nella società. Un tema, che in Italia sta venendo alla luce da qualche anno, è il disagio psicologico del detenuto. Quali sono le ricerche e gli studi effettuati su questo problema e cosa hanno scoperto i ricercatori sul disagio psichico dei carcerati?

3 Legge 354/75 ORDINAMENTO PENITENZIARIO Concezione della pena come rieducativa Trattamento penitenziario basato sui criteri di imparzialità, umanità e dignità personale Individualizzazione del trattamento (adeguare la pena alla personalità socio- psichica del detenuto) La famiglia viene considerata una risorsa Obiettivo: reinserimento sociale del reo Legge 663/86 (Legge Gozzini) Introduzione di soluzioni restrittive (es: carcere di massima sicurezza) Istituzione dei permessi premio Introduzione delle misure alternative alla detenzione

4 Legge 381/91 Legge 165/98 (Legge Simeoni o Svuotacarceri) Introduzione di agevolazioni per le cooperative sociali che inseriscono al lavoro i condannati alle misure alternative alla detenzione Sospensione dell ordine di carcerazione per le pene non superiori ai 3 anni (4 per i tossicodipendenti), con affidamento ai servizi sociali o detenzione domiciliare o regime di semilibertà Legge 193/00 (Legge Smuraglia) DPR 230/00 Ampliamento alla Legge 381/91: vengono inclusi i condannati internati negli Istituti Ampliamento degli spazi in materia di colloqui e telefonate: non più considerati in un ottica premio

5 LA FIGURA DELLO PSICOLOGO Circolare Amato 87 Istituzione Servizio Nuovi Giunti Psicologo: Caratteristiche specialistico-predittive predittive Ruolo diagnostico Equipe: Direttore dell Istituto Educatore Assistente sociale Psichiatra/ Psichiatra/PsicologoPsicologo Presidio psicologico Colloquio preventivo Obiettivo: combattere fenomeni di violenza auto ed etero riferita Osservazione sistematica e scientifica della personalità del soggetto Obiettivo: reinserimento sociale del reo

6 SITUAZIONE CARCERI posti disonibili num detenuti M F 22% 2% M italiani F italiane M stranieri F straniere 4% Indice affollamento M = 133% Indice affollamento F = 102% 72%

7 Autolesionismo non suicida Tentativi di suicidio Suicidi 57 AUTOLESIONISMO L incidenza di autolesionismo fra la popolazione straniera è il doppio rispetto all incidenza sulla popolazione italiana di detenuti, mentre i suicidi avvengono in proporzione inversa. Con esito suicida Con esito non suicida Non sempre ricollegabili a disturbi mentali, ma legati soprattutto a questioni di ordine burocratico della vita in carcere dei detenuti.

8 DIMENSIONI PSICOLOGICHE Emozioni Obiettivo ultimo: la sopravvivenza (Patrick,, 1994) Il reo ha un deficit della risposta di paura: mette subito in atto dei comportamenti di difesa, perché ha imparato che aspettare potrebbe esser pericoloso Le emozioni possono risultare disadattive In carcere: tendenza ad attuare risposte emotive estreme, che possono diventar morbose

9 Depersonalizzazione Sindrome da Prigionizzazione La vita dell individuo è totalmente amministrata dal carcere: Separazione dal mondo Perdita dei diritti sul denaro Impossibilità di votare Mancanza di privacy Vasta gamma di quadri psicopatologici Fase 0: ansia con possibili spunti fobici ed espressioni somatiche Fase 1-ansiosa: 1 sensazioni angosciose a tonalità fobiche, insonnia, inappetenza, incapacità di gestire l emotività Gesti autolesivi Fase 2-depressiva: 2 distacco, indifferenza, ritiro in sé stessi Ideazione suicidaria

10 Omosessualità Aggressività e Violenza Privazione delle relazioni eterosessuali Erotizzazione della vita del recluso Considerata un tratto positivo della mascolinità Mezzo di comunicazione in carcere (Clemmer,, 1940) 3 tipi di adattamento sessuale: Normale: masturbazione con fantasie rivolte alle donne Quasi normale: rapporto omosessuale vissuto come palliativo, le fantasie sono rivolte alle donne Anormale: pratica omosessuale vissuta con consapevolezza Bandite manifestazioni di fragilità Il recluso deve dimostrare di saper fare la galera Disagio psicologico

11 RASSEGNA DI STUDI EMPIRICI Il grado di isolamento nel primo periodo di carcerazione porta il Carot et detenuto ad un pensiero (2003) rimuginativo e catastrofico Esiste una tendenza a disturbi Keaveny e psichici connessi con una bassa Zauszniewski qualità di vita espressa con alti (1999; USA) punteggi di ansia e depressione, non vere e proprie psicopatie, Sintomi depressivi ma risposte adattive ai fenomeni possono portare i deprivativi carcerati a Palmer comportamenti e Connelly autolesivi (2005; UK) et al.

12 In carcere vi sono alte et al. percentuali di psicosi, nevrosi (2005; UK) e disturbi della personalità che possono portare a tentativi di suicidio e ideazione suicidaria Esiste una relazione tra suicidio e tentativi Griffiths (1990) precedenti: in carcere si è Una storia familiare di riscontrato che esiste una comportamenti suicidi, un relazione tra il numero passato di ospedalizzazione delle condanne e i psichiatrica, sintomi ansiosi o tentativi di suicidio depressivi, sono fattori di rischio indipendenti per Lekka et al. l ideazione suicidaria. Inoltre, le (2006; Grecia) ideazioni suicidarie portano ad atti autolesivi nei carcerati Jenkins et

13 Il senso di disperazione percepito dai detenuti è predittivo del comportamento suicida in base al livello di desiderabilità sociale Borrill et al. (2003; UK) Si riscontra una diversa storia clinica tra i soggetti che hanno comportamenti autolesivi e quelli che compiono tentativi di suicidio Ivanoff e Jang (1991; USA) La dipendenza da sostanze è un fattore predittivo dei comportamenti autolesivi nelle donne nere Fulwiler et al. (1997; USA)

14 Chembers et al. (2000 e 2001; UK) Gli alti livelli di angoscia psicologica riscontrata nei detenuti è stata associata a bassi livelli di cure parentali nell infanzia e nell adolescenza L insonnia non è un problema Elger transitorio dovuto all adattamento, ma un (2004; Svizzera) problema cronico e i detenuti che ne soffrono hanno un alta incidenza di malattie mediche e L intervento migliore per psichiche (ansia, depressione) ridurre l angoscia psicologica nelle donne è l allattamento dei propri Keaveny e figli il quale riduce sentimenti di inadeguatezza e impotenza Zauszniewski (1999; USA)

15 In Occidente i problemi chiave nel trattamento del disagio psichico rimangono senza risposta. Inoltre, nei paesi non occidentali le evidenze sulla natura e le generalità dei disturbi sono poche. Fazel e Lubbe (2005; UK) Fruehwald et al. I segnali predittivi del suicidio nei (2003; Austria) detenuti devono avere come conseguenza una maggior azione di prevenzione da parte del personale psichiatrico del carcere

16 CONCLUSIONI Tutti i fenomeni che si sviluppano in carcere portano il ristretto ad adattarsi per sopravvivere. Ciò, implica utilizzare dei mezzi che non per forza sono funzionali per il benessere psico-fisico del soggetto; ecco allora la comparsa di disagio psichico (ansia, depressione, somatizzazioni etc.). Le Leggi sono indirizzate ad escludere la segregazione per le persone che soffrono di disagio psichico, ma accade che, attraverso il carcere e l amplificazione l da parte dei media di una pericolosità sociale, si torna a rinchiudere e ad isolare. Il sovraffollamento è il primo grande ostacolo che si incontra nel momento in cui si cerca di operare per curare le persone nel carcere.

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