Applicazione del DPR 177/11 riflessioni e proposte per implementare la sicurezza nei lavori in ambienti confinati-
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1 1 Applicazione del DPR 177/11 riflessioni e proposte per implementare la sicurezza nei lavori in ambienti confinati- Intervento del Geom. Augusto Ferraioli a commento della giornata di studio svolta il 10 luglio 2014 Il DPR 177/11 è stato emanato in un contesto particolare, sotto l incalzare di ripetuti eventi drammatici, una serie di gravi incidenti, alla SARAS di Cagliari, alla DSM di Capua alla Centrale elettrica di TVN a Civitavecchia. Una serie di ripetuti eventi a distanza di alcuni anni dalla tragica sequenza di gravi e ripetuti incidenti nei luoghi di lavoro, fra gli anni 2006/2008 che portò il legislatore ad emanare in gran fretta il D.Lgs. 81/08 Testo unico in materia di sicurezza e prevenzione sul lavoro Il DPR 177/11 è stato elaborato ed emanato come risposta ad una emergenza, sotto l incalzare di eventi drammatici, che si sono ripetuti fra il 2008 e il La giornata di studio realizzata il 10 luglio, ci consente di tentare di fare un primo bilancio della efficacia del provvedimento e anche della sua applicabilità. Una prima domanda alla quale dovremmo rispondere è quella riferita alla efficacia del collegamento del DPR con altre normative in vigore, l armonizzazione con il corpo della legislazione vigente. Dal confronto che si è sviluppato nella giornata di studio emergono alcune contraddizioni, potenziali sovrapposizioni e alcune misure di dubbia efficacia. Dobbiamo tentare di rispondere ad alcune domande: Come si concilia il DPR 177/11 con il Titolo IV capo I del D. Lgs. 81/08? Quale coordinamento fra il DPR 177/11 e il DPR 320/56 sui lavori in sotterraneo? Analizzando gli eventi che si sono succeduti negli ultimi 8 anni, emerge che nella maggioranza dei casi si trattava di personale con esperienza consolidata in lavori simili, a tal proposito si dovrebbe ragionare sulla efficacia della norma che prevede che l impresa esecutrice debba avere almeno il 30% di manodopera con esperienza triennale, in ambienti confinati.
2 2 Elenco di alcuni gravi incidenti avvenuti prima della emanazione del D. Lgs. 81/08 18 AGO 2006 PUGLIA: due operai muoiono cadendo in una cisterna, storditi dalle esalazioni in uno stabilimento oleario di Monopoli (Bari). 16 MAR 2007 VENETO: due lavoratori muoiono a Cogollo di Tregnago (Verona), uccisi dalle esalazioni provenienti dalla cisterna in cui si erano calati per eseguire lavori di manutenzione. 18 GEN 2008 VENETO: due operai addetti ai lavori di pulizia della cisterna di una nave a Porto Marghera (Venezia) muoiono asfissiati dalle esalazioni di gas. 3 MAR 2008 PUGLIA: cinque persone muoiono a Molfetta (Bari) per le esalazioni liberatesi durante la pulitura della cisterna di un camion. Nella cisterna perdono la vita tre dipendenti e il titolare dell azienda, un altro lavoratore muore in ospedale il giorno seguente. Elenco di alcuni gravi incidenti avvenuti dopo l emanazione del D. Lgs. 81/08 11 GIU 2008 SICILIA: sei morti a Mineo (Catania) mentre pulivano una vasca del depuratore. Quattro erano dipendenti comunali, altri due di un azienda privata. 26 MAG 2009 SARDEGNA: tre operai muoiono per asfissia, nello spazio di pochi minuti, l uno per salvare l'altro in una cisterna negli impianti della raffineria Saras di Sarroch (Cagliari). 15 GIU 2009 LIGURIA: a Riva Ligure (Imperia) due operai muoiono dopo essere caduti in una vasca di acque nere situata all interno di un depuratore. 12 GEN 2010 PIEMONTE: tra Sale e Tortona (Alessandria), due operai, scesi in un deposito di un distributore in disuso, muoiono investiti da un flusso di gas. 25 AGO 2010 PUGLIA: nelle campagne di San Ferdinando di Puglia, tra le province di Bari e Foggia, muore un operaio (due i feriti) per le esalazioni di gas mentre stava impermeabilizzando una cisterna per l acqua piovana. 11 SET 2010 CAMPANIA: a Capua tre operai muoiono mentre provvedevano all interno di un azienda di Afragola allo smontaggio di un ponteggio allestito in un silos di fermentazione. Elenco di alcuni gravi incidenti avvenuti dopo l emanazione del DPR 177/11 12 settembre Lamezia Terme Esplode silo in una fabbrica muoiono due operai, un terzo ferito è grave.
3 3 09 Aprile 2014 Molfetta Puglia - La Procura di Trani ha aperto una inchiesta per omicidio colposo in relazione alla morte di Nicola e Vincenzo Rizzi, padre e figlio, 50 e 28 anni, avvenuta stamane in una cisterna di un Centro Ittico a Molfetta, in provincia di Bari. Scandicci, 15 maggio 2014 Toscana - il luogo in cui è avvenuto l'incidente sul lavoro che ha portato in ospedale cinque operai rimasti intossicati - Sono in prognosi riservata due degli operai rimasti intossicati mentre eseguivano dei lavori in una fossa biologica, questa mattina a Scandicci. I due si trovano ricoverati in condizioni gravissime all'ospedale di Careggi. Gli altri tre operai intossicati sono stati portati all'ospedale di Torregalli. Il piu' grave è arrivato al nosocomio intubato e privo di sensi. Nessuno dei tre, secondo quanto appreso, sarebbe in pericolo di vita. In alcuni dei casi più gravi, come il depuratore di Mineo (CT), dove persero la vita 6 lavoratori vi sono cause più complesse della sola omissione delle norme di sicurezza sul lavoro, infatti sono stati commessi gravi reati ambientali. Nel caso di DSM (Capua) e Truck center ( Molfetta), anche se si trattava di personale con esperienza consolidata a Capua gli addetti avevano effettuato diversi montaggi e smontaggi di opere provvisionali all interno di sili a Molfetta si realizzavano continui accessi nelle cisterne come è stato possibile accertare in entrambi i casi vi è stata una gestione delle procedure di accesso e dell informazione fra committente ed esecutore gravemente omissiva. Anche nel caso della SARAS e di Civitavecchia si è manifestata una gravissima omissione nella valutazione del Rischio e nella gestione delle procedure di accesso. Procedure e gestione del Rischio che presuppongono una particolare cognizione tecnica rispetto agli incidenti menzionati, servono professionalità e competenze, soprattutto nel campo chimico. Per prevenire Rischi come quelli che sono alla base dei gravi incidenti che stiamo analizzando servono persone qualificate, in particolare il Rappresentante di cui all art 3, comma 2 del DPR 177/11, nominato dal Committente e il Preposto della Ditta esecutrice, devono avere adeguate competenze in chimica. Non basta avere tre anni di esperienza in un ambiente confinato per avere competenze nelle miscele chimiche e nel comportamento di queste miscele in ambienti confinati, vedi cisterne e sili. Identificare categorie omogenee di Rischio in relazione alla tipologia degli ambienti confinati e/o a vasche, canalizzazioni e simili diventa una strada obbligata per verificare l efficacia delle strategie preventive.
4 4 Nella prima parte del 2014 vi sono stati alcuni gravi incidenti durante gli accessi a fosse settiche, pozzi neri e simili, una categoria di lavori difficile da controllare e programmare, anche in ragione del fatto che una parte significativa si realizza per committenti diffusi, condomini e privati. Possiamo tirare una prima conclusione, evidenziando che non è sufficiente avere il 30% di personale con esperienza in lavori simili forse si deve lavorare per potenziare le due figure strategiche il rappresentante del committente e il preposto della ditta esecutrice. Formazione una attività che si deve qualificare, attraverso due elementi fondamentali, la richiesta che deve diventare più esigente, meno formale, tramite una crescita culturale dei datori di lavoro e più in generale delle strutture tecniche delle aziende interessate e contemporaneamente una qualificazione dei soggetti formatori Difficile pensare ad un salto di qualità della formazione solo tramite un maggior controllo sui requisiti dei soggetti formatori, una vera svolta si può determinare quando le imprese non cercheranno più un attestato cartaceo, ma cercheranno un prodotto più impegnativo e correlato ad un obiettivo di crescita professionale. La formazione sulla sicurezza sul lavoro potrà qualificarsi solo quando sarà vissuta nelle aziende come parte della complessiva preparazione professionale professionalità, capacità operativa deve essere concepita come unicum rispetto alla formazione sulla sicurezza e prevenzione sul lavoro quando la sicurezza è un elemento aggiunto, sovrapposto alle procedure operative non si andrà lontano. Uno degli argomenti approfonditi nella giornata di studio è stato quello del rapporto fra il DPR 177/11, il Titolo IV capo I e il DPR 320/56. Un tema complesso, ma che merita attenzione. Il DPR 177/11 interviene sulla qualificazione delle imprese art. 27 del D.Lgs. 81/08 cioè sulla idoneità tecnico professionale elemento che il committente negli appalti che rientrano nel Titolo IV capo I deve prendere in considerazione in fase di selezione delle ditte affidatarie ed esecutrici. Se ne conclude, come già precisato nel DPR 177/11 che le norme attinenti la qualificazione, come quelle contenute nell art. 2 si applicano anche ai lavori che rientrano nel campo di applicazione del Titolo IV capo I. Competenze - un primo aspetto da chiarire si riferisce alle responsabilità dei vari soggetti coinvolti nella gestione degli appalti nel Titolo IV capo I la verifica della idoneità tecnico professionale compete al committente e/o al responsabile dei lavori.
5 5 Il CSE che deve gestire la fase esecutive, autorizzando gli ingressi in cantiere, deve verificare se l impresa ha il 30% di forza lavoro con esperienza triennale? il CSE deve verificare se l impresa ha adempiuto agli obblighi formativi, quelli previsti all art. 2 del DPR 177/11?. Se l art. 2 del DPR 177/11 si riferisce alla qualificazione delle ditte, le competenze debbono ricadere sul committente e/o sul responsabile dei lavori tuttavia il CSE dovrebbe autorizzare l ingresso in cantiere prescindendo dalla verifica dei requisiti di cui all Art. 2 del DPR in oggetto, anche se deve gestire l esecuzione dei lavori con le responsabilità, molto ampie indicate all art. 92 del D. Lgs. 81/08. Dunque in primo luogo si deve precisare che gli aspetti regolamentati all art. 2 del DPR 177/11 sono a carico del Committente e del Responsabile dei Lavori. Il CSE non può rispondere degli affidamenti a soggetti privi dei requisiti di cui all art. 2 del DPR 177/11. Aspetti su cui sarebbe utile una riflessione più attenta da parte del legislatore, anche tramite chiarimenti del Ministero del Lavoro. Complessivamente si dovrebbe riflettere sulla applicabilità del DPR 177/11 nei lavori che rientrano nel campo di applicazione del Titolo IV capo I. Noi riteniamo che sia necessario evitare sovrapposizioni ed appesantimenti della norma, concentrando l attenzione su aspetti strategici, come abbiamo ampiamente evidenziato nel documento titolato appunti per una discussione, che abbiamo presentato all inizio della giornata di studio. Proposta Dall analisi della dinamica degli incidenti accaduti negli ultimi 8 anni riteniamo che sarebbe utile verificare alcune ipotesi per implementare la normativa: 1. In sostituzione della norma che prevede il 30% di personale con esperienza almeno triennale si potrebbe prescrivere che il preposto deve essere almeno un Perito Chimico, con adeguata formazione sugli ambienti confinati un corso specialistico con durata da definire in un apposito accordo in sede di Conferenza Stato, Regioni e Province Autonome. Una misura del genere risolverebbe anche la questione dei requisiti delle Ditte con l opportunità di partecipare agli appalti, per qualsiasi azienda del settore previa eventuale assunzione di un tecnico con compiti di preposto, con qualifica minima di Perito Chimico, con relativa formazione abilitante.
6 2. Acquisizione in fase di affidamento delle fatture comprovanti il possesso da parte della Ditta, dei DPI necessari delle attrezzature di recupero di emergenza, in relazione alle caratteristiche dei lavori dei rilevatori portatili che misurano gas e ossigeno. 3. Rappresentante del committente con qualifica minima di Perito Chimico con relativa abilitazione ai lavori in ambienti confinati tramite apposito corso di formazione. 6
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